*Dirigente Medico Azienda Ospedaliera – Ospedale
Policlinico Consorziale – Bari,
Centro Ricerche AIAS Afragola
** Specialista in Biochimica e Chimica Clinica.
*** Centro Ricerche AIAS Afragola
E.mail:
montinari.m@libero.it
-
Massimo
Montinari MD FRSH
-
Medico della Polizia di Stato - Firenze
Abstract
Gli
aa. dimostrano che l’associazione della dieta privativa
di glutine e latte vaccino nel corso di 24 mesi di “terapia biologica
omotossicologica”, in associazione alla dieta a rotazione privativa di
alimenti per i quali i pazienti risultano intolleranti,e in associazione a
terapie riabilitative già applicate in Europa e negli USA, nel
trattamento della “sindrome autistica”(AS), quale manifestazione di
encefalite subclinica, determinano un discreto, e stabile, recupero del
quadro clinico.
Dimostrano anche come siano utili le osservazioni dei
caratteri della scrittura nella valutazione del drenaggio delle tossine ed oppioidi alimentari, e documentano la validità del “Metodo Tomatis”, quale terapia di
supporto al recupero del linguaggio autonomo.
Sono discussi precisi
meccanismi biochimici, neuroimmunologici, nonché il ruolo della terapia
batterica”milk free”quale meccanismo immunomodulante nelle infezioni
da candida.
Lo studio si riferisce all’osservazione di 914
pazienti , dai 3 ai 40 anni, in costante osservazione clinica dal gennaio
1996 all’aprile 2004.
Parole
chiave
Autismo, encefalite subclinica, terapia omotossicologica,
metodo Tomatis.
Materiali e metodi
Con il nostro studio ci riferiamo a 914 pazienti
affetti da AS con età variabile tra i 3 anni e 40 anni, osservati dal
gennaio 1996 all’aprile 2004, in trattamento omotossicologico e
alimentare, riconosciuto come “Metodo Montinari”, ed in costante
osservazione clinica.
Questi pazienti rientrano nella casistica di 1364 pazienti osservati dagli autori, di
cui 450 sono usciti dallo studio osservazionale per precise
motivazioni individuali. Tutti
i pazienti erano già in trattamento riabilitativo senza presentare
recuperi soddisfacenti: di questi n° 599 (M) erano
Maschi e n° 315 (F) Femmine
.
Nel corso del trattamento omotossicologico e alimentare
abbiamo impostato un progetto di collaborazione con genitori, terapisti
della riabilitazione e neuropsichiatri infantili al fine di valutare,
descrivendole, le variazioni comportamentali, le nuove eventuali
acquisizioni cognitive e relazionali, l’incremento del proprio
vocabolario, le risposte alla Comunicazione Facilitata (CF), quando
applicata, e il linguaggio proprio.
Dal gennaio 2003 abbiamo sottoposto i pazienti che
presentavano una risposta positiva alla terapia, già con la comparsa del
linguaggio autonomo, al “Metodo Tomatis” di cui stiamo registrando lo
studio osservazionale, nonché abbiamo impostato uno studio osservazionale
sulle variazioni della scrittura presenti nei pazienti sottoposti a
terapia omotossicologica, alimentare e riabilitativa.
Per ogni paziente, se scolarizzato, è stata chiesta anche la
valutazione psico-pedagogica dai propri insegnanti per la determinazione
del profitto e di eventuali progressi, o regressioni nell’apprendimento
e socializzazione.
Tutti i pazienti osservati sono stati testati per i virus
erpetici e sottoposti a Tipizzazione Tessutale HLA (A,B,C) e HLA DR-DQ,
tutti sono stati testati per malattie metaboliche e sono stati eseguiti
esami genetici che hanno escluso pertanto malattie genetiche, metaboliche
o da virus erpetici( EBV, CMV, HSV 1° e 2°, VZV).
Ogni paziente è stato sottoposto alla ricerca degli
anticorpi per Antipoliovirus (test di neutralizzazione), Antimorbillo,
Antiparotite, Antirosolia.
Ogni paziente è stato sottoposto a studi immunologici quali la ricerca delle IgA, IgG, IgM, IgE,
e Sottopopolazioni linfocitarie.
Dal gennaio 2002 abbiamo sottoposto ogni paziente che è
entrato nello studio osservazionale al Cytotoxic Test per 51 alimenti e 18
conservanti.
La ricerca dei peptidi urinari (glutomorfina e casomorfina),
il mineralogramma, sono stati richiesti a pazienti osservati dal 1996 al
2002 e per contingenti motivazioni economiche
non sono stati più prescritti tra gli esami del protocollo di
studio.
Sono state eseguite valutazioni neurologiche, psichiatriche e
psicologiche, e il 98% dei pazienti
è stato sottoposto a RMN encefalo. Il 100% è stato sottoposto ad
EEG, e ad ulteriori studi specialistici in relazione ai singoli
casi osservati.
L’85% dei pazienti osservati presentava una
familiarità positiva per allergie ai metalli nella madre,il 70%
delle madri erano portatrici di amalgami dentarie(Hg) prima del
concepimento, il 65% presentava una familiarità positiva per
malattie reumatiche e psoriasi, l’80% presentava familiarità
positiva per allergie multiple.
Il 98% dei pazienti presentava crosta lattea e/o
atopia nei primi mesi di vita.
Terapia:
L’approccio terapeutico
omotossicologico si suddivide essenzialmente in due fasi:
a)
drenaggio;
b)
attivazione
enzimatica mitocondriale, attivazione dei neurotrasmettitori, riparazione
della struttura.
La terapia omotossicologica si
associa ad una rigida dieta privativa di glutine, latte vaccino e
derivati.
Il trattamento viene seguito per ventiquattro
mesi, modificabile in base al quadro clinico del paziente, all’età,
all’accumulo di amine tossiche(28)(29).
·
Zinco 6.0
mg.,
Cloruro
di Magnesio 360 mg .
·
Acido
Rodizonico Richinoyl 6DH, Glyoxal 6DH, Metilglyoxal 6DH, N,N
Dimetilglycina 4DH. Fiale bevibili
·
Polichetone
6DH, N,N Dimetilglicina 4DH. Fiale bevibili .
·
Gangliosidi 4 DH (suini) sol. alcolica. Fiale bevibili
.
·
A)
Fosfofrutthinasi
4DH, Ippocampo 4DH, Ipotalamo 4DH, Epifisi 4DH, Melatonina 5LM, TSH
5-7-9CH, Epitalamina 5-7-9CH, TRH 6DH-6CH-6LM, Noradrenalina
5-7-9-12-15-30LM, Acetilcolina 5-7-9-12-15-30 LM, Serotonina
5-7-9-12-15-30 LM, Chiasma Ottico 4DH, Nervo Ottico 4DH, Corpi Mammillari
4dh, Nucleo Soprachiasmatico 6DH-6CH-6LM, Fasci Tetto-Spinali 7DH, Midollo
Osseo 7DH,Ganglio Cervicale Superiore 7DH, Sistema Simpatico 7DH. Gocce
·
B)
Fosfofrutthinasi
4DH, Ippocampo 4DH, Ipotalamo 4DH,Epifisi 4DH, Megacariociti 4DH,
Melatonina 7LM, TRH 6DH-6CH –6LM, Chiasma Ottico 4DH, Nervo Ottico 4DH,
Corpi Mammillari 4DH, Nucleo Soprachiasmatico 6DH-6CH-6LM, Fasci
Tetto-Spinali 7DH, Midollo Osseo 7DH, Ganglio Cervicale Superiore 7DH,
Sistema Simpatico 7DH. Gocce
·
C) Fosfofrutthinasi 4DH, Ippocampo 4DH, Ipotalamo 4DH,
Epifisi 4DH, Megacariociti 4DH, Melatonina 9LM, TRH 7DH-7CH-12LM, TSH
5-7-9C11, Epitalamina 5-7-9CH, Noradrenalina 5-7-9-12-15- 30 LM, Chiasma
Ottico 4DH, Nervo Ottico 4DH, Corpi Mammillari 4DH, Nucleo
Soprachiasmatico 6DH-6CH, Fasci Tetto-Spinali 7DH, Midollo Oseo 7DH,
Ganglio Cervicale Superiore 7DH, Sistema Simpatico 7DH. Gocce
·
Vit B1:0.7 mg.
·
Vit B2: 0.8 mg.
·
Vit. B6:1.0 mg.
·
Vit. PP: 9.0mg.
·
Fermenti
lattici vivi
(milk free):
Distribuzione
della Flora (Fermenti
lattici)
Lactobacillus acidophilus
6.000.000.000, Bifidobacteria
(infantis,longum,brevis)
3.000.000.000, Lactobacillus casei 12.000.000.000,
Streptococcus thermophilus 12.000.000.000 , Lactobacillus rhamnosus
6.000.000.000, Lactobacillus bulgaricus 3.000.000.000, Bacillus subtilis
3.000.000.000.
·
Potassio: 60 mg.
·
L-Arginina: 1700 mg
·
Coenzima Q-10: 16 mg
·
Biotina: 0.15 mg.
·
Selenio:25 mcg
·
Omega 3 – Omega 6.
O.E. Melaleuca alterifolia adsorbita su Perossido di magnesio 50 gr e
Ossido di magnesio 50 gr.
Discussione
a) Il drenaggio:
E’ importante associare alla
terapia formulata un buon drenaggio (7) che in omotossicologia assume un
significato molto ampio, infatti rappresenta una vera e propria
“filosofia terapeutica”.
Per drenaggio si intende una attivazione di
tessuti od organi ad attività emuntoriale per l’escrezione aspecifica
di fattori tossici e questo si distingue dalla detossificazione intendendo
con questo il processo volto alla neutralizzazione ed eliminazione dai
tessuti di tossine specifiche. (NdR: vedi anche
Disintossicazione)
I farmaci drenanti possono essere considerati come rimedi che, in base
alle proprie caratteristiche di composizione e struttura omeofarmacologica
possono svolgere, a seconda dei casi, funzioni di ripristino,
regolarizzazione, stimolazione dell’attività escretoria degli organi
emuntori.
Mantenere l’organismo drenato, ossia libero da tossine, è
un presupposto imprescindibile sia per la conservazione dello stato di
salute che per una maggiore efficacia delle terapie.
I farmaci di drenaggio non possono avere un utilizzo universale, ma devono
essere scelti nel rispetto dell’individualità biotipologica del
paziente e solo dopo una precisa diagnosi clinica sulla funzionalità
degli organi emuntori.
Regime dietetico: esclusione del glutine, del latte vaccino e
derivati.
Dieta priva
di
glutine
e
latte
vaccino:
nella terapia è ricoperto un ruolo fondamentale dalla dieta priva di
glutine e latte vaccino, infatti alterazioni del sistema immune
intestinale possono interferire con il processo di assorbimento,
determinando particolari sindromi cliniche che interessano il piccolo
intestino(4).
Nel 1995 Lucarelli S ed altri, (5) hanno posto delle strette correlazioni tra intolleranze
alimentari e autismo, in particolare, segnalando il ruolo dei peptidi
alimentari nella produzione di effetti tossici a livello del SNC che
interagissero con i neurotrasmettitori,
evidenziavano l’intolleranza al latte vaccino presente in 36
pazienti autistici; osservavano un miglioramento dei sintomi dopo circa
due mesi dalla sospensione dalla dieta del latte vaccino, con
un incremento delle IgA per caseina, latto-albumina e
beta-lattoglobulina, nonchè IgG e IgM per caseina.
Nell’Autismo sono presenti frequentemente disordini
gastrointestinali,correlati essenzialmente
al malassorbimento , al quale si associa nel 70% dei casi una
patologia da reflusso gastro-esofageo.
Nella nostra esperienza il reflusso gastro-esofageo era correlato soprattutto a gastropatie da intolleranze
alimentari (latte vaccino e glutine). Nel novembre 1999, (6) osservazioni
analoghe sono state riportate da
Horvath K ed altri :essi dimostrano la presenza, in pazienti autistici di
disordini gastrointestinali, specialmente esofagite da reflusso, e
malassorbimento di disaccaridi.
Gli autori osservano anche un incremento
di secrezione bilio-pancreatica che depone per un interessamento dei
recettori della secretina del fegato e del pancreas.
E’ importante documentare ulteriori condizioni di
malassorbimento che favoriscono l’accumulo di amine tossiche a livello
del SNC, in particolare negli Astrociti.
Nel corso della terapia non si sono mai osservati effetti
collaterali o reazioni indesiderate.
Dopo i primi dieci-quindici giorni di somministrazione dei prodotti, i
pazienti presentavano un quadro clinico caratterizzato da aumento del
nervosismo, iperattività, in alcuni casi aumento delle stereotipie; tali
manifestazioni regredivano spontaneamente dopo alcuni giorni ed erano
strettamente correlate con la liberazione dai tessuti di amine tossiche
che, drenando nel tubo digerente, avrebbero potuto
stimolare i recettori
neuro-gliari mediante il circolo entero-ematico. Tali manifestazioni erano
strettamente associate alla disbiosi intestinale che, nei primi venti
giorni di terapia, assumeva un proprio idoneo equilibrio con
l’eliminazione di feci fortemente maleodoranti per alcuni giorni, fino
alla completa eliminazione delle tossine in eccesso presenti.
Nel corso della terapia si sconsigliava
la somministrazione di antibiotici, cortisonici, immunosoppressori
e farmaci a componente chimica.
Il quadro clinico dei pazienti si modificava lentamente, ma
progressivamente; in genere i primi segni clinici che indicavano un
miglioramento, si presentavano nei primi due-tre mesi di terapia,
caratterizzati da una
maggiore attenzione del paziente verso
il mondo circostante, riduzione delle stereotipie, maggiore
apprendimento di informazioni fornite dai terapisti, coordinamento dei
movimenti finalizzati e del pensiero, acquisizione di vocaboli, risposta
precisa ad ordini e richiesta motivata e finalizzata, interessamento
della sfera affettiva con evidente comparsa dell’affettività e della
partecipazione alla vita familiare e sociale.
I progressi sono stati
costanti e stabili, anche se la terapia ha subito brevi interruzioni.
Associazione
della terapia con elevate concentrazioni batteriche
Di estrema importanza è il ripristino dell’eubiosi
intestinale con la normalizzazione dei processi metabolici alterati con
esaltazione dei Linfociti T,B e dell’Interferone.
Nella gelatina reale è presente l’acetilcolina, sostanza
ad azione colinergica, che rientra tra i neurotrasmettitori delle fibre
parasimpatiche ed esercita diverse azioni farmacologiche, in particolare
sulle ghiandole che ricevono innervazione parasimpatica comprese le
ghiandole tracheobronchiali, le salivari, sudorifere e quelle annesse
all’apparato digerente.
E’ indispensabile mantenere l’alvo libero
quotidianamente, per tal motivo sono stati impiegati purganti salini.
L. Acidophilus:
la specie maggiormente rappresentata nell’intestino umano
(presente anche in altre parti del corpo quali il cavo orale e la vagina).
Anaerobio facoltativo ; per la crescita ha necessità di acido folico,
calcio pantotenato, niacina e riboflavina. E’ stato dimostrato che i
bifidobatteri costituiscono il 90% della flora gastrointestinale del
neonato, ed il 50% di quella dell’adulto.
Il L. acidophilus svolge un ruolo molto importante nell’antagonismo
batterico intestinale con meccanismi di difesa che inibiscono la
traslocazione di altri batteri. L’effetto di tale antagonismo batterico
è riferito al confinamento dei microrganismi
traslocanti nel tratto gastro-enterico da parte delle microflora
autoctona.
Studi sul topo hanno dimostrato che la somministrazione di Lactobacillus spp. attraverso una dieta a base di yogurt, permette di
stimolare i linfociti della placca di Peyer con una conseguente risposta
più rapida agli stimoli mitogenici.
Il L. acidophilus colonizza il tratto gastroenterico dell’uomo già
nel tenue ,dimostrando resistenza all’acidità gastrica, alla peristalsi
e agli acidi biliari. L’azione di questi batteri determina una specifica
stimolazione sul GALT e sulla mucosa vaginale si ha un’interazione con
la Candida (sul microambiente vaginale).
Tali batteri lattici possono essere
utilizzati come veri e propri farmaci immunobiologici ,sia nella
prevenzione, sia nel trattamento delle infezioni gastroenteriche,mediante
la inibizione della colonizzazione di patogeni per l’effetto barriera e
per la produzione di sostanze ad azione antibiotico-simile in quanto
possono indurre risposte immuni specifiche nell’ospite.
L.
Bulgaricus
: tale ceppo batterico , come lo Streptococcus
thermophilus, non fa parte della microflora intestinale endogena; è
in grado di aderire alla mucosa intestinale attraverso acidi lipoteicoici
determinando un importante effetto barriera nei confronti della E.coli,
stimolando una risposta immunitaria specifica citolitica dell’ospite nei
confronti della E.coli con conseguente efficace lisi delle cellule
batteriche traslocate.
Il L.bulgaricus e lo S.
thermophilus possono legarsi spontaneamente in vitro ai linfociti CD4+
e CD8+ umani per mezzo di interazione con specifici recettori di membrana
con produzione di citochine (INF- a,b,g,
IL-1, IL-2) importanti per la difesa nei confronti di tumori e delle
infezioni. Tali batteri attivano inoltre macrofagi e linfociti intestinali
con l’attivazione di NK e conseguente produzione di INF-g.
Streptococcus thermophilus:
esistono numerose interazioni tra i batteri lattici alimentari e il
sistema immune dell’ospite. Lo Streptococcus
thermophilus non fa parte della microflora endogena intestinale ma
sopravvive al passaggio del tratto intestinale.
Questi batteri colonizzano
temporaneamente l’intestino e sono implicati nei meccanismi protettivi
dell’ospite con l’attivazione delle difese in seguito alla interazione
con le cellule immunocompetenti intestinali.
Studi hanno documentato il grande
ruolo svolto da questi batteri nella risposta immunitaria, infatti lo Streptococcus
thermophilus induce la produzione di IFN-g
e del numero dei linfociti B e cellule NK nel sangue periferico
dell’uomo.
I batteri lattici della microflora intestinale
svolgono una funzione di modulatori della risposta immunitaria attivando
specificatamente i linfociti Th1, favorendo la sintesi di IFN-g .
La produzione pertanto di IFN-g risulta protettiva nei confronti di allergie
alimentari con inibizione della sottopopolazione linfocitaria Th2 e della
anomala produzione di IL-4 , IL-5 e IL-6.
Pertanto, in corso di condizioni
patologiche, la distruzione della flora batterica lattica intestinale può
determinare l’insorgenza di allergie nei confronti di antigeni
alimentari in soggetti geneticamente predisposti a sviluppare reazioni di
ipersensibilità di tipo IgE-mediato, non esclusi i soggetti affetti da
dermatite atopica.
L.
Casei
: grande è il suo effetto antidiarroico; può inibire i processi di
deaminazione e di decarbossilazione microbica degli aminoacidi e
protezione nei confronti dell’effetto tossico delle amine. Documentata
è l’azione anticarcinogena e nel trattamento della dermatite atopica
con incremento della produzione di INF-g
e aumentata attività citotossica NK.
B.
Bifidum (B. breve, B.
infantis, B.
longum)
:
nell’uomo i bifidobatteri sono presenti nel cavo orale,
nell’intestino, nei bronchi e nella vagina. Sono cellule immobili e
prive di flagelli, lunghe 2-5 mm,
dall’aspetto bacillare o coccoide, irregolare, da cui il nome bifido,
ramificato, gibboso, con sviluppo ottimale a pH di 6,5-7,0, in condizioni
anaerobiche.
Sono dominanti nell’intestino di bambini allattati al seno,
infatti il latte materno possiede specifici fattori di crescita per i
bifidobatteri chiamati “fattori bifidigeni".
Il B. breve e B.i nfantis sono
gruppi di bifidi presenti nell’intestino del lattante, mentre il B.
longum
è specifico del colon umano dell’adulto.
I B. longum manifestano un effetto antitumorale in quanto sono in grado
di formare un polisaccaride che inoculato in topi infettati con cellule di
sarcoma-ascite 180 è in grado di prolungare la vita degli animali.
I
bifidobatteri preverrebbero la formazione dei prodotti carcinogeni
differentemente dai lattobacilli che elaborano metaboliti inibenti la
proliferazione delle cellule tumorali.
E’ importante, a tal punto, descrivere la funzione di ogni singolo prodotto impiegato,
descrivendo i propri componenti, la propria storia, ed il proprio
meccanismo d’azione.
L’uso dello
Zinco nell’arte medica è documentato sin
dall’antichità, in particolare la medicina egiziana lo impiegava per il
trattamento delle ferite e delle ustioni.
Lo Zinco è un componente essenziale con circa 90 enzimi
presenti attivamente in tutte le principali vie metaboliche (8) . Tra i
metalloenzimi zinco-dipendenti dei mammiferi, particolare importanza
rivestono l’anidrasi carbonica, la fosfatasi alcalina, le
carbossipeptidasi, le aminopeptidasi e numerose deidrogenasi.
Riconosciuto è il ruolo dello Zinco, quale costituente della
RNA e DNA polimerasi, nella sintesi degli acidi nucleici e delle proteine,
e ben dimostrato è il suo ruolo nel metabolismo degli acidi grassi e
della Vitamina A (9).
Lo Zinco è assorbito nel piccolo intestino mediante un
meccanismo di trasporto attivo in particolare nel duodeno e nel digiuno
prossimale ed è regolato dalla presenza di una proteina a basso peso
molecolare “legante lo Zinco” o ZBL. Qualunque lesione istologica
della mucosa, come avviene nella m. celiaca, determina una riduzione
notevole dell’assorbimento dello Zinco.
Importantissimo è il ruolo ricoperto dallo Zinco nell’immunocompetenza
in età pediatrica, infatti da studi di Giovannini
, Rottoli A., Riva E ed altri (10) si dimostra come deficit di
zinco si associano a involuzione del timo e del tessuto linfatico,
diminuzione del numero di linfociti T circolanti e parallelamente un
aumento del numero di linfociti T immaturi nella milza, riduzione della
proliferazione linfocitaria e delle principali funzioni della linea T e,
in grado meno evidente, della linea B, caduta dei livelli plasmatici di
IgG2, IgA e IgM, riduzione della citotossicità cellulo-mediata
anticorpo-dipendente (ADCC) dei linfociti K, dell’attività citotossica
diretta dei NK e di una sottopopolazione di linfociti T, competenze
principalmente dirette alla difesa contro i tessuti neoplastici e
nel rigetto dei trapianti.
Ruolo indiscusso è dunque quello ricoperto dallo zinco nel
metabolismo, nell’alimentazione, nella genesi della risposta immunitaria
e nel controllo delle infezioni (11,12).
Lo zinco è quindi un componente
essenziale di numerosi metalloenzimi che regolano e controllano numerose
vie metaboliche interessanti i carboidrati, i lipidi, le proteine e la
sintesi e la degradazione degli acidi nucleici (13) ed alcuni di questi
metalloenzimi rispondono ad una carenza di zinco con una rapida
diminuzione di attività.
Nel nostro studio su pazienti affetti da AS e malassorbimento,
si è osservato, spesso empiricamente, che la somministrazione di
latte vaccino determina un incremento delle stereotipie ed un accumulo di
tossicità, nonostante i pazienti non risultino intolleranti alle proteine
del latte di vacca; è ipotizzabile che la notevole quantità di caseina
presente nel latte di vacca
potrebbe essere una delle cause dello scarso assorbimento di zinco da
questo alimento.
E’ anche verosimile, come già accennato, che il ZBL
siano più di uno e che nell’assorbimento dello zinco giochi un ruolo
importante anche un carrier a livello della membrana (14), come non sembra
migliorare l’assorbimento di zinco l’aggiunta di acido citrico al
latte di donna e a latti formulati (15).
La tioneina, proteina ricca di
zolfo e capace di legare i metalli, gioca un ruolo importante nel
passaggio dello zinco dalle cellule della mucosa intestinale ai vari
distretti dell’organismo (16), mentre l’albumina potrebbe essere la
roteina vettrice dello zinco dal sistema portale al fegato (17). Il
normale metabolismo intestinale dello zinco sembra includere anche un
circolo enteropancreatico, infatti la sua concentrazione nel succo
pancreatico è sei volte maggiore di quella della bile.
Nell’intestino
gli alimenti stimolando il pancreas liberano zinco endogeno. Il chimo
contiene sia zinco endogeno, che proviene dal pancreas, sia esogeno,
proveniente dai cibi.
Sono da escludere dalla dieta dei pazienti gli alimenti a
base di soia che ostacolano l’assorbimento dello zinco in essi
contenuto, e di quello presente in altri alimenti assunti
contemporaneamente.
Altra inibizione della biodisponibilità dello zinco è
determinata dai fitati, largamente rappresentati nel latte di soia, nelle
fibre vegetali, ed è dimostrato che cereali e leguminose, ricchi sia di
fitati che di fibre, sono alimenti che contribuiscono notevolmente a
deprimere la biodisponibilità dello zinco.
Importante osservazione è anche che il ferro non eminico, e
l’acido folico risultano
essere inibitori
dell’assorbimento intestinale dello zinco , pertanto nei pazienti
con malassorbimento associato a sindrome autistica, risulterebbe
controindicata la somministrazione di ferro per via orale e di acido
folico.
Pertanto se ne deduce che l’aggiunta di sali di ferro ad un
latte formulato provoca una significativa riduzione dell’assorbimento di
zinco.
Nelle sindromi da carenza di zinco sono riconosciuti sintomi
quali anoressia, ipogeusia, disgeusia, disosmia, rash cutanei, confusione
mentale, atassia.
Nel 1981 Burnet ha prospettato un possibile ruolo etiologico
dello zinco nella patogenesi della dementia.
Nella terapia un ruolo importante è ricoperto dal
Cloruro di Magnesio.
Ha la formula Mg Cl 2 e
peso molecolare 95.23; la massima presenza la si registra nell’acqua di
mare con circa 7.5 g per litro.
Cox I.M., Campbell M.J. e Dowson D. (18) dimostrano il ruolo
ricoperto dal magnesio nella sindrome da astenia cronica (chronic fatigue
syndrome CFS).
In tale sindrome si è dimostrato come siano bassi i livelli
eritrocitari di magnesio e che la somministrazione dello stesso determini
uno stato di benessere in questi pazienti.
Analogie etiopatogenetiche sono state da noi osservate tra la
CFS e la sindrome autistica, infatti nella CFS è stata presa in
considerazione la possibilità che DNA virus ( EBV, CMV, HSV, VZV) o virus
Coxackie B siano all’origine della sindrome da astenia cronica i cui
meccanismi sono ancora sconosciuti e discussi.
Si conoscono tre forme di Mg Cl2:
1)
Cloruro di Magnesio cristallizzato (Farmacopea Ufficiale)
2)
Cloruro di Magnesio essiccato (Farmacopea Tedesca e Francese)
3)
Cloruro di Magnesio anidro (Non riveste alcun interesse
terapeutico)
Noi impieghiamo il Cloruro di Magnesio cristallizzato
ottenuto dalla evaporazione dell’acqua di mare; contiene sei molecole di
acqua (Mg Cl2 6H2O) con peso molecolare 203.33, sale anidro 46.84% e H2O
53.16%.
Questo risulta il solo
Cloruro di Magnesio iscritto alla
Farmacopea Ufficiale.
E’ altamente igroscopico ed è molto solubile in acqua.
In forma salina, se non è ben conservato al riparo
dall’aria, assorbe umidità divenendo una sostanza mielosa,
successivamente sciropposa, difficilmente maneggiabile.
b)
Attivazione
enzimatica mitocondriale, attivazione dei neurotrasmettitori, riparazione
della struttura.
Particolare attenzione è stata posta alla cinetica dei
Chinoni in associazione alla L-Arginina e
coenzima
Q-10.
Il coinvolgimento del
DNA mitocondriale in molte patologie
degenerative ci ha spinti a focalizzare lo studio sulle funzioni del
mitocondrio al fine di ipotizzare una terapia che mirasse al rispristino
delle funzioni cellulari, considerando falliti molti tentativi terapeutici
con immunosoppressori.
I mitocondri generano energia mediante un processo assai
complicato con lo scambio di elettroni lungo una serie di complessi
proteici (catena respiratoria).
Tale scambio permette, anche se indirettamente, all’ATP-sintetasi
di sintetizzare ATP (adenosintrifosfato), molecola questa che è deputata
al trasporto di energia all’interno delle cellule.
Si è dimostrato che gli organi più facilmente esposti ad
una carenza di energia cellulare sono il SNC, la muscolatura cardiaca e
scheletrica, i reni e i tessuti endocrini. Il DNA mitocondriale codifica
per numerose molecole importanti, specifica la struttura di 13 proteine
con funzione di subunità dell’ATP-sintetasi e dei complessi della
catena respiratoria, nonche' di 24 molecole
di RNA che coadiuvano la sintesi di quelle subunità dei mitocondri.
Le
mutazioni a carico del DNA mitocondriale in grado di alterare le proteine
o l’RNA presente nei mitocondri, può ridurre la capacità dei
mitocondri stessi di produrre energia e quindi determinare la comparsa di
malattie.
Mutazioni del DNA mitocondriale possono presentarsi nei
tessuti nel corso della vita con diverse mutazioni che appaiono in cellule
diverse e anche in molecole diverse di DNA mitocondriale all’interno di
una stessa cellula.
Tali meccanismi sono riconosciuti come mutazioni somatiche.
La catena respiratoria determina la produzione di energia con
l’emissione di radicali liberi dell’ossigeno,
derivati tossici che possono attaccare tutti i componenti delle cellule
tra cui le proteine della catena respiratoria e il DNA mitocondriale.
Il danno da
tossine e radicali liberi porta all’accumulo di mutazioni
somatiche del DNA mitocondriale, influendo sull’invecchiamento, per cui
i trattamenti in grado di bloccare la produzione di questi radicali da
parte dei mitocondri e di proteggere il DNA mitocondriale potrebbero
essere utili.
Il trattamento con antiossidanti (Coenzima Q, Vitamine C o E,
Omega 3 - 6) somministrati per lunghi periodi permette di ottenere
risultati soddisfacenti.
Il Coenzima Q (benzochinone liposolubile) che si riscontra in
tutti i tessuti animali ed in alcuni tessuti vegetali, serve al trasporto
di elettroni durante l’ossidazione di succinato e precede il citocromo C
come datore di elettroni nell’ossidazione dell’antimicina A del
succinato attraverso i mitocondri.
Quando la facoltà di deidrogenazione di un agente patogeno
viene diminuita, esso non è più in grado di ricavare energia per la
sopravvivenza, producendo sostanze tossiche come le ammine tossiche
e emolisine; quindi è logico come con l’impiego del benzochinone
liposolubile sia ripristinata la facoltà di deidrogenazione.
I radicali liberi vengono inattivati dal benzochinone, per
cui le mutazioni somatiche del DNA mitocondriale si arrestano.
Le ammine patogene (ammine tossiche) hanno dunque un forte
potere decarbossilante gli aminoacidi: esse esercitano quindi una
specifica azione sulle molecole HLA e sulle catene amminoacidiche
cellulari.
Pertanto l’impiego di un gruppo carbonilico deidrogenativo
di grande efficacia implica la necessità di impedire che ulteriori
ossidazioni avviate siano bloccate dai radicali liberi permanenti, come
avviene per l’ossido di azoto (NO). Interessanti sono gli studi sperimentali condotti sui ratti da Cupello A e Robello M
(19) del 2000 relativamente all’azione di modulazione del recettore
GABA(A).
Il nitrossido (NO) viene sintetizzato da un enzima conosciuto
come Nitrossido-sintasi (NOS) che trasforma l’aminoacido semiessenziale
L-Arginina, in L-Citrullina rilasciando in tal modo NO quale
sottoprodotto.
In questa reazione intervengono due cofattori essenziali,
quali la Calciomodulina e la Tetraidrobiopterina.
Sono conosciute, ad oggi, tre isoforme di
NOS:
1)
NOS-costitutiva (NOSc), prodotta nelle cellule endoteliali e
mesangiali;
2)
NOS-cerebrale (NOSb), che si forma nei neuroni ed altri
elementi cellulari del SNC;
3)
NOS-inducibile (NOSi), prodotta nei macrofagi ed altri
leucociti, come anche nelle
cellule muscolari.
Le tre forme dell’enzima NOSc,NOSb e NOSi sono importanti
per il mantenimento di molteplici risposte omeostatiche.
In particolare, nell’Autismo, ricopre un ruolo importante
il NOSb, infatti l’aumento della concentrazione del GMPc, causato dalla
stimolazione di tale recettore, è potenziato dalla L-Arginina e bloccato
dagli inibitori della nitrossido-sintasi.
Questo conferma che il NO
risulta essere il meccanismo di trasduzione della attivazione neurale
glutammato-indotta da tale recettore.
Il NO entra a far parte dei fenomeni di plasticità, quali la
LTP (Long Term Potentiation) nell’ippocampo che è collegata alla
formazione della memoria ed alla velocità di apprendimento e la LTD (Long
Term Depression) nel cervelletto, che rientra nei meccanismi per
l’apprendimento motorio.
Altra implicazione del NO è il controllo neuronale del
tratto gastroenterico quale trasmettitore-inibitore non –adrenergico
non-colinergico (NANC).
Nella terapia che M.G.Montinari(20) esegue per il trattamento
di patologie neuro-degenerative, immunocorrelate, vengono somministrati i
Chinoni .L’uso di questi gruppi carbonilici
rappresenta un supporto alla “chimica dell’immunità
naturale” (21) che in un lavoro di P.M. Koch vengono descritti nella
propria azione e interazione. Szent-Gyorgyi affermò che il Metylglyoxal e
il Glyoxal , che sono i dicarbonili a struttura più semplice, erano
antagonisti dell’azione di proliferazione cellulare del gruppo SH,
definendo il Metylglyoxal come il semaforo rosso alla divisione cellulare.
Aveva anche dimostrato come il Glyoxal ed il Metylglyoxal sopprimevano la
divisione cellulare senza danneggiare le cellule e che tale soppressione
era reversibile; attribuiva la soppressione della proliferazione cellulare
ai gruppi carbonilici.
Sempre Szent-Gyorgyi riportò che le aldeidi chetoniche
inattivavano il gruppo SH agendo come accettore di elettroni per le
proteine e, quindi, contribuivano alla stabilità dello stato cellulare
beta e della sua struttura.
I carbonili reagiscono con la guanidina, essendo la guanidina
un donatore di elettroni.
I
dicarbonili, che sono composti altamente insaturi e
sostanze piuttosto reattive, possono essere presenti nelle cellule in
quantità molto limitate. Inoltre i dicarbonili non possono esistere
nell’atmosfera anaerobica fortemente ridotta dello strato alfa.
Lo stesso ricercatore espresse l’opinione che i due ruoli
più importanti dell’ossigeno fossero la trasformazione delle proteine
in radicali liberi e semiconduttori, nonchè la promozione di reazioni
elettroniche rendendo autocatalitico il trasferimento e la formazione di
radicali liberi. Dichiarò inoltre che la mancanza di ossigeno avrebbe
riportato indietro le cellule dallo stato ossidativo beta allo stato
fermentativo alfa.
Senza ossigeno quindi non possono essere prodotti dicarbonili
nella cellula e, senza dicarbonili, non si può generare ossigeno.
Sia la presenza di dicarbonili che quella di ossigeno sono
essenziali per lo stato beta, e senza uno di loro l’altro non può
esistere: la cellula passa così dallo stato di ossidazione beta allo
stato di fermentazione alfa.
Szent-Gyorgyi riferì che la soppressione della
proliferazione di microorganismi invasivi nelle cellule vegetali era
compiuta, irreversibilmente, da dicarbonili aromatici altamente attivi
quali dichinoni di derivati catecolici ( cioè o-dichinone che è tossico)
e che il Metylglyoxal inibiva la crescita batterica.
W.F. Koch già nel 1912 aveva documentato che nelle
convulsioni post paratiroidectomia nei cani (quindi alterazione del
metabolismo del Calcio), si producevano
due basi tossiche la Metilguanidina e Guanidina che, nelle urine,
erano presenti in quantità fatali.
Una scoperta significativa fu che le
urine trasportavano grosse quantità di acido lattico , il che significava
che i meccanismi ossidativi erano troppo danneggiati per poter fornire
l’energia per le attività tessutali,
provocando così le convulsioni: il tutto portava dunque ad un
blocco dei meccanismi ossidativi da parte delle basi guanidiniche.
Glyoxal, Metylglyoxal e Parabenzochinone, quali molecole con
il più piccolo numero di impedimenti sterici, furono posti in uso nel
1918; essi furono poi seguiti da catene più lunghe di gruppi carbonilici
come Acido Rodizonico, il Trichinoyl, il tutto al fine di generare la più
elevata negatività carbonilica.
Essendo questi dei forti deidrogenatori si potevano avere
reazioni avverse severe dovute al rapido accumulo di tossine non elimnate
dai tessuti, pertanto vennero
impiegata alte diluizioni di Glyoxal, Methylglyoxal e Trichinoyl.
La posologia varia in relazione all’età e alle condizioni
cliniche del paziente, al quale viene somministrata una dose massima
giornaliera di 3 gr. di Magnesio Cloruro per consentire il mantenimento
del pH intestinale al di sopra di 7, questo
al fine di neutralizzare le ammine tossiche nel colon acido per
opera di batteri e virus e
miceti che decarbossilano gli amminoacidi.
Le decarbossilazioni infatti procedono particolarmente in
ambiente acido con pH 3.5 e 6 ad opera di batteri, quali lo streptococcus
fecalis e di miceti.
La presenza del Cloruro di Magnesio consente la creazione di
un legame stabile con le amine
tossiche che vengono così eliminate direttamente con le feci senza
consentirne il riassorbimento mediante il circolo entero-ematico e
successivo stato di tossicità cerebrale, e fattore importantissimo
risulta il coinvolgimento del magnesio nella sopravvivenza cellulare (22).
Nel luglio 2001 ,Michael C. Lorenz e Gerald R. Fink
(23) hanno pubblicato uno studio interessantissimo sul ciclo del
Glyoxylato richiesto per la virulenza dei funghi.
La somministrazione per os di Gangliosidi alla 4DH (suini)
consente una riparazione del danno neuronale e della GLIA. La diluizione
alla 4DH, in soluzione omeopatica, supera le difficoltà precedentemente
esistenti presenti con la
somministrazione di Gangliosidi bovini.
Questi sono stati largamente utilizzati nel trattamento di
svariate patologie neurologiche e in corso
di osservazioni personali di M.G.Montinari (24) dal 1983 al 1992,
anche nel trattamento della stipsi ostinata nell’infanzia con risultati
ottimali .
In particolare l’autore postulava l’azione del farmaco
sulle strutture nervose del tubo digerente che regolano la peristalsi, in
particolare lo sfintere anale interno. Nel corso di tale studio si osservò
che i neuroni del tratto prossimale dello SAI presentavano fibre non –
adrenergiche e non – colinergiche.
Tali fibre neuronali vennero definite
purinergiche dopo lo studio dell’ultrastruttura delle stesse e dopo
l’osservazione della presenza di ATP come mediatore chimico.
Il sistema dei neuroni purinergici è dunque responsabile
della motilità ano-rettale e del rilasciamento dello SAI. I recettori
purinergici non dipendono dalla innervazione estrinseca del plesso
parasimpatico intramurale. Tali neuroni, presenti anche nello stomaco e
nel retto sembrano siano controllati da fibre parasimpatiche che decorrono
lungo il vago e i nervi pelvici. La via purinica controlla la funzionalità
dei vari sfinteri, il SES (sfintere esofageo superiore) , il LES (sfintere
esofageo inferiore) nonchè lo SAI(sfintere anale interno).
Con la somministrazione di Gangliosidi bovini, associati alla
somministrazione di Cloruro di Magnesio, si otteneva la ripresa funzionale
stabile della peristalsi intestinale entro sessanta giorni di terapia.
Nel corso del trattamento di 45 bambini non furono registrati
effetti collaterali.
Discusso in letteratura è stato il ruolo dei Gangliosidi
bovini, sia per la loro peculiare estrazione da tessuto animale, sia per
ipotizzati effetti avversi, quale la produzione di anticorpi anti-mielina.
La diluizione dei gangliosidi alla 4DH ha permesso di
superare tutte le reazioni avverse documentate in precedenza, quale la
sindrome di Guillain-Barre (GBS) descritta in alcuni casi dopo lunghe
terapie con gangliosidi bovini (25),(26).
Il rimedio A,B,C, normalizza i ritmi biologici (ultradiani,
circadiani,circamensili, circastagionali e circannuali) agendo sia a
livello del nucleo soprachiasmatico che degli organi effettori di questa
azione pace-maker (27) che determina periodiche oscillazioni di svariate
sostanze nel circolo ematico, in particolare della MLT (melatonina) e dei
neurotrasmettitori ad essa associati quali la NA (noradrenalina), HT
(serotonina) e la ACH( acetilcolina).
Risultati
Dal gennaio 1996 all’aprile 2004
gli autori hanno sottoposto allo studio osservazionale 914 pazienti con età
variabile dai 3 anni ai 40 anni, provenienti da Italia, Francia , Svizzera
e Grecia.
Di questi 599 maschi (M) e 315
femmine (F).
Tutti i pazienti sono giunti
all’osservazione dopo essere stati sottoposti a terapie riabilitative
senza successo.
La terapia omotossicologica ha
subito delle variazioni nel corso degli anni modificando notevolmente i
tempi necessari al recupero clinico dei malati.
Dal 1996 al 2000 la terapia verteva
essenzialmente sul drenaggio e sulla dieta privativa di glutine e caseina,
nonché sull’impiego di:
·
Acido
Rodizonico Richinoyl 6DH, Glyoxal 6DH, Metilglyoxal 6DH, N,N
Dimetilglycina 4DH. Fiale bevibili
·
Polichetone
6DH, N,N Dimetilglicina 4DH. Fiale bevibili .
·
Gangliosidi 4 DH (suini) sol. alcolica. Fiale bevibili
.
·
Cloruro di Magnesio
360 mg .
In tale periodo osservazionale i
pazienti presentavano un lento ma costante incremento ed allungamento dei
tempi d’attenzione, incremento dell’affettività, riduzione delle
stereotipie e delle crisi convulsive (quando presenti). Riduzione
dell’autolesionismo.
Scarso il linguaggio nei pazienti
con età superiore ai 9 anni, discreto nei pazienti con età inferiore ai
9 anni.
I pazienti giunti
all’osservazione dal 2000 sono stati sottoposti ad una terapia
integrativa con :
·
Zinco 6.0
mg.,
·
A)
Fosfofrutthinasi
4DH, Ippocampo 4DH, Ipotalamo 4DH, Epifisi 4DH, Melatonina 5LM, TSH
5-7-9CH, Epitalamina 5-7-9CH, TRH 6DH-6CH-6LM, Noradrenalina
5-7-9-12-15-30LM, Acetilcolina 5-7-9-12-15-30 LM, Serotonina
5-7-9-12-15-30 LM, Chiasma Ottico 4DH, Nervo Ottico 4DH, Corpi Mammillari
4dh, Nucleo Soprachiasmatico 6DH-6CH-6LM, Fasci Tetto-Spinali 7DH, Midollo
Osseo 7DH,Ganglio Cervicale Superiore 7DH, Sistema Simpatico 7DH. Gocce
·
B)
Fosfofrutthinasi
4DH, Ippocampo 4DH, Ipotalamo 4DH,Epifisi 4DH, Megacariociti 4DH,
Melatonina 7LM, TRH 6DH-6CH –6LM, Chiasma Ottico 4DH, Nervo Ottico 4DH,
Corpi Mammillari 4DH, Nucleo Soprachiasmatico 6DH-6CH-6LM, Fasci
Tetto-Spinali 7DH, Midollo Osseo 7DH, Ganglio Cervicale Superiore 7DH,
Sistema Simpatico 7DH. Gocce
·
C) Fosfofrutthinasi 4DH, Ippocampo 4DH, Ipotalamo 4DH,
Epifisi 4DH, Megacariociti 4DH, Melatonina 9LM, TRH 7DH-7CH-12LM, TSH
5-7-9C11, Epitalamina 5-7-9CH, Noradrenalina 5-7-9-12-15- 30 LM, Chiasma
Ottico 4DH, Nervo Ottico 4DH, Corpi Mammillari 4DH, Nucleo
Soprachiasmatico 6DH-6CH, Fasci Tetto-Spinali 7DH, Midollo Oseo 7DH,
Ganglio Cervicale Superiore 7DH, Sistema Simpatico 7DH. Gocce
·
Vit B1:0.7 mg.
·
Vit B2: 0.8 mg.
·
Vit. B6:1.0 mg.
·
Vit. PP: 9.0mg.
.
Fermenti
lattici vivi
Fermenti
lattici
(milk free):
Lactobacillus acidophilus
6.000.000.000, Bifidobacteria
(infantis,longum,brevis) 3.000.000.000, Lactobacillus casei 12.000.000.000,
Streptococcus thermophilus 12.000.000.000, Lactobacillus rhamnosus
6.000.000.000, Lactobacillus bulgaricus 3.000.000.000, Bacillus subtilis
3.000.000.000.
·
Potassio: 60 mg.
·
L-Arginina: 1700 mg
·
Coenzima Q-10: 16 mg
·
Biotina: 0.15 mg.
·
Selenio:25 mcg
·
Omega 3 – Omega 6.
·
O.E. Melaleuca alterifolia adsorbita su Perossido di magnesio 50 gr e
Ossido di magnesio 50 gr.
Con la
modifica della terapia i pazienti hanno presentato tempi di recupero molto
più rapidi infatti, come già discusso, i cambiamenti comportamentali si
sono verificati già nei primi 6 mesi di terapia, con incremento notevole
dell’attenzione, della partecipazione alle attività scolastiche,di
interazione con i familiari e con estranei.
Apprezzabile
la riduzione delle stereotipie e positiva risposta alle terapie
riabilitative proposte.
Dopo
circa 12 mesi di terapia il 65% dei pazienti ha incominciato,
autonomamente, a voler organizzare il linguaggio.
Dopo 18
mesi di terapia i recuperi,
riferitisi a tutte le sfere comportamentali e psichiche, con un crescente
vocabolario autonomo e finalizzato, si presentavano nell’85% dei malati.
Allo
stato attuale, a causa della grande disparità dei malati e dei differenti
quadri clinici, non è possibile dettare statistiche precise: sussiste però
la convinzione che con la presente terapia biologica, associata ad idonee
terapie riabilitative, nonché al “Metodo Tomatis”, è possibile
consentire un discreto recupero clinico dei malati, stabilmente, e non
dipendente dalla somministrazione costante dei composti.
Gli
Autori si propongono di continuare il proprio studio osservazionale con
l’inquadramento delle costituzioni di ogni singolo paziente e degli
aplotipi individuali, nonché di stabilire, metodologicamente, i tempi di
recupero per ogni singola sfera comportamentale.
Vedi
anche
Malattie
Gastrointestinali
GRANO SARACENO (Fagopyrum
esculentum)
Il grano saraceno si distingue dai comuni cereali per
l'elevato valore biologico delle sue proteine, che
contengono gli otto amminoacidi essenziali in proporzione
ottimale, mentre i cereali "veri" (il grano saraceno, a
dispetto del nome, non è un cereale) contengono poca lisina.
Il grano saraceno è una buona fonte di fibre e di minerali,
soprattutto manganese e magnesio. Ha un indice di sazietà
abbastanza elevato, caratteristica comune a tutti i cereali
in chicchi.
È privo di glutine, quindi è adatto per i soggetti
celiaci.
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Congrès
International Genève Suisse 27/28 Fevrier 2004- Centre Mèdical
Universitarie (CMU).
vedi:
Bibliografia Danni dei vaccini +
Bibliografia danni 2 +
1.000 studi sui Danni dei Vaccini