INDICE Prodotti Naturali e
FITOTERAPICI e NON, in Ordine
Alfabetico
(fiori,
piante, cereali, verdure, frutti, bulbi,
steli, radici, estratti,
macerati, pastigliati, incapsulati, in
ovuli, in polvere, ecc.)
Non possiamo inserire tutti i
prodotti del mondo, ma qui in questo
elenco trovate
solamente i principali da utilizzare
per i vostri problemi di salute, che
sono gia' noti.
|
A |
B |
C |
D - F |
G - K |
L - M |
N -O- P |
Q - S |
T - Z |
Acqua
Basica
|
Ascorbato
di Potassio |
Biotina.
Arginina,
Coenzima Q10
|
Hidraderm |
Carenze
di Magnesio
|
Cloruro
di Magnesio |
Fermenti
Lattici,
Oligoelementi
|
Gelatina
Reale |
Fior
di Zolfo
|
Magnesio
e Zinco |
CoEnzima
Q10
|
Per
altri
Prodotti
vedere
sotto
Alimentazione
+
Cure
Naturali |
NASTURZIO
(Nasturtium Officinale)
Crescione d'acqua, famiglia delle Crucifere
Si utilizzano
varie parti dell'intera pianta, che differiscono a seconda del paese e della
cultura. Originario dei Paesi dell'America Centrale e Meridionale, il Nasturzio
raggiunse il nostro Continente insieme a tanti altri prodotti tipici di quei
Paesi come il tabacco, il cotone, ecc. Inizialmente in Europa fu coltivato come
ortaggio e quindi comunemente utilizzato anche in cucina.
Buone
proprietà mucolitiche e antibiotiche: (30g di fiori/foglie in 1 lt 'd'acqua 1 tazza
ogni 4 ore);
Utile in: infezioni renali, calcoli alla vescica, aumenta la
diuresi, malattie cardiache; Diminuisce il dolore durante il parto.
NESPOLA (Mespilus germanica, Rosacee) Frutto, foglie, radice
Contiene: materie azotate, grasse, estrattive, cellulosa, ceneri, tannino,
mucillagine, acidi citrico, tartarico, malico; vitamine B e C.
Proprietà: diuretico, tonico e regolatore intestinale; utile nelle enteriti,
diarree, dissenterie.
NIAOULI
(Melaleuca viridiflora, Mirtacea)
Essenza distillata a vapore dalle folgie fresche dellalbero. Proprietà:
Balsamiche, antisettiche, analgesiche, vermifughe, anticatarrali.
Utile in: Tossi, asma, bronchiti, riniti, sinusiti, otiti, enteriti, coliti,
dissenteria, parassiti intestinali, tubercolosi ossea, infezioni urinarie.
NIGELLA SATIVA (sesamo nero),
vedi
CUMINO
NOCE (Fuglans regia,
Fuglandacee)
Il noce (Juglans regia L.) è una pianta
originaria dell'Asia (pendici dell'Himalaya), introdotta
in Europa in epoca antichissima per i suoi frutti eduli.
Il tronco può raggiungere i 20 m di altezza e le foglie
sono pennato-composte. Il frutto, la noce, è una drupa
costituita da un seme (gheriglio), stretto tra due gusci
legnosi (endocarpo) avvolti dal mallo. La noce
tradizionalmente è simbolo di fortuna. I romani facevano
piovere noci sugli sposi, usanza ancor viva a Modica
(Sicilia) fino agli inizi del XX sec. In Belgio le
ragazze erano solite mescolare noci piene a noci vuote:
chi pescava una noce piena si sarebbe ben presto
sposata. Esistono anche varietà tropicali.
Diffusa in tutto il mondo, in Italia la coltura della
noce da frutto, in genere promiscua, ha una certa
rilevanza solo in Campania.
Il noce può essere coltivato anche per la produzione di
legno o per entrambi gli scopi. Il noce è un albero
vigoroso, caratterizzato da tronco solido, alto,
diritto, portamento maestoso; presenta radice robusta e
fittonante.
Le foglie sono caduche, composte, alterne (formate da
5-7-9 e, più raramente, 11 foglioline).
È una pianta monoica in cui i fiori maschili sono
riuniti in amenti penduli, lunghi 10-15 cm, con numerosi
stami, che appaiono sui rami dell'anno precedente prima
della comparsa delle foglie.
Il noce viene propagato sia per seme che per innesto,
così come tutte le specie a frutto secco.
Arricchire la dieta
mediterranea con piccole quantità di noci può
migliorare la funzionalità dei vasi sanguigni nei
soggetti con ipercolesterolemia. Si tratta del risultato
di uno studio condotto presso un istituto di ricerca di
Barcellona (Institut d’Investigacions Biomèdiques August
Pi i Sunyer) che fornisce utili dettagli per spiegare
l’effetto benefico delle noci sui livelli di colesterolo
e quindi sulle cardiopatie. Se ne parla su Circulation.
Nello studio appare evidente non è questo o quel
componente della noce a funzionare ma il loro insieme.
Alcune analisi abbastanza recenti dei dati ottenuti
dall'Adventist Health Study hanno mostrato una
importante correlazione tra il consumo di noci e di pane
integrale e la riduzione del rischio di CHD (Coronary
Heart Disease NdT). Questi dati hanno costituito
il tema di una pubblicazione del Dr. Fraser e
collaboratori nel numero del luglio 1992 della rivista
Archives of Internal Medicine. Alla comparsa di questi
dati ha fatto seguito un notevole interesse da parte di
televisione e giornali.
I risultati più importanti di questa parte dell'intero
studio mostrano che il consumo di noci riduce il rischio
di patologie coronariche fatali e non fatali.
Particolarmente ricca in grassi (soprattutto in acidi
grassi polinsaturi) e di conseguenza con elevato apporto
in calorie; buono è il contenuto in proteine e in fibra,
solubile e insolubile, ed in tannini. Molto ricca in
minerali soprattutto K, P, Mg, Ca. Abbondanti i
tocoferoli.L'olio che se ne estrae, il mallo e le foglie
sono molto utilizzate sia in cosmesi che in
erboristeria.
La parte commestibile della noce viene comunemente
chiamato gheriglio, dal sapore gradevole e delicato. La
pellicola che riveste il gheriglio è di sapore amaro,
quindi viene eliminata immergendolo in acqua bollente
per alcuni minuti e strofinandolo con un panno umido. La
noce, per il suo scarso contenuto d’acqua è un frutto
molto calorico, ma soprattutto ricco di grassi.
E il frutto che contiene più calorie, rame, zinco ed inoltre magnesio,
potassio, fosforo, zolfo, ferro, calcio; vitamine A, B, C, P.
Utile in: Diarree, parassitosi intestinali, dermatosi, sifilide, tubercolosi, ai
diabetici, lassativo, vermifugo, favorisce il drenaggio linfatico e cutaneo.
Gli
innumerevoli BENEFICI degli INVOLUCRI
(gusci) di noci
Gli
involucri duri delle noci sono spesso
scartati e considerati inutili, ma in
realtà contengono una serie di
nutrienti benefici per la salute.
Tra i
nutrienti presenti nelle bucce di noci
troviamo:
-
Antiossidanti: sostanze che aiutano a
proteggere le cellule dallo stress
ossidativo e dall'azione dei radicali
liberi, prevenendo l'invecchiamento
precoce e alcune malattie croniche.
- Acidi
grassi omega-3: grassi essenziali che
svolgono un ruolo importante nella
salute del cuore, del cervello e del
sistema nervoso.
- Vitamina
E: un antiossidante liposolubile che
protegge le membrane cellulari dal
danneggiamento.
- Fibre:
sostanze che favoriscono il transito
intestinale, regolano la glicemia e il
colesterolo nel sangue e favoriscono
il senso di sazietà.
- Minerali
come magnesio, potassio e zinco:
sostanze necessarie per il corretto
funzionamento di molti processi
biologici, tra cui la salute delle
ossa, del sistema nervoso e del
sistema immunitario.
I benefici
per la salute delle bucce di noci sono
molteplici:
- Riducono
l'infiammazione: gli antiossidanti e
gli acidi grassi omega-3 presenti
nelle bucce di noci hanno proprietà
antinfiammatorie, utili per prevenire
o ridurre l'infiammazione cronica che
può portare a malattie come l'artrite,
l'asma o l'obesità.
-
Migliorano la salute del cuore e del
cervello: gli acidi grassi omega-3 e
la vitamina E presenti nelle bucce di
noci sono utili per mantenere il cuore
e il cervello in salute, riducendo il
rischio di malattie cardiovascolari e
neurodegenerative come l'Alzheimer.
-
Sostengono il sistema immunitario: i
minerali presenti nelle bucce di noci,
come il magnesio e lo zinco, sono
importanti per la salute del sistema
immunitario, aiutando a prevenire le
infezioni e a combattere i virus.
-
Prevenzione di alcune malattie
croniche: gli antiossidanti presenti
nelle bucce di noci sono utili per
prevenire alcune malattie croniche
come il cancro, il diabete e le
malattie cardiovascolari.
Per
preparare una tisana con le bucce di
noci, è possibile seguire questa
ricetta:
Ingredienti:
- 1 tazza
di bucce di noci (magari tritate o
rotte in piccoli pezzi)
- 4 tazze
di acqua
Preparazione:
1. In una
pentola, portare l'acqua a
ebollizione.
2.
Aggiungere le bucce di noci e far
bollire per 5-10 minuti.
3. Spegnere
il fuoco e lasciare in infusione per
altri 10-15 minuti.
4. Filtrare
e servire.
Questa
tisana può avere anche proprietà
calmanti e rilassanti, utili per
ridurre lo stress e favorire il sonno.
bucce di noci possono contenere tracce
di allergeni, quindi è importante fare
attenzione se si è allergici alle
noci.
Ecco
un'altra ricetta per una tisana con
foglie di alloro, cannella e bucce
delle noci:
Ingredienti:
- 2 foglie
di alloro
- 1
bastoncino di cannella
- 1
cucchiaio di involucro delle noci
- 500 ml di
acqua
Procedimento:
1. Mettere
l'acqua in una pentola e portarla a
ebollizione.
2.
Aggiungere le foglie di alloro, il
bastoncino di cannella e l'involucro
delle noci.
3. Ridurre
la fiamma e lasciare sobbollire per
circa 10-15 minuti.
4. Spegnere
il fuoco e lasciare riposare la tisana
per altri 5 minuti.
5. Filtrare
la tisana e servirla calda.
Benefici e
nutrienti:
- Le foglie
di alloro hanno proprietà
antinfiammatorie e antiossidanti, che
possono aiutare a ridurre
l'infiammazione e prevenire i danni
cellulari causati dai radicali liberi.
- La
cannella ha proprietà antinfiammatorie
e antimicrobiche, che possono aiutare
a combattere le infezioni e ridurre
l'infiammazione.
-
L'involucro delle noci contiene
antiossidanti, fibre e acidi grassi
omega-3, che possono aiutare a ridurre
l'infiammazione, migliorare la salute
del cuore e del cervello, e prevenire
i danni cellulari causati dai radicali
liberi.
In
generale, questa tisana può aiutare a
rafforzare il sistema immunitario,
ridurre l'infiammazione e prevenire le
infezioni.
By Patrizia
Coffaro
NOCE di COCCO
(Cocos nucifera, Palme)
Questo frutto, oltre a essere un eccezionale
concentrato energetico, e' anche protagonista di antichi
rituali nel suo paese d'origine: l'India.
Il cocco si trova
nelle palme. Ogni palma produce tra le cinque e le dieci
noci, ognuna delle quali arriva a pesare fino a due
chili. Se si spacca il loro guscio si trova un grosso
seme, la cui polpa bianca e carnosa, è proprio la noce
che mangiamo.
Nel seme si trova anche un succo, il "latte di cocco",
dal sapore dolce molto dissetante ideale per il forte
caldo estivo.
I fiori hanno proprieta' astringenti e il loro succo
viene prescritto nella gonorrea. La radice viene usata
come diuretico, nei disturbi epatici e nella dissenteria
e sempre in India per ottenere una pelle soffice e
mantenere neri e vellutati i capelli le donne usano
massaggiarsi con l'olio di cocco.
Frutto completo, si consuma anche il suo latte, in olio ed in burro di
cocco, il tutto molto assimilabile.
Essa e' ricca di
potassio ed e' per questo il frutto estivo ideale per
reintegrare i sali minerali persi; e' inoltre ricca di
proteine e di grassi. Il latte al suo interno e' molto
dolce, ricco di zuccheri, sali minerali e vitamine (in
particolare B e C); e' quindi utile nel trattamento dei
disturbi urinari, di costipazione, nervosismo e
debolezza generale. La noce di cocco e' molto nutriente,
ottima se si vuole aumentare di peso e se si e'
debilitati, ma poco indicata per chi vuole invece
dimagrire e deve sottoporsi ad una dieta povera di
grassi: 100 g. di prodotto, infatti, forniscono ben 360
calorie.
Grazie all'elevato contenuto di sali minerali,
oligoelementi, aminoacidi e sostanze vitali secondarie,
l'acqua o latte di noce di cocco verde favorisce la
salute e il benessere con un effetto disintossicante,
depurativo e deacidificante su tutto il corpo.
La sua assunzione regolare per 2/3 settimane, 2 volte al
giorno, riattiva il metabolismo naturale.
L'effetto benefico di questa bevanda è molto apprezzato
nella terapia
ayurvedica per le sue proprietà antinfiammatorie,
lenitive della febbre, dei disturbi renali e circolatori
nonché delle malattie urinarie e intestinali.
Sciacqui (Oilpulling)
orali di olio di girasole,
di cocco, o
di sesamo
per
disintossicarsi
Il movimento dell’olio di
girasole in bocca dovuto alla pratica del risciacquo
orale, provoca un marcato irroramento della mucosa e dei
tessuti. Vitamine e minerali dell’olio di girasole
possono venire in parte assorbiti dalle membrane delle
mucose (anche se la quantità sia contenuta, che
assorbita è limitata), ma soprattutto e
contemporaneamente i semi oleosi assorbono le tossine
dai colli di denti e gengive e le rimuovono dal corpo.
NOCE MOSCATA (Miristica fragrans, Miristicacea) Polvere
Proprietà: Digestive, aromatiche, toglie la diarrea, la dissenteria e le coliche
intestinali; produce feci ben formate, antisettiche, carminative, stimolante cerebrale e
circolatorio.
Utile in: Diarree, digestioni difficili, infiammazioni intestinali, astenie,
litiasi biliare, mestrui insufficienti.
NOCCIOLA (Corylus avellana,
Betullacee)
La nocciola fra tutti i frutti oleosi è quello che contiene più materie grasse ed
azotate; fosforo, magnesio, potassio, calcio, zolfo, ferro, sodio, rame; vitamine A, B.
Proprietà: Nutrienti, energetiche, vermifugo. Utile nelle convalescenze, crescita,
senescenza, gravidanza, studio, sport e super lavoro, coliche nefritiche, tenia (in olio 1
cucchiaio al dì x 15 giorni), tubercolosi, consigliata ai diabetici.
NOCI e SEMI Contengono
oli essenziali importanti e proteine, vedi le singole tipologia
NONI Tahiti
(Morinda citrifolia)
Succo derivante da un frutto tropicale delle isole polinesiane conosciuto come
noni, nonu; utilizzato da più di 2000 anni dalle popolazioni
locali. Utile in: cancro, ipertensione, affaticamento, glicemia bassa od alta, mestruo non
regolare, gola
infiammata,
raffreddore,
diarrea ed altro.
Monrinda citrifolia e
Cancro
Abstract:
Morinda citrifolia (Noni) has been extensively used in
folk medicine by Polynesians for over 2,000 years. It
has been reported to have broad therapeutic effects,
including anticancer activity, in both clinical practice
and laboratory animal models.
The mechanism for these effects remains unknown. The
hypothesis that Morinda citrifolia possesses a cancer
preventive effect at the initiation stage of
carcinogenesis was studied. Our preliminary data
indicated that 10% Tahitian Noni Liquid Dietary
Supplement or Tahitian Noni Juice (TNJ), made from
Morinda citrifolia fruit by Morinda Inc, in drinking
water for one week was able to prevent DMBA-DNA adduct
formation. The levels of DMBA-DNA adducts were reduced
by 30% in the heart, 41% in the lung, 42% in the liver,
and 80% in the kidney of female SD rats. Even more
dramatic results were obtained in male C57 BL-6 mice:
10% TNJ was able to reduce DMBA-DNA adduct formation by
60% in the heart, 50% in the lung, 70% in the liver, and
90% in the kidney. In order to explore the mechanism of
this preventive effect, the antioxidant activity of TNJ
was examined in vitro by lipid hydroperoxide (LPO) and
tetrazolium nitroblue (TNB) assays. In the LPO assay,
LPO oxidizes leucomethylene blue to methylene blue in
the presence of hemoglobin. The resultant blue color was
quantified at 660 nm spectrophotometrically.
In the TNB assay, superoxide anion radicals (SAR) reduce
TNB into formazan blue that was also measured by
absorption at 602 nm. TNJ showed a dose-dependent
inhibition of both LPO and SAR in our system. The
antioxidant activity of TNJ was compared to the effects
of vitamin C, grape seed powder (GSP), and pycnogenol (PYC)
at the daily dose per serving level recommended by
U.S.RDAs or manufacturers. The results suggest that
prevention of carcinogen-DNA adduct formation and the
antioxidant activity of TNJ may contribute to the
cancer preventive effect of Morinda citrifolia.
Tratto da Publimed
OLI Prodotti liquidi
di varia natura, untuosi, viscosi, insolubili in acqua usati come alimenti, lubrificanti o
medicamenti, a seconda della composizione.
Molti frutti e semi di diverse piante forniscono per pressione un olio vegetale.
Lolio essenziale non va confuso con questi oli, in quanto esso non è un
corpo grasso come gli altri; in questi oli si possono far macerare radici, erbe o fiori
essiccati, per ottenere oli medicinali.
Le differenze tra i vari tipi di oli vegetali
(ricavati soprattutto dai semi e quindi chiamati anche
oli di semi) riguarda principalmente la composizione in
acidi grassi. La maggior parte degli oli vegetali
contengono in prevalenza grassi mono e polinsaturi, e
pochi grassi saturi, fanno eccezione gli "oli tropicali"
che invece contengono una grossa percentuale di grassi
saturi.
La composizione in acidi grassi dell'olio di semi non
varia solo da specie a specie, ma dipende anche dalle
condizioni climatiche e dal tipo di terreno. Essa può
anche essere variata modificando geneticamente i semi
delle piante.
Questi oli possono venire somministrati per via orale, altri per frizioni cutanee.
A queste tecniche degli oli, si collegano TUTTE le cerimonie religiose iniziatiche
di unzione.
Sulla testa in alto, nel centro ove se si preme si sente un leggero dolore, vi è
un importante punto energetico conosciuto fin dallantichità; è su quel punto che
si doveva spandere lolio, in genere di oliva e li vi si imponevano le mani.
Questa operazione di unzione facilita il passaggio ed accelera certi processi
energetici sottoposti alle leggi della fluidodinamica e dellelettrodiamagnetismo
umano, sopra tutto se preparati da qualche giorno di digiuno, prima della loro
applicazione.
Metodo Baglioni: tale metodo prevede
la pressatura a freddo, sia delle olive che dei semi
oleosi, e consente un trattamento che riduce
l’innalzamento della temperatura mantenuta inferiore a
27°C; tutto ciò permette di ottenere un olio di ottima
qualità che mantiene inalterate la composizione chimica
presente nel prodotto iniziale.
Oli di
semi:
Olio di arachide
Olio di cocco (vedi sotto)
Olio di colza
Olio di Girasole,
spremuto a freddo, preso al mattino a digiuno nella ragione di 1 cucchiaio (per i bambini
metà dose), per il suo alto contenuto di vitamina F è particolarmente indicato per la
ricostruzione della parete della mucosa intestinale.
Olio di lino
Olio di mais
Olio di
Oliva “extra vergine”,
se pressato a freddo, si presta anche se non contiene
vitamina F, date sue altre particolari proprietà ad
essere utilizzato anche al mattino a digiuno, per via
orale, nella dose di 1 cucchiaino da tè.
PER una MIGLIOR SALUTE e LONGEVITA' usare, l'OLIO
EXTRAVERGINE, SEMPRE e SOLO proveniente dalla
spremitura a freddo di OLIVE MATURE e POLPA VIOLA !
MAI quello proveniente da olive verdi (OLIO VERDE) per
le sostanze insaponificabili che, sono in eccesso
nell'olio verde e super carente di polifenoli antociani,
oltre a maggior acidità.
vedi: Olio di
oliva nella Dieta Mediterranea.pdf
Olio di palma - Olio di palmisti
Olio di Sesamo,
ottenuto
con la spremitura a freddo dei semi della pianta, l’olio
di Sesamo presenta ottime proprietà emollienti,
antiossidanti e seborestitutive.
È particolarmente raccomandato per le pelli grasse,
dalle quali viene perfettamente assorbito. Eccipiente di
largo uso in cosmetica ed in farmacia, trova impiego
soprattutto come componente lipidico per oleoliti,
emulsioni ed unguenti. L’olio di Sesamo è inoltre
particolarmente indicato per la formulazione di prodotti
solari (fattore di protezione 4).
E' altrettanto
utile anche per aprire le valvole
cellulari e riordinare il loro potenziale di transmembrana.
Olio di semi di soia
Olio di ricino
L’olio di ricino viene
estratto dai semi del Ricinus Communis conosciuto anche
come Palma Christi o più comunemente come olio di
ricino.
Chimicamente l’olio di ricino è un trigliceride di acidi
grassi ma ciò che lo rende unico è l’alto contenuto di
acido ricinoleico (90%).
La composizione degli acidi grassi dell’olio di ricino è
la seguente: acido ricinoleico 89,5%, acido
diidrossistearico 0,7%, acido palmitico 1,0%,
acido stearico 1,0%, acido oleico 3,0%, acido linoleico
4,2%, acido linolenico 0,3%, acido eicosenoico 0,3%.
Possiede eccellenti proprietà emollienti e lubrificanti.
L’acido ricinoleico ha attività antimicrobica, contro
diverse specie di batteri, funghi e muffe.
Il più comune effetto benefico risultante dall’utilizzo
dell’olio di ricino è il rafforzamento del sistema
immunitario. Il sistema linfatico oltre ad un ruolo
importantissimo nel sistema immunitario ha anche il
compito di drenare e purificare il corpo umano.
Quando i tessuti in un’area del corpo vengono ripuliti
dagli scarti (grazie all’olio) le cellule sono in
condizioni migliori per il loro buon funzionamento e
l’attività degli organismi immunitari diviene più
efficace nella difesa del corpo e nella sua
ricostruzione.
Altre proprietà dell’olio di ricino sono quelle di
aumentare l’attività di eliminazione delle scorie e di
rigenerazione dei tessuti, di ridurre la perdita di
sangue nei tessuti e sollecitare la loro ricostruzione
anche a seguito di gravi ferite.
L’eliminazione interna delle scorie e la rigenerazione
dei tessuti è uno degli effetti primari dell’olio di
ricino ed è un processo fondamentale per il
ristabilimento dell’equilibrio nel corpo.
L’uomo possiede quattro canali di eliminazione delle
scorie (organo emuntori): pelle, polmoni,
fegato/intestino e reni. Quando un canale è ostruito,
danneggiato, intossicato o malato diventa incapace di
espletare il suo compito e gli altri tre canali vanno in
sofferenza.
Utile
Nelle ferite e nelle abrasioni, grazie alle sue
miracolose proprietà l’olio di ricino fa rimarginare
velocemente e completamente la pelle senza
lasciare cicatrici.
Essendo un potente antibatterico e antifungino è
l’ideale per esempio nelle micosi delle unghie. In
questo caso dopo aver fatto dei pediluvi con acqua
e sale (o sale inglese) per circa 15 minuti, bisogna
avvolgere le unghie interessate con un impacco di olio
di ricino da tenere per tutta la notte.
Servirebbe un intero libro per elencare tutte le
patologie in cui l’olio di ricino è veramente risolutivo
per non dire miracoloso: ferite infette, calcoli al
fegato e alla cistifellea, spasmi esofagei, problemi
di udito/perdita di udito, smettere di russare, ecc.
Gli effetti dell’olio che guarisce
Gli impacchi di olio di ricino applicati sull’addome (o
fegato) sono dovuti all’effetto diretto dell’olio sulla
funzione linfatica.
In particolar modo sul sistema di capillari linfatici
che giocano un ruolo fondamentale nell’assimilazione
degli alimenti da parte dell’intestino e la sua
preparazione al processo di nutrizione di tutti i
tessuti.
Le placche di Peyer rappresentano circa il 70% del
sistema immunitario e sono costituite da noduli
linfatici posizionati nell’intestino tenue
e vascolarizzati da un’estesa rete di capillari.
In tutto questo ci sono gli aspetti emozionali che di
fatto diventano fondamentali in tutte le esperienze di
guarigione. In qualche maniera le emozioni sono
collegate con le ghiandole endocrine le quali inviano
impulsi nervosi attraverso il corpo e
contemporaneamente producono ormoni in linea con il tipo
di emozione che deve venire generata.
Tali sostanze chimiche hanno potenti e diretti effetti
sul sistema nervoso autonomo e su varie altre funzioni
organiche vitali. Il risultato è all’origine di numerose
condizioni patologiche come ipertensione, ulcera dello
stomaco, malattie cardiache, ecc.
Una serie infinita di altre malattie che nascono da
quello che pensiamo e/o proviamo.
Le ghiandole endocrine svolgono il loro compito di
trasmissione e il corpo in risposta sviluppa una serie
di malattie fisiche come immagine a specchio del tipo di
pensieri che abbiamo generato.
Impacco di olio di ricino
Serve un panno di flanella o lana, una boule di acqua
calda, olio di ricino biologico estratto a freddo e un
asciugamano.
La procedura dell’impacco è semplicissima.
Piegare il panno fino alla dimensione adeguata alla zona
da trattare: l’addome e il fegato sono i due organi
maggiormente trattati con questa tecnica, anche perché
di solito sono i due organi più intossicati.
Scaldare per qualche minuto pochissimo olio di ricino in
una padella, poi passarci il panno sopra e sporcarlo di
olio.
Applicare (senza scottarsi) il panno sulla parte del
corpo che necessita il trattamento e appoggiare sopra la
boule di acqua calda. Avvolgere il tutto con un
asciugamano da bagno o una piccola coperta attorno al
tronco del corpo per impedire che entri aria.
L’impacco deve rimanere in loco per circa un’ora o più.
Il panno usato non deve essere buttato ma può essere
conservato in una busta di plastica e riutilizzato più
volte.
L’impacco si può fare da 3 a 7 volte alla settimana e
per dare maggior vigore alla pulizia del fegato prendere
un cucchiaio di olio d’oliva extravergine ogni giorno
alla fine del trattamento.
Olio di cocco
L’altro olio dalle caratteristiche
miracolose è quello di un'altra
palma, quella da cocco.
A differenza del ricino però il cocco si
può usare internamente.
Il cocco è un frutto molto ricco di
acidi grassi sani. La sua
composizione varia a seconda del tipo e
della lavorazione dell’olio.
Gli acidi grassi saturi a catena media
costituiscono circa il 90% dell’olio.
Quello che molti “esperti” ancora non
sanno (per ignoranza) o peggio
ancora, fanno finta di non sapere (per
malafede), è che gli acidi grassi saturi
del cocco sono a catena media (MCFA) e
quindi facilmente digeribili,
assorbibili e utilizzabili dal corpo.
Possono addirittura liberamente
attraversare la BEE, barriera
ematoencefalica in forma non legata ed
essere usati direttamente dal cervello
come fonte di energia.
Sono grassi completamente diversi da
quelli saturi di origine animale
perché in questi ultimi la catena è
lunga e quindi di difficile digestione.
Ma ancora oggi vengono messi nello
stesso piano tutti gli acidi grassi
saturi (animali e vegetali), creando
volutamente confusione. La cosa
sorprendente è invece che l’olio vergine
di cocco (non raffinato) è prontamente
disponibile, delizioso e completamente
naturale.
Le caratteristiche di questo olio hanno
dell’incredibile.
Anticancerogeno, antinfiammatorio,
anti-microbico, combatte le
infezioni (batteri, virus, lieviti,
funghi, parassiti e protozoi),
antiossidante (protegge contro la
formazione di radicali liberi e danni),
migliora l’assorbimento dei nutrienti
(rende le vitamine a base di grassi più
disponibili per il corpo, cioè la
vitamina A, D, E, K).
Dal punto di vista esterno protegge e
nutre la pelle, aiutandola a guarire da
tagli, abrasioni e ferite. Migliora e
promuove il processo di guarigione in
qualsiasi caso anche in presenza di
patologie (dermatosi,
desquamazione, psoriasi, ecc.)
Dal punto di vista interno l’olio di
cocco aiuta i processi di
assorbimento di minerali importanti come
calcio e magnesio, contribuendo ad un
migliore sviluppo di ossa e denti;
contrasta funghi e parassiti sempre più
diffusi tra la popolazione.
E’ stato dimostrato che l’olio di cocco
stimola il metabolismo, migliora la
funzione della tiroide e aumenta i
livelli di energia.
L’elenco dei disturbi e/o patologie in
cui questo olio ha dei
risultati eccezionali è lunghissimo:
reflusso gastrico, Alzheimer,
costipazione,
fibrosi cistica e infezione ai bronchi,
candida, colesterolo (migliora
il rapporto l’HDL /LDL), l’olio di cocco
è noto per ridurre le crisi
epilettiche, contro il cosiddetto
batterio helicobacter pyroli, protegge
le arterie dalle ferite che causano
l’aterosclerosi, per le emorroidi può
essere applicato esternamente o
internamente due volte al giorno,
regolarizza la funzionalità tiroidea, è
utile contro le infezioni del tratto
urinario, ecc. ecc.
In questa sede ci si riferisce all’olio
di cocco vergine (meglio
ancora extravergine anche se è difficile
da trovare) biologico e spremuto a
freddo mediante centrifugazione.
“L’olio vergine di cocco, biologico e
non raffinato, rientra nella
categoria dei prodotti ‘miracolosi’.
Basta prenderne un cucchiaio la mattina
e uno nel tardo pomeriggio, per 30
giorni consecutivi, ed ecco cosa
potrebbe succedervi: la pressione alta
diventa un problema del passato; i
disturbi circolatori si risolvono; gli
sbalzi d’umore svaniscono; la
depressione si attenua; la stipsi smette
di tormentarvi; i dolori artritici si
riducono o scompaiono; il cancro si
avvia alla remissione; il colesterolo
si normalizza; il reflusso
gastroesofageo e i bruciori di stomaco
diminuiscono o si risolvono.”.....Non
resta altro che provare…
Oltre agli oli vegetali, altri oli presentano notevoli proprietà
terapeutiche, fra i tanti ricordiamo quelli di derivazione animale:
Olio di fegato di Merluzzo tanto
caro ai nostri nonni; fare una cura di 15 giorni sarà molto utile in autunno, primavera e
nei casi di depressione, ansie, stress, ecc.; luso di 1 cucchiaino al mattino a
digiuno per i bimbi; per gli adulti la dose può essere aumentata fino ad 1cucchiaio.
Olio di Salmone
Unalimentazione
ricca di acidi grassi omega3 contribuisce a diminuire i livelli di colesterolo totale e di
trigliceridi presenti nel sangue e a favorire la naturale resistenza alle infiammazioni e
alle aggressioni da allergeni esterni. Lolio di salmone, è una delle fonti naturali
più ricche di acidi grassi omega3 (EPA e DHA).
Ottimi preparati a base di oli si trovano in commercio per lutilizzo al posto
degli shampoo per i capelli, gli attuali prodotti dell'industria bruciano e distruggono il
cuoio capelluto e di conseguenza i capelli, sostituiteli con questi nuovi prodotti a base
di oli detergenti.
Oli Essenziali:
COME FARE GLI
OLI ESSENZIALI IN CASA
L’estrazione
degli oli essenziali dalle piante
aromatiche, è di sicuro un processo
affascinante, di cui è necessario uno
studio approfondito delle piante ma
tranquillamente realizzabile anche tra
le proprie mura domestiche in estrema
semplicità.
QUELLO DI
CUI AVETE BISOGNO ?
- un
distillatore
- fornello a
gas o elettrico
- acqua
piante
aromatiche ad elevato contenuto di oli
essenziali (Menta, Lavanda, Timo,
Rosmarino, Santoreggia, Salvia, ecc..).
Non è
necessario avere un laboratorio chimico,
in quanto questo può funzionare sul
fornello della vostra cucina..nulla di
più facile che farsi una pastasciutta!
Naturalmente
bisogna avere a disposizione la materia
prima, ossia le piante da distillare:
bastano circa 2 kg di pianta fresca,
raccolta nel cosiddetto tempo balsamico,
periodo in cui la pianta raggiunge la
massima concentrazione di principi
attivi.
Nei
distillatori di piccole dimensioni basta
anche una piccola quantità di piante
aromatiche ed è quindi fondamentale che
queste abbiamo nelle loro cellule
vegetali un’alta concentrazione di
essenza, altrimenti non si riuscirebbe
ad estrarne neanche una goccia. Per
esempio distillando Lavanda o Lavandino,
Rosmarino, Timo, Salvia, Menta,
Santoreggia, Lippia ed Eucalipto, sarà
possibile ottenere fino a 10 ml di olio
essenziale, completamente prodotto da
voi!
Gli oli
essenziali vengono estratti per
distillazione in corrente di vapore,
tecnica che sfrutta il vapore prodotto
dalla bollitura dell’acqua che, passando
attraverso la pianta posta nel
distillatore, trascina con se le
molecole aromatiche contenute nelle
cellule vegetali. Queste molecole sono
molto leggere, di piccole dimensioni e
quindi facilmente vaporizzabili. Il
vapore acqueo e le molecole volatili
continuano il loro percorso passando
all’interno di un condensatore e
ritornando entrambi allo stato liquido.
Per loro
natura gli oli essenziali sono più
leggeri dell’acqua e quindi
galleggeranno sopra alla cosiddetta
acqua aromatica (il vapore ritornato
liquido nel quale sono disperse micro
gocce di olio essenziale che ne
conferiscono la profumazione tipica
della pianta distillata). I due liquidi
essendo immiscibili tra loro sono
facilmente separabili utilizzando un
semplice imbuto separatore.
I PRODOTTI
DELLA DISTILLAZIONE:
Olio
essenziale puro
Acqua
aromatica
L’acqua
aromatica, non è un prodotto “di scarto”
ma è il secondo prodotto della
distillazione di cui se ne può fare un
ampio utilizzo, dall’acqua per il ferro
da stiro, a tonico per detergere il viso
ma anche per innaffiare le nostre piante
con un’acqua potenziata di un’importante
potere antisettico.
Ricordiamo
che l’olio essenziale appena distillato,
non sempre ha un profumo piacevole,
perché necessita di un periodo di
maturazione (alcune settimane), in cui
deve essere lasciato riposare.
CONSERVAZIONE:
L’olio
essenziale prodotto è una sostanza molto
delicata che, può facilmente alterarsi e
irrancidirsi perdendo quindi il suo
naturale profumo e sviluppare sostanze
che possono anche essere dannose; perciò
è importante conservarli in delle
boccette di vetro scuro lontano dalla
luce diretta e da fonti di calore.
Come ben
sappiamo l’uso degli oli essenziali
avviene per gocce; il loro uso, infatti,
dev’ essere limitato a piccole quantità
essendo queste sostanze altamente
concentrare e ricche di molecole attive,
molte delle quali possono anche avere
degli effetti tossici.
“Distillare
è imitare il sole, che evapora le acque
della terra e le rinvia in pioggia” - By
Nicoletta Iulia Brusciani
Gli antibiotici di domani
esistono già e sono naturali
!
Questi sono oli essenziali.
Niente è più denso e concentrato di
queste piccole "bombe terapeutiche".
Questi "farmaci", anzi rimedi
naturali, funzionano molto bene in quasi
ogni area di salute e malattia e possono
sostituire la maggior parte delle
compresse chimiche:
• Gli oli essenziali di lavanda,
maggiorana, geranio, mandarino e
cardamomo sono più efficaci dei
sonniferi chimici;
• L'olio essenziale di cannella
proveniente dalla Cina (il cui
componente principale è la Cinnamomum
Cassie) provoca la caduta
dell'influenza, che uccide migliaia di
persone ogni anno;
• L'olio essenziale ravintsara è il
più potente antivirale naturale che può
distruggere batteri come Listeria,
Salmonella, Staphylococcus aureus,
Pseudomonas aeruginose Clostridium
difficile e Escherichia coli;
• L'olio essenziale di Tea Tree (Metaleuca
alternifolia) ha aperto prospettive
promettenti perché consente di superare
lo stafilococco aureo.
Dagli anni '70, ricerche e vari studi
hanno continuato a mostrare le loro
virtù terapeutiche ...
Tuttavia, li usiamo da molto più a
lungo ...Stanno già guarendo con ... da
5.500 anni !
La fito-aromaterapia è la più antica
terapia del pianeta, essa e' esistita da
quando le persone usavano le piante
medicinali per guarire, prima con il
timo, poi con il dragoncello, il
basilico o la menta.
In India, un paese caratterizzato da
una colossale biodiversità vegetale, le
piante sono sempre state al centro della
medicina. Testi in sanscrito risalenti a
diversi millenni elencano queste piante
aromatiche e le loro diverse proprietà
medicinali.
La stessa ammirazione per le piante
aromatiche è stata osservata in Cina. È
lì che più di 3.500 anni prima della
nostra era, il più antico trattato di
fitoterapia. È lo stesso trattato che ha
definito le nostre attuali farmacopee!
Da quel momento, gli olii essenziali e
il potere delle piante non hanno mai
smesso di conquistare le menti di molte
civiltà nel mondo come la Grecia,
l'Egitto, il Medio Oriente o gli
aborigeni dell'Australia.Inizia a
sostituirli oggi (5 applicazioni
dirette)La ricchezza di oli essenziali
consente a questa medicina naturale di
trattare e prevenire qualsiasi tipo di
disturbo.
Ecco 5 modi per goderselo oggi:
1. problemi di traffico → oli
essenziali può agire sulla parete del
vaso, per cui la circolazione del sangue
e, pertanto, sulla regolazione della
pressione sanguigna: ci si siede su
albero artemisia, cipresso, ginepro,
elicriso, patchouli, rosmarino, sandalo.
2. Disturbi digestivi → Gli oli
essenziali possono regolare la
secrezione delle ghiandole digestive e
il corretto funzionamento della
peristalsi (motilità intestinale) e di
ridurre la fermentazione e gonfiore:
basilico, coriandolo, dragoncello,
melissa, menta.
3. Disturbi di ghiandole endocrine →
Queste ghiandole sono molto sensibili
all'azione degli oli essenziali,
probabilmente con la loro azione sui
centri superiori del cervello e
ipotalamo: carota, eucalipto citriodora,
elicriso, lentisco, menta, pino, salati.
4. Disturbi della libido → L'olio
essenziale di ylang-ylang suscita
libido. Le donne delle isole dei profumi
lo sanno e continuano a permeare i loro
capelli con il fiore ylang-ylang
macerato nell'olio di cocco. In
Indonesia, si sviluppa sul letto degli
sposi. Anche in questo caso
l'aromaterapia è un vantaggio: a
differenza di un noto afrodisiaco
sintetico, l'ylang-ylang porta sulla sua
scia serenità e armonia.
5. disturbi psichici → a seconda del
terreno, gli oli essenziali agiscono per
regolare l'umore a seguito di un
processo complesso: migliorare
l'equilibrio di equilibrio della flora
intestinale, nervoso e ormonale: limone,
geranio, lavanda, maggiorana , arancia,
mandarino, verbena, ylang-ylang.
Per sostituire i vari analgesici e
analgesici, puoi anche utilizzare gli
oli essenziali:
Betulla gialla, Camomilla, Incenso
Wintergreen, chiodi di garofano,
Lavanda, Menta (mentolo).
Puoi applicarli come oncie locali
sulle articolazioni, i denti, la fronte,
le tempie o anche il collo.
Questi oli sono davvero l'essenza
della medicina naturale.
Lo sapevate, ad esempio, che gli oli
essenziali di wintergreen e la betulla
gialla contengono il 95% di metil
salicilato, il principale principio
attivo trovato nell'aspirina ?
Ma non è tutto: gli oli essenziali
danno speranza anche in caso di malattie
molto gravi.
Anche nei casi più disperati (morbo di
Alzheimer)
Se c'è un sintomo che si trova in
quasi tutti i pazienti con la malattia
di Alzheimer, è un senso dell'olfatto
disturbato.
E in effetti, uno dei modi più
semplici ed efficaci per applicare gli
oli essenziali è quello di inalarli. Le
vie respiratorie sono in grado di
distribuire i principi attivi degli oli
essenziali direttamente nel flusso
sanguigno. In questo modo, la lavanda ha
dimostrato che può calmare
l'aggressività e l'agitazione nelle
persone con l'Alzheimer.
Allo stesso modo, la piccola pervinca
contiene una molecola, la vinpocetina,
nota per i suoi effetti benefici sul
cervello. Al contrario, la maggior parte
dei farmaci fabbricati come parte del
morbo di Alzheimer si sono dimostrati
inefficaci.
Tanto che i laboratori di ricerca
hanno interrotto la ricerca nel contesto
di questa malattia. È fondamentale
capire che, in primo luogo, le sostanze
chimiche sono sostanze morte, che sono
pericolose e disturbano i sistemi
metabolici del corpo.
Dopo tutto, non "antibiotico"
significa anti-vita ? Con la loro
presenza, il suolo, le piante, gli
animali e l'uomo sono inquinati e
devitalizzati. Al contrario, gli oli
essenziali sono prodotti naturali che
ripristinano il suolo e promuovono una
profonda rivitalizzazione del corpo.
Sono chiamati "biotici", cioè
partecipano alla vita.
Per un'efficienza ottimale, gli oli
essenziali possono essere applicati
direttamente ai punti energetici
indicati dall'agopuntura.
un esempio di utilizzo per malattie
Gravi da Vaccino
Elenco degli oli essenziali
raccomandati per l'Autismo e
ADHD
1. Olio di incenso Conosciuto
anche come olibano, l'olio di
incenso è ricavato dalla resina
dell'albero Boswellia carterri o
Boswellia sacara che cresce in
Somalia. Ha proprietà
antibatteriche, antitumorali e
antivirali che possono aiutare nel
recupero da infezioni respiratorie,
indigestione, artrite e dolori
articolari. La ricerca ha dimostrato
che può anche aiutare a rafforzare
il sistema immunitario. Per i
bambini con autismo o ADHD, i
benefici dell'olio di incenso
includono l'aiuto a rimanere
concentrati. E' anche noto per
contribuire a ridurre le reazioni di
stress e le emozioni negative.
2. Olio di vetiver L'olio di
vetiver si ottiene dalla
distillazione a vapore delle radici
della pianta di vetiver (Chrysopogon
zizanioides), un'erba perenne
originaria dell'India. Ha proprietà
antisettiche e antispasmodiche che
favoriscono la guarigione di ferite
e cicatrici e forniscono sollievo
dall'infiammazione. Nel 2001, uno
studio condotto dal Dr. Terry
Friedman ha rivelato che l'olio
essenziale di vetiver giova ai
bambini con ADHD. Le proprietà
rilassanti e calmanti dell'olio
aiutano i bambini a combattere i
sintomi dell'ADHD e dell'ADD, come
la difficoltà di concentrazione, la
distrazione e l'impazienza.
3. Olio di sandalo Conosciuto per
il suo odore legnoso e dolce, l'olio
di sandalo deriva dalle radici
mature dell'albero di sandalo
attraverso la distillazione a
vapore. Più l'albero è maturo, più
potente sarebbe l'olio essenziale
estratto. Uno dei principali
benefici dell'olio di sandalo è che
aiuta la chiarezza mentale,
specialmente se usato con un
diffusore. Ha anche un effetto
rilassante e calmante che può essere
efficace per i bambini con disturbi
dello spettro autistico. Oltre a
questo, il legno di sandalo può
avere proprietà antinfiammatorie,
antinvecchiamento e antivirali.
4. Olio di legno di cedro Come
gli oli essenziali di sandalo e
vetiver, l'olio di cedro viene
estratto da pezzi di legno di cedro
distillati a vapore. I componenti
principali di questo olio essenziale
includono alfa-cedrene,
beta-cedrene, cedro, widdrol e
tujopsene. Può essere utilizzato per
il trattamento di eczema, perdita di
capelli, cuoio capelluto secco, e
l'infiammazione delle articolazioni
e dei tessuti. L'olio essenziale
di legno di cedro può anche aiutare
i bambini con autismo e ADHD. Ha
proprietà calmanti e rilassanti. Il
suo profumo favorisce il rilascio di
serotonina, che viene poi convertita
in melatonina nel cervello. Questo
può aiutare i bambini a godersi un
sonno tranquillo e rigenerante.
5. Olio di lavanda Nel corso dei
secoli, l'olio di lavanda è stato
usato da diverse civiltà per le sue
proprietà medicinali. Per esempio,
gli Egiziani lo usavano per la
mummificazione, mentre i Romani lo
usavano per fare il bagno e
cucinare. Forse l'uso più famoso di
tutti è quando Maria Maddalena lo
usava per ungere Gesù. Ci sono
molti benefici dell'olio di lavanda.
Per cominciare, ha antiossidanti che
proteggono il corpo dalle malattie.
Aiuta anche a guarire le ustioni e
le ferite, allevia il mal di testa,
e può essere utile nel trattamento
del diabete. Ha un effetto calmante
sui bambini sullo spettro
dell'autismo e può aiutare a
migliorare la qualità del sonno e
ridurre l'ansia e lo stress emotivo.
6. Olio di mandarino L'olio
essenziale di mandarino è stato
usato nella medicina tradizionale
cinese per migliaia di anni.
Conosciuto per essere il più dolce e
più calmante di tutti gli oli
essenziali di agrumi, è molto mite e
contiene molte proprietà curative.
L'olio di mandarino può trattare
l'acne, ridurre l'insonnia e gestire
problemi intestinali come la
sindrome dell'intestino che perde. E
grazie alle sue proprietà
antimicrobiche e antitumorali, può
anche aiutare nel trattamento di
alcuni tipi di cancro. E
'particolarmente utile per i bambini
perché molti bambini sono
appassionati del suo profumo di
agrumi. Può anche aiutare a ridurre
i livelli di ansia.
7. Olio di menta piperita La
menta piperita è forse uno degli oli
essenziali più versatili al mondo. È
perfetta per i bambini con autismo e
ADHD perché dà una sensazione di
freschezza e ha un effetto calmante
sul corpo. E 'noto anche per
contribuire a migliorare la messa a
fuoco mentale. L'olio essenziale
di menta piperita ha anche proprietà
antimicrobiche che aiutano a
rinfrescare l'alito cattivo e a
guarire i problemi digestivi. Può
anche aiutare ad alleviare il mal di
testa, a liberare le vie
respiratorie e a lenire i muscoli
tesi e stanchi.
8. Olio di Ylang Ylang Ylang
L'olio essenziale di ylang ylang
ylang proviene dai petali dei fiori
del grande albero di ylang ylang
ylang (Cananga odorata), che si
trova spesso nei paesi tropicali.
Questo olio essenziale è molto
popolare per il suo profumo dolce e
floreale. Infatti, è uno degli
ingredienti chiave di Chanel No. 5.
L'olio di ylang ylang ha efficaci
proprietà sedative, antisettiche,
antispasmodiche e antidepressive. Ha
un effetto positivo sulle emozioni
umane e può aiutare ad aumentare il
flusso sanguigno verso alcune parti
del corpo. Può alleviare
l'infiammazione e aiutare la
funzione del sistema cardiovascolare
e digestivo.
9. Olio di Bergamotto L'olio
essenziale di bergamotto si ottiene
dalla buccia del frutto della pianta
di bergamotto per compressione a
freddo. Viene spesso usato per
ridurre il dolore causato da mal di
testa e tensione muscolare. Ha
proprietà antibatteriche che possono
aiutare a guarire le ferite e
ridurre al minimo i segni sulla
pelle. Conosciuto come un ottimo
stimolatore dell'umore, il
bergamotto può essere un grande olio
essenziale per l'autismo. Aiuta a
creare una sensazione di gioia,
freschezza ed energia migliorando la
circolazione del sangue. L'olio di
bergamotto funziona anche come
rilassante in quanto ha un effetto
calmante e può ridurre le sensazioni
di stress e ansia.
10. Olio di Camomilla Per quasi
5.000 anni, la camomilla è stata
usata per trattare vari disturbi.
Sia sotto forma di tè che di olio,
questa versatile erba medicinale è
ricca di antiossidanti contro le
malattie come i terpenoidi e i
flavonoidi.
L'olio essenziale di camomilla è uno
dei migliori quando si tratta di
combattere lo stress e l'ansia.
Secondo uno studio pubblicato su
Alternative Therapies in Health and
Medicine and Pharmacognosy Review,
l'inalazione di camomilla favorisce
il rilassamento. L'olio di camomilla
ha anche forti capacità
antinfiammatorie e antidolorifiche e
può aiutare ad alleviare la
congestione, rafforzare il cuore,
migliorare la digestione e persino
combattere il cancro. Tratto da:
autismparentingmagazine.com
11. Olio di Ricino
Quest'olio è ottimo per la
ricrescita e addensare i capelli, le
ciglia e le sopracciglia e il
benessere della pelle.
L'olio di ricino è spesso trascurato
per i suoi benefici per la pelle e i
capelli a causa della sua
consistenza estremamente spessa e
appiccicosa. Tuttavia, se state
cercando un rimedio economico e
naturale per diversi disturbi della
pelle e dei capelli, allora l'olio
di ricino vale sicuramente la pena.
OLIGOELEMENTI vedi
Minerali
OLMO (Ulmus Fulva)
Olma, Elber
E' un albero che può
raggiungere i 20-30 metri di altezza, con chioma densa e
irregolare, tronco diritto molto ramificato, soprattutto
in alto. Il tronco, che supera facilmente il metro di
diametro, ha raggiunto in esemplari secolari, come
quello vissuto in Francia dal 1200 fino al secolo
scorso, i 9 metri. Alla base del tronco spesso ci sono
dei
polloni. La
corteccia, di colore grigio-bruno, è molto
suberificata
e screpolata
verticalmente. I rami giovani sono coperti da peli che
perdono già nel secondo anno di vita diventando suberosi.
E' un albero molto longevo, infatti può superare i 600
anni di vita.
Ottimo per rimuovere il muco dallorganismo (stomaco, intestino, polmoni).
OLIVA
(Olea Europaea Oleacee) Foglie e
frutto - vedi:
Olivenol
L'oliva (o uliva) è il frutto a drupa dell'olivo
-
Le foglie per gli infusi, l'olio per le ustioni, il frutto per alimento anche
curativo.
L'oliva assunta come frutto, serve per migliorare
e/o eliminare l'eccesso di sudorazione: Da 20 fino a 40
olive mature al giorno, il sudore si riduce moltissimo e
si elimina anche il cattivo odore del sudore.Stimolante
di reni e fegato, pancreas, intestino ecc., ricca di
omega 3 omega 6
L'importanza prevalente delle olive è certamente legata
alla produzione dell'olio di oliva, impiegato dall'uomo
fin dall'antichità a scopo alimentare. Le olive vengono
anche consumate come alimento a sé, conservate sott'olio
o in salamoia. Sono un frutto molto ricco di grassi
vegetali e di sale e per queste ragioni non sono adatte
a chi segue un regime dietetico dimagrante e agli
ipertesi.
Vi sono circa 500 varieta’ di olive, ma in Italia
le varietà più diffuse e apprezzate dai consumatori sono
le olive Taggiasche (Liguria), le olive di Cerignola
(Puglia) e le olive Coratine (Puglia).
Olive Taggiasche: possono essere consumate intere
e/o conservate in salamoia; sono di piccole dimensioni
ma molto saporite e sono un prodotto la cui lavorazione
è effettuata utilizzando tecniche tradizionali molto
antiche. Con queste olive viene anche prodotta una salsa
molto appetitosa, il paté d'olive.
Olive di Cerignola: dette anche Belle di
Cerignola, sono diffuse soprattutto nella zona
meridionale della provincia di Foggia. La coltivazione
di queste olive dovrebbe essere stata introdotta attorno
al 1400 dalla Spagna. Possono essere sia verdi sia nere
e hanno una polpa molto consistente; il peso del singolo
frutto varia dagli 11 ai 18 grammi.
Olive Coratine: prendono il loro nome dal comune
di Corato (Bari), ma la loro origine, molto antica, è
sconosciuta. Sono coltivate nelle province di Bari e
Foggia ma anche in altre zone fuori della Puglia. Queste
olive sono particolarmente ricche di sostanze
antiossidanti (i polifenoli).
Sono allungate, leggermente asimmetriche e arrivano a
pesare attorno ai 4 grammi.
Come inserirle nella dieta - In modo molto semplice:
scegliendo quelle ipocaloriche. A seconda della varietà
e del modo di conservazione, il contenuto calorico delle
olive in commercio è molto variabile: si va dalle 150
kcal alle 300 kcal/100 g.
Non resta che leggere l'etichetta nutrizionale del
prodotto e scegliere quelle meno caloriche.
Contiene: Magnesio, fosforo, calcio, ferro, rame, zolfo, potassio, cloro,
manganese; vitamine A, C, ecc.
Proprietà: Lassative, diuretiche e nutrienti. Utile in: Stipsi, insufficienza
epatica, anemia, ascessi, foruncoli, eczemi, dermatosi, screpolature, algie
diverse, rachitismo, piorrea, caduta dei capelli.
Regolatore della pressione renale, da arteriosclerosi e da menopausa; buon
ipotensivo. Discreto diuretico, abbassa il tono degli acidi urici nel sangue.
Stimolante della secrezione biliare ed ha un’azione anti tossica.
Utile nelle coliche renali ed in quelle epatiche. Contro la stitichezza e nelle
affezioni dell’intestino e dello stomaco.
Foglie: vanno
raccolte
in primavera e solo quelle nuove che sono ottime per la preparazione di tisane e
decotti per ridurre la pressione arteriosa e il tasso glicemico del sangue.
Utili per diabetici e chi soffre di angina.
Le foglie di olivo hanno 5 molecole acquose di
vitale importanza che le olive non hanno:
Oleuropeina, Acido Elenolico, Rutina, Idrossitirosolo,
Tirosolo.
Foglie e scorza, hanno proprietà
astringenti, conferiscono elasticità ai tessuti e favoriscono la coagulazione
del sangue.
Frutti:
Aristeo, figlio di Apollo e della ninfa Cirene, riferiscono Virgilio (Georgiche, libro IV) e Poliziano
(Orfeo, libro I), ha tramandato l’arte dell’apicoltura, quella di fare il
formaggio e l’olio.
“Le olive fresche vengono ridotte in
poltiglia mediante molazze verticali a rullo; successivamente la poltiglia,
posta in gabbie di fibre vegetali, è spremuta sotto torchi. Da una prima
spremitura moderata si ottiene la qualità più fine di olio (olio vergine); i
residui vengono sottoposti ad una seconda pressione più forte.
Ciò che rimane si chiama sansa e contiene
ancora l’8 -10% di olio che si estrae mediante solventi”.
“Da una stessa oliva, si ricavano succhi diversi, il primo dei quali è
fornito dall’oliva verde quando ancora non è iniziato il processo di
maturazione: questo è l’olio dal sapore più gradevole; ed ancora di quest’
olio la prima spremitura è la più fine. Quanto più l’oliva è matura
-continua il Maestro latino - tanto più il succo è denso e meno piacevole al
gusto”.
Anticamente esisteva una regola che ancora oggi, viene rispettata: “l’oliva
non va strappata ma raccolta e l’albero non va percosso” - “le olive ad
essere raccolte per prima, a partire dall’autunno”, per difetto di
coltivazione e non della natura sono la poesia, la più ricca di polpa, poi
l’orchite, la più fornita d’olio, infine il radio.
I popoli antichi ritenevano l’olio di oliva sacro per le proprietà nelle più
svariate applicazioni: come alimento, medicamento, fonte di luce, ungevano anche
le fiancate delle navi perché riduceva l’impatto delle onde. Veniva
utilizzato anche come merce di scambio.
Ippocrate di Cos, medico greco nato
a Cos nel 460 circa, morto a Larissa nel 337 a.C. ha tramandato il suo
insegnamento in Corpus Hippocratium
(72 libri che sono stati considerati
trattati fondamentali per le scuole di medicina), consigliava l’olio
per curare i malati di mente e suggeriva impacchi di olive come terapia delle
ulcere. Un cucchiaio di olio di oliva è purgativo, sbattuto e frizionato sulla
testa fa acquistare lucentezza ai capelli e rinforza il cuoio capelluto; oppure
viene utilizzato per estrarre le spine entrate nella pelle.
E’ riconosciuto come olio diuretico, ma è utilissimo anche nei casi di
ipertensione e palpitazioni cardiache. Agisce sul cuore e può essere utilizzato
anche come calmante e sedativo.
In laboratori scientifici è stata dimostrata la sua valida azione sul
colesterolo. In medicina naturale a
dosi adatte, è indicato per: ipertensioni, malattie cardiovascolari, diabete,
disturbi della micro-circolazione. Si consiglia l’olio d’oliva anche nella
dieta della prima infanzia per il contenuto di acido linaleico, Nella dieta
dimagrante e/o disintossicante aiuta l’organismo ad eliminare i depositi di
grasso in eccesso a carico dei reni e del fegato.
Le foglie vengono utilizzate nella cura
delle infezioni ginecologiche e a tale scopo si lasciano macerare per otto
giorni. Le capsule di foglie d’olivo abbassano il colesterolo cattivo (LDL) e
aumentano il colesterolo buono (HDL). La loro utilizzazione permette di
prevenire l’aterosclerosi e relative complicazioni; 2 o 3 capsule mattina e
sera in cure prolungate, con un gran bicchiere d’acqua prima dei pasti.
L'olivo è davvero anche
pianta medicinale in quanto già l'olio di oliva ha
dimostrato di contribuire a ridurre i valori della
pressione arteriosa, di svolgere un'attività anti
infiammatoria sinergica agli omega 3 dell'olio di pesce,
nel ridurre i sintomi della artrite reumatoide ed i suoi
polifenoli hanno mostrato un'interessante attviità
antimicrobica contro certi batteri che possono
colonizzare il piloro.
Le ultime scoperte sull'olivo riguardano l'acido
maslinico, il quale avrebbe il potere di bloccare ed
inibire il Cancro
al colon.
Roberto Crea,
biochimico di fama, ha inventato l'insulina sintetica, è
nato a Gallico in Calabria, lavora negli Stati Uniti,
dove ha fatto parte del team della Genetech. Da diversi
anni possiede un'azienda vitivinicola in California, la
Redwood.
Dopo aver conosciuto le prime sperimentazioni di
produzione d'olio da olive snocciolate, si mette al
lavoro e dopo qualche anno di studio è convinto che
l'olio snocciolato è superiore e che la parte acquosa
della spremitura può essere altrettanto benefica.
Sentiamo le sue dichiarazioni.
"Non è vero che per la qualità
dell'olio le olive debbano essere
frante con i semi.
Non è solo un mio parere, anche gli antichi greci e
romani frangevano con una macchina che non frantumava
il seme.
Oggi sappiamo, grazie a una serie di ricerche
scientifiche, che ci sono due componenti nocive e
deleterie per la qualità dell'olio provenienti dai semi.
Nel processo tradizionale, polpa e seme vengono
schiacciati assieme e messi in vasche per un'ora, un'ora
e mezzo: il prodotto è acido e amaro mentre quello della
spremitura della sola polpa è più dolce e stabile. Il
gusto amaro non piace a tutti, tant'è vero che in Europa
ci sono multinazionali che addolciscono l'olio.
Eliminando il nocciolo
si ottiene un olio di qualità superiore a basso
tasso di acidità, pregiatissimo.
Tutti gli oli che la nostra società, la CreAgri, ha
prodotto nelle ultime annate ha un'acidità che va da
0,05 a 0,15 , un valore insolito. Per questo abbiamo
richiesto per il nostro prodotto la denominazione di
"olio integrale". Il nostro olio viene anche
imbottigliato subito, senza aspettare i soliti tre,
quattro mesi per far separare la pane acquosa".
Altra scoperta:
"L'acqua delle olive ci interessa molto. Studi recenti
dimostrano l'attività antiossidante dell'acqua di
vegetazione delle olive nei confronti dei radicali
liberi che sono implicati in tutta una serie di
malattie, da quelle cardiovascolari, ai tumori,
all'invecchiamento. Si è scoperto che queste sostanze
antiossidanti come il polifenolo sono presenti in misura
molto maggiore nelle acque che nell'olio stesso. Gli
sviluppi sono tanti: l'acqua si potrebbe usare come
antibatterico per il cibo ed evitare l'utilizzo di
antibiotici e conservanti, così come si potrebbero
produrre farmaci contro l'invecchiamento, il cancro
della pelle, il danno dei raggi solari".
Tratto da: supremooil.com
PER una MIGLIOR SALUTE e LONGEVITA' usare, l'OLIO
EXTRAVERGINE, SEMPRE e SOLO proveniente dalla
spremitura a freddo di OLIVE MATURE e POLPA VIOLA !
MAI quello proveniente da olive verdi (OLIO VERDE) per
le sostanze insaponificabili che, sono in eccesso
nell'olio verde e super carente di polifenoli antociani,
oltre a maggior acidità.
vedi: Olio di
oliva nella Dieta Mediterranea.pdf
vedi anche: Olive ed Olio
benefico
ORIGANO (Origanum
Vulgare L.) Sommità fiorite
Proprietà: Aperitive, Digestive, tonico, stomachiche, carminative, espettoranti, antisettico.
Utile in: Inappetenza, atonia gastrica, aerofagia, bronchiti, tosse, asma,
stimolante del sistema nervoso, utile nelle flatulenze, inappetenze, anemia, stanchezza
fisica; regolarizza e favorisce le mestruazioni. Rende i cibi più indigesti perché
aumenta la funzione gastrica.
Si e' scoperto che l'olio estratto dal comune origano
che usiamo in cucina riduce le infezioni provocate dai
batteri con la stessa efficacia degli antibiotici più
usati - e' anche un potente funghicida !
Si e' sperimentato sia l'olio estratto che i componenti prevalenti di questo.
L'esperimento e' stato fatto in culture cellulari ed in animali contro ceppi del
batterio Staphylococcus.
La ricerca e' stata eseguita paragonando i risultati con quelli ottenuti con
antibiotici quali streptomicina, penicillina e vancomicina.
Anche a basse dosi l'olio di origano e' efficiente come gli antibiotici.
Nei topi si e' inoltre visto che l'origano e' piu' efficace dei vari antibiotici
presi separatamente, suggerendo che questo contenga piu' componenti
antibatteriche.
Questi risultati preliminari esposti ad un congresso americano (Meeting of the
American College of Nutrition Ottobre 2001) hanno destato molto interesse.
Drug
discovery today n.24,Dicembre 2001
- timo e
origano in oli essenziali: sono tra gli oli più
potenti e più ad ampio spettro d'azione (con azione
antibatterica, antimicotica, antivirale,
antiparassitaria).
Il loro uso in microdose non ha mai dato alcun tipo di
effetto secondario né sgradevole (ovviamente se un
soggetto è allergico a una sostanza, lo sarà anche alla
forma in microdose).
Timo e origano danno ottimi risultati nella cura di
vaginiti micotiche, affezioni alle vie respiratorie
alte, tosse,
raffreddore, sinusiti,
parassitosi,
candida,
meteorismo e sindromi fermentative del colon.
Uso esterno: Cellulite, reumatismi, infiammazioni alla pelle.
ORTICA (Urtica
dioitica L.) Pianta
Unghie e capelli belli e sani con l'Ortica
E' una pianta usata da oltre due millenni nel
trattamento del cuoio capelluto. E' una vera miniera di
sostanze attive come minerali, composti azotati, sali,
acido formico, ecc. Ha azione antiseborroica,
antiandrogenica, antiforfora, rigenerante.
La parte aerea del fusto e delle foglie di ortica
racchiude numerose vitamine (gruppo B, A, C, E),
minerali
(magnesio, ferro, silicio) e oligoelementi (rame, zinco,
ecc.), che la rendono utilissima per il trattamento
delle unghie fragili
e dei capelli deboli e con doppie punte.
L'ortica fa molto bene: viene utilizzata contro
l'anemia, come tonico, contro i reumatismi, per il
benessere della pelle e dei capelli.
Migliore degli spinaci è un ottimo depuratore del sangue, disintossica il fegato,
utile per i diabetici, diuretica favorisce leliminazione degli acidi urici, stimola
la secrezione pancreatica, utile nella gotta, nei reumatismi, artrite e nella renella.
Ortica
reale: (Galeopsis Dubia Leers), indicata nella cura dei catarri
bronchiali (25gr. in 1 lt. di acqua, 1-2 tazze al di) decongestiona i
bronchi ed allevia la tosse.
Infuso: 50 gr.
di foglie fresche in un litro di acqua bollente per 10
minuti In genere viene consigliato di venderne 1 litro
al dì.
Decotto con erba fresca: 30 g di ortica fresca in mezzo
litro d’acqua fredda,, bollire per 10 minuti, filtrare e
bere caldo o freddo.
Azione antianemica lieve ed ipoglicemizzante,
antidiabetico,
astringente, depurativo,diuretico, emostatico,
anticolesterolo.
Utile
in: artrite, reumatismi,
enteriti,
epatopatie, catarro e muco, insufficienza cardiaca,
stanchezza, renella,
emorroidi, sciatica, tendiniti, bruciature, distorsioni. Fortifica la crescita e lorganismo. Tonico nei convalescenti, vecchi e negli
anemici. Utile in tutte le affezioni cutanee.
Obesità: 3 tazze al
giorno di infuso o 4 cucchiaini al giorno di tintura,
polvere d’ortica spolverizzata sui cibi.
Stress fisico e psichico: decotto d’ortica fresca 3
tazze al giorno, un bicchiere di succo a digiuno tutte
le mattine.
L’ortica è assolutamente ideale per le “grandi pulizie
del corpo” quelle primaverili.
Scioglie i depositi, riduce l’iperacidificazione,
elimina dal corpo i prodotti inutili del metabolismo,
pulisce l’intestino, attiva le difese immunitarie,
pulisce a fondo i reni e lava via tutto l'organismo.
ORZO (Hordeum
vulgare L.) Originario del Medio ed Estremo Oriente.
Ippocrate, grande medico greco fondatore della
scuola di Cos, consiglia di utilizzarlo per i decotti,
poiché l’orzo risulta essere energetico e ben
digeribile, oltre a non presentare particolari
controindicazioni.
Plinio il Vecchio ci racconta come i gladiatori
venissero definiti "hordearii" proprio per l'abitudine
di mangiare orzo, pianta particolarmente energetica e
consumata allora principalmente sottoforma di zuppa. In
seguito anche i cristiani utilizzeranno a dosi massicce
l'orzo per la produzione del pane, pane che oggi si
consuma in quantità elevate soltanto in alcune località
dell'Himalaya.
Contiene: acqua 13%, proteine 9,5%,
amido di granuli lenticolari, zuccheri 71,5%, grassi 1,5%, cellulosa 3%, maltina, ordeina,
ceneri 1,8%, calcio, magnesio, potassio, sodio, ferro, oligo elementi come il rame,
manganese, zinco, fosforo e zolfo; nella sua crusca si trova anche il fluoro, Vitamina B1,
B6, C, E, acido pantotenico e folico, colina, inositolo.
Molto utile per i bambini la pappa di orzo ed avena.
Proprietà: Emoliente e leggero lassativo, rinfrescante dello stomaco e
dellintestino, aiuta nella peristalsi intestinale, tonico nervino e cardiaco,
ricostituente, digestivo, rinfrescante, antidiarroico;
Utile in: affezioni polmonari, epatismo, enteriti, diarree, dissenterie, forme
tifoidee, malattie infiammatorie alle vie urinarie, ipotensione, stati febbrili.
Il malto di orzo (da 1 a 5 cucchiai al dì) è utile nei disturbi cronici acuti e
cronici, dellapparato digerente e per quelli dei celiaci ed in alcune forme di
anemia, diabete, foruncolosi. Lestratto di malto, calma i nervi; il decotto di orzo
rimuove in 2 ore il catarro degli anziani. Lacqua della bollitura dellorzo
(tisana) con miele è utile nella stitichezza anche dei bambini. Si possono fare anche dei
gargarismi e dei cataplasmi di orzo decorticato sfarinato per le affezioni alle vie
respiratorie.
L'Orzo e' un calmante e rinfrescante delle infiammazioni intestinali; scioglie i depositi di
feci nelle anse intestinali, e quelli dei grassi animali. Per questi fatti
tonifica l’organismo in generale. Molto utile per depurare il tubo digerente.
Tostare a secco per i minuti necessari per ottenere un delicato aroma di
tostatura. Alla fine versare 1 litro di acqua bollente, bollire per 10 minuti a
fuoco basso, coperto. Filtrare e bere, come
si vuole, durante la giornata. E’ possibile
fare lo stesso decotto con l’orzo ed ottenere gli stessi risultati.
QUERCIA (Quercus
robur) Pianta e foglie
Azione emostatica forte, astringenti (tannino), ottimo febbrifugo, tonico nei casi
di anemia ed astenia, anticolitico, utile nel rachitismo infantile.
Gli estratti di corteccia di quercia vengono
largamente usati per il loro potere decongestionante
nelle varici emorroidarie
Decotto di corteccia da applicare sui vasi emorroidari o
con garze in caso di epistassi: perdita di sangue dal
naso.
PADMA BASIC
Antica ricetta per un COMPOSTO di erbe della
MEDICINA TIBETANA per circolazione ed
immunodeficienza
Questo prodotto, molto conosciuto e
largamente utilizzato negli Stati Uniti, si
è rivelato estremamente utile anche per
regolare il sistema immunitario, aiutando a
prevenire anche l’insorgere di malattie
molto gravi come l’epatite cronica attiva,
le infezioni recidivanti dell’apparato
respiratorio (specialmente quelle
infantili), la miocardite, le patologie
delle coronarie (come l’angina pectoris), il
restringimento delle arterie negli arti.
Svolgerebbe un sensibile effetto
rivitalizzante sui fagociti, le cellule
divoratrici addette alla pulizia del sangue
e delle pareti arteriose.
Ingredienti: Saussurea costus radix,
Cetraria islandica thallus, Antelaea
azadirachta fructus, Elettaria cardamomum
fructus, Terminalia chebula fructus,
Pterocarpus santalinus lignum, Pimenta
dioica fructus , Aegle marmelos radix,
Glycyrrhiza glabra radix, Plantago
lanceolata herba, Polygonum aviculare herba,
Potentilla anserina herba, Syzygium
aromaticum flos, Hedychium spicatum,
Valeriana officinalis radix, Lactuca sativa
folium, Calendula officinalis capitulum.
Iindicazioni:Obliterazione arteriosa
periferica, Disturbi circolatori, Debolezza
del sistema immunitario, Arteriosclerosi,
Dolori acuti alle gambe, Insorgenza di
ulcerazioni, Epatite cronica attiva,
Restringimento delle arterie negli arti.
PANE
INTEGRALE
.
Esso apporta un contributo di fibre, minerali e
vitamine superiore a quella del pane bianco: possiamo
dunque affermare che il pane integrale è il pane
migliore dal punto di vista nutrizionale.
Si può dire, invece,
che il pane integrale è un alimento pressoché completo.
Nel pane bianco non si trovano sufficienti quantità di
minerali, fibre e vitamine, mentre nel caso del pane
integrale le fibre sono essenzialmente insolubili e i
minerali sono di difficile assimilazione (salvo quello a
lievitazione naturale).
"Non è
necessario essere esperti di
alimentazione o assaggiatori
professionisti per notare la grande
differenza esistente tra un pane di
fattura artigianale e quello prodotto
nei grandi forni industriali. È come se
la semplicità della preparazione - in
fondo non si tratta che di un impasto di
acqua e farina - sfugga ai sempre più
sofisticati processi di produzione oggi
adottati dall’industria agroalimentare.
A far perdere al pane la sua originaria
bontà concorrono l’impiego di additivi
per favorire la lievitazione, il
regolare ricorso alla degerminazione
(eliminazione del germe di grano, la
parte più ricca del chicco ma anche la
più deperibile a causa dell’elevato
contenuto di acidi grassi) e l’eccessiva
raffinazione delle farine. Il risultato
è un pane apparentemente più leggero e
digeribile rispetto a quello integrale
ma sicuramente meno ricco di vitamine
(soprattutto C, B1 e B2), sali minerali
(calcio, magnesio, fosforo e ferro),
fibra, acidi grassi essenziali,
proteine, e soprattutto di gusto e
sapore.
Questo non
vuol dire che il pane integrale sia
sempre sinonimo di elevata qualità. Gran
parte di quello venduto come tale viene
ottenuto con farine prima degerminate e
raffinate e poi arricchite con crusca.
La ragione di questa sorta di frode è
molto semplice. Da oltre un secolo la
quasi totalità degli impianti di
molitura sono progettati per ottenere
farine “sbiancate” per cui, anziché
modificare i molini, diventa molto più
semplice e conveniente aggiungere crusca
alla farina bianca. La conseguenza di
questa prassi purtroppo ormai ben
consolidata, è che se da una parte la
crusca aggiunta alla farina sbiancata
assicura un buon contenuto di fibra
alimentare, dall’altra non è sufficiente
a restituire al pane l’integrità
nutrizionale del frumento intero.
Ma non è
tutto. Insieme al minor grado di
abburattamento della farina, un pane di
qualità si riconosce anche per la natura
della lievitazione. Com’è noto la crusca
è ricca di acido fitico, la cui
principale caratteristica è la capacità
di legarsi ai sali minerali (calcio,
ferro, magnesio e zinco) e alle proteine
formando complessi non assimilabili per
il nostro organismo. Quando invece del
lievito di birra si impiega la pastella
acida (il cosiddetto “lievito
naturale”), l’azione complessante
dell’acido fitico viene neutralizzata da
specifici enzimi (fitasi) con il
risultato di ottenere un pane più
nutriente e digeribile. Perciò è solo
ricorrendo alla lievitazione naturale
che è possibile ottenere un pane in
grado di conservare a lungo la sua
morbidezza e fragranza e nello stesso
tempo assicurare al nostro organismo il
ricco potenziale nutritivo dei cereali.
Uno dei tratti distintivi del pane
preparato con farine macinate a pietra e
con lievitazione naturale è la capacità
di conservare a lungo la sua fragranza e
morbidezza, rimanendo commestibile per
almeno una settimana. Un altro vantaggio
è dato dalla macinazione a pietra delle
farine con la conseguente ridotta
assimilazione dell’amido e dunque un
valore calorico tanto più basso quanto
minore è il grado di raffinazione.
Oltre al
sistema di molitura e di lievitazione,
la qualità di un pane dipende anche dal
metodo di coltivazione adottato per la
produzione del grano. Soprattutto nel
caso del pane integrale è importante
accertarsi della provenienza della
farina, poiché se è vero che i
rivestimenti esterni della cariosside di
grano, la cosiddetta crusca, sono
particolarmente ricchi di principi
nutritivi è altrettanto vero che essi
costituiscono un luogo d’accumulo
privilegiato per eventuali residui di
pesticidi. Ecco perché, soprattutto
quando si è soliti mangiare integrale, è
consigliabile preferire pane ottenuto
con farine provenienti da coltivazioni
biologiche controllate, oggi in vendita
non solo nei negozi di alimenti naturali
ma anche in alcune catene di
supermercati.
Per farlo in
casa
La prima operazione è preparare il
lievito naturale, cosa che si può fare
in casa senza grandi difficoltà a
partire da farina e acqua. Rinnovata
periodicamente, almeno una volta alla
settimana, la “pastella acida” può
essere riutilizzata all'infinito in
sostituzione del lievito di birra per
preparare pane, pizze e dolci. Ecco come
si fa.
In una terrina versate 100 g di farina
di grano tenero (potete utilizzare
secondo i vostri gusti solo farina
integrale o un miscuglio al 50% di
farina “0” e farina integrale) e una
quantità analoga di acqua tiepida, in
cui avrete sciolto un cucchiaino di
miele. Mescolate ben bene fino a
ottenere una pastella omogenea che si
lascerà riposare per 48 ore, in un
ambiente moderatamente caldo (15-20
gradi), ricoperta con un canovaccio
pulito e umido. Trascorso questo periodo
di tempo si aggiungeranno all'impasto
3-4 cucchiai d'acqua tiepida e una
quantità di farina sufficiente per
ottenere, alla fine della lavorazione,
una pagnottina abbastanza tenace da non
attaccarsi alle dita. Quindi si fa
lievitare per altre 48 ore, lasciando la
pastella sempre ricoperta con un
canovaccio umido. A questo punto il
lievito è pronto e si può cominciare a
preparare il pane".
Tratto da:
http://www.aiab.it/nuovosito/tavola/dieta/gusto/alimenti/pane.shtml
Diamo le ricette per preparare un
buon pane Azzimo e/o pane Fermentato
Pane azzimo: 100 gr. di farina bianca
integrale di grano + 100 gr di farina integrale di farro;
1 pizzico di sale + 1
cucchiaio di olio di oliva extra vergine; impastare con acqua per rendere
l'impasto sodo; far riposare per 1/2 ora sotto una ciottola di vetro; stendere a
ciambelle sottili ed inserire in pentola bassa antiaderente e cuocere fino a
cottura come se fosse una crèpe.
Pane Fermentato:
Per Kg. 1,3 di farina integrale, macinata a pietra, usare: 1/2 bicchiere di olio
extra vergine di oliva;
1 cucchiaio da minestra colmo di sale marino integrale fino; il lievito "madre"
in caso di mancanza di quest'ultimo 1
quadratino di lievito di birra, da sciogliere in acqua tiepida.
Ricordarsi che e' molto piu' salubre utilizzare il
lievito madre che non il lievito di birra o quello
chimico, in quanto il lievito madre e' il prodotto dalla
fermentazione in acqua della farina del cereale con il
quale si fa quel tipo di pane, mentre il lievito di birra
proviene dal
luppolo che NON e' un cereale, per cui tende a fermentare molto di piu'
nell'intestino; idem per il lievito chimico.
Ponete la farina a fontana su di una spianatoia e versate al centro il sale,
lolio, il lievito sciolto; unite altra acqua tiepida, quanto basta per ottenere una
pasta morbida ed elastica; lavoratela energicamente con ritmo rapido ed ininterrotto per
10 minuti, ricordando che non deve mai raffreddarsi, altrimenti la lievitazione sarà
compromessa.
Trascorso questo tempo, formate una palla ed avvolgetela in un telo spruzzato di
farina allinterno; coprite il tutto con un panno di lana e lasciate lievitare da 3 a
9 ore in un posto senza corrente daria. A questo punto date alla palla la forma che desiderate; ponete la pasta su di una
teglia, preventivamente oleata con poco olio oppure su di una teglia con il fondo
ondulato. Introducete nel forno già caldo a 250 gradi e mantenete quella temperatura per
20 minuti circa, dopodiché diminuite a 120 gradi fino a cottura ultimata.
Devono trascorrere complessivamente circa 45 minuti.
Ricordate che consumare il pane appena sfornato, può produrre forti fermentazioni
intestinali, meglio consumarlo raffermo e riscaldato.
Spesso il pane integrale si dimostra eccellente nei casi di anemia, aumenta la
resistenza fisica e produce sangue di buona qualità. Il pane fatto con farina macinata di
fresco, non raffinata è ricco di vitamine ed in particolare della B, di proteine e di
sali minerali; in breve è sufficientemente ricco in modo da soddisfare tutti i bisogni
nutrizionali delluomo medio.
Per essere sicuri che il vostro pane sia di prima qualità, macinatevi da soli la
farina o compratela fresca presso un negozio di fiducia. La farina fresca di frumento è
una base eccellente per fare il pane.
Quanto più finemente è macinata, tanto è più facile digerire il pane. Buona
norma sarà quella di passare al setaccio la farina per dividere la crusca dalla farina
vera e propria indi macinare più finemente la crusca e riadditivarla alla farina.
Per ricavare il massimo beneficio dal pane che mangiate, masticatelo molto e bene
insalivandolo il più possibile.
Esistono varie qualità di pane, ciascuna adatta per un clima specifico o per il
carattere personale.
Non ci vuole molto per variare le qualità del pane; aumentando o diminuendo le
quantità di uno degli ingredienti; usando farine di qualità diverse mescolate fra di
loro si ottiene un pane con sapore più ricco e con consistenze diverse.
Per ottenere il meglio dallimpasto, occorre lavorarlo per più tempo e magari
con un cucchiaino di legno anziché con le mani. Il pane fatto con la farina integrale
inacidita è più sano perché contiene molti enzimi che aiutano la digestione degli
amidi.
Ricordiamo comunque che il pane deve essere consumato in piccole quantità
nellambito del pasto in quanto noi mangiamo molto companatico oppure va consumato da
solo.
PAPAIA Frutto tropicale molto buono; utilizzato
da millenni per le sue qualita' anche terapeutiche. Di
forma simile alla pera, molto simile al melone, ha buccia liscia e sottile, di
colore giallo-arancione se matura, verde se acerba. E' caratterizzata da una
polpa succosa e morbida, dal sapore dolce e aromatico. All'interno della papaia
ci sono moltissimi semi ricoperti da una sostanza gelatinosa. Le
virtù dimagranti delle foglie di Papaia sono dovute alla papaina,
un enzima che è in grado di degradare le proteine in peptidi: questa pianta è
consigliabile nelle cure dimagranti e soprattutto per combattere la cellulite. La papaina possiede anche un'azione enzimatica
digestiva che può essere utile anche in caso di digestione difficile
Si puo' assumere come frutto, oppure macinata e fatta fermentare; in questo
caso essa produce degli enzimi (Papaina) molto utili anche per eliminare le tossine
dall'organismo: “La Papaya è una delle maggiori fonti di
antiossidanti e recentemente abbiamo appreso che gli antiossidanti svolgono un
ruolo molto importante nella protezione dell'organismo… Abbiamo messo a confronto cinque diversi tipi di frutta e due diversi tipi di ortaggi e abbiamo rilevato
che la Papaya, un frutto tropicale…. è una delle fonti più ricche di
antiossidanti, venti volte più potente della Vitamina E.”
Dr. Mark E. Weksler - Specialista in Geriatria, New
York Weill Cornell Medical Center Professore, Cornell
University.
Molto simile ad un melone, la papaia è un frutto molto
ricco di vitamine A, C e P. L’interesse in medicina
naturale deriva dalla presenza di PAPAINA, un’enzima
simile alla bromelina dell’ananas con proprietà
terapeutiche ed al Sod del Melone. La papaina facilita
notevolmente la digestione delle proteine, tanto da
essere un rimedio insostituibile dopo i pasti abbondanti
e frettolosi; se ingerita a digiuno esercita un’azione
antinfiammatoria e drenante da assicurare ottimi
risultati, meglio se in sinergia con l’ananas, nella
cura delle ritenzioni e nella lotta alla cellulite
(facilita l’uscita degli acidi grassi dalle cellule
adipose).
La Papaia fermentata, è un integratore ottenuto da FPP (Fermented
Papaya Preparation) ossia Carica Papaya, sottoposta ad
un processo tecnologicamente avanzato di
bio-fermentazione della durata di 10 mesi.
vedi Named
Giovani, snelle, in salute: ci pensa
la papaya
I segreti del frutto degli angeli, che
fa impazzire le star di oggi ma che già
nei secoli scorsi faceva gridare al
miracolo Cristoforo Colombo e Marco
Polo.
Ai tempi delle grandi esplorazioni, lo
scorbuto era una malattia all’ordine del
giorno. Colpiva soprattutto i marinai
che, durante i lunghi periodi in alto
mare, non potevano alimentarsi con cibi
freschi e non mangiavano sufficienti
quantità di frutta e verdura. Durante i
loro viaggi, mitici esploratori come
Cristoforo Colombo e Marco Polo ebbero
un’idea: riempire le stive delle loro
navi di papaya, ricca di sostanze capaci
chissà come di mantenere gli equipaggi
in salute. Naturalmente, Colombo e Marco
Polo non sapevano dell’esistenza della
vitamina C (che verrà isolata solo nella
prima metà del ‘900), ma avevano avuto
una grande intuizione. Lo scopritore del
Nuovo Mondo annotò inoltre nei suoi
appunti l’utilità di quello che
ribattezzò il “frutto degli angeli” come
prodigioso digestivo dopo i pasti.
Avevano ragione i grandi avventurieri:
la papaya è un vero concentrato di
salute e, diversi secoli dopo, la
ricerca scientifica ha chiarito il
perché:
- è una fonte eccellente di vitamine, in
particolare A e C
- contiene un enzima chiamato papaina
che aiuta a digerire meglio e a
combattere gonfiore addominale e alito
cattivo. La papaina contribuisce inoltre
a ristabilire nell’organismo il corretto
pH, spesso alterato da una dieta povera
di frutta e verdura e da uno stile di
vita fatto di cattive abitudini (fumo,
sedentarietà, poco riposo ecc.)
- è uno dei frutti più ricchi di
betacarotene, licopene e altri
flavonoidi, in grado di proteggere
dall’attacco dei radicali liberi
responsabili dell’invecchiamento.
Inoltre è ideale per i momenti in cui
l’organismo è a corto di difese
immunitarie, rendendolo più resistente
nei confronti delle malattie infettive,
dell’influenza e dello stress
- contiene potassio e magnesio, che
potenziano i muscoli e allontanano la
stanchezza
- è povera di sodio, quindi ha un’ottima
azione drenante ed è utile contro
ritenzione idrica e cellulite
- ha un effetto positivo sul metabolismo
dei grassi, cioè contribuisce a
sciogliere i cuscinetti
- è ricca di fibre, che favoriscono il
senso di sazietà, depurano,
riequilibrano la flora batterica
intestinale, combattono la stitichezza e
la gastrite
Per la sua azione “ferma-tempo” e i suoi
fantastici effetti sulla linea, tra le
più grandi consumatrici di papaya
ricordiamo Claudia Schiffer, Simona
Ventura, Angelina Jolie e Jessica
Simpson. Il loro aspetto ci dice tutto:
se gli obiettivi sono depurarsi, tirarsi
su, dimagrire e mantenersi giovani e in
salute, la papaya è proprio il frutto
che fa al caso nostro.
Tratto da: farmasalute.it
PAPAVERO ROSSO (Papaver Rhoeas
L.) Petali
Il papavero rosso o rosolaccio ha gambo eretto,
alto da 60 a 80 centimetri, con foglie mediane non
avvolgenti, aventi lobi oblunghi o aguzzi. Il suo fiore
ha petali rossi, con una macchia nera alla base: sboccia
da maggio a giugno e a volte anche in autunno, per una
seconda fioritura. La pianta presenta setole rade, anche
verso la sommita' dello stelo e sul contorno dentellato
delle foglie, mentre il filamento dei suoi stami e'
subulato. E' pianta comune e puo' crescere nei campi
coltivati, tra il grano, lungo le siepi fino ai 1700
metri di quota. I suoi fiori e i suoi semi conservano le
loro proprieta' anche dopo essere stati dissecati. Il
papavero a volte trova impiego in pediatria e per le sue
proprieta' leggermente sedative e viene usato in tisane,
con altre erbe, come calmante della tosse e della
pertosse, cosi' come espettorante nelle bronchiti.
I suoi germogli teneri si utilizzano in cucina per la
preparazione di minestre a base di ortaggi. Lessati
possono essere conditi e consumati come gli spinaci.
Dopo bollitura, conditi con olio di oliva e qualche
goccia di limone, poco sale, si possono consumare come
insalata. Contiene un lattice diverso dal pavero da
oppio (papaver somniferum), alcaloidi, isochinolici
come la roeadina, non ha azione allucinogena, ma
calmante e narcotica, glicosidi antocianici, mecocianina, cianina,
mucillagine.
I semi contengono olio grasso, acido linoleico, acido
oleico, palmitico, stearico.
Gli alcaloidi tossici sono presenti in misura maggiore
nelle parti sotterranee delle pianta ( e questo vale
anche per l'Escolzia e per la Chelidonia)
Lo si impiega per sedare e indurre il sonno nei bambini
e come antitussivo. E' un blando sedativo e si
utilizza a scopo pediatrico e per gli anziani e per le
persone debilitate. E' un coadiuvante come calmante
della tosse, nella pertosse, nelle bronchiti catarrali
acute (i fiori calmano lo spasmo e favoriscono
l'espettorazione), aiuta ad abbassare la febbre ( azione
diaforetica nelle forme febbrili), è quindi utile anche
nel raffreddore e nell'influenza.
Azione oppiacea. Calma leccitazione nervosa, concilia il sonno, azione
sudorifera perciò utile nelle pleuriti e come espettorante. Leggero sedativo, calmante
della tosse e pertosse. Cautela in gravidanza
ed allattamento.
PAPPA REALE (vedi
anche Prodotti dell'alveare)
La pappa reale è considerata il prodotto più pregiato
dell’alveare. È la secrezione delle ghiandole
ipofaringee e mascellari delle api operaie. La pappa
reale è uno dei cinque prodotti dell’alveare,
congiuntamente a miele, polline, propoli e cera.
E’ una sostanza gelatinosa, di color paglierino, dal
sapore acidulo, molto concentrata e che viene elaborata
dalle api nutrici di età compresa tra i 5 e i 14 giorni,
attraverso le ghiandole ipofaringee e mandibolari poste
nel capo.
Essa viene utilizzata per nutrire sia tutte le larve
dell’arnia durante i primi due giorni di vita sia l’ape
regina per tutta la durata della sua esistenza. La pappa
reale, infatti, rappresenta l’alimento esclusivo di
tutte le larve sino al secondo giorno di vita mentre dal
terzo giorno cominceranno a nutrirsi di miele e polline
e sarà solo la larva destinata a diventare ape regina
che continuerà a nutrirsi per tutta la vita con questa
sostanza nobile.
E' quindi un alimento completo, un vero e proprio
concentrato di salute. Funziona per i bambini, gli
anziani e tutti quelli che hanno bisogno di un carico di
energia. E non basta: presa insieme ad altri prodotti
diventa un eccellente toccasana per alcune patologie.
Anti depressivo per eccellenza.
La pappa reale contiene tra l’altro: aminoacidi
essenziali (22), vitamine del gruppo B (B1, B3, B5, B6,
B7, B8, B9, B12), vitamina A, C, D, ormone della
crescita, acidi grassi insaturi, inositolo, e molti
minerali: sodio, cromo, manganese, nichel, fosforo,
rame, zolfo, selenio, calcio, ferro, potassio, silicio.
La pappa reale è quindi un eccellente ricostituente,
destressante sul sistema nervoso, riequilibra la
pressione arteriosa, rafforza il tono del muscolo
cardiaco, antibiotico naturale, accelera il metabolismo,
stimola appetito e digestione, ha effetti
antidepressivi, accelera la guarigione dalle malattie,
agisce sulle tensioni pre-mestruali, contro l'insonnia,
da impulso all'attività fisica e intellettuale, etc.
Se ne consiglia l’assunzione di un cucchiaino (da
mettere sotto la lingua) al mattino appena svegli. Dopo
circa 20 minuti si potrà fare colazione.
La Pappa Reale può essere consumata fresca, purchè
correttamente conservata in frigorifero, o liofilizzata;
la liofilizzazione permette la sua conservazione a
temperatura ambiente anche per lunghi periodi.
PASSIFLORA INCARNATA (Passiflora Incarnata L.) Rami,
Foglie, Fior
Sedativo per ansie, nevralgie, menopausa, insonnia. Azione tranquillante ed anti
spasmodica ed ipotensiva; è utilizzato per combattere forme di insonnia molto forti,
serve anche per la tosse.
Utile nellisterismo, cardiopalmo, ipertiroidismo.
PASTINACA (Pastinaca sativa,
Ombrellifere)
Ortaggio molto nutriente; proprietà diuretiche, disintossicanti, antireumatico, da
utilizzare nelle minestre e zuppe con cipolle e porri.
Dietetica,
diuretica, colagoga.
Contiene tracce di
alcaloidi, vitamina C, oligoelementi, sali potassici
(foglie). Le foglie possono servire per stimolare
diuresi e funzioni della cistifellea.
Infuso: 2 grammi in 100 ml di acqua. Due - tre tazzine
al giorno. DEecotto di foglie, fiori e radici. Le radici
possono essere consumate crude.
PATATA (Solanum
tuberosum, Solanacee)
Prezioso e sano tubero, molto nutriente e digeribile, sopra tutto al forno;
alimento permesso ai diabetici ed a tutti coloro che non desiderano ingrassare.
Contiene: Acqua 75%, carboidrati 22%, protidi 2%, lipidi 0,1%, minerali 1%, sopra
tutto potassio, (come sempre per tutti i vegetali, la quantità e le qualità dei minerali
sono in funzione del terreno ove vengono coltivati i prodotti stessi) vitamina C, K, ricca
di B, B1, B6; contiene proteine come il riso; utile nelle
diete che servono a non sovraccaricare i reni; ottima per il fegato.
Utile nelle gastriti,artriti, obesità, diabete, ulcere, cicatrizzante; il succo
crudo è diuretico, emoliente, calma le mucose dellintestino ed è antispasmodico,
scorbuto, stipsi, emorroidi, dispepsie, epatismo, litiasi biliare; per uso esterno in
fecola: scottaure, flemmoni, piaghe, ulcere alla pelle, eruzioni, screpolature.
Serve anche per ravvivare i colori dei tappeti: grattare 2 patate, coprirle di
acqua calda e lasciare in infusione per 2 ore, filtrare e strofinare il tappeto con cura.
Lacqua della cottura delle patate ma pelate, pulisce largenteria.
Patate usate come rimedio naturale nel 1861, dal
brigante Carmine Crocco quando imperava su tutta la
regione del Vulture
"I feriti, gli ammalati del giorno, sono ricoverati
nell’interno del bosco con abbondante paglia e qualche
rara coperta. Sono curati con affetto, la pratica
supplisce la scienza e l’arte: le ferite sono lavate con
acqua e aceto, i farmaci normalmente usati sono: patate,
filacce, fascie, bianco d’uovo, olio di olivo sbattuto e
foglie d’erba chiamata stampa cavallo [?].
Puo apparire ridicolo che la patata sia medicina utile,
ma è proprio utilissima, almeno per noi briganti era
riconosciuta tale.
Le patate ben pestate danno un unguento latteo, che ha
la potenza di trarre a sé il sangue guasto, la
velenazione della polvere; esso ingranella la carne
filacciosa, fa sparire il gonfiore e restringe lo
squarcio.
Per le ferite di punta e di taglio si usava olio
sbattuto e foglie di pelosella [Sparviere pelosetto o
Pelosella (Hieracium pilosella L.)], che si trovava
abbondante nei luoghi aridi e montuosi".
Tratto da "Io, Brigante" Il Mattino/ Capone Editore 2005
PAU d'ARCO (della famiglia delle Bignoniacee)
Originaria del
Brasile, e diffusa in Sud America, Bolivia e Perù. Gli indios dell'Amazzonia
impiegano la corteccia dei rami da certinaia di anni come rimedio per le
malattie infettive e degenerative. Si deve al botanico Valer Accorsi
dell'università di Sao Paulo la diffusione dell'uso a scopi terapeutici
di questa corteccia. Successivamente il Pau D'Arco nel 1967 fu citato dai
giornali in Argentina come rimedio delle popolazioni di Tucuman ai piedi
delle Ande come rimedio per l'asma, il cancro, l'eczema, la leucemia ed i
reumatismi, e si deve al botanico Argentino Teodoro Meyer ulteriori studi
su questa pianta. I fiori sono gialli, con varietà rosa, rossa o
purpurea, il frutto è una lunga capsula legnosa che contiene i semi
alati.
Il Pau d'arco, Tabebuia impetiginosa, è un albero la cui
corteccia è utilizzata da secoli dalla medicina
erboristica sudamericana per le sue attività
antibatteriche e antivirali. Il principale costituente
isolato dalla corteccia di Tabebuia, il lapacholo,
presenta una rilevante attività antiradicalica e
immunostimolante.
Parti impiegate, la corteccia del Pau d'arco dai fiori rosa-purpurea
Chiamata Pao Pereira (o anche
Geissospermun,
Aspidosperma Tomentoso e altre decine di definizioni).
Nella tradizione sudamericana
possiede una nomea vasta e collaudata nei secoli (e nei millenni).
I Guaranì,
ed i Tupi, popoli amazzonici, lo
chiamano "Tajy" che significa "avere forza e vigore", la
pianta conosciuta con il nome di Pau d’Arco che adoperano per curare malaria,
anemia, malattie respiratorie, febbre, infezioni, artrite e reumatismi, morsi di
serpente.
Il Pau d’Arco è un grosso albero delle foreste piovose sudamericane che
botanicamente corrisponde alla Tabebuia heptaphyilla, impetiginosa
e avellaanedae, e appartiene alla famiglia delle Bignoniacee.
Il Pau d’arco, di cui si adopera la corteccia, è conosciuto per le sue
proprietà antivirali, antinfiammatorie, antidiabetiche, costituisce una
importante risorsa delle foreste umide.
Ma altre centinaia sono le piante "sconosciute" che sono state
perdute, o potrebbero esserlo in futuro che possono essere utili come il Pau
d’Arco.
Utile contro i funghi,
micosi, candidodisi, muffe, diuretica, immunostimolante, aiuta contro i
radicali liberi, le affezioni della pelle, psoriasi, herpes,
nel diabete
Le ricerche
moderne hanno verificato: Attività
Atiossidante, Antineoplastica, Antivirale, Antimicotica, Battericida.
Te' di Pau d'Arco: on the other hand, has
shown that it may hold the secret for the successful
treatment of cancer and other diseases. Dr Daniel B.
Mowry, PhD, states in his widely published article on
Pau d'Arco that "whole Lapacho has produced clinical
anti-cancer effects without side effects." Read Dr.
Mowry's extensive research and history of Pau d'Arco
published here. Over the last 15 years I have received
many reports and testimonials from terminal cancer
victims relating their miraculous cures of this deadly
disease.
PEPE (Polvere) Aumenta lappetito, combatte
tossi, raffreddori, asma, cattive digestioni e febbri. Da utilizzare con
cautela, specie quello Nero perche' puo' portare
infiammazioni intestinali.
PEPE
NERO (Polvere) Tonico generale; agisce contro la tosse, i colpi
di freddo, la letargia; dà appetito, combatte lorticaria, le allergie cutanee, il
dimagrimento, ma non da tutti è sopportato, perché può generare infiammazioni
intestinali.
PEPERONCINO (Capsicum
Fastigiatum)
Quello rosso ha proprietà simili allaglio, utile
vie urinarie e
respiratorie, utile in certi casi, nelle infiammazioni gastro
intestinali, azione antibatterica,
azione vasodilatatrice ed emodinamica atto a stimolare
la vitalità dei tessuti ed attivare il circolo venoso e
capillare,
riduce il colesterolo ed i
trigliceridi; riduce laggregazione piastrinica, aumenta la permeabilità
cellulare, effetto
antistaminico del frutto e ne propongono l'uso in alcune
patologie allergiche e nell'asma; va usato con notevole parsimonia, in piccolissime dosi,
però può essere utilizzato per cure preventive e curative per lunghi periodi.
La parte attiva della pianta è costituita dal
frutto che contiene la capsaicina, una sostanza oleosa e
rubefacente che è responsabile del suo sapore piccante.
Dal punto di vista chimico in esso è
possibile isolare queste sostanze: azotate, capsacina,
oleoresina, capsantina, colorante carotenoide rosso,
quercitina, esperidina, eridietrina, lecitina, vitamine C,
PP, E, K2, P, A, sali minerali acido malonico e
citroflavonoidi.
E'
utile in tutte le affezioni
, se integrato con la
dottrina termica (frizioni fredde, bagni di vapore, cataplasmi) consente in
certi soggetti, strabilianti guarigioni.
Occorre ricordare che è utile SOLO in piccolissime dosi giornaliere o meno ancora, perché se
oltrepassa certi limiti può al contrario indurre forti infiammazioni generali.
Da usarsi essiccato per via orale, con parsimonia in micro dosi giornaliere, in
sughi di pomodoro od altro a seconda dei casi con pasta o pane.
Per uso esterno, molto utile nelle artrosi e nei dolori: sfregare minime quantità
di peperoncino rosso sulla cute interessata e fare subito dopo sulla parte medesima
impacchi con panni bagnati freddi.
(ANSA) - ROMA, 15 MAR
Ecco un rimedio 'piccante' contro il principale tumore
maschile: estratto di peperoncino e' efficace contro il
cancro alla prostata.
Secondo uno studio sui topi, infatti, ricercatori dell'universita'
di Los Angeles diretti da Soren Lehmann hanno dimostrato
che l'80% delle cellule malate e' indotto al suicidio
dalla capsaicina, la molecola che dona il gusto piccante
alla spezia.
I risultati di questo studio sui topolini sono stati
resi noti sulla rivista Cancer Research.
Gli esperti prospettano nuove possibilita' di cure con
farmaci a base di capsaicina ma avvertono: non c'e'
nessuna prova al momento che introdurre una quantita'
esagerata di peperoncini nell'alimentazione possa essere
un buon rimedio contro questo cancro .
Anzi, attenzione, perche' troppi peperoncini possono favorire il cancro
allo stomaco.
I ricercatori hanno dato alte dosi di capsaicina a
topolini geneticamente modificati si' da sviluppare un
cancro alla prostata simile a quello dell'uomo. Le dosi
somministrate sono pari al consumo di 3-6 peperoncini,
insomma quantita' esagerate in cucina.
Pero' l'estratto di peperoncino ha ridotto il tumore nei
topolini (attenzione l'uomo NON e' un topo) uccidendo l'80% delle cellule malate. In
concomitanza di cio' e' diminuita la concentrazione
ematica dell'antigene specifico prostatico (PSA),
associato al tumore.
La capsaicina, hanno spiegato i ricercatori, induce le
cellule malate a suicidarsi, ovvero ad andare incontro
al processo di morte programmata (apoptosi) che serve al
nostro organismo per il normale ricambio cellulare e per
eliminare cellule malate. Il processo dell'apoptosi,
tuttavia, e' spesso messo 'KO' dalle cellule tumorali
che acquisiscono dunque una sorta di immortalita'.
La capsaicina, capace di riattivare il processo
apoptotico nelle cellule malate, potrebbe divenire un
principio attivo di nuovi farmaci contro questo tumore,
hanno concluso gli esperti.
Il PEPERONCINO fa male alla
Prostata - Mer 12 Set
2007
(Adnkronos/Adnkronos Salute) - Il re
degli afrodisiaci a tavola finisce sotto accusa. Il
peperoncino, gettonatissimo nel Meridione ma amato
indistintamente da un estremo all'altro dello Stivale,
rientra tra gli alimenti dannosi per la prostata,
con possibili ripercussioni anche sulle performance
'sotto le lenzuola'.
Non solo. Per gli uomini amanti della buona tavola le
cattive notizie non finiscono qui. Non devono infatti
esagerare con la birra, con i crostacei, un altro
alimento noto per le sue proprietà afrodisiache, e
ancora spezie, insaccati, pepe, superalcolici e caffé.
E' questa una delle raccomandazioni contenuta nel
decalogo messo a punto dalla Società italiana di
urologia (Siu) in occasione della giornata europea di
informazioni sulle malattie prostatiche, in programma
venerdì prossimo.
Presentato oggi a Roma, il decalogo, che promette di far
storcere il naso a molti, almeno per le raccomandazioni
in campo alimentare, punta a essere una vera e propria
dichiarazione di guerra al tumore alla prostata,
neoplasia che colpisce circa 46 mila italiani l'anno
uccidendone 7 mila, con "un'incidenza in crescita del
12-13% negli ultimi cinque anni", spiega Vincenzo
Mirone, presidente del Siu, a margine dell'incontro.
A rendere peperoncino, birra, crostacei e una manciata
di altri alimenti 'nemici' della prostata "è quello
stesso elemento che li rende noti come afrodisiaci -
spiega Mirone - Questi cibi, infatti, irritano la
prostata, stimolando la necessità di eiaculare". In
altre parole, 'accendono' il desiderio di chi li
consuma, "ma finiscono per essere dannosi per questa
ghiandola".
Inchiodato sul banco degli imputati, dunque, proprio per
una delle qualità migliori che gli vengono riconosciute,
"il peperoncino non va consumato più di due volte a
settimana", raccomanda l'esperto. "Una notizia, questa -
ironizza Franco Cuccurullo, presidente del Css - che in
molte Regioni del meridione potrebbero condurre alla
pubblica lapidazione chi le diffonde. Ma non bisogna
avere paura di dire la verità quando di mezzo c'è la
salute". Un altro consiglio che sorprende è evitare la
pratica del coito interrotto: "quando c'è lo stimolo di
eiaculare - puntualizzano gli esperti - va assecondato,
non interrotto volontariamente".
Dal decalogo messo a punto dalla Siu non arrivano
tuttavia solo cattive notizie. "L'attività sessuale - si
legge nel decalogo - non è nociva, anzi: se praticata
con regolarità ha effetti benefici".
L'astinenza prolungata, al contrario, provoca ristagno
di secrezioni nella ghiandola prostatica e una possibile
infezione seminale''. Gli specialisti raccomandano poi
di sottoporsi a una visita urologica di controllo almeno
una volta ogni 12 mesi dopo i 50 anni, ed eseguire un
dosaggio del Psa (antigene prostatico specifico) per la
diagnosi di cancro alla prostata almeno una volta l'anno
superata la soglia dei 50.
Il decalogo raccomanda inoltre di preferire cibi
contenenti sostanze antiossidanti, ovvero ricchi di
vitamine A, C, E, selenio, zinco e manganese. In altre
parole scegliere - tra gli altri - carote, broccoli,
cavolfiori, peperoni, noci, carni rosse, fegato e
cereali integrali, sicuramente più benefici di crostacei
e peperoncini.
Bere almeno due litri di acqua al giorno per ridurre il
peso specifico delle urine ed evitare infezioni - si
legge poi tra le regole d'oro - praticare attività
fisica, regolarizzare la funzione intestinale e moderare
l'uso delle due ruote se la prostata è a rischio.
Raccomandazioni, queste, che andrebbero seguite alla
lettera soprattutto superati i 40 anni, quando i rischi
di venire colpiti dal cancro alla prostata iniziano a
farsi piu' alti. Piu' dell'80% dei casi di neoplasia
prostatica - ricordano gli esperti della Siu - e'
diagnosticato in pazienti sopra i 65 anni, e il 94%
delle morti si registra nello stesso gruppo d'eta'. Ma
se tra i parenti di primo grado si registrano casi di
tumore, le probabilita' di ammalarsi aumentano di ben
quattro volte.
Tratto da:
http://it.notizie.yahoo.com/adnkxml/20070912/tts-peperoncino-sotto-accusa-fa-male-all-c8abaed_1.html
In compenso puo' aiutare il
Cuore:
Expertise peperoncino functional e nutraceutical - Il
principale bioattivo nel peperoncino può aiutare il
cuore.
La
capsaicina, fitomolecola capsaicinoide, é bioattiva
in quanto responsabile del sapore piccante espresso dal
peperoncino, originario delle Americhe. E può avere
profonde implicazioni anche per la salute del nostro
cuore. I capsaicinoidi, in aggiunta alle loro
applicazioni culinarie, erano già riconosciuti come
salubri e benefici nel miglioramento di una serie di
fattori relativi al metabolismo del colesterolo, alla
pressione sanguigna e al sollievo dal dolore, quando
applicati localmente per via transdermica con una crema
o unguento e anche in molte situazioni per l’apertura
mentale e per stimolarne la forza.
Il biofenoli complessi del peperoncino possono essere in
grado di ridurre il rischio di attacco cardiaco e
bloccano un gene per l’espressione della motilità
arteriale.
Alla salute del cuore e dei vasi del sangue ci ha
pensato Zhen-Yu Chen, Ph.D., professore di scienza degli
alimenti e della nutrizione alla Chinese University di
Hong Kong, con una ricerca ufficializzata alla fine di
marzo negli USA. Ma certamente non a consigliato di
iniziare un consumo eccessivo di peperoncini. È una
questione di equilibrio. E ricordate, i peperoncini non
possono sostituire la prescrizione farmacologica quando
ha dimostrato di essere utile al trattamento della
patologia. Possono, tuttavia,essere un piacevole
integratore supplementare per gli affezionati e gli
intenditori del sapore caldo e gradevole del
peperoncino.
Il futuro mira a sviluppare farmaci innovativi, con
effetti avversi minimi o nulli, capaci di lenire il
dolore acuto e cronico per mezzo del blocco dell'azione
del 4-idrossinonenale sul recettore Trpa1.
Una nuova terapia, efficace contro il dolore,
neuropatico, oncologico, l’emicrania e da causa
infiammatoria, può servire a sostituire gli attuali
analgesici di sintesi con derivati bioattivi estratti da
prodotti naturali dei campi. Il risvolto immediato può
essere proprio una sorta di menù desensibilizzante, in
grado di alzare la soglia di percezione del dolore.
L'ingrediente del fuoco nel peperoncino può stimolare la
salute del cuore e dell’intero sistema cerebro e
cardio-vascolare.
E, a sorpresa, la tradizione collima con la scienza
biomolecolare degli alimenti mediterranei di pre-e post-
colombiana derivazione.
Aglio,
rafano, zenzero, lampascione sono da secoli la panacea
delle popolazioni mediterranee. Sono state abituate a
vivere in situazioni climatiche piacevoli ma in
condizioni sociali e di lavoro estreme. Poi venne il
peperoncino. E arriva in Calabria per confrontarsi con
una tradizione allenata alla resistenza al dolore, uno
dei cardini d'onore per un popolo con regole dove il
neo-immigrato, il peperoncino piccante, ha la sua
ragione d'essere.
Soddisfare il gusto mediterraneo, nella sua complessità
di vista, aroma, odore, sapore udito e struttura, non
rispondeva solo ad una esigenza fisiologica del
primitivo Homo edens, ossessionato dal suo nutrimento.
Appagava anche la sensorialità evoluta in cultura
alimentare, tramandate per via matrilinea. Promuoveva
una sensazione generale di piacere e di benessere. Ma
badava anche alla salute dell’Homo mediterraneo divenuto
sapiens. Mangiava e sviluppava sempre di più il senso
del piacere.
I piaceri della gola nell’Homo edens divenivano
strettamente collegati alla sessualità…per la
riproduzione della specie e per la dispersione del suo
DNA. Erano vissuti
come ebbrezza della conoscenza in
Enkidu nell’evoluzione da primitivo a civilizzato
col tramite della vestale inviatagli da Gilgamesh e come
peccato da Adamo e da
Eva, corrotti per l’ambizione dell’uguaglianza con
la tentazione a cibarsi del frutto della conoscenza,
prima di ambire a quello dell’immortalità nel bel mezzo
dell’Eden biblico.
"Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su
tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che
produce seme: saranno il vostro cibo", Genesi,
1,29-30.
E nella Cultura Alimentare Mediterranea, tradotta nella
Dieta divenuta di recente patrimonio immateriale
dall’UNESCO, c’è stato un uno modello pre- e
post-colombiano per l’impiego delle erbe selvatiche in
cucina. Nella
cucina
mediterranea pre-colombiana, il condimento era fatto
dalle erbe selvatiche del locus.
E ancora ne rimangono tracce in Puglia. Sono le
orecchiette alle cime di rape e in Liguria il pesto di
aglio e basilico. Ma molti segreti alchemici serbati
nelle erbe e nei tuberi selvatici, gli acidi grassi n-3
nella Portulaca oleracea e le fitomolecole solforate nel
lampascione, il Muscari comosum, immolato a Drittone,
l’antica divinità del piacere sessuale.
Nei
Deipnosofisti, Ateneo di Naucrati trascura l‘antica
ricetta. Non accenna alla tecnica culinaria capace di
alleviare l’amaro pungente dei cipollotti selvatici.
Erano forse bolliti oppure cambiavano spesso l’acqua
d’ammollo. Ma la fama di afrodisiaco era tale da
impegnare la cuoca ancora speranzosa. Desiderava
risvegliare la potenza sopita del suo maschio. E ben
accettava il sacrifico della tediosa e lunga
preparazione. Ma il segreto alchemico non era solo
l’arcaico sildenafil citrato, sviluppato poi nel XX sec
dC per sintesi molecolare in laboratorio per la terapia
della
disfunzione erettile, l’impotenza o impotentia
erigendi.
Rammentava Ateneo: Un lampascione non ti può aiutare se
tu non sei già un vero uomo ! E comunque c’era anche il
bisogno di collaborazione attiva. Erano insaporiti in
padella con ingredienti vari e olio d’uliva locale,
finché il fondo non s’era ristretto. Cosparsi di miele e
ripassati fino alla caramellata, erano serviti con una
spolveratura di antiche spezie.
Ma dopo Colombo era apparso il peperoncino. Era stato
adottato a piene mani dai moderni Oinotri-Brettioi, i
calabresi d’oggi.
Forse perché, nella terra trascurata dalla dea fortuna,
riusciva anche a elevare la soglia di resistenza alla
sofferenza e al dolore.
La sua azione, pasto dopo pasto, combatteva o leniva
l’amarezza e la pena di una magra esistenza riuscire.
Gli effetti indesiderati, ma anche gradevoli per
specialisti e dipendenti, erano l’espressione sui canali
dolorifici della membrana nelle cellule nervose
periferiche. Era il canale della capsaicina, la
fitomolecola bioattiva nel peperoncino per lo specifico
recettore, il Trpv1. Gli occhi lacrimano, la gola si
stringe, il bruciore delle labbra e il pizzicore nel
cavo orale... E le
cellule ricevono un sms. Un impulso già codificato
avvertiva l’urgenza. Allarme! Qualcosa di nocivo accade.
Attenti c’è un attacco esogeno pericoloso. La
trasmissione nervosa, fa arrivare l'sms al cervello. E
scatta l'emergenza. Difesa
immunitaria
anti-intrusione, antinfiammatori endogeni ed endorfine,
morfina naturale nell'organismo umano, scatenano la
reazione alla rappresaglia.
La ricerca scientifica biomolecolare ha ora ampliato le
conoscenze sui bioattivi contenuti nel
peperoncino
piccante per migliorare la salute del cuore. Uno
scenario più chiaro e dettagliato dei loro effetti sui
geni più intricati e sui meccanismi d’azione permette di
interpretare la loro influenza sul colesterolo e sulla
salute dei vasi sanguigni. Ad esempio, la capsaicina e
un suo analogo bioattivo, parente biomolecolare molto
stretto, assiste in due modi la salute
cuore.
Abbassa i livelli di
colesterolo, riduce l'accumulo di colesterolo
nell’organismo umano, aumenta la sua demolizione e
l'eliminazione con le feci. Inoltre blocca l'azione di
un gene di controllo della contrazione arteriale e di
limite del flusso di sangue al cuore e agli altri
organi. Il blocco consente un maggiore afflusso di
sangue attraverso i vasi sanguigni verso tutti gli
organi.
By N. Uccella -
n.uccella@unical.it
- IRESMO Foundation Group
Commento NdR: anche con questo prodotto naturale
prima di farne abuso, e' meglio pensare alla salute, in
quanto come potete osservare, a seconda del proprio
stato di salute, il peperoncino puo' fare bene da una
parte e male dall'altra.
Quindi l'utilizzo deve essere ovviamente parsimonioso.
PEPERONE (Capsicum annum) Il peperone è un ortaggio
proveniente dall'America del Sud che ha fatto la sua
comparsa sulle tavole europee nel XVI sec. Secondo
alcuni il centro di partenza della diffusione di
questo vegetale è il Brasile, secondo altri la Giamaica.
La coltivazione delle numerosissime varietà di peperone
è largamente diffusa a livello mondiale, in Asia,
America centromeridionale, Africa ed Europa.
Dai frutti piccanti, contenenti elevate percentuali
dell'alcaloide capsaicina, si ottiene la paprica.
Importante è anche l'utilizzazione farmaceutica dei
peperoncini: oltre alla capsaicina, infatti, le bacche
contengono capsicina, lecitina, pectina, vitamine A, C,
PP, P2 ed E, buone dosi di calcio e fosforo. I peperoni
svolgono azione stomachica, diuretica ed eccitante,
inoltre hanno azione antireumatica, antinevralgica,
revulsiva e rubefacente.
Ricco in vitamina C. La qualità rossa, fa
abbassare il colesterolo, previene i trombi ed i rischi di infarto ancor più che il
peperoncino. Quella gialla contiene un alto tenore di vitamina K. Come alimento, per certe persone
e' di difficile digestione, meglio eliminare
la buccia e consumarne poco.
PERA (Pirus communis,
Rosacee) Frutto
Si utilizza il frutto, il succo oppure secche. Contiene: acqua 83%,
zucchero/levulosio 8%, carboidrati 3,5%, cellulosa,
ceneri 0,3%, sali minerali fosforo, calcio, magnesio, sodio, zolfo, potassio, cloro, rame,
menganese, ferro, iodio arsenico; vitamine A, B1, B2, C, PP; contiene molta più pectina
della mela e tannino; utile quindi per la muscolatura gastrointestinale.
Proprietà: Depurative, lassative, mineralizzanti, nutrienti, diuretiche,
astringenti, sedative, rinfrescanti.
Utile in: Astenia, gotta, artritismo, reumatismo, permesso ai diabetici.
PERNA CANALICULUS Mollusco, cozza,
della Nuova Zelanda
Contiene, Glicosaminoglicani; 18 l-aminoacidi;
acidi essenziali omega -3; minerali.
Proprieta'
Dal mollusco perna canaliculus della nuova zelanda,
viene prodotto l’estratto puro, che possiede attività
antiinfiammatoria contro le forme reumatiche, artrosi,
danni alle articolazioni osteoporosi. Usura permanente
delle articolazioni di mani, braccia, spalle, ginocchia,
colonna vertebrale, danni al menisco ecc., sono tutti
disturbi, generati da danni al tessuto connettivo. Per
la mancanza di una sostanza base molto importante (i
glicosaminoglicani).
I glicosaminoglicani sono sostanze naturali del tessuto
connettivo concentrati soprattutto nelle cartilagini,
servono per il mantenimento e la rigenerazione del
connettivo e della cartilagine. L'estratto di perna
oltre all'azione antiinfiammatoria fornisce i
glicosaminoglicani e altri nutrienti ( aminoacidi, acidi
essenziali, minerali, ecc) in grado di migliorare e
prevenire le alterazioni delle cartilagini e del
connettivo. Assumendo regolarmente il perna, viene
regolarizzata la viscosità del liquido sinoviale
(liquido che si trova fra le articolazioni, serve come
lubrificante), e dei liquidi corporei. Migliora la
circolazione sanguigna; rallenta la deposizione di acido
urico nelle articolazioni favorendone l'espulsione.rafforza
le unghie, favorisce l'elasticità della pelle.
Gli vengono attribuite anche proprietà antiallergiche.
L'estratto originale del mollusco dalle labbra verdi,
viene congelato e seccato con una particolare
lavorazione senza l'uso di conservanti artificiali e
coloranti e senza zucchero (adatto anche ai diabetici).
Un'alimentazione sana e la regolare assunzione del perna
canaliculus, possono evitare danni al tessuto connettivo
e problemi alle articolazioni.
Utile per reumatismi atrosi, danni alle articolazioni,
osteoporosi, per la usura dele articolazioni, delle
mani, delle braccia, delle spalle, delle ginocchia,
della colonna vertebrale, danni al menisco.
Utile agli sportivi che mettono sotto sforzo muscoli e
articolazioni:
Consigliabile in tutti i danni del tessuto connettivo,
per la mancanza di GLICOSAMINOGLICANI GAG, che sono
sostanze naturali del tessuto connettivo, concentrati
soprattutto nelle cartilagini, sono utili per il
miglioramente e la rigenrazione del tessuto connettivo e
della cartilagine.
Ha azione antinfiammatoria,ottimo per le sue sostanze
ricostituenti e nutritive, contiene altre al GAG, acidi
essenziali Omega-3, enzimi, 10 diversi minerali, 18
L-aminoacidi, migliorano anche la viscosità del liquido
sinoviale, dei liquidi corporei, migliora la
circolazione sanguigna e i liquidi corporei, rallenta il
deposito di acido urico favorendone l'espulsione.
Tafforza le unghie di mani e piedi, migliora
l'elasticità e la tonicità della pelle.
L'uso è raccomandato alle persone predisposte
all'artrosi, a chi sottopone le articolazioni a carichi
elevati.
Controindicazioni: Sconsigliato agli allergici al pesce
e crostacei.
PERVINCA
(Poterium spinosum) Fiori e foglie, Arbusto perenne, residente nellEuropa australe,
centro-sud Italia, Grecia, Cipro, Creta, Dalmazia, Siria, Libia, Palestina,Tunisia. In
Grecia e nell'isola di Creta, vive associato col lhymus capitatus.
Ippocrate la menziona nel suo libro "La natura della
donna" (cap.34), come "pianta da imbottitura".
Galeno ricorda che le foglie di questa pianta erano
utilizzate per chiudere le aperture delle anfore per l'olio e per imbottire guanciali e
cuscini. L'Herbario novo" di Castore Durante, troviamo scritto: "Poterium
siccat, tum vulnera glutinat, adque affectus nervorum omnes valet; illita nervis praecisis
planta haec solida compagine iungi".
Le radici di Poterium sono da prescrivere a coloro che
soffrono di nervi. Per uso esterno, le sue radici, pestate ed applicate mediante
impiastro, consolidano i nervi tagliati. Il decotto della radice è molto noto tra i
beduini come antidiabetico.
Sinora sono stati isolati Tannini catechici ed ellagici,
eptaidrossiflavani polimerizzati. Glicosidi triterpenici: tormentoside, tormentillina.
Acido tormentico. Sostanza insulinosimile. Tracce di cromo. Nelle radici e nella corteccia
dei rami i tannini raggiungono la concentrazione del 6%.
Proprietà: Azione principale: ipoglicemizzante di tipo ILA:
Insulin - like - activity.
Azioni secondarie: vasodilatatrice periferica (da
eptaidrossiflavani); vasodilatatore coronarico (da flavonoidi polimerizzati);
antiipertensiva (da eptaidrossiflavani); antiaritmica (da
eptaidrossiflavani polimerizzati) antidrotica, antisudorale (adiaforetico) astringente (da
tannini)
PESCA (Amygdalus persica,
Rosacee)
Contiene: Potassio, flavonoidi,
carotenoidi, alte dosi di pectina; Utile nella funzionalità epatica per disintossicare il
fegato, diuretica, leggermente lassativa, dispepsie, ematurie, litiasi urinarie.
Le foglie sono vermifughe ed i fiori sono sedativi, antispasmodici e lassativi.
PETASITES OFFICINALIS (Petasites Officinalis Moench.)
Cavolaccio, o Farfaraccio - Radici, Foglie
Utile nellipertensione arteriosa, negli stati ansiosi, nella depressione e
negli stati di alterazione psichica.
Usato nella menopausa per riequilibrare la circolazione vascolare, nella tosse, bronchite
asmatica, nellasma, nelle coliche renali, biliari, intestinali e nellinsonnia.
PICCOLO AMARO SVEDESE Cocktail
di erbe macerate
Le Erbe Svedesi vanno messe a macerare in un
litro e mezzo di acquavite di grano o di frutta a 40° in
una bottiglia dal collo largo, lasciandola per 15 giorni
al sole o in vicinanza di una fonte di calore. Scuoterla
ogni giorno, prima di filtrarla per il travaso in una
bottiglia più piccola ed ancora, ogni volta prima di
servirsi del suo contenuto. Il resto, cioè quello che
non è stato travasato nella bottiglia più piccola, può
essere conservato un mese e mezzo e oltre. Il liquido va
travasato in bottiglie piccole che poi, chiuse
ermeticamente, vanno conservate in frigorifero.
Questo elisir può essere conservato per molti anni. Più
riposa, più aumenta il suo effetto.
La seguente ricetta fu trovata tra gli appunti del Dr.
Samst, celebre medico svedese e rettore della facoltà di
medicina, deceduto all'età di 104 anni in seguito ad un
incidente mentre cavalcava.
Preparazione: 10gr. di Aloe vera o polvere di assenzio; 5gr. di mirra; 0,2gr. di
zafferano; 10gr. di canfora naturale (cinese); 10gr. rabarbaro radice; 10gr. curcuma
radice; 10gr. di manna; 10gr. teriaca veneziana; 5gr.carlina radice; 10gr. angelica
radice.
Macerare in 1,5 lt. di acquavite di grano o di frutta a 40°, lasciandola per 15
giorni al sole o vicino ad una fonte di calore. Scuoterla ogni giorno prima di filtrarla
per il travaso in una bottiglia più piccola e scuoterla ogni volta prima di usarla.
Assumere ogni giorno 1 cucchiaio al mattino ed uno al pomeriggio lontano dai pasti.
PINOLO
dolce (Pinus pinea, Piancee)
Frutto del pino da pinoli, si trova nelle pigne ed è costituito dal 45% di olio e
dal 30% di sostanze albuminoidi. Molto nutritivo.
PINO MONTANO o PUMILIO anche
PINO MUGO (Pinus Pumilio Lambert Willd.) Ramette e Gemme.
Specie molto polimorfa; e' la conifera piu'
dotata di grande variabilita' di portmento: a volte si
presenta in forma arborea, somigliante al Pino
silvestre, a volte assume forma cespugliosa o, ancora,
con tronco strisciante.
Il Pino montano e' praticamente un nome collettivo
sotto il quale si possono distinguere tre specie:Pinus
uncinata (P. uncinato) a portamento di solito arboreo
alto fino a 20m.; il Pinus mughus (P.mugo)a portamento
arbustivo, prostrato con rami sdraiati e ascendenti
verso l'apice; e Pinus Pumilio (P.pumilio)con forma
intermedia tra le due specie precedenti.
Si puo' trovare nelle Alpi, negli Appennini, nei
Carpazi,Pirenei e Balcani. Specie moderatamente lucivaga
, microterma e basifila predilige i terreni calcarei
dolomitici, e' resistente al gelo e al vento.
Utile in: tutte le affezioni dellapparato respiratorio e polmonare.
Antisettico per le bronchiti, tracheiti, faringiti, ecc. Diuretico, balsamico,
espettorante, colecistiti, litiasi biliare, infezioni in genere, rachitismo, impotenza,
infiammazioni renali, uretriti e cistiti
catarrali, impotenza, infezioni in genere.
Le gemme di pino
montano agiscono sul sistema osteoarticolare rallentando
l'usura della cartilagine e rafforzando la trama ossea.
Per questo è uno dei rimedi migliori per l'artrosi,
osteoporosi senile; osteoporosi post-menopausa;
reumatismo cronico degenerativo.
Dosi: 50 - 60 gg 3 volte al dì.
Uso esterno: Sinusiti, influenza, affezioni polmonari.
PINO MARITTIMO
(Pinus pineaster Alton)
E' un'albero sempreverde con chioma
ombrelliforme che può raggiungere i 20 m di
altezza. Presenta una corteccia spessa e
profondamente fessurata e lunghe foglie
aghiformi di colore verde scuro. Il frutto è
una pigna di forma allungata con squame
legnose. si possono utilizzare diverse parti
dell'albero, ma particolarmente la
corteccia.
Tra le diverse specie del Pino, una
particolarmente diffusa e importante è
quella del pino marittimo, nome comune per
pinus pinaster, anch'esso come ovvio
appartenente alla famiglia delle Pinaceae.
Quest'albero è originario delle coste del
Mediterraneo, ma anche dalle coste
atlantiche di Spagna e Portogallo. Nel
nostro paese il pinaster è particolarmente
diffuso lungo le coste tirreniche e forma
sia boschi in cui è l'albero predominante,
sia altri, misti, in cui la sua presenza è
affiancata a quella del pino domestico e del
cipresso. Ha i caratteri comuni del pino e
una corteccia spessa, molto rugosa, con un
colore marrone scuro screziato di sfumature
tendenti al viola. Negli alberi con un età
avanzata è molto apprezzato l'effetto di
colore che si crea sulla corteccia, dove
vanno a mischiarsi in modo armonioso le
tonalità marrone, rosso e porpora.
Nella corteccia del Pino marittimo sono
presenti flavonoidi oligomerici appartenenti
al gruppo delle procianidine, acidi fenolici
(acido caffeico, acido ferulico, acido
vanillico, acido gallico e acido fumarico),
glucosidi flavonici (daidzina e genistina).
Dalle gemme e dai rametti delle varie specie
di pino si ricava un’essenza ricca in pinene
e borneolo dalle proprietà balsamiche; dal
tronco si ottiene infine un’oleoresina dalla
cui distillazione si ricavano trementina e
colofonia.
Utile per lenire i disturbi di natura
infiammatoria
era noto già ai tempi di Ippocrate (400
a.C.), e si ritrova molto più tardi nel
manuale di terapia medica Thesaurus
Medicaminum (1479), nel quale il Pino
marittimo era citato come rimedio nel
trattamento di piaghe e dermatiti.
Gli estratti di Pino marittimo possiedono
una potente attività antiossidante, in grado
di neutralizzare i radicali liberi (formando
dei fenossiradicali stabili) e di
conseguenza di contrastare i processi
perossidativi a carico dei fosfolipidi delle
membrane cellulari. Accanto all’attività
antiossidante, inoltre, l’estratto di Pino
marittimo è caratterizzato da marcate
proprietà antiinfiammatorie e
capillaroprotettrici.
È stato inoltre dimostrato che l’estratto
della corteccia di Pino è in grado di
stimolare la biosintesi delle principali
proteine strutturali del derma (collagene ed
elastina) e di proteggerle dalla
degradazione attraverso l’inibizione degli
enzimi proteolitici collagenasi ed elastasi.
Grazie alle loro proprietà antiossidanti ed
elasticizzanti cutanee, sono particolarmente
indicati nella formulazione di cosmetici per
la prevenzione ed il trattamento
dell’invecchiamento cutaneo – come creme e
fluidi viso-decolletè e contorno occhi – e
più in generale di tutti quei prodotti
destinati alla protezione della pelle
dall’azione aggressiva dei radicali liberi.
Ronzii, fischi all’orecchio… l’acufene si
può alleviare con il pino - 26/10/2010
Un estratto di corteccia di pino marittimo
francese può alleviare i sintomi dell’acufene.
Lo studio
L’acufene, detto anche tinnitus è un
disturbo dell’udito contraddistinto da
fischi, ronzii, fruscii, crepitii, soffi,
pulsazioni ecc. che si sentono di continuo.
Questo li rende particolarmente fastidiosi
e, spesso, rendono difficile conviverci e
vivere bene.
Si può stare davvero male se si soffre di
questo disturbo e sovente non si sa bene
come combatterlo. Esistono tuttavia diversi
metodi per contrastarlo: si va dalle terapie
farmacologiche, all’intervento psicologico,
fino ad arrivare a soluzioni più dolci come,
per esempio, l’oggetto di questo studio.
Pubblicato sulle pagine di Panminerva
Medica, questo studio suggerisce come
l’estratto di corteccia di pino marittimo
francese possa migliorare il flusso
sanguigno all’interno dell’orecchio, recando
sollievo dai sintomi dell’acufene.
I ricercatori dell’Università di
Chieti-Pescara, coordinati dal dottor Gianni
Belcaro hanno valutato l’azione di questo
estratto. «Un flusso di sangue alterato
nell’orecchio è una causa comune per l’acufene,
una condizione preoccupante e molto
debilitante che può influenzare la salute
globale e la qualità della vita. Con poche
soluzioni disponibili per il trattamento,
questo studio ci ha dato l’opportunità di
esplorare una soluzione naturale per i
sintomi da acufeni e le sue cause», dichiara
Belcaro.
Per arrivare alle loro conclusioni, i
ricercatori hanno esaminato 82 persone di
età compresa tra i 35 e i 55 anni con
diagnosi di acufene, da lieve a moderata, da
un solo orecchio.
L’analisi è durata quattro settimane. Per
mezzo di una ecografia ad alta risoluzione
si è scoperto che l’acufene era causato da
un limitato apporto di sangue all’orecchio
interno.
I pazienti sono poi stati suddivisi in tre
gruppi: gruppo A, gruppo B e gruppo di
controllo. Il gruppo A era formato da 24
persone a cui è stato somministrato
l’estratto di corteccia di pino nella misura
di 150 mg/giorno. Il gruppo B era formato da
34 persone a cui è stato dato l’estratto
nella misura di 100 mg/giorno. Infine, agli
appartenenti al gruppo di controllo, 24
persone, non è stato dato l’estratto di
pino. Nessuno dei partecipanti aveva
precedentemente assunto farmaci contro i
sintomi dell’acufene.
All’inizio dello studio sono stati misurati
i valori della pressione sanguigna di tutti
i partecipanti.
In questo modo, dopo le quattro settimane di
trattamento con l’estratto di corteccia di
pino, si è potuto constatare che la velocità
del flusso sanguigno all’interno
dell’orecchio era aumentata, con risultati
significativi maggiori negli appartenenti al
gruppo A, rispetto a quelli del gruppo B che
avevano ricevuto una dose inferiore. Nessun
cambiamento significativo è stato misurato
nel gruppo di controllo.
La migliore circolazione sanguigna misurata
è stata affiancata da una riduzione dei
sintomi dell’acufene. Questo, a detta dei
ricercatori, dimostra che l’efficacia del
rimedio è dose dipendente: ossia una
maggiore dose dà risultati più evidenti.
«Lo studio indica chiaramente la capacità
[del rimedio] di migliorare la funzione
vascolare e il ripristino di perfusione di
sangue cocleare, che a sua volta riduce la
gravità dei sintomi degli acufeni», conclude
Belcaro.
Estratti
di pino: un nuovo test per gli acufeni
Ricercatori italiani guidati da Gianni
Belcaro dell’Università di
Chieti-Pescara stanno sperimentando una
molecola estratta dalla corteccia del
pino marittimo francese per curare l’acufene,
i fastidiosi ronzii alle orecchie anche
conosciuti con il nome di tinnito.
l segreto del pino è un antiossidante
naturale che migliora il flusso di
sangue all’orecchio, che sembra essere,
in alcuni casi, la causa di una scarsa
percezione uditiva. "Un flusso di sangue
alterato è una causa comune per l`acufene
- spiega Belcaro, autore dello studio
pubblicato su Panminerva Medica -, una
condizione molto debilitante che può
influenzare la salute e la qualità della
vita".
Lo
studio è stato condotto su 82 pazienti
tra 35 e 55 anni affetti da un acufene
moderato ad un solo orecchio, curati per
quattro settimane. L’ecografia ha
dimostrato che i fischi erano associati
ad un apporto limitato di sangue
nell’area cocleare, nell’orecchio
interno. Dopo il trattamento, il rumore
di fondo, indice della gravità dell’acufene,
si era ridotto di circa un terzo nei
pazienti che hanno ricevuto la dose più
elevata di estratto vegetale, rispetto
al gruppo di controllo trattato con un
placebo per il quale i sintomi sono
rimasti invariati. - By Cosimo Colasanto
L'estratto
di pino marittimo è in grado di
difendere i reni dall'attacco
dell'ipertensione.
Questa l'ipotesi di una ricerca
dell'Università degli Studi G.
D'Annunzio (Pescara), diretta dal dottor
Gianni Belcaro e pubblicata su "Journal
of Cardiovascular Pharmacology and
Therapeutics".
Gli studiosi hanno preso in esame 55
malati ipertesi, con riduzione della
funzione renale ed un livello medio di
proteine urinarie di 89mg/24h (il valore
normale si attesta intorno ai 30mg/24h).
Tali soggetti sono stati divisi in 2
gruppi: il primo ha ricevuto solo un
ipertensivo, il secondo anche il
pycnogenolo, un estratto della corteccia
del pino marittimo.
Dopo 6 mesi d'osservazione, si è così
notato come quelli del secondo gruppo
avevano un livello di proteine urinarie
pari a 39mg/24h, ossia la metà rispetto
ai 64mg/24h di coloro che erano stati
curati soltanto con l'anti-ipertensivo.
In più, l'estratto di pino aveva anche
ridotto i danni renali provocati
dall'ipertensione e migliorato il flusso
sanguigno.
Conclude allora il dottor Belcaro: "I
risultati di questo studio hanno
dimostrato che il pycnogenolo è utile
non solo per ridurre la pressione
arteriosa, ma anche per alleviare i
danni renali causati da ipertensione
cronica. L'estratto di pino rappresenta
dunque una soluzione naturale per i
problemi che interessano l'intero
sistema cardiovascolare".
Fonte: Maria Rosaria Cesarone, Gianni
Belcaro, Stefano Stuard, Frank Schönlau,
Andrea Di Renzo, Maria Giovanna Grossi,
Mark Dugall, Umberto Cornelli, Marisa
Cacchio, Giuseppe Gizzi, and Luciano
Pellegrini, "Kidney Flow and Function in
Hypertension: Protective Effects of
Pycnogenol in Hypertensive Participants—A
Controlled Study", Journal of
Cardiovascular Pharmacology and
Therapeutics 2010, DOI:
10.1177/1074248409356063
L’estratto di corteccia di pino non ha
benefici per il cuore – Tratto da:
Istituto Superiore di Sanità - 27
settembre 2010
Secondo ricercatori Usa gli studi che
suggeriscono l’uso dell’estratto di
corteccia del Pinus pinaster per
abbassare la pressione sanguigna, non
sono corretti.
Gli studiosi della
Stanford University in California
hanno studiato un prodotto giapponese in
130 soggetti sovrappeso e con pressione
elevata che non avevano fatto uso di
medicinali: metà dei volontari ha preso
una pillola vuota, gli altri una dose di
200 mg di estratto di corteccia di pino.
In
questi pazienti con rischio
cardiovascolare l’integratore
dall’effetto antiossidante, non ha
ridotto la pressione e non ha diminuito
gli altri fattori di rischio. "Il
meccanismo antiossidante è concepito per
interferire con vari meccanismi
biologici che sono all’origine
dell’aumento della pressione" ha
dichiarato il dr. Randall Stafford nello
studio pubblicato su
Archives of Internal Medicine, "ma
nessuna differenza è stata registrata
tra il gruppo che ha utilizzato
l’estratto e il gruppo placebo per
quanto riguarda i valori arteriosi e i
fattori di rischio come colesterolo,
peso corporeo e glicemia", ha aggiunto
Stafford.
L’uso dell’estratto ritenuto capace di
migliorare le condizioni del sistema
cardiovascolare, non ha prodotto i
benefici sperati.
Secondo Stafford "visto che molti
miliardi di dollari vengono spesi per
prodotti di cui non si conoscono
efficacia o sicurezza, sarebbe opportuno
che l’FDA
indaghi maggiormente sugli integratori
per fornire più corrette indicazioni ai
consumatori che devono poter scegliere
con maggiore consapevolezza i loro
prodotti". Reuters Health
PISELLO (Pisum sativum Leguminose) Proveniente dalle
Indie, conosciuto dagli Egizi e dagli Ebrei nellantichità. Molto nutriente, ricco
di azotati e glicidico, conferisce consistenza alle feci sfatte, ma produce flatulenze se
cotto. Meglio consumarlo nelle insalate miste, giovane e crudo, cotto diviene leggermente
indigesto.
Da fresco è composto da acqua 78%,
protidi 6,7%, glicidi 13%, cellulosa 2%, grassi 0,5%, ceneri 0,8% con magnesio, cloro,
potassio, zolfo, fosforo, potassio, ferro, calcio, silicio, rame, zinco, cobalto, nichel,
zuccheri, stereoli, acido ossalico, vitamine A, B1, B2, B6, colina, inositolo, C, E,
citrina antiemorragica, amminoacidi valina, leucina, fenelalanina, triptofano,
treonina, metionina, arginina, istidina, lisina;
Proprietà: Favorisce levacuazione intestinale, energetico controindicato
nelle enteriti.
Controindicato per lalto contenuto di purine, agli artritici, obesi,
diabetici, gottosi, calcolosi biliare ed ai sedentari.
PISTACCHIO (Pistacia Vera,
Anacardiacee)
Frutto nutriente; Contiene: materie grasse, 45%, proteiche 22%, estrattive 17%,
acqua 8%, cellulosa 3%, ceneri 5%.
PLANTAGO
(Piantaggine maggiore - Plantago maior - Famiglia delle
Plantaginaceae ) - E’ una pianta erbacea perenne, la
pianta non possiede fusto, ha solo uno o più scapi senza
foglie alti fino a 30 cm, che portano al loro apice
l'infiorescenza. L’infiorescenza è una spiga composta da
numerosi fiori.
La Piantaggine cresce un po’ dovunque dal mare alla
regione alpina; si trova nei prati, nei campi, lungo le
strade e in tutti i luoghi erbosi.
Si utilizzano il succo fresco, le foglie, le radici ed i
semi. Il succo delle foglie viene usato contro la
puntura degli insetti, le radici grattugiate per il mal
di denti; Le foglie si raccolgono, ben sviluppate, da
giugno ad agosto; i semi si ottengono recidendo le
spighe in agosto-settembre, quando cominciano a
imbrunire.
Le foglie si essiccano all’ombra e si conservano in
sacchetti di carta o tela. Le spighe essiccate si
battono per separarne i semi: questi si setacciano per
eliminare le parti estranee e si conservano in
recipienti di vetro o porcellana al riparo dall’umidità.
E' utilizzata per il suo succo fresco, per le radici e
per i semi.
Proprietà: Calmanti, rinfrescanti, depurative,
astringenti, anti infiammatorie, emollientidiuretiche,
emollienti. (Droga usata: foglie e semi).
Principi attivi: mucillagini, sostanze amare, tannini e
il glucoside aucubina. Le foglie della Piantaggine hanno
valida applicazione come astringenti intestinali nelle
diarree, stimolano blandamente la diuresi e leniscono il
mal di gola e le infiammazioni delle mucose orali.
Per uso esterno, sotto forma di decotto o di cataplasma,
esse esercitano un’azione antinfiammatoria e
antipruriginosa che è utile in particolare per le
tracheiti e le gengiviti, per le piccole ustioni,per
fenomeni acneici e per le punture di insetti. I semi
agiscono come regolatori intestinali e decongestionanti
nelle infiammazioni intestinali e bronchiali.
POLLINE dei FIORI vedi Prodotti
dellAlveare
POLVERI MEDICAMENTOSE Si
preparano triturando finemente le piante essiccate, con laiuto di un piccolo mulino
adatto oppure di un mortaio manuale.
Queste polveri possono essere additivate alle acque per bagni, o nelle soluzioni da
bere o mescolate con i cibi, come spezie.
Gli antichi, sopra tutto gli Egizi, usavano prendere i prodotti macerarli e la
rimanenza del macerato veniva bruciata e ridotta in polvere la quale veniva rimessa nel
macerato.
POMODORO (Lycopersicum
esculentum, Solanacee)
Contiene: sali minerali fosforo, ferro, bromo, vitamine A, B1, B2, B6, C, K,
carotenoidi e nutrienti vari; Consumare solo crudo ed in genere in piccole quantità; fare attenzione sopra tutto quando è cotto, perché
i costituenti variano di qualità e facilmente diviene
indigesto generando digestioni acide, quindi nocive. Meglio eliminare la
buccia.
Comunque e' un frutto utile:
PROPRIETA’ e BENEFICI
Formato per circa del 93% di acqua e povero di calorie,
il pomodoro costituisce una preziosa fonte di sali
minerali (in particolare citrati, tartrati e nitrati,
potassio, ferro per il sangue e fosforo), acido folico e
vitamine B e C: tutte sostanze che svolgono un’ azione
disintossicante e di rigenerazione dei tessuti.
Alcuni studi recenti hanno evidenziato le proprietà
antiossidanti e antitumorali del pomodoro; è inoltre
indicato per chi soffre di gotta, astenia, reumatismi,
uremia, ipertensione, nefrite, stitichezza. Il pomodoro
facilita la digestione dei cibi che contengono amidi e
calma le
infiammazioni
dell’apparato digerente e intestinale.
CONTROINDICAZIONI
Ma c’è anche una controindicazione: come la patata, la
melanzana e il peperone, il pomodoro fa parte della
famiglia delle Solanacee guardate con sospetto da molti
naturopati perchè contengono (in concentrazioni
estremamente variabili) un noto alcaloide tossico, la
solanina, presente soprattutto nelle parti verdi.
Anche la
macrobiotica suggerisce l’astensione di questi
alimenti considerati troppo yin.
Di contro, se ben maturo, il pomodoro è ricco di
licopene, un potente antiossidante, è tuttavia
sconsigliato a chi soffre di calcoli renali da ossalati.
POMPELMO
(citrus
decumana, Rutacee)
Contiene: Acido citrico e folico, zuccheri, olio essenziale (citral, pinene,
limonene, pectina, alcool, ricco di vitamina C, P, pectina; utile per normalizzare i
valori dellematocrito. Proprietà: Diuretico, favorisce il drenaggio epatico,
depurativo, eupeptico, antiemorragico, rinfrescante.
Utile in: Artritismo, anoressia, dispepsia, pletora ed
intossicazione, oliguria, fragilità capillare, affezioni polmonari e febbrili. Bere il
suo succo 3 volte al dì 1 bicchiere.
Estratto
di semi di Pompelmo:
Scoperto nel 1963 dal medico
Jacob Harich, l'estratto di semi di pompelmo viene usato
nel trattamento di patologie di uomini, animali e piante.
Le proprieta' dell'essenza sono state scoperte per caso:
il dottor Harich noto' che i semi di pompelmo non si
decomponevano, grazie alla capacita' di distruggere ogni
microorganismo dal quale venivano aggrediti.
L'estratto di semi di pompelmo e' un antibiotico,
antisettico, disinfettante e viene impiegato come
conservante nei cosmetici.
Non e' un elemento tossico, non inquina ed e'
biodegradabile. Agisce come gli antibiotici, ma in piu' e'
utile contro virus, funghi e altri parassiti. E' stato
verificato che l'estratto di semi di pompelmo e' efficace
contro 800 tipi di batteri e 100 varieta' di funghi e non
danneggia la flora batterica intestinale.
Questa sostanza e' ricca di bioflavonoidi e glucosidi, tra
i più efficaci elementi antiossidanti.
Ha proprieta' coagulanti, emostatiche, antinfiammatorie e
antiallergiche. E' inoltre particolarmente efficace nel
trattamento della Candida
Albicans.
L'estratto di semi di pompelmo, per uso esterno, viene
usato in certi casi, anche come disinfettante negli ospedali.
Il prodotto puro ha consistenza vischiosa, e' di color
giallo ambra e ha gusto sia amaro che acido,
caratteristica che rende ideale il preparato per la
medicina cinese e per quella ayurvedica.
Pura glicerina naturale viene aggiunta all'estratto per
ridurre l'amaro e l'acidita' e per ridurre la possibilita'
di irritazioni da contatto.
L'estratto di semi di pompelmo può essere impiegato per:
raffreddore e influenza; laringiti, tracheiti, tonsilliti
e bronchiti); Candida Albicans e altre micosi; disturbi
dell'apparato digerente; infezioni delle mucose e della
pelle.
SEMI di POMPELMO - PROPRIETA'
I semi di pompelmo contengono bioflavonoidi e naringina,
isosakuranetina, neoesperidina, esperidina,
diidrocanferolo, quercetina, canferolo, apigenina
rutinoside ecc. Piu alcune proteine. L' estratto viene
ricavato dai semi e dalla polpa disidratata.
Per l' estrazione vengono impiegate glicerina o grasso
di cocco, non si tratta di una semplice estrazione, ma
di una serie di processi durante i quali si formano
nuovi legami chimici. Per esempio i bioflavonoidi
vengono trasformati in legami quaternari, questi legami
esercitano una potente azione inibente vero i batteri,
funghi, parassiti e alcuni virus, mantenendo una
btossicita' estremamente bassa nei confronti dell' uomo
e degli animali come dimostrato in numerosi studi e test
di laboratorio.
I risultati delle ricerche indicano che l'estratto dei
semi di pompelmo agisce su 800 ceppi di batteri fra i
quali: salmonella, e.Coli, vibrio cholerae, staph, strep,
lysteria, shigella dysenteriae, clamydia etc., virus, su
circa 100 ceppi fi funghi e molti parassiti
monocellulari.
Dagli studi effettuati risulta che l' estratto dei semi
di pompelmo esercita attivita' antimicrobica a una
concentrazione di 1 a 1000. Un gruppo di ricercatori nel
1989/90 provo' la loro attivita' su 773 ceppi batterici
e 93 ceppi di funghi e fece un confronto con 30
antibiotici e 18 antimicotici. Il risultato fu che'
lazione dei semi era uguale a quella delle altre
sostanze esaminate.
Ricerche scientifiche hanno dimostrato che il limite
oltreil quale si rischia l'intossicazione e' 4000 volte
superiore alla dose normale di 10-12 gocce. Un individuo
di 80 chili ne dovrebbe ingerire 1,3 litri per avere una
intossicazione.
L'estratto allegerendo, grazie all' azione
antimicrobica, il lavoro del sistema immunitario
contribuisce a rafforzarlo. Generalmente non genera
allergie , ma le persone con allergia verso gli agrumi
potrebbero essere sensibili all' estratto di semi di
pompelmo.
L'estratto e' impiegato nelle forme influenzali, nelle
infezioni gastrointestinali da batteri , virus e funghi,
nelle parassitosi, nelle ulcere e gastriti sostenute
dall' helicobcter pylori, nel trattamento della candida(
saccaromiceta che normalmente si sviluppa nell'intestino
senza provocare danni , se il
sistema immunitario
si indebolisce, questo fungo puo' proliferare e emigrare
in altri organi come rene, polmoni, pelle e altre mucose
causando notevoli danni.
Ad esempio, flatulenze, colite, ulcere dell'apparato
digerente, disturbi femminili come dolori mestruali,
fibrosi, disturbi maschili, come prostatite, allergie,
asma, sinusite ecc. Questi disturbi vengono provocati
dalle tossine della candida che ne produce circa un
centinaio. Una di queste, puo' provocare alterazioni
ormonali, altre ai nervi, inoltre la candida puo
produrre alcool. Le diverse tossine sovraccaricano
inoltre il lavoro del fegato.
INDICAZIONI
Infezioni batteriche da samonella, e.coli, vibrio
cholerae, staphilococchi, streptococchi, lysteria,
shigella dysenteriae, clamydia; affezioni intestinali da
protozoi (entamoeba hystolytica, giardia lambia)¨;
infezioni vaginali croniche da candida; malattie da
raffreddamento, influenza; disturbi del tratto gastro
intestinale (colite ulcerosa, soprattutto se associata
alla presenza di patogeni quali shigella, giardia
lamblia, amebe)¨ "diarrea" del viaggiatore, come
preventivo e curativo; squilibri della flora intestinale
(in associazione con lactobacillus acidophylus,
lactobacilus rhamnosus, bifidobacterium); potenziamento
delle difese immunitarie (in associazione con estratti
di echinacea, uncaria,tabebuia, astragalo.
NOTE
Ricerche tossicologiche confermano che gli estratti dei
semi di pompelmo non presentano alcuna tossicità alle
dosi consigliate né a breve né a lungo termine.
Soltanto il 3-5 % dei pazienti non tollera bene
l'acidità tipica dell'estratto. In questi casi si
consiglia di assumere l'estratto a stomaco pieno
iniziando il trattamento con il dosaggio minimo, per poi
aumentarlo. Sconsigliato agli allergici agli agrumi
Ld50: 5000 mg/kg"
Tratto da:
http://www.cento-fiori.it/pag.schede/PR/pompelmo.html
ESTRATTO dai
SEMI di POMPELMO
Dai semi di pompelmo si ricava un
estratto dalle mille funzioni salutari,
che offre proprietà battericide,
fungicide, antivirali, antiparassitarie,
disinfettanti, antiossidanti; la sua
efficacia stupirà proprio perchè è forse
l’unico prodotto in commercio con tutte
queste caratteristiche.
Per ottenere il massimo di efficacia è
bene diluirlo sempre in acqua o in
tisana o nel succo di frutta (attenua
così il gusto amaro); per uso esterno si
può diluire anche con olio.
Per chi soffre di colite o gastrite è
bene iniziare con il dosaggio min. 5
gocce, dopo i pasti, per arrivare al
dosaggio di max12 gocce, aumentando di
una goccia ad ogni somministrazione; si
evita in questo modo un’eventuale azione
irritante e si arriva addirittura alla
scomparsa della colite e gastrite.
Ecco alcuni esempi di utilizzo
dell’estratto di semi di pompelmo:
- mal di gola, raucedine, faringite,
laringite, tonsillite,tosse,
raffreddore, febbre, influenza,
sinusite, otite : da 5 a 12 gocce per
2-3 volte al dì in acqua ( per la gola
fare anche gargarismi);
- stomatite, aftosi orale, mughetto,
alitosi, placche dentarie, gengivite,
mal di denti, carie, estrazioni dentarie
: da 5 a 12 gocce diluite in acqua fare
risciacqui e poi deglutire per tre al
dì;
- gastrite e ulcera: 5 gocce per 3 al dì
diluite in acqua dopo i pasti e
aumentare gradualmente fino a 12 gocce
per tre al dì per almeno un mese di
seguito;
- candida albicans, vaginiti, parassiti
vaginali, micosi vaginale: mettere 3/4
gocce di estratto di semi pompelmo in
acqua con 5/6 gocce di O.E. di Malaleuca
e lavare esternamente ogni
giorno:attenzione non usare il prodotto
puro!!! Fare irrigazioni vaginali con
2/3 gocce di estratto e 15 gocce di O.E.
Malaleuca con 250 ml. di acqua 2 volte
al dì per i primi 3 giorni poi 1 volta
al dì per altri 3/6 giorni. Nell’ultimo
ciclo del lavaggio della biancheria
intima (anche del partner) aggiungere 20
gocce del prodotto. Come prevenzione si
possono fare irrigazioni per 1/2 al mese
e lavaggi esterni per 1/2 la settimana..
Per il partner fare il bagno esterno con
3/4 gocce diluite in acqua 1/2 al dì;
bagnare sul pene, glande compreso, con
10 gocce di estratto in olio di sesamo o
di oliva (circa 50/70 ml.) per 1/2 al dì
dopo il lavaggio.
Assumere il prodotto per via
interna:5/12 gocce per tre volte al dì
in acqua dopo pasti (per entrambi);
- diarrea, infezioni intestinali, dolori
addominali, nausea, vomito: usare 5/12
gocce per 2/3 al dì in acqua associato a
fermenti lattici ad alta concentrazione;
- acne, brufoli, punti neri, impurità
della pelle: inumidire la pelle della
zona da trattare con acqua, strofinare
2/3 gocce di estratto sulle mani ben
bagnate e massaggiare la zona, lasciare
agire per qualche minuto e poi
risciacquare;
- forfora, dermatite seborroica, prurito
sul cuoio capelluto:prendere una dose di
shampoo (meglio Vitanova Olioderbe
propoli) nel palmo della mano e
aggiungere 5/10 gocce di estratto e
lavarsi i capelli meglio se con cute
asciutta, lasciare agire per 5 minuti il
prodotto a contatto con i capelli e la
cute e poi risciacquare abbondantemente.
Se necessario usare dopo lo shampoo una
lozione preparata con 20 gocce di
estratto diluito in acqua in una tazzina
da caffè; attenzione evitare il contatto
con gli occhi;
- psoriasi, licheni, fuoco di S.
Antonio, eczemi: mescolare 10 gocce di
estratto con una tazzina da caffè con
olio di borragine e trattare la parte
interessata 2 volte al dì;
- micosi del piede: se la parte
interessata non è molto sensibile si può
usare l’estratto puro (1 o 2 gocce al
massimo), altrimenti deve essere diluito
con O.E. di Malaleuca (10 gocce di
ciascuno) in una tazzina di acqua o
glicerina, fare lavaggi per 2 volte al
dì;
- sudorazione de lpiede, cattivo odore:
pediluvi caldi con 50 gocce di estratto;
- occhio di pernice: 1 o 2 gocce di
estratto puro localmente 1 o 2 volte al
dì;
- verruche: levigare e raschiare le
parti cornee 1 volta alla settimana con
una limetta ruvida o pietra pomice e
versare sulla verruca 2/3 volte la
settimana una goccia di estratto oppure
il liquido " porri e verruche" a base di
Thuia e estratto di pompelmo 1 volta al
dì;
- callosità: pediluvio di 10 minuti con
acqua calda e 30 gocce di estratto poi
usare la lima ogni giorno per 3/6 giorni
fino a miglioramento;
- herpes: bagnare localmente con O.E. di
Malaleuca, con il 20% di estratto di
semi di pompelmo preparato dal
farmacista.
- parassiti intestinali, vermi,
ascaridi, ossiuri: 5/12 gocce per 2/3
volte al dì in acqua per un mese."
Tratto da:
http://fiocco59.altervista.org/semi_pompelmo.htm
Tra l'altro, ho chiesto
personalmente, in alcune erboristerie,
questo estratto, ho avuto risposte poco
piacevoli: ritirato dal mercato, perche'
hanno ritrovato presunte tracce di
antiparassitari.
Infatti occorre che il pompelmo derivi
da agricoltura biodinamica e non abbia
subito delle manipolazioni chimiche per
l’estrazione delle sostanze nobili.
ECHINACITRUS
Non possiamo più vendere l’Echinacitrus
perché contiene l’estratto di semi di
pompelmo che è stato sequestrato dai
NAS in tutta l’Italia per la
presunta presenza di una sostanza che si
chiama
cloruro di benzetonio (benzetonium
chlorid).
Questa molecola sarebbe pericolosa per
la salute. Come alternativa abbiamo l'Echinabiocitrus.
Si tratta di una vecchia diatriba
sull’estratto di semi di pompelmo i cui
fatti non sono molto chiari.
Tipi diversi di analisi sullo stesso
lotto di prodotto portano a contenuti di
cloruro di benzetonio molto diversi,
inoltre in alcuni lotti si trovano al
suo posto altre molecole contenti cloro.
I più comuni metodi di analisi hanno
bisogno di una interpretazione e senza
avere uno standard di riferimento
adeguato si possono giungere facilmente
a risultati del tutto errati, come
evidentemente in questo caso avviene.
Solo analisi della struttura molecolare
potrebbero stabilire con sicurezza di
quale composto chimico si tratta, ma
sono analisi molto costose che
comunemente non vengono effettuate.
I produttori dell’estratto assicurano,
anche per iscritto, che non contiene
cloruro di benzetonio, ma non rendono
pubbliche le analisi che lo
proverebbero. Gli avversari
dell’estratto invece sostengono che i
produttori aggiungono questa o sostanze
simili per conferire efficacia al
prodotto.
Secondo noi questi fatti si spiegano in
questo modo: il processo d’estrazione a
caldo con l’aggiunta di cloruro
d’ammonio fa si che il cloro si leghi a
vari componenti del pompelmo e formi
cosi vari composti di cloro simile al
cloruro di benzetonio.
Il tipo di composto che si forma di
volta in volta dipenderà anche dalla
composizione del pompelmo di turno. In
parte potrebbe trattarsi anche di
cloruro di benzetonio, ma sarebbe di
origine naturale e comunque incluso in
un ampio complesso di sostanze che
modificano le sue proprietà.
Non sarebbe la prima volta che viene
vietato un prodotto di origine vegetale
perché contiene una molecola che isolata
e prodotta sinteticamente è tossica, ma
all’interno di un complesso di sostanze
naturali perde la sua tossicità e
diventa curativa.
Basta pensare alla polemica sul basilico
che secondo il Prof. Veronesi (ex
Ministro della Sanità) contiene una
sostanza cancerogena e perciò andrebbe
vietato o geneticamente modificato. Ma
intanto i genovesi non si sono estinti e
se si andasse a cercare molecole
cancerogene le si troverebbero nel
pomodoro, nelle patate e forse in
qualsiasi altra pianta. Abbiamo notato
strane coincidenze intorno all’estratto
di semi di pompelmo. Da circa un anno lo
commercializza anche la Bayer.
La prima pandemia mediatica virtuale è
appena passata con un’impennata
incredibile della vendita dei due
farmaci antivirali esistenti, che tra
l’altro hanno dimostrato che non
funzionano per l’influenza aviaria, ed è
facile prevedere che la seconda pandemia
mediatica partirà probabilmente a
settembre di quest’anno. E’ semplice
immaginare che l’estratto di semi di
pompelmo con le sue straordinarie
proprietà antivirali da una parte faccia
paura a chi vende antivirali inefficaci
e dall’altra parte faccia gola a chi
vede un business.
Tratto da:
http://www.remediaerbe.it/news.php?id=23
PORRI (allium porrum, Gigliacee) Pianta e radici
Contiene: Fosforo, magnesio, calcio, ferro, manganese, zolfo, silice, potassio,
sodio, essenza azotata, cellulosa, mucillagine. Possiede
qualità intermedie fra aglio e cipolle, ma in minore forza.
Proprietà: Diuretico, vermifugo con il latte, affezioni e litiasi urinarie,
lassativo, tonico nervino, antisettico, molto digeribile; Utile in: Anemie, dispepsie,
reumatismi, artrite, gotta, azotemia, obesità, arteriosclerosi; uso esterno ascessi,
foruncoli, cistiti, ritenzione durina, emorroidi, calli, duroni, piaghe, punture dinsetti (strofinare la
testa del porro tagliata in due togliendo il pungiglione), cure della pelle.
Si mangia in minestre, come verdura cotta, cruda; in decotti, macerati ( 30gr in 10
giorni di macerazione in 1 litro di vino bianco).
PORTULACA
(Portulaca oleracea, Portulaceee) Foglie
Si utilizza cruda in insalata e cotta nelle minestre; Costituita da: Mucillagine,
vitamine B, C ed Omega 3.
Proprietà: Vermifugo, depurativo, emolliente, diuretico, rinfrescante, leggermente
ipnotico, aumenta il potere coagulante del sangue, quindi adattissima ai diabetici. Utile
in: Parattitosi intestinali, oligurie, litiasi urinarie, infiammazioni digestive,
respiratorie, urinarie, emorragie.
POZIONI
Liquidi da bere nei quali sono stati sciolti i principi
attivi delle piante estratti per macerazione per infusione o per pressione.
PREZZEMOLO ( Petroselinum
sativum, Ombrellifere) Pianta intera, semi, radici, foglie Alimento medicamento, come
laglio, la cipolla, il porro, il soffione, la carota, ecc. si utilizza crudo in insalate, cotto in minestre, in decotti,
in succo fresco, in semenza, radice decotta.
Contiene: Calcio, ferro, fosforo, magnesio, sodio, potassio, iodio, rame,
manganese, zolfo, clorofilla, olio essenziale (pinene, terpene, apiolo, apeina), vitamine
A, B, molto ricco in C. Ricco di carotenoidi, flavonoidi.
Proprietà: Stimolante generale e nervoso, stomachico, disintossicante, anti
anemico, antiscorbuto, antirachitico, depurativo, vermifugo, vaso dilatatore, diuretico,
distrubi della nutrizione.
In infusione agisce contro i disturbi di fegato, litterizia, la tosse,
lasma, raffreddori; antispastico e combatte i disturbi ai genitali.
Utile in: anoressia, flatulenze, putrefazioni e parassitosi intestinali,
reumatismi, gotta, litiasi urinaria, cellulite, dispepsia, edemi, dismenorree, epatismo,
nervosimo, atonia della cistifellea, energizzante, antitumorale.
Uso esterno: lucorree, lentigini, nevralgie, oftalmie, contusioni, piaghe, punture
dinsetti, lentiggini.
PRIMULA (Primula
Veris L.) della famiglia delle Primulacee, si utilizza la radice, il
rizoma (fusto sotterraneo) ed i fiori.
Pianta erbacea perenne, le foglie sono grandi, ovate e formano una rosetta
basale; il fusto misura da 15 a 30 cm e termina in un'ombrella di fiori
gialli. Si trova nei prati e nei boschi radi delle montagne d'Europa;
successivamente si è diffusa anche in America, nelle regioni a clima
temperato.
Proprietà: La radice e il rizoma della primula o primavera odorosa
sono ricchissime di saponine triterpeniche (5-10%); la più importante è
la primulina, a cui la pianta deve la sua proprietà espettorante e
mucolitica (fluidificante delle secrezioni bronchiali). La pianta contiene
anche due eterosidi fenolici derivati dall'acido salicilico, la
primaverina e la primulaverina, che si trasformano per idrolisi in
derivati dell'acido salicilico, le cui virtù analgesiche,
antinfiammatorie e antireumatiche sono ben note.
ATTENZIONE ! Alcune varietà, che crescono in vaso o nei giardini,
hanno le foglie rivestite da peli urticanti che possono provocare
irritazioni delle pelle e anche reazioni allergiche.
Le due applicazioni più importanti della RADICE della primavera odorosa
riguardano:
1-Malattie dell'apparato respiratorio in cui sia necessario fluidificare
le secrezioni bronchiali per facilitarne l'espulsione: bronchite acuta e
cronica, asma bronchiale e broncopolmonite ecc.; la radice è utile anche
contro i semplici catarri bronchiali e per calmare gli accessi di tosse.
L'azione fluidificante ed espettorante delle saponine della primavera
odorosa non è rilevante come quella Poligala Virginiana, ma è comunque
molto utile.
Utile nelle malattie reumatiche, gotta e, per uso esterno, come
antinfiammatorio per contusioni, distorsioni, dolori muscolari.
Oltre alla radice, anche i FIORI contengono flavonoidi e carotene (provitamina
A) e si utilizzano in caso di: emicranie e cefalee, azione antispasmodica
e sedativa; la
radice è ricca di saponine triterpeniche: (30/50gr. di radice in
1 lt. d'acqua in decozione per 15 minuti, 3 - 4 tazze al di, in
alternativa, 20/30g
di fiori in infusione in 1 lt. d'acqua fino a 5 tazze al di)
La tisana, è molto indicata per calmare i bambini nervosi o iperattivi.
Utile anche nella gotta o litiasi urinaria (calcoli, renella), per la loro
azione diuretica e depurativa; assumere insieme ad altre piante
diuretiche.
PRODOTTI dellALVEARE:
Miele vergine integrale,
Gelatina Reale (Pappa
Reale),
Polline dei fiori,
Propolis,
Miele.
vedi anche:
Le Meraviglie delle API
I prodotti dellalveare (luogo ove vivono e si riproducono le Api), sono
sostanze naturali che contengono in forma concentrata e prontamente assimilabile, una
vasta gamma di Principi Attivi e di sostanze dotate di attività molto complesse e
diversificate: Bioregolatrici, Biocatalizzatrici, Colinergiche, Antibiotiche, Vitaminiche,
Enzimatiche, Sali minerali ecc. Sono proprio queste sostanze, complementari o
supplementari, rispetto alla prevalente composizione in nutrienti plastici ed energetici
(zuccheri e proteine) che conferiscono ai prodotti dellalveare il carattere se non
proprio di panacea di tutti i mali, certamente coadiuvante di un programma terapeutico
aperto alla vera dietologia naturale.
Per ciò che riguarda lorigine dei prodotti dellalveare è noto che
lape opera un mirabile lavoro di elaborazione di sostanze vegetali, riciclando i
Principi Attivi in esse contenuti, aggiungendo sostanze proprie, prevalentemente durante
la elaborazione nellapparato buccale dei prodotti secreti dalle ghiandole salivari
sopra cerebrali.
Mentre nel caso del Miele si tratta di una concentrazione del nettare e della
melata; nel caso della Pappa Reale, non si tratta di una elaborazione del polline dei
fiori, ma di una produzione del cosiddetto latte delle api (che è
lalimento delle larve e dellape regina) ad opera di api che si alimentano con
il polline dei fiori; e' soprattutto un prodotto proteico - non conosciamo
tutte le sostanze entro contenute - derivante dalla super
produzione di polline delle api stesse a favore dell'ape
regina.
I
flavonoidi costituiscono la più importante classe
dei
polifenoli e comprendono circa 500 composti
responsabili dell’attività antibatterica, anti
infiammatoria e antiallergica.
Il miele e' riconosciuto
fin dall'antichita' avere delle proprieta' nutrizionali
e terapeutiche, alcune si sono tramandate fino ad oggi:
es.
in
Germania le ferite si curano con il miele. In 23
ospedali tedeschi si utilizzano preparati a base di
miele sterilizzato per curare le ferite ed e' meglio di
qualsiasi sciroppo per la tosse (vedi gli studi del Penn
State College of Medicine).
Dal confronto della composizione del Polline e della Pappa Reale, ci si rende conto
che lape opera un mirabile lavoro di estrazione, di concentrazione e di
trasmutazione dei Principi Attivi contenuti nel Polline.
Nel caso del Propolis invece, si tratta nuovamente di un processo prevalente di
elaborazione delle sostanze ceroido/resinose che rivestono le gemme dei vari alberi
(Pioppi, Betulle, Acacie, ecc.) anche se lape le elabora con i suoi succhi salivari,
per renderle più plastiche e quindi spalmabili sulle pareti e nellinterno dei favi.
Il Propolis o la propoli è
costituita sostanzialmente da secrezioni resinose e da resine che le api raccolgono sugli
alberi. Il propolis contiene un gran numero di elementi che sono stati identificati in
polisaccaridi, terpeni, acidi uronici, acidi aromatici e altri.
Sono presenti anche
sostanze minerali, vitamine (gruppo B, vitamina A e C), amminoacidi.
Svolge un'importante azione antibatterica (proprietà che gli è stata sempre
riconosciuta anche dallantica medicina popolare), anche antiossidante e
vasoprotettivo, immunostimolante; è molto apprezzata nelle affezioni gola oltre che nel
campo dermatologico.
È un integratore di vitamina B2 (riboflavina), B5 (acido pantotenico), acido
folico.
Coadiuvante per: il mal di gola e le affezioni delle vie respiratorie (faringiti,
tracheiti, tonsilliti); le manifestazioni influenzali e malattie virali; le affezioni del
cavo orale (gengiviti, stomatiti, glossiti, afte).
Tutti questi prodotti sono ricchi di inibine e sostanze antibiotico/simili, oltre
che di fattori Probiotici.
L' ALVEARE ? = VERA FARMACIA per
Asma,
faringiti,
raffreddori,
allergie,
catarro, tosse,
ulcere,
infiammazioni, ecc.
Virtù note ai campioni dello sport: Merckx (ciclista) beveva solo
acqua e miele
È un medico. Ha usato sempre il miele, per sé, la moglie
(erborista) e i sei figli, e lo prescrive ai suoi
pazienti. Non è l'unico in Italia a curare con rimedi
naturali, ma di sicuro uno dei primi. Un pioniere.
Alessandro Formenti, 56 anni, specialista in scienza
dell'alimentazione, perfezionatosi in fitoterapia
all'università di Siena, guarisce tramite
l'alimentazione vegetariana, l'uso di erbe, piante,
risorse della natura, e di prodotti dell'alveare: miele,
polline, propoli, pappa reale, cera.
Sui suoi principi terapeutici ha pubblicato un libro con
l'Informatore Agrario, «La medicina dei semplici»; per
Mondadori, con la moglie, l'erborista Cristina Mazzi ha
pubblicato La salute in cucina; per l'editoriale
Tecniche Nuove ha dato alle stampe Alimentazione e
fitoterapia.
Formenti e la moglie abitano su di un poggio in
Valpolicella, a Cotto di Marano, e sono l'immagine della
buona salute.
Dottor Formenti, l'alveare come eccezionale laboratorio
biologico-terapeutico ?
«Il suo effetto dolcificante è molto meno importante di
quello tonificante che ha sull'organismo umano. Contano
di più, con l'assunzione, l'arricchimento di enzimi,
amminoacidi, oligoelementi, vitamine, ormoni vegetali e
piccole particelle di propoli (che ha un effetto
antibiotico) e di granuli di polline (rivitalizzante,
regolatore della prostata e antidiarroico) che contiene.
Il miele è un delicato farmaco utile in qualsiasi
situazione: ai bimbi in fase di crescita, nei periodi di
stress e surmenage, quando l'organismo ha bisogno di un
apporto supplementare di nutrienti (gravidanza,
allattamento), per le persone debilitate e anziane.
L'effetto ricostituente del miele è prezioso come
coadiuvante terapeutico in molte patologie. Per
l'apparato digerente, ad esempio. Per le patologie
dell'albero respiratorio, ha il ben noto effetto
emolliente, espettorante e blandamente antisettico. È
utile in tutte le forme infettive, è un buon coadiuvante
terapeutico per lenire le cistiti e per l'ipertrofia
prostatica degli anziani. Sulla circolazione del sangue,
visto al confronto con altri dolcificanti, il miele è
senz'altro vantaggioso: è utile contro l'arteriosclerosi
(mantiene elastiche le arterie), quale preventivo delle
varici (contiene sostanze protettrici dei vasi) e delle tromboflebiti. Aiuta a prevenire l'osteoporosi.
E nello sport ?
«Naturalmente, il miele gioca un ruolo da protagonista
nelle situazioni di superlavoro fisico: il ciclista
Merckx in gara, beveva solo acqua e miele. Gli zuccheri
del miele, con gli enzimi, le vitamine e i minerali,
liberano energia più lentamente e più a lungo rispetto
allo zucchero raffinato e forniscono ai muscoli molti
dei fattori necessari alla loro attività».
Al cervello è utile ?
«Per il sistema nervoso il miele è un supernutriente,
proprio perché è un insieme di sostanze zuccherine
parzialmente predigerite dalle api e accompagnate da
vitamine, oligoelementi e amminoacidi. Il miele ingrassa
meno di altre sostanze».
Quanto miele assumere al giorno ?
«Un dosaggio medio per persone non diabetiche è di un
cucchiaio, sia per il bimbo che per l'adulto; a stomaco
vuoto viene assorbito meglio. Il miele deve essere
assolutamente biologico, prodotto da api che si sono
nutrite del nettare dei fiori, e non di melassa o
zucchero. Deve avere le debite garanzie del controllo di
qualità sanitario e non va mai alterato termicamente,
perché perderebbe gran parte del suo patrimonio
vitaminico ed enzimatico».
Cos'è la
Propoli ? E' il miglior
antibiotico naturale, assieme all'aglio.
La
propoli è una resina che riveste le gemme di alcune
piante, come betulla, pioppo, pino, larice, olmo,
ciliegio, che le api raccolgono e modificano con le loro
secrezioni salivari e con l'aggiunta di cera.
E' anche detta "l'antibiotico naturale", uno dei rimedi
più usati durante la stagione fredda.
La propoli ha proprietà antisettiche, analgesiche e
cicatrizzanti e sopra tutto
antiifiammatorie. L'effetto
antisettico è validissimo per le terapie tipo antibiotiche, nelle forme
infettive di qualsiasi distretto dell'organismo. Nei
casi di ulcera caso la propoli, cicatrizzante e
antisettica, è doppiamente utile.
L'effetto sull'albero
respiratorio della Propolis è prezioso per
faringiti, tracheiti,
bronchiti, laringiti ecc. Utile nelle infezioni delle vie
urinarie, per squilibri della
flora batterica
intestinale e in particolare per le forme diarroiche.
L'effetto cicatrizzante antisettico è pure utile nel
trattamento delle ferite.
L'uso della propoli più
frequente è per la bocca, la gola, l'intestino e le vie
respiratorie, oltre che cutaneo".
Tosse, catarro,
Raffreddori,
Influenza
+ Cure
bambini +
Cure animali
ecc.
Meglio utilizzare la
Propoli grezza impastata con miele, come
indicato QUI:
Prendere qualche grano (4 o
5 in modo da avere la quantita' pari alla grandezza
dell'unghia del mignolo del soggetto), tenuti
preventivamente in frizer, (la parte piu' fredda
del frigo)
schiacciati in un piccolo mortaio per ridurli in
polvere, indi impastare con una puntina di miele
- la cura deve durare fino a 7 giorni oltre la
scomparsa dei sintomi del
raffreddore,
tosse, catarro,
influenza.
Il bimbo o l'adulto miglioreranno anche sotto altri
profili.
Ma in ogni caso e per ogni malattia (salvo in
caso di sospetta infiammazione all'appendice)
seguire le indicazioni per
Idro
colon terapia +
disinfiammazione
+
disintossicazione
e
riordino della
Flora
batterica intestinale ed
enzimi che in
ogni caso sono compromessi.
La scoperta e l'utilizzo della propoli hanno origini
antichissime. I primi cenni storici sul suo uso
risalgono a circa 6.000 anni fa.
I sacerdoti dell'Antico
Egitto utilizzavano questa preziosa sostanza per
mummificare le spoglie dei faraoni, mentre i medici ne
facevano uso per curare le infezioni della pelle,
dell'apparato respiratorio e come cicatrizzante e
disinfettante delle ferite. Le donne di stirpe reale,
invece, la mescolavano al latte per ricavarne lozioni di
bellezza. Ma quella egiziana non è l'unica civiltà dove
si trovano citazioni riguardanti l'impiego della
propoli. Anche i Greci, i Romani, gli Arabi e persino
gli Incas ne conoscevano le straordinarie proprietà.
Per questi ultimi, ad esempio, era un valido rimedio per
le infezioni che provocavano la febbre. La sua storia
passa, dunque, attraverso i secoli per giungere fino a
noi come un potentissimo farmaco naturale.
Negli ultimi trent'anni gli scienziati hanno messo in
evidenza i suoi componenti, i meccanismi di azione e le
proprietà biologiche, confermando in maniera scientifica
le ragioni per cui l'uomo la utilizza da così tanto
tempo per curare vari disturbi e malattie.
E' interessante osservare anche l'uso che fanno del loro
prodotto le api stesse all'interno dell'alveare.
Infatti, oltre che come materiale da costruzione, è
usata come antisettico. Viene applicata come
sterilizzante sulle pareti delle cellette, soprattutto
quelle destinate ad accogliere le uova dell'ape regina;
oppure viene depositata, per evitarne la decomposizione
putrefattiva, su animaletti penetrati all'interno
dell'arnia e uccisi dalle api stesse, quando non sono in
grado di trascinarli fuori.
La propoli che troviamo in commercio è ottenuta per
raschiamento, nella pulizia periodica delle superfici
interne dell'arnia, oppure grazie ad apposite griglie di
raccolta poste tra il nido e il tetto dell'arnia.
La composizione della propoli è molto variabile a
seconda delle stagioni, del tipo di vegetazione e dalla
razza stessa delle api raccoglitrici.
Mediamente la sua composizione chimica è la seguente:
resine e balsami 50% (tra cui acidi aromatici, aldeidi
aromatiche, acidi caffeico, ferulico, cumarico), cere
30% (contenenti anche vitamine del gruppo B, vitamina C
ed E, oltre a oli essenziali), polifenoli 10% (in
particolare flavonoidi), polline 5% e sostanze varie 5%
(Sali minerali, tra cui: calcio, rame, ferro, manganese
e altri).
I flavonoidi rappresentano la frazione più interessante
e studiata per le sue preziose qualità, quali l'attività
antibatterica, antifermentativa e riepitelizzante. Nelle
piante queste sostanze svolgono azioni di protezione e
di stimolo delle principali funzioni metaboliche, come,
ad esempio, la respirazione cellulare. Inoltre
proteggono dai parassiti e dai danni provocati da un
eccesso di radiazioni luminose.
Tratto da: vega2000.it
La propoli ha proprietà antisettiche, analgesiche e
cicatrizzanti e sopra tutto
anti ifiammatorie. L'effetto
antisettico è validissimo per le terapie tipo antibiotiche, nelle forme
infettive di qualsiasi distretto dell'organismo. Nei
casi di ulcera caso la propoli, cicatrizzante e
antisettica, è doppiamente utile.
L'effetto sull'albero
respiratorio è prezioso per faringiti, tracheiti,
bronchiti, laringiti ecc. Utile nelle infezioni delle vie
urinarie, per squilibri della
flora batterica
intestinale e in particolare per le forme diarroiche.
L'effetto cicatrizzante antisettico è pure utile nel
trattamento delle ferite.
L'uso della propoli più
frequente è per la bocca, la gola, l'intestino e le vie
respiratorie, oltre che cutaneo.
Come utilizzare la propoli ?
«Le preparazioni e le dosi sono in genere come tintura
alcolica al 20% a gocce, da 5 a 15, due o tre volte al
giorno. A volte dà allergie. Per via esterna questo
miracolo della natura è antimicotico, combatte le micosi
orali e cutanee.
L'estratto acquoso è utile per i
bambini piccoli o per le zone delicate del corpo
(palpebre e genitali). Con la propoli si cura anche
l'acne. E con quella in granuli la piorrea, poiché
favorisce la solidità delle gengive. Si può anche
masticare quale regolatore della flora batterica
intestinale e curativo delle faringiti croniche, di ipofonie, tracheiti e gastriti. È un protettivo
vascolare valido per varici ed emorroidi».
In ogni caso utilizzarlo come indicato in:
Tosse, catarro,
Raffreddori,
Influenza
+ Cure
bambini +
Cure animali
ecc.
Utilizzare comunque in ogni
caso del Propoli
grezzo, qualche grano (4 o
5 in modo da avere la quantita' pari alla grandezza
dell'unghia del mignolo del soggetto), tenuti
preventivamente in frizer, (la parte piu' fredda del
frigo)
schiacciati in un piccolo mortaio per ridurli in
polvere, indi impastare con una puntina di miele
- la cura deve durare fino a 7 giorni oltre la
scomparsa dei sintomi del
raffreddore,
tosse, catarro,
influenza.
Il bimbo o l'adulto miglioreranno anche sotto altri
profili.
Ma in ogni caso e per ogni malattia (salvo in
caso di sospetta infiammazione all'appendice)
seguire le indicazioni per
Idro
colon terapia +
disinfiammazione
+
disintossicazione
e
riordino della
Flora
batterica intestinale ed
enzimi che in
ogni caso sono compromessi.
Il
Polline che proprietà ha ?
«Contiene sostanze con effetto ormonale nel mondo
vegetale ed anche blandamente nell'organismo animale
(fattori di crescita, regolazione della sfera genitale,
prevenzione dell'osteoporosi e dell'ipertrofia
prostatica ed altro). Nel polline, una miniera di
principi attivi, ci sono grandi quantità di vitamine e
minerali, aminoacidi e proteine che lo rendono un
integratore alimentare ricostituente e rivitalizzante
utile nelle forme di carenza o squilibrio ormonale, e
quale regolatore intestinale, rigeneratore dei tessuti
ed agente antistress. È utilissimo in gravidanza ed
ancor più nell'allattamento e nella senescenza».
Che quantità assumere di polline ?
«I granuli sono rivestiti da una pellicola in certi casi
particolarmente gastroresistente e non da tutti vengono
ben digeriti, talvolta danno dolori e acidità di
stomaco. È bene scioglierlo in una tisana od in un po'
d'acqua non caldissima e masticarlo lentamente».
Tratto da: L'Arena, 30 marzo 2007
Miele
Dalle analisi condotte, i ricercatori hanno scoperto che
alcuni componenti del miele sono in grado di uccidere i
microorganismi e di svolgere un'azione antiossidante sui
tessuti, compresi naturalmente quelli della gola. I
sorprendenti risultati di questo studio sono stati
recentemente pubblicati sulla prestigiosa rivista
scientifica Archives of Paediatric and Adolescent
Medicine.
Nel corso dei propri esperimenti, il team di ricerca ha
confrontato l'effetto del miele di grano saraceno con il
dextromethorphan, un principio attivo contenuto in un
vasto numero di medicinali contro la tosse e il mal di
gola. Il dextromethorphan è largamente impiegato nei
medicinali da banco
per i bambini negli Stati Uniti, mentre è meno diffuso
sul mercato europeo.
I ricercatori hanno analizzato gli effetti del miele e
del principio attivo su 105 bambini affetti da tosse
notturna. Lo squadrone di infanti è stato diviso in tre
gruppi distinti: a un gruppo è stato somministrato
solamente il miele e a un altro unicamente il farmaco a
base di dextromethorpahn, mentre all'ultimo gruppo non è
stata somministrata alcuna sostanza.
I risultati registrati dal team di ricerca si sono
rivelati sorprendenti. I bambini che avevano ricevuto
unicamente il miele hanno visto dimezzarsi la frequenza
dei colpi di tosse, a fronte di una diminuzione meno
sensibile nel gruppo trattato con dextromethorphan. Il
miele si è inoltre dimostrato un buon calmante, tale da
dimezzare il numero di volte in cui i bambini si sono
svegliati e l'intensità complessiva della loro tosse. In
tutti i test, il miele si è dimostrato il miglior
rimedio per tenere a bada i problemi legati
all'infiammazione del cavo orale.
Tratto in parte da:
blogalileo.com
Il miele si e' quindi
dimostrato particolarmente efficace nell'eliminare i
batteri legati dalle
infiammazioni alle
prime vie respiratorie. lo hanno verificato ricercatori
dell'University
of Ottawa, mettendo a confronto fra due gruppi
utilizzatori, quello degli
antibiotici
(utilizzati in quelle circostanze) e l'altro che ha
utilizzato del miele...ha vinto il miele !
Tipi di miele
Il miele appena estratto possiede una vasta gamma di
fragranze; tali peculiarità nel tempo tendono a
modificarsi per naturali processi chimici in seguito a
naturale degradazione dello zucchero fruttosio,
accelerati anche dalla temperatura di conservazione.
Si generano pertanto il processo dell’HMF e l’enzima
della Diastasi.
L’HMF o idrossimetilfurfurale è praticamente assente nel
miele appena estratto, si forma successivamente per
degrado degli zuccheri, accelerato notevolmente dalle
alte temperature. Il suo valore, indicato in mg per kg è
un chiaro indicatore della buona conservazione del
prodotto e del tipo di lavorazione e non dovrebbe
superare i 20 mg/kg. Il limite fissato dalla normativa
italiana è di 40 mg/kg. Nei mieli industriali,
solitamente liquidi, l’HMF è molto vicino se non pari a
tale valore.
La Diastasi è un enzima naturalmente presente nel miele,
che si degrada col passar del tempo e con processi
chimici: il contenuto in Diastasi, pur essendo molto
variabile per la quantità naturale di enzimi presenti,
non dovrebbe essere superiore a 8, ancorché con dovute
eccezioni.
MIELE DI ACACIA (Robinia pseudoacacia)
È prodotto in tutta l’Italia ma soprattutto nelle
Prealpi e in Toscana; di colore molto chiaro,di odore
molto leggero, dal sapore fine, delicato, vellutato; in
esso è assente la cristallizzazione; è lassativo,
antinfiammatorio per la gola, curativo dell’apparato
digerente, disintossicante del fegato, combatte
l’acidità di stomaco. È usato come miele da tavola e
come dolcificante naturale.
MIELE DI AGRUMI O MIELE DI ARANCIO (Citrus sp.)
È prodotto negli agrumeti meridionali ed insulari; si
presenta di colore molto chiaro, bianco nel
cristallizzato, con cristalli grossi e sabbiosi, di
sapore aromatico gradevolmente acidulo,tra il florale e
il fruttato che ricorda il gelsomino. È indicato come
cicatrizzante per le
ulcere, antispasmodico, sedativo, è usato ancora
contro l’insonnia e l’eccitazione nervosa. È uno dei
mieli da tavola più apprezzati.
MIELE DI CASTAGNO (Castanea sativa)
È prodotto in tutta l’Italia nelle zone di media
montagna; varia dal colore ambrato al quasi nero in
ragione delle zone di produzione; quasi assente è la
cristallizzazione o a grossi cristalli; l’odore è forte,
penetrante, tanninico; il sapore è pungente all’inizio
poi più o meno amaro a seconda dell’origine. Favorisce
la
circolazione sanguigna, è antispasmodico,
astringente, disinfettante delle vie urinarie. È usato
come miele da tavola consigliato per anziani e bambini.
MIELE DI ERICA (Erica arborea)
In molte parti di Italia questa pianta è detta anche
erica maschio o semplicemente “scopo”, una specie da cui
le api ricavano un ottimo miele prodotto nella macchia
mediterranea in Liguria, Toscana, Umbria e Sardegna. Si
presenta di colore ambra con tonalità arancione, di
cristallizzazione fine e regolare, di odore caramellato
simile all’anice, di sapore forte e floreale che ricorda
l’anice. Ha un’azione antireumatica, antianemica e
ricostituente. Usato come miele da tavola, non dà
rapidamente un senso di sazietà.
MIELE DI TARASSACO ( Taraxacum officinale)
È prodotto in Lombardia e Piemonte ad inizio di
primavera, se gli sciami di api sono sufficientemente
sviluppati durante questa fioritura. È di colore giallo
vivo, beige se in miscela con miele di salice;
cristallizza rapidamente a cristalli finissimi, è di
odore molto intenso di favi, di sapore marcato,
astringente non a tutti gradito. È usato come miele da
tavola con specifiche proprietà diuretiche, depurative
ed azione benefica sui
reni.
MIELE DI GIRASOLE (Heliantus annuus)
La sua produzione è cresciuta negli ultimi anni,
specialmente in Italia centrale come diretta conseguenza
dell’incremento della produzione del girasole. Si
presenta di colore giallo vivo, di cristallizzazione
variabile ma sempre rapida, di odore leggero di paglia,
di sapore non molto dolce, asciutto, con aroma di
polline. Trova il suo utilizzo anche in pasticceria e
nell’industria alimentare, come miele da tavola ha
proprietà antinevralgiche, febbrifughe, è consigliato
contro il
colesterolo, calcifica le ossa.
MIELE DI LAVANDA (Lavandula sp.)
È prodotto maggiormente in Francia e Spagna dove tale
coltura è più diffusa; nella stessa Spagna nonché in
Sardegna è prodotto il miele di lavanda selvatica (Lavandula
stoecas), con aroma meno intenso ma molto più fine. Il
colore varia da chiaro ad ambrato, la cristallizzazione
è fine. L’odore di tabacco dolce da pipa, il sapore
caratteristico speziato che ricorda l’odore ne fanno un
finissimo miele da tavola.
MIELE DI TIGLIO (Tilia sp.)
Viene prodotto su tigli selvatici alle pendici delle
Alpi sovente in miscela col miele di castagno o su
alberature di viali e parchi molto estesi. Il colore
varia da chiaro a scuro a seconda del contenuto in
melata, la cristallizzazione è a grana grossolana,
l’odore sa di resina di pino, di mentolo come pure il
sapore che è balsamico, molto persistente e tipico. È un
sedativo di dolori mestruali, calmante, diuretico,
digestivo, è usato per tisane espettoranti; ha proprietà
sudorifere, agisce contro l’insonnia e l’irritabilità.
MIELE DI TIMO (Thimus sp.)
Nella varietà uniflorale si produce nelle zone interne
montuose della Sicilia. È di colore ambrato, di
cristallizzazione variabile, di odore molto intenso che
ricorda il timolo, il vino cotto, è aromatico, di sapore
intenso e persistente, altrettanto forte quanto l’odore.
È un miele da tavola antisettico, calmante, febbrifugo,
tonico.
MIELE DI ERBA MEDICA (Medicago sativa)
Le maggiori produzioni sono localizzate in pianura
Padana. Si presenta di colore ambra se liquido, beige se
cristallizzato; la cristallizzazione spontanea, ad
alcuni mesi dal raccolto, tende a fermentare; odore e
sapore sono deboli, vinosi, acidi. È un miele tonico,
antisettico, calmante.
MIELE DI EUCALIPTO (Eucalyptus sp.)
È prodotto in Italia centro – meridionale dove gli
eucalipti sono stati piantati come siepi frangivento o
per rimboschimento. Si presenta di colore ambrato e nel
cristallizzato tende al grigio; la cristallizzazione è
fine, compatta, consistente; l’odore è intenso di funghi
secchi, il sapore, simile all’odore, è di birra doppio
malto, di caramelle inglesi alla liquirizia. È un miele
da tavola con specifica azione antibiotica,
antiasmatica, anticatarrale, antitosse.
MIELE DI CORBEZZOLO (Arbutus unedo)
Si produce in autunno in Sardegna, in Italia centrale e
nella macchia mediterranea. È di colore ambrato, di
cristallizzazione irregolare; fermenta alquanto in
fretta per l’elevata quantità di umidità. Di odore
pungente, simile al legno scortecciato, ha un sapore
amaro, simile al rabarbaro e al nocciolo di pesca, non a
tutti gradito.
MIELE DI MELATA (Metcalfa pruinosa)
La metcalfa pruinosa, un afide importato dall’America,
introdotto nel nostro paese e diffusosi nel nord – est
dell’Italia, attacca varie piante, sia spontanee che
coltivate, producendo la melata: le api la raccolgono ed
elaborano un miele molto particolare. Il colore è scuro,
la cristallizzazione è generalmente assente; l’odore è
vegetale, sa di marmellata di pomodori verdi; il sapore,
diverso dai mieli di nettare, è a volte un po’ salato,
più simile al malto e alle prugne secche. È usato come
miele da tavola.
MIELE DI MELATA D’ABETE (Abies alba)
È prodotto nell’arco alpino e nell’Appennino tosco –
romagnolo e risulta essere fra i più conosciuti ed
apprezzati. Si presenta di colore molto scuro, quasi
nero con una certa striatura verdastra; la
cristallizzazione è assente, odora di resina, di favo
vecchio, di legno bruciato; il sapore è balsamico, molto
meno dolce e stucchevole dei mieli di nettare, sa di
malto. È usato come miele da tavola con proprietà
antisettiche polmomari e delle vie respiratorie.
MIELE DI MANUCA
Alimento
originario della Nuova Zelanda dalle
riconosciute proprietà curative
Alcune problematiche possono
essere curate utilizzando il miele
di Manuka come rimedio naturale. Tra
queste rientrano senz’altro
determinate patologie del tratto
intestinale, quali ulcera e ulcera
duodenale,
candida, reflusso
gastroesofageo, bruciore di stomaco,
colite e diarrea. Utile anche per
utilizzo esterno. Molto efficace si
rivela il miele di Manuka nel
trattamento di ferite e lacerazioni
dei tessuti, comprese la piaghe da
decubito. Con l'applicazione vengono
accelerati il processo
antinfiammatorio e quello
cicatriziale, così come si può
trarne giovamento in caso di acne,
psoriasi, dermatiti ed eczema.
Questi i principali tipi di miele, che comunque
rappresentano una netta minoranza rispetto a quanti ne
sono effettivamente prodotti.
Normativa e mercato
Il miele, per la legge italiana vigente, non può subire
alcuna aggiunta, gli unici trattamenti a cui può essere
sottoposto sono:
Estrazione
dai favi per forza centrifuga -
Decantazione - Filtraggio -
Cristallizzazione guidata.
In Europa, in base al regolamento
2377/90, nei mieli e nella pappa reale
non sono previsti limiti residuali di
antibiotici, i quali pertanto devono
considerarsi vietati negli alveari di
produzione. In alcune nazioni, Italia
esclusa, essi sono ammessi per la cura
di alcune patologie quali la peste
americana e la peste europea. In alcune
nazioni extraeuropee ne è consentito
l’uso sistematico per la prevenzione
delle medesime patologie; in particolare
negli Stati Uniti si ricorre
frequentemente all’uso di tetracicline e
del sulfatiazolo. In altri stati, quali
la Cina è frequente l’uso del
cloramfenicolo, da noi considerato
pericoloso per la salute umana.
La globalizzazione sta portando però a
frequenti episodi di contaminazione con
cloramfenicolo dovuti alle
triangolazioni di mercato.
In base a quanto prima espresso risulta
quindi estremamente utile essere in
grado di leggere l’etichetta, sulla
quale, oltre alle canoniche informazioni
sui prodotti alimentari quali peso
netto, produttore, composizione, lotto,
devono riscontrarsi altre importanti
notizie:
Origine geografica.
Se il produttore vuole sottolineare la
provenienza nazionale, può dichiarare
“miele italiano”; in assenza di
indicazioni specifiche di provenienza,
il miele è da intendersi prodotto nei
Paesi della Comunità Europea.
Se il miele è totalmente o parzialmente
originario di Paesi extracomunitari,
esso deve essere commercializzato
riportando una delle seguenti diciture:
miele extracomunitario, miscela di mieli
comunitari ed extracomunitari, miscela
di mieli extracomunitari.
Origine botanica.
È permesso completare da denominazione
di vendita con l’indicazione relativa
all’origine botanica: il miele
proveniente da un’unica specie botanica
e quindi monofloreale potrà recare in
etichetta l’indicazione di “miele di
arancio” o “miele di acacia”; il miele
proveniente da diverse specie botaniche
recherà in etichetta l’indicazione di
“millefiori”.
Resta facoltativo e non obbligatorio
indicare in etichetta la data di
scadenza.
La pappa
reale si presenta come sostanza
semifluida, gelatinosa, bianca di
colore, caratterizzata dal suo sapore
fra l’ acidulo e l’ aromatico e
soprattutto dal valore nutritivo molto
elevato. Essa è prodotta dalle giovani
api per alimentare le api regine e le
api neonate; per questo motivo è
definita anche “latte delle api”.
La pappa reale è molto ricca di sostanze
vitali: 100 grammi di prodotto fresco
contengono circa 69.80 g. di acqua e
30.20 di residuo secco; quest’ultimo è
costituito per il 48% da proteine e
amminoacidi essenziali, per il 38% da
zuccheri e per il restante 10% da
grassi; sono contenuti inoltre molte
vitamine del gruppo B e numerosi sali
minerali; ultimo elemento, non per
importanza, presente nella pappa reale è
il fattore
antibiotico.
La pappa reale si assume una o due volte
al giorno in piccole dosi, con
continuità ma non insieme ad altri cibi;
si può miscelarla con un po’ di miele;
la si può conservare in frigorifero
anche per lunghi periodi, fino ad un
anno circa.
Resta facoltativo e non obbligatorio
indicare in etichetta la data di
scadenza.
La propoli
Etimologicamente il nome indica qualcosa
posto davanti alla città a difesa della
stessa. La propoli infatti è utilizzata
dalle api per difendere le superfici
interne dell’alveare, le pareti delle
arnie e i favi dal diffondersi di
batteriosi e malattie varie favorite
dalla presenza di tanti altri insetti
con cui esse vengono a contatto
quotidiano.
Numerose sperimentazioni hanno
dimostrato in vivo e in vitro la
capacità della propoli, in soluzione
idroalcolica concentrata al 10-20%, di
inibire lo sviluppo di ceppi batterici:
Proteus vulgaris, Mycobacterium
tubercolosis, Bacillus alvei, Bacillus
subtilis, molte salmonelle,
Stafilococchi, Streptococchi,
Corinebacteriun difterite, Klebsiella
ozaenae.
I componenti maggiormente attivi
impegnati nell’attività antimicrobica
della propoli sono: l’Olio essenziale, i
Flavonidi ed in particolar modo
galangina, pinocembrina, risina, gli
Acidi Colorogenico, Caffeico, Benzoico,
Ferulico, Cinnamico.
Per applicazioni esterne,cioè per la
cura di
micosi o ferite in fase di
cicatrizzazione, è comodo l’uso di un
bastoncino ovattato alle estremità; per
l’uso interno, cioè per le affezioni del
cavo orale, gengiviti, gastriti ed altre
malattie, un metodo pratico può essere
quello di immettere in bocca mediante un
contagocce la giusta quantità di
soluzione ed ingerire dopo aver bevuto
qualche sorso d’acqua.
Le proprietà medicinali
ANTIMICOTICA: contro la
Candida e specialmente la Candida
Albicans, i saccaromiceti, il Tricomonas,
il Tricophyton, il Microsporon. L’azione
è micostatica ed interessa la superficie
cutanea.
ANTIVIRALE: contro l’ Herpes simplex del
tipo 1 e 2, il Corona
virus,
molti tipi di infezioni virali come l’influenza
di tipo A e B, parainfluenza di tipo
1,2,3, contro l’Adenovirus, il virus
respiratorio sinclinale ed altri. La
propoli ha azione diretta nei confronti
dell’Herpes e della’Adenovirus
inibendone la crescita e rallentandone
la moltiplicazione.
ANESTETICA LOCALE: ha un’azione
paragonabile a quella causata dalla
novocaina e maggiore, secondo alcuni, a
quella della cocaina e procaina;
estratti idroalcolici presentano un
notevole effetto anestetico locale, con
azione periferica sulle membrane mucose
dell’occhio maggiore di quella indotta
dalla procaina. L’anestesia, non avendo
potere di penetrazione, è decisamente di
superficie; si rivela utile a gengive
irritate, dopo le estirpazioni dentarie,
o le ablazioni.
CICATRIZZANTE E RIEPITELIZZANTE: creme e
unguenti a base di propoli stimolano la
rigenerazione dei tessuti in caso di
piaghe o ferite; favoriscono inoltre
l’assorbimento della vitamina C,
importante per la sintesi del
collagene.
VASOPROTETTIVA: protegge i capillari
agendo diminuendo la permeabilità e
rinforzandone la resistenza; i vari
componenti inoltre svolgono azione di
antiaggregante cellulare e di
miglioramento della microcircolazione.
ANTIOSSIDANTE: ha una notevole azione
protettiva contro i danni provocati da
radicali liberi. I flavonidi infatti
reagiscono con i radicali liberi
proteggendo gli acidi grassi insaturi
col blocco della perossidasi. Tali
proprietà antiossidanti e
antirrancidenti sono utilizzabili non
solo in medicina ma anche nel settore
cosmetico ed alimentare come
antirrancidente di oli, burro e grassi;
giova ricordare che la propoli resta un
ottimo conservante naturale.
ANTIFLOGISTICA: la propoli è un
meraviglioso antinfiammatorio prodotto
dalla farmacia delle api, paragonabile
all’acido acetilsalicilico, la comune
Aspirina; i componenti infatti
inibiscono la produzione di eicosanoidi
durante l’infiammazione,
regolando l’elaborazione dei mediatori
dell’infiammazione.
ANTICARIE: i flavonidi hanno azione
antimicrobica contro lo Streptococcus
mutans, sobrinus, cricetus ed inoltre
inibiscono l’attività della glucosio
trasferasi, la principale responsabile
della carie dentaria umana; viene
inoltre usata per risolvere vari
problemi stomatologici fra cui la
piorrea,le peridontiti, gli
ascessi, danni alla polpa dentale.
ANTITUMORALE: in vitro ed in
particolari condizioni sperimentali la
propoli ha azione antitumorale.
L’estratto etanolico comporta un effetto
antimutagenico sul potere mutagenico
delle daunomicine,benzopirene ed
aflatossine. Ha inoltre effetto
immunostimolante ed inibente di crescita
dei
tumori della pelle, facendo
diminuire la sintesi del
DNA.
È risaputo infatti che la replicazione
del
DNA nelle
cellule cancerose è molto maggiore
che nelle cellule normali, pertanto i
composti inibitori di tale replicazione
colpiscono le cellule cancerose in
misura maggiore di quelle normali. La
propoli inoltre inibisce la crescita
delle cellule del carcinoma al
colon e le lesioni preneoplastiche
nel colon del retto, riducendone volume
e incidenza. Le sostanze più attive
nell’azione antitumorale sono gli
acidifenolici e i loro esteri, in
particolar modo il CAPE, ed i flavonidi.
ANTIGASTRITICA ED ANTIULCEROSA: i
flavonidi in generale esplicano
un’azione antisecretoria a livello
gastrico, bloccando la sintesi dell’istamina
ed abbassando il livello di acido
cloridrico esistente nello stomaco, e
un’azione anestetica locale,
contribuendo ad abbassare il dolore;
galangina e risina in particolare
evidenziano azione antispasmodica ed
antibatterica nei confronti dell’Helicobacter
pilori, responsabile dell’ulcera e causa
di aggravamento della stessa.
EPATOPROTETTIVA: i flavonidi proteggono
le cellule epatiche inibendone la
degenerazione in caso di abuso di alcool
o di altri fattori scatenanti.
Tratto da: news.paginemediche.it
Mieloterapia: Miele + Polline +
Propoli. Siamo d'accordo con voi che la
pappa reale è più complicata sia da
trovare che da comprare (è più cara),
come anche da conservare (quella vera,
genuina e fresca si conserva in frigo).
Miele + Propoli: aggiungete qualche
goccia di propoli già diluita in alcool
(impossibile che lo troviate puro perche
è una sostanza che indurisce subito)
assieme al vostro miele preferito.
Cercate come sempre di trovarne uno di
buona qualità, diluito al 35, 40%.
L'ideale sarebbe avere un apicoltore di
fiducia al quale richiederlo.
Miele+Polline: è un po' più laborioso;
si comprano separatamente il miele ed il
polline. Si aggiunge "poco a poco"
tutt'i giorni un cucchiaino di polline
mescolando delicatamente, quando si
arriva alla consistenza desiderata, si
smette di aggiungerlo. Va sempre
mescolato una o due volte al
giorno, prima dell'uso.
Miele+Propoli+Polline: aggiungete
propoli come sopra, alla preparazione
già ultimata col polline. Se ci
aggiungete poi anche la pappa reale,
questi diventa anche un ottimo
ricostituente energetico.
A questi due preparati e' possibile
aggiungervi dell'aglio
tritato, per avere un'altro ottimo
rimedio per qualsiasi problema anche
cutaneo.
Pappa reale - La forza della natura per il
benessere.
La pappa Reale è un alimento completo, un concentrato di
salute. Funziona per i bambini, gli anziani, le gestanti
e tutti quelli che hanno bisogno di un carico di
energia. E non basta, presa insieme ad altri prodotti
diventa un eccellente toccasana per alcune patologie e
per rinforzare il sistema immunitario.
Le larve regine vengono cresciute con una quantità di
pappa reale superiore a quella di cui hanno
effettivamente bisogno, mentre le api comuni, le
operaie, si riservano una dose inferiore di questo
prezioso alimento. Ma che succede se per caso
nell'alveare viene a mancare la larva regina ? Le
operaie smettono di produrre questo nettare o se lo
pappano tutto loro ?
Niente di tutto questo.
Come prese da una strana forma di esorcismo, quasi
insomma a scongiurare una situazione senza controllo, le
operaie si mettono a lavorare come forsennate.
Raccolgono nettare e polline, lo masticano
instancabilmente, secernono la pappa reale e la stivano
nelle celle reali. E da questa eccedenza, che gli
apicoltori sanno come creare appositamente e sfruttare
al meglio, nasce la pappa reale che noi, esseri umani,
consumiamo. Con grandi benefici.
Quali ?
I risultati sono tanti. Ma per cominciare, vediamo i
suoi componenti. Per almeno un 65 per cento la pappa
reale è formata da acqua, seguono poi gli zuccheri (15
per cento, ripartito tra glucosio, fruttosio e
saccarosio), poi i protidi (13 per cento), i lipidi (4,5
per cento), oltre a un bel pieno di vitamine,
soprattutto la B1, B2,B3, B5, B6, e, in misura un po'
inferiore, le vitamine A, la B12, la C, la D e la E. Ma
non è finita: la pappa reale contiene anche calcio,
rame, ferro, fosforo, potassio, silicio e zolfo.
Un concentrato di salute, insomma, particolarmente
indicato per chi si trova in situazioni di stress o di
stanchezza e, come attestato da alcune ricerche, per i
neonati prematuri. Ma la pappa reale non è riservata
solo a studenti sotto esame o a bambini un po' deperiti:
la possono assumere tutti, purché nella forma migliore e
nelle giuste dosi. Favorisce il riequilibrio del sistema
endocrino, stimola l'intero organismo, soprattutto nei
soggetti ipotonici, da' buoni risultati nella cura delle
anemie, compensa eventuali carenze alimentari ed è anche
un regolatore naturale dell'appetito, consigliata quindi
nei casi di anoressia.
Ma, soprattutto, grazie alla
notevole presenza di vitamina B5, è un potente "anti-età":
ritarda gli effetti dell'invecchiamento della pelle e
funziona bene anche in alcune patologie, come ad esempio
contro il lupus eritematoso.
PROFUMI Si possono
preparare dei profumi eccellenti utilizzando le essenze vegetali (oli) estratte nei vari
modi possibili, dai frutti, fiori, piante, radici, di molte piante aromatiche.
Sono consigliati per tutti coloro che amano i profumi, se preparati ed estratti
senza prodotti chimici che di norma sono irritanti per la cute; se utilizzati in soluzione
oleosa invece sono estremamente utili.
PROPOLIS (vedi Prodotti dellAlveare)
PRUGNA o Susina (Prunus Domestica, Rosacee) Frutto e foglie
Da consumarsi in genere prima dei pasti, fresca è acida se non matura; seccata
crea reazioni alcaline nellintestino aiutando le digestioni e le evacuazioni delle
feci. Su usa cruda, secca, cotta, marmellata, decotto, infuso,
Contiene: Vitamine A, B, C; Ricca di flavonoidi, potassio, ferro, calcio, magnesio,
potassio, sodio, manganese, e carotenoidi; spiccata azione lassativa.
Proprietà: Energetiche, diuretiche, lassative, disintossicanti, decongestionante
epatico, stimolante nervoso e rigeneratore dei nervi.
Utile nelle astenie, anemie, gotta, emorroidi, reumatismi, stipsi, super
lavoro-studio-sport, arterosclerosi, stipsi, epatismo, temperamenti biliosi,
intossicazione alimentare, super lavoro, cancri.
PSILLIO Plantago Semi piccoli,
bruni, dolci, mucillaginosi, tonici, rinfrescanti, emollienti.
Sono utili negli attacchi di bile, dissenteria, lebbra, nelle infiammazioni e
disturbi degli organi digestivi (gastrointestinali), irritazioni intestinali, come decotti
per tosse, diarrea cronica.
Si utilizzano come semi (di norma un cucchiaio per un bicchiere) ingeriti con:
acqua, succhi di frutta, yogurt, per tutti i trattamenti per le affezioni
gastrointestinali presi alla mattina ed alla sera; oppure in dosi minori anche preparato
in farina; emollienti ed astringenti, utili in caso di febbre, catarro, affezioni renali
ma la loro migliore funzione è nelle diarree croniche e nella dissenteria.
Usati per preparare una bevanda rinfrescante ed emolliente nei casi specifici.
Utilizzati in farina con olio ed aceto, possono essere applicati come cataplasmi
per reumatismi e gotta ed una buona lozione per il cuoio capelluto.
5 grammi mischiati con olio caldo e zucchero sono utili per dissenteria ed
irritazioni del canale intestinale, fungendo da lassativo e da calmante.
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