GESU di NAZARET
o GESU il NAZARENO ?
vedi:
qualche informazione sui vangeli e sulla
datazione del canone biblico dei cristiani (392 era
volgare)
Gesù e
gli Esseni
Il "Gesù
storico" è un prodotto specifico della
modernità, sorto sia dall'esigenza di
approfondire la conoscenza storica, sia dal
bisogno di adattare le possibili letture della
figura del nazareno a nuovi modelli culturali.
L'avvio della moderna ricerca storica viene
comunemente fatto risalire alla fine del
XVIII secolo, con la pubblicazione degli
studi di
Reimarus e si è quindi articolata in più
fasi (vedi
Storiografia su Gesù).
Hermann
Samuel Reimarus (1694-1768) distinse tra
"Gesù storico" e "Gesù della fede", affermando
che quello storico era un
messia
nazionalistico, che predicava una certa
ribellione dai
Romani, che fu arrestato ed ucciso, il cui
corpo fu trafugato dai suoi discepoli per poter
proclamare che era risorto.
In realta'
"Fu
Matteo (possibile autore, non certo, del
primo vangelo
"canonico", non certo il primo vangelo in
assoluto, dato che nel 1 e 2° secolo i vangeli
erano circa 150....) il primo a diffondere l'equivoco secondo cui il titolo "Gesu'
il Nazareno" avrebbe qualche riferimento con la città di Nazareth..."
In
pratica il prof. Eisenman, (California University) nel suo lavoro "James,
the brother of Jesus" (Penguin Books, USA 1998) afferma a chiare
lettere che il termine Nazareno [Nazoraios nel testo originale
greco] non significa affatto "della città di Nazareth",
ma si riferisce a ben altra cosa, che l'evangelista intendeva
censurare......e così continua nel suo voluminoso saggio... "...nella Cristianità, il tema "essere
un Nazareno", così come lo rappresentano Marco e Luca, è basato su un
giochetto di traslitterazione dall'aramaico al
greco (ar. Nozorai
- gr. Nazoraios, ebr. Nozri, N.d.T.), attraverso il quale si
è tentato di associare il titolo stesso con la città di Nazareth in
Galilea (la cui esistenza, in quel periodo, è del tutto dubbia). In
conseguenza di ciò la città viene identificata come il luogo di
residenza del Messia che deve venire..."
(NdR: il tutto e' basato quindi
su delle falsificazioni storiche...)
...a
conferma di ciò, il prof. Gershenson, in un e.mail che mi ha inviato
dall'Università di Tel Aviv il 12 maggio 1998, nel corso delle nostre
discussioni sull'argomento, ha scritto...
"Io penso veramente che
i
cristiani NON possano affermare che l'espressione Gesu' Nazareno
significhi Gesu' cittadino di Nazareth nello stesso modo in cui
l'espressione Leonardo da Vinci significa Leonardo cittadino di
Vinci..."...e
così continua nel messaggio... "...La forma ebraica per Nazareth è NZRT (solo
consonanti), che
è tarda ed è stata indicata come Nazrat o Nazeret, invece la forma greca
Iesous o Nazoraios deriva dall'aramaico Nazorai..."
...che
è un nome di setta, aggiungo io, e che non ha niente a che fare con
Nazareth......del resto, già da tempo il prof. Szekely (Università di
Cluj, Romania) aveva scritto parole come queste nel suo lavoro "The
essene origins of Christianity, IBS, USA 1980... "Le forme Nazoraios,
Nazarenos, Nazaraenus, provano tutte che gli scribi ecclesiastici
conoscevano l'origine della parola e sapevano benissimo che NON era
derivata da Nazareth..."
...e così continua... "...il nome storico e
la posizione geografica della città natale di Gesu' è "Gamala"... questa
è la patria del Nazoreo... la montagna di Gamala è la 'montagna'
dell'evangelista Luca, la 'montagna' di tutti i Vangeli, che ne
parlano continuamente, senza però mai nominarla..."
By David Donnini
NdR:
Il vangelo canonico riporta che Maria fu informata da un
essere che sarebbe divenuta madre:
l'aggelos (angelo in greco) che
comunicò a
Maria Vergine che era rimasta incinta, deve
essere inteso in tale modo: vale dire
"messaggero" e NON come essere trascendentale !
La DISCENDENZA
Gesu' il nazareno, era un laico
(esseno)
e NON apparteneva alla casta dei sacerdoti
Giudei.
Affermare
Gesu' di discendenza
Davidica, equivale a dire che vi è stata partecipazione
attiva carnale di Giuseppe, (che a quanto dice Matteo, sarebbe stato
sostituito dall'intervento dello
Spirito
detto "Santo", cioe' di verita' ? (NdR:...infatti
Giuseppe era, nei fatti, stato fatto
"cornuto".....magari da qualche altro
Spirito di uomo....si dice fin dall'antichita',
che fosse stato un soldato romano....).
Comunque dire invece che Gesu' sia nato dallo
"Spirito Santo", significa eliminare
completamente la componente genetica maschile, cioè quella della
discendenza Davidica; un certo tipo di concepimento, necessariamente
esclude l'altro.
Gesu' non può essere figlio contemporaneamente di
Giuseppe e dello Spirito Santo.
Ma sicuramente è nato da carne, e l'unica carne alla quale
si può far riferimento è la carne di Maria, che essendo stretta parente
di Elisabetta, era di stirpe Levitica. Quindi, una sola discendenza,
quella Levitica può essere attribuita a Gesu', dal momento che la
parte attiva fecondante non poteva avere genealogia. quella che i
cristiani chiamano impropriamente "Spirito
santo", come fosse una persona.
Questo ovviamente se accettiamo che sia nato per opera dello “Spirito
Santo”……
Inoltre non è poi singolare che Maschiah (Messia
- che significa semplicemente "unto" dall'olio
secreto dal cervello, vedi in fondo a
questo articolo =
Cristo in
greco, che illumina
l'essere sull'IO
SONO e l'INFINITA'
e sulla legge dell'AmOr che regge la manifestazione intera =
Progetto Vita), sia identificato come un Laico.
In Isaia, 45:1, …..Ciro (re Persiano) viene definito "Maschiah",
alcune bibbie, parlano di "eletto", traducendo male
dall'originale ebraico, che definisce Ciro, "Maschiah", a
conferma del fatto che il termine “Messia” poteva essere
attribuito anche a un personaggio che possiamo con giusta ragione definire
laico.
vedi: il
nazireato e Gesu'
+ Cattolicesimo
+
La vera genealogia di Gesù
+
La vera storia di
Gesu'
+ Gesu'
e' morto per noi ? +
Ebraismo e sue origini
+ Cattolicesimo
+
Gesu' e'
esistito ?
+
Gesu' cristo ritorna ?
+
Giuseppe Flavio
+
Gesu'
l'Illuminato
+
Pietro e Paolo coinvolti nella trama contro
Nerone +
Gesù era
il cugino di Nerone. Paolo di Tarso suo figlio
?
vedi anche:
Esseni e Vangeli +
Esseni
+
Esseni 2 + Esseni
3 +
Vangeli Segreti +
GNOSI fra i
primi Cristiani
+
Vangelo aramaico
+
Origini
Cristiane
+
INFORMAZIONE, CAMPO
UNIVERSALE e SOSTANZA-Campi MORFOGENETICI
Il NOME GESU'
Fra i cristiani di Gesu'
(ebreo-samaritano da parte di madre e romano da
parte del padre Erode)
e' chiamato
IMPROPRIAMENTE
"Jeshuah
ben Joseph", che e' il
nome in ebraico "moderno"; nell'ebraico antico
(Fenicio) quello prima di Esdra, vissuto nel
tempo della cattivita' Babilonese,
scrittura/segno che
non era
cuneiforme, permetteva questa dizione sonora
e scritturale: Yahshoue' Ben Joseph (Che
significa: "Dio trasformato in uomo o uomo
trasformato in dio", figlio di Giuseppe) - cioe' Gesu' il Nazareno,
aveva questo nome, composto dal nome di "Dio"
("tetragramma" le 4 lettere YHWH) con l'aggiunta
della "schin" all'interno del tetragramma
stesso, formando quindi il nome Yahshoue' detto
il "mashiah", colui che una
volta unto dall'olio "secreto" dal cervello, si trasforma in "unto",
in santo, con il
cristo =
olio sacro cerebrale.
Il samaritano, come la lingua Fenicia, si
scriveva e si "suonava" pronunciava proprio cosi',
anche perche' l'aramaico-samaritano era ed e' stato la parte dell'ebraismo che
ha mantenuto l'idioma antico ed una scrittura
diversa da quella cuneiforme del tempo di Giosia,
periodo della cattivita' babilonese, tempo nel
quale quell'antica scrittura si e' persa ed e'
stata
introdotta quella che conosciamo oggi (Ebraico
moderno), scrittura che pero' ha perso la sua
sacralita' ideogrammatica del segno =
significato....in quanto come concetto, le
lettere di quell'alfabeto (Fenicio-Ebraico antico) erano
degli ideogrammi, come i geroglifici egizi, con
definizioni molto piu' precise e complete,
inoltre al tempo di Giosia, la Torah
(ideologia abramitica-mosaica) venne
falsificata, modificata dalla
riforma di Giosia-Helkya,
passando dal messaggio abramitico-mosaico a
quello post Giosia, giudaico, generando una
corrente ideologica monoteista, mentre quelle
precedente era politeista, come lo erano i
samaritani anche al tempo di Gesu' il nazareno.
Il cristos, parola
greca NON ebraica, corrispondete a "mashiah", perde quindi il suo
significato intrinseco....che va
riscoperto, per
ben comprendere il significato completo della
parola mshiah o "mashiah" = l'uomo
(unto, dall'olio santo del cervello
= il cristos) che si trasforma in
"dio" =
IO SONO consapevole e personalizzato con
Nome e Cognome (Sovrano)...., e qui si innesta il discorso del
profondo e completo significato della parola
YHWH = "Dio"
= Iod, in antico ebraico - la svastica - era la
prima parola del tetragramma.....Iod He UO
(W) He = YHWH.
Il
redattore antico, ha costruito la frase
giocando sull’etimologia di Yeshua (ישוע),
il Salvatore, da cui il riferimento alla
salvezza del popolo dai suoi peccati.
Per adempiere la profezia di Isaia (VII,14) che
rivela che la giovane donna (העלמה)
partorirà un figlio e il suo nome sarà Emanuele,
la vergine evangelica dovrà chiamare suo figlio
Gesù ! .....Non ha senso nella Koiné (lingua
greca).
Ma un senso potrebbe averlo in lingua ebraica,
che si presta a multiple letture dove le
iniziali di partorire’ (ילדת)
suo nome’ (שמו)
e Emanuele’ (עמנו)
della profezia di Isaia formano in acrostico (kabbala
notarica per iniziale) la parola Yesha
ישע
(Salvezza) radice di Yeshua (ישוע).
Ci sono stati alcuni padri della chiesa, tra cui
lo stesso Eusebio e Cirillo di Gerusalemme, i
quali hanno ammesso ciò che è facilmente
intuibile, vale a dire che lo pseudo nome IESOUS
(Iasous in greco attico) altro non fu che un
attributo significante 'guaritore'.
(sicuramente nell'antichità fu un attributo per
eccellenza del dio Asclepio, il guaritore
per antonomasia, il quale, come il 'padre'
Apollo, fu appellato anche SOTER).
Da ciò si evince facilmente che la presunta
derivazione di IESOUS (termine di
squisita matrice greca, da cui, molto
probabilmente, derivò anche il termine 'esseno',
cioè guaritore: Iesoun -> Iesen ->
Iessen) dall'ebraico YEHOSHUAH
(Dio salva o Dio è la salvezza, o, ancora più
probabile, 'YEHOWAH e YAH salvano') è una
delle infinite 'pie' menzogne di cui è
costellata l'intera letteratura
neotestamentaria. Ciò è palesemente dimostrato
dal fatto che Girolamo, per la sua Vulgata,
traslitterò l'ebraico Yehoshuah (Ieosua)
con IOSUE' e NON con Iesous !
Quasi sicuramente, se non sicuramente, il VERO
nome anagrafico di Gesù fu YESHAY, traslitterato
con IESSE, il mitico padre del re David.
Probabilmente fu un tale aspetto che fece venire
l'idea, a qualche brillante 'padre' del team che
diede vita al culto catto-cristiano, di
inventarsi per Gesù una discendenza 'davidica',
obnubilando così anche altri aspetti
'imbarazzanti'...
Il nome Yeshay (Iesse) compare nel famoso
'Rotolo di Safed', in cui è narrata un versione
romanzata della storia di STADEA (la
Stada citata nel Talmud, vale a dire Maria
Vergine) e dei suoi due gemelli Yeshay e
Yehuda (Gesù/Iesse e Giuda Tomaso).
Inoltre abbiamo la citazione di Epifanio, il
quale affermò che i primi 'cristiani' erano
chiamati IESSEI ! (da dove, se non da
Iesse ?..=
IEsseni...)
Infine, Ippolito, citando l'eresiarca Marco (al
secolo Giovanni Marco, secondogenito di Gesù),
fondatore della setta dei 'Marcosiani', disse
che tale Marco affermava di conoscere il vero
nome di Gesù (per forza, era il figlio !). Anche
da ciò si intuisce che Iesous non fu il vero
nome del Nazareno...
Tratto da: Bernard Dubourg, "L'invention de
Jesus".
Importante
Per riassumere:
Yahshoue' detto il mashiah, fu
chiamato il Nazareno, in quanto
apparteneva alla "setta ebraica" dei
Nazirei; nel corso dei successivi anni, i
suoi seguaci si identificavano fra di loro
con l'iniziale della parola Nazirei e/o
Nazareni, che e' ed era la
Noun (lettera N),
la quale come segno grafico rappresentava
un "mezzo Pesce", ecco perche'
troviamo nelle
catacombe dei primi
giudeo-cristiani, questo ideogramma
o lettera dell'alfabeto Fenicio-Aramaico-Samaritano !
Come ben riferito e richiamato sopra:....il
nome storico e la posizione geografica della città natale
di Gesu' è
Gamala
(citta' delle alture del Golan)... questa
è la patria del Nazoreo... la montagna di Gamala è la 'montagna'
dell'evangelista Luca, la 'montagna' di tutti i Vangeli, che ne
parlano continuamente, senza però mai nominarla..."
Il termine nazareno è inteso
comunemente, dai cristiani che non sanno.....con l’accezione: abitante della città
di Nazareth e l’espressione Gesù il nazareno
significa, in modo automatico, Gesù proveniente
dalla città di Nazareth o, in breve, Gesù di
Nazareth.
Purtroppo, ben pochi sono consapevoli
dell’esistenza di un serio problema relativo a
questa attribuzione, e del fatto che l’aggettivo
aveva in origine, e dovrebbe avere tuttora, un
significato completamente diverso.
Nelle versioni greche dei Vangeli canonici
leggiamo IhsouV o NazoraioV (Iesous o Nazoraios),
che è la traslitterazione in greco dell’ebraico
antico Yehoshua ha notzrì, o dell’aramaico
Yeshu
nazorai. Il fatto è che, in passato, nessuna di
queste espressioni aveva alcun legame con la
città di Nazareth, e non voleva indicare in
alcun modo la cittadinanza o la provenienza da
quella località.
(Nota bene NdR: il prefisso Ye dei vari
nomi che lo contenevano, era in realta' come
suono pronunciato ai tempi di Gesu' il nazareno
(in aramaico-fenicio. samaritano) cosi' =
Ya, (non con la e, ma con la a) e cio' in tutti
i nomi questo suono che contenevano il prefisso
Ya).
Ne abbiamo una prima antica testimonianza in uno
scritto apocrifo, il Vangelo di Filippo, un
testo gnostico, la cui redazione primitiva
risale con tutta probabilità al II sec. d.C.,
che è stato rinvenuto nel secolo scorso a Naj
Hammadi, in Egitto: "Gli apostoli che sono stati
prima di noi l'hanno chiamato così: Gesù
Nazareno detto il Cristo... ‘Nazara’ è la ‘Verità’.
Perciò ‘Nazareno’ è ‘Quello della verità’..." (Vang.
di Filippo, capoverso 47). Ci sono state
discussioni sul fatto che la radice NZR possa
significare verità, ma è comunque un dato di
fatto che la frase attribuisca al termine un
senso che non ha nulla a che fare con la città
di Nazareth.
Nel XVIII sec. Elia Benamozegh (1823/1900),
filosofo ebreo, membro del collegio rabbinico di
Livorno, scriveva: "Neppure è improbabile che i
primi cristiani siano stati detti Nazareni nel
senso di Nazirei, piuttosto che in quello di
originari della città di Nazareth, etimologia
davvero poco credibile e che probabilmente ha
sostituito la prima solo quando l'antica origine
dall'essenato cominciava ad essere dimenticata"
(Gli Esseni e la Cabbala, 1979).
Questa interpretazione crea un collegamento fra
l’aggettivo in questione e il termine nazireo,
che nella Bibbia si riferisce ad una condizione
in cui si assumono voti temporanei o permanenti:
non bere bevande inebrianti, non tagliarsi i
capelli, non avere contatto con impurità, fra
cui il sangue, cibarsi di alimenti vegetariani.
Celebri nazirei furono Sansone e il profeta
Samuele che celebrò l’unzione regale di Davide.
Ovviamente i cristiani hanno ignorato nella
maniera più assoluta questa osservazione, almeno
fintantoché Alfred Loisy (1857/1940), sacerdote
cattolico, professore di ebraico e di sacra
scrittura dell'Istituto Cattolico di Parigi, ha
osato scrivere: "La stessa tradizione ha fissato
il domicilio della famiglia di Gesù a Nazareth
allo scopo di spiegare così il soprannome di
Nazoreo, originariamente unito al nome di Gesù e
che rimase il nome dei cristiani nella
letteratura rabbinica e nei paesi d'oriente.
Nazoreo è certamente un nome di setta, senza
rapporto alcuno con la città di Nazareth..." (La Naissance du Christianisme). Esprimendo così
idee che gli sono costate la rimozione
dall’incarico. Ma quanto egli dice è vero,
nazorei o nazareni sono termini con cui i
cristiani erano chiamati anticamente dagli
ebrei, considerati nomi di setta e non
indicazioni geografiche.
All’incirca nello stesso periodo quelle opinioni
furono espresse anche dallo studioso laico
Charles Guignebert (1867/1939), professore di
Storia del Cristianesimo presso l'Università
Sorbona di Parigi, che scrisse: "La piccola
città che porta questo nome [Nazareth], dove
ingenui pellegrini possono visitare l'officina
di Giuseppe, fu identificata come la città di
Cristo solamente nel medio evo..." (Manuel d'Histoire
Ancienne du Christianisme).
Oggi questo concetto è diventato certezza,
soprattutto per una folta schiera di studiosi
laici, italiani e stranieri. Ne citiamo solo un
paio: "É stato Matteo per primo a generare
l'equivoco secondo cui l'espressione 'Gesù il
Nazoreo' dovesse avere qualche relazione con
Nazareth, citando la profezia "sarà chiamato
Nazareno (Nazoraios)" che, a conclusione del suo
racconto sulla natività, egli associa col passo
"ritirandosi in Galilea e andando a vivere in
una città chiamata Nazareth".
Questa non può essere la derivazione del
termine, poiché anche in greco le ortografie di
Nazareth e nazoreo differiscono sostanzialmente"
(R.H.Eisenman, Giacomo il fratello di Gesù,
Casale Monferrato, 2007).
E ancora: "…nessun testo pagano o giudaico fa
menzione di Nazareth: questo nome non compare né
nella Bibbia, né nella vasta letteratura
talmudica, né nelle opere dettagliate di
Giuseppe Flavio; solo Eusebio ne parla citando
Giulio Africano (tra il 170 e il 240), buon
conoscitore dei luoghi. Le perplessità tuttavia
restano e sono alimentate dalla difficoltà di
collegare nella lingua aramaica Nazareno,
Nazoreo, Nazoreno, tre forme considerate nei
Vangeli intercambiabili, con Nazareth.
Qualche studioso ha suggerito che l’originale
significato aramaico dell’attributo Nazareno, di
difficile comprensione per seguaci cristiani
ellenizzanti, sia andato perduto e sostituito
con una più semplice e immediata indicazione
geografica. Considerazioni linguistiche e
filologiche hanno spinto all’ipotesi che
Nazareno potesse voler dire Santo di Dio, anche
alla luce del fatto che i fedeli di Gesù, che
continuarono nella terra d’origine a chiamarsi
nazareni, in terra greca inizialmente furono
chiamati i santi e solo successivamente prevalse
il nome cristiani dato loro dai pagani di
Antiochia. Nazarenos e Nazoraios sono dunque
forse nomi legati a una radice linguistica
ebraica natzìr (in aramaico natzirà) che li
collegava ai nazirei "separati" o i
"consacrati", un gruppo che aveva fatto a Dio
uno speciale voto di consacrazione e che
costituiva una setta a sé stante…" (R. Calimani,
Gesù Ebreo, Milano, 1990).
Al di là delle molte altre citazioni che
potremmo riportare, che cosa possiamo dire su
questo argomento ? Ci sono senz’altro da fare
importanti considerazioni storiche, letterarie,
archeologiche e geografiche.
La prima riguarda
il fatto che il nome della città di Nazareth,
compare per la prima volta solamente nella
letteratura neotestamentaria, dal momento che né
il Vecchio Testamento, né gli storici ebrei
contemporanei di Gesù (come Filone Alessandrino
e Giuseppe Flavio), né il Talmud, né gli storici
romani hanno mai nominato questa città. Non la
conoscono affatto !
Eppure Giuseppe Flavio è
stato comandante generale delle truppe ebraiche
in Galilea, durante la drammatica guerra degli
anni 66/70, e nei suoi scritti ha fornito
dettagliati resoconti di ogni centro abitato di
quella regione. Possiamo dunque parlare di una
totale assenza letteraria, al di fuori delle
fonti religiose che già fanno parte del Nuovo
Testamento cristiano.
Commento e precisazione di G. Sorgi
Il termine Nazareni (notzorim/natzarim in
ebraico) e la sua storia.
Premesso che i Nazareni non ebbero nulla a che
vedere con i 'nazirei' (giudei che avevano fatto
il voto di 'nazireato': (v.**), essi in origine
(dal VII secolo in poi) vennero conosciuti con
la locuzione ebraica 'NOTZORIM HA-BERYTH',
letteralmente 'Guardiani o custodi
dell'Alleanza', vale a dire la Legge che Mosè
consegnò al suo popolo.
Dopo la corruzione degli antichi libri, operata
dal sommo sacerdote Helkya per conto di Giosia,
i 'Beney Abba' ('figli del padre', da cui il
singolare aramaico 'Bar Abba'), poi chiamati
'Nazareni', affermavano di custodire ed
osservare la VERA legge di Mosè (cosa che
procurò loro un feroce ostracismo da parte dei
giudei sedicenti 'ortodossi')(**).
Ergo, l'autore del vangelo di Filippo, il quale,
sicuramente, non conosceva né ebraico, né
l'aramaico, errò alla grande quando scrisse che
nazareno derivava da 'natzara' (cosa che ci può
anche stare), che SIGNIFICAVA VERITA': cosa
assolutamente NON VERA !, visto che in ebraico
ed aramaico esiste un termine preciso per la
parola verità: vale a dire EMETH!..
Natzara,
invece, ha a che fare con il concetto di
osservatore, custode, guardiano, etc.: da cui
appunto i termini ebraici NOTRI, NOTZORIM,
NOTZOROTH (nazareno, nazareni, nazarene).
Per il
fatto che i Nazareni affermavano di custodire la
VERA legge rilasciata da Mosè, essi, tra il
popolino, vennero indicati anche 'quelli della
verità'; cosa questa che, quasi sicuramente,
generò l'equivoco che portò l'autore del vangelo
di Filippo ad affermare che 'natzara' (da cui
nazareno) significava 'verità'.
(**) - Epifanio ci fa sapere che i Nazareni
contestavano duramente i sacerdoti del tempio,
accusati da essi di insegnare una Legge non vera
(cioè quella scaturita dalla riforma di
Giosia-Helkya, con conseguente corruzione di
primitivi libri (v. Geremia)".
vedi anche su:
false traduzioni dei vangeli, altre notizie
IMPORTANTI su Gesù il nazareno
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
I Samaritani
I
samaritani, un piccolo gruppo religioso in via
di estinzione, hanno una origine antica e
controversa ed anche al tempo in cui visse Gesù
il nazareno erano visti alla stregua dei pagani,
da parte degli altri ebrei tornati in Palestina,
dopo la deportazione dei babilonesi in Assiria.
Eppure, i samaritani hanno una loro "bibbia"
composta dai primi 6 libri della
Tanakh (ma scritti a modo loro, quindi con
molte differenze rispetto al testo ebraico
moderno ed anche rispetto alle bibbie
cristiane)..
Il Pentateuco samaritano, noto anche come il
Samaritano Torah (in ebraico:
תורה
שומרונית
torah shomronit), è composto dai primi cinque
libri della Bibbia ebraica, scritti in alfabeto
samaritano (fenicio) ed utilizzato come
Scrittura sacra da parte dei Samaritani. Essa
costituisce il loro intero canone biblico.
Circa seimila differenze esistono tra il
Samaritano e il testo Masoretico.
Quasi duemila di queste variazioni testuali
concordano con la koinè greca Settanta e alcuni
sono condivisi con la Vulgata latina.
Alcuni manoscritti del Pentateuco scoperti tra i
Rotoli del Mar Morto sono stati identificati
come recante un tipo di testo "pre-Samaritano".
Ampio accordo oggi esiste tra i critici testuali
che il Pentateuco Samaritano rappresenta un
antica tradizione testuale autentico nonostante
la presenza di alcune varianti uniche introdotte
dal e nel Samaritano.
I Samaritani credono che "Dio"
abbia scritto il loro Pentateuco e diede a
Mosè
la prima copia insieme con le due tavole
contenenti i Dieci Comandamenti. Essi credono di
aver conservato questo testo divinamente
composto, incorrotto fino ai giorni nostri. I
Samaritani comunemente si riferiscono a loro
Pentateuco, come
קושטה
("La Verità").
I Samaritani includono solo il Pentateuco nella
loro canone biblico. Non riconoscono la
paternità divina o ispirazione in qualsiasi
altro libro in ebraico Tanakh. [...]
Pare e sembra interessante notare che vi siano
molte più differenze tra il testo samaritano e
quello masoretico (tutti e due nati nella stessa
area geografica) che non tra il testo samaritano
e la versione detta dei "Settanta".
Escludendo che i giudei di Alessandria possano
essersi ispirati ai samaritani, forse la radice
di certe differenze è più antica e riguarda dei
testi perduti che hanno fatto da fonte, per
quelli che conosciamo oggi.
Nel secondo il biblico Libro di Esdra (Esdra
4:11) i samaritani sono le persone di Samaria,
che separò il popolo di Giuda (i figli di Giuda)
nel periodo persiano.
I samaritani credono che non erano loro, ma gli
ebrei, ad aver abbandonato la retta via, nel
periodo di Eli, nel 11° secolo aC.
Gli ebrei hanno tradizionalmente collegato
l'origine dei Samaritani con gli eventi
successivi descritti in 2 Re 17: 24-41,
sostenendo che i Samaritani non sono collegati
agli israeliti, ma a quelli portati a Samaria
dagli Assiri. [...]
L'adozione del Pentateuco come il testo sacro
dei Samaritani prima del loro scisma finale con
la comunità ebraica palestinese fornisce la
prova che è stato già ampiamente accettata come
autorità canonica in quella regione.
I Manoscritti del Pentateuco samaritano sono
scritti in una scrittura ebraica (script),
alfabeto grafico diverso rispetto a quella
utilizzata in altri Pentateuco ebraici.
I samaritani utilizzano l'alfabeto Samaritano
che è derivato dal alfabeto paleo-ebraico
(fenicio) utilizzato dalla comunità degli
Israeliti prima della cattività babilonese.
In seguito, gli ebrei hanno adottato uno script
basato sull'alfabeto aramaico che si è
sviluppato successivamente in alfabeto ebraico.
Originariamente tutti i manoscritti del
Pentateuco Samaritano consistevano di testo non
vocalizzato scritto utilizzando solo le lettere
dell'alfabeto samaritano.
A partire dal 12 ° secolo era volgare, alcuni
manoscritti mostrano una vocalizzazione parziale
simile a quella ebraica vocalizzazione tiberiana
usata nei manoscritti Masoretico.
Più recentemente alcuni manoscritti sono stati
prodotti con piena vocalizzazione. Tuttavia,
molti manoscritti esistenti non mostrano alcuna
tendenza alla vocalizzazione. [...]
Dal punto di vista linguistico,il suono
dell'ebraico antico e quello moderno sono
abbastanza simili, quello scritto totalmente
differente ed era quello che parlavano e
scrivevano Davide e Salomone che poi si e' si
trasformato in due varianti diverse, con due
alfabeti diversi.
Il confronto con il Settanta e Vulgata latina
La versione biblica dei Settanta (LXX) concorda
con la samaritana in circa 1900 delle seimila
variazioni dal masoretico. Molti di questi
accordi riflettono i dettagli grammaticali
insignificanti, ma alcuni sono significativi.
Ad esempio, Esodo 12:40 nel Samaritano e
Settanta si legge:
"Ora la dimora che i figliuoli di Israele e dei
loro padri che avevano dimorato nel paese di
Canaan, e in Egitto è stato quattrocento e
trenta anni."
Nel testo masoretico, il passaggio si legge:
"Ora la dimora che i figli di Israele, che
abitavano in Egitto, è stato quattrocento e
trenta anni."
Alcuni passaggi dei latini accordi mostrano
Vulgata con il samaritano contro Masoretico.
Ad esempio, Genesi 22:2 nel Samaritano ha "terra
di Moreh" (in ebraico:
מוראה)
mentre il masoretico ha "terra di Moria"
(ebraico:
מריה).
"Terra di More" è considerata una variante
Samaritano perché "Moreh" descrive la regione
intorno a Sichem, dove si trova il Monte Garizim.
La Vulgata traduce questa frase come in visionis
Terram ( "nella terra di visione"), il che
implica che Girolamo aveva familiarità con la
lettura "Moreh", una parola ebraica la cui
radice trilaterale suggerisce "visione".
I commenti più antichi al Pentateuco Samaritano
si trovano nella letteratura rabbinica e negli
scritti della patristica cristiana del primo
millennio. Il Talmud registra Rabbi Eleazar b.
Simeone condannando gli scribi Samaritani: "Hai
falsificato il tuo Pentateuco ... e non hai
approfittato alcunché da esso." Alcuni primi
scrittori cristiani hanno trovato il Pentateuco
Samaritano utile per la critica testuale .
Cirillo di Alessandria, Procopio di Gaza e altri
parlavano di certe parole mancanti dalla Bibbia
ebraica, ma presente nel Pentateuco samaritano.
Eusebio di Cesarea ha scritto che la
"traduzione greca [della Bibbia] differisce
anche dall'ebraico, anche se non tanto dal
samaritano" e ha osservato che la Settanta è
d'accordo con il Pentateuco Samaritano del
numero di anni trascorsi dal diluvio di Noè a
Abramo.
L'interesse cristiana nel Pentateuco samaritano
cadde in abbandono durante i medioevo.
La pubblicazione di un manoscritto del
Pentateuco Samaritano nel 17 ° secolo, l'Europa
ha risvegliato interesse per il testo e
alimentato una controversia tra protestanti e
cattolici romani su cui Testamento tradizioni
testuali, autorevoli. Cattolici romani hanno
mostrato un particolare interesse per lo studio
del Pentateuco Samaritano a causa della
antichità del testo e le sue frequenti accordi
con i Settanta e la Vulgata latina, due
traduzioni della Bibbia a cui i cattolici hanno
tradizionalmente attribuita notevole autorità.
Alcuni cattolici, tra cui Jean Morin, un
gesuita-convertire da Calvinismo al
cattolicesimo, hanno sostenuto che le
corrispondenze del Pentateuco Samaritano con la
Vulgata latina e Settanta hanno indicato che
essa rappresenta un testo ebraico più autentica
rispetto alla masoretico. [31] Diversi
protestanti hanno risposto con una difesa
dell'autorità del testo masoretico e ha
sostenuto che il testo samaritano è una
derivazione tardi e inaffidabili dal masoretico.
[32]
Il 18 ° secolo protestante ebraica studioso
Benjamin Kennicott analisi del Pentateuco
Samaritano s 'si pone come una notevole
eccezione alla tendenza generale della ricerca
protestante nella fase iniziale del testo. [33]
ha messo in discussione l'assunto di fondo che
il testo masoretico deve essere più autentica
semplicemente perché è stato più ampiamente
accettata come la versione ebraica autorevole
del Pentateuco:
"Vediamo allora che, come la testimonianza di un
unico testo distrugge le prove degli altri ed in
quanto vi è di fatto l'autorità di versioni di
opporsi alle autorità di versioni non certo
argomento o meglio nessun argomento a tutti può
essere tratto da qui a fissare la corruzione su
entrambi i lati ".
Kennicott afferma anche [35] che la lettura
Gerizim potrebbe in realtà essere la lettura
originale, dal momento che è la montagna per
proclamare benedizioni, e che è molto verde e
ricca di vegetazione (in contrapposizione a
monte Ebal, che è sterile e la montagna per
proclamare maledizioni) tra gli altri argomenti.
Studioso tedesco Wilhelm Gesenius ha pubblicato
uno studio del Pentateuco Samaritano nel 1815
che biblisti ampiamente abbracciato per il
prossimo secolo. Egli ha sostenuto che la
Settanta e il Pentateuco Samaritano condividono
una fonte comune in una famiglia di manoscritti
ebraici che ha chiamato il "Alexandrino-Samaritanus".
In contrasto con i manoscritti proto-Masoretic
"Giudea" conservati con cura e copiati in
Gerusalemme , egli considerava la
Alexandrino-Samaritanus come se fossero state
incautamente gestito da copisti scribi che ha
reso popolare, semplificata e ampliato il testo.
Gesenius concluso che il testo masoretico è
quasi sempre superiore al Samaritano.
Nel 1915 Paul Kahle ha pubblicato un documento
che ha confrontato brani del testo Samaritano a
citazioni del Pentateuco nel Nuovo Testamento e
pseudoepigrafia testi tra cui il Libro dei
Giubilei, il primo libro di Enoch e l'Assunzione
di Mosè . Ha concluso che il Pentateuco
Samaritano conserva "molte vecchie letture
originali e una forma antica del Pentateuco." Il
supporto per la tesi di Kahle è stata sostenuta
dalla scoperta di manoscritti biblici tra i
Rotoli del Mar Morto, circa il cinque per cento
di che contengono un testo simile al Pentateuco
Samaritano. A parte le varianti settarie uniche
per il Pentateuco Samaritano, come il
riferimento al culto di D-o sul monte Garizim, i
testi del Mar Morto di scorrimento hanno
dimostrato che un tipo di testo del Pentateuco
simile al Pentateuco Samaritano risale al
secondo secolo a.C. e forse anche prima. I
Manoscritti del Mar Morto mostrano una stretta
affinità con il testo in seguito masoretico.
Queste scoperte hanno dimostrato che i
manoscritti da un testo "pre-Samaritano" di
almeno alcune porzioni del Pentateuco, come
Esodo e Numeri circolate insieme ad altri
manoscritti con un testo "pre-Masoretico".
Una copia del Mar Morto rotolo del libro
dell'Esodo, convenzionalmente chiamato
4QpaleoExod m, mostra in particolare stretta
relazione con il Pentateuco samaritano:
Le azioni di scorrimento tutte le
caratteristiche principali tipologiche con la
SP, tra cui tutte le principali espansioni di
quella tradizione, dove è ancora esistente
(dodici), con la sola eccezione della nuova
decimo comandamento inserita in Esodo 20 del
Deuteronomio 11 e 27 per quanto riguarda
l'altare Garizim.
Frank Moore Croce ha descritto l'origine del
Pentateuco Samaritano nel contesto dei suoi
testi locali ipotesi. Egli vede il Pentateuco
Samaritano come essendo emerso da una tradizione
manoscritta locale per la Palestina. I testi
ebraici che costituiscono la base di fondo per
la Settanta ramificata dalla tradizione
palestinese come ebrei emigrarono in Egitto e ha
preso le copie del Pentateuco con loro. Croce
afferma che il Samaritano e Settanta condividono
un antenato più vicino comune di quanto sia fa
con Masoretico, che ha suggerito sviluppato da
testi locali utilizzati dalla comunità ebraica
babilonese. I suoi conti spiegazione per il
Samaritano e la condivisione Settanta non di
varianti nel masoretico e le loro differenze che
riflettono il periodo del loro sviluppo
indipendente distinte tradizioni di testo locali
egiziani e palestinesi. [3] Sulla base di
arcaizzante e forme pseudo-arcaica, Croce risale
l'emergere del Pentateuco Samaritano come
tradizione testuale univoco Samaritano al
periodo post-maccabei.
Gli studiosi hanno avuto la tendenza a
presupporre che il Pentateuco Samaritano è
costituito da due "strati", una composta delle
varianti confessionali introdotte da scribi
Samaritano e un secondo strato riflettente
storia della trasmissione precedente del testo
come un testo locale palestinese "pre-Samaritano".
Alla luce di recenti ricerche, è ormai chiaro
che lo strato Samaritano è molto sottile." Anche
se la maggior parte degli studiosi continuano a
favorire la masoretico come un testo superiore,
molti altri studiosi hanno ora adottato la tesi
di Kahle. Gli studiosi ora ampiamente d'accordo
però che molti testuale varianti precedentemente
classificati come "samaritano" in realtà
derivano da fasi precedenti, anche della storia
del testo del Pentateuco.
L'affermazione di Kennicott che Gerizim è la
lettura originale continua ad essere oggetto di
discussione.
Mar Morto Scroll frammento 4Q41 (981) contiene
un testo di Deuteronomio 5: 1-25, che non fa
alcun riferimento al monte Garizim, ma
corrisponde al testo masoretico. Il Nuovo
Testamento è d'accordo anche con la versione
masoretico che designa Gerusalemme come il
"luogo prescelto". Tuttavia, alcuni studiosi
sostengono che Deuteronomio 27: 4-7. Costituisce
una occasione in cui il Samaritano "Gerizim" può
essere la lettura originale.
In conclusione, pare evidente che le scritture
samaritane abbiano subito delle
aggiunte/correzioni per ragioni squisitamente
etniche e localistiche, (NdR come le
"sacre scritture" degli ebrei "moderni") molti
studiosi però ritengono che tolte quelle
aggiunte, circoscritte e circoscrivibili in
quelle due correnti ebraiche, samaritani +
ebrei,, si possa trovare dei testi antichi ed
autorevoli che siano degni di essere confrontati
fra di loro.
Tratto da: consulenzaebraica.forumfree.it, con
alcune modifiche del redattore della pagina
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Per quanto riguarda l’aspetto archeologico,
Nazareth appare come una città bizantina,
non ci sono resti di mura, case, strade,
sinagoghe, vasellame, monete… che possano essere
fatte risalire al periodo del secondo tempio. Mi
ha confermato personalmente il dott. Danny Syon
(Israel Antiquities Authority): "...ci sono
pochissimi resti giudei che risalgono al periodo
del secondo tempio a Nazareth, soltanto qualche
cripta [cavità tombale] scavata nella roccia,
sebbene noi non possiamo sapere quale fosse il
nome del sito a quel tempo...". Eppure oggi
possiamo ammirare abbondanti resti, risalenti al
periodo in questione, di altre città galilee:
Sefforis, Iotapata, Cafarnao, Korazim, Beth
Zayda, Gamala… Che cosa è successo a Nazareth ?
Perché la città sarebbe fisicamente scomparsa ?
Leggendo i Vangeli canonici ci rendiamo conto
che il nome Nazareth compare talvolta nei titoli
dei paragrafi, che non esistono nei testi
originali, ma che sono stati aggiunti
successivamente. Il primo dei Vangeli, quello
secondo Marco, conosce il nome di questa città
solo nelle primissime righe: "In quei giorni
Gesù venne da Nazareth di Galilea e fu battezzato
nel Giordano da Giovanni" (Mc I, 9). Altrove
preferisce definirla in questo modo: "Partito
quindi di là, andò nella sua patria e i
discepoli lo seguirono. Venuto il sabato,
incominciò a insegnare nella sinagoga" (Mc VI,
1-2). Per quattro volte Marco parla di "Gesù
nazareno", ma abbiamo già detto che
quell’aggettivo non si riferisce alla città.
Per quanto riguarda il Vangelo di Luca dobbiamo
osservare che può essere diviso in due parti ben
distinte, la natività e il ministero della vita
adulta di Gesù. Si tratta di due parti assai
incoerenti l’una con l’altra ed è facile
mostrare che la natività appartiene ad una
tradizione senz’altro posteriore a quella cui
fanno riferimento i ministeri della vita adulta
di tutti e quattro i Vangeli. La città di
Nazareth è nominata ampiamente da Luca solo
nella natività, sebbene egli vi faccia abitare
Giuseppe e Maria sin dall’epoca del loro
fidanzamento, mentre Matteo li fa abitare a
Betlemme e li fa trasferire a Nazareth dopo il
ritorno dall’esilio in Egitto.
Nel ministero di Luca viene usata più volte
l’espressione anonima "sua patria" e una volta
sola è nominata Nazareth, in un episodio che
solleva numerosi problemi:
"Si recò a Nàzaret, dove era stato allevato; ed
entrò, secondo il suo solito, di sabato nella
sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il
rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il
passo dove era scritto: ‘Lo Spirito del Signore
è sopra di me; per questo mi ha consacrato con
l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai
poveri un lieto messaggio, per proclamare ai
prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista;
per rimettere in libertà gli oppressi, e
predicare un anno di grazia del Signore.’ Poi
arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente
e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga
stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a
dire: "Oggi si è adempiuta questa Scrittura che
voi avete udita con i vostri orecchi".
Tutti gli rendevano testimonianza ed erano
meravigliati […] All'udire queste cose, tutti
nella sinagoga furono pieni di sdegno; si
levarono, lo cacciarono fuori della città e lo
condussero fin sul ciglio del monte sul quale la
loro città era situata, per gettarlo giù dal
precipizio. Ma egli, passando in mezzo a loro,
se ne andò" (Lc IV, 16-30).
Innanzitutto viene ancora confermato che a
Nazareth ci sarebbe stata una sinagoga, della
quale oggi non esiste traccia, poi si fa capire
chiaramente che Nazareth avrebbe dovuto trovarsi
in cima ad un monte, in prossimità di un
precipizio. Ma la città odierna non ha queste
caratteristiche, è adagiata nell’avvallamento
tra i morbidi colli della Galilea centrale e non
c’è alcun precipizio nei suoi dintorni. In
realtà leggendo questo brano non può non venire
in mente la città di Gamala, che era situata
sulla gobba sommitale di un’erta collina, con un
baratro a fianco, e una sinagoga i cui
bellissimi resti possono essere ammirati ancora
oggi:
In effetti nei Vangeli si parla insistentemente
di un monte e di una città sul monte: "non può
restare nascosta una città collocata sopra un
monte" (Mt V, 14). Si noti, a questo proposito,
una passo del Vangelo copto di Tomaso: "...Gesù
disse: "Nessun profeta è benvenuto nel proprio
circondario; i dottori non curano i loro
conoscenti... una città costruita su un'alta
collina e fortificata non può essere presa, né
nascosta..."" (Vang. copto di Tomaso, 31-32).
Qualcosa di simile lo possiamo trovare anche nei
Vangeli canonici, per esempio in Matteo: "Ma
Gesù disse loro: "Un profeta non è disprezzato
se non nella sua patria e in casa sua"" (Mt XIII,
57), con la differenza che questa frase è stata
allontanata dal passo in cui si dice che la
città sul monte non può restare nascosta, quasi
a non lasciar intendere che si trattava proprio
della città di Gesù. Non solo, ma è anche stato
tolto il dettaglio contenuto nell’aggettivo
"fortificata".
Ora, Gamala era "una città costruita su
un'alta collina e fortificata", come ho
avuto modo di constatare quando, nel 1997, la ho
visitata sulle alture del Golan, a breve
distanza dal lago di Tiberiade.
Ai tempi di Gesù, Gamala aveva un’economia
fondata sulla produzione di olio di oliva, che
veniva esportato ovunque. Senz’altro gli orci di
terracotta venivano portati, attraverso una
valle solcata da un torrente, lungo un precorso
di circa 8 km, sino a Betsaida, che sorgeva
sulle rive nord orientali del lago. Betsaida e
Gamala erano strettamente legate dal fatto che
una fungeva da scalo commerciale dell’altra. Il
tempo necessario per spostarsi dall’una
all’altra era molto breve e il dislivello
modesto.
Ora, dobbiamo notare che il villaggio di
Betsaida, anche nella letteratura canonica, ha
un’importanza per Gesù che troppo spesso è stata
sottovalutata: "Ordinò poi ai discepoli di
salire sulla barca e precederlo sull'altra riva,
verso Betsaida, mentre egli avrebbe licenziato
la folla. Appena li ebbe congedati, salì sul
monte a pregare. Venuta la sera, la barca era in
mezzo al mare ed egli solo a terra" (Mc VI,
45-46); "Giunsero a Betsaida, dove gli
condussero un cieco pregandolo di toccarlo" (Mc
VIII, 22); "Allora si mise a rimproverare le
cittànelle quali aveva compiuto il maggior
numero di miracoli, perché non si erano
convertite: "Guai a te, Corazin ! Guai a te,
Betsida. Perché, se a Tiro e a Sidone fossero
stati compiuti i miracoli che sono stati fatti
in mezzo a voi, già da tempo avrebbero fatto
penitenza, ravvolte nel cilicio e nella cenere"
(Mt XI, 20-21); "Allora li prese con sé e si
ritirò verso una città chiamata Betsaida. Ma le
folle lo seppero e lo seguirono. Egli le accolse
e prese a parlar loro del regno di Dio" (Lc IX,
10-11); "Guai a te, Corazin, guai a te, Betasida
! Perché se in Tiro e Sidone fossero stati
compiuti i miracoli compiuti tra voi, già da
tempo si sarebbero convertiti vestendo il sacco
e coprendosi di cenere. Perciò nel giudizio Tiro
e Sidone saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai innalzata fino al cielo
? Fino agli inferi sarai precipitata !" (Lc X,
13-15); "Filippo era di Betsaida, la città di
Andrea e di Pietro" (Gv I, 44); "Tra quelli che
erano saliti per il culto durante la festa,
c'erano anche alcuni Greci. Questi si
avvicinarono a Filippo, che era di Betsaida di
Galilea, e gli chiesero: "Signore, vogliamo
vedere Gesù"" (Gv XII, 20-21).
Le tre città, Betsaida, Corazim e Cafarnao, che
evidentemente rappresentano luoghi in cui Gesù
si trovava spesso, mostrano un’assidua
frequentazione del versante nord e nord
orientale del lago di Tiberiade. Tanto più che i
suoi apostoli (e, tra di loro, alcuni suoi
fratelli) erano di Betsaida. È qui che Gesù
aveva compiuto "il maggior numero di miracoli".
È proprio contro queste città che si è scagliato
quando, infervorato dall’ira, lanciava oscure
maledizioni. Non ha inveito contro Nazareth, o
Cana, Magdala, luoghi comuni della Galilea
centrale. Non possiamo non capire che questa
zona, a cavallo fra la Galilea settentrionale e
il Golan, era l’area dei suoi spostamenti
comuni. Invece, l’accesso naturale di Nazareth
al lago, pur tenendo conto della distanza non
indifferente, è sul versante sud occidentale.
Betsaida era il porto di Gamala, e questo ci
dimostra che Gesù doveva aver avuto a che fare
con la fatidica città fortificata sul monte, che
i romani ricordavano come uno dei luoghi
maledetti della loro attività politica e
militare in Palestina.
Naturalmente ci occorre un valido motivo per
comprendere l’esigenza degli evangelisti di
nascondere il legame tra Gesù e Gamala, e per
localizzare la sua residenza in un luogo
fittizio come Nazareth. A questa domanda
otteniamo facilmente due risposte: la prima è
che l’utilizzo di termini geografici per
dissimulare significati indesiderati è comune
nella redazione evangelica.
Lo vediamo con gli
aggettivi cananeo e galileo, che sono
generalmente intesi come indicazioni
geografiche, quando invece erano espressioni
usate (rispettivamente in ebraico e in latino)
per indicare gli zeloti, i guerriglieri yahwisti
che combattevano contro i romani per ristabilire
un degno messia sul trono di Israele e un degno
sacerdote alla guida del tempio.
La seconda risposta riguarda il fatto che Gamala
era ben nota ai romani come la patria degli
zeloti, nella quale erano nati personaggi
importanti della lotta messianica, come Ezechia
(ucciso da Erode in persona), e suo figlio
Giuda, detto Giuda il galileo, fondatore della
setta zelotica. Durante la guerra degli anni
66/70 Gamala era stata assediata dalle legioni
di Vespasiano e, dopo lunghi e difficili mesi,
durante i quali lo stesso futuro imperatore
aveva partecipato ai combattimenti, era stata
espugnata.
A questo fatto era seguito il drammatico
episodio del suicidio di massa degli abitanti
della città (un tipico comportamento zelotico),
che si passarono a fil di spada o si gettarono
dal precipizio, pur di non finire prigionieri
nelle mani degli invasori.
I redattori dei Vangeli erano intenzionati a
nascondere ogni possibile legame tra Gesù e la
setta zelotica, tenendolo rigorosamente estraneo
ad ogni ideologia di natura messianica.
La ricerca sulle origini primitive del
cristianesimo non può prescindere da
considerazioni di questo genere e non può fare a
meno, a rischio di continuare a scambiare la
storia con la leggenda, di aprirsi all’idea che
le due città importanti nella vita di Gesù,
quella di nascita e quella di residenza,
Betlemme e Nazareth, siano state introdotte
artificialmente dagli evangelisti, nel loro
proposito di dipingere un Gesù Cristo teologico,
molto lontano dal personaggio che, sotto
l’impero di Tiberio, passò realmente i suoi
giorni nella martoriata terra di Palestina.
By David Donnini - Fonte
http://www.nostraterra.it/cristianesimo.html
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NAZARENO - NAZIREI
Nel XVIII sec. Elia Benamozegh (1823/1900),
filosofo ebreo, membro del collegio rabbinico di
Livorno, scriveva: "Neppure è improbabile che i
primi cristiani siano stati detti Nazareni nel
senso di Nazirei, piuttosto che in quello di
originari della città di Nazareth, etimologia
davvero poco credibile e che probabilmente ha
sostituito la prima solo quando l'antica origine
dall'essenato cominciava ad essere dimenticata"
(Gli Esseni e la Cabbala, 1979).
Questa interpretazione crea un collegamento fra
l’aggettivo in questione e il termine nazireo,
che nella Bibbia si riferisce ad una condizione
in cui si assumono voti temporanei o permanenti:
non bere bevande inebrianti, non tagliarsi i
capelli, non avere contatto con impurità, fra
cui il sangue, cibarsi di alimenti vegetariani.
Celebri nazirei furono Sansone e il profeta
Samuele che celebrò l’unzione regale di Davide.
Commento by Giannino Sorgi -
https://www.facebook.com/giannino.sorgi
Sembra assurdo che un ebreo, per di più colto,
possa esprimersi in questi termini !...
L'attributo nazireo è effettivamente riferito ad
un giudeo che ha fatto voto di 'nazireato', il
quale, per tutta la durata del voto, si
impegnava a condurre una vita particolarmente
morigerata, astenendosi dal consumare bevande
alcoliche e lasciare la sua capigliatura
intonsa.
Tuttavia, l'attributo 'nazareno' ha tutt'altra
etimologia.
Il termine 'nazareni' deriva dall'ebraico 'notzrim'
(o notzerim) e significa guardiani, osservatori,
custodi.
Essi affermavano di custodire e osservare la
VERA 'beryth' (alleanza o Legge ebraica), cioè
quella che Mosè aveva consegnato al suo popolo,
in opposizione a quella corrotta(*) scaturita
dalla riforma monoteistica del duo Giosia-Helkya,
Questo è il motivo per cui i nazareni erano
anche detti 'quelli della verità' (v. il vangelo
di Filippo).
Fu Nazareth a mutuare il nome dalle famiglie
nazarene che l'abitavano e NON viceversa.
(*) - v. Epifanio, il quale affermava, nel suo
Panarion, che i nazareni erano in continua
polemica con i sacerdoti del tempio, che essi
accusavano di insegnare una Legge corrotta, cioè
quella riformata da Giosia ed Helkya
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DOVE visse Gesu' ?
La
tradizione cristiana ha “localizzato” dove vivevano Giuseppe e Maria e
quindi di Gesu' il nazareno, nella parte bassa di uno di questi colli che
attorniano Nazareth in Palestina, esattamente nella posizione in cui oggi
sorge la cosiddetta Basilica della Annunciazione.
Ma
una quantità incredibile di obiezioni sembra opporsi a questa
localizzazione, turbando quella convinzione abituale la cui serenità, più
che sulla attendibilità delle prove storiche, appoggia le sue basi sul
fatto che gli argomenti sono sempre stati sistematicamente disertati nel
corso dei secoli, dalla cultura cristiana.
Innanzi
tutto occorre richiamare l'attenzione sul fatto che molti autori (a
partire dai primissimi secoli dell'era cristiana) sembrano non essere per
nulla convinti che Nazareth fosse la città di Gesu':
"Gli apostoli che sono stati prima di noi l’hanno chiamato così: Gesu'
Nazareno detto il
Cristo..."Nazara"
è la
"Verità".
Perciò "Nazareno" è
"Quello della verità..."
(Vangelo di Filippo, capoverso 47 - testo gnostico del II secolo dopo
l’era volgare).
E’ anche possibile che la parola Nazir, non sia la
radice della parola il “Nazareno” poichè Gesu',
esseno, era il “Nasareno”,
cioè da Naser, il “germoglio”.
Gli
Esseni (vedi Inni) e lo stesso
maestro di Giustizia si consideravano il germoglio, il virgulto nascosto
da cui sarebbe sorto il nuovo Israele attraverso il Nuovo Patto costituito
da "Dio" con i Qumramiani.
"Neppure è improbabile che i primi cristiani siano stati detti Nazareni
nel senso di Nazirei, piuttosto che in quello di originari della città di
Nazareth, etimologia davvero poco credibile e che probabilmente ha
sostituito la prima solo quando l'antica origine dall'essenato (esseni)
cominciava ad essere dimenticata"
By Elia Benamozegh [Italia,
1823/1900, filosofo ebreo membro del collegio rabbinico di Livorno], da "Gli
Esseni e la Cabbala", 1979);
"La stessa tradizione ha fissato il domicilio della famiglia di Gesu' a
Nazareth allo scopo di spiegare così il soprannome di Nazireo,
originariamente unito al nome di Gesu' e che rimase il nome dei cristiani
nella letteratura rabbinica e nei paesi d'oriente.
Nazireo
è certamente il nome di setta, senza
pero' rapporto con la città di Nazareth..."
- By Alfred Loisy [Francia, 1857/1940, sacerdote cattolico, professore
universitario di Storia del Cristianesimo successivamente rimosso
dall'incarico], da "La Naissance du Christianisme";
"La piccola città che porta questo nome (Nazareth), dove ingenui
pellegrini possono visitare l’officina di Giuseppe, fu identificata come la città di Gesu' solamente nel medio evo..."
- By Charles Guignebert, Francia, 1867/1939, professore universitario di
Storia del Cristianesimo, da "Manuel d’Histoire Ancienne du Christianisme"
"In realtà, per quel che riguarda Nazareth, gli storici non hanno potuto
trovare traccia di una città di quel nome sino al IV secolo d.C.; secondo
le fonti ebraiche, bisogna scendere addirittura sino al secolo IX. Nei
vangeli non troviamo mai l'espressione Gesu' di Nazareth ma soltanto
Gesu'
il Nazireo, talvolta scritto anche Nazoreno o Nazareno... ora, nessuno di questi appellativi, per quanto si sia cercato di forzarne
l'etimologia, può farsi risalire ad un nome come quello della citta' di Nazareth... è da
questi termini che è derivato il nome della città di Nazareth, e non
viceversa"
- By Ambrogio Donini, professore universitario, da
Breve Storia delle religioni, 1959
"El-Nasirah è un villaggio della Galilea, posto a circa quattrocento
metri di altezza, nel quale la tradizione cristiana riconosce l'antica
Nazareth, patria di Gesu'. Secondo
vari studiosi, tuttavia, Nazareth - meglio Natzrath o Notzereth -
non è
mai esistita e l'appellativo Nazareno che accompagna il nome di Gesu'
negli scritti neotestamentari non indica per nulla il suo paese di origine..."
- By M. Craveri, autore di numerosi volumi sulla vita di Cristo e di
un’antologia di scritti apocrifi, da "La Vita di Gesu' ", 1974
"Le forme Nazoraios, Nazarenos, Nazaraeus, Nazarene, provano tutte che
gli scribi ecclesiastici conoscevano l’origine della parola ed erano
ben consapevoli che non era derivata da Nazareth..." - By E.B.Szekely, studioso ungherese, che ha frequentato studi di teologia presso il
Vaticano, da "The Essene Origins of Christianity", USA, 1980
"...Gesu' di Nazareth, come molti studiosi della Bibbia sarebbero oggi
pronti a confermare, è una
cattiva traduzione dell’originale greco
(con derivazione aramaica) Gesu'
il Nazareno..."
- By Baigent, Leigh, Lincoln, autori di alcuni libri
sulla tradizione del santo Graal e sui manoscritti del Mar Morto,
da "L’Eredità Messianica", Tropea, Milano, 1996
In
effetti, visitando Nazareth, colpisce il fatto che non esista
assolutamente qualcosa che possa essere considerata una testimonianza
originale del paese in cui sarebbe cresciuto Gesu'. Tutto è posteriore ed,
a differenza di tanti siti archeologici in Israele, in cui c’è almeno
una costruzione, un muro, uno scavo, che abbia riportato alla luce
testimonianze dei tempi che furono, qui la presenza di Gesu' e della sua
famiglia è raccontata solo dai nomi degli alberghi, dei ristoranti, delle
chiese, e dalle parole della narrazione evangelica.
Non un solo mattone o
un sasso che parlino del villaggio di duemila anni fa.
I pellegrini che
vengono frequentano chiese moderne, tutt’al più qualche rudere
bizantino che può risalire all’inizio del quinto secolo; eppure Israele
è una miniera inesauribile di testimonianze che ci raccontano della
storia dell’uomo in tutte le sue fasi, dalla preistoria, attraverso
l’età antica, quella classica, quella medievale, quella degli ultimi
secoli, fino a quella moderna.
Commento NdR: ecco delle news sulla citta'
di Nazareth:
'Nazareth,' Avraham Negev & Shimon Gibson, eds.,
Archaeological Encyclopedia of the Holy Land,
new ed. (2001); e B. Bagatti, Excavations in
Nazareth, vol. 1 (1969), specialmente le pp.
233-34, che discutono quattro basi di colonne di
calcite, che furono riutilizzate in una
struttura posteriore, ma sono datate prima della
Guerra dalla loro somiglianza stilistica con
sinagoghe e costruzioni romane della Giudea del
I secolo, e dal fatto che contengono iscrizioni
nabatee (che suggeriscono una costruzione
precedente a quando i sacerdoti ebrei migrarono
a Nazaret dopo la guerra), e anche dal loro
materiale povero (calcite invece di marmo); le
pp. 170-71 discutono frammenti di marmo con
iscrizioni aramaiche datate paleograficamente
verso la fine del I secolo o inizio del II, che
dimostrano che a Nazareth vi erano strutture di
marmo poco dopo l'epoca in cui i Vangeli furono
scritti (se non
prima).
Ci sono dunque delle prove che il sito di
Nazaret era abitato secoli prima dell'era
volgare, e
che un insediamento ebraico esisteva in loco sia
prima che dopo la prima rivolta ebraica del 70
d.C.
Nel 2009,durante una campagna di scavi nell'area
dell'odierna Nazaret guidata dall'archeolologa
Yardenna Alexandre, è stata scoperta per la
prima volta una casa privata risalente all'epoca
di Gesù; ma una casa non significa una citta'...!
Gesu', sempre
che sia esistito, era un'abitante della
Palestina e quindi era un "palestinese" (non
arabo) che parlava aramaico (fenicio)
Palestina e palestinesi:
La parola in se stessa deriva da "Peleshet",
un nome che appare frequentemente nella Bibbia
ed è approdato in inglese come "Philistine"
(terra dei Filistei = piu' tardi chiamati
Fenici).
Il nome iniziò ad essere usato nel
tredicesimo secolo A.C., a causa di un
movimento migratorio di genti chiamate "gente
del mare", provenienti dall'area del Mare Egeo e
delle Isole Greche che si insediarono anche
sulla costa del Sud della terra di Canaan.
Là fondarono cinque Città-Stato indipendenti
(inclusa Gaza) sulla stretta striscia di terra
conosciuta come Philistia. I Greci e i
Romani la chiamarono "Palestina"; da quei nuovi
territori, i Philistei-Fenici, iniziarono a
commercializzare nel mediterraneo ed oltre, fin
nell'Europa settentrionale e si insediarono in
quei tempi anche in territorio Italico ove una
loro colonia fu la madre del popolo Etrusco.
I "Philistini" non erano ne' arabi e ne' semiti.
Essi non avevano legami storici etnici o
linguistici con l'Arabia o gli arabi. Il nome "Falastin"
che gli arabi oggi usano per "Palestina" NON
è un nome arabo. È la pronuncia araba di ciò
che i Greco-Romani chiamavano "Palestina"
derivato da Peleshet.
Una precisazione interessante ed a quanto pare
assai veritiera - By G. Sorgi
La
fondazione del villaggio di Nazareth (e di
altri simili) risale al VII-VI secolo a.c.,
quando i Nazareni (all'epoca conosciuti con uno
pseudo patronimico) furono costretti a lasciare
il loro territorio nativo (la "tribù di
Beniamino") per scampare alle sanguinose
rappresaglie scatenate dal duo
Giosia – Helkya (sommo sacerdote), (NdR:
di cui il Geremia della Bibbia fu forse il
figlio)
contro tutti coloro che si rifiutavano di
accettare il nuovo corso MONOTEISTICO,
inaugurato dai due “compari” appena citati.
Non è peregrina l'ipotesi che, in
realtà, Geremia sia stato il figlio di un altro
Chelkya, in quanto dal suo libro traspare la
circostanza che egli fosse contro la riforma di
Giosia, dal momento che egli si lamenta che i
libri vennero corrotti: cosa necessaria per
adeguare l'antica scrittura al nuovo corso
monoteistico inaugurato da Giosia, con la
collaborazione della casta sacerdotale del
tempio, di cui Helkya era il sommo sacerdote.
Gran parte di loro ripararono nel territorio
adiacente alla catena montuosa del Monte Carmelo
(all'epoca sotto il controllo dei politeisti
Fenici, da cui i
Nazareni non avevano nulla da temere), dove
essi vi fondarono vari villaggi, tra i quali
“Nazareth”, il quale mutuò il suo nome dalle
famiglie nazarene che lo abitavano (e NON
viceversa !!..).
Prima che venissero chiamati “nazareni”, essi
erano noti da secoli come “BENEY ABBA”, cioè
“Figli del Padre”, da cui il singolare aramaico
“BAR ABBA”(*). Lo ''Abba” di riferimento non era
ASSOLUTAMENTE “Dio”, ma un patriarca
dell'ebraismo primitivo...
Anche i Samaritani, come i Nazareni, rigettarono
la riforma monoteistica di Giosia-Helkya (o
Chelkya) e rimasero fedeli all'ebraismo
delle origini o ebraismo “mosaico”
(essenzialmente un tipo Politeismo).
Dal momento che essi erano indipendenti dal
regno governato da Giosia, non ebbero alcuna
necessità di fuggire, come invece dovettero fare
i Nazareni, e costruirono un loro tempio sul
monte Khorazim, dal momento che essi ritenevano
quello di Gerusalemme “impuro”, in quanto
governato da sacerdoti corrotti.
I Nazareni, in pari modo, costruirono il loro
tempio nella WADI ESSAY, una valle situata tra i
monti della catena montuosa del Carmelo. Ancora
oggi sono visibili i resti di tale
tempio-monastero, lasciati totalmente in
abbandono, in quanto, per “ovvie” ragioni, non
interessano né agli ebrei, né ai cristiani.
Commento e
precisazione di G. Sorgi (vedi sopra)
"..la verità non va ricercata in quello che i
clericali affermano, ma principalmente in ciò
che essi cercano di nascondere."
I dati
storici di questi fatti, sono connessi alle
persecuzioni di Giosia, subito dopo la sua
riforma.
I Samaritani, che, come i Nazareni, rigettarono
la riforma monoteistica di Giosia, non furono
soggetti alle persecuzioni, in quanto la Samaria
non faceva parte del regno di Giuda, su cui
governava Giosia.
Discorso diverso invece per i Nazareni, i quali,
sino all'avvento al potere di Giosia, avevano
sempre dimorato nel territorio della "tribù di
Beniamino" (situato tra Gerusalemme ed il
Giordano). Fu così che i Nazareni, per sfuggire
le sanguinarie rappresaglie del re contro tutti
coloro che si rifiutavano di accettare il nuovo
corso monoteistico, furono costretti a fuggire e
riparare nel territorio su cui insiste la catena
montuosa del Monte Carmelo, allora sotto il
dominio dei Fenici, da cui i Nazareni non
avevano nulla da temere, visto che erano
politeisti come loro.
Per ciò che concerne la data, è difficile
stabilirla con esattezza. Io propendo circa
10-15 anni dopo la nascita del nuovo corso
monoteistico, quindi, all'incirca, verso la fine
del VII secolo a.c. o agli inizi del VI.
Per arrivare alle mie ricostruzioni, ho dovuto
raccogliere molti dati, sparsi qua e là, in
quanto, come per la vera storia della dinamica
attraverso la quale il catto-cristianesimo prese
vita, non esistono testi integrali risalenti a
quell'era, ma solo dati sparsi qua e là nei vari
libri della Bibbia. Attraverso indizi e tracce
varie, è possibile mettere assieme questi dati,
per dar vita ad un mosaico sufficientemente
attendibile.
GESÚ e la STORIA
Ecco ciò che è necessario esporre per ricostruire la VERA dinamica attraverso la quale il 'catto-cristianesimo' (e NON semplicemente 'cristianesimo !..) prese vita; questo perché il Gesù storico (e non quello della 'fede' religiosa !..) fu un carattere MOLTO complesso, particolarmente eclettico e poliedrico, cosa questa che gli permise di calarsi con estrema disinvoltura in varie identità e ruoli diversi, l'ultimo dei quali, vale a dire quello del capo ribelle che, insieme ad altri capi ribelli, partecipò alla difesa di Gerusalemme (*), a due anni dalla fine della guerra (72), lo porterà alla morte mediante lapidazione (e NON attraverso la crocifissione !!.. v. il Talmud)
Il fatto che Gesù amasse cambiare identità (**) da un luogo all'altro, mentre si spostava, è la causa principale del fatto che la sua figura è così 'evanescente' e sfuggente alla 'speculazione' dei ricercatori storici, tanto più che IESOUS all'epoca NON era un nome, ma un semplice attributo greco-ionico (in greco-attico 'IASOUS'), significante 'guaritore', come del resto appare chiaramente negli stessi vangeli canonici (v. Eusebio e Cirillo di Gerusalemme)
Il VERO nome anagrafico di Gesù fu Y'SHAY (o Yeshay), traslitterato nelle lingue occidentali con IESSE/JESSE (in greco Iessai: Iεσσαί), il nome del mitico padre di David: praticamente l'UNICA cosa che Gesù ebbe in comune con David !..
A maggior conferma di ciò, abbiamo Epifanio, il quale, nel suo Panarion, ci dice che i seguaci di Gesù erano chiamati IESSAIOI e spiega chiaramente che tale attributo derivava da Iessai. Infine, abbiamo Ippolito il quale ricorda che Marco (Giovanni detto Marco, 4° evangelista nonché secondogenito di Gesù) affermava di conoscere il VERO nome di Gesù, aggiungendo che si trattava di un nome antico e molto onorato. Da ciò si evince, qualora ve ne fosse ancora bisogno, che IESOUS non era IL VERO NOME di Gesù !..
A Roma Gesù venne conosciuto con un nome diverso da quello suo anagrafico (com'era costume del Gesù storico) e con il 'nick' CHRESTO (v. Svetonio), Vi è una spiegazione storica per tutto ciò.
Mi dispiace di essere 'vago' nei miei riferimenti, tuttavia il libro a cui sto lavorando dalla fine del 2005, non è ancora completato, e di conseguenza neppure pubblicato..
Caro Jean Paul, volevo aggiungere che nel passato tu hai già pubblicato del mio materiale, che avevo pubblicato nei vari forum di discussione. Tuttavia all'epoca non mi firmavo con il mio nome, ma con il 'nick' ELIO e, successivamente, anche con Veritas. Anche allora sei stato corretto, in quanto hai indicato correttamente la fonte.
(*) - dopo che Giuseppe Flavio, suo amico di 'vecchia' data (lo conobbe a Roma), lo convinse ad entrare nel fronte dei ribelli zeloti-messianisti, i quali avevano scatenato la guerra contro i romani (1ª Guerra Giudaica). A quel tempo Giuseppe F. ricopriva il ruolo di governatore della Galilea, assegnatogli dal comitato rivoluzionario di Gerusalemme. E' altamente probabile, se non certo, che Giuseppe F. riuscì a convincere Gesù 'allettandolo' con la prospettiva che se la rivolta avesse avuto un esito positivo per i giudei, egli sarebbe stato acclamato re di Israele. Non a caso, un padre della chiesa bizantina scrisse nei suoi lavori che "..Gesù meritava di diventare re di Israele..": cosa, questa, che non c'entra ASSOLUTAMENTE nulla con il presunto ruolo 'messianico' di Gesù, inteso dallo stesso clero falsario del tempo, come una 'missione' universale (cioè per l'intero impero: da qui l'attributo 'catholicum', derivato dal greco 'katholikos', cioè universale), e NON come messia di Israele!...
(**) - aspetto che gli procurava anche delle remore, in quanto egli non voleva che gli abitanti extrapalestinesi lo ricollegassero al Gesù conosciuto dai palestinesi del tempo (cioè lui stesso): cosa questa che oggi può essere spiegata. Ecco perché Gesù chiedeva ai discepoli che lo seguivano: "..la gente chi dice che io sia?.." (segue insulso materiale redazionale!..), in quanto temeva di essere riconosciuto. Va da sé che una tale domanda NON poteva essere stata fatta da Gesù mentre si trovava in territorio palestinese, in quanto i giudei del tempo sapevano perfettamente chi fosse !..
PS: va da sé che tutto ciò che è stato esposto sopra, implica il fatto che Gesù NON MORI' negli anni 30, tantomeno di crocifissione !
By G. Sorgi -
https://www.facebook.com/giannino.sorgi
Inoltre ai quei tempi Israele (come nazione piena di varie ideologie religiose), era molto "Politeista" e "pagana" (cioe' contadino), solo il tempio di Gerusalemme coi suoi sacerdoti (sadducei - farisei legati alla dottrina babilonese frammista a quelle della Torah alterata da Giosue'...) venduti ai Romani erano monoteisti...per poter sottomettere il popolo il piu' possibile ai loro voleri....
La religione abramitica-Mosaica era una frammistazione di Politeismo, cioe' di rispetto per le forze della natura che venivano definite come provenienti dal cielo; sono i falsificatori cristiani ed ebrei che hanno detto che erano "dei" con forme umane...in realta' erano le forze della natura che venivano chiamate con un nome, cosi come facciamo oggi es.: "debole e/o gravitazione", e coloro che non capivano le definizioni di quei nomi, come gli altri popoli o culture, li hanno personificati- in esseri umanoidi falsificando le credenze dei cosiddetti "pagani"......) ....e di un certo particolare tipo di monoteismo, cioe' l'adorazione dell'UNICO vero "dio" = l'INFINITO = AIN SOUF
I MIRACOLI di GESU' ?
Gesù NON faceva "miracoli", in quanto nessun essere umano può fare miracoli, così come lo hanno inteso gli evangelisti falsari. Egli non era altro che un esperto di trucchi da baraccone, di illusionista ottico e di prestidigitatore, come conseguenza della sua non comune esperienza - almeno a quel tempo - nell'arte illusionistica, appresa e perfezionata in Egitto, dove Gesù rimase per circa tre anni (v. Celso ed il Talmud). Furono poi gli evangelisti falsari che conferirono a questi trucchi ed altro il crisma di 'opere meravigliose' (da cui il termine 'miracoli') di natura trascendentale, per sostenere, davanti alla plebe ignorante, la natura 'divina' di Gesù (sic!).
Dal momento che Simon Mago effettuava gli stessi 'miracoli' eseguiti da Gesù (cosa che non sorprende, dal momento che entrambi provenivano dalla stessa scuola gnostica di Giovanni il Battista, MAGO a sua volta) (*), i falsari non poterono affermare che si trattava di trucchi, senza sbugiardare la presunta 'divinità' di Gesù, essi furbescamente ripararono in 'corner', affermando che sì, Simon Mago faceva i 'miracoli', ma com l'aiuto di Satana (sic!!), anziché con l'aiuto di Dio, come invece faceva Gesù..:-).
A cagione della grande abilità di Gesù nei giochi di illusionismo, i giudei suoi contemporanei lo chiamarono 'stregone' (v. il Talmud)(**)
(*) - nei testi mandei troviamo riportato che "..Giovanni (Yahya) eseguiva 'opere meravigliose' più potenti di quelle di Gesù..".
Si trattò sicuramente di mero 'campanilismo', in quanto a suoi tempi Gesù era insuperabile nelle sue arti 'magiche', e questo gli fece guadagnare una grande notorietà (malgrado l'apparente scarsità di notizie storiche), nel contesto dell'impero centro-orientale ed anche fuori di esso (v. Gesù in India)
(**) - paradossalmente, i padri falsari dei primi secoli tacciarono Simon Mago di 'stregoneria', malgrado, come già detto, egli eseguiva gli stessi "miracoli" compiuti da Gesù !!!...:
By G. Sorgi
Commento NdR: NON sono completamente in accordo sul fatto che Gesu' fosse solo un illusionista....ma che fosse un bravissimo e capace erborista naturista quello si !
Resta il fatto che gli Esseni, di cui il cosiddetto Gesu' il nazareno era un seguace e forse anche un loro rabbino...."convertitosi" da adulto agli zeloti.... conoscevano molto bene le erbe essendo vegetariani, e seguaci delle ideologie naturiste degli egizi e dei fenici...per cui nulla vieta di dire che Gesu' utilizzasse anche e non solo la "marijuana" la cannabis, per i malati che venivano da lui...infatti era un mago guaritore, cioe' un erborista naturista capace...!
Gesu' il nazareno lo ripeto ancora, essendo di cultura essena, conosceva perfettamente le erbe e le utilizzava molto sapientemente anche con la terra e lo sputo...oltre che l'urina (urino terapia, ben nota anche e non solo agli esseni), e la psicoterapia, cioe' la fiducia in se stessi, infatti varie sono le citazioni dei vangeli di frasi come questa: "la tua fede=fiducia ti ha salvato=guarito", oppure "vai e non peccare piu' ", il che significava semplicemente e secondo la medicina naturale, vai e non trasgredire piu' le leggi naturali del bere e mangiare....) oltre all'effetto placebo applicato in ogni terapia naturale; quindi, siccome succedono i "miracoli", quando si utilizzano quegli ingredienti e quelle terapie naturali, sui malati che ignorano le leggi ed i trattamenti naturali, chi era "miracolato" e chi assisteva a quei "trattamenti" non comprendendone i meccanismi naturali, pensava subito al "divino" o supernaturale, ed interpretava i risultati come di origine divina....specie fra i contemporanei di quell'epoca...ovviamente si trattava di guarigioni naturali cosi come insegna la Medicina Naturale.
Il Gesù dei vangeli era o divenne Zelota ? - Riporto una considerazione di Davide Donnini.
Luca dice: 23, 26-32)
[26] Mentre lo conducevano via (andavano sul Golgota)...
[32] Venivano condotti insieme con lui “anche” due malfattori per essere giustiziati.
In realtà il termine originale per ‘malfattori’ era, in latino ‘Latrones’, che non sta per 'ladri' o ‘ladroni’, visto che si equivale ai termini ‘Sicarii’ e Galilei, ma più propriamente è una traduzione dal greco: Zelotes o Lestes.
Inoltre, il termine ‘ANCHE’, nel passo di Luca, è una traduzione arbitraria del greco ‘eteroi’, che in realtà si dovrebbe tradurre con ‘ALTRI’; quindi:
"Venivano condotti INSIEME CON LUI ALTRI DUE ZELOTI".
Il significato è evidente: Gesù era uno zelota !
Precisazione di G. Sorgi:
Il Gesù della fede (NdR: quello inventato), nato nell'anno zero e morto nel 33, secondo le cronache evangeliche, non fu uno zelota, sebbene tra i suoi discepoli si citi un certo Simon Cepha detto lo zelota. Ma per il Gesù della storia (cioe' quello VERO) le cose andarono diversamente..
Per tutta la vita, tranne gli ultimi 5 anni, Gesù, per ciò che concerne il mondo palestinese, non si interessò mai di politica, tranne gli ultimi 5 anni della sua vita.
A partire, all''incirca, dal 65-66, Gesù si trasformò prima in un capobandito, il quale, al comando ci circa 900 giovani galilei armati (v. Hièrocles), scorazzò nell'area compresa, all'incirca, tra il versante occidentale del lago di Tiberiade, la zona ad est di Tolemais e la Samaria settentrionale (v. l'episodio evangelico del villaggio dei samaritani che respinsero Gesù ed i suoi 'discepoli').
Dopo circa un anno, Gesù si convertì alla causa zelota, diventando un caporibelle ed unendosi al fronte della ribellione zelota-messianista, la quale nel frattempo aveva fatto scoppiare la guerra contro i romani. Ergo, Gesù non fu mai uno zelota, ma di fatto lo divenne.. Molto sinteticamente.... Palestina … 1° metà del I sec. era volgare..
Il territorio è sotto il governo di Roma.
Erode è il re fantoccio della Galilea e della Perea imposto da Roma.
I sacerdoti chiudono un occhio e anche l’altro per mantenere il proprio potere.
Con questo scenario politico/religioso diverse fazioni tramano contro Roma, Erode e i sacerdoti: i ribelli armati per riprendersi l’indipendenza e detronizzare Erode, e i predicatori che denunciano la collusione dei sacerdoti con Roma e che predicano un ritorno alla vera fede.
Roma dà la caccia ai rivoltosi appartenenti al movimento zelota, movimento capeggiato da chi si riteneva il legittimo discendente della Casa di Giuda, l’unto, il cristo (i vangeli sono scritti in greco), che da decenni tenta di riprendersi la Galilea (una volta il movimento ci riuscì pure con Giuda di Gamala, detto Giuda il Galileo, poco dopo l’anno 0), mentre i predicatori sono invisi ai sacerdoti, ma non ritenuti eccessivamente pericolosi.
Gamala corrisponde alle descrizioni che i vangeli fanno di Nazareth, nome che non è quello di una città, ma della comunità dei naziriti, come lo erano gli Esseni (tra i reperti di Qumran si ritrovano tracce che collegano la comunità Essena ai rivoltosi Zeloti, come ad esempio il Rotolo della Guerra.)
Tra il popolo è verosimile che circolino col passaparola, quindi con tutte le probabili variazioni involontarie del caso (non c’erano gli i’phon), i racconti di coloro che erano stati testimoni o seguaci chi dei rivoltosi e chi dei predicatori; racconti delle gesta di Giuda il Galileo agli inizi del I° sec. (alla sua sconfitta seguì una dura repressione, con la crocifissione di circa duemila rivoltosi), delle guarigioni “miracolose” operate da coloro che avevano soggiornato e appreso presso e dagli Esseni, in particolare quelle da parte di un certo Gesù che si definiva “figlio del padre” (bar-abba in aramaico)….
In questo quadro si colloca Ponzio Pilato, prefetto della Giudea (unico personaggio dei vangeli di cui si ha prova archeologica della sua esistenza), e noto per la sua arroganza (introdusse immagini dell’imperatore nel tempio ordinando l’uccisione degli ebrei che non si fossero adeguati a rendergli onore, e tentò di costruire un acquedotto con le offerte del tempio).
Ciò desta inevitabilmente ulteriori rivolte…
Ecco: in uno scenario simile è logico pensare che un uomo come Pilato, avendo tra le mani il capo dei ribelli, lo lasci libero? per un’usanza ebraica, oltretutto non confermata, di rilasciare un prigioniero nei giorni della Pasqua?
Ma andiamo avanti.
Al servizio di Roma troviamo un ebreo laico (ma buon conoscitore della Septuaginta), cittadino romano originario della Turchia, formato nella cultura greco-ellenica, che dà la caccia ai cristiani seguaci dell’unto/cristo crocifisso a Gerusalemme, e che, in servizio in direzione di Damasco, capisce che né le armi di Roma né quelle dei ribelli sono un bene per il suo popolo; sa di un predicatore che non conosce e si incuriosisce.
Decide di non seguire più Roma e si istruisce presso Anania (discepolo del predicatore) e di seguire così i ribelli “pacifici” (ribelli, che ricordo, non vedevano di buon occhio la stessa classe sacerdotale).
Ma non gli basta: vuol sentire anche altre campane e torna a Gerusalemme dove ascolta le vox-populi (che intanto si erano mescolate tra loro tanto che non si distinguevano più le une dalle altre), forse conosce qualcuno che aveva ascoltato i predicatori, che aveva ascoltato il Gesù “figlio del padre”, magari conosce proprio Simone figlio di Giuda il Galileo (nei vangeli detto Pietro) con il quale fu poi in disaccordo … insomma, difficile anche per Paolo capirci qualcosa in mezzo a tutta questa confusione di aneddoti e racconti, visto che lui non aveva vissuto in Palestina.
Paolo ritorna a Damasco a riportare quanto aveva appreso a Gerusalemme, e provando a mettere insieme i “pezzi”, pensa una rivoluzione diversa da quella armata resa quasi inoffensiva: una rivoluzione che non porta alla salvezza dal potere, ma la salvezza dello spirito mediante gli insegnamenti del messia “figlio del padre”, tentando così di “alleggerire” la tensione politica agli occhi di Roma e di riportare il popolo alla vera fede, ma ha poca fortuna: fugge e decide quindi di predicare oltre i confini della Palestina ai gentili quella che per lui è la Verità.
Torna a Gerusalemme, ma viene accusato dagli stessi ebrei di essere egli stesso un nazireo (Atti 24,5), incarcerato e poi giustiziato.
Intanto in Palestina, dove Paolo non ha avuto molto seguito fra gli ebrei (nonostante le lettere a loro inviate), continuano le rivolte armate: il tempio verrà distrutto dai Romani nel 70 dc., mentre tra i poveri ed emarginati dei pagani attecchisce questa nuova predicazione di speranza, la buona novella.
By: Daniela Saba Bastet Sekmet - https://www.facebook.com/daniela.saba.37?fref=nf
Posso annunciare che:
1) Gesù è un personaggio storico realmente esistito
2) Giovanni Battista e Gesù sono due personaggi distinti
3) Gesù non era il figlio di Giuda il Galileo, cade clamorosamente la teoria degli arpiolidi
4) Giuseppe padre putativo di Gesù è realmente esistito, poi saprete chi era e questo era il suo vero nome
5) Salomè che aiutò Maria nel parto realmente esistita, poi saprete chi era e questo era il suo vero nome
6) Marta era anche lei personaggio storico realmente esistito così come Lazzaro figlio di Gesù
7) Il sacro graal era...qualcosa di pazzesco che andrà oltre tutto ciò che potete immaginare
8) I cavalieri templari se sapevano questa verità si capisce subito il motivo per cui furono massacrati dalla chiesa
By Alessandro De Angelis - Per i particolari su questi temi rimando al mio nuovo libro: Il figlio segreto di Gesu'.
Commento NdR: sintesi vicina alla verita' storica, anche se mancano alcune precisazioni su alcuni soggetti.
il finale e' pero' manchevole...
Questa e' la sintesi del messaggio che il cosiddetto Gesu' il nazareno enunciava ai suoi tempi, alla popolazione locale in Palestina:
La buona novella del "regno dei cieli, dentro di voi", cioe' in ogni uomo….e "l’IO SONO unica guida dell’uomo stesso", e voi siete dei....la riscoperta del significato del tetragramma. Alessandro De Angelis autore del volume : il Cristo romano - 21/04/2016 - INTERVISTA
Da un’esperienza premorte a una teoria rivoluzionaria, chi è Alessandro De Angelis
L’autore appena diciassettenne ha sperimentato un’esperienza ai confini con la morte e da quel momento è iniziata la sua ricerca. Originario di Tivoli, ha avuto un arresto cardiaco durante un’apnea a causa di un aneurisma che lo ha condotto a vivere una situazione di NDE (sigla dell'espressione inglese Near Death Experience) da quel momento ha iniziato a studiare astrofisica e cosmologia, collaborare con fisici, prestando sempre maggior attenzione alla fisica dei quanti che teorizza un universo olografico-digitale dove lo spazio tempo nasce dai bit d'informazione e dove noi tutti siamo all'interno di una Matrix virtuale.
Laureato in lettere e filosofia indirizzo demo-etno-antropologico, ha cercato il motivo per cui sono nate le religioni, in particolare le tre monoteistiche, basate sull'idea di un Dio-creatore arrivando alla conclusione che la nascita dei primi culti, ed in seguito delle religioni, la si deve alle catastrofi naturali che periodicamente sconvolgono il nostro pianeta. Autore di un volume che sicuramente susciterà reazioni del mondo accademico e non , racconterà le sue scoperte dalle pagine del nostro quotidiano.
Dottor De Angelis, innanzitutto grazie per la sua collaborazione con Notizie Nazionali. Adesso sta per uscire il suo ultimo libro “Cristo il Romano” e già il titolo è indicativo...
Si, significa che Gesù era di sangue romano ed era imparentato con tutti i più grandi imperatori di Roma, nipote di Cesare Augusto e cugino carnale di Nerone, oltre che parente di Giulio Cesare, Tiberio, Caligola e Claudio. Ma era anche il nipote della regina Cleopatra d'Egitto e discendente da re Davide da parte del nonno Simone Boeto. Insomma, non fu un caso che gli venne attribuito l'epiteto di re dei re.
D'altronde l'impero romano non avrebbe mai accettato come religione di stato il cristianesimo, costruito su un ebreo marginale, visti i continui conflitti che ebbe con il popolo ebraico; ben 5 guerre che sfociarono in continui bagni di sangue e milioni di morti.
Da dove è partita questa ricerca che ha portato a queste sconvolgenti conclusioni ?
Sono teorie, ipotesi o scoperte suffragate da prove ?
Non parliamo di teorie o ipotesi, ma di prove storico documentali, con criteri di ricerca accademici. Tutto è iniziato quando trovai sul libro Guerra Giudaica dello storiografo Giuseppe Flavio, coevo di Gesù, la storia della terza moglie del re Erode il Grande, Maria, figlia di Simone Boeto e di Cleopatra, che congiurò contro il marito Erode nel 5 a.C., in perfetta sovrapposizione temporale con la fuga in Egitto della sacra famiglia, cercata dal re Erode.
Questo fatto mi incuriosì e iniziai a verificare chi era Maria Boeto, scoprendo così che aveva tre cugine, Anna, Elisabetta e Giovanna che ritrovai nei vangeli. Anna infatti si prese cura di Maria insieme a Gioacchino dopo la morte di Cleopatra; Elisabetta è la madre di Giovanni Battista che Maria e Giovanna una discepola di Gesù.
Non solo ma hanno lo stesso grado di parentela nei vangeli e nella famiglia Boeto. Non solo, Maria Boeto risulta essere, oltre che figlia di Simone, sorella di Marta e Lazzaro e troviamo nella sua famiglia anche Gesù che diventerà sommo sacerdote dal 63 al 65 d.C.
Tutti i cinque personaggi qui menzionati li ritroviamo nei vangeli quando Gesù va a casa di Simone, dove trova Maria che gli unge i piedi di olio e dove vi era anche Marta e Lazzaro, zii di Gesù nei vangeli e nella famiglia Boeto.
Che scopo ha questa ricerca ? Quali vantaggi o svantaggi le ha portato ?
La mia ricerca ha come unico scopo il riemergere della verità sulla figura di Gesù, e ho avuto confronti con sacerdoti e docenti universitari che non hanno replicato o cercato di confutare le mie scoperte, proprio perché storico-documentali.
Lei è credente ?
Se sono credente ? Chi ha avuto un'esperienza premorte sa bene che la nostra stringa energetica, o anima, come la chiama il credente, non è mai stata creata ed è sempre esistita. Noi proveniamo e torneremo, dopo quest'esperienza virtuale che chiamiamo vita, alla fonte di luce e vibrazione che i credenti chiamano Dio e di cui siamo parte integrante: uno e tutt'uno.
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GESU il NAZARENO era
VEGETARIANO ed
ESSENO ?
Dal Vangelo della Pace (pergamena
ritrovata in Medio Oriente, sulle pendici del
Mar Morto nella zona di Qunram ed appartenente
quasi certamente agli
Esseni di cui
Gesu' il nazareno fu un loro seguace-rabbi-maestro,
per un certo tempo)
"Maledetto colui che con l'astuzia ferisce e
distrugge le creature di dio. Si maledetti i
cacciatori, perche' saranno cacciati, e per mano
di uomini indegni riceveranno a stessa
misericordia che hanno mostrato alle loro prede
innocenti !".
Cosi ci riferisce questo antico scritto di circa
2.000 anni fa.
Nella Bibbia il Vecchio testamento contiene
molte affermazioni a favore del
vegetarianesimo, fin dalla Genesi nella
quale un verso dice: "e vi ciberete di ogni
erba e di ogni frutto della terra" - e'
evidente che il testo si riferisce a frutta,
verdure, cerali, leguminose, radici, ecc..
Nel Nuovo Testamento, nei vangeli vi sono 19
citazioni nelle quali si parla di "carne", ma
ristudiando l'antico greco, trascrizione dall'aramaico,
lingua nella quale alcuni dei primi vangeli
furono redatti, si evince che le varie parole
utilizzate, ad esempio la parola "carne",
deve essere intesa come cibo = dal testo greco
broma, e' utilizzata in quei versi
4 volte; la parola brosimos = cio' che si
puo' mangiare, usata una volta soltanto; la
parola brosis = l'atto del mangiare del
cibo e' utilizzata 4 volte; la parola
prosphagion = qualsiasi cosa da mangiare,
utilizzato una volta; trophe =nutrimento,
e' utilizzato 6 volte; phago = mangiare,
e' utilizzato 3 volte.
Cosi quando ad esempio in Giov. 21:5 si legge "avete
della carne", si dovrebbe rileggere
cosi: "Avete qualcosa da mangiare ?"
oppure quando nei vangeli si legge che i "discepoli
di Gesu' andarono a comperare della carne",
la ritraduzione letterale suonerebbe cosi: "i
discepoli andarono a comperare da mangiare".
Il greco originale nei vangeli, parla di cibo in
generale e non necessariamente della sola carne.
E cosa dire del "miracolo dei pani e dei pesci"
con il quale Gesu' avrebbe sfamato centinaia di
persone...
Ritraduciamo il testo e scopriamo che.
la parola "pesci" fossero delle polpette, fatte
con una pianta marina (appunto, pianta del
pesce),
cibo ancora diffuso in medio oriente; queste
piante marine vengono seccate al sole, ridotte
in farina in un mortaio ed infine cotte al forno
come polpette.
Nell'antica Babilonia queste polpette preparate
con l'albero del pesce (una specie di alga),
erano uno dei piatti principe della popolazione
ed i Giudei che ritornarono dalla cattivita'
babilonese, importarono anche quel tipo di cibo
che rimase uno dei piatti della popolazione
povera del medio oriente, per cui e' un cibo ben
noto ai tempi di Gesu' il nazareno; persino i
musulmani la utilizzano ancora oggi.
Poi esiste una logica considerazione da farsi a
proposito di quel riferimento dei vangeli su
quel miracolo; e' noto che la carne di pesce in
zone calde putrefa' nel giro di poche ore...era
molto piu' probabile che si conservassero nelle
loro ceste delle polpette vegetali che non del pese,
specie con le interiora dentro che lo fanno
putrefare molto in fretta e rovinando qualsiasi
altro cibo che avessero avuto nelle loro
ceste...
Ed ora consideriamo la festa di Pasqua nella
quale si sacrificava l'agnello che doveva essere
mangiato dalla famiglia.
L'ultima cena non si riferisce solo alla pasqua
ebraica nella quale si mangiava l'agnello e nel
vangelo di Giovanni cap. 13: 1-4, ci riferisce
che: "ora, prima della festa del passaggio
(la Pasqua ebraica), Gesu' sapendo che era
giunta la sua ora, si alzo' da tavola, lascio'
cadere i suoi vestiti
prese un asciugamano e con esso si cinse la vita...".
Da queste considerazioni e' possibile pensare ed
affermare che Gesu' se
e' esistito, essendo stato
esseno (gli
esseni erano
vegetariani e si nutrivano con i loro
orti)
abbia mantenuto, quasi sempre questo
atteggiamento nei confronti del cibo e lo abbia
consigliato, ma non possiamo essere assolutisti
nell'affermare che egli NON mangio' mai della
carne, in quanto i testi dei vangeli, che sono
fra i pochi testi che
parlano di questo personaggio, che pare sia
solo una ricostruzione ad arte fatta dai
cristiani, ci riferiscono solo questi pochi
versi sul comportamento alimentare di
Gesu il nazareno,
mentre altri vangeli, detti impropriamente
apocrifi, ne parlano, esempio:
Il
Vangelo della Pace !
Fu
vegetariana
l'ultima cena di Gesu' il nazareno !
Nell'ultima cena Gesù non mangiò l'agnello
pasquale, poiché seguì la regola degli
Esseni,
che l'ospitarono nella loro sala per banchetti,
data gratuitamente a chi accettava la loro
norma: non mangiar mai carne.
Lo afferma anche mons. Mario Canciani, biblista
e parroco cattolico della basilica romana San
Giovanni dei fiorentini, nel suo libro Ultima
cena dagli Esseni.
C' è di più: egli afferma, con altri studiosi,
che la “Settimana
Santa” fu ben diversa da come la ricorda la
tradizione cristiana.
Gesù disse:
"Signori, mia moglie" – 21/09/2012
Il ritrovamento del frammento di papiro
copto, presentato pochi giorni fa alla
stampa da Karen King, la ricercatrice della
Harvard Divinity School, sta scatenando una
sequenza di capriole verbali e di acrobazie
logiche veramente divertenti.
Come noto, nel papiro si legge la frase:
"Gesù disse loro: 'mia moglie'", parlando
presumibilmente ai suoi discepoli.
Apriti cielo: se si scoprisse che davvero
Gesù era sposato crollerebbe di colpo
l'intera credibilità di una dottrina fondata
sul celibato. Già nei Vangeli - per quanto
ripuliti dai Padri della Chiesa - erano
rimaste tracce di questa "moglie" che ogni
tanto saltava fuori all'improvviso, ma la
frase di questo ultimo ritrovamento non
lascia più spazio ad ambiguità di alcun
tipo: quando uno dice "Signori, mia moglie",
i casi sono due: o sta cercando di spacciare
per consorte un viados con parrucca e tacchi
a spillo, oppure quella è veramente sua
moglie.
Ed è qui che iniziano le acrobazie
"interpretative" degli studiosi, a partire
dalla stessa Karen King, per non dover
ammettere quello che invece dovrebbe essere
chiaro per chiunque.
Da un articolo della BBC leggiamo: "La King
ha ripetutamente sottolineato che questo
frammento non va considerato una prova che
Gesù, il personaggio storico, fosse
sposato".
E chi doveva esserlo, se non il personaggio
storico ? La sua controfigura di Hollywood ?
Fra l'altro, "personaggio storico" lo si
diventa col passare dei secoli, ma i Vangeli
descrivono la vita di una normalissima
"persona" di quel tempo. Se uno dice "questa
è mia moglie" vuol dire "questa è mia
moglie", no ?
"Il testo è stato probabilmente scritto
secoli dopo la vita di Gesù - continua la
King - e tutte le altre fonti storicamente
affidabili tacciono sulla faccenda." A parte
che tutti i Vangeli sono stati scritti
almeno 50 anni dopo la morte di Gesù (prima
c'era solo la tradizione orale), ma non è
che le cose cambino più di tanto, con il
passare del tempo: una volta messi nero su
bianco li si ricopia diligentemente, e
nessuno si sognerebbe mai di cambiarne una
sola virgola.
Anche la Bibbia, volendo, è stata tramandata
per oltre 500 anni per sola tradizione
orale, prima di venire definitivamente messa
nero su bianco, ma se vai a confrontarla con
un rotolo di Isaia trovato a Qumran - che ha
fatto un percorso storico completamente
differente - scopri che sono identici,
parola per parola.
Quasi commovente, nel suo tentativo di "debunking",
lo sforzo della King per spostare il
problema sul "dibattito" avvenuto nelle
prime comunità cristiane riguardo al
matrimonio: "Il frammento - dice la King -
offre prove ulteriori che ci sia stato un
forte dibattito fra i primi cristiani se
Gesù fosse sposato oppure no".
Veramente il frammento dice "Signori, mia
moglie". Casomai il frammento offre una
prova che avessero ragione quelli che
sostenevano che fosse sposato, non "che ci
sia stato un forte dibattito." Quello lo
sapevamo già.
E' come se qualcuno fra 100 anni trovasse la
deposizione filmata di Mineta alla
Commissione 9/11, e dicesse: "Questa
deposizione dimostra che c'è stato un forte
dibattito sul vero ruolo di Dick Cheney
negli attentati dell'11 settembre". Eh no,
caro amico: quella deposizione dimostra che
Dick Cheney ha dato un ordine di non
intervenire. Che ci sia stato un forte
dibattito lo sapevamo già tutti in partenza.
Altri "studiosi" ci vanno giù pesanti, senza
stare troppo a guardare le sottigliezze. Jim
West, pastore della chiesa battista del
Tennessee, dice: "Una frase su un frammento
di papiro non dimostra nulla. E' solo una
affermazione sospesa nell'aria, senza
sostanziale contesto". (Ricorda qualcuno ?)
E' quale contesto dovrebbe esserci, quando
uno dice "Signori mia moglie" ? Se la
presenta "nel contesto" di una cerimonia a
palazzo è valida, se invece la presenta in
osteria non è più sua moglie ?
Wolf-Peter Funk, esperto di lingua copta, ha
detto: "Ci sono migliaia di frammenti di
papiro su cui trovi scritte le cose più
folli".
Perchè i folli naturalmente sono sempre gli
altri. Per certe persone, qualunque cosa non
corrisponda al loro modo di pensare diventa
automaticamente "una follia".
Ora viene la cosa più divertente di tutte:
perchè tutti questi studiosi, invece di
arrampicarsi sui vetri per continuare a
difendere a tutti i costi l'arcaico concetto
di celibato, non vanno a leggersi il Vangelo
ufficiale della Chiesa cattolica ? Quello
dovrebbe essere abbastanza "affidabile" come
fonte storica, secondo loro, no?
Ecco, se lo facessero troverebbero ad
esempio, nelle lettere di Paolo al figlio
Timoteo (ho detto figlio? Ooops), quanto
segue:
"Se uno aspira all'episcopato, desidera un
nobile lavoro. Ma bisogna che il vescovo sia
irreprensibile, non sposato che una sola
volta, sobrio, prudente, dignitoso,
ospitale, capace di insegnare, non dedito al
vino, non violento ma benevolo, non
litigioso, non attaccato al denaro. Sappia
dirigere bene la propria famiglia e abbia
figli sottomessi con ogni dignità,perché se
uno non sa dirigere la propria famiglia,
come potrà aver cura della Chiesa di Dio ?"
Gentili signori "esperti" e "studiosi":
qual'è la parte di "vescovo" che non capite
? Qual'è la parte di "sposato" che non
capite ? Qual'è la parte di "famiglia" e
"figli" che non capite ?
By Massimo Mazzucco - Tratto da:
luogocomune.net
Su un'altro papiro leggiamo:
Nel "Pistis Sophia", apocrifo gnostico in lingua
copta del III secolo, Gesù è spesso circondato e
accompagnato da "discepole", e Maria Maddalena
vi compare come sposa e sacerdotessa, nonché
figura simbolica della Conoscenza...
La moglie di Gesu' ben spiegata da Alessandro
De Angelis !
Inoltre, altri vangeli detti apocrifi ed i vangeli
canonici, se letti con attenzione, parlano che
fatto che Gesu' amava Maria Maddalena ed era suo
compagno, amante e marito:
Nel Vangelo di Filippo (versetto 55) leggiamo:
"La
compagna di Cristo è Maria Maddalena. Il Signore
amava Maria più di tutti i discepoli e la baciò
più volte sulla bocca. Le altre donne, vedendo
il suo amore per Maria, gli dissero: “Perché ami
lei più di tutte noi ?”. Il Salvatore rispose a
loro: “Come mai io non amo voi come lei
?”.
Nuove scoperte
sulla
moglie di Gesù - 11 aprile 2014
Diversi esami di laboratorio hanno dimostrato
che l'antico frammento di papiro presentato nel
2012 – contenente una frase non da poco – non è
un falso moderno.
Il piccolo frammento di papiro che contiene una
frase mai apparsa prima nelle Sacre Scritture e
che contiene la parola “moglie” riferita a Gesù è
antico e non è un falso moderno.
Il documento è stato analizzato da alcuni
professori di ingegneria elettronica, chimica e
biologia di tre atenei americani (Columbia,
Massachusetts Institute of Technology e Harvard)
che hanno usato diversi tipi di spettroscopia
per arrivare a stabilirne la datazione.
Timothy Swager,
chimico del Massachusetts Institute of
Technology, ha utilizzato la spettroscopia
agli infrarossi per verificare se
l’inchiostro mostrasse variazioni o incongruenze
e ha concluso che «non c’è prova che qualcuno
abbia creato un falso. Sarebbe stato
estremamente difficile, se non impossibile».
Per James Yardley, ingegnere elettronico
della Columbia che ha utilizzato la tecnica
della spettroscopia
a micro-Raman, l’inchiostro è «perfettamente
in linea con quello usato in altri 35-40
manoscritti datati tra il IV e l’VIII secolo
dopo Cristo».
Il papiro era stato
presentato nel settembre del 2012 durante
durante il Convegno
Internazionale di Studi Copti da Karen L.
King, studiosa di vangeli gnostici e di
questioni di genere nella chiesa primitiva
alla Harvard Divinity School e prima donna a
occupare la più antica cattedra degli Stati
Uniti. Il frammento – che misura 4 centimetri
per 8, è scritto su entrambi i lati con
inchiostro nero ed è in lingua copta,
l’evoluzione dell’antica lingua egiziana che non
fa uso dei geroglifici ma dei caratteri
dell’alfabeto greco – contiene un dialogo tra
Gesù e i suoi discepoli e c’è scritto:
“Gesù disse loro: mia moglie…”
La formula “ta-hime”, forma rara di “ta-shime”,
corrisponde in copto alle parole “donna” o
“moglie”. E poco sotto: “Lei sarà in grado di
essere mia discepola”
Il papiro era stato
presentato da Karen L. King come risalente al IV
secolo e conteneva quello che la studiosa di
Harvard aveva chiamato “Vangelo della moglie di
Gesù”, un testo sconosciuto composto
probabilmente in lingua greca nella seconda metà
del II secolo. La datazione era stata da lei
stabilita sulla base dell’influenza che questo
scritto avrebbe subito da opere come il Vangelo
di Tommaso e il Vangelo di Filippo (in cui Maria
Maddalena è citata come la moglie di Gesù).
Dopo l’esito delle
analisi di laboratorio sul papiro, Karen L. King
ha ribadito che il contenuto del frammento non
costituisce una prova che Gesù fosse
effettivamente sposato, ma dimostra con qualche
certezza in più che tra i primi cristiani
c’erano discussioni attive su celibato, sesso,
matrimonio e discepolato. La questione sul fatto
che Gesù fosse sposato o meno nacque solo 150
anni dopo che Gesù morì, nell’ambiente dei
cristiani che discutevano tra loro se dovessero
sposarsi o rimanere celibi: «Quando tutte le
prove puntano in una direzione non hai la
certezza al 100 per 100, ma la storia non è un
posto per il 100 per cento», ha ricordato King.
Il lavoro della
studiosa e la sua interpretazione hanno
naturalmente sollevato una grande discussione
sul tema. Il suo saggio, che è stato
recentemente pubblicato
online dopo una serie di revisioni da parte
di altri colleghi sulla Harvard Theological
Review ed è accompagnato da una replica di Leo
Depuydt, egittologo della Brown University,
secondo cui il frammento è così evidentemente
falso da «sembrare pronto per uno sketch dei Monty Python». Depuydt non ha analizzato il
papiro e ha detto di non volerlo nemmeno fare,
convinto dai «grossolani errori grammaticali» e
dal fatto che ogni parola coincide con quelle
del Vangelo di Tommaso, scoperto in Egitto nel
1945: «Non può essere una coincidenza», ha
commentato.
È scettico anche il
Vaticano, che attraverso le parole di Gian Maria
Vian, direttore dell’Osservatore Romano, già nel
2012 aveva definito il
papiro «un falso». Accanto all’editoriale di
Vian, il quotidiano aveva pubblicato un’analisi
dello studioso Alberto Camplani sulla storia
del frammento definito «molto problematico e
controverso» innanzitutto perché non era stato
trovato attraverso uno scavo ma sul mercato
antiquario. La tradizione cristiana ha sempre
sostenuto che Gesù non fosse sposato o che, come
San Paolo, fosse sposato alla Chiesa.
Il fatto
che sulla vita di Gesù ci fossero idee diverse
già tra i primi cristiani, e dunque ancora prima
dei vari concilii e prima che i libri del Nuovo
Testamento fossero decisi come canonici,
aiuterebbe a ricordare che «praticamente tutto
quello che le generazioni successive dissero su
Gesù fu assemblato e rivisto da qualcuno dopo la
sua morte», come ha spiegato Roger Bagnall,
professore di storia antica alla New York
University, e riaprirebbe una questione di
grande attualità: quella sul ruolo delle donne
nella Chiesa, sulla negazione del sacerdozio
femminile e sul matrimonio dei sacerdoti.
Tratto da:
http://www.ilpost.it/2014/04/11/nuove-scoperte-moglie-gesu/
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Il FIGLIO
"segreto" di Gesu' il nazareno -13/01/2015
Dieci anni di studio tra testi antichi e analisi
approfondite per arrivare ad una conclusione che
viene annunciata come epocale: è stata scoperta
l'esistenza del figlio di Gesù (NdR:
detto il)
cristo.
E le prove sono state trovate addirittura nei
vangeli canonici, praticamente i testi più letti
e studiati negli ultimi duemila anni. A firmare
lo scoop sono Alessandro e Alessio De Angelis,
rispettivamente padre e figlio. Il primo, 56
anni, scrittore e ricercatore storico e
antropologico ha trasmesso al figlio 20enne la
passione per la cultura e la storia, in
particolare gli argomenti storici e
cristologici.
Studente al secondo anno di Filologia classica
alla facoltà di Lettere classiche all'Università
Sapienza di Roma, Alessio ha pubblicato "Il
figlio di segreto di Gesù" con Altera Veritas,
casa editrice da lui fondata.
E' il quinto libro del giovane scrittore che ha
esordito a soli 13 anni e mezzo con "Giovanni il
Galileo", un testo di storia comparata.
"Una ricerca storica per fare chiarezza sul
passato".
"L'idea di questo libro - spiega il padre,
Alessandro - è nata durante un primo lavoro di
correzione delle bozze. Ci siamo soffermati su
un passaggio del Vangelo, quello in cui Gesù in
croce si rivolgeva, secondo la tradizione più
classica, a sua madre Maria. Dopo un'attenta
analisi filologica e di comparazione storica
siamo arrivati ad inquadrare in maniera più
precisa quel quadro riuscendo poi a trovare
conferme della nostra tesi in numerosi altri
punti dei Vangeli".
Il messaggio che i De Angelis comunicano al
mondo con questo libro, in vendita da metà
dicembre sul sito internet della casa editrice,
rischia di essere destabilizzante visto che va a
stravolgere una verità che dura da due millenni.
"Questo è un libro che tratta di storia e si
rivolge a studiosi - spiega Angelo - è una
ricerca storica a tutti gli effetti, portata
avanti con uno studio approfondito e
certificato, rigoroso e scrupoloso attraverso i
metodi più moderni. Parlare del Gesù della
storia non vuol dire denigrare il Gesù della
fede, e l'uno non necessariamente contraddice
l'altro. Come la ricerca storica non si arroga
il diritto di contrastare la fede, così la fede
non può essere un limite per la ricerca storica.
Il nostro scopo non è quello di creare scandalo
o destabilizzare un sistema, ma quello di
contribuire alla ricostruzione storica nella
maniera più oggettiva possibile. L'auspicio è
che questo nostro studio possa servire anche ad
altre ulteriori ricerche per chiarire e
conoscere un periodo oscuro della storia, quello
appunto del cristianesimo primitivo. Stiamo
restituendo al grande mosaico della storia una
piccola tessera".
"Riceviamo attacchi ed insulti da fanatici
religiosi"
Un titolo che parla di Gesù e del suo erede ha
già creato scalpore negli ambienti più ortodossi
dove il nome della famiglia di ricercatori De
Angelis è nota per aver già preso in passato
posizioni molto in contrasto con la storia
cristiana più tradizionale: "Riceviamo spesso
attacchi e insulti da fanatici religiosi -
spiega Alessio - gente che vuole oltraggiarci
senza aver mai letto i nostri studi. D'alta
parte però devo riconoscere che negli anni ci
sono state tantissime persone che ci hanno
apprezzato, su internet abbiamo un largo seguito
e ci invitano spesso per conferenze e dibattiti
in ogni angolo d'Italia".
Anche "Il figlio segreto di Gesù" ha iniziato ad
attirare l'attenzione persino prima della
pubblicazione: "Ci ha già contattati la
trasmissione televisiva Mistero - aggiunge
Alessandro - siamo consapevoli che la nostra
ricerca segnerà una tappa importante".
"Pronti a confrontarci con chi vuole avere un
dibattito"
Quando spiegano il contenuto del libro, Alessio
e Alessandro citano autori storici, riferimenti
tratti dai vangeli canonici e da quelli
apocrifi, analisi filologiche dettagliate e
addirittura inedite. Insomma dieci anni di
lavoro certamente sudati che prima di
racchiuderli in un libro dal titolo così forte
sono passati al vaglio di ulteriori verifiche e
controverifiche. "Finora non si era mai parlato
della possibilità che Gesù avesse un figlio -
commenta Alessio - eppure una volta che si legge
il libro e si vedono quante prove abbiamo
trovato sembra tutto così lineare. E'
fondamentale il fatto che le prove che danno
forza alla nostra tesi arrivano dai Vangeli del
Nuovo Testamento e dalle comparazioni storiche
sui libri di autori del passato, come Giuseppe
Flavio per citarne uno importante. Non riveliamo
soltanto l'esistenza di un figlio di Gesù, ma
parliamo anche della sua identità, e quello che
riusciamo a portare alla luce è davvero
sensazionale.
Gesù in tanti passaggi dei Vangeli si riferisce
ad 'un discepolo che amava', così come
egli stesso usa la parola greca 'gynh'
col significato particolare di moglie, o
comunque compagna di vita, riferendosi per ben
due volte in maniera esplicita a Maria
Maddalena. Si tratta di storia e di ricerca,
siamo pronti a confrontarci con chi volesse
approfondire quanto riportiamo nel libro".
In cantiere una trilogia di real-fantascienza
In attesa di capire quanto la rivelazione del
figlio segreto di Gesù potrà influenzare il
mondo che conosciamo, i De Angelis hanno già in
cantiere un lavoro di tutt'altro genere:
"Una trilogia di romanzi real-fantascientifico -
spiega Alessandro - che proporremo ai fratelli
Wachowski, gli autori e registi di Matrix, per
farne anche un film. E' una storia inedita e
sensazionale che farà aprire gli occhi su un
modo di concepire il mondo ancora sconosciuto".
By Massimo Cimò – Tratto da: triburno.tv
Commento e precisazione, By G.
Sorgi
Gesù non ebbe alcun figlio
segreto, in quanto ne ebbe DUE e ben conosciuti
ai giudei del tempo:
Giuseppe detto Barnaba e Giovanni detto Marco.
Nei testi neotestamentari (v. le lettere
paoline) i due sono stati fatti diventare
truffaldinamente 'cugini', quando in realtà
furono fratelli carnali. Barnaba è in realtà un
patronimico (Bar-Naba) trasformato in un
attributo a causa del fatto che negli antichi 'codex'
venne utilizzato lo stile di scrittura
'unciale', dove non venivano riportati spazi tra
le parole (scritpa continua), e pertanto BAR
NABA venne letto come BARNABA.
Quando il clero catto-cristiano falsario non
potè più continuare ad obnubilare l'evidenza
logica, si inventò che Bar-Naba significasse
'figlio della consolazione' o del consolatore (paraclito
in greco).
Tutto ciò è completamente falso, in quanto NABA
è la storpiatura del termine di origine caldea 'Nabi/Nabia,
il quale significava profeta, veggente,
indovino, divinatore, etc. Il termine era
applicato ai sacerdoti caldei che si occupavano
di astrologia e di divinazione, ed erano
considerati per questo dei 'messaggeri' (aggeloi
in greco)(*), in quanto fungevano da
intermediari, cioè 'interpretavano' la volontà
degli Déi celesti e la comunicavano agli uomini.
Il termine Nabi/Nabia deriva da NEBO, il nome
che i sacerdoti caldei (o per chi loro) avevano
dato al pianeta Mercurio, il loro dio.
Continua anche qui
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Video su: Gesu' figlio di Erode il grande
!
Nuove Scoperte sulla famiglia di
Gesu'
il nazareno -
20/05/2015
Erodiful, la sacra novella al cui cospetto
Beautiful fa sorridere. La sacra famiglia: Erode
il Grande vero padre di Gesù. Giuseppe, il
nipote di Erode che fuggì in Egitto con Maria.
Maria la Madonna, la terza moglie di Erode il
Grande che cercò di avvelenare il marito,
insieme al cognato e figlio di Erode Antipatro,
e le cui statue versano lacrime di sangue ancora
oggi per non essere riuscita nell'intento.
Salomé la sorella di Erode il Grande che aiutò a
far partorire Maria. ...
La famiglia di Maria figlia di
Simone Boeto:
1) Erode Gesù, generato con Erode il Grande.
2) Eleazar o Lazzaro Boeto suo fratello. Eleazar
o Lazzaro suo nipote e figlio di erode Gesù.
3) Marta Boeto, sorella di Maria e zia di Gesù
che poi sposerà dopo essere rimasta vedova.
4) Joazar, fratello di Maria, sommo sacerdote
nel 4 a.C.
Tutti i personaggi Erodiani traslitterati nei
vangeli, così come la famiglia di Maria Boeto,
tanto che nei vangeli quando Gesù va a casa di
Maria c'è anche Marta sua zia e Eleazar o
Lazzaro. Giacomo, figlio di Maria e Giuseppe.
Filippo tetrarca, figlio di Maria e del re Erode
il Grande.
Erodiade, compagna di Gesù dopo la morte del
fratello Filippo fino a quando suo fratello
Antipa non gliela soffia perché si era invaghito
di lei. Mariamne figlia di Aristobulo e cugina
di Gesù che prenderà come sposo e tanto altro
ancora.
Pubblicate e diffondete, non sono ne
teorie ne ipotesi ma prove certe storiche.
By
Alessandro De Angelis
:
Ecco la vera storia della madonna
Maria vergine - PDF
http://apocalisselaica.net/gesu-il-figlio-segreto-del-re-erode-il-grande/
Altre scoperte:
By
Alessandro De Angelis
Stiamo per produrre altre prove che dimostrano
la parentela tra Gesù, Caifa e Giuseppe Flavio.
Nel frattempo ricapitoliamo le prove di Gesù
figlio di Erode il Grande e di Maria Boeto, che
morì nel 65 d.C. mentre era sommo sacerdote a
Gerusalemme e che i costruttori dei vangeli
fecero morire nel 33 d.C., costruendo su di lui
il Cristo re redentore e la dottrina del
cristianesimo. Durante la morte di Gesù nel 65
d.C., menzionata da G. Flavio, avvengono tre
eventi:
1) L'abominio della desolazione causato da
Eleazar che abolirà le offerte nel tempio agli
stranieri e che decreterà l'apertura delle
ostilità verso Roma, con conseguente distruzione
del tempio e di Gerusalemme, L'evangelista
Matteo riprenderà l'abominio della desolazione
facendolo profetizzare a Gesù come evento
futuro.
2) Il terremoto che viene riportato da G. Flavio
la notte prima dell'uccisione di Gesù, anche
questo ripreso dall'evangelista Matteo che lo
riporterà durante la morte di Gesù.
3) La morte di Zaccaria avvenuta subito dopo la
morte di Gesù nel 65 d.C., riportata sempre da
G. Flavio e ripresa sempre dal'evangelista
Matteo che la metterà in bocca a Gesù.
Ma non è finita qui,
il Gesù che muore nel 68 d.C., è Gesù Boeto,
figlio di Maria che nel 4 a.C. scompare dagli
scritti di G. Flavio dopo che fu scoperta a
cospirare, insieme ad Antipatro, figlio di Erode
il Grande, contro suo marito nel cercare di
avvelenarlo e che ritroviamo magicamente nei
vangeli sempre nel 4 a.C. che fugge in Egitto
insieme a Giuseppe e Gesù.
Non solo la famiglia di Maria Boeto è formata da
Simone il padre, Lazzaro e Marta fratelli e
Gesù. Ora nei vangeli ritroviamo in più di
un'occasione Gesù che va a casa di Simone, dove
trova Maria, Marta e Lazzaro.
Mi fermo qui perché ci sono tantissime altre
prove che potrete leggere nel libro Gesù il
figlio segreto del re Erode il Grande, ed
iniziamo ad analizzare se queste coincidenze
sono prove inconfutabili del fatto che Gesù era
figlio di Erode, e suo successore al trono per
testimonianza di G. Flavio, e che si tratta
dello stesso Gesù dei vangeli che gli
evangelisti fecero morire nel 33 d.C.
La Palestina in quel periodo era abitata da un
milione e cinquecentomila abitanti. ma in giudea
vi erano, a tenersi larghi di manica al massimo
400.000 abitanti. Ora se le donne erano la meta
degli abitanti, ci sono 200000 donne potenziali
Maria. Il nome Maria era molto comune, pur
tuttavia, tenendosi sempre molto larghi,
possiamo al massimo presumere che 1/20 delle
donne potessero avere questo nome.
Rimaniamo ora con 10000 Maria circolanti in
Giudea. Di queste 10000 Maria quante possibilità
ci sono che siano due differenti, entrambe
cercate da Erode ?
Ad essere benevoli una su un milione, ma se a
questo aggiungiamo che entrambe le Marie sono
cercate nel 4 a.C. quante possibilità esistono
che si tratti di due Marie diverse ? Se
continuiamo a sommare le probabilità diventano
quasi zero.
Non è finita, in quanto abbiamo 5 componenti
della stessa famiglia, ovvero Gesù, Maria,
Lazzaro, Marta e Simone come componenti della
famiglia Boeto che ritroviamo insieme nei
vangeli, con Gesù che va a casa di Simone (il
lebbroso e una traduzione sbagliata dimostrata,
in aramaico era il pio) dove trova Maria, Marta
e Lazzaro.
Se ripartiamo con un calcolo di probabilità
statistica (scienza esatta che usa la
matematica), possiamo avere una possibilità su
50 che una Maria abbia un fratello di nome
Lazzaro, ma se a questo aggiungiamo un altro
componente della famiglia di nome Marta dobbiamo
moltiplicare 50x50= 1/2500, ovvero una
possibilità su ogni duemila cinquecento abitanti
che ci sia una Maria che abbia due fratelli come
Lazzaro e Marta in comune, se andiamo avanti e
aggiungiamo Simone, le possibilita' diventano
2500x50=125000, e se continuiamo con Gesù, nome
molto comune allora, allora arriviamo a
125000x20=2500000, ovvero una possibilità su
duemilioni e mezzo, su un milione e mezzo di
abitanti che ci sono nell'intera Palestina.
Ma questo calcolo statistico andrebbe
moltiplicato ancora all'infinito, in quanto
dovremmo ora moltiplicarlo per queste tre altre
possibilità: quante sono le possibilità che due
personaggi di nome Gesù vengano uccisi entrambi ?
E che vengano uccisi in concomitanza di un
terremoto ? Una possibilità su un miliardo che si
dovrebbe moltiplicare con duemilioni e mezzo
arrivando a una possibilità su duemilioni e
mezzo di miliardi ?
Che andrebbe ancora
moltiplicata per la possibilità statistica che
entrambi i Gesù vengano accomunati da altri due
eventi, ovvero la morte di Zaccaria e l'abominio
della desolazione.
Spero che non ci siano più
dubbi, le possibilità sono nulle, siamo di
fronte allo stesso Gesù che si salvò dalla
crocifissione, ed abbiamo trovati i passi dove
si parla della corruzione dei legionari di
Pilato per salvarlo dall'imputazione di voler
essere il re d'Israele, e che si diede alla
latitanza per un periodo di tempo, per poi
ricomparire qua e la, dando la possibilità con
queste apparizioni di costruire su di lui il
cristo re redentore agli evangelisti.
Ripeto ci sono tantissime altre prove a sostegno
di questa non ipotesi ma prova, del fatto che
Gesù era il figlio del re Erode il Grande e di
Maria Boeto.
Il
cristianesimo è una religione nata su
menzogne degli evangelisti e va pertanto
smascherato l'inganno millenario su cui la
chiesa (e le sue figlie cristiane) ha fondato un
impero economico, non privo di ingerenze
politiche sugli stati, con milioni di morti
prodotti per convertire i popoli al suo credo,
tramite guerre in nome di dio come le crociate,
colonizzazioni forzate con uomini liberi ridotti
in schiavitù ed uccisi, inquisizione a chi non
si piegava al suo falso credo, a cui vanno
aggiunte milioni di donne morte con la caccia
alle streghe.
Gridano vendetta anche gli ebrei, oltraggiati
dal cristianesimo che ha scaricato su questo
popolo la morte di Gesù, ucciso dai suoi
connazionali arabo-idumei.
Conferme su Gesu' della famiglia Boeto, ecco
l'albero genealogico:
http://www.biblesearchers.com/yahshua/davidian/dynasty3.shtml
Inaudito, pazzesco, sono stati proprio gli esperti biblici a dare conferma storica alla validità delle mie ricerche, che vedevamo Maria Boeto, moglie di Erode il Grande e madre di Gesù, la Maria (madonna) dei vangeli.
Le ricerche di David Hughes – Davidian Genealogy, Robert Mock – Biblical History,Robert Killian - Biblical Chronology ed altri eminenti studiosi di livello mondiale, ci fanno sapere che Gesù III Boeto, figlio di Fabi Boeto, era il padre di Anna ed Elisabetta dei vangeli. Anna è la madre di Maria vergine dei vangeli, quindi Maria Boeto. Fabi Boeto era il fratello di Simone Boeto, padre di Maria Boeto che Erode il Grande prenderà come sposa.
Come avevamo verificato dalle nostre ricerche, Simone Boeto era il marito di Anna, fatta nascere da una vergine, come Maria, per nascondere l'identità dei veri genitori. Erodiful supera sempre più Beautiful. Pensate, Simone Boeto prende per sposa la figlia di suo nipote Gesù III Boeto. Ma non c'è da meravigliarsi, in quel periodo era la norma i matrimoni tra consanguinei e le donne si sposavano già a 12/14 anni.
Una trilogia destinata a riscrivere la storia passata. "Il figlio segreto di Gesù"- "Sangue Reale, Gesù il figlio segreto del re Erode il Grande" - "Erode Gesù, Il re senza corona" in prossima uscita a novembre 2015.
Info su Cleopatra di Gerusalemme
http://www.biblesearchers.com/yahshua/davidian/dynasty5.shtml
L'eredità
politica e
Reale di
Miriam
(Maria la
madonna dei
cattolici),
la principessa prescelta,
madre del
messia ebreo
http://www.biblesearchers.com/yahshua/davidian/dynasty2.shtml
Rettifichiamo la
data di morte di Gesu' dal 65 al 68 d.C.,
erroneamente retrodatata a causa della morte di
due sommi sacerdoti aventi lo stesso nome di
Anania. Non cambia nulla, cio che e' importante
notare e' invece che Gesu' Boeto da parte
materna in guerra giudaica viene chiamato "Gesu'
Gamala", sostituito con Gesu' Gamaliel in
Antichita' Giudaiche di G. Flavio, per cercare di coprirne la
vera identita'. Difatti entrambi le persone sono
sovrapponibili, tanto che sono sommi sacerdoti
dal 63 al 65 d.c.
Il motivo della falsificazione ? Molto semplice,
nel 62 era sommo sacerdote Anano, e per fare
bella figura con il nuovo procuratore Albino
arresto Giacomo fratello di Gesu' che era
soprannominato Cristo, come ci dice G. Flavio. A
questo punto entro in azione Gesu' Boeto,
fratellastro di Giacomo per salvarlo insieme al
cugino Agrippa II e all'altro cugino Saul, alias
Paolo di Tarso.
Risultato ? Salvarono Giacomo, Anano fu deposto
e dopo un anno Gesu' Boeto divenne sommo
sacerdote, grazie anche a Marta, sorella di
Maria e zia di Gesu' che diede ben 72 talenti ad
Agrippa II.
Beautiful ? Robetta ridicola a
confronto con Erodiful. Tutte le prove nel libro
Sangue reale- Gesu il figlio segreto del re
Erode il Grande.
Riporto quello che mi ha scritto e detto al telefono Carlo Maiorana per poterlo condividere.
Ricordo che Maria Boetho è la madre di Gesù Gamala morto nel 68 d.C., quindi questa è la conferma che loro sanno la verità, che Gesù morì nel 68 d.C. a causa degli idumei e che la resurrezione di Gesù fu un'invenzione di Paolo di Tarso per costruire il cristianesimo. Ecco la lettera di Carlo Maiorana:
Alessandro, ieri mi è capitato di conoscere tramite un prete ortodosso, un suo amico caraita...(i caraiti sono i diretti discendenti dei sacerdoti sadducei), entrando nella discussione sul Gesu storico, mi ha detto, che loro sono da sempre a conoscenza che Mariam (madre di Gesu), era una appartenente alla dinastia Boetho..famiglia sacerdotale, ovviamente la discussione è durata poco.
Loro non ammettevano le altre cose che ho detto riguardo, Erode, e tutta la storia che conosciamo tramite l'ultimo tuo libro.. anzi si sono un po' infastiditi, quando ho detto che Mariam era la figlia del sacerdote nominato da Erode il grande.. dicendo che non sono prove ''credibili'' .....non vogliono ammetterlo e nemmeno a loro interessa approfondire, hanno tutto l'interesse a lasciare l'inganno per come si trova... comunque ha detto che hanno sempre saputo che Mariam era una Boetho. al che dopo averli salutati ho pensato tra me e me.. Alessa'... sei un Genio !
Ancora scoperte shock su Gesù figlio del re
Erode il Grande.
I TRE MAGI:
l'evangelista Matteo nel suo vangelo retrodata
tre eventi della morte di Gesù avvenuta nel 68
d.C. al 33 d.C., ovvero il terremoto la morte di
Zaccaria e l'abominio della desolazione. Ma è
ancora una volta l'unico a parlare di un altro
evento, ovvero l'arrivo di tre Magi che
portarono doni per la nascita di Gesù. Questo
aneddoto ci ha permesso anche di datare l'esatta
data di nascita di Gesù, incrociando le
narrazioni evangeliche con il resoconto dello
storico G. Flavio. Erode il Grande era idumeo da
parte di padre e Arabo nabateo da parte di madre
e viveva a Gerusalemme nella sua reggia. I magi
portarono doni dall'oriente da parte di altri re
in quanto era nato l'ultimo dei figli di Erode
il Grande, ovvero Gesù, che aveva anche nominato
suo erede al trono in caso di morte di Antipatro,
altro figlio di Erode che il re uccise. " Alcuni
Magi (μάγοι magoi) giunsero da oriente a
Gerusalemme e domandavano:
"Dov'è il re dei Giudei (βασιλεὺς τῶν
Ιουδαίων basileus tōn ioudaiōn) che è nato?
Abbiamo visto sorgere la sua stella (ἀστέρα
astera), e siamo venuti per adorarlo".
All'udire queste parole, il re Erode restò
turbato e con lui tutta Gerusalemme".
Dal vangelo di Matteo sappiamo quindi che i Magi
andarono a portare i doni, e si recarono a
Gerusalemme da Erode e che Gesù non c'era in
quanto Maria era fuggita con suo figlio e
Giuseppe per salvarsi dal re che aveva scoperto
la cospirazione contro di lui per cercare di
ucciderlo con un veleno da parte di Maria e
Antipatro.
Dallo pseudo-Matteo sappiamo inoltre che quando
i Magi arrivarono a Gerusalemme Gesù era nato
gia da due anni, per cui a questo punto abbiamo
datato la nascità di Gesù, comparando i testi di
Matteo e dello Pseudo Matteo con Guerra Giudaica
di G. Flavio.
Ci troviamo ancora una volta davanti ad una
rimodulazione in chiave teologica nei vangeli,
di fatti storicamente accaduti, con personaggi
storici realmente esistiti. Abbiamo riscritto la
storia passata e fatto cadere il
cristianesimo, ma nessuno sembra
accorgersene, e questo solamente in Italia
poteva accadere.
Ancora una prova del fatto che Gesù fu solo
fustigato senza essere ucciso, e la prova
viene da Annales di Tacito:
"Allora, per soffocare ogni diceria, Nerone
spacciò per colpevoli e condannò a pene di
crudeltà particolarmente ricercata quelli che il
volgo, detestandoli per le loro infamie,
chiamava cristiani. Derivavano il loro nome da
cristo, condannato al supplizio, sotto
l'imperatore Tiberio, dal procuratore Ponzio
Pilato. Momentaneamente soffocata, questa
rovinosa superstizione proruppe di nuovo, non
solo in Giudea, terra d'origine del flagello, ma
anche a Roma, in cui convergono da ogni dove e
trovano adepti le pratiche e le brutture più
tremende".
Sicuramente, se Gesù fosse stato crocifisso ed
ucciso, Tacito non avrebbe parlato di supplizio
– ovvero della flagellazione che subì da parte
di Pilato prima di essere rilasciato, tanto che
lo stesso Paolo/Saul litigò per aver detto che
Gesù era ancora vivo – ma della sua
crocifissione.
Difatti Tacito in un altro caso, dove viene
eseguita la condanna a morte, alla parola
supplizio aggiunge l'aggettivo “estremo”:
"In quei giorni il senatore Granio Marciano,
accusato di lesa maestà da Gaio Gracco, si tolse
la vita, mentre l'ex pretore Tario Graziano
venne condannato, in forza della stessa legge,
all'estremo supplizio".
Questo perché il termine “supplizio” era
generico e poteva indicare più di una cosa:
“supplicazioni, preghiere pubbliche, offerte,
sacrifici di vittime, supplica, preghiera
rivolta agli uomini, richiesta di aiuto castigo,
pena, supplizio, tortura messa a morte” etc.,
fino all'esecuzione capitale a cui Tacito
aggiunge la parola “estremo” per far capire che
si trattava di una condanna a morte. Ovviamente,
se anche nel caso di Gesu' si fosse andati oltre
la semplice flagellazione ordinata da Pilato,
arrivando fino alla crocifissione con la morte
del condannato, anche in questo caso Tacito
avrebbe aggiunto la parola estremo a supplizio,
come fece per l'ex pretore Tario Graziano.
Tratto dal libro:
L'ultimo
Faraone- Erode Gesù, la discendenza reale del
sangue di Cristo.
Precisazioni:
Cleopatra, madre di Maria e nonna di Gesù, due
donne accomunate dal culto di Iside. La
mitologia Isiaca fu ripresa addirittura nei
vangeli facendola traslitterare sul nipote Gesù.
Ancora una prova tratta dal libro L'ultimo
faraone- Erode Gesù, la discendenza reale del
sangue di Gesu'.
La storia di Iside e le sue gesta furono
traslitterate addirittura nei vangeli sulla
figura di Gesù, vedi: Vangelo di Giovanni -
Capitolo 9, 1-11
Passando vide un uomo cieco dalla nascita e i
suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha
peccato, lui o i suoi genitori, perché egli
nascesse cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha
peccato né i suoi genitori, ma è così perché si
manifestassero in lui le opere di Dio. Dobbiamo
compiere le opere di colui che mi ha mandato
finché è giorno; poi viene la notte, quando
nessuno può più operare.
Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo».
Detto questo sputò per terra, fece del fango con
la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco
e gli disse: «Và a lavarti nella piscina di
Sìloe (che significa Inviato)». Quegli andò, si
lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e
quelli che lo avevano visto prima, poiché era un
mendicante, dicevano: «Non è egli quello che
stava seduto a chiedere l'elemosina?». Alcuni
dicevano: «E' lui»; altri dicevano: «No, ma gli
assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io !». Allora
gli chiesero: «Come dunque ti furono aperti gli
occhi?». Egli rispose: «Quell'uomo che si
chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato
gli occhi e mi ha detto: Và a Sìloe e lavati! Io
sono andato e, dopo essermi lavato, ho
acquistato la vista».
L'atto di mischiare la saliva con la terra è
stato ripreso dalla storia della dea Iside,
quando per strappare lo scettro all'ormai
anziano Ammon-Ra, Iside prese la saliva caduta a
terra che il dio perdeva dalla sua bocca insieme
alla terra, la mischio con la sabbia dando vita
ad un serpente. Iside usò poi il serpente per
far mordere Ra al fine di farsi dire il suo nome
trascendente, ovvero Ren, al fine di alienarne
la sua potenza. Nel vangelo di Giovanni, Gesù
mischia la saliva alla terra per ridare la vista
ad un cieco, un rituale ripreso dalla mitologia
isiaca non a caso, ma in quanto Gesù era il
nipote di Cleopatra, madre di Maria.
Considerazioni di Alessandro De Angelis,
ricercatore e studioso del tema specifico:
Per ironia della sorte, la chiesa ha sempre
cercato di sostenere la storicità di Gesù
tramite il testimonium flavianum di
Giuseppe Flavio e il passaggio dello stesso in
Antichità Giudaiche dove parla di Giacomo
fratello di Gesù soprannominato il Cristo,
orbene è proprio dagli stessi testi di Giuseppe
Flavio che cade il cristianesimo e la chiesa.
Paolo di Tarso disse:"Vana sarebbe la nostra
fede se Gesù non fosse risorto". Abbiamo tirato
fuori da Guerra Giudaica di Giuseppe Flavio, le
prove che era il figlio del re Erode il Grande e
di Maria Boeto sua terza moglie che fuggì in
Egitto in quanto scoperta nel tentativo di
avvelenare il re. Idem per le prove del fatto
che Gesù morì nel 68 d.C., per mano dei suoi
connazionali arabo-idumei, in concomitanza con
un terremoto, con la morte di Zaccaria e di un
altro evento chiamato l'abominio della
desolazione, abilmente retrodatati
dall'evangelista Matteo.
Si sciacquino la bocca tutti coloro che
commentano con parole come favole, bugie,
baggianate e via dicendo. Le prove delle
documentazioni prodotte sono storiche, proprio
in quanto estrapolate da G. Flavio, usato
fin'ora dalla chiesa per sostenere l'esistenza
storica del Cristo.
Ora è solamente questione di tempo, la notizia
si sta diffondendo sempre più velocemente e
molte persone stanno leggendo le prove
documentali del libro Sangue Reale-Gesù il
figlio segreto del re Erode il Grande. Il tanto
decantato Santo Graal o Sang Real, altro non era
che Gesù in persona, o il suo sangue reale. Gli
ebrei sono stati ingiustamente accusati per
quasi 2000 anni della morte di Gesù, ma non
possono dire nulla per un accordo di non
belligeranza con il vaticano. Giochi di potere
che a noi non interessano.
Un intero pianeta è stato ingannato per quasi
due millenni, ora paghi chi ha prodotto
l'inganno e voi prima di commentare informatevi
sulle innumerevoli quantità di prove che abbiamo
prodotto, non siete su ipotesi o teorie, ma
prove storico-documentali.
Si parla spesso del messaggio di amore di Gesù
nei vangeli.
Immaginate che oggi io vi dica che sono il nuovo
messia, vi parlo di amare il prossimo, di
rispettarci ecc, durante questo periodo di
dittatura dove l'oligarchia bancaria ci ha reso
schiavi tramite il denaro che ci viene
addebitato invece che accreditato, creando così
il falso debito pubblico.
Poi qualcuno di voi mi chiede se è giusto pagare
le inique tasse che lo stato ci applica e le
bollette truffa di Equitalia, e io vi rispondo
che si è giusto pagarle. Bene questo è il vero
messaggio nascosto tra le righe dei vangeli e
messo in bocca a Erode Gesù. Ecco il passo dai
vangeli: (Mt 22,15-21)
In quel tempo, i farisei se ne andarono e
tennero consiglio per vedere come cogliere in
fallo Gesù nei suoi discorsi.
Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con
gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che
sei veritiero e insegni la via di Dio secondo
verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché
non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di' a
noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il
tributo a Cesare ?».
Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose:
«Ipocriti, perché volete mettermi alla prova ?
Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli
presentarono un denaro. Egli domandò loro:
«Questa immagine e l'iscrizione, di chi sono ?».
Gli risposero: «Di Cesare».
Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare
quello che è di Cesare e a Dio quello che è di
Dio».
Tradotto vuol dire: pagate i tributi o le tasse
a Roma e tenetevi il vostro Dio. le religioni
sono uno strumento del potere per coercizzare i
popoli per non farli rivoltare verso chi detiene
il potere politico-economico. Sveglia ragazzi
l'ora di rivoltarci contro questi furfanti che
sfruttano il lavoro altrui come parassiti è
arrivato. Riprendiamoci la sovranità monetaria e
l'Italia o i nostri figli avranno un futuro da
schiavi per colpa nostra.
Resta da capire il motivo per cui nei vangeli si intrecciano tante frasi contraddittorie, un Gesù che da un lato parla di amare il prossimo in netta contrapposizione con il Gesù rivoluzionario che disse “Chiunque ha un mantello lo venda e compri una spada”, e tante altre frasi simili riportate nel I libro di questa trilogia. Di sicuro la nascita di questa nuova religione, voluta da Paolo di Tarso, servì di supporto al potere di Roma e si impose sulle altre religioni più in auge del cristianesimo in quel tempo, proprio grazie alla sua funzionalità di nascondere il messaggio di potere quasi in maniera subliminale.
Un messaggio nascosto tra le righe di quegli amorevoli messaggi fraterni, che da un lato parlavano di uguaglianza, mentre dall'altro dicevano di avere rispetto per le autorità e sopratutto di pagare i tributi a Roma. La religione al servizio della politica, ieri come oggi, e il popolo nel mezzo. Ecco due esempi lampanti presi da Paolo di Tarso e dai vangeli.
Lettera ai Romani 13:1-7 di Paolo di Tarso
La sottomissione alle autorità
1 Ogni persona stia sottomessa alle autorità superiori; perché non vi è autorità se non da Dio; e le autorità che esistono sono stabilite da Dio.
2 Perciò chi resiste all'autorità si oppone all'ordine di Dio; quelli che vi si oppongono si attireranno addosso una condanna;
3 infatti i magistrati non sono da temere per le opere buone, ma per le cattive. Tu, non vuoi temere l'autorità ? Fa' il bene e avrai la sua approvazione,
4 perché il magistrato è un ministro di Dio per il tuo bene; ma se fai il male, temi, perché egli non porta la spada invano; infatti è un ministro di Dio per infliggere una giusta punizione a chi fa il male.
5 Perciò è necessario stare sottomessi, non soltanto per timore della punizione, ma anche per motivo di coscienza.
6 È anche per questa ragione che voi pagate le imposte, perché essi, che sono costantemente dediti a questa funzione, sono ministri di Dio.
7 Rendete a ciascuno quel che gli è dovuto: l'imposta a chi è dovuta l'imposta, la tassa a chi la tassa; il timore a chi il timore; l'onore a chi l'onore.
Questo è il vero motivo per cui Paolo di Tarso costruì il Cristo Re redentore su suo cugino Gesù, una religione che doveva far sottostare il popolo a Roma senza che si ribellasse all'autorità dell'impero. Paolo fuggì nel 64 d.C., inviato da Nerone con lo scopo di riprendere in mano il controllo di una situazione di rivolta scatenata dal procuratore Gessio Floro, quindi il suo intervento, come vedremo nel prossimo capitolo, era quello di mediare affinché gli Erodiani potessero riprendere in mano il controllo a Gerusalemme, come esattori delle tasse per Roma. Anche gli evangelisti seguirono il suo percorso, mettendo in bocca a Gesù frasi di comodo per la nuova religione che stava nascendo.
Matteo - Capitolo 22, 15-21
[15] Allora i farisei, ritiratisi, tennero consiglio per vedere di coglierlo in fallo nei suoi discorsi. [16] Mandarono dunque a lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità e non hai soggezione di nessuno perché non guardi in faccia ad alcuno. [17] Dicci dunque il tuo parere: E' lecito o no pagare il tributo a Cesare?». [18]
Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché mi tentate? [19 ] Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. [20] Egli domandò loro: «Di chi è questa immagine e l'iscrizione?». [21] Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». [22] A queste parole rimasero sorpresi e, lasciatolo, se ne andarono.
Erodiani, esattori delle tasse al servizio di Roma che costruirono una nuova religione che poteva coniugarsi al potere politico-economico ieri come oggi.
Date a Cesare ciò che è di Cesare, ovvero pagate i tributi a Roma in quanto sono loro che emettono moneta. La stessa cosa che avviene oggi, con le banche centrali che emettono moneta indebitando i popoli e li sottomettono con inique tasse. Nulla è cambiato, Dividi et Impera e controllo del denaro, questi due meccanismi sono rimasti inalterati nel tempo perché ancora funzionali all'odierno sistema sociale di dittatura mascherato da democrazia. Ma vediamo come l'implicazione di Paolo di Tarso e degli altri Erodiani fu consistente anche politicamente, tanto che furono partecipi anche nella famosa congiura dei Pisoni per destabilizzare un Nerone scomodo politicamente ai ricchi senatori romani.
Tratto dal libro in prossima uscita Erode Gesù il re senza corona.
Gesù figlio del re Erode il Grande e della sua terza moglie Maria Boeto, si poteva andare oltre? Si, chiudiamo la trilogia con un libro ancor più devastante. Oltre a dare prove del coinvolgimento con i Pisoni nell'incendio di Roma di Paolo e Pietro, siamo in grado di spiegare la nascita del cristianesimo ripreso dai culti solari egizi.
Maria era la figlia della regina Cleopatra e di Simone Boeto. Giuseppe il figlio di Alessandro Helios, anche lui figlio di Cleopatra, e non come avevamo erroneamente supposto il nipote di Erode il Grande.
Forniremo tutte le prove. Il titolo del terzo libro della trilogia sarà Erode Gesù- L'ultimo faraone.
Il culto di Iside fu traslitterato da Cleopatra a Maria e il culto solare di Horus da Alessandro Helios a Gesù.
Alessandro Helios era il figlio di Marco Antonio e di Cleopatra, di cui si persero le tracce dopo che fu adottato da Ottavia, sorella di Ottaviano. Per questo Pilato non pote' opporsi alla richiesta di Giuseppe, nipote di Marco Antonio, di rilasciarlo dopo l'avvenuta flagellazione. Una storia che definire incredibile è dir poco, con che coraggio continuano a fare la congiura del silenzio i mass media ? GESÙ EBREO ed ERODE TIMOROSO che GESÙ lo DETRONIZZASSE. Le DUE PIÙ GRANDI ERESIE STORICHE dell’UMANITÀ
Provate a chiedere al vostro sacerdote per quale motivo Erode cercava Gesù per ucciderlo e quando vi risponderà la più grande menzogna di sempre, cioè che aveva paura che lo usurpasse del trono, chiedetegli come poteva essere dal momento che Gesù era un neonato senza un esercito ed Erode un re in fin di vita, che morirà l’anno seguente e che aveva dalla sua un esercito regio così potente da aver sconfitto tutti i suoi avversari, oltre che l’appoggio incondizionato delle regioni romane che lo avevano messo sul trono.
A distanza di due millenni abbiamo scoperto il vero motivo per cui Erode cercava Gesù: Maria era la moglie di Erode il Grande, ed il re aveva scoperto l’adulterio della regina che aveva concepito Gesù con Giuseppe. Le prove del fatto che Maria moglie di Erode sia la Maria dei vangeli sono storico-documentali.
Innanzitutto la cospirazione di Maria moglie di Erode nei confronti del marito avvenne nel 5 a.C. con un veleno fatto venire dall’Egitto come racconta lo storiografo Giuseppe Flavio, e la Maria dei vangeli fugge in Egitto nel 5 a.C. cercata da Erode. Inoltre la relazione di parentele è identica, difatti Maria moglie del re è cugina di Anna ed Elisabetta come nei vangeli, e nella sua famiglia troviamo Simone padre, Lazzaro e Marta fratelli e Gesù che diventerà sommo sacerdote nel 63 d.C., e nei vangeli troviamo Gesù che va nella casa del nonno Simone dove vi era Maria che gli unge i piedi di olio davanti a Marta e Lazzaro.
Dulcis in fondo Gesù sacerdote nel 63 d.C. muore ucciso dagli idumei nel 68 d.C., in concomitanza di tre eventi retrodatati dall’evangelista Matteo, ovvero una forte scossa di terremoto che l’evangelista descrive mentre Gesù spirò in croce, la morte di Zaccaria e l’abominio della desolazione, eventi del 68 di cui Gesù non poteva assolutamente parlare durante il suo ministero avvenuto ben 35 anni prima. Ancora non è finita, Gesù figlio di Maria moglie di Erode sposerà Erodiade e con lei avrà una figlia, Salomè, che ritroviamo nel vangelo di Marco sotto la croce di Gesù.
L’altra eresia storica è la costruzione da parte di Roma di una religione di stato costruita su un Gesù ebreo, provate a chiedere ad un docente di storia come poteva l’impero romano fare una cosa del genere dopo che ebbero continue guerre con gli ebrei.
Nella prima guerra giudaica del 70 d.C. ci furono oltre 600mila morti, quasi metà della popolazione ebraica sterminata, altrettanti nella seconda guerra giudaica sotto Traiano nel 113 d.C. e tantissimi nella terza, promossa da Simone bar Kochba nel 135 d.C., oltre ad altre due guerre alla fine del IV e del VI secolo.
Mai Roma avrebbe costruito su un ebreo il cristianesimo, difatti abbiamo svelato la genealogia di Gesù a partire da Maria moglie di Erode, che cospirò contro il re in quanto quest’ultimo scoprì la sua relazione adultera con Giuseppe e che Gesù non era suo figlio. Un Gesù di sangue romano in quanto Giuseppe era il nipote di Marco Antonio e di Cleopatra da cui nacque Eli Alessandro, che fu preso in custodia da Ottavia, sorella di Cesare Augusto, dopo la disfatta di Azio in cui persero la vita Marco Antonio e Cleopatra e che si uni con Alessandro e dalla cui unione nacque Giuseppe.
Gesù risulta così imparentato con Giulio Cesare, Cesare Augusto, Tiberio, Caligola, Claudio e Nerone suo cugino carnale. Uno sconvolgimento epocale supportato da tantissime prove che stanno uscendo con il libro Cristo il Romano e che da spiegazione alla costruzione di Roma del cristianesimo su Gesù, oltretutto ultimo faraone d’Egitto e sacerdote dei culti isiaci ed osiriaci, nonché discendente da re Davide da parte del nonno Simone Boeto dalla cui relazione con Cleopatra nacque Maria.
La genealogia di Gesù da Simone Boeto fino al re Davide, prodotta dallo studio delle parentele in Antichità Giudaiche di Giuseppe Flavio è stata l’ulteriore conferma delle nostre scoperte, avallate inoltre dai mandei che ci parlano del sangue romano di Gesù e dalla Yeshu Toledoth degli ebrei che parlano dell’adulterio di Maria che abbandonò il marito (Erode), per fuggire con il legionario Giuseppe Pantera da cui nacque Gesù Pantera, ovvero Pan (figlio) Neter/Nefer (Faraone) Ra (Sole), ovvero Alessandro Eli, il faraone sole che Gesù Giuseppe e Maria andranno a trovare a Menfi durante la loro fuga in Egitto, come ci racconta il vangelo arabo dell’infanzia scritto da Caifa.
Alessandro Eli, l’unico sopravvissuto dei figli di Cleopatra, oltre a Cleopatra Selene che Cesare Augusto darà in sposa a Giuda II re di Numidia. Cesarione e Tolomeo XV furono difatti uccisi e Alessandro, dopo la morte di Ottavia nell’11 a.C., tornerà in Egitto, dove Gesù, come ci dice lo storico Celso, apprese tutte le arti magiche legate ai culti misterici Egizi, tanto da essere accusato dagli ebrei di stregoneria nel Talmud.
By Alessando De Angelis - Tratto da:
https://www.facebook.com/alessandro.deangelis.330?fref=nf
Per
altri particolari su Maria (Miriam), la madre di
Gesu' vedi QUI +
Gesù era
il cugino di Nerone. Paolo di Tarso suo figlio
?
GESU' contro la finanza a debito.....Nerone fu
assassinato perche' aveva abolito il signoraggio
!
Pietro e Paolo dei vangeli coinvolti nella trama contro Nerone
San Giuseppe secondo marito di Maria, nipote di
Erode il Grande e cugino di Gesù, nonche' suo
padre putativo molto più anziano di lui;
padre di Giacomo detto il
...Giusto
fratellastro di Gesù, che fine fece ?
Morì nel 46 d.C. ucciso dal procuratore Cuspio
Fado per aver organizzato una sommossa. Ecco le
prove tratte dal libro sangue Reale Gesù il
figlio segreto del re Erode il Grande:
Questo è il discorso pronunziato in Gerusalemme
da Giacomo il Giusto e scritto da Mareim, uno
dei sacerdoti. Egli lo narrò a Teuda, padre di
questo Giusto, poiché era suo parente. Egli gli
disse: Affrettati ! Vieni con Maria, tua moglie,
e i tuoi parenti. (seconda apocalisse di Giacomo,
44).
Abbiamo visto che teuda era l'epiteto del padre
di Giacomo il Giusto, ovvero Giuseppe marito di
Maria. Vediamo ora chi era Teuda:
Durante il periodo in cui Fado era procuratore
della Giudea, un certo sobillatore di nome Teuda,
persuase la maggior parte della folla a prendere
le proprie sostanze e a seguirlo fino al fiume
Giordano. Affermava di essere un profeta al cui
comando il fiume si sarebbe diviso aprendo loro
un facile transito. Con questa affermazione
ingannò molti. Fado però non permise loro di
raccogliere il frutto della loro follia e inviò
contro di essi uno squadrone di cavalleria che
piombò inaspettatamente contro di essi
uccidendone molti e facendone altri prigionieri;
lo stesso Teuda fu catturato, gli mozzarono la
testa e la portarono a Gerusalemme. Questi
furono gli eventi che accaddero ai Giudei nel
periodo in cui era procuratore Cuspio Fado.(ag
XX, 97-99)
Di lui parla anche l'evangelista Luca negli ati
degli apostoli:
Si alzò allora nel sinedrio un fariseo, di nome
Gamalièle, dottore della legge, stimato presso
tutto il popolo. Dato ordine di far uscire per
un momento gli accusati, disse: “Uomini di
Israele, badate bene a ciò che state per fare
contro questi uomini.
Qualche tempo fa venne Teuda, affermando di
essere qualcuno, e a lui si aggregarono circa
quattrocento uomini. Ma fu ucciso, e quanti
s’erano lasciati persuadere da lui si dispersero
e finirono nel nulla. Dopo di lui sorse Giuda il
Galileo, al tempo del censimento, e indusse
molta gente a seguirlo, ma anch’egli perì e
quanti s’erano lasciati persuadere da lui furono
dispersi.
Per quanto riguarda il caso presente, ecco ciò
che vi dico: Non occupatevi di questi uomini e
lasciateli andare.
Se infatti questa teoria o questa attività è di
origine umana, verrà distrutta; ma se essa viene
da dio, non riuscirete a sconfiggerli; non vi
accada di trovarvi a combattere contro dio!”
Seguirono il suo parere e, richiamati gli
apostoli, li fecero fustigare e ordinarono loro
di non continuare a parlare nel nome di Gesù;
quindi li rimisero in libertà.
Certo che era qualcuno, un personaggio
importante, il nipote di Erode il Grande, di
qualche anno più anziano di Giuda il Galileo con
cui si alleò dopo la fuga con Maria sua parente.
Ma l'evangelista Luca cerca di coprire il fatto
che Giacomo e Simone erano morti sotto il re
Agrippa (41-44 d.C.) in quanto figli di Giuda il
Galileo, e cercò di coprire la loro morte
inventandosi questa storiella per nascondere la
loro paternità.
Gesu' sulla croce
Gesù quando incominciò il
suo ministero aveva circa trent'anni ed era
figlio, come si credeva, di Giuseppe, figlio di
Eli […]1.
E verso l’ora nona Gesù gridò con gran voce:
“Elì, Elì, lamà sabactanì ?2.
In aramaico "Dio mio" non corrisponde ad Eli,
bensi ad Ilahi, secondo gli studiosi Gesù sta
chiamando Helios, il dio sole, ma sarebbe
incomprensibile che Gesù stia affermando che suo
padre è il Dio Sole, in realtà Gesù sta
chiamando Giuseppe che aveva lo stesso epiteto
del padre Alessandro, cioè Helios o Eli, figlio
del triumviro Marco Antonio e della regina
Cleopatra.
Sta chiamando il Giuseppe Helios d'Arimatea
compagno di Maria, che era andato a chiedere a
Pilato che Gesù, appeso al palo, come dice anche
Paolo di Tarso, fosse slegato dai legionari in
cambio di un bel pò di denaro con cui furono
corrotti sia il prefetto che i legionari.
Corruzione che fu il motivo per il quale una
volta scoperta, Pilato fu subito spedito a Roma
da Vitellio e sostituito dal procuratore
Marcello. Di Pilato non si seppe più nulla in
quanto probabilmente giustiziato dall'imperatore
Tiberio a Roma.
Tutti i passi documentali, dove si parla della
corruzione dei legionari per far liberare Gesù
nel libro "Sangue Reale- Gesù il figlio segreto
del re Erode il Grande".
Beautiful vs Erodiful per chi votate ?
Beautiful è una telenovella che tutti conoscono,
ma ben pochi conoscono la vera storia di Gesù
figlio di Erode il Grande, che abbiamo svelato
attraverso lo scritto dello storico ebreo
Giuseppe Flavio. Raccontiamola e date un
giudizio su quale è più intrigante e piena di
colpi di scena. Nel 5 a.C. Maria, moglie di
Erode rimase incinta di Giuseppe, nipote di
Erode il grande.
Erode era geloso di Maria e l'avrebbe fatta
uccidere insieme a Giuseppe se si fosse accorto
che era incinta, e aveva già ucciso un'altra sua
moglie e due figli a causa di altre
cospirazioni. Così Maria e Giuseppe, per
salvarsi, avendo saputo che Antipatro, figlio di
Erode e della sua prima moglie Doride, voleva
avvelenare il padre per prenderne il posto,
decisero di allearsi con lui. Così fecero
arrivare un veleno dall'Egitto, paese del padre
di Maria, ma Erode scoprì tutto.
Antipatro fu processato e condannato a morte,
mentre Maria fuggi in Egitto con Giuseppe, Gesù,
e il futuro bebè Giacomo detto il Giusto. Erode
cercava Maria e Giuseppe per vendicarsi e
ucciderli, e Gesù per riprenderselo in quanto lo
aveva nominato suo successore e re d'Israele.
Questo povero cristo, cioe' Gesù, non riuscì a
diventare re per colpa della madre, fedifraga e
colpevole di tentato omicidio, che poi verrà
osannata e beatificata nonostante due mariti e
tre figli di cui Filippo e Gesù con Erode e
Giacomo con Giuseppe.
Per fortuna di Gesù suo fratello Filippo divenne
tetrarca, e quando nel 34 d.C. morì,
l'imperatore Tiberio mandò i suoi messi a dire
che fosse fatto Gesù suo successore. Gesù era
sposato con Erodiade con cui aveva avuto una
figlia il cui nome era Salomè, che divenne sposa
del fratello Filippo. Erode Antipa, fratello di
Gesù ma avuto da Erode con un'altra moglie,
Maltace la samaritana, si mise d'accordo con
Erodiade per tradire Gesù e sposarsi con lui,
che era tetrarca. Erodiade accettò, così Antipa
andò dal'imperatore chiedendo che la tetrarchia
di Filippo non fosse data a Gesù ma a lui,
l'imperatore accettò.
Gesù lo venne a sapere e così si rivolse ai suoi
cugini figli di Giuda il Galileo: Giovanni
Battista, Giacomo e Simone. Questi cercarono di
attaccare Antipa che chiese aiuto a Pilato.
Pilato catturò Giovanni Battista che fece
decapitare da Antipa, e Gesù che però liberò
dopo che fu corrotto a suon di talenti da
Giuseppe, Marta e Maria.
Lo fece fustigare, appendere al palo, per poi
liberarlo di nascosto e darlo a suo cugino
Giuseppe marito di Maria. Il cugino di Gesù,
Saul, alias Paolo di Tarso, sfruttò la sua
liberazione, avvenuta di nascosto mentre tutti
credevano che Gesù fosse deceduto, per creare su
suo cugino il Cristo re redentore risorto.
Alla fine nel 63 d.C. Gesù sposò Marta, sorella
di Maria e perciò zia di Gesù, donna ricchissima
che diede 72 talenti al re Agrippa II, figlio
del cugino di Gesù Agrippa I per fargli avere la
carica di sommo sacerdote a Gerusalemme.
Ma a sto povero cristo, cioe' Gesù, le cose
andarono ancora una volta male, in quanto a
Gerusalemme ci fu una rivolta che portò gli
Idumei a uccidere Gesù nel 68 d.C. Ci sono altri
omicidi e storie di cornoni che ho omesso in
questo racconto che uscira' in chiave storico
romanzata a breve, coadiuvato da documenti
storici comprovanti che non è una burla ma la
verità.
Ora la domanda finale, votate Beautiful o
Erodiful ?
By Alessando De Angelis - Tratto da:
https://www.facebook.com/alessandro.deangelis.330?fref=nf
Ancora dal libro
L'ultimo faraone.
Vediamo ora le somiglianze tra la storia di
Mosè, Salomone e Gesù.
Mosè fu adottato dalla figlia del faraone
d'Egitto, Salomone sposò la figlia del faraone
d'Egitto e costruì il tempio, Erode il Grande
emulerà le loro azioni sposando la figlia del
faraone Cleopatra VII, ovvero Maria di Cleopatra
da cui nascerà il messia Gesù. Stefano ci parla
della figlia del faraone nel suo discorso:
“Quando [Mosè] fu abbandonato, la figlia del
faraone lo raccolse e lo allevò come figlio.
Mosè fu istruito in tutta la sapienza degli
Egiziani e divenne potente in parole e opere”
(At 7:21,22). Eb 11:24 ci ricorda: “Per fede
Mosè, fattosi grande, rifiutò di essere chiamato
figlio della figlia del faraone”. Al tempo di
Mosè Yahweimpiegò la figlia di un faraone nel
suo piano di liberazione del popolo ebraico.
Fu grazie alla figlia del faraone che Mosè
apprese molte delle competenze e gran parte
della conoscenza che gli sarebbero servite nel
suo lavoro al servizio di Dio.
Anche Salomone si trovò implicato con i faraoni
d'Egitto, sposando nientemeno che la figlia del
faraone: “Salomone s’imparentò con il faraone,
re d’Egitto. Sposò la figlia del faraone e la
condusse nella città di Davide, finché egli
avesse finito di costruire il suo palazzo, la
casa del Signore e le mura di cinta di
Gerusalemme”. (1Re 3:1)
Questo nonostante la legge divina stabilisse che
gli ebrei non dovevano sposarsi con donne che
non fossero ebree (Es 34:14-16; Dt 7:1-4). “Il
faraone, re d’Egitto, era salito a impadronirsi
di Ghezer, l’aveva data alle fiamme, e aveva
ucciso i Cananei che abitavano la città; poi
l’aveva data per dote a sua figlia, moglie di
Salomone” (1Re 9:16).
David era discendente della stirpe di Abramo,
Isacco e Giacobbe, conosciuto anche con il nome
di Israele.
Da Giacobbe erano nati dodici figli, tra cui
Giuseppe o Yuia, che divenne ministro del
faraone Tuthmosis IV intorno al 1410 a.C. Nel
1050 a.C., sotto il regno di Saul, David sposò
la figlia di Saul e divenne re di Giuda e
Israele regnando su tutti gli abitanti di quel
paese.
Conquistò Gerusalemme facendone la capitale del
regno, e dal suo primogenito Amnon nacque
Salomone che fu consacrato Re, unto dal Sommo
Sacerdote Sadoc. Salomone, dopo l’incoronazione
si presentò al popolo sul dorso di una mula,
così come fece Gesù entrando a Gerusalemme.
I discendenti di David venivano unti, e da qui
l’appellativo di stirpe messianica, che da
Roboamo arriverà sino a Levi, Matthat, Eli,
Giuseppe e Gesù. Erode era considerato un
usurpatore, ma era anche un abile politico che
si legò, attraverso matrimoni, e quindi legami
di sangue, sia agli asmonei, sposando Mariamne
I, sia alla dinastia dei faraoni tolemaici
attraverso il matrimonio con Mariamne II (la
Maria dei vangeli), figlia del faraone Cleopatra
VII. Non solo, oltre che a sposare la figlia del
faraone, così come fece Salomone, lo emulò
ricostruendo il tempio di Gerusalemme per
alienarsi le simpatie del popolo ebraico.
Diventa ora palese il motivo per cui cercarono
di costruire il messia o l'unto su Gesù,
l'ultimo Faraone d'Egitto.
By Alessando De Angelis - Tratto da:
https://www.facebook.com/alessandro.deangelis.330?fref=nf
Articolo con osservazioni e
chiarimenti relativi a una tematica affrontata
nel libro Il figlio segreto di Gesù, edito da
Altera Veritas.
http://www.alteraveritas.it/?p=8958
L'ULTIMO FARAONE: ERODE GESU - La
DISCENDENZA REALE del SANGUE del CRISTO
Il nuovo libro di Alessandro De Angelis, con
la ricostruzione storica degli avvenimenti e
della famiglia allargata di Gesù detto il
nazareno.
Oggi nei fatti, E' crollato miseramente, dopo
1700 anni, il castello di menzogne con cui hanno
costruito il cristianesimo su quello che
hanno definito un ebreo marginale, ovvero Gesù.
Era il figlio di Erode il Grande, nipote della
regina Cleopatra e figlio di Maria di Cleopatra
figlia della regina.
Giuseppe ?
Altro che un falegname, era il figlio di
Alessandro Helios, figlio del triumviro Marco
Antonio e della regina Cleopatra di Alessandria.
Cleopatra cercò di far sbarcare a Roma il culto
di Iside, traslitterato poi sulla figlia Maria e
su Gesù figlio del sole. Yeshua ben Pantera, la
pelle della pantera era usata dai sacerdoti
egizi nelle loro cerimonie, nonché da Cleopatra
stessa.
Pan=figlio, neter-ra=del sole. Yeshua Pantera,
Gesù figlio del sole o di Giuseppe figlio di
Alessandro Helios, ovvero Alessandro il sole,
figlio della regina Cleopatra e di Marco
Antonio. Immaginate il povero Pilato costretto a
processare Gesù figlio del re Erode e nipote
della regina Cleopatra, costretto a tirarlo giù
dal palo dopo averlo flagellato e crocifisso, su
richiesta di Giuseppe nipote di Marco Antonio e
di Cleopatra e con Maria figlia della regina.
Abbiamo messo sotto la lente d'ingrandimento i
libri degli storici dell'epoca per riuscire a
trovare il legame tra Cleopatra e
Simone Boeto
dalla cui relazione nacque la vergine Maria,
moglie di Erode che cercò di avvelenare, in
quanto incinta di Giacomo e con il suo amante
Giuseppe, da cui ebbe poi altri figli.
La storia è stata riscritta ora spetta anche a
voi diffonderla. Stiamo per uscire con il terzo
libro della trilogia "Il figlio segreto di Gesù"
cui è seguito "Sangue Reale-Gesù il figlio
segreto del re Erode il Grande" e "L'ultimo
faraone- Erode Gesù la discendenza reale del
sangue di Gesu'.
By
Alessandro De Angelis
:
Ecco la vera storia della madonna
Maria vergine - PDF +
Gesù era
il cugino di Nerone. Paolo di Tarso suo figlio
?
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Rare volte la realtà
supera la fantasia.
Una di queste è la
storia di Gesù, figlio di Erode il Grande e di
Maria terza moglie del re. Maria e' figlia della
regina Cleopatra e di
Simone Boeto. Giuseppe
figlio di Alessandro Helios, nato dal triumviro
Marco Antonio e Cleopatra. Guardate come si
spiegano ora le storie dei vangeli. Gesù è
crocifisso e grida: "E verso l’ora nona Gesù
gridò con gran voce: “Elì, Elì, lamà sabactanì"
?
Gli esegeti interpretano la frase come “Dio mio,
Dio mi...o,
perché mi hai abbandonato ?”.
Gesù quando incominciò il suo ministero aveva
circa trent'anni ed era figlio, come si credeva,
di Giuseppe, figlio di Eli […] (mt 27:46; mc
15:34), Eli era il sole, Giuseppe figlio di
Alessandro Helios, ovvero Alessandro il sole.
Dalla Toldoth Yeshu :"Vicino alla sua casa
abitavano una vedova e la sua bella e casta
figlia, chiamata Miriam, che era promessa a
Giovanni, un uomo istruito della legge e della
stirpe reale di David. Alla fine di un Sabbath,
Giuseppe Pandera, bello e simile a un
guerriero"...
"Giuseppe pantera", la pantera è stata, come il
leone, simbolo di iniziazione ai misteri
ermetici, e il termine sembra derivare
direttamente dal egiziano Pan Neter Ra, un
titolo che significa "Figlio di Ra" (figlio del
Sole). Giuseppe viene chiamato Pantera, ovvero
“figlio del Sole”, epiteto ripreso dal padre
Alessandro Helios, ovvero “il Sole”.
Abbiamo trovato i passi dove vengono corrotti i
legionari per liberare Gesù, Giuseppe Eli
chiamato d'Arimatea, va a chiedere a Pilato il
corpo di Gesù e Pilato rimane sbalordito dicendo
come mai era gia morto visto che erano passare
solo poche ore. La verità è un'altre, Pilato si
trova davanti a Giuseppe nipote di Marco Antonio
e di Cleopatra, Gesù sa che è il figlio di Erode
e che era stato designato suo successore al
trono d'Israele, sapeva che Maria era la figlia
di Cleopatra e moglie di Erode e che Antipa
aveva tradito Gesù unendosi in matrimonio con
sua moglie Erodiade.
Pilato disse:" “Come posso io, che sono un
governatore, esaminare un re ?” (vangelo di
nicodemo)
Difatti intasco' bei soldoni (bustarella) e
liberò Gesù, e una volta scoperto fu rimandato a
Roma e destituito dal suo incarico di prefetto.
Ma davvero credevate che avessero costruito il
"Cristo Re redentore" su un ebreo marginale ?
Gesù che grida dalla croce sole, sole perche mi
hai abbandonato ? Oppure Elohim Elohim perche mi
avete abbandonato ? Giuseppe era il figlio degli
Elohim allora ? No, Gesù sta chiamando Giuseppe
Eli, sa che era andato da Pilato a chiedere la
sua liberazione e non vedendolo arrivare dice
Giuseppe perché mi hai abbandonato ? Ma Giuseppe
tornerà e lo libererà, poi penserà l'erodiano
Paolo parente di Gesù, a costruire su di lui il
"Cristo Re redentore".
Osiride, Iside e Horus, la trinità trasferita
sul nuovo culto di S.S. Maria/Iside e Gesù/Horus.
Abbiamo riscritto la storia, aspettiamo che
leggiate la trilogia "Il Figlio segreto di Gesù"
e che ci aiutiate a diffondere le prove, che
abbiamo raccolto !
Visto che del
più grande mito ed icona che questo pianeta
abbia mai generato, cioè Gesù non frega
nulla a nessuno, già ma a chi importa se era
il figlio di Erode e Maria figlia di
Cleopatra, notizie irrilevanti, e siete
tutti su Yahwe, allora vediamo chi è
attraverso le documentazioni storiche ed
archeologiche, dimostrando come è stato
costruito sul dio Baal da Ugarit.
Baal lo ritroviamo in un testo proveniente
da Ugarit e risalente al quattordicesimo
secolo avanti Cristo in Cat 1:19 – 1: 42-43
dove si legge: per sette anni possa Ba‘al
essere assente,per otto anni il Cavaliere
delle Nubi! CAT [1.19 - I: 42-43]
Come è possibile notare dalle tavolette
ugaritiche, Baal è identificato con
l’epiteto di “Cavaliere delle nubi”, lo
stesso epiteto che, guarda caso, ritroviamo
in Salmi 68: 5 attribuito al dio biblico
Yahwe: “Cantate, o dèi! Inneggiate, o suoi
cieli ! Spianate la strada al Cavaliere
delle Nubi ! - In Yahwe gioite ed esultate
dinanzi a lui ! Salmi [LXVIII: 5
La consorte di Baal era la dea aserah con
cui ebbe un figlio chiamato Jaw che
diventerà poi sposo di Aserah: come dimostra
l'iscrizione paleoebraica dell’ottavo secolo
avanti Cristo nei pressi di Kuntillet ‘Ajrud
dove si legge: Ti benedico tramite Yahwe e
tramite la sua Aserah.
Come potete vedere sia Baal che Yahwe hanno
lo stesso epiteto di "cavaliere delle nubi e
la stessa consorte", inoltre la prima
attestazione di Yahweè datata al 1400 a.C.
con l'iscrizione ritrovata in Nubia YHW
nella terra degli shasu, non esiste nulla
prima di questa iscrizione e l'A. T. è stato
scritto tra il V e il II secolo avanti
cristo.
Quando gli invasori turco semiti Hyksos nel
1750 a.C. conquistarono l'Egitto e di cui
danno testimonianza gli ebrei nientemeno che
Manetone e Giuseppe Flavio, questi erano
adoratori del dio Baal e scelsero Seth per
caratteristiche similari.
In seguito, dopo l'esodo, ovvero la cacciata
degli Hyksos da parete degli egiziani
scelsero Yahwe come loro dio, che abbiamo
visto essere il figlio di Baal, tanto che ci
furono scontri tra le fazioni ebree che
volevano Baal come dio e quelli che volevano
passare a Yahwe per proporre su di lui il
tentativo di monoteismo che li aveva visti
fallire sul dio Aton con Akhenaton e i loro
sacerdoti Yahud, tra cui Mosè chiamato nel
Targum Yahudae. Questo è Yahwe signori, un
dio inventato su cui è riuscito il tentativo
di monoteismo da parte degli ebrei che lo
elessero per la loro religione e non certo
per i cristiani come afferma anche Mauro
Biglino.
By Alessandro De Angelis -
https://www.facebook.com/alessandro.deangelis.330?fref=ts
COME GESÙ DIVENNE
DIO ed il CULTO di OSIRIDE
INGANNATI I
CRISTIANI PER 2000 ANNI: GESÙ ERA SACERDOTE
DEL CULTO di OSIRIDE
Abbiamo visto nei precedenti articoli che
Gesù era romano da parte di Giuseppe, di
discendenza davidica da parte del nonno
Simone Boeto e tolemaica da parte della
regina Cleopatra, dalla cui relazione con
Simone nacque “Maria Vergine”. Simone Boeto,
era sacerdote del culto di Iside ad
Alessandria d’Egitto, come ci riferisce lo
scrittore ebreo G. Flavio, sappiamo da Celso
e altri padri della chiesa che Gesù passò la
sua infanzia in Egitto, dove apprese i culti
misterici Osiriaci ed Isiaci. Ecco le prove
che Gesù era un sacerdote del culto di
Osiride, ad ennesima conferma di tutte le
prove fin qui portate.
Giovanni 8,44
(Gesù, riferendosi ai Giudei) “(…) voi che
avete per padre il diavolo, e volete
compiere i desideri del padre vostro.”
Come spiegare quest’ultimo versetto dove
Gesù dice agli ebrei che stanno adorando in
Yahweil diavolo?
I protoebrei erano gli invasori Hyksos che
invasero l’Egitto nel 1750 a.C., adoratori
del dio Ba’al.
Per caratteristiche questi era simile al dio
Seth degli egizi che scelsero quindi come
loro dio una volta entrati in Egitto per
affinità elettive. Difatti il dio fenicio
Baal lo ritroviamo in un testo proveniente
da Ugarit con l’epiteto di “Cavaliere delle
nubi”, lo stesso epiteto che ritroviamo in
Salmi 68: 5 attribuito al dio biblico Yahwe, ed
entrambi avevano la stessa paredra o
consorte in Aserah.
Quindi Gesù sta dicendo agli ebrei che
stanno adorando in Yahweil saytan, o in
aramaico avversario di Osiride, ovvero Seth,
il fratello che smembrò in 14 parti il suo
corpo, e Gesù che era iniziato al culto di
Osiride-Iside-Horus, in quel versetto del
vangelo di Giovanni sta svelando la verità
ai lettori dei vangeli: gli ebrei sono
adoratori del nostro avversario Osiride.
Per questo gli ebrei furono accusati della
morte di Gesù da chi costruì i vangeli.
In un testo sacro dei mandei, l’Hawan
Gawaita, Gesù viene definito con queste
parole: «Egli travisò le parole della luce e
le cambiò in tenebre, convertì coloro che
erano miei e alterò tutti i culti», mentre
il vangelo dei Mandei dice: «Non credere (a
Gesù), perché pratica la stregoneria e
l’inganno».
I Mandei attendono l’avvento di una figura,
Anosh-Uthra (Enoch), che «accuserà Cristo il
romano, il mentitore, figlio di una donna
che non è dalla luce» e «smaschererà Cristo
il romano come mentitore; egli sarà legato
dalle mani dei giudei, i suoi devoti lo
legheranno e il suo corpo sarà trucidato».
I Mandei continuano a sopravvivere in Iraq
come setta gnostica eterodossa dei Nazorei,
che parla dialetto aramaico. Setta
perseguitata dagli ebrei che usavano il voto
di nazireato,
La setta dei Nazorei che ha poi dato origine
ai Mandei, si definiscono ancora oggi Nasurai. Le
persecuzioni degli ebrei iniziarono già
nella seconda metà del I secolo e questo
portò questa setta gnostica ad abbandonare
la Palestina.
La setta dei Nazorei veniva chiamata anche
setta dei nazareni, mai nominata nei
vangeli, dove viene fatta oggetto di
contraffazione attraverso la città di
Nazareth, che non ricorre mai nell’AT e di
cui non vi è nessuna attestazione, se non
secoli dopo Cristo, escludendo i vangeli.
Gesù inizialmente veniva chiamato “Chrestos”,
ed i cristiani venivano indifferentemente
chiamati sia christiani che chrestiani come
dimostrato da Lampe in Christians at Rome in
the First Two Centuries, P. Lampe 2003, e
come attestato da altri storici come Van
Voorst, in Jesus Outside the New Testament:
An Introduction to the Ancient Evidence, 2000 Eerdmans
Publishing pagg. 33-35, dando prova di come
la denominazione Chrestos fosse ancora in
uso nel II secolo.
Il Codex sinaiticus, risalente al IV
secolo, attesta quei termini, in tutte e tre
i casi, come “chrestianoi”, ed anche
Svetonio quando parlò dell’incendio di Roma
menziona i seguaci di un certo Chrestos
riferendosi alle persecuzioni di Nerone, in
“Vita dei Cesari”. Stessa cosa per Tacito in
Annali, XV,44 parla della setta dei
Chrestiani fondata da Cristo crocifisso
sotto Tiberio.
In Siria un’iscrizione del 318 d.C., riporta
la dedica al “Signore e Salvatore Gesù il
Chrestòs”, e nei testi manichei, Mani si
definisce “Apostolo di Gesù Chrestos”.
(Gardner, Lieu manichean texts, pag 167). Christos (=
unto) è la parola greca per l’ebraico mashiach,
ed era il titolo impiegato da coloro che
pensavano che Gesù fosse il Messia venuto a
liberare Israele, ma Chrestòs (dal greco chraomai)
è invece un termine inerente le iniziazioni
ai misteri pagani orfici ed eleusini, che
serviva ad indicare la distruzione della
natura inferiore, il raggiungimento dello
stato di immortalità individuale.
La nostra scoperta ci ha fatto vedere che
Gesù, oltre che di sangue romano, era anche
egiziano, tanto che la regina Cleopatra era
sua nonna. Ora nei culti misterici egizi,
Osiride era un un-nefer (“sempre fiorente”),
parola che in greco, come ad esempio fa
Plutarco, viene tradotto appunto con “Chrestòs”.
Il recente ritrovamento in Egitto della
tazza con l’iscrizione greca ΔIA XPHCTOY O
ΓOICTAIC, ovvero: ΔΙΑ ΧΡΗΣΤΟΥ Ο ΓΟΙΣΤΑΙΣ,
ovvero: dia chrestou o goistais, conferma
che Gesù era un iniziato al culto di
Osiride, di cui conosceva i segreti
misterici attraverso i rituali magici di cui
era esperta la nonna Cleopatra, il padre
Giuseppe e la madre Maria.
Attraverso l’ellenismo, da Alessandro Magno
a Tolomeo I che importò il culto di Serapide
ad Alessandria, il termine passò a designare
l’adepto realizzato anche di altri misteri
(egizi, caldei ecc.), che ci fa vedere
in Gesù una linea di trasmissione iniziatica
di tipo misterico, appartenente al mondo
sincretico ellenistico-egiziano.
Nel 10 d.C. Filone parla di theochrestos
“Dio-ha dichiarato,” o uno che viene
dichiarato da Dio, e di Logia theochresta
“detti consegnati da Dio” – il che dimostra
che ha scritto in un momento quando né i
cristiani né Chréstiani si conoscevano
ancora sotto questi nomi, ma ancora si
chiamavano Nazareni.
La teologia cristiana ha scelto e decretato
che il nome Christos dovrebbe essere preso
come derivato da Chrio, Chriso, “unto con
profumati unguenti o olio.”
Ricordiamo l’unzione di Gesù, da parte di
sua madre Maria a Betania. Questa parola
ha assunto nel tempo significati molto
diversi.
Fu utilizzata da Omero per lo
sfregamento del corpo con dell’olio dopo il
bagno (Iliade 23, 186; anche in Od., 4,
252).
Chrestes significa sacerdote e profeta, e
Gesù fu sacerdote del culto di Osiride in
Egitto, dove fu iniziato a tutti i culti
misterici come ci fa sapere Celso: "Spinto
dalla miseria andò in Egitto a lavorare a
mercede, ed avendo quindi appreso alcune di
quelle discipline occulte per cui gli Egizi
son celebri, tornò dai suoi tutto fiero per
le arti apprese, e si proclamò da solo "Dio" a
motivo di esse"
- (Alethès lógos, I, 28)
L’intento di Celso era quello di cercare di
screditare Gesù agli occhi dei cristiani,
facendolo apparire per un uomo povero a cui
aprirono l’accesso per imparare i culti
misterici egizi che solamente i sacerdoti
conoscevano. Mai un uomo povero ed ebreo
marginale avrebbe potuto avere accesso a
tali segreti che venivano custoditi
gelosamente dai sacerdoti.
Ma Alessandro Eli e Cleopatra, erano nonno e
nonna di Gesù. Cleopatra morì prima che Gesù
nascesse, ma Alessandro Eli era a Menfi in
veste di faraone, come abbiamo già visto,
nel vangelo arabo dell’infanzia, quando
Maria, Giuseppe e Gesù fuggirono da Erode in
Egitto.
Il nome Christos è quindi pre-cristiano,
tanto che lo possiamo ritrovare nella
profezia della Sibilla di Erythrea, la
profetessa dell’antichità classica che
presiedeva l’oracolo di Apollo ad Erythrae,
una città della Ionia opposta a Chios, che è
stata costruita da Neleo, figlio di Codro.
Ma essa non fu la sola profetessa, e ci fu
più di una Sibilla di Erythrae, come ci da
prova Erofile. dicendo che le profezie sono
stati importate dalla Caldea, una nazione
nella parte meridionale di Babilonia.
Inoltre ci fa sapere che ad aver scritto
questa la storia caldea, fu la figlia di
Beroso, ossia Erymanthe. e ricordiamo che
Hananel l’egiziano, nonno di Simone Boeto,
era discendente degli ebrei espulsi da
Babilonia sotto Ciro il Grande.
Questa Sibilla Eritrea appare anche nei
dipinti di Michelangelo, e di tanti altri
pittori e scultori che gli dedicarono statue
e mosaici famosi, in quanto ella era la
profetessa della Redenzione.
La parola acrostica, cioè un’espressione
linguistica in cui le lettere o le sillabe o
le parole iniziali di ciascun verso formano
un nome o una frase, fu per la prima volta
applicata nelle profezie della Sibilla
Eritrea, scritte su foglie e disposte in
modo che, le lettere iniziali delle foglie
costituivano una parola. Nella profezia
della Sibilla di Erythrea si legge
esplicitamente: "Iesous CHREISTOS Theou
HUIOS Stauros Soter".
Per il profano, questa serie di nomi sono
senza senso, ma contengono una profezia
vera, riferendosi non solo a Gesù, inoltre è
un versetto del Catechismo Mistico
dell’iniziato.
Questa profezia si riferisce alla venuta
sulla Terra dello Spirito della Verità (Christos),
dopo di che ci sarà l’avvento dell’Età
dell’Oro, il versetto si riferisce alla
necessità, di giungere ad una Condizione
Benedetta di purificazione interiore
ottenuta attraverso la Teopneustia, cioè la
rivelazione spirata da un dio o un essere
divino e la teofania, per passare attraverso
la crocifissione della carne o della
materia. Leggendo le parole, e cambiandone
la posizione, esse diventano: "Iesous
Chreistos theou yios Soter stauros".
Ovvero “Iesus, Christos, Dio, Figlio,
Salvatore, Croce,” una profezia pagana, non
cristiana, che si riferisce ad una
condizione ascetica.
La parola “Chrestos“, compare inoltre nel
470 a.C., in Eschilo (Cho. 901) dove
leggiamo gli oracoli di pythochresta
“pronunciate da un Dio Pizia”.
Nel 460 a.C in Pindaro (pp. 4-10), le parole
[oikistera chresen] significano: “l’oracolo
lo proclamò il colonizzatore”, cioè Chrestos.
Questo termine fu cosi applicato a ogni
discepolo riconosciuto da un Maestro, come
anche ad ogni uomo buono.
Continuando ad andare avanti nel tempo, nel
420 a.C. ci imbattiamo in Euripide (Ion.
1320) (Eurip. Ion, 1218) che usa la parola
Pythochrestos, singolare nominativo di un
aggettivo derivato da chrao.
Sempre nello stesso anno in Erodoto, la
parola Chreon è spiegata come quello che
dichiara un oracolo, e Sofocle, Phil. 437.
350 a.C: Platone (in Phaed. 264 B) “
Chrestos ei Hoti hegei “: “Tu sei un
eccellente a pensare…”
333 a.C.: Demostene dice sul Chreste (330,
27), che essa significa semplicemente ”
brava persona”.
De Corona, 313, dichiara che i candidati per
l’apertura dei misteri greci sono state unte
con l’olio.
300a.C.: a.C nei classici Pagani ha espresso
più di una idea dal verbo “chraomai ”
consultare un oracolo”; Ma significa anche
“fatale”, condannato da un oracolo, nel
senso di una vittima sacrificale al suo
decreto, o “la Parola” come chresterion, non
è solo “la sede di un oracolo” ma anche
“un’offerta all’oracolo.” Chrestes è uno che
espone e spiega gli oracoli, “un profeta, un
indovino;” e chresterios è uno che
appartiene, o è al servizio di un oracolo,
un dio, o un “Maestro”.
10 d.C.: Philo Judaeus parla di theochrestos
“Dio ha dichiarato,” o uno che sia
dichiarato da Dio, e di logia theochresta
“detti consegnate da Dio”, dimostrazione che
scrisse in un momento quando né Cristiani,
né Chrestians erano ancora noti sotto questi
nomi, ma ancora si chiamavano i Nazareni.
90 d.C.: la parola CHRÈON è data da Plutarco
(Nich. 14.) come “destino”, “necessità”.
Plutarco (V. Focione), si chiede come un
collega sordo e sottoacculturato come
Focione potrebbe essere soprannominato
Chrestos.
L’ iscrizione Chrestos PROTOS THESSALOS
LARISSAIOS PELASGIOTES ETON IH significa
“Chrestos il primo di Tessalonica da Larissa,
Pelasgiote 18 anni eroe “. La parola
Chrestos si trova sugli epitaffi di quasi
tutta l’antica Larissia, ma è sempre
preceduto da un nome proprio.
134 d.C.: Adriano a Serviano (citato da
Giles, ii P86): “L’Egitto, che si raccomandò
con me, il mio carissimo Serviano, l’ho
trovato ad essere interamente volubile e
incoerente, e continuamente si diffondeva su
da ogni respiro di fama. Gli adoratori di
Serapide sono chiamati ‘cristiani’, e coloro
che sono dedicati al dio Serapide, si
chiamano “ Vescovi di Cristo.”
La notevole differenza tra le due parole
chrao “consulenza, o di ottenere risposta da
un dio o da un oracolo” e chrio “strofinare,
per ungere” (da cui il nome Christos), non
ha impedito l’approvazione ecclesiastica
coniata dall’espressione di Filone
Theochrestos di tale termine, dall’altra
espressione Theochristo “unto da Dio”.
Si sostitui tranquillamente la “i” alla “e”,
facendo diventare Chresto Christoa. Nella
fraseologia esoterica dei Templi ” Chrestos
” è una parola che, come il participio
Chrestheis, è formata sotto la stessa
regola, e trasmette il senso stesso dal
verbo Chraomai: “a consultare un dio”. I
nomi Iesus nelle loro diverse forme, come
Iasius, Iasion, Jason e Iasus, erano molto
comuni nell’antica Grecia, specialmente tra
i discendenti di Jasius, cioè i Jasidi.
Le parole enigmatiche nel libro dei
Sibillini possono essere lette solo ed
esclusivamente in luce delle loro legittime
parole o significati, e che nulla hanno a
che fare con una profezia cristiana. La
dottrina segreta insegna che le prime due
parole CHREISTOS Iesous , significa
semplicemente ” figlio di Iaso, un Chrestos
“, o servo di un Dio oracolare.
Infatti IASO in dialetto ionico si scrive
IESO e Iesous l’espressione nella sua forma
arcaica, appunto Iesous, e significa
semplicemente ” il figlio di Iaso o Ieso, il
guaritore”.
Ma Gesù sacerdote dei culti misterici egizi,
ci fa capire il motivo per cui gli ebrei non
solo non volevano riconoscerlo ma anche
perchè lo volevano morto da Pilato, e
arrivarono poi a scrivere la Yeshu Toledoth
dove raccontano la storia di una Maria
adultera, o il Gesù Mago perseguitato e
condannato dal Sinedrio, quindi lapidato e
poi “appeso a un legno” a Lydda “per aver
praticato la stregoneria e per aver sedotto
e condotto Israele sulla cattiva strada”,
come riporta ilTalmud Babilonese (Sanhedrin, 43.a, 67.a).
"Si insegna: Alla vigilia di Pesach appesero
Yeshu e il banditore proclamò in giro per
quaranta giorni che “(Yeshu) verrà lapidato
per aver praticato la stregoneria e per aver
sedotto e condotto Israele sulla cattiva
strada. Chiunque sappia qualcosa per
assolverlo venga avanti e lo esoneri". Ma
nessuno presentò nulla per esonerarlo e lo
appesero alla vigilia di Pesach.
Ulla disse: Si deve forse pensare che
dovremmo cercare delle prove che lo
esonerino ? Egli era un adescatore e Dio
disse: “Tu non dargli retta, non ascoltarlo;
il tuo occhio non lo compianga; non
risparmiarlo, non coprire la sua
colpa”(Deuteronomio, 13.9). Yeshu era
differente perché era intimo col governo…"
SANHEDRIN, 43.a
Gesù era intimo col governo di Roma, altra
conferma del fatto che era romano e che la
parola intimo sia un espediente letterario
per coprire la sua parentela con gli
imperatori, cosa che gli permetteva di
praticare rituali misterici egizi
tranquillamente in Israele, come l’episodio
della “resurrezione” di Lazzaro presente nel
vangelo segreto di Marco e nel vangelo di
Giovanni.
Un rituale misterico-isideo, tra i più
diffusi all’epoca in Egitto, e dai nazareni,
strettamente legati ai terapeuti del lago
Mareotis, presso Alessandria.
Secoli prima della nascita di Gesù, dei e re
egizi si resero protagonisti di episodi
identici a quelli che il Nuovo Testamento,
come raccontatoci dallo storico greco
Plutarco, che raccontò del dio Osiride
ucciso di venerdì e resuscitò tre giorni
dopo.
Anche nei Testi delle piramidi, scritti
sulle mura di molti monumenti risalenti alla
quinta dinastia (2465-2323 a.C.), si
menziona il « terzo giorno » come il momento
nel quale il corpo del faraone,
trasformatosi in Osiride, resuscita prima di
intraprendere il suo viaggio verso le
stelle.
Inoltre sia Osiride che Gesù furono
assassinati da persone a loro molto vicine
che li tradirono, Seth per Osiride, che era
suo fratello, Giuda per Gesù, che ritroviamo
sempre come fratello, figlio di Maria e
Giuseppe. Inoltre sia Iside che Maria
Maddalena, che abbiamo visto essere la madre
di Gesù, furono le prime a certificare il
loro ritorno in vita.
Osiride era chiamato un-nefer, la cui
traduzione in greco era appunto Chrestos,
mentre Iside era Chrest. Gesù Chrestos o
Christis era Gesù Osiride, un sacerdote del
culto di Osiride. Giustino Martire, nella
sua prima Apologia, chiama i suoi
correligionari Chréstiani. “E ‘solo
attraverso l’ignoranza che gli uomini si
chiamano cristiani invece di Chréstiani”,
dice Lattanzio (lib. IV., Cap. Vii.) Il
chi-rho o marchio ‘chrestomathy’ è stato
utilizzato per designare qualcosa di
‘”buono”, fino a quando non è stato ripreso
dal cristianesimo, cambiandolo per
rappresentare Christos o unto.
In diversi casi nei tempi antichi, la figura
di “Gesù Cristo” è anche chiamato “Gesù il
Chrest” o “Gesù Buon,” questi due epiteti,
“Christos” e “Chrestos,” molto simili tra
loro e spesso è stato confuso da primi padri
della Chiesa.
In Boeckh Corp. Iscr. (2:. 245, n 2300)
appare un’iscrizione trovata sull’isola
greca di Delos che legge ΙΣΙΔΙ ΧΡΗΣΤΗ o
“Isis Chreste”:
Chrestos è una parola greca che era popolare
come un epiteto o epitaffi in vari siti
funerari egiziani come ad Alessandria.
Le Camere egiziane di bontà, NFR o Nefer,
significa “piacevole”, “bella”, “buono”,
“eccellente” e “gentile”, per questo Osiride
era chiamato Chrestos, ed è designato dal
geroglifico della croce (trachea) con un
cuore in fondo (F35).
È interessante notare che questo simbolo,
che si presenta come il sacro cuore di Gesù,
appare sopra “Case della Bontà” egiziani o
“Case di Chrest” che sono identiche alle
chiese cristiane.
Chi Rho è un simbolo utilizzato sia per
Cristo che per chrest.
La combinazione delle lettere greche χρ o
“chi-rho” denotano una varietà di termini,
tra cui “l’oro” (χρυσός), “unto” (χριστός) e
“buono” (χρηστός). Così, nel determinare
l’uso della parola χρηστός Chrestos abbiamo
bisogno di una comparazione di studi del
chi-rho, abbreviazione impiegata sulle
monete, scudi e altro per secoli prima
dell’era comune.
Osserviamo la moneta di Tolomeo III, con
chi-rho come simbolo tra le gambe
dell’aquila di queste monete pre-cristiane.
Ora riusciamo a capire il motivo per cui
l’imperatore Adriano diceva che i cristiani
erano gli adoratori del culto di
Serapide/Osiride, importato da Tolomeo I ad
Alessandria d’Egitto. Inoltre, il simbolo di
chi-rho è stato “usato anche da scribi greci
pagani per indicare, a margine, un passaggio
di particolare pregio o rilevante.
I seguaci di Iside venivano esortati a
essere monogami e a rispettare la sacralità
della famiglia come fa la chiesa cristiana
oggi.
Le commemorazioni più importanti in Egitto
sono state prese dalla chiesa cristiana
mantenendo gli stessi giorni, la nascita di
Horus il 25 Dicembre e, dodici giorni più
tardi, l’epifania il 6 gennaio, quando
veniva ricordata la nascita del figlio Aion.
Al tempo di Gesù molti culti misterici
praticavano riti in cui gli iniziati
“nascevano di nuovo”; Marvin W. Meyer in
“The ancient Mysteries” dice: “Normalmente,
nelle celebrazioni rituali, i mistai (ovvero
gli iniziati) dividevano cibo e bevande e a
volte potevano partecipare della divinità
durante una cena sacramentale analoga
all’Eucarestia cristiana.
Tratto dal libro in prossima uscita Cristo
il Romano.
By Alessandro De Angelis, ricercatore
storico delle religioni -
https://www.facebook.com/alessandro.deangelis.330?fref=ts
Storia censurata, De Angelis:
‘La rivolta fiscale di Gesù’
Chi non conosce la
famosa frase “Date a Cesare quello che è di
Cesare e a Dio quello che è di Dio”. La
frase di Gesù, in risposta a chi gli
chiedeva «Maestro, sappiamo che parli e
insegni con rettitudine e non guardi in
faccia a nessuno, ma insegni secondo verità
la via di Dio. È lecito che noi paghiamo il
tributo a Cesare?», è sempre stata
interpretata come una risposta di Gesù a
pagare le tasse a Cesare. Il Vangelo di
Marco è più esplicito e si riesce a capire
che in realtà Gesù sta dicendo di non usare
il denaro dei romani, la moneta è stata
identificata con un denario di Tiberio,
coniato per la prima volta nella zecca di Lugdunum a
partire dall’anno 15; si trattava di una
moneta che recava il titolo di pontifex
maximus, massimo grado della religione
romana, assunto da Tiberio proprio nel 15;
ecco come nel suo vangelo Marco racconta la
storia: « Gli mandarono però alcuni farisei
ed erodiani per coglierlo in fallo nel
discorso. E venuti, quelli gli dissero:
«Maestro, sappiamo che sei veritiero e non
ti curi di nessuno; infatti non guardi in
faccia agli uomini, ma secondo verità
insegni la via di Dio. È lecito o no dare il
tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare o no?».
Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia,
disse: «Perché mi tentate? Portatemi un
denaro perché io lo veda». Ed essi glielo
portarono. Allora disse loro: «Di chi è
questa immagine e l’iscrizione?». Gli
risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro:
«Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a
Dio ciò che è di Dio». E rimasero ammirati
di lui. »
Gesù è esplicito, rendete a
Cesare la sua moneta, non usatela come
strumento di misura del valore dei beni che
ci scambiamo: (greco: Ἀπόδοτε οὖν τὰ
Καίσαρος Καίσαρι καὶ τὰ τοῦ Θεοῦ τῷ Θεῷ;
latino: Reddite quae sunt Caesaris Caesari
et quae sunt Dei Deo Ἀπόδοτε (apòdote =
restituire) è l’imperativo di ἀποδίδωμι (apodìdomi
= restituisco).
Tutto questo dopo che Gesù aveva attaccato
il Tempio di Gerusalemme, scaraventando a
terra i tavoli dei cambiavalute ebrei:
“Andarono intanto a Gerusalemme. Ed entrato
nel tempio, si mise a scacciare quelli che
vendevano e comperavano nel tempio; rovesciò
i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei
venditori di colombe 16 e non permetteva che
si portassero cose attraverso il tempio. Ed
insegnava loro dicendo: “Non sta forse
scritto: La mia casa sarà chiamata casa di
preghiera per tutte le genti? Voi invece ne
avete fatto una spelonca di ladri!“.
L’udirono i sommi sacerdoti e gli scribi e
cercavano il modo di farlo morire. Avevano
infatti paura di lui, perché tutto il popolo
era ammirato del suo insegnamento. 19 Quando
venne la sera uscirono dalla città”.
Vangelo secondo Marco, c.11, vv. 15-19.
Voi ne avete fatto una
spelonca di ladri disse Gesù agli ebrei che
praticavano l’usura. Che dire allora della
situazione attuale dove l’usura è di oltre
il 200%? Un usura che pochi conoscono, che
viene praticata dalle banche centrali,
S.P.A. private che creano moneta debito dal
nulla, addebitandola agli stati invece di
accreditarla, più interessi che non possono
essere ripagati dal popolo. Tutto questo
grazie ai politici traditori della patria, a
cui dobbiamo pagare anche vitalizi e
pensioni d’oro, che ci hanno venduto nelle
mani dei banchieri internazionali. Scoprire
in Gesù un Cristo il Romano, di sangue
imperiale romano oltre che tolemaico, è
qualcosa che sta creando non pochi problemi
a lorsignori, tanto da imporre una spietata
congiura del silenzio a tutti i mass media
sotto il loro controllo, sulla più grande
scoperta di sempre. Informatevi e seguiteci,
le nostre scoperte sono storiche
documentali, e sfidiamo a confronto chiunque
voglia cercare di confutarci, ma a quanto
sembra nessuno ne ha il coraggio. Chiedetevi
il perché, iniziate ad incuriosirvi e vedete
cosa sta succedendo, anche un sacerdote in
una trasmissione televisiva che potete
vedere in questo video ci ha dato ragione:
By Alessandro De Angelis, scrittore e antropologo
-
https://www.facebook.com/alessandro.deangelis.330?fref=ts
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Il Vangelo
perduto” riscrive la storia di Gesù ? - 13
novembre 2014
“Gesù fu marito e padre”. Un’affermazione
sentita più volte: già in passato scrittori e
sceneggiatori hanno ricamato epiche narrazioni
sulla storia alternativa di Gesu’, sposo
di Maria Maddalena dalla quale avrebbe avuto dei
figli. Ora a sostenere la tesi molto
controversa, ritenuta un’eresia dalla Chiesa, è
un nuovo libro che si basa sulle presunte
rivelazioni contenute in un testo antico almeno
1500 anni.
“The Lost Gospel” (“Il vangelo perduto”) è
stato appena presentato in una conferenza stampa
a Londra.
Gli autori sono il professor Barrie Wilson,
docente della York University di Toronto, e il
giornalista e regista israelo-canadese Simcha
Jacobovici, che per sei anni hanno attentamente
analizzato il manoscritto, conservato dalla British
Library e risalente al VI d.C.
Si tratta di una pergamena in siriaco, forse
versione di un testo ancora più antico in
aramaico, arrivata a Londra nel 1847, quando il
British Museum la comprò da un monastero
egiziano. È già stata tradotta e studiata, ma
gli accademici l’hanno sempre ritenuta del
tutto insignificante.
Il testo parla di Giuseppe e di Aseneth, del
loro matrimonio celebrato dal faraone, dei loro
figli Manasseh ed Ephraim. Insomma, solo la
storia romanzata del personaggio biblico,
figlio patriarca ebreo Giacobbe, vissuto in
Egitto.
Ma Wilson e Jacobovici ritengono che sia in
realtà un testo cifrato e dicono di averne
penetrato il vero significato rimasto per secoli
celato tra le righe.
Sotto quel codice, si
nasconderebbe la vera storia di Gesù e di Maria
Maddalena. “Ora c’è la prova scritta che si sono
sposati e che hanno avuto due figli, questo
documento ci svela gli anni sconosciuti della
vita di Gesù”, rivendicano i due autori. Con una
precisazione: ”Badate bene: non stiamo
attaccando la teologia di nessuno, riportiamo
solo un testo.”
È evidente, però, che il libro vada a minare,
dalle sue fondamenta, l’intero impianto del
messaggio descritto nei vangeli. Non solo per il
supposto legame matrimoniale
- il Nazareno, per la Chiesa, era Vero Dio e
Vero Uomo, quindi avrebbe potuto condividere
anche questo aspetto proprio dell’essere umano
- ma anche per l’ipotetica discendenza e
soprattutto per il ruolo della Maddalena,
definita dai due scrittori “co-Messia”.
Affermazioni in totale contrasto con la fede
cristiana.
Inevitabili le prese
di distanza da parte degli altri studiosi. Tra
i primi ad esprimere scetticismo, Mark Goodacre,
professore di studi Religiosi presso la Duke
University. “Non penso che questa tesi sia
credibile. Semplicemente, non ci sono prove in
questo testo o altrove che Gesù fosse sposato
con la Maddalena, tanto meno che abbiano avuto
due bambini”, ha detto alla ABC News.
Altrettanto critico il professor Greg Carey,
esperto del Nuovo testamento presso il Seminario
Teologico di Lancaster. “La storia è nota e non
ha bisogno di nessuna decodificazione.” Anche i
vertici della British Library si sono dissociati
con una dichiarazione alla stampa: “Non abbiamo
alcuna connessione con il libro, eccetto per il
fatto che ospitiamo il manoscritto utilizzato
per la ricerca dei due autori.”
Sprezzante il commento della Chiesa di
Inghilterra: “Non è un vangelo perduto, non è
neppure un vangelo, è solo una campagna
di marketing molto cattiva.”
“The Lost Gospel” si inserisce in un
filone proficuo che negli ultimi anni ha visto
tornare alla ribalta la figura di Maria
Maddalena, culminato con il best seller “Il
Codice Da Vinci” di Dan Brown, diventato poi un
film di successo. Di recente, però, al centro
del dibattito è finito anche un frammento di
papiro (definito autentico dalla docente che lo
ha studiato) nel quale compaiono le parole “mia
moglie” attribuite a Gesù.
Ma secondo Wilson e Jacobovici già i vangeli
canonici rivelerebbero il vero ruolo della
Maddalena: è lei a dover cospargere di
unguenti il corpo di Gesù dopo la morte -
compito che spettava alle mogli - ed è a lei,
per prima, che Gesù appare risorto.
Una figura centrale, poi mistificata nel
corso dei secoli: per sminuirne l’importanza è
stata identificata in una prostituta. Eppure la
fede popolare ha continuato a venerarla e a
dedicarle chiese, luoghi di culto e opere
d’arte.
Non mancano dettagli curiosi nell’opera dei due
ricercatori.
Affermano, ad esempio, che Gesù sarebbe stato
vittima di un complotto all’età di 20 anni e
che, una volta rimasta vedova, Maria di Magdala,
ugualmente, sarebbe scampata insieme ai figli ad
un sicario. Nemmeno Dan Brown aveva immaginato
tanto…
By Sabrina Pieragostini – Tratto da:
extremamente.it
Scritto in
siriano su pergamena, il libro che contiene la
"rivelazione" è custodito alla British Library e
racconta una storia differente da quella dei
Vangeli, canonici.
Come spiega La Stampa, il numero di antichi
documenti che confermano la tesi che la
Maddalena fosse moglie di Gesù e madre dei suoi
figli, continua a crescere e inizia ad avere
seguito tra vari studiosi. Il libro proviene da
un monastero egizio ed era stato acquistato nel
1847 dal British Museum.
Probabilmente si tratta di una traduzione
dall’aramaico di un testo più antico. Redatto in
29 capitoli, racconta la storia di Joseph, un
giovane molto noto all’epoca, conosciuto
dall’imperatore Tiberio e dal faraone d’Egitto
(forse Natakamani), che lo considerava figlio di
Dio. A 20 anni Joseph va in sposo ad Aseneth,
che gli dà due figli: Manasseh ed Ephraim", si
legge sulla Stampa. Un testo scritto in un
codice che va interpretato ma che non lasciano
dubbi sul fatto che i protagonisti siano Gesù
e Maria Maddalena
- Tratto da: lastampa.it
E'
storia vecchia e risaputa. Gesu' il nazareno che
fosse sposato era una cosa naturale e logica
anche oltre ad essere ebreo, era anche un Rabbi,
cioè un Rabbino probabilmente di scuola
Essena (Maestro, insegnante della Torah e
della legge primigena, (quella
mosaica) non certo quella
dei Farisei e dei Sadducei del suo tempo, con i
quali Gesu' diatribava spesso e volentieri, non
risparmiando loro severe critiche !).
Tutti i rabbi erano giocoforza sposati, era
praticamente un obbligo, così come adesso al
contrario, tutti i preti cattolici hanno
l'obbligo di non sposarsi.
E' ovvio che nel tempo, e secondo gli interessi
della
chiesa cattolica e delle sue figlie,
i protestanti e gli
evangelici, si siano data una
diversa e falsa interpretazione allo status di Gesu'.
Un conto era presentarlo con pregi e
difetti come chiunque, un altro conto avvolto da
un aureola di divinità dove cose, come rapporti
con donne, che dai cristiani, specie i
cattolici, sono sempre stati indicati come
peccato.....non potevano entrarci anche perché
eventuali discendenti potevano "autorevolmente"
smentire gli insegnamenti della chiesa detta
impropriamente cristiana, gia' della fine del primo secolo e primi del
secondo.
Vedi anche:
Linea di sangue di Gesu' e della moglie Maria
Maddalena (discendenti)
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Un geologo
israeliano: "Ho trovato la tomba di Gesù" -
12/04/2015
Aryeh Shimron ha lavorato sul caso per 35 anni
eseguendo oltre 150 test. Alla vigilia di Pasqua
ha rivelato la sua presunta scoperta in una
lunga intervista con il New York Times ma
soltanto oggi la notizia viene ripresa da
diversi media internazionali
NEW YORK. "Gesù non è mai risorto e fu sepolto
in una tomba «di famiglia» con la moglie Maria
Maddalena e il figlio Giuda". Non è la trama
dell'ultimo kolossal americano sulla vita di
Gesu' ma la tesi di un geologo israeliano che
sostiene di avere prove «virtualmente
inequivocabili» che la Tomba di Talpiot, sito
funebre scoperto negli anni '80 a Gerusalemme
est, sia il luogo in cui è stato sepolto Gesù
con moglie e figlio.
Aryeh Shimron ha lavorato sul caso per 35 anni
eseguendo oltre 150 test.
Alla vigilia di Pasqua ha rivelato la sua
presunta scoperta in una lunga intervista con il
New York Times ma soltanto oggi la notizia viene
ripresa da diversi media internazionali. Al
centro di un documentario di James Cameron del
2007 intitolato 'L'ultima tomba di Gesu«, a
Talpiot furono ritrovati nove ossari sui quali
erano iscritti nomi associati con il Nuovo
Testamento e anche quelli di 'Gesù figlio di
Giuseppè, 'Marià. All'epoca la scoperta fu
bollata come una mera coincidenza, ma per
Shimron invece c'è molto di più.
La sua tesi si
basa sul ritrovamento di un decimo ossario sul
quale c'è l'iscrizione in aramaico, 'Giacomo
figlio di Giuseppe fratello di Gesu». «Le prove
vanno oltre quanto mi aspettassi», ha dichiarato
lo studioso. Dai test geochimici che ha eseguito
sui resti contenuti negli ossari, secondo
Shimron, emerge che Gesù si è sposato e ha avuto
un figlio. Non solo, la presenza stessa dei
resti negherebbe di fatto che la resurrezione
sia mai avvenuta.
La tesi del geologo è destinata a suscitare un
forte dibattito nella comunità scientifica e
un'ondata di polemiche da parte degli esponenti
religiosi, come avvenne in passato con l'uscita
del documentario su Talpiot.
Intanto il collezionista proprietario dell'
'ossario di Giacomo' ha sminuito la scoperta
definendola «non definitiva» e gli archeologi
israeliani prendono tempo dichiarando di voler
aspettare che la ricerca sia pubblicata su una
rivista accademica.
Tratto da:
http://gds.it/2015/04/12/un-geologo-israeliano-ho-trovato-la-tomba-di-gesu_341008/
Un geologo ha dichiarato di aver reperito a
Gerusalemme delle "prove virtualmente
inequivocabili" riguardanti la sepoltura di Gesù,
che, oltre ad indicarne il sito esatto in cui è
stato sepolto, suggeriscono che abbia condiviso
la sua tomba con sua moglie Maria
Maddalena e suo figlio, Judah.
Come riporta l'Independent lo
studioso in questione è il Dr. Aryeh Shimron,
secondo il quale Gesù sarebbe stato sepolto
nella Tomba
di Talpiot, sito funebre scoperto nel 1980
nella Gerusalemme orientale, chiamata "L'ultima
tomba di Gesù" in un
documentario omonimo del 2007 diretto da James
Cameron.
All'interno della tomba sono stati ritrovati
nove ossuari, sui quali sono state rinvenute
delle iscrizioni recitanti le parole "Gesù
figlio di Giuseppe", "Maria" ed altri nomi
associati al Nuovo Testamento.
La traduzione delle iscrizioni e le date
approssimative di sepoltura hanno fatto nascere
diverse teorie attorno alla tomba: secondo
alcuni Gesù si sarebbe sposato, avrebbe avuto un
figlio e la presenza dei suoi resti indicherebbe
che la Resurrezione non sarebbe mai avvenuta.
Queste dichiarazioni molto controverse sono
state rifiutate dagli studiosi già in passato,
all'epoca dell'uscita del documentario, sulla
base di diversi parametri; primo fra tutti il
fatto che i nomi incisi sugli ossuari erano
piuttosto comuni all'epoca.
Ma il Dr.
Shimron ha dichiarato al New York Times di
aver scoperto nuove informazioni su un decimo
ossuario che sarebbe stato trafugato dalla Tomba
prima della sua scoperta: si tratta di una
"bara" di marmo dalle dimensioni contenute
acquistata da un collezionista israeliano nel
1970.
La scoperta è significativa per la riapertura
del dibattito attorno alla Tomba di Talpiot in
quanto riporta un incisione in Aramaico che
recita "Giacomo figlio di Giuseppe fratello di
Gesù" - dando maggior credito a chi reputa la
tomba di proprietà di Gesù e della sua famiglia.
"Si tratta di prove superiori a quelle che mi
aspettavo io stesso" ha dichiarato il
ricercatore "Credo di avere dei dati davvero
evidenti, e virtualmente inequivocabili, che
questo ossuario abbia passato la maggior parte
della sua esistenza nella Tomba di Talpiot".
I test geochimici effettuati da Shimron sotto
l'attenta supervisione delle autorità israeliane
si sono basati sull'assunto che tutti gli
ossuari presenti nella tomba fossero ricoperti
dallo stesso strato di argilla, formato da
sostanze minerali molto particolari.
Lo studioso ha effettuato 150 test su vari
campioni provenienti da 25 differenti ossuari
(15 dei quali provenienti da altre sepolture
della zona) trovando sull'ossuario perduto
tracce di magnesio, ferro e silicio che sono
perfettamente compatibili con quelle della
"tomba di Gesù".
Mentre questi risultati molto probabilmente
riapriranno il dibattito attorno alla Tomba di
Talpiot, le intuizioni di Shimron sono ancora
lontane dall'essere accettate dalla maggior
parte degli studiosi.
Il collezionista proprietario del decimo
ossuario ha confessato al Times che il
ricercatore "non è giunto a risultati
definitivi", mentre la comunità scientifica ha
dichiarato che, prima di esprimersi in materia,
attenderà la pubblicazione dei risultati
dell'esperimento su una rivista
accademica. Tratto da: huffingtonpost.it
vedi anche:
l'Ossario
di Giacomo - 2002
L'archeologo che ha ritrovato l'ossario (tomba
di Gesu'), NON e' il regista....del documentario
sulla tomba di Gesu'...!, come alcuni studiosi
affermano, stupidamente:
"La tomba perduta di Gesù è un documentario
co-prodotto e trasmesso per la prima volta su
Discovery Channel e Vision TV in Canada il 4
marzo 2007 riguardante la scoperta della Tomba
di Talpiot.
È stato diretto dal regista e produttore
canadese Simcha Jacobovici e prodotto da Felix
Golubev e Ric Esther Bienstock, mentre James
Cameron ha svolto la funzione di produttore
esecutivo.
Il film è stato lanciato contemporaneamente con
un libro sullo stesso soggetto, “La tomba di
famiglia di Gesù”, uscito a fine febbraio 2007 e
scritto a quattro mani da Jacobovici e Charles
R. Pellegrino. Quanto affermato dal libro e dal
documentario è attualmente oggetto di
controversia sia in campo archeologico
cheteologico, come anche tra gli studiosi di
linguistica e biblistica".
- Pero’ le ricerche fatte sull'ossario sono
state approfondite, confermando sia l'esattezza
dell'epoca, e i contenuti erano appartenuti ad
un uomo che era stato crocifisso,
- per il fatto che Gesu' fosse stato sepolto in
una tomba pagata da qualche famigliare e da
qualche seguace di ed in
Gerusalemme (visto che era morto li ed era
proprio molto noto in quella citta'), uno dei
quali e' anche citato nei vangeli....(Giuseppe
d'Arimatea)
Cio’ significa che quest'altra obiezione fatta
da certi biblisti, non sta in piedi....
Quindi....malgrado vi possano essere delle
interferenze fra le fedi-ideologie dei vari
ricercatori, rimangono FATTI che sempre piu'
vengono alla luce e che sono in contrasto
notevole con il Nuovo Testamento
(falsificato come l'antico testamento dagli
ebrei...)....e di cio' ne sono contento
perche' l'INGANNO
diabolico (colui che
divide)-satanico (colui che si erge contro la Verita') fatto e preparato per gli uomini che
non ricercano, per ora la Verita', deve finire
presto.... e lo sara' !
Il VANGELO di PIETRO AFFERMA che GESU' è
STATO TIRATO GIU' VIVO dalla CROCE !
Gesù di "Nazareth" anzi il nazareno..., sincresi di un’infinità di
archetipi
…“Il nascente cristianesimo,
per garantire a se stesso la straordinaria
diffusione che poi di fatto ebbe tra popoli di
fede e cultura diverse, prendendo a pretesto un
fatto politico e locale (del quale abbiamo
fondati indizi negli scritti di Giuseppe Flavio)
e riconvertendolo in evento universale e
trascendentale,
assimilò in una gigantesca sincresi un’infinità
varietà di archetipi appartenenti agli antichi
culti pagani e misterici sui quali costruì il
personaggio di Gesù di Nazareth, dando così
l’avvio alla realizzazione di quelle fondamenta
teologiche che due secoli dopo saranno poste a
base del credo niceano”. (Giancarlo Tanfo)
CANZANO 1
Alcuni
agnostici ed atei affermano che escludendo
"qualche oscuro riferimento in Giuseppe Flavio e
simili", non ci sono prove storiche della vita
di Gesù al di fuori della Bibbia. Nonostante
l'evidenza dell'accuratezza e della fedeltà
storica del Nuovo Testamento della Bibbia, tu
escludi che tali prove sono vere ?
TRANFO
E’ bene
innanzitutto intendersi sui termini. A tal
proposito devo precisare che il linguaggio e la
cultura comuni al nostro tempo riconoscono
immeritatamente al Nuovo Testamento il valore di
una testimonianza storica che il tempo ha
conservato inalterata dall’accadimento dei fatti
narrati ai nostri giorni, tanto è vero che
“Vangelo”, nella comune accezione, è divenuto
sinonimo di “verità”.
In realtà non c’è nulla di più falso. I Vangeli
a noi noti non sono che il frutto di secolari
manipolazioni, tagli, aggiunte e correzioni di
parti preesistenti.
Lo storico Celso nel suo Discorso Veritiero, già
nel II secolo, rivolgendosi ai cristiani ebbe a
dire: “La verità è che tutti questi pretesi
fatti non sono che dei miti che voi stessi avete
fabbricato senza pertanto riuscire a dare alle
vostre menzogne una tinta di credibilità. È noto
a tutti che ciò che avete scritto è il risultato
di continui rimaneggiamenti fatti in seguito
alle critiche che vi venivano portate".
Gli antichi redattori e i successivi
“correttori” degli scritti neotestamentari,
dovettero tener conto, oltre che delle esigenze
così ben rappresentate dalle parole del loro
contemporaneo Celso (che li spinse ad adeguare
progressivamente la propria “testimonianza”
all’evangelizzazione di popoli votati a culti e
tradizioni diversi) anche della necessità di
distanziarsi dal variegato microcosmo delle
sette eretiche che si sviluppò nei primi secoli
della nostra era, minacciando l’univocità della
costruzione teologica faticosamente realizzata e
posta a base della fede cristiana. Un’operazione
di tale complessità (considerando anche il lungo
arco di tempo durante il quale si svolse) non
poté che favorire l’insorgenza di errori e
disarmonie tra i racconti, che da sempre il
“pulpito” si guarda bene dall’evidenziare e che
per lo studioso serio (esegeta, critico testuale
o storico che sia), costituiscono motivo di
riflessione ed approfondimento.
Non mi riferisco soltanto alle insanabili
contraddizioni biografiche nella
rappresentazione del personaggio di Gesù di
Nazareth che, secondo il Vangelo preso a
riferimento, nacque nel 4 a.c. o nel 6 d.c., che
dovette fuggire in Egitto o rimanere dov’era,
che ebbe genealogie tra loro non sovrapponibili,
apostoli di numero diverso e con nomi
differenti, che fece miracoli diversi, che fu
crocifisso alla presenza di persone diverse e
resuscitò lasciando sbigottite dinnanzi al
sepolcro vuoto testimoni diversi (potrei
continuare per molto ma preferisco fermarmi
qui).
Non mi riferisco, dicevo, soltanto a tali
scoordinate attestazioni ma anche a quegli
scomodi residui testuali o scorie spurie che,
dietro al mite “Agnello di Dio” o “Salvatore del
Mondo” lasciano intravedere un agitatore
politico di stampo nazionalistico e fede
messianista. E’ grazie ad essi che siamo a
conoscenza del nomignolo con il quale Gesù
appellò i propri apostoli: “Boanerghes” che
significa “figli del tuono” o, secondo alcuni
esperti di lingua aramaica “della vendetta”.
Grazie agli stessi sappiamo che il mite San
Pietro era chiamato “Barjona” che tradotto
significa “latitante alla macchia” e che, molto
tempo dopo aver staccato un orecchio con un
colpo di spada ad una guardia del tempio sul
Monte degli Ulivi (Giovanni, 18:10), soppresse i
coniugi Anania e Zaffira, rei di non aver
versato alla comunità il ricavato della vendita
di un loro terreno (Atti, 5:1-11).
Ancora grazie agli stessi incontriamo un Gesù
che invita i suoi discepoli ad armarsi: “L'ora è
venuta, chi non ha una spada venda il mantello e
ne compri una… ed essi dissero: "Signore ecco
qui due spade" (Luca, 22:36), che istiga il
popolo alla disobbedienza fiscale: “Abbiamo
trovato quest'uomo che sovvertiva la nostra
nazione, istigava a non pagare i tributi a
Cesare e diceva di essere lui il Cristo re.”
(Luca, 23:2), che invoca la guerra: "Sono venuto
a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei
che fosse già acceso! pensate che io sia venuto
a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma
la divisione” (Luca, 12:49), che ignora le
preghiere quando non provengono dal suo popolo
“Io non sono stato mandato che alle pecore
perdute della casa d'Israele… non è bene
prendere il pane dei figli per buttarlo ai
cagnolini” (Matteo, 15:24; 26).
Anche su questi aspetti potrei continuare per
molto ma credo di aver già a sufficienza
dimostrato quanta poca attendibilità storica ci
sia nella testimonianza dei Vangeli e,
soprattutto nella ricostruzione del personaggio
di Gesù di Nazareth la cui immagine è stata
ricomposta dalla dottrina cristiana in una sorta
di teorico “quinto canone” nato in seno alla
tradizione apostolica (condizionata fin
dall’inizio dalla cultura ellenistica) e diffuso
a piene mani all’ombra del campanile ad ignare
folle chiamate all’estasi mistica e dissuase da
sempre dallo studio della storia e dalla
comprensione della verità (beati i poveri di
spirito…).
Dopo aver risposto alla seconda parte della tua
domanda, cercando come ho detto di dimostrare,
nei limiti di uno spazio ragionevolmente
contenuto, che “i Vangeli e gli Atti degli
Apostoli sono letteratura” (come dice il prof.
R.H. Eisenman nel suo ultimo libro “Giacomo il
fratello di Gesù”), passo ora alla prima parte
della stessa affrontando il tema della
sporadicità delle attestazioni, da parte degli
storici dei primi secoli, sul personaggio di
Gesù.
Tu stessa citi Giuseppe Flavio, riferendoti a
quella che sostanzialmente è l’unica
testimonianza alla quale la fede cristiana ha
fatto riferimento per secoli prima di arrendersi
di fronte all’evidente natura apocrifa della
stessa (ormai anche la Chiesa sembra aver
cessato di sostenere l’autenticità del passo).
Se il Testimonium Flavianum (così è chiamato il
passo in questione) fosse realmente scaturito
dalla penna del più accreditato storico di fatti
giudaici del I secolo, dovremmo registrare, fin
dalla riga successiva allo stesso, la
conversione di un integerrimo sacerdote ebreo
quale era Giuseppe (di discendenza sacerdotale e
di stirpe Asmonea) alla fede cristiana.
Poiché, tuttavia, tale “dichiarazione di
apostasia” appare come un’isolata “nota stonata”
e fuori posto nel percorso testuale e
cronologico dell’opera, poiché appare per la
prima volta soltanto nel IV secolo dalle “pie
mani” di un noto falsario (reo confesso) che
risponde al nome di Eusebio di Cesarea (gli
stessi “Padri della Chiesa” che lo precedettero
dimostrarono di non conoscere tale passo che, se
presente, sarebbe loro ritornato più che utile),
poiché, infine, nei suoi contenuti ripropone in
maniera pedissequa gli stessi capisaldi del
credo niceano varato sotto l’egida del potere
imperiale costantiniano non meno di due secoli
dopo la morte di Giuseppe Flavio (“seppure
bisogna chiamarlo uomo… questi era il Cristo…
Pilato lo punì di croce… apparve loro il terzo
giorno”), poiché per tutti questi e per molti
altri motivi, che sarebbe estremamente lungo
esporre, il passo in questione non può essere
considerato autentico, non resta che ammettere
che su quaranta storici del tempo, tra i quali
sono da comprendere Giusto di Tiberiade e Filone
d’Alessandria che vissero in quei tempi e in
quei luoghi (o vicino ad essi), nessuno si
accorse degli straordinari prodigi dispensati da
"Gesù di Nazareth", a cominciare dalla sua nascita
annunciata da una stella fino a terminare con la
sua morte (per non parlare della resurrezione…)
che, secondo Matteo, provocò oscuramenti,
terremoti con epicentro il Golgota, resurrezioni
dei santi e squarci del velo del tempio!
E’ come se la più straordinaria vicenda di tutti
i tempi si fosse svolta sotto gli occhi di
decine di storici di indiscusso credito
testimoniale senza che gli stessi fossero stati
in grado di vederla!
Dal canto proprio i Vangeli ci presentano un
quadro edulcorato dove fermenti sociali e
tensioni (così drammaticamente rappresentate
dagli storici) stingono e svaniscono in una
mistica e stasi celestiale. Non appaiono mai gli
zeloti (se non nell’appellativo di un apostolo
rimasto per sbaglio al suo posto), sono
completamente assenti gli esseni (definiti da
Giuseppe Flavio “terza filosofia”), nonostante
lo straordinario peso ideologico che gli stessi
ebbero nell’universo culturale e fideistico
della Palestina di quei tempi, non vengono
registrate le sommosse e non si parla del sangue
quotidianamente sparso per via delle stesse…
insomma, non solo la storia, quella testimoniata
dagli storici, non conosce Gesù ma la storia di
Gesù non conosce quella testimoniata dagli
storici.!
Potremmo giustificare il fenomeno ricorrendo
alla teoria degli “universi paralleli” ma
usciremmo inevitabilmente dal seminato delle
“evidenze” alle quali lo storico è tenuto ad
attenersi.
CANZANO 2
Tu citi
il “Discorso Veritiero” dello storico Celso che
già nel II secolo aveva accusato i cristiani di
raccontare menzogne, ma, se già nel II secolo
c’erano dei dubbi, come ha fatto il
cristianesimo con queste basi a diventare il
centro della cultura occidentale ?
TRANFO
La nostra
conoscenza della storia, con riguardo alle
origini del cristianesimo, è fortemente
condizionata dalle convinzioni indotte in noi
tutti fin dall’età scolare.
In realtà, quello che abbiamo appreso sui banchi
e all’ombra del campanile non è altro che una
“rappresentazione accomodata” di eventi che, per
antefatti, implicazioni e conseguenze, sono
lontano anni- luce da ciò che accadde realmente.
Per spiegarmi meglio, prima di rispondere
direttamente alla tua domanda ti invito a
riflettere su uno degli argomenti intorno ai
quali l’immaginario “subculturale” didattico,
narrativo e perfino cinematografico (Ben Hur,
Quo Vadis ecc.) ancora oggi fa leva p er
suscitare emozione e partecipazione: le
persecuzioni.
Come sai l’impero romano rappresentò
l’espressione più avanzata del progresso e
della civiltà cosmopolita e plurirazziale del
mondo antico. Roma fu tollerante con tutte le
tradizioni e le fedi dei popoli sottomessi ai
quali consentì di praticare il proprio culto ed
edificare templi conservando peraltro anche gli
ordini sacerdotali ad essi preposti.
Ti sei mai domandata come mai Roma non riuscì ad
essere tollerante proprio nei confronti dei
miti e pacifici oranti di fede cristiana
disposti a dare “a Cesare quel che è di
Cesare”?
Perché Tacito e Svetonio espressero un così vivo
disprezzo per un’umile e innocua fede
conciliante con il potere e volta a valorizzare
esclusivamente il mondo celeste?
Come mai per tre secoli imperatori saggi ed
equilibrati come Traiano, Antonino Pio, Marco
Aurelio e molti altri, se non alimentarono le
persecuzioni contro i cristiani si guardarono
comunque bene dal liberalizzarne il culto?
La risposta è una sola: la nuova fede fu vista
come una seria minaccia all’ordine pubblico in
quanto ispirata dal pensiero
messianico-autonomista di estrazione giudaica e
animata da spirito di rivalsa contro le
istituzioni del potere imperiale.
Se c’era una cosa nei confronti della quale Roma
non conosceva tolleranza alcuna, questa era
proprio la minaccia nei confronti
dell’ordinamento istituzionale.
Fino almeno alla seconda metà del II secolo i
“perseguitati” non ebbero nulla a che fare con
la fede in Gesù Cristo (il cui personaggio
degiudaizzato e reso universale era in corso di
coniazione esclusivamente in seno al giudaismo
revisionista di stampo ellenistico).
A finire in catene o nell’arena non furono i
miti e pacifici “santi” come la storiografia
cristiana ci induce a credere ma i giudeo
messianisti ribelli e irrassegnati di fronte al
ritardo da parte di Dio nell’adempimento di una
promessa biblica che li voleva liberi e sovrani
del mondo.
Soltanto nel III secolo il cristianesimo
“paolino” ebbe la meglio sui “cristianesimi
secondari” che iniziarono ad essere
criminalizzati e bollati come eresie (il libro
di B. D. Ehramn “I Cristianesimi perduti”
presenta un esaustivo quadro del variegato
planetario di infinite espressioni del primo
cristianesimo e delle dinamiche di fagocitazione
di quelle “perdenti” da parte della “forma
vincente” che ancora oggi regna incontrastata).
Tuttavia per almeno un secolo ancora il
cristianesimo dovette lottare sia sul fronte
interno (contro la proliferazione delle forme
“deviate”) che su quello esterno (il potere
imperiale) non ancora in grado di distinguere
le vecchie forme politico insurrezionali di
stampo giudaico dalla nuova e compiuta
espressione di fede universale assecondante (ora
si!) con le istituzioni.
Soltanto nel IV
secolo, di fronte al dilagare della nuova fede
(grazie alla crisi dei valori espressi
dall’obsoleto politeismo romano-ellenistico),
Costantino ebbe la geniale intuizione di
stabilire la più micidiale alleanza di tutti i
tempi sotto l’egida della quale nei secoli
successivi sono stati sterminati interi popoli e
distrutte o assoggettate straordinarie civiltà.
Non fu l’uomo (Gesù) a cambiare il mondo ma il
mondo a cambiare l’uomo per i propri fini di
potere.
Questa lunga premessa è stata necessaria per
poter adeguatamente rispondere alla tua
domanda.
Celso, vissuto sotto Marco Aurelio, fu
un’espressione culturalmente avanzata di quel
pensiero istituzionale che ebbe ben chiari i
pericoli connessi allo sviluppo di una
mistificazione, un’autentica impostura che,
favorita dall’ingenuità e dall’ignoranza dei
ceti popolari, già in quel tempo aveva iniziato
a riconvertire il fondamentalismo giudaico
messianista e intollerante in “pacifismo”
universale e conciliante, la spada in
ramoscello d’ulivo, la croce (simbolo d’infamia
e sovversione) in strumento salvifico e
redentivo, il riscatto giudaico in promozione
dell’uomo e del mondo.
Se tali “riconversioni”
e “ricicli” furono chiari per Celso che ne
denunciò la fraudolenza, essi non lo furono per
le masse semianalfabete e in piena crisi di
valori alle quali prevalentemente (e non a
caso) l’evangelizzazione cristiana proponeva il
giusto riscatto della “vita eterna” (mutuato
dal riscatto “in terra” al quale era
originariamente volta la lotta messianista).
A quei tempi la cultura non circolava certo come
oggi. Non c’erano giornali né internet e con
ogni probabilità il “risentimento
istituzionale”, giustamente motivato dal timore
delle turbative per l’ordine pubblico, fu
vissuto dagli stessi destinatari della
repressione (ignari delle reali origini
ideologiche della propria fede) come un
ingiusto e immotivato accanimento contro
l’amore universale del quale si sentivano
portatori. La denuncia di Celso restò
circoscritta ad un ambiente che già ne
conosceva i contenuti e ne condivideva
l’orientamento, ecco perché non arginò
minimamente lo straordinario sviluppo che il
cristianesimo ebbe successivamente.
Non avremmo mai saputo nemmeno dell’esistenza
della preziosa testimonianza offerta dal
“Discorso Veritiero” se non fosse stato per
Origene che più di un secolo dopo pensò bene di
ripescare questo “scheletro” dall’”armadio”
degli scritti censurati dalle “pie mani” della
Chiesa per confutarne parola per parola il
contenuto in un’opera apologetica di otto libri
titolata “Contro Celso”.
Le intenzioni di Origene erano “buone” dal punto
di vista della difesa della dottrina cristiana,
tuttavia non penso che la Chiesa (che peraltro
nel VI secolo lo rinnegò) gli sia mai stata
grata per tale “felice idea”…
CANZANO
Nella
teologia -
http://it.wikipedia.org/wiki/Teologia
- cristiana, la verità dogmatica che discende
dalla rivelazione divina viene considerata
talmente evidente che coloro che non la
accettano si pongono al di fuori della chiesa
http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_(istituzione,
stessa e sono tacciati di eresia -
http://it.wikipedia.org/wiki/Eresia -, al
punto che una loro proposta di discussione o
revisione per il cristianesimo può portare
all'esclusione dalla partecipazione al culto.
Quando e come sono nati i dogmi ?
TRANFO
Nell’economia delle poche righe delle quali
dispongo non è facile rispondere in maniera
esaustiva a questa domanda. Cercherò, pertanto,
di seguire “in volata” il percorso storico che
ha portato la Chiesa a far vincere la propria
“verità rivelata” contro tutte le “deviazioni”
teologiche che, soprattutto nei primi secoli,
ne minavano il primato.
Ho già accennato alle origini della fede
cristiana collocandone la nascita e il
successivo sviluppo in epoca non anteriore alla
metà del II secolo, quando il messianismo
giudaico e insurrezionale dell’”attesa”, una
volta tramontata ogni possibilità di successo,
iniziò a riconvertirsi in cristianesimo
“gesuano” dell’”avvento”, proponendo come
“storica” una lettura mistica e leggendaria dei
fatti accaduti in Palestina almeno un secolo
prima.
Il nascente cristianesimo, per garantire a se
stesso la straordinaria diffusione che poi di
fatto ebbe tra popoli di fede e cultura diverse,
prendendo a pretesto un fatto politico e locale
(del quale abbiamo fondati indizi negli scritti
di Giuseppe Flavio) e riconvertendolo in evento
universale e trascendentale, assimilò in una
gigantesca sincresi un’infinità varietà di
archetipi appartenenti agli antichi culti pagani
e misterici sui quali costruì il personaggio di
Gesù di "Nazareth", dando così l’avvio alla
realizzazione di quelle fondamenta teologiche
che due secoli dopo saranno poste a base del
credo niceano.
Ciò, tuttavia, non fu sufficiente, almeno
all’inizio, a garantire alla nuova fede una
“corsia privilegiata” di affermazione rispetto
alle innumerevoli sette esistenti. Per avere
un’idea dell’enorme variegazione di orientamenti
diversi in seno al nascente cristianesimo, e
conseguentemente della fatica che il
cristianesimo “paolino” dovette affrontare per
affermarsi sugli altri, basti pensare che le
attuali diversità tra riti, confessioni e chiese
in seno alla fede cristiana non esprimono che in
minima parte quello che fu il panorama di quel
tempo.
In una tale “selva ideologica” di “cristianesimi
diversi”, alcuni tesi a valorizzare l’avvento
messianico in forma apparente ed incorporea
(docetismo) altri incentrati sulla natura
esclusivamente umana e non divina di Cristo, uno
solo si rivelerà “vincente”, giungendo ai nostri
giorni in veste di “unica” e “indiscutibile”
verità rivelata, proprio grazie all’intolleranza
verso qualsiasi diversità teologica e
fideistica.
La strada scelta impose innanzitutto la stesura
di un canone scritto, per evitare che i “punti
fermi” della verità “rivelata” si diluissero e
svanissero nella fluidità delle tradizioni orali
in perenne metamorfosi evolutiva.
Dalla scelta di quattro tra innumerevoli altri
Vangeli, nacque così il Nuovo Testamento
(successivamente oggetto di interventi
correttivi e interpolazioni ancora stratificate
nel tessuto narrativo) nel quale la biografia di
un erede davidico giustiziato dai romani sulla
croce per il reato di “lesa maestà”, fu
mescolata con le parole di un “illuminato di
nome Yeshua (Gesù ) condannato dal sinedrio alla
lapidazione avvenuta a Lydda negli anni
successivi alla guerra del 70 d.c.
Sul nuovo uomo/dio, come accennato, fu
modellata la fisionomia di tutti i “Soter”
pagani (maternità virginale, nascita in una
grotta al solstizio d’inverno, morte e
resurrezione dopo tre giorni, ascesa al cielo,
promessa di un ritorno alla fine dei tempi
ecc.).
Tutti coloro che non si riconobbero nei canoni
(frutto di arbitrarie a fallaci scelte umane)
furono isolati, maledetti e successivamente
perseguitati.
Così nacque l’eresia, parola la cui originale
accezione greca (αιρεσις, scelta) è ben lontana
dal significato negativo al quale siamo stati
condizionati dalla tirannia culturale esercitata
dal cristianesimo perfino in campo lessicale.
Con questa espressione divenuta simbolo
d’infamia, venne etichettato quel multiforme
mondo ideologicamente non allineato (per un
aspetto o per l’altro) alla “verità rivelata
direttamente da Dio”.
Gli eretici furono perseguitati dalla
Chiesa
perfino quando essa stessa era ancora a propria
volta perseguitata in quanto, nonostante ormai
nemica giurata del giudaismo e assecondante con
il potere di Roma, continuava ad essere dallo
stesso ritenuta erede ideologico di
quell’antico fondamentalismo sviluppatosi nella
più ingovernabile delle province e non ancora
dimenticato.
Ignazio di Antiochia, Ireneo di Lione, Ippolito
di Roma, furono perseguitati e subirono il
martirio dopo aver lasciato a loro volta al
mondo una testimonianza di irriducibile
avversione contro qualsiasi “devianza” o
semplice diversità teologica o dottrinaria
dall’unica “verità rivelata”.
Tuttavia non servì a molto lasciare fuori dalla
porta le “diversità”, in quanto all’interno
stesso della Chiesa
l’eresia continuò a svilupparsi insidiando
l’univocità del “verbo”.
D’altra parte il secolare processo che portò
alla definizione della “verità rivelata Dio”
(frutto in realtà di prevaricazioni e
compromessi tra uomini…) fu così profondamente
condizionato dalle lotte intestine (nelle quali
furono coinvolti ideologi ed ecclesiastici) che,
prima di assumere la attuali forme, detta
“verità” assunse mille volti diversi: in un tale
frenetico divenire, un pensiero quale può essere
l’investitura divina di un Cristo
precedentemente umano (adozionismo) o la
diversità di sostanza tra il Figlio e il Padre
(arianesimo), poteva, da un concilio all’altro,
passare dall’”altare” alla “polvere”.
Per Ignazio Gesù derivò sia da Maria che da Dio,
Ireneo preferì l’idea dell’incorporamento,
Origene quella della mescolanza (krasis),
Ippolito quella dell’irradiazione ecc.
Il concilio di Nicea del 325, voluto da
Costantino, servì proprio a dare una
connotazione stabile e definitiva all’impianto
teologico cristiano.
Nacque così il “credo”, ancora oggi coralmente
recitato dall’assemblea dei fedeli radunata
dinnanzi al pulpito: un allucinante surrogato di
assurdità maldestramente fissate in quella
circostanza e successivamente integrate,
corrette e riformulate nei concili successivi
per contrastare le nuove eresie e per meglio
adattarsi alle nuove esigenze delle sacre
alleanze con l’impero o, più tardi, con le
grandi monarchie.
Ogni singola espressione presente nella nota
preghiera, ha una storia ed un fine preciso che
non ha nulla a che vedere con la testimonianza
di qualsiasi verità né con alcuna umana logica.
L’incredibile miscuglio di allucinanti
elucubrazioni camuffate da affermazioni di fede,
in frequenza ininterrotta e in reciproca
contraddizione, fu frutto dell’immaginario
schizofrenico, ma… illuminato dallo spirito
santo (sic!), di una chiesa alla disperata
ricerca di un’identità dogmatico- teologica da
definire e da opporre alle pericolose “devianze”
espresse delle eresie, mediante la sua
“professione di fede” spacciata per “verità” in
barba all’umano buonsenso!
Se qualsiasi fedele di media intelligenza si
soffermasse per un momento a riflettere sulle
“sante” e familiari parole che almeno
domenicalmente pronuncia (ma al fedele è chiesto
di non riflettere…), si accorgerebbe di aver da
sempre recitato, senza rendersene conto, un
insensata e delirante adesione a quello che può
essere definito un autentico manifesto della
follia recante la firma contraffatta di "Dio" !
Gli autori di tale “contraffazione” son o gli
stessi che ancora oggi difendono ed ostentano il
proprio primato apostolico a sostegno del quale
fanno pretestuosamente valere il verso di Matteo
16:18 “E anch'io ti dico: tu sei Pietro, e su
questa pietra edificherò la mia chiesa, e le
porte dell'Ades non la potranno vincere” da loro
stessi maldestramente introdotto nel canone
neotestamentario.
In base a questa assurda pretesa di rivestire il
ruolo di ambasciatore di Dio in terra, “Sancta
Romana Ecclesia” da quasi duemila anni pronuncia
e interpreta la parola di "Dio"… a proprio ed
esclusivo fine di potere e il dogma non è che
l’aspetto più sfrontato ed arrogante
dell’esercizio abusivo di tale ruolo.
Nei secoli, con il ricorso a tale strumento, le
più straordinarie assurdità sono state
proclamate “verità assolute e indiscutibili”
come se fossero state pronunciate dalla viva
voce di Dio.
La prima espressione concreta di tale
intollerabile abuso fu quella della
“consustanzialità” del Figlio rispetto a Padre (Nicea,
325), successivamente integrata
dall’indecifrabile “unità trinitaria”
(Costantinopoli, 381), cervellotico compromesso
tra l’ostentato monoteismo di ebraica
derivazione e l’evidente politeismo di un culto
incentrato sull’adorazione del “Figlio” oltre
che del “Padre”.
A complicare ulteriormente le cose intervennero
poi le pronunce su Maria che finì, di fatto, con
l’assumere il ruolo di “quarta persona
trinitaria”.
La sua “carriera” iniziò nel Concilio di Efeso
del 431 (precedentemente il suo nome non trovava
posto nemmeno tra quelli dei santi pronunciati
nelle litanie) grazie a Cirillo d'Alessandria
che fece in modo che fosse definita "madre di
Dio", adoperandosi con ogni mezzo (lecito e
illecito) per la promulgazione de l dogma della
maternità divina.
Esiste addirittura un elenco di regali (eulogias)
che lo stesso distribuì ad alti funzionari
imperiali per ingraziarsene i favori allo scopo
di evitare il suo arresto, legittimare il
Concilio contro un altro di orientamento
nestoriano in contemporaneo svolgimento e,
soprattutto, ottenere il riconoscimento del
dogma al quale teneva tanto.
Seguì poi la proclamazione della sua perpetua
verginità (Costantinopoli, 553).
Dopo più di un millennio, nel 1854, venne
stabilita la sua nascita in assenza di macchia
(immacolata concezione) mentre soltanto nel 1950
se ne proclamò l’assunzione in cielo anima e
corpo !
E’ da notare che quando Pio XII, parlando a nome
di Pietro asserì quest’ultima verità rivelata
(da chi... visto che gli stessi Vangeli non ne
sanno nulla?) ”infallibilmente" (grazie ad altro
dogma simile a quello in base al quale i
parlamentari aumentano lo stipendio a se
stessi…), in cielo volavano già gli aerei (dai
quali la Madonna non fu avvistata…), qualcuno
pensava alle prime missioni spaziali, da un capo
all'altro del mondo si parlava con il telefono,
in America già esisteva la televisione e quattro
anni dopo arrivava anche in Italia.
Eppure fu creduto e, cosa più grave, lo è
ancora!
Sull’esistenza di questo straordinario “telefono
senza fili” che congiunge il “trono di Pietro”
con l’”alto dei cieli” non mancano le conferme
talvolta immediate: Pio IX non aveva ancora
nemmeno riposto la penna con la quale nel 1854
firmò “per conto di Dio” (sic!) l’immacolata
concezione di Maria, che nel 1858 a Lourdes una
contadinella ignorante di nome Bernadette
Soubirous se la ritrovò davanti con il biglietto
da visita in mano “Io sono l’immacolata
concezione”: &egrav e; come se io, dovendomi
presentare, dicessi “io sono il concepimento di
Giancarlo Tranfo” !
Per brevità trascuro le altre straordinarie
perle di saggezza “divina” (quali l’istituzione
del purgatorio o la transustanziazione), per
soffermarmi ancora un momento sui dogmi
cristologici e su quelli mariani e proporre una
riflessione sulle assurdità che derivano dalla
loro interazione: se Gesù, perfettamente umano e
divino (Calcedonia, 451) è uno con il Padre
(Costantinopoli, 381) e Maria è madre di Dio
(Efeso, 431) e cioè di Gesù, allora è anche
madre del Padre (uno con il figlio) e figlia di
suo figlio (uno con il Padre) che dunque è anche
suo padre e che, essendo nato prima dell’inizio
dei tempi è nato prima di sua madre...
In questo incesto alla rovescia con andata e
ritorno nel tempo… chi può illuminarmi sul ruolo
del povero Giuseppe e su come lo stesso abbia
potuto trasmettere la propria discendenza
davidica al “Re dei Giudei”?
By Giancarlo Tranfo – Giovanna Canzano -
22/02/2008 - Fonte: politicamentecorretto.com
BIOGRAFIA
Giancarlo Tranfo è nato a Roma nel 1956.
Provenendo da una nobile famiglia di integerrima
fede cattolica e di antica tradizione forense,
per onorare la proprie origini si è laureato in
Giurisprudenza, dedicandosi tuttavia
successivamente allo studio del cristianesimo
delle origini.
Circa dieci anni fa decise di cimentarsi in una
ricerca storica, condotta sulle fonti
ellenistico- romane e neotestamentarie, volta a
confermare la tradizione cristiana e, in
particolare, il personaggio di Gesù di Nazareth
al quale, fin da bambino, si sentiva molto
legato.
Gli esiti di tale impegno furono, tuttavia,
diametralmente opposti alle premesse e il suo
lavoro, arricchendosi nel contempo dell’apporto
di nuove conoscenze sui culti del mondo antico,
approdò, dopo varie tappe intermedie, ad una
prospetti va di radicale negazione delle origini
storiche del personaggio di Gesù.
Soltanto nel 2005, a seguito di un travaglio di
coscienza dal quale si dice non ancora uscito,
Tranfo ha deciso di pubblicare il suo primo
studio in internet realizzando il sito web
www.Yeshua.it, del quale è tutt’ora unico
curatore, che in meno di tre anni ha ricevuto
circa duecentomila visite.
Negli ultimi tempi Tranfo ha acquistato una
certa notorietà, soprattutto nel mondo web, a
seguito di due iniziative che hanno avuto vasta
eco: una pubblica sfida epistolare a dimostrare
la storicità di Cristo, lanciata agli avvisi del
prof. F. Bisconti, segretario della Commissione
Pontificia di archeologia sacra, e una pungente
recensione del libro di J. Ratzinger “Gesù di
Nazareth”, ripresa da centinaia di siti web e
blogs, pubblicata da riviste specializzate in
indagini storiche “di frontiera”; e inserita in
appendice al secondo libro di Luigi Cascioli “La
Morte di Cristo, cristiani e cristicoli”.
Ad aprile 2008 Tranfo pubblicherà il suo primo
libro “La Croce di Spine- Gesù: la storia che
non vi è ancora stata raccontata”, edito da
Chinaski Edizioni di Genova, che sarà facilmente
reperibile presso le principali librerie
italiane o che, in alternativa, potrà essere
ordinato presso lo stesso sito
www.Yeshua.it
Nel suo libro Tranfo, avventurandosi in lungo
percorso testuale di circa 450 pagine, affronta
la spinose problematiche connesse allo studio
storico del cristianesimo primitivo, avvalendosi
dei criteri di ricerca suggeriti dalla
metodologia scientifica.
L’immagine di Cristo che questo lavoro
restituisce al lettore è quella di un
personaggio leggendario, frutto di una creazione
letteraria ispirata ai semidei dell’antichità
pagana, iniziata nel secondo secolo e completata
in quelli successivi.
La biografia evangelica del Messia cristiano
sarebbe stata costruita attingendo alla vicenda
reale di due personaggi storici realmente
esistiti: il figlio primogenito di Giuda il
Galileo, discendente davidico della famiglia
Asmonea e fondatore della setta degli zeloti,
arrestato dai romani sul Monte degli Ulivi e
crocifisso per il reato di lesa maestà e
Yeshua (Gesù) detto ben Panthera, il figlio
illegittimo di un soldato romano di stanza in
Palestina tra il 6 e il 9 d.c., divenuto un
“illuminato” profeta, elevato dal popolo al
rango di messia sacerdotale, successivamente
condannato dal sinedrio ebraico per i reati di
apostasia e stregoneria, lapidato a Lydda
(vicino Gerusalemme) nel 73 d.c. ed appeso ad
una croce.
Dall’unione del messia sacerdotale Yeshua
(Gesù) con il terribile messia davidico
“Kristos” (Cristo, Unto) figlio di Giuda il
Galileo, sarebbe nato l’unico Gesù Cristo che
perdendo ogni originale connotazione ebraica,
avrebbe nel tempo acquistato la stessa
fisionomia degli antichi Soter universali di
origine pagana e orientale, divenendo tra il II
e il IV secolo d.c. il “Re del Mondo”.
Tratto da ariannaeditrice.it
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Post con domanda e risposta,
Tratto dal web, inviato da Elio - 20/04/2005
Ciao Avalon !
La tua domanda:
"Primo: che sarebbe successo se ad avere la
supremazia sulla religione cristiana ortodossa
fosse stata “l'altra CHIESA”?.."
Cioè hai un'idea come sarebbe evoluta,se ci
fossero state meno divisioni,meno eresie,etc.
meno scismi, insomma che ne pensi ?
Secondo: non pensi che gli gnostici dei primi
due tre secoli si portassero appresso
infarcimenti di dottrine precedenti come quella
di Zoroastro,del buddismo e dei mandei ?
E Mani non fondò proprio sulle sopradette, le
proprie ispirazioni dottrinali ?
Mia risposta:
Assolutamente nulla, nel senso che l'antico
politeismo sarebbe, forse, giunto sino a noi,
magari in forma più evoluta che la semplice
idolatria (la scuola neoplatonica stava portando
avanti un'elaborazione panteistica assai vicina
all'elaborazione dei pre-illuministi del '600:
purtroppo l'avvento del cristianesimo interruppe
violentemente il percorso del pensiero e della
stessa filosofia classica che si basava
principalmente sul pensiero dei grandi filosofi
greci, fiore all'occhiello di tutta la cultura
di allora !
Si ritiene che la letteratura pseudo-clementina,
elaborata, secondo un nuovo orientamento
esegetico, in ambienti dell'ebionismo della
diaspora, contenga i "germi" di tale
elaborazione panteistica: soprattutto per ciò
che concerne le "Homilies".
L'altra Chiesa, infatti, aveva caratteristiche
che l'avvicinavano più al mondo politeista che
al monoteismo ebraico. La stessa differenza che
esisteva tra gli esseno-nazareni di Palestina ed
il mondo giudaico che ruotava intorno al Tempio
dei sommi sacerdoti.
La matrice degli ebioniti (dalla quale essi
stessi si svilupparono) fu quella degli
esseno-nazareni: un'antichissima comunità la cui
origine si fa risalire alla stessa comunità di
Mosè. Questa comunità era chiamata dei "b'nei
Amen o Amon" cioè "figli di Amon" (il dio
egiziano adorato dall'egiziano Mosè).
Dal
momento che Amon era il loro Dio, essi erano
detti anche "figli di Dio": ovviamente con il
significato di essere dei buoni fedeli,
osservanti e rispettosi delle leggi mosaiche:
molto spesso non coincidenti con quelle
insegnate dal clero giudaico del Tempio,
soprattutto per quanto concerne il sacrificio
degli animali ed il consumo di carne. (in
pratica, i b'nei Amen, e quindi i nazareni che
da tale matrice ebbero origine, accusavano i
sacerdoti di aver introdotto il sacrificio degli
animali, non contemplato dall'originale Legge
mosaica che essi affermavano di custodire, al
solo scopo di poter usufruire, per le loro
private cucine, di gran parte della carne degli
animali sacrificati !)
"secondo punto”: Mia risposta,
Nel primo secolo dell'era comune il panorama
gnostico era tutt'altro che omogeneo, andando
dallo gnosticismo ellenico dei neopitagorici,
allo gnosticismo orientale, spesso sintesi di
echi delle filosofie indù e buddiste, allo
gnosticismo delle varie scuole di Alessandria
d'Egitto che, a loro volta, risentivano degli
influssi dell'antica cultura egizia, sino ad
arrivare a forme di gnosticismo frutto di
elaborazioni sincretiche "locali", su base
nazarena o giudaica: è il caso dei "nasurei",
setta nata a partire dalla matrice nazarena
nella quale vennero introdotti elementi dello
gnosticismo
"orientaleggiante", abbastanza diffuso allora
nell'area "assiro-siriana" e nella stessa
Fenicia. (Maria Magdalena, era
stata per lungo tempo sacerdotessa di Astarte
nel relativo
tempio di Sidone.
Si trattava, molto probabilmente, di un tipo di
gnosticismo sincretico scaturito dalla fusione
di elementi dello gnosticismo "classico"
ellenico con elementi dello gnosticismo
orientale, in cui spiccava prepotentemente la
filosofia dualistica tipica dello gnosticismo
zoroastriano.
Basta osservare la filosofia religiosa dei
moderni Mandei, eredi degli antichi gnostici
nasurei (la cui setta venne fondata da Giovanni
il Battista e da Maria Magdalena, al secolo
Mariamne degli erodi: la madre di Gesù il
nazareno) per rendersi conto della forte
incidenza in tale dottrina religiosa dei
principi dualistici. Sicuramente essa, nel III
secolo, servì quale base di partenza
dell'elaborazione manichea, dal momento che gli
studiosi ritengono Mani provenire dalle file dei
"sabei" cioè i moderni Mandei/nasurei.
Un cenno particolare va fatto per lo gosticismo
di Simon Mago, al secolo Gesù il nazareno.
Sebbene la formazione gnostica di Gesù/Simone
avvenne in ambiente "nasureo", cioè sotto la
scuola di Giovanni il Battista e di sua madre,
Maria di Magdala, ad un certo punto egli si
separò dalla comunità per elaborare una forma di
gnosticismo "personalizzata", tendente a fare di
lui stesso un Dio o un semidio.
All'uopo egli imbarcò elementi della mitologia
classica ellenico-romana (Zeus/Giove, Minerva,
Elena, Dioniso) e della mitologia orientale (Astarte/Iside
e, forse, lo stesso dio Adonis della mitologia
assira)
I moderni Mandei, forti delle tradizioni che si
tramandano da tempi immemorabili, ritengono Gesù
un traditore: forse ciò potrebbe essere un
riferimento alla svolta gnostico-mitologica che
lui impresse alle proprie dottrine iniziali. (si
pensi che Gesù partì dall'insegnamento classico
nazareno, il quale non era affatto gnostico;
tuttavia, la realtà esseno-nazarena lo confinava
ad una vita di povertà ed indigenza, mentre le
sue performance di "mago" gli consentirono una
certa agiatezza).
By Elio
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IL DIO-LOGOS della
GNOSI
- By Antonio Bruno, per
Edicolaweb
La Gnosi e lo Gnosticismo acquisiscono oggi un
rinnovato interesse agli occhi di coloro che
orientano la propria ricerca epistemologica o che
sono volti a uno specifico e più soggettivo percorso
di crescita spirituale.
È indubbio che lo Gnosticismo - anche alla luce dei
recenti ritrovamenti casuali o archeologici di
scritti pergamenacei o d'altra natura che sembrano
gettare una luce radicalmente diversa e tratteggiare
diverse angolazioni dalle quali osservare la vita
politica, sociale e religiosa delle terre in cui
visse
Gesù detto il
Cristo - costituisca un forte richiamo in
un'epoca come la nostra, contrassegnata da
un'apparente quanto marcata dicotomia. Da un lato,
cioè, assistiamo ad una pressante, a volte
disordinata, richiesta di recupero di un passato più
o meno vago, in cui la nostra intera cultura e
struttura sociale affondano le radici (e, qui,
includiamo senz'altro il famoso "senso del magico",
il recupero delle tradizioni, ecc...) e dall'altro
non possiamo più ignorare le pressanti istanze di
"rinnovamento", innegabili richieste di un progresso
"esegetico" e di conoscenza che rifiuta la
cristallizzazione tipica delle religioni.
Potrei dire, con un'espressione forse un po'
retorica, che "vogliamo sapere la verità" e che una
separazione netta, indiscutibile, fra fede e verità
storica, benché rispettabile, ci va sempre più
stretta.
In quest'ottica, la riscoperta della
Gnosi e dello Gnosticismo acquisiscono un
ruolo preminente.
Già nel 1900, "G.R.S.MEAD", l'oscuro autore di "Fragments
of a Faith Forgotten", affermava:
"Il compito dello studioso dovrebbe ora consistere
nel trovare termini adatti alle tecnicità della
Gnosi, nel porre i vari ordini di idee in giusto
rapporto tra loro e mostrare che il metodo della
Gnosi, la quale considera i problemi della
Cosmogonia e dell'Antropogonia dall'alto, può essere
tanto razionale nel suo dominio quanto lo sono i
metodi delle moderne ricerche scientifiche, le quali
considerano tali problemi interamente dal basso".
Un po' come dire "cosmogonia
metafisica in contrapposizione ad una cosmologia che
non può uscire dai suoi ambiti puramente fisici".
Ma cosa affermano gli Gnostici, ovvero i
"conoscitori", dato che "gnosis", in greco,
significa "conoscenza" ?
Non è una facile impresa descriverne esaurientemente
i postulati epistemologici poiché dobbiamo ricordare
che la Gnosi costituisce una vera e propria
religione, con le sue strutture gerarchiche ed i
suoi dogmi. Nient'altro che una religione in più,
allora ?
Mi si dirà. Sì, ma non solo.
La Gnosi, se è una religione, porta con sé anche una
parte di verità, come le altre religioni.
Probabilmente, una parte piuttosto importante e
"scomoda", se il Cristianesimo ufficiale, quello
emerso a partire dal II secolo d.C. in
contrapposizione ai saldi sistemi religiosi
giudaici, si è tanto affannato, nel corso dei
secoli, a sopprimerne culto e diffusione anche
fisicamente, come si vedrà drammaticamente in pieno
Medioevo, quando si assisterà a veri e propri
stermini fisici di tutti coloro che se ne faranno
attrarre.
Come scrissi tempo fa, la Verità è un caleidoscopio
mentre le religioni ed i vari percorsi conoscenziali
rappresentano i numerosi vetrini colorati che
possono sempre stupirci con nuove combinazioni di
colori che riflettono il fulgore del sole.
In questa sede, vista la vastità delle dottrine
gnostiche, posso solo provare a tratteggiarne un
aspetto sperando, così facendo per inevitabili
limiti espositivi, di non accrescere unicamente
confusione in chi mi legge, ben consapevole che le
estrapolazioni sono sempre pericolose. Credo,
comunque, che valga la pena di rischiare, se non
altro come stimolo per eventuali, ulteriori
approfondimenti.
Rifacendoci, pertanto, ad un testo gnostico dei
nostri tempi non molto conosciuto ma ben chiaro
nelle sue esposizioni ("La Santa Gnosi", di Fugarion
e Bricaud, Sovrano e Patriarca Gnostico e Gran
Maestro dell'Ordine Martinista ed. Atanor, 1922),
proviamo a delineare sinteticamente cosa lo
Gnosticismo afferma a proposito di Incarnazione e
Liberazione.
Innanzitutto, viene fatto rilevare come il Salvatore
atteso non fosse altri che "Mithra", antica divinità
dionisiaca detta "Il Buon Pastore", e si ricorda che
lo si invocava come "Colui che forma la nostra gioia
e la nostra felicità, Colui nel quale sono riposte
tutte le nostre speranze".
Poi, si precisa la reale esistenza di un uomo che si
chiamò Jeoshua e che si presentò come Salvatore.
Nel testo citato leggiamo:
"Gesù nacque in una regione magnetica - la Palestina
- e nella parte nordica di questa regione, in
Galilea, contrada che ne forma il polo positivo o
espansivo, mentre la Giudea ne è il polo negativo o
concentrativo, nel centro del circolo in cui sono
comprese tutte le nazioni che collaborarono
all'istituzione della Civiltà. E nacque nell'epoca
in cui, dopo la spedizione di Alessandro, si faceva
la sintesi di tutto il pensiero di Oriente ed
Occidente".
Più sotto leggiamo:
"Gesù era uno spirito illuminato e misericordioso
del Regno del Cielo Circumterrestre disceso sopra la
Terra ed incarnatosi espressamente per salvare
l'umanità degenerata e per reintegrarla
fisiologicamente, spiritualmente e sociologicamente
nel suo stato primitivo".
Ma un'idea più chiara del concetto gnostico di Gesù
ce la possiamo fare dove si legge: "Egli possedeva
tutta la Scienza Divina, tutta la Gnosi, tutta la
Sapienza del Logos: e il Logos abitava in lui, si
manifestava in Lui, ed egli era l'incarnazione del
Logos. ("Dio" è presente ovunque ma in Gesù si è
manifestato in maniera eccezionale e speciale). Gesù
fu dunque un Cristo, un uomo unito a
"Dio".
Esistono, per gli Gnostici, due Cristi: un Cristo
Universale ed un Cristo Terrestre il quale,
proiezione e riflesso del primo, si è presentato
sulla Terra in forma umana con tutti i caratteri
dell'uomo "primitivo".
Cosa significa quel "primitivo"...?
"Come uomo terrestre, vestito di un corpo carnale,
il Cristo del nostro pianeta ha dovuto subire una
involuzione ed un avviluppamento, una specie di
annientamento, come dice S. Paolo. Facendosi uomo
terrestre, innestandosi cioè sullo psycholon di un
humanimale, il Cristo, per incarnarsi, dovette
involversi in una molecola-germe. Quando poi questa
molecola-germe, una volta incarnatasi, si risvegliò,
allora il Cristo si evolse: ma questa evoluzione non
poté giungere fino alla perfezione del
Cristo-Spirito, bensì fino ad un certo limite che le
condizioni terrestri non permettono di
oltrepassare".
Ancora, nel testo gnostico citato, troviamo queste
parole:
"Gesù fu sulla Terra un focolare vivente di luce
intellettuale e morale. In tal modo Dio-Logos si
trovò incarnato sulla Terra col suo organo di
riflessione, senza che per questo Egli abbia mai
lasciato il punto centrale dell'Universo dove
risiede".
Lo Gnosticismo, insomma, presenta una sua "genesi"
del Cristo basata su quelle conoscenze mitriache e
misteriche da cui chiaramente derivava.
Si parla di
"Logos", di "psycholon", di "avviluppamenti nella
materia" e di "molecole-germi". Si parla di umanità
in evoluzione e si definisce il Cristo,
praticamente, un "organo di riflessione" del
Dio-Logos. Il concetto evolutivo-esoterico c'è
ancora tutto e lo si ritrova in tutto quel
Cristianesimo Gnostico che, probabilmente, sarebbe
stata la nostra religione odierna (a scanso di
inconvenienti storici e politici d'altra portata),
se il Cristianesimo dei primi Padri non si fosse
peritato con ogni mezzo di sopprimerne ogni ricordo
relegandolo ad un culto segreto, coltivato da
circoli e movimenti destinati per lungo tempo a
rimanere nell'ombra.
L'istanza, per cui questi primi Padri della Chiesa
ritennero indispensabile cancellare ogni traccia del
concetto del
"Dio"-Logos "riflesso" sulla Terra
nell'Incarnazione Cristica, è, probabilmente, di
carattere politico, ovvero di "potere".
È una conclusione altre volte dichiarata da me in
quanto la ritengo la più ovvia e la più evidente.
Si doveva costruire un sistema religioso che fosse,
al contempo, l'erede spirituale e materiale
dell'Impero Romano e che consentisse l'instaurarsi
di una fede "leader" sulla galassia di sette e
movimenti fideistici esistenti allora sulla Terra.
Di un Dio-Logos riflesso, tutti si potevano
"impadronire", tutti potevano dire di esserne una
parte. La nuova religione avrebbe dovuto avere dei
caratteri di sacra investitura, dei dogmi
indiscutibili che ne sancissero la diretta
discendenza da Cristo.
Di qui la mistificazione
leggendaria di un Cristo che definisce l'apostolo
Pietro la "pietra" su cui avrebbe edificato la "sua"
Chiesa... Questa era la fondamentale istanza. Un
nuovo sistema dominante stava nascendo; la civiltà
dell'Occidente, per 2.000 anni, ne sarà
profondamente condizionata, coinvolta, e trascinata.
Peccato che la verità abbia il brutto difetto, prima
o poi, di tornare sempre a galla...
Un
po' piu' di luce seria sul personaggio Gesu' il
nazareno vedi qui:
http://www.donninidavid.it
http://www.donninidavid.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=3
: la citta' di Nazareth esisteva al tempo di
Gesu' ? NO !
Un'altra versione
sulla vita su Gesu' il rivoluzionario:
http://coscienza.tv/?p=28
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Il Gesu’ dei
vangeli apocrifi
La scoperta più entusiasmante, per chi legge i
Vangeli Apocrifi, ossia «segreti», «tenuti
nascosti», che la Chiesa ha escluso dal suo
canone è che l’immagine di Gesù, da essi
trasmessa, non trasfigurata dal mito e dalle
sovrastrutture dogmatiche, è proprio quella che
più sazia oggi la nostra sete di giustizia, di
pace e di amore. Gesù non è negli apocrifi la
vittima espiatoria delle nostre colpe
ancestrali, né il Figlio di Dio, che vuole
essere adorato, ma l’uomo che si è proposto come
esempio per insegnarci a vivere con serenità,
con la coscienza tranquilla che non si lascia
corrompere e contaminare dal male.
I più antichi apocrifi, erano i Vangeli
appartenenti a comunità giudaiche, sparse fin
dagli albori del cristianesimo in Palestina e in
Siria. La voce di questi primi cristiani è stata
soffocata. Dei loro Vangeli non rimane che
qualche citazione, talora distorta e
malevolmente interpretata, negli scritti
posteriori dei Padri della Chiesa. Ricercare
pazientemente quei frammenti, riordinarli,
penetrare il loro profondo significato, è stata
per me un’esperienza affascinante.
Per gli Ebioniti (dall’ebraico «ebionim», «gli
umili», «i poveri»), Gesù era un uomo giusto
che, ispirato da Jahve come gli antichi profeti
biblici, aveva tuonato contro i ricchi, i
potenti, i profittatori. La presenza tra i suoi
discepoli di almeno tre zeloti, faceva credere
che egli si fosse investito di una missione
rivoluzionaria, che era andata fallita, ma aveva
fatto di lui un simbolo sacro.
I Nazareni (da nazir «il separato»)
riconoscevano in Gesù un modello di purezza e di
rigore morale, che li teneva separati, non
contaminati, dalla corruzione della società. Per
darne segno, essi seguivano un’usanza che si fa’
risalire a Mosè: un voto perenne o temporaneo di
castità e semplicità di costumi, tenendo per
tutto il periodo del voto i capelli intonsi. Il
loro nome corrisponde all’epiteto dato a Gesù
stesso «il Nazareno», che non deriva, come
comunemente si crede da Nazareth, inesistente a
quei tempi, ma denuncia invece, anche da parte
di Gesù, l’osservanza di un simile voto.
Altrettanto casti, poveri e vegetariani, erano i
Nicolaiti, secondo la tradizione fondati da un
diacono dei primi apostoli, di nome Nicola, e
più tardi gli Encratiti, che, rinunciando anche
al vino, commemoravano il ricordo di Gesù
cenando con pane e acqua.
Questo comportamento d’umiltà, povertà e
frugalità dilagherà nell’ IV secolo a intere
masse di fedeli, con i Manichei, poi nel
Medioevo con i Catari («i puri»), più tardi con
i Poveri di Lione, fondati da Pietro Valdo e gli
Spirituali, eredi di S. Francesco, come protesta
popolare contro la corruzione della società e
contro la stessa Chiesa che si era lasciata
coinvolgere, rifiutando la sua autorità e la sua
concezione di Gesù, Signore, Re dei Re, assiso
trionfalmente in trono, per ripresentarlo umile
tra gli umili, povero tra i poveri.
Intanto, già fin dal II secolo, nel colto
ambiente di Alessandria d’Egitto, erano
cominciati a diffondersi i Vangeli gnostici, di
ispirazione neoplatonica, che interpretavano la
predicazione di Gesù su fondamenti razionali.
Dagli gnostici Gesù era visto come simbolo della
verità che illumina alla conoscenza (questo è il
significato del vocabolo greco, “gnosis”) del
bene e del male, per cui è possibile all’uomo di
seguire la via della rettitudine per intima
convinzione.
Lo gnosticismo, imponeva un severo distacco
dalle occasioni di peccato, ma anche una carità
fraterna, rivolta ad aiutare gli altri,
comunicando loro la gnosi appresa. Il bacio, tra
gli gnostici, non era soltanto un segno di
affetto, ma il mezzo con cui chi amava,
fecondava e generava, un altro fratello.
Un filo conduttore, lega queste varie correnti
eretiche del cristianesimo:
L’umanità di Gesù con tutte le passioni più
nobili dell’uomo: lo sdegno per l’intolleranza,
la prepotenza, la cupidigia di denaro, la pietà
per i poveri ed i sofferenti, la capacità di
commuoversi e di piangere, il coraggio di
rintuzzare il bigottismo farisaico e di sferzare
i mercanti del Tempio, di affrontare a viso
aperto i potenti.
Un uomo, la cui tragica fine – e l’apocrifo che
riporta un immaginario scambio di lettere fra
Pilato e l’imperatore Tiberio, vuol essere una
testimonianza dell’ipocrisia del potere
politico, che elimina un personaggio molesto e
poi ne compiange la morte – ne ha fatto un
martire ed un modello ideale per tutti quelli
che lottano per la libertà e la dignità umana.
Forti movimenti religiosi, soprattutto
protestanti, ai nostri giorni, tornano ad
accentuare quest’aspetto di Gesù. «Gesù ha
predicato contro ogni ingiustizia, privilegio e
oppressione. Il vero cristiano deve essere
rivoluzionario», dicono i combattenti per la
libertà dell’America centrale. «Se Gesù è stato
crocefisso in qualità di sobillatore – scrive il
luterano J. Moltmann, – come non dovremmo noi
oggi, attuare questa sua funzione nella critica
della nostra società?»
È questo il vero
Gesù ? Si, è anche questo.
Nella molteplicità d’interpretazioni che
permette la vicenda di Gesù (Figlio di Dio,
Redentore, vittima espiatoria, predicatore,
profeta, modello di virtù, combattente per la
libertà) sta’ il segreto del suo eterno
fascino.
Nemmeno Gesù si sottrae al destino di ogni
essere vivente: ognuno conta per gli altri nella
misura in cui gli altri riescono ad attribuirgli
una personalità che corrisponda a ciò che essi
si aspettano da lui.
E oggi, in questa società sconvolta dal male,
sempre sull’orlo di una catastrofe anche le
previsioni apocalittiche di una non lontana
distruzione del mondo intero, attribuite a Gesù
da certi apocrifi, sono di sconvolgente
attualità. Non per intervento dell’ira divina,
come Gesù pensava, ma certo a causa della follia
degli uomini stessi, potrebbe essere prossima la
fine del mondo.
Riusciranno almeno i superstiti – se ve ne
saranno – a fare tesoro degli ammonimenti del
Gesù degli apocrifi, per costruire finalmente un
nuovo mondo, basato su principi di amore, di
fratellanza, di giustizia ?
By Marcello Craveri – Tratto da: visione
alchemica.com
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Considerando il fatto che
la vita di Gesù e la sua predicazione fu
confinata a una zona depressa e relativamente
insignificante in un angolino dell’Impero Romano,
vi sono comunque informazioni su Gesù possono
essere attinte dalle fonti storiche secolari.
Alcune delle prove storiche più importanti su
Gesù comprendono le seguenti:
-
Il romano Tacito, del I sec., il quale è
considerato uno degli storici più accurato del
mondo antico, menzionò i superstiziosi "cristiani"
dicendo:
“Il fondatore di questa sètta, Gesu’ detto il
Cristo, aveva avuto il supplizio sotto il regno
di Tiberio, per ordine del procuratore Ponzio
Pilato” (Annali, XV, 44 ). Svetonio, il
segretario personale dell’imperatore Adriano,
scrisse che vi fu un uomo di nome “Chrestus” (ovvero
Cristo) che visse durante il I sec.
- Giuseppe Flavio è il più famoso storico ebreo.
Nelle sue Antichità giudaiche egli fa
riferimento a Giacomo, “fratello di Gesù ddetto
il Cristo”.
C’è un passo controverso (XVII, 63-64) che dice:
"Ci fu verso questo tempo Gesù, uomo saggio, se
pure bisogna chiamarlo uomo: era infatti autore
di opere straordinarie […]. Questi era Gesu’.
[…] Egli infatti apparve loro al terzo giorno
nuovamente vivo, avendo già annunziato i divini
profeti queste e migliaia d'altre meraviglie
riguardo a lui". Un’altra versione recita: "A
quell'epoca viveva un saggio di nome Gesù. La
sua condotta era buona, ed era stimato per la
sua virtù. Numerosi furono quelli che, tra i
Giudei e le altre nazioni, divennero suoi
discepoli. Pilato lo condannò ad essere
crocifisso ed a morire.
Ma coloro che erano suoi discepoli non smisero
di seguire il suo insegnamento. Essi
raccontarono che era apparso loro tre giorni
dopo la sua crocifissione e che era vivo. Forse
era il Messia di cui i profeti hanno raccontato
tante meraviglie".
- Giulio Africano cita lo storico Tallo in una
discussione sull’oscurità che seguì alla
crocifissione di Gesu’.
Nelle sue Lettere (10, 96-97), Plinio il Giovane
registrò le antiche pratiche cultuali cristiane
incluso il fatto che i cristiani adoravano Gesù
come un dio e che erano molto etici, includendo
un riferimento all’àgape e alla Cena del
Signore.
- Il Talmud di Babilonia (Sanhedrin 43a)
conferma la crocifissione di Gesù alla vigilia
della Pasqua nonché le accuse mosse a Gesu' di
praticare la stregoneria e di incoraggiare i
Giudei all’apostasia.
- di Samosata fu uno scrittore greco del
II sec. che ammise che Gesù era adorato dai
cristiani, che introdusse nuovi insegnamenti e
che fu crocifisso per loro. Egli disse che gli
insegnamenti di Gesù includevano la fratellanza
dei credenti, l’importanza della conversione e
di rinnegare gli altri dèi. Inoltre, disse che i
cristiani vivevano secondo le leggi di Gesù, si
credevano immortali ed erano caratterizzati
dallo sprezzo della morte, dall’abnegazione
volontaria e dalla rinuncia ai beni materiali.
- Mara bar Serapion conferma che si pensava che
Gesù fosse un uomo saggio e virtuoso, che fosse
considerato da molti il re d’Israele, che fu
messo a morte dai Giudei e che continuava a
vivere negli insegnamenti dei Suoi seguaci.
- Poi abbiamo tutti gli scritti gnostici (il
Vangelo della Verità, l’Apocrifo di Giovanni, il
Vangelo di Tommaso, il Trattato sulla
Resurrezione, ecc.) che menzionano Gesù.
In effetti, possiamo quasi ricostruire il
Vangelo solo basandoci sulle prime fonti non
cristiane: Gesù era chiamato Cristo (Giuseppe
Flavio), fece “magia”, introdusse Israele a
nuovi insegnamenti e fu appeso a Pasqua per loro
(Talmud di Babilonia) in Giudea (Tacito), ma
affermava di essere Dio e che sarebbe tornato
(rabbi Eliezer), cose in cui i Suoi seguaci
credevano, adorandoLo come Dio (Plinio il
Giovane).
In conclusione, ci sono alcune prove
dell’esistenza di Gesù, nella storia secolare,
ma e' soprattutto quella biblica. Forse la prova
maggiore che Gesù è esistito è il fatto che
letteralmente migliaia di cristiani del I sec.
d.C., inclusi i 12 apostoli, furono disposti a
dare la propria vita come martiri di Gesù.
La gente muore per ciò che crede essere vero, ma
nessuno per ciò che sa essere una menzogna,
oppure essendo stata ingannata, muore in buona
fede.
Tratto in parte da: gotquestions.org/Italiano/
Qualche INFO su recenti scoperte e studi
fatti sui reperti trovati:
In Palestina/Israele sono stati trovati dei
reperti in un ossario datato del tempo di Gesu'
tempo nel quale in Palestina si parlava
comunemente l'aramaico,
il
Samaritano, di chiodi conficcati in ossa
umane; sono la prima scoperta di documenti
fisici della applicazione della crocifissione da
parte anche e non solo dei Romani (in
questo caso specifico dei romani, visto il luogo
del ritrovamento).
Una precisazione
La crocifissione era, al tempo dei romani,
una modalità di esecuzione della pena
di morte e una tortura.
La pena della crocifissione era tanto atroce e
umiliante che non poteva essere comminata a un
cittadino romano. Era applicata agli schiavi,
ai sovversivi e agli stranieri e normalmente
veniva preceduta dalla flagellazione,
che rendeva questo rito ancora più straziante
per il condannato.
Cicerone definiva la crocifissione "il
supplizio più crudele e più tetro".
Dopo aver studiato i reperti ritrovati, con
appositi macchinari elettronici che si
utilizzano in medicina (tac + microscopio
elettronico), si e' potuto accertare con
sicurezza che trattavasi del ritrovamento delle
ossa di un uomo crocifisso; studiando le
modalita' della possibilita' di crocifiggere un
uomo, si e' arrivati alla certezza conclusiva che
le crocifissioni dei romani erano fatte come
quelle applicate su Gesu' il nazareno, il quale
sarebbe stato pero' crocifisso SOLO su di una croce a
X e non a T od a croce verticale come raffigurato nelle immagini che lo rappresentano,
pitture che sono molto tarde, dal 250 dopo l'era
volgare. Inoltre quelle croci non erano alte sul
terreno, ma basse con le punte inferiori della X
che toccavano il terreno, quindi erano poco piu'
alte dell'uomo che ci passava vicino.
Ricordiamo anche che il "segno" che
rappresentava ed indicava i
Giudeo-cristiani del primo secolo, era
quello di una CROCE ad X con un palo verticale
per tenerla in piedi...a conferma di quelle
scoperte. Le iscrizioni di quel segno
particolare sono tante e ben note.
Inoltre da una scritta in Aramaico-Samaritano
ritrovata, si parla di Bar Abba (il Barabba
messo in competizione con Gesu' davanti a Pilato),
ebbene questo Bar Abba (figlio di Abba) era, e'
cosi scritto nella pietra ritrovata con la
dicitura, un sacerdote, figlio di un alto
sacerdote della Giudea, che contestava i
Romani....e che doveva essere, per i Romani
perche' rivoluzionario, messo a morte.
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Gesu’ (Yeshu o Yashu, Nazorai bar Abbà) diceva:
- E' la fede che ti ha salvato
Lui, come molti altri illuminati dell'antichità
(Socrates, Zeradusht, Gautama, LaoTze...), aveva
capito bene che in noi c'è un potere infinito.
Il potere di creare, di modificare completamente
la programmazione automatica cellulare e di
reindirizzarla in senso positivo, il potere sul
DNA, sulla salute.
Dobbiamo capire che la sostanza essenziale di
tutte le cose è il principio coscienza_...energia_vita:
athanatòs bios. Presente nelle particelle,
negli atomi, nei cristalli, nelle piante, negli
animali, nell'uomo...
Dogmi religiosi da una parte e dogmi scientifici
dall'altra impediscono di realizzare questa
consapevolezza. E ci impoveriscono in modo
impressionante.
Il nostro cammino futuro è la conquista di
questa visione. La rivoluzione individuale,
interiore, personale... L'unica che non abbiamo
ancora seriamente combattuto.
By David Donnini - Tratto da:
https://www.facebook.com/david.donnini.16 -
http://www.donninidavid.it
Commento NdR:
parole che condivido in modo TOTALE, perche' il
"regno di
YHWH" e dentro di NOI", e "voi siete
dei"....
IO SONO una particella dell'INFINITO
quindi sono
IMMORTALE ed infinitamente potente, basta
essere in armonia con la
Legge dell'AmOr
e tutto e' possibile....la
Fisica quantistica lo spiega bene....
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Gesu' -cristo =
SOL INVICTUS
Il famoso Sol Invictus, appellativo che lo stesso
Costantino si diede (vedi monete costantinee)... si
! proprio il Costantino del concilio di Nicea (312
era volgare) con il quale si gettavano le basi
dell'ortodossia
cattolica, del
canone biblico e del divieto di professare altre
religioni.
Per chi volesse saperne di più:
http://www.treccani.it/enciclopedia/costantino-e-il-sol-invictus_%28Enciclopedia_Costantiniana%29/
Gesu'- cristo
e' un mito solare dei cosiddetti
"pagani".
Certo che si, ma non confondiamo gesu'-cristo
con
Gesu' il nazareno (questa confusione dei
termini, nomi, e' l'eterno problema di coloro
che non vanno in fondo ai problemi !) - vedi:
cosa e',
dove e' e chi e' il cristo ?
Il
gesu'-cristo dei
cristiani deriva da un mito solare, insito
nelle religioni antiche ed anche in quella
dell'Impero Romano di cui l'imperatore era il
Pontefice maximum; i religiosi avendo compreso
che le varie idee cristiane potevano minare
l'Impero, decisero di inserire i loro concetti
religiosi in quelli delle sette nascenti dette
"cristiane", cambiando i nomi dei loro "dei" con
i nomi allora in voga nelle varie sette
cristiane...e cosi nacque gesu-cristo !
Gesu' il nazareno e' un soggetto che e'
vissuto in Palestina c.a. 2000
anni fa, era figlio di Erode il grande ed anche un rabbi Esseno e divenuto
successivamente uno Zelota, contro i Romani e
contro i Farisei e Sadducei (sacerdoti e rabbini
di Gerusalemme) che avevano cambiato la
legge
mosaica ed
i profeti, la Torah,..... fin dal tempo di
Giosia ed Esdra
(600 anni prima dell'era volgare, nella
cattivita' di Babilonia/Assiria), non seguendo la
dottrina originale che era basata sull'
IO SONO un Dio e sulla Legge dell'AmOr.
“Cristo Sole”
mosaico presente sulla volta del Mausoleo dei
Giulii (fine II sec. Inizio III) nella necropoli
vaticana. il "Cristo" è rappresentato sul carro
trainato da cavalli bianchi, come si usava
rappresentare il Sole che sorgeva ad illuminare
il mondo.
Ecco una piccola
serie di fotografie di rappresentazioni
cristiane-cattoliche
che confermano anche con i simboli e le immagini
che il Cristo = Sole, e lo rappresentano in
tutta la loro iconografia !:
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=221527281258510&set=oa.238569482882275&type=3&permPage=1
Il
GESU'-
CRISTO dei
cristiani, e' in realta' il simbolo mitologico, della realta' del
SOLE
- le
PROVE
Gesu'-cristo e' un
Mito Solare:
Per i RELIGIOSI (Ebrei, Cristiani,
Protestanti ecc.)
- La Bibbia, e la "morte",
e le parole di Gesu' il nazareno, sul tema
......Infine qualche considerazione su di un pensiero
religoso, in genere cristiano, su di un testo
della
Bibbia (antico testamento) che cosi recita
in
Ecclesiaste
- Qoelet, 9:5: "I morti non sanno nulla...ed
essi non hanno più nè avranno mai alcuna parte
in tutto quello che si fa sotto il sole".
Qoelet 1,2,3: "Io
allora ho proclamato i morti ormai trapassati,
più beati dei vivi ancora in vita e più beato di
entrambi chi non esiste ancora e non ha ancora
visto il male perpetrato sotto il sole".
Semplice significato:
i morti non sanno nulla di cio' che accade sotto
il
Sole, quindi di cio' che accade sulla
Terra, perche' essi ormai sono andati in una
dimensione diversa dalla nostra alla quale
appartiene la Terra, quindi non possono
interferire su cio' che avviene sotto il Sole, ma cio'
non vuol dire che essi non sappiano tutto di cio'
che accade nella loro nuova dimensione (e forse
anche nella nostra....perche' sono esseri
multidimensionali), ove
esssi son ri-nati (arrivati) e vivono "piu'
beati dei vivi ancora in vita sulla Terra".....con il loro
nuovo corpo di luce/energia, anzi ne sono ben coscienti perche'
vivono in essa, fino a quando non cambiano
nuovamente di
dimensione (spazio/tempo), per eventualmente e se necessario o
per
AmOre, ritornare sulla Terra (od altre
Terre...) per fare una nuova esperienza e/o per
aiutare gli umani ed i Viventi a conoscere l'Infinito,
il
Tutto, ed averne la percezione e la
consapevolezza sempre piu' vasta e piu'
complessa, di vita in vita, per poter quindi partecipare
consapevolmente al
Progetto di Vita INFINITA,
nell'Infinita' dello spazio e del tempo...! !
Nella Bibbia,
cattolica, in Baruc 3:4, si afferma che "Dio
ascolta le preghiere dei morti", quindi
significa ch i "morti" sono vivi, perche'
pregano.... attenzione a non confonderle con le
preghiere "per" i morti che sono effettuate dai
terrestri per i defunti..... In Tobia (versi
12:9 e 14:11).
In Sapienza viene poi insegnata l'esistenza
dell' "anima" delle persone, prima della
creazione del corpo (verso 8:19) e la
creazione del mondo (UniVerso)
partendo da materia preesistente (11:17).
Nella Bibbia,
nuovo testamento, in Matteo 17:1-9,
Gesu' il Nazareno, si trasfigura ed alla sua
presenza si presentano Mose' ed Elia...infatti
un'altro testo di Marco 12:26-27 conferma che "Dio
non e' il Dio dei morti ma dei Viventi" (quanti
morti ci sono stati da quando esiste la Vita
sulla terra....miliardi di miliardi..che pero' sono
tutti quanti vivi anche in altre dimensioni....noi
sulla terra siamo una piccola frazione questo
immenso quantitativo di esseri Viventi, siamo
nel 2014,
solo 7 miliardi !).
In Luca 16:19-25, Gesu' narra ai suoi discepoli
la descrizione di avvenimenti che avvengono nel
"soggiorno dei morti" l'altra dimensione,
ove ci si reca alla morte; inoltre parla di un "grande
abisso" che divide certi luoghi o dimensioni da
altre, cosa assolutamente vera, in quanto noi ci
rechiamo in quelle dimensioni parallese, solo
attraverso un "tunnel buio", in realta' un
Wormholes =
buco nero, quello che attira al trapasso l'atomo
in fase di form-azione che noi siamo, e che con-tiene
la nostra Coscienza e l'orizzonte degli eventi
nel quale si posiziona la mente dell'Essere
stesso.
In un'altro testo della Bibbia, in Matteo 10:28, sempre Gesu'
disse: "non dobbiamo
temere coloro che uccidono il corpo, ma che non
possono uccidere l’anima",
(NdR: cioe' lo
Spirito che e' Eterno).
In altre occasioni sempre lo stesso Gesu', disse:
"IO SONO:
la via, la resurrezione e la vita, chiunque
crede in me (IO
SONO) non morira' ma vivra' "; cio' e'
assoluttamente Vero in quanto Gesu' stesso
rispondendo a certe domande disse: VOI
SIETE
YHWH (IO
SONO), e la scrittura non puo' essere
anullata..."
Anche verificando la frase "IO SONO la via. la
resurrezione e la vita"...ecc., dal punto di vista della
analisi
grammaticale,
analisi logica e della
sintassi,
- vedi qui:
http://www.analisi-logica.it/Analisi_Logica.php
- abbiamo queste
conferme:
IO SONO
= voce del verbo Essere (coniugato all'Infinito),
tempo presente singolare, ma anche "soggetto"
della
proposizione, perche' e' l'IO
SONO l'emanante della via, la
resurrezione e la vita e per ottenere cio'
occorre essere
IO SONO
o meglio occorre ritrovarsi ed
identificarsi nell'IO
SONO, Gesu' lo poteva dire perche' aveva
scoperto di essere un IO SONO e tu caro lettore
cosa pensi di essere ?....un peccatore,
quindi un NON IO SONO e ti cerchi quindi come ti
hanno proprinato....un "salvatore
che ti salvi al posto tuo"..... mentre
invece DEVI salvarti dalla tua ignoranza
sull'IO
SONO, che in realta' tu SEI !,....
e tutto cio'....alla faccia di tutti i falsi
profeti, preti, guru, rabbini, iman, pastori,
vescovi, psicologi, psichiatri, ecc., ! ....quindi
impara a dire
IO SONO
la via la resurrezione a la vita, chi crede in
IO SONO non morira' ma vivra' !
E per essere ancora piu' sicuri, si dovrebbe
analizzare la stessa frase in
Greco antico ed ancora meglio in
Samaritano, la lingua di
Gesu' il nazareno.
Tutto cio' in ONORE, VERITA' ed in
AmOr.
IO
SONO Jean Paul della discendenza Vanoli
PROMEMORIA:
La bibbia pur
essendo il libro piu' diffuso al mondo e' anche
il libro il piu'
FALSIFICATO di tutti i libri in commercio,
e ne ho le prove avendo rifatto alcune traduzioni
dal fenicio, aramaico, ebraico antico,
samaritano, per cui la certezza e' assoluta.
Ho
persino preparato un vocabolario-dizionario
su quella lingua: vedi:
Alfabeto
Dallo Spirito di Verita' NON ci si puo'
ritrarre, specie quando lo
Spirito parla cosi
chiaro, dimostrando le varie false dottrine
cristiane ed ebraiche....i quali pur avendo in
mano un libro interessante, non studiandolo
seriamente, si attaccano alle parole
maltradotte
(in malafede) e si illudono, pur di non
riformare le loro "credenze=fedi" (la
mente
mentisce molte volte) lavorando sulla loro emotivita', che li illude ancora di piu'rimangono
nelle loro credulita’, senza arrivare a scoprire
il Vero…;
E' La mente ed il cuore razionale, che devono
unirsi affiche' lo Spirito di Verita' parli agli
Umani.... e lo sta gia' facendo piano piano, ma
sempre piu’ velocemente, in quanto siamo negli
“ultimi tempi prima della trasformazione”.....e
la conoscenza aumenta ed aumentera’ sempre di
piu' ed ho l'onore di essere uno fra i tanti che
vi partecipano, per il bene dell'Umanita' intera,
al di la' delle fazioni religiose di tutti i
tipi...in quanto TUTTI gli Esseri sono Punti
dell'INFINITO
(unico vero "dio") e quindi sono
AMATI TUTTI in modo
uguale, ma NON allo stesso tempo.... !
Vi ricordo cari religiosi anche che il "canone
biblico" attuale e' stato INVENTATO da una delle
correnti "cristiane" che andavano per la
maggiore negli anni 140-180 (Ireneo) della
"chiesa" autoproclamatasi successivamente
cattolica ed i protestanti, evangelici che
sono sue figlie,.... hanno accettato senza
controllare le fesserie e le varie falsita'
incluse in quei testi che non rispecchiavano il
VERO pensiero degli
esseni
-
giudeo-cristiani,
gnostici, dei contemporanei di Gesu’
il nazareno, che era anche oltre ad essere un
Rabbino-Maestro
esseno, un rivoluzionario politico per quei
tempi...infatti lo hanno crocifisso proprio per
quello...
E questi
FALSIFICATORI cristiani, hanno bruciato e
nascosto i “vangeli=scritti” del primo
secolo…..modulando alle loro dottrine quelli che
sceglievano per le loro fedi=credulita’….- vedi
Vangeli segreti
Fra poco vedrete altre GROSSE novita’
sulla famiglia di Gesu’ il nazareno (moglie e
figlio)….sta uscendo il libro di un amico “Il
figlio segreto di Gesu’ “ nel quale dopo una
ricerca di 20 anni sugli antichi scritti,
ritrovati e sui vangeli ritradotti meglio… si e’
arrivati a quelle conclusioni rivoluzionarie !
La Verita’ sta venendo a galla !
Che sia Benedetta l’INFINITA’
che ci
ama tutti quanti (i
Punti di Egli/Essa) e NON perde nessuno…MAI,
ma trasforma tutti.... !
Le fonti storiche sul
“Gesù storico” (che nulla c’entra col Gesù
dei Vangeli)
“È sorta un'eresia senza Dio e senza Legge da un
certo Gesù, impostore Galileo; dopo che noi lo
avevamo crocifisso, i suoi discepoli lo
trafugarono nottetempo dalla tomba ove lo si era
sepolto dopo averlo calato dalla croce, ed
ingannano gli uomini dicendo che sia risorto dai
morti ed asceso al cielo”
(“Dialogo con Giudeo Trifone”, CVIII, 2, di
Giustino di Nablus)
“Dato che i Giudei, istigati da Cresto,
provocavano costantemente dei Tumulti [Claudio]
li espulse da Roma”
(“Vite dei dodici Cesari”, di G. Svetonio)
“L’autore di questa denominazione, Cristo, sotto
l’Impero di Tiberio (Imperatore dal 14 al 37)
era stato condannato al supplizio, dal
Procuratore Ponzio Pilato (…)”
(“Anneles”, XV, 44 di Tacito)
“Colui al quale avete dato il nome di Gesù in
realtà non era che il capo di una banda di
briganti i cui miracoli che gli attribuite non
erano che manifestazioni operate secondo la
magia e i trucchi esoterici. La verità è che
tutti questi pretesi fatti non sono che dei miti
che voi stessi avete fabbricato senza pertanto
riuscire a dare alle vostre menzogne una tinta
di credibilità.”
(“Contro i Cristiani” di Celso)
“Perciò Gesù, il più anziano dei sommi sacerdoti
dopo Anano, montò sulla torre che fronteggiava
gli Idumei e si rivolse a loro dicendo che fra i
molti e svariati mali che opprimevano la città
(…).”
“Così parlò Gesù, ma la massa degli Idumei non
gli dette ascolto, anzi era infuriata di non
poter entrare immediatamente, mentre i capi
fremevano (…).”
“In breve li presero e li uccisero; poi,
accalcandosi presso i loro cadaveri,
beffeggiavano Anano per il suo amor di patria e
Gesù per il suo discorso dalle mura.”
(“Guerre Giudaiche” Libro IV:238 e seguenti, di
G. Flavio)
Si precisa che la scoperta della morte di Gesù
nel 68 d.c. nel contesto della I guerra
giudaica, ad opera degli Idumei, è frutto delle
ricerche di A. De Angelis e a lui va la
"paternità intellettuale"
Alcuni passi del Talmud in cui si afferma che
Gesù venne ucciso tramite lapidazione, a Lydda,
nel 73 d.c.
Se io fossi un Cristiano avrei ben poco da
gioire ed esultare per questi fonti... ben tre
di esse infatti (Svetonio, Flavio, Talmud)
pongono il "Gesù storico" in vita ed operante
ben oltre il 35 d.c. - data della presunta
crocefissione.
Tutte queste fonti spazzano via la veridicità
storica dei Vangeli e fanno comprendere come il
Gesù descritto nei Vangeli, sia una assoluta
invenzione dei cristiani.
By
Marco Scarponi
Il
Gesu'
della storia
"..La conclusione essenziale fu' che il Gesu' della storia in alcun modo può essere
ritenuto uguale o coesistente al Gesu' della
fede. Infatti, il Gesu' della storia è stato
trasformato nel Gesu' della fede da persone
semplici, al meglio; da ingannatori, al
peggio.
Insieme a questo recupero del vero Gesu' della storia, la "Vecchia Questione"
porta con sè l'implicito assunto che la
teologia della
chiesa
cattolica
e dei cristiani in genere, dovrebbe cambiare per
correggere se stessa, alla luce delle nuove
rivelazioni storiche.
La fede in Gesu',
passata attraverso tutte le età, nella
Chiesa
e nelle sue figlie i cristiani protestanti,
evangelici, ecc., è stata costruita su un'impropria
conoscenza storica. Alla luce di ciò, io
credo che
essa dovrebbe ora cambiare.."
Tratto da: "A Survey of Historical Jesus
Studies: from Reimarus to Wright", di
Michael Burer
vedi anche:
Esseni
Per
altri importanti particolari su questo TEMA
vedi:
Falsificazioni della Storia - 1
+
Falsificazioni
Storiche - 2
vedi anche:
LUNARIO
EBRAICO
+
EQUINOZIO di PRIMAVERA -
La Festa di PASQUA
+
La vera
storia di Gesu'
+
l'Albero
delle Vite +
Rotoli di Qumran e Gesu'
+
Gesu' cristo ritorna ?
+
Gesù era
il cugino di Nerone. Paolo di Tarso suo figlio
?
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Considerazione importante:
Ad un
attento osservatore indipendente, non é
difficile capire che il "male" non é soltanto
nei libri detti "sacri", cioe' nella:
Bibbia,
Talmud, Corano o persino in “Mein Kampf”, ecc.,
ma e soprattutto nell'uso che il lettore degli
stessi potrebbe fare.
Se chi li legge ha una
mente/personalita', debole, insicura, cioe'
bambinesca, magari anche fuorviata da altri
“maestri” che però hanno "credi" molto più
radicali ed utilitaristici che sfruttano i
"credenti" (azione normalmente tipica dei preti,
pastori, rabbini, imam, guru, stregoni, ecc.),
il risultato sara' sicuramente impostato nella
direzione della violenza verso chi non la pensa
come loro.
Infatti come disse
Giordano Bruno: ..."le religioni sono
l'OPPIO dei popoli" !
Comunque sia, Tutte
le religioni sono state inventate e
propinate ad
arte alla ignara popolazione, dei vari
prePotenti
della
Terra, che hanno
fino ad oggi
dominato, controllato e gestito gli umani,
come nel corso delle centinaia di migliaia di
anni sul Pianeta Terra, infatti riflettete: "Se
parli con Dio, dicono che
stai pregando, ma se dici che
Dio parla
con te, Ti ricoverano in psichiatria"..
Video
IMPORTANTE, sullo
"SFIDANTE", il parassita, satana l'avversario, il
diavolo, il guardiano della soglia...ecc. cosa
e', dov'e' e chi e' ?
vedi anche:
Vangelo aramaico
+ Vangeli
+
Vangeli segreti
+
Apocrifi
+
Esseni
+
Esseni 2 + Esseni
3 +
Esseni e Vangeli +
Gesu non e' morto per noi +
Giudeo cristiani
+
GNOSI fra i primi Cristiani
+ Origini
Cristiane
+ Cattolicesimo
+
Rivisitando i Vangeli +
Gesu' cristo ritorna ?
+
Gesù era il cugino di Nerone. Paolo di Tarso suo
figlio
?
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Tratto dai versi del Vangelo, parole attribuite
a Gesu il nazareno:
Spiegazione al “cieco dalla nascita” della
parola cielo:
….e’ semplice, non tutti gli esseri sono dotati
dei sensori adatti per conoscere la
manifestazione INFINITA, nel caso specifico,
quella del nostro UniVerso finito od infinito
che sia.
Ognuno ha quello che si e’ creato nel suo corpo
di manifestazione, quindi puo’ percepire solo
quello che i suoi sensori gli manifestano e la
sua mente puo' elaborare.
Le nostre parole, cioe’ i suoni del pensiero,
possono arrivare al soggetto, con meno sensori
(caso specifico il cieco), ma hanno un limite
che viene posto dalla mancanza della visione di
colui che le sente; possiamo solo spiegargli con
parole sempre piu’ consoni al tema, in modo che
sentendole possa tramutandole con i suoi sensi
ed elaborandole con le informazioni che ha
acquisito fino a quel momento, percepire,
comprendere al meglio cio’ che vogliamo dirgli.
Il 99% degli esseri viventi, Te e me compresi,
ha i propri sensori funzionali e funzionanti.
Quindi il problema non si pone per il 99%, ne’
per noi, la nostra elaborazione intellettuale e’
sufficiente perche’ “chi vuole capire,
comprenda”….
CMQ se vuoi
dire che l’INFINITA’ e’ incomprensibile nella
sua interezza (nei fatti e’ un’insieme di
insiemi infiniti), sono d’accordo, infatti la si
“percepisce” con tutti i nostri sensi, piu’
l’intelletto, solo attraverso la sua stessa
manifestazione nelle singole singolarita’.
Domanda:
Tu percepisci ed insegni che il tuo “dio” e’
l’INFINITA’ oppure no ?
se si, allora cambia nome e Dagli “quello che
gli spetta di diritto e di funzione” =
INFINITO/INFINITA’, e questo per rispetto come
generante (padre/madre) del TUTTO, ed anche come
e’ ben definito dal tetragramma (YHWH), come ho
ben spiegato nel mio studio; se cosi non e’,
allora abbiamo iDee diverse e quindi NON siamo
d’accordo.
Ricordati che l’INFINITA’ contiene il TUTTO ed
il tutto, che e’ SOLO un’INSIEME di singole
singolarita’, che sono la parte visibile e
percepibile della mani-fest-azione (etimologia
da studiare)….
Inoltre e quindi non puo’ essere MAI solo
maschile, come viene sempre definito dalla e
nella bibbia falsificata dai religiosi….o dagli
scritti mal ispirati…..ma DEVE essere SEMPRE
femminile/maschile, cioe’ l’INSIEME delle due
forze generanti (Ynn-Yang), ecco perche’
l’INFINITO e l’INFINITA’ sono sinonimi.
Sul
passaggio: “Voi siete Dei”, parole di Gesu il
nazareno:
…cio’ che Gesu’ il nazareno (da nazirei/esseni)
riferisce, e’ esattamente il mio pensiero, Io
sono figlio dell’INFINITA’, Io vivo in Essa/Egli
vive in Me, IO e l’INFINITA’ siamo UNO nel TUTTO
ed in Egli/Ella viviamo, ci moviamo e siamo…..e’
esattamente cosi, ed e’ semplicemente
meraviglioso !
Aveva ragione a dire cio’ che ha detto, ed e’
cio’ che affermo, dico ed insegno anch’io, ma i
suoi discepoli non capivano le sue parole, e
cosi neppure le hanno capite i loro seguaci…i
cristiani !
Noi siamo Dei, cosi come TUTTI gli esseri
Viventi, pochi lo comprendono, ed ancora meno lo
vivono… !
ed e’ questa la conferma che il “regno dei cieli
e’ dentro di noi”, infatti i cieli dentro di noi
sono i nostri pensieri (il cielo del
pensiero/energia) ove lo Spirito, piu’ o meno
sacro/santo, abita in TUTTI gli Esseri (ma non
tutti comprendono queste semplici cose) …ma e
deve divenire sempre piu’ Santo, Sacro (il
cristos, sostanza oleosa, deve essere “secreto”
dal e nel cervello e scendere anche nel corpo ed
illuminarlo) e cio’ avviene SOLO ed UNICAMENTE
quando il soggetto, percependo queste profonde
Verita’, si immette nelle legge dell’AmOr e si
lascia trasportare da Ella….
Io sono Padre, figlio e Spirito
santo/sacro/vero, e sono 3 funzioni in UNO; ecco
spiegata la triUNITA’ degli esseri Viventi, ma
non tutti comprendono queste semplici ed
importanti Verita’ ed ancora meno le Vivono in
Loro e nella loro vita sociale.
Questa e’ la mia “mOrale” che ho cercato piu’ o
meno, di applicare nella mia esistenza
Terrestre.
Sempre con tanto AmOr,
By Jean Paul
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Il
pensiero del redattore di questa pagina su
Gesu' il nazareno:
Se accettiamo come verosimile la nascita e la
vita di questo personaggio Gesu' il nazareno,
come pare sia, anche se con molte
incertezze, a me interessa da giornalista
investigativo, citare i vari autori di ricerche
e studi sul personaggio Gesu', in modo che ogni
lettore di questa pagina, si possa fare una idea
sempre piu' completa e complessa della
storicita' o meno di questo personaggio, che ha
comunque "segnato" o gli hanno fatto segnare con
le manipolazioni dei cristiani, specie quelli
della
chiesa cattolica, la storia nel mondo
occidentale, inoltre lo scopo che mi sono
prefissato e' solo quello di comprendere
e discutere il "messaggio" che questi ha od
avrebbe lasciato
nel futuro per i suoi consimili e discuterlo
riflettendo bene sulle parole che gli vennero
attribuite, o che avrebbe veramente pronunciato.
Egli e' o sarebbe nato c.a. 2000 anni fa, in un
periodo nel quale i Giudei che abitavano la
Palestina i quali erano stati soggiogati dai Romani e
"guidati" alternativamente e religiosamente
(filosoficamente) dalla setta dei
Sadducei, dei Farisei, che avevano al loro
seguito gli scribi (coloro che trascrivevano la
Torah), come riportano i
vangeli. Questi Sacerdoti erano ormai deviati
da secoli, dalla vera essenza e dal vero insegnamento
antico Egizio/mosaico, tant'e' che gli Esseni,
di cui Gesu' fece parte e lo si capisce dal suo
linguaggio, li contestavano ufficialmente
dicendo che erano degli usurpatori, degli
eretici...degli empi e che sarebbe nato un
condottiero, salvatore che avrebbe rimesso in
auge la Verita' nella dottrina, calpestata dal
fatto che gli scritti sacri degli ebrei, la
Torah era stata dagli scribi e dalla casta
sacerdotale giudaica, manipolata e coperta da
norme, leggine e strutture inutili ma pesanti,
legate solo alla lettera-parola e non al
significato ai significati
spirituali-intellettuali, della parola stessa.
Che poi Gesu' avesse avuto una moglie ed un
figlio o piu' figli, mi sembra una cosa cosi
semplice e logica, specie nel giudaismo, popolo
nel quale avere una sposa, una famiglia e quindi
dei figli era un compito di ogni giudeo che si
atteneva alla filosofia ebraica della Torah;
piuttosto che discutere sulla veridicita' o meno
di quelle affermazioni, anche se i documenti che
i cristiani hanno nascosto, ne parlano
chiaramente e quindi sarebbero credibili. Oppure
che sia stato crocifisso o meno, o che sia
"risorto" come risorgono a miglior vita (trapassano
nell'al di la' tutti morti) questo ultima
cosa e' nei fatti un Fatto che ormai sta
venendo alla luce nei tempi odierni anche
per la medicina
tanatologica, ma nell'antico tempo era assai
noto, ritengo sia molto piu' interessante
discutere e riflettere sui messaggi che gli
vengono attribuiti.
Quello che posso con certezza affermare e' il
fatto che, sempre se crediamo nella storicita'
di questo personaggio Gesu', egli
NON
sarebbe, o non e' morto per i peccati dell'umanita',
cioe' per me o per te caro lettore, ma e'
morto solo per se stesso,
come tutti gli esseri umani, in quanto la
Giustizia "divina" e' solo questa, il resto sono
invenzioni ERRATE dei
cristiani e dei
manipolatori dei vangeli...canonici, l'aver
inventato un supposto ed inesistente
"mediatore" fra l'INFINITO
e NOI STESSI, l'IO
SONO, personalizzato dalla
mEnte che si va formando di
vita in vita, (assumendo in-form-azioni,
dati) sempre piu' complessa e veritiera, che ci
salverebbe dal male, in realta' siamo solo NOI
che dobbiamo, attraverso la Conoscienza e la
Consapevolezza delle
Leggi dell'INIFINITA' che vengono
sintetizzate e raccolte in quella UNICA dell'AmOr
"salvarci dall'Ignoranza su di essa... ! in
quanto il male e' cio' che non e' ancora bene e
quindi non e' ancora AmOr !
Il battesimo citato dai vangeli null'altro e'
che il simbolo che questo personaggio scelse per
indicare e sancire agli altri suoi conterranei,
seguaci e/o simpatizzanti che egli stava
"morendo" alla modo di vivere precedente al
battesimo e rinascendo a nuova vita dal
battesimo in poi...e fornendo un esempio per i
successori, di cui parte i cattolici ed sue
figlie hanno stravolto anche questo simbolo nel
suo profondo significato simbolico = morte e
rinascita, che l'immersione completa del corpo
nell'acqua simbolizza, con l'aspersione di un
po' di acqua sul cranio, che invece non
simboleggia proprio nulla - le
falsificazioni sono enormi nella cristianita' !
In quella occasione i vangeli riferiscono che
Gesu' dopo il battesimo di immersione nell'acqua
del Giordano, uscendo da essa, il "cieli" si
aprirono e scese lo
Spirito santo sottoforma di una colomba",
frase mal resa e mal riportata, ricordo che la
lingua parlata da Gesu' era l'aramaico e non il
greco, i "cieli" sono quello dello
Spirito-mEnte, che si aprirono nel
cervello (fu
circonciso nello
Spirito, la
mEnte si apri....alla Verita' e divenne
testimone di essa) perche' l'olio sacro, il "cristo",
discese nell'organismo di Gesu' come in
qualsiasi altro essere che arriva a quelle
consapevolezze. Infatti il vangelo riferisce che
proprio dallo
Spirito (pensiero) fu condotto, spinto a
recarsi nel deserto (dagli
Esseni) ove rimase 40 giorni
digiunando.....purificandosi e dove le sue
paure, i suoi mostri diabolici, gli si
rivelarono nella sua mEnte, i vangeli infatti
riferiscono che fu tentato da
satana,
rifiutando le immagini mentali che gli
apparvero, dicendo "amerai ed adorerai SOLO
YHWH = l'INFINITO",
senza divenire schiavo delle illusioni =
immagini mentali = schemi mentali che
schiavizzano tutti gli uomini che si inchinano
davanti ad esse...senza inchinarsi davanti all'INFINITA
ed al suo
Progetto di Vita
Infinita. Voi, dice sempre Gesu',
NON potete servire dio e mammona (il dio
denaro e tutto cio' che lo circonda), egli era
un iconoclasta (secondo il 2° comandamento della
Torah che dice "NON ti farai nessuna immagine,
anche mentale, ne' ti prosternerai davanti ad
essa...) , cioe' distruggeva tutti gli
"schemi mentali" che i religiosi Farisei,
sadducei, Scribi avevano inculcato nei secoli
passati ai giudei, od avevano dimenticato di
insegnare i concetti che quelle parole
insegnavano, lasciando una traccia anche per noi
nel futuro dell'umanita',
Veniamo alle parole che hanno messo in bocca a
Gesu' o che egli avrebbe pronunciato, se
crediamo alla sua storicita' e facendo
questa riflessione, ci riferiamo a tutti i tipi
di vangeli esistenti e non solo a quelli detti
canonici.
Dai vangeli canonici troviamo che le prime predicazioni del personaggio Gesu'
furono improntate a: "pentitevi, perche' il
regno di dio
e' vicino", infatti in altra occasione,
si dice che egli preciso' e confermo' questa frase dicendo; "il
regno di dio e' DENTRO di voi",
....piu'
"vicino" di cosi... si muore....
Noi abbiamo la possibilita' di entrare ed
assaporare l'ingresso del regno di "dio", gia'
con l'occhio dello
Spirito (la
mEnte aperta e
consapevole all'Infinita' del
Progetto Vita vissuta nella legge dell'AmOr
"dell'INFINITO al di sopra di ogni cosa e del
tuo prossimo come te stesso) perche' l'entrata
nel regno fisico dei cieli, nella sua pienezza, avviene
solo alla
morte naturale del corpo, quando lasciamo la
"crisalide che siamo" sulla Terra, con il corpo
energetico ed il nostro
Spirito, che abbiamo
consolidato ed
informatizzato con la vita presente, nel qui
ora, lasciando lo scafandro (il corpo)
utilizzato in questa vita Terrestre e passando dal "tunnel" (buco
nero = la
figa cosmica) e recandoci nelle
infinite, come sempre Gesu' afferma, "tante stanze-dimore del padre mio"
(= l'INFINITO),
ma solo in quella per la quale ci siamo
preparati con la nostra vita terrestre.
Gesu', riferiscono i vangeli canonici, percorreva la
Galilea annunciando il "regno dei cieli (dello
Spirito)
e' dentro di Voi", (perche nei fatti era
ed e' dentro in OGNI essere od
anima vivente, ma solo chi
ne e' consapevole della sua reale esistenza, lo
ri-conosce dentro di se', e quindi lo puo' capire,
comprendere e vi puo' quindi entrare e
partecipare, se si adegua alla legge dell'AmOr)...ed
una grande folla lo seguiva... per ascoltare la
sua "buona novella del regno dei cieli,
in ognuno di noi".
Ricordo che il Gesu' dei vangeli, riferisce, quando gli
chiesero come si deve pregare, disse: "quando
preghi entra nella tua cameretta chiudi la porta
e prega il tuo padre nel luogo segreto (in
Te stesso) ed il padre che ti vede nella
segretezza (della tua mEnte) te lo
rendera' "...a riconferma del fatto che noi
possiamo parlare con noi stessi, nella nostra
mEnte, per parlare con l'INFINITO !, e continua
dicendo: "non abbiate timore su cio' che
dovrete dire, perche' l'INFINITO parlera'
attraverso voi anche quando sarete perseguitati"...
Gesu' l'esseno-nazareno, nei fatti con
queste parole ri-scopriva e re-insegnava
l'antica dottrina veritiera, insegnata fin dalgli
antichi, i cosiddetti "pagani", (gli
iniziati, gli illuminati) dell'IO
SONO e quindi dell'INFINITA' sempre
esistente in ogni Essere od
anima vivente abbinata alla
legge dell'AmOr: infatti,
continuano i vangeli, quando gli chiesero
quale fossero i veri grandi Comandamenti,
egli ripete' quello che era stato scritto fin
dall'antico (Torah = antico testamento, ripetuto
in Matteo 22:36), "ama dio
sopra ogni cosa ed il prossimo tuo come te
stesso"..."....da questi due comandamenti
devono dipendere tutte le leggi....la legge
dell'AmOr
sopra ogni cosa od altre leggi umane o pseudo
divine...infatti ripeteva spesso: "cercate il
regno di dio
(che e' dentro di voi) e la
giustizia divina" (la Legge dell'AmOr), ed
aggiungeva: "non entreranno nel regno tutti
quanti, ma solo quelli che fanno la volonta' del
padre che e' nei cieli" (dello
Spirito) e la volonta' e' l'attuazione della legge dell'AmOr
nel vivere quotidiano.
E per rincarare la dose, diceva: "amate i
vostri nemici e pregate per coloro che vi
perseguitano"....perche' non sanno
quello che fanno...
Dai vangeli canonici, nel suo primo discorso
sulla montagna, detta "Gamala",
rivolgendosi ai suoi discepoli ed ascoltatori,
essi ci riferiscono che Gesu' parlo' sulla legge dell'AmOr,
dicendo, come Matteo cap. 5 riferisce: "Beati i
mansueti"....il tutto
improntato sempre sulla legge dell'AmOr.
In parole povere Gesu' si era battuto contro gli
insegnamenti della casta sacerdotale di allora
(i loro preti, sadducei e farisei) perche' avevano sostituito la
legge dell'AmOr, con le loro leggi e norme, vedi:
le sue frasi, citando la Torah (antico
testamento) tipo: "questo popolo mi onora con
le labbra, ma il suo cuore e' lontano da me de
e' invano che mi onorano, insegnando dei
precetti che sono comandamenti d'uomini"...
non in sintonia con la Legge dell'AmOr...!
Infatti come riferisce Matteo cap. 16:18, "l'assemblea
(chiesa) e' basata sul idea del
Cristos
(l'illuminazione sulla legge dell'AmOr
dettata dall'IO
SONO = INFINITO)
che la chiesa deve essere costruita"... e
quindi per questi motivi, in quanto egli
toglieva ai sacerdoti il loro "potere",
acquisito con l'inganno, potere che doveva invece
essere rimesso nelle mani del Soggetto portatore
intrinseco dell'Infinita'.....che Gesu' era stato
osteggiato, catturato, denunciato e successivamente condannato a morte,
come un malfattore.
E per finire le citazioni dei vangeli segnalo e
cito un discorso di Paolo da Tarso (chiamato dai
cristiano l'apostolo Paolo), il quale parlando
dell'AmOr, cosi' avrebbe detto:
"Se
parlassi le lingue degli uomini e anche quelle
degli angeli, ma non avessi l’Amore, sarei come
un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
E se anche avessi il dono della profezia e
conoscessi tutti i misteri, se possedessi tutta
la scienza e una fede così forte da trasportare
le montagne, ma non avessi l’Amore, non sarei
nulla.
E se anche distribuissi tutti i miei averi ai
poveri e dessi il mio corpo per esser bruciato,
ma non avessi l’Amore, non mi servirebbe a
nulla.
L’Amore è paziente e generoso.
L’Amore non è invidioso, non si vanta, non si
gonfia d’orgoglio.
L’Amore è rispettoso, non cerca il proprio
interesse, non cede alla collera, dimentica i
torti.
L’Amore non gode dell’ingiustizia, la verità è
il suo fine e la sua gioia.
L’Amore tutto scusa, di tutti ha fiducia, tutto
sopporta, mai perde la speranza.
L’Amore non avrà mai fine.
Le profezie scompariranno; il dono delle lingue
cesserà e la scienza svanirà.
La scienza è imperfetta, la profezia limitata,
ma verrà ciò che è perfetto ed esse
scompariranno.
Tre sole cose dunque rimangono: la fede, la
speranza e l’Amore.
Ma più grande di tutte è l’Amore.”
By Paolo di Tarso
Commento NdR: anche in questo caso si
vede come un soggetto quando e' riempito dall'AmOr
dell'Infinita', lascia da parte tutte le
diatribe dottrinali, pur non condividendole, le supera e descrive
invitando a fare il meglio sul e con
l'Amore.....e se vi sono alcuni che vogliono
fare i vari "confronti", deve sapere indicare,
spiegare i suoi concetti in modo chiaro e
semplice a chiunque.
Il
sottoscritto autore di questa pagina, coglie
gli insegnamenti sull'Amore
anche del Gesu' il
nazareno e di altri personaggi del Nuovo
testamento della Bibbia cosiddetta "canonica",
oltre a quelli di altre "religioni" anche orientali,
tutto co' indipendentemente se sia
esistito o meno, e NON giudica il soggetto
portatore, ma le idee che avrebbe od ha insegnato,
cogliendole e facendole proprie e quindi
insegnandole anche in questo trattato.
Se sei esistito, Gesu' il nazareno, ti ringrazio per essere stato
di esempio e di avere insegnato la legge dell'AmOr,
caro fratello anche mio, ma non certo salvatore
del mondo inteso come salvatore dei peccatori -
vedi
Gesu' NON e' morto per noi - come ti
hanno fatto passare in modo indegno e
FALSIFICATORE, togliendo cosi' ad ognuno la
propria responsabilita' sulle proprie azioni,
immettendo un FALSO mediatore fra l'IO
SONO e l'INFINITA'
(che e' dentro di Noi e di cui Noi facciamo
parte intrinseca) cosa assolutamente FALSA ed
inesistente in quanto la "salvezza" l'abbiamo
in ognuno,
in Noi e senza mediatori, quando riconosciamo il regno dei cieli,
cioe' l'Infinito
anche in NOI e ci uniformiamo alla legge dell'AmOr
!
By
Jean Paul della
discendenza Vanoli -
Sovrano Individuale ed LR dichiarato
Per i particolari
biologici vedi qui:
La
PINEALE ...la
ghiandola SACRA - Una ghiandola chiamata Graal,
che secreta una sostanza oleosa detta il "cristo"
!
vedi:
Informazione,
Materia, Energia e Campi Morfogenetici
+
Amigdala ed Ippocampo
+
I batteri
controllano la nostra mente
! +
Gesu'
il nazareno era un Illuminato dalla sostanza
che questa ghiandola secreta (secerne), chiama
il "cristo"
(greco).
vedi:
Falsificazioni della Storia - 1
+
Falsificazioni
Storiche - 2
+ Falsificazioni della Bibbia
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