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GUIDA  alla  SALUTE con la Natura

"Medicina Alternativa"   per  CORPO  e   SPIRITO
"
Alternative Medicine"
  for  BODY  and SPIRIT
 

 
 


CANCRO e PSICHE  
L'acidosi e' la base fisiologica del Cancro sulla quale scende lo stress del Conflitto Spirituale Irrisolto,
che ne e' la Causa primaria attivando il Tumore nell'organo bersaglio dell'archetipo conflittuale.
Cancro = Combattere l'acidita' per sconfiggerlo - Le ultime ricerche
Universo Intelligente + Universo Elettrico + SOVRANITA' INDIVIDUALE (Dichiarazione)
PsicoNeuroEndocrinoImmunologia
Paolo-Lissoni: i-segreti-della-pineale-anticancro-io-oncologo-vi-spiego-perche-la-medicina-esclude-di-bella/
http://la-voce-della-coscienza.blogspot.it/2018/04/la-prova-scientifica-che-la-coscienza.html?m=1
 

Eredità della salute mentale e della patologia - 02/04/2016
Seguendo la teoria della personalità elaborata da Carl Rogers, ogni essere umano nasce con la possibilità di svilupparsi pienamente assecondando la propria «tendenza attualizzante», un sistema motivazionale volto a realizzare tutte le proprie potenzialità.
Tuttavia tale possibilità si compie pienamente ed in modo armonico quando i genitori, sani e congruenti, sono in grado di amare ed accettare incondizionatamente il bambino ed i suoi bisogni fondamentali.
Di contro, gli elementi non accettati o negati dalle figure significative (per difficoltà di varia natura) non vengono integrati nel concetto di Sé in formazione, che diventerà incongruente rispetto alla vera natura della persona.
In queste condizioni non tutte le esperienze potranno essere simbolizzate, ed in alcuni casi verranno simbolizzate in maniera distorta, per non mettere in pericolo il concetto dell’io che si è andato formando in relazione con l’altro.
I bisogni negati, le compensazioni, le distorsioni - che il soggetto mette in atto per sopravvivere - potranno successivamente essere alla radice di varie forme di sofferenza psichica.

Si può dunque ipotizzare una trasmissione intergenerazionale dell’incongruenza (e quindi della patologia); l’incongruenza del genitore si trasforma nella distorsione del concetto di Sé del figlio e tale distorsione, in forza del bisogno di coerenza dei Sé (Lecky, 1956; Rogers, Kinget, 1965), tenderà a mantenersi nel tempo.
Tale ipotesi sulla trasmissione intergenerazionale della patologia presenta analogie con le ipotesi avanzate dai teorici dell’attaccamento (Maura Anfossi, La trasmissione intergenerazionale dell’attaccamento: ovvero la trasmissione intergenerazionale dell’integrità psichica, ACP- Rivista di Studi Rogersiani, 1999).
«Le forme e i processi della realtà psichica di un soggetto considerato nella sua singolarità si articolano con le forme e i processi della realtà psichica che si costituiscono nei legami intersoggettivi (René Kaës, Il soggetto dell’eredità, 1993). In accordo alla teoria dell’attaccamento elaborata da John Bolby, ogni bambino costruisce nel corso del primi anni di vita una strategia di attaccamento nei confronti del caregiver (figura di accudimento principale, in genere la madre), strategia che è il risultato della qualità della relazione con il caregiver.
La realizzazione di un’adeguata funzione genitoriale richiede delle capacità di vario genere, tra cui in primo luogo, la sensibilità ai segnali che vengono dal bambino e la capacità di rispondere adeguatamente ai differenti bisogni che caratterizzano le diverse fasi del suo sviluppo (responsività sensibile); la capacità di gestire le interazioni sociali, le situazioni difficili e gli eventi vitali perturbanti; sapere come giocare e parlare con il bambino e in un uso della disciplina tale da ottenere la messa in atto del comportamento desiderato da parte del bambino in un modo che risulti armonico ed adeguato a favorire l’incremento del suo auto-controllo (Rutter, 1989).
I bambini che hanno conosciuto una cura genitoriale coerente, attendibile ed empatica, svilupperanno uno stile di attaccamento “sicuro” e un corrispondente “modello operativo interno sicuro” (intendendo come modello operativo interno la rappresentazione mentale connessa all’interazione tra il bambino e gli adulti significativi, tendenzialmente stabile nel tempo).
Tale configurazione relazionale (un caregiver sensibile, amoroso, affidabile e un sé che è meritevole di amore e di attenzione) gli consentirà di sperimentare la sicurezza, perlopiù inconscia, che tutte le volte in cui potrà trovarsi in difficoltà, e in qualsiasi luogo, vi saranno sempre a disposizione persone fidate che gli verranno in aiuto (Bowlby, 1979).

I bambini che, al contrario, hanno sperimentato relazioni connotate da indisponibilità, discontinuità o che hanno avuto figure incapaci di fornire cura e protezione, svilupperanno un attaccamento “insicuro” mentre all’interazione quotidiana con un caregiver mentalmente o fisicamente inaccessibile o incomprensibile o spaventato/spaventante, o abusante/maltrattante, verosimilmente conseguirà un attaccamento “disorganizzato/disorientato”.
Sono noti gli effetti devastanti della carenza di cure primarie nell’innescare e mantenere i “cicli dello svantaggio” (bambini cresciuti in famiglie infelici o disgregate hanno maggiori probabilità di ripetere esperienze relazionali infelici come gravidanze precoci, matrimoni insoddisfacenti, divorzi) o i “cicli dell’abuso”.
Diversi studi mostrano come l’abuso infantile sia trasmissibile attraverso le generazioni, nel senso che circa un terzo dei bambini vittima di abuso diviene un genitore non adeguato e spesso violento (Oliver, 1993).
Inoltre è stato evidenziato uno specifico legame tra una storia di maltrattamenti infantili e lo sviluppo di un disturbo di personalità in età adolescenziale o adulta.
Dal momento che i figli tendono a identificarsi inconsapevolmente con i genitori per vari aspetti, e pertanto, una volta diventati genitori, ad assumere verso i propri figli gli stessi modelli comportamentali che essi stessi hanno appreso durante la propria infanzia, seguendo le intuizioni di Bolby, modelli di interazione sia adattivi che disadattivi si trasmettono più o meno fedelmente, ed in modo più o meno implicito, da una generazione all’altra.
«L’eredità della salute mentale e della malattia mentale tramite la microcultura familiare è certamente non meno importante di quanto sia l’eredità tramite i geni, e anzi può essere ancora più importante.
Tanto chi studia le cause di povertà cronica quanto chi studia le cause della malattia mentale si trova di fronte a certi modelli negativi e autoperpetuantisi di microcultura familiare che - è lecito credere - sono agenti causali comuni di entrambe quelle condizioni» (Bolby,1973).
Come interrompere il circuito negativo ?
Nel suo lavoro sul monitoraggio cognitivo e sul rapporto fra modelli di attaccamento singoli e multipli, Mary Main (1991) ha proposto un modello della trasmissione dell’attaccamento sicuro che va oltre la semplice considerazione della sensibilità del genitore, mettendo in evidenza l’importanza della riflessività materna (ovvero la capacità di comprendere se stessi e gli altri in termini di stati mentali: pensieri, sentimenti, desideri, credenze, al fine di attribuire significato all’esperienza e poter anticipare le reciproche azioni).

Significative e fonte di ulteriori sviluppi sulla teoria dell’attaccamento, le pionieristiche ricerche del gruppo guidato da Peter Fonagy su un campione di madri che avevano sperimentato deprivazione e stress familiare e figli a rischio di esito negativo, inclusa l’eventualità di un attaccamento infantile insicuro.
I risultati implicano che le ripetizioni generazionali di precoci esperienze negative possono essere eliminate, e il ciclo svantaggioso interrotto, se il genitore acquisisce la capacità di rappresentare e riflettere in modo soddisfacente sull’esperienza mentale (Fonagy et al., 1994).
«Se una società vuole davvero aiutare i bambini in difficoltà - scriveva John Bowlby - deve trovare un modo per aiutare i loro genitori e l’importanza della teoria dell’attaccamento sta nel fatto che ha dato consistenza scientifica allo studio del legame che i bambini e i loro genitori (o le persone più importanti che si prendono cura di loro) stabiliscono fin dagli stadi precoci dello sviluppo» (Bowlby, 1958; 1969)
By Rosalba Miceli - Tratto da: lastampa.it

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Esistono a tutt'oggi più di 100.000 tra pubblicazioni e saggi (oltre ad articoli scientifici) che parlano dell'eziologia Psicosomatica del Cancro. 
Ma quasi mai questa soglia di accesso ideologico a questo fenomeno è stata presa in seria considerazione.
Non è ben chiaro perché la scienza abbia sorvolato su queste ricerche empiriche, quasi non considerandole come base di comprensione delle patologie degenerative, specialmente per il cancro, se non si ipotizzano interessi a che l’idea possa destabilizzare il sistema oncologico mondiale, in quanto si potrebbe ipotizzare che modificando l’aspetto psicologico (l’etica comportamentale)  il canceroso possa auto guarirsi senza farmaci….

vedi:  SPIRITO e malattie +  Psicologia (Essere od avere)  +  Psicosomatica + PsicoNeuroEndocrinoImmunologia + BioEtica + Stress quotidiani + Stress e funzioni vitali + Cancro e Psiche + Ansia e Cancro + Stress + Attacchi di panico 1 + Attacchi di panico 2 +  Danni dei vaccini + Depressione +  Terreno Oncologico + Elettroshock + Suicidio

Quindi nessuna indagine è mai stata effettuata sui cancerosi per dimostrare la validità o meno di questo fenomeno, ormai considerato da sempre più numerosi pazienti malati di cancro, come causa scatenante il “brutto male”.
Purtroppo l'aspetto psichico, sociologico e psico-sociologico di una patologia mortale come il cancro, trova ancora scarso o nessun consenso nell'ambiente medico ufficiale, per gli ovvi motivi sopra elencati.

Eppure la Psico-neuro-endocrino-immunologia costituisce una chiara via interdisciplinare di mediazione, capace di considerare e confermare le connessioni fra psiche e cancro.  

 

Una prova di questa inesorabile Legge Spirituale, la troviamo anche nella morte per cancro del giornalista italiano Enzo Tortora (presentatore televisivo) che fu ingiustamente accusato da un carcerato, di essere uno spacciatore di droga; arrestato davanti alle telecamere, accusato ed imprigionato ingiustamente, soffrì terribilmente.

Tortora che era vegetariano e tendenzialmente naturista, soffrì così fortemente questo trauma spirituale (conflitto irrisolto sui perché), da scatenare anche lui un cancro su se stesso, del quale morì dopo qualche anno. Tutte le famiglie che hanno un canceroso in casa, sanno che il malato ha “subito” un grave conflitto spirituale irrisolto ed interiorizzato (morte di un caro, perdita del lavoro, perdita di un amore ecc.) , da 6 mesi a 8 anni prima della diagnosi del cancro.

Un conoscente psicoterapeuta e psicologo ci ha scritto questa lettera:

"Nei mesi che hanno preceduto la diagnosi del mio tumore era proprio così che mi sentivo; in uno stress generato da un conflitto spirituale irrisolvibile e vissuto in solitudine, cioè interiormente e con grande sofferenza. 
Qualche giorno prima di fare l'ecografia rivelatrice ho fatto sogni orribili di aggressione a cui non riuscivo a sfuggire. Il mio stato d'animo era caratterizzato dall'angoscia di chi sta per soccombere.
Il mio tipo di cancro non dà alcun sintomo. E io non sono molto incline ad abbandonarmi a considerazioni poco concrete, dal momento che sono uno psicoterapeuta professionista.

Ma che il cancro possa essere una malattia "dell'anima" comincio a pensarlo dal giorno in cui ho conosciuto la mia diagnosi terribile".

L’autore di questo Studio ( tratto dalla “Guida alla Salute Naturale” ), ha intervistato circa 400 donne che hanno avuto tumori all’utero ed ai seni; ebbene TUTTE, nei precedenti anni (da 1 a 8), avevano subito un forte trauma spirituale (conflitto irrisolto e non accettato), vissuto in solitudine; il conflitto irrisolto era sempre legato agli affetti/procreazione/sesso, esse avevano perso un parente, marito, figlio, aborto, amante, amico ai quali erano profondamente molto legate - senza aver compreso il perché della dipartita; nelle donne infatti, mammella ed utero, sono organi che appartengono proprio alla sfera affettiva/procreativa/sessuale, femminile – quindi essi sono naturalmente gli organi bersaglio di quel tipo di Conflitto spirituale irrisolto.

vedi: INFORMAZIONE, CAMPO UNIVERSALE e SOSTANZA - Campi MORFOGENETICI

IMPORTANTE
Una delle regole della Medicina Naturale e' questa: "una scopata al giorno toglie il medico di torno...", cio' significa che un buon e sano sesso, fatto con gioia nella coppia (meglio se maschio + femmina) e NON di nascosto, scaricando le tensioni emotive-mentali, evita lo stress intenso e quindi la salute ne trae beneficio, il contrario porta comunque facilmente verso la malattia, prima mentale e poi fisica !
Studio finlandese rivela come le Emozioni si manifestano nel corpo modificandolo


Cancro e Pineale - vedi: BioElettronica
Dopo 25 anni di ricerche il dott. Paolo Lissoni, oncologo della divisione di Radioterapia del San Gerardo è riuscito nel suo intento. Infatti, il National cancer institute di Washington, l'istituto oncologico che divulga notizie scientificamente attendibili, ha corroborato la fondatezza dei suoi studi sulla ghiandola pineale. 
Lissoni parte dalla teoria di Cartesio che a metà del '600 teorizzava il ruolo della ghiandola pineale (alla base del cranio) come collegamento tra il corpo e l'anima. Infatti, Lissoni si rifà agli antichi filosofi che parlavano di unità della persona tra corpo e anima, dai Magi a Platone, secondo cui la malattia era il distacco dall'universale. Dall'ipotesi filosofica, poi è passato a quella scientifica: la ghiandola produce quattro ormoni (fra cui la melatonina), in alcuni casi utili come antitumorali. 
Secondo Lissoni non basta curare solo la parte fisica del tumore, ma bisogna occuparsi anche della psiche del paziente, perché la cura della malattia non è semplicemente organica, ma deriva anche da un malessere esistenziale. I quattro ormoni vengono prodotti nelle quattro diverse fasi della giornata, seguendo il ritmo del sole. Le teorie del medico monzese sono state a lungo derise, ma il National Cancer Institute di Washington le ha riconosciute come valide. Lissoni è stato chiamato dal National cancer institute di Washington, il tempio della scienza medica mondiale a cui venerdì riferirà dell'uso dei 4 ormoni prodotti dalla ghiandola pineale. 
Nel frattempo, il tempio della ricerca internazionale sta compiendo gli stessi studi sugli animali, mentre a Monza Paolo Lissoni ha già una casistica di 2500 pazienti in 25 anni (circa il 15% dei pazienti del reparto).
Di conseguenza, il San Gerardo si ritrova ad essere l'unico centro al mondo con una tradizione di studio sulla ghiandola pineale
«Non ho mai voluto spaccare il mondo degli oncologi come fece il professor Di Bella - dichiara il dottor Lissoni - ma auspico l'unione fra gli specialisti del settore, l'unità delle terapie per rendere, per esempio le chemioterapie sempre meglio accettate ed efficaci».

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Does Your Attitude Affect Your Health ?  - By Chris Woolston  (English)
CONSUMER HEALTH INTERACTIVE

Below:
 • Does my outlook on my health really matter ?

 • Why is attitude so important ?  

 
Does my outlook on my health really matter ?
Curious about your health and your future ? You can put yourself through a battery of medical tests, fill out stacks of questionnaires, and see every specialist in town. But for a simple and surprisingly reliable prediction, just ask yourself a simple question: How healthy do you feel ?

When it comes to health, your opinion definitely matters. That's what Duke University found when they asked almost 3,000 heart patients to classify their health as poor, fair, good, or very good. As reported in the December 1999 issue of Medical Care, those who chose "very good" were about 70 percent less likely to die within three years than those who answered "good." And they had three times the survival rate of those who claimed "poor" health.

At first, such results may not seem surprising. After all, people who chose "poor" probably had good reason. But here's the astounding thing: In this study and many others, researchers did their best to adjust for age, smoking, activity levels, socioeconomic class, weight, blood pressure, cholesterol, current diseases, and practically everything else that could affect a person's survival.

Even with all of these factors removed from the equation, a person's opinion of his or her health still stands out as a key to longevity.
Take a roomful of 60-year-olds with the same lifestyles and identical results from their last physicals, and that single question can tell you which ones are most likely to see 70.

Here's another dramatic example of the power of perceptions. In a study of more than 5,000 people over the age of 65, researchers at Johns Hopkins University found that a poor image of one's health -- regardless of other risk factors -- roughly doubled the risk of death within five years.
In fact, a pessimistic outlook proved to be deadlier than congestive heart failure or smoking 50 or more packs of cigarettes every year.

 Why is attitude so important
These studies seem to suggest that attitude alone can tip the balance between life and death. But according to Ellen Idler, Ph.D., a professor at Rutgers University who has thoroughly studied the issue, it may be possible to explain the findings without invoking a mystical connection between thought and mortality.

Perhaps, she says, a fatalistic attitude can encourage a person to slip into an unhealthy lifestyle. It's also possible that people are deeply attuned to their bodies in ways that are beyond the intellect, and can sense impending trouble more accurately than any medical exam.

Still, there's something to be said for a sunny outlook. Depression and anxiety can fuel many illnesses, including heart disease, hypertension, asthma, and possibly even cancer and diabetes. A positive attitude about health can ward off mental distress and may help provide important protection against these diseases, says Gunnar Engstrom, M.D., a professor at Lund University in Sweden who has extensively studied self-ratings of health.

One thing is certain: You don't even have to be particularly healthy to see the bright side. Idler once interviewed a partially paralyzed stroke victim in a wheelchair who claimed to be in excellent health. "His only complaint was that he had recently strained his shoulder in a karate class," she says. "He never even mentioned the wheelchair."

Not everyone can match this man's indestructible optimism. But we can all take some control over the attitudes that may help steer our fate. As Idler puts it, "People should occasionally turn their attention away from risks to their health and focus on the resources they have to stay healthy."

Chris Woolston, M.S., is a health and medical writer with a master's degree in biology. He is a contributing editor at Consumer Health Interactive, and was the staff writer at Hippocrates, a magazine for physicians. He has also covered science issues for Time Inc. Health, WebMD, and the Chronicle of Higher Education. His reporting on occupational health earned him an award from the northern California Society of Professional Journalists.

References : Ariyo AA, et al. Depressive symptoms and risks of coronary heart disease and mortality in elderly Americans. Cardiovascular Health Study Collaborative Research Group. Circulation. 2000 Oct 10;102(15):1773-9.

http://www.ahealthyme.com/nl/191/topic/attitude


Bibliografia:

1) Andersen B. "Sessual morbility anang cancer survivors" 1984

2) Grossarth-Maticek ed Al. Soc. Sei Med 1982 "belief abaut conses of cancer patients"

3) Polivy J. "Psycological effects of mastectomy on a woman's feminine self concept" Nerv. Ment. Dis. 1977

4) Schin W. S. " sexual functioning, self ester and cancer care " Front. Radiant ther oncology 1979

5) Sthefen Lermer (Cancer and Osiche Ediz, SIAD 1984)

6) Frederic Vester ibidem pag. 56 SIAD 1984

7) Bammer ibidem pag. 56/57

8) Lerner "Cancer and Psiche"

9) Baider L. "Select Social-Psychological characteristics of a sampe of Israeli cancer patients fact and implications " Israeli of medical sciences 1982

10) Grossarth- Maticek "Psicological factors as Strong predictors of morbility from cancer Ischaemic learth disease and stroke: the ygoslave prospettive study" jurnal of psychosomatic research Vol. 29

11) Leventhl H. Meyer D. Nerez D. "The comma sense representation of illeans danger" ed contributions to medical Psycology Vol. 2 Oxford: Pergaman Press 1980.