Il titolo della tesi
è: “Stato dell’arte e applicazioni delle
reazioni nucleari a debole energia: il controllo
isotopico della qualità”. Scopo della tesi era
indagare quei fenomeni conosciuti come “reazioni
nucleari a debole energia”, o anche
“trasmutazioni a debole energia” alla ricerca di
nuovi processi di interesse economico/sociale o
applicazioni innovative rispetto a quanto già
conosciuto: nei settori scientifici cosiddetti
di “frontiera”, come questo, è infatti più
frequente trovare idee o concetti nuovi. A
questo proposito sono state individuate due
possibili innovazioni relative al controllo
della qualità.
Sono partito da un’indagine storica e
bibliografica su questi fenomeni, che dal 1600
mi ha condotto fino ad oggi; lungo il percorso
ho incontrato alcuni modelli teorici proposti
per darne una spiegazione. Sulla base sia delle
evidenze sperimentali, sia dei modelli teorici,
ne ho poi illustrato alcune applicazioni.
L’indagine storica mi ha portato a conoscenza di
cinque tipologie di reazioni nucleari a debole
energia, e cioè NON-termonucleari. Vediamole più
in dettaglio.
1) Un primo tipo sono quelle a temperatura e
pressione ambiente (per esempio nel metabolismo
delle cellule): ogni essere vivente le utilizza
a vari fini, per esempio la Produzione di
energia: uno studio del 1978 compiuto
dall’esercito americano, il rapporto Goldfein,
ha dimostrato non solo la capacità degli
organismi viventi di effettuare trasmutazioni
degli elementi, ma anche un nuovo ruolo, accanto
a quello classico, del
Magneso-adenosin-trifosfato: esso conduce ad un
guadagno netto di energia proprio nel corso di
tali trasmutazioni, comportandosi a tutti gli
effetti come un ciclotrone in scala molecolare.
Un secondo fine è l’Equilibrio termico: studi su
lavoratori nel deserto del Sahara hanno
dimostrato come per equilibrare la temperatura
interna il corpo sintetizzi Potassio (escreto
dalla pelle) a partire da un eccesso di Sodio
assunto tramite l’alimentazione e Ossigeno:
l'energia necessaria è proprio quella derivata
dall’eccessivo calore del sole e dall’attività
fisica.
Un terzo fine è la Sintesi di elementi negli
animali: già dal 1799, con studi di Vauquelin
sulle uova di gallina, il meccanismo della
calcificazione si è rivelato un problema
irrisolto; più recentemente, lo stesso problema
è stato affrontato nella processo di produzione
dell’esoscheletro in crostacei a digiuno, in
acqua priva di calcio e con una quantità di
calcio disponibile nel sangue molto inferiore a
quanto richiesto.
Si è notata anche una Variazione dei sali
minerali nei prodotti essiccati: numerosi studi
su frutta, verdura e legumi, oltre alle tabelle
di composizione degli alimenti, mostrano durante
l’essiccazione variazioni di minerali non
proporzionali a quanto atteso: per esempio,
magnesio e manganese calano, ferro cresce.
Infine, si è vista anche una Variazione dei sali
minerali nel corso della germinazione dei semi:
il rapporto tra Potassio e Calcio contenuti nei
semi d’avena, coltivati senz’alcun apporto o
sottrazione di entrambi gli elementi, passa nel
corso delle 8 settimane della germinazione da
4,5 a 1,5 e rimane circa costante dal momento in
cui finisce l'azione degli ormoni della crescita
del seme.
2) Un secondo tipo sono quelle per via
elettrochimica
Partiamo dalla sintesi di isomeri con
particolari caratteristiche fisico-chimiche:
Ohsawa e Kushi, nel 1963-1964 ottengono a
partire da Carbonio e Ossigeno la sintesi di un
particolare isomero del Ferro, che arrugginisce
con difficoltà e reagisce meno al calore.
Esperimenti successivi compiuti da altri
ricercatori hanno confermato questi risultati.
Passiamo alla sintesi dell'oro e metalli del
gruppo del platino: Monti e Champion, nel 1995,
tramite un processo chimico spiegato
dettagliatamente in Appendice, da un particolare
isomero del mercurio ottengono oro e metalli del
gruppo del platino. In tutte le pubblicazioni
più recenti in argomento si vede come la sintesi
di questi ed altri metalli sia sempre presente.
Non si può dimenticare la produzione di energia
in reticoli di palladio e idrogeno: la
cosiddetta "fusione fredda", dopo il falso
annuncio di Fleischmann e Pons del 1989, ha
fatto molti passi in avanti, sia dal punto di
vista del rendimento sia da quello della
comprensione del fenomeno. E' interessante
notare come l'attività in questo campo degli
scienziati italiani sia di primo piano anche a
livello internazionale.
Una novità è rappresentata dalla variazione del
periodo di semivita delle sostanze radioattive:
numerosi esperimenti effettuati presso il
laboratorio ENEA di Frascati nel '97 e '98 hanno
dimostrato come isotopi di Torio e Uranio, che
dovrebbero dimezzarsi in tempi dell'ordine dei
miliardi di anni, siano diminuiti in certi casi
anche del 70% nel giro di pochi giorni.
3) Per via microbica (il terzo tipo) si è
ottenuto lo stesso risultato: la proliferazione
di batteri nell'acqua contaminata dei reattori
nucleari, osservata fin dagli anni '50, ha
suggerito di utilizzarli nello smaltimento delle
sostanze radioattive, con risultati positivi su
numerosi isotopi di Europio, Americio e Cesio.
La sintesi di azoto, magnesio, ferro e altri
elementi da parte di microrganismi presenti nei
terreni di ha portato a concepire nuovi modi per
risolvere il problema della fertilizzazione.
Concludiamo questo tipo con la sintesi di
metalli preziosi: Platino è stato ottenuto
tramite colture del Saccaromices Cerevisiae, il
comune lievito di birra, in acqua contenente
sali di Tungsteno e Berillio. Il rendimento è
aumentato di 100 volte utilizzando, al posto di
monocolture, migliaia di microrganismi diversi
in simbiosi.
4) Il quarto tipo sono quelle ad Alta Pressione
Si parla di variazione del periodo di semivita
di isotopi radioattivi in uno studio del 1973,
che mostra come Tecnezio, Bario e Niobio
radioattivi vedano diminuire il loro periodo se
sottoposti ad alta pressione.
Troviamo poi ancora la sintesi di minerali:
studi sulla sintesi artificiale delle rocce e
sulle impactiti, relativi a centinaia di
osservazioni sulla sintesi endogena di minerali,
suscitano molti interrogativi relativi
all'orogenesi e in generale all’evoluzione di
pianeti e stelle.
5) Il quinto ed ultimo tipo sono quelle a Bassa
temperatura:
Negli anni ’50, Don Carlo Borghi aveva ottenuto
la sintesi del neutrone a partire da plasma
freddo d’idrogeno. Questo fatto si lega a nuove
ipotesi sulla struttura del sole. Anche dopo più
di 50 anni di osservazioni, infatti, non ci
sono prove che all’interno del sole avvengano
reazioni termonucleari, e il modello attualmente
accettato soffre di molti altri problemi: i
neutrini emessi sono troppo pochi rispetto a
quanto atteso; non spiega come il sole possa non
tanto esistere quanto essersi formato; inoltre
si osservano periodicamente pulsazioni radiali e
variazioni della luminosità, senza contare
l’esistenza di un avanzo inspiegato del perielio
di Mercurio.
Vengono in soccorso alcuni dati sperimentali:
-
innanzi tutto
l’effetto Ranque : “Una qualsiasi massa di
gas, quali che siano la sua densità e la
temperatura iniziali, qualora intervengano
una o più cause, esogene od endogene, a
porla in rotazione assiale, andrà via via
raffreddandosi nella zona vicina all’asse di
rotazione, e si scalderà nella zona
esterna”.
-
Poi l’esistenza
delle freddissime protostelle chiamate
globuli di Bok (con temperature di 10°K).
-
Infine
l’esistenza di sorgenti infrarosse alla
temperatura di 20-40°K che emettono 20 volte
più energia del sole.
Sulla base di tali
osservazioni, Renzo Boscoli e Roberto Monti
hanno proposto un modello criogenico di fusione
nucleare: masse fredde di idrogeno, in rotazione
assiale, per effetto Ranque vedono raffreddare
il loro centro, permettendo l'afflusso di
ulteriore materiale dall'esterno che sarebbe
impossibile se la temperatura crescesse per
effetto della sola pressione; ad un certo punto
si innesca il primo processo di fusione
nucleare, che per collasso gravitazionale
produce la sintesi del neutrone a partire da
protone ed elettrone. Questo modello risolve
tutti i problemi esposti in precedenza.
Nel corso del tempo sono stati proposti alcuni
modelli teorici per spiegare queste reazioni: a
mio parere il più completo è il “modello
alpha-esteso” dell’atomo del fisico bolognese
Roberto Monti, evoluzione del modello a
particelle alfa proposto dalla stereochimica.
Le caratteristiche sono molte, ma in sintesi
l’atomo viene visto come una struttura rigida, a
blocchi e periodica di periodo alfa.
Le prove sperimentali a suo favore sono
numerose, molte le abbiamo già viste in
precedenza, legate essenzialmente a fissioni e
fusioni.
Le conseguenze sono numerose, ma vediamone due
in particolare:
-
l'atomo è più
facilmente divisibile o accorpabile, essendo
composto da blocchi rigidi, che per esempio
possono essere spezzati intervenendo su zone
di minore resistenza, esattamente come per
aprire il guscio di una noce. Ne consegue
che il concetto di energia media per
nucleone perde di significato, perchè non
tutti i legami nucleari sono uguali.
-
non esistono
elementi propriamente "stabili": la
stabilità apparente della materia è in
realtà un equilibrio dinamico, risultato di
continue trasformazioni.
La Ricostruzione della tavola periodica secondo
il modello alpha esteso è semplice e si può fare
letteralmente a tavolino; con essa è possibile
conoscere in anticipo i risultati possibili
delle trasmutazioni a debole energia, essendo
quasi esclusivamente semplici somme e
sottrazioni di elementi ben definiti.
Le applicazioni trovate sono ovviamente molto
varie: il controllo della qualità, il
decadimento accelerato di sostanze radioattive,
la sintesi di nuovi elementi e isomeri dalle
particolari caratteristiche fisico-chimiche,
innovative tecniche di agricoltura naturale.
Il controllo della qualità tramite analisi
isotopica, sviluppatosi notevolmente negli
ultimi 20 anni, permette la completa
tracciabilità di alimenti di origine animale e
vegetale; pensiamo all’esempio del vino:
analizzando la concentrazione di isotopi di
Idrogeno, Carbonio, Azoto, Ossigeno e Stronzio è
possibile conoscere con precisione la
provenienza geografica, la stagione di
produzione e la varietà della pianta, oltre a
smascherare eventuali frodi legate all’aggiunta
di zucchero o acqua.
La prima innovazione proposta riguarda la
tracciabilità temporale, per esempio la verifica
del tempo di stagionatura di prodotti tipici
occidentali e orientali come il formaggio,
l’aceto, il vino, il tamari, il miso, le
umeboshi: l’attività trasmutatoria delle cellule
era già stata evidenziata dalla variazione degli
elementi durante la germinazione dei semi e
dalla variazione degli elementi durante
l’essiccatura; ciò suggeriva di ricercare
variazioni anche negli isotopi, e la ricerca ha
avuto successo: il riscontro è stato trovato
nella fermentazione del vino. Tutto questo
suggerisce la possibilità di tracciare delle
“curve di trasmutazione” concettualmente simili
alle ben note “curve di decadimento” in modo da
valutare con precisione l’età di un prodotto
invecchiato.
La seconda innovazione riguarda una possibile
estensione della tracciabilità relativa agli
elementi pesanti: dal modello alpha-esteso
dell’atomo si vede come gli elementi siano o
somma precisa di altri elementi o risultato di
un decadimento (generalmente espulsioni o
catture di elettroni). Ad esempio, Nichel 64 a
differenza degli altri isotopi del Nichel
risulta dal decadimento di Zinco 64 per doppia
cattura elettronica. E’ da verificare l’ipotesi
che esso sia particolarmente presente in un
ambiente caratterizzato anche da Zinco stabile.
In questo modo si otterrebbe un’estensione della
tracciabilità geografica, già nota. E’ da
aggiungere che molti altri fattori influenzano
queste trasmutazioni, come la velocità di
reazione, la stagione, la fonte di energia del
processo in atto, ecc. Sarebbe da studiare
l’influenza di ognuno di essi.
Il decadimento accelerato di sostanze
radioattive è stato dimostrato pubblicamente
presso l’università di Stoccolma nel 2002; un
primo impianto pilota esiste e si trova in
Canada.
Il processo è semplice: una mistura di sostanze
radioattive e alcuni reagenti contenenti anche
tutto l’ossigeno necessario alla combustione
viene posta in un reattore rimovibile di acciaio
inossidabile, collegato tramite tubi a tenuta
stagna a 3 contenitori riempiti per 2/3 di acqua
distillata de-ionizzata. Tramite una fonte di
calore esterna si procede alla ignizione: i fumi
si raffreddano poco a poco passando per i
contenitori, fino a far uscire solo vapore dal
filtro posto alla fine del percorso. Dopo il
raffreddamento, è possibile analizzare i resti
presenti nel reattore, nell’acqua e nei vari
contenitori per constatare il successo
dell’operazione.
La sintesi di elementi e isomeri dalle
particolari caratteristiche fisico-chimiche,
come già visto prima, è stata effettuata nel
1964 da Ohsawa e Kushi; i loro metodi sono
disponibili con numerose varianti. Attualmente
quello più studiato è basato su celle
elettrolitiche con catodi di palladio o
tungsteno.
Un innovativo metodo di agricoltura naturale è
stato proposto dal microbiologo giapponese
Fukuoka: esso è praticato in ogni tipo di clima,
con eccellenti risultati anche nel
rimboschimento di zone desertiche. I principi su
cui si basa sono pensati in modo da assecondare
al massimo la capacità dei microrganismi, dei
vegetali e degli animali presenti nel suolo di
provvedere autonomamente alla fertilizzazione, e
ad un agricoltore tradizionale potrebbero
sembrare assurdi: non arare, non fertilizzare,
non sarchiare, non usare pesticidi. Assieme a
tecniche di “irrigazione vegetale”, e cioè
effettuata tramite apposite combinazioni e
disposizioni di piante, questo metodo permette
di ottenere risultati quantitativamente
paragonabili a quelli tradizionali, ma
qualitativamente migliori, oltre ad arricchire
costantemente il terreno col passare degli anni.
Concludendo:
-
L’analisi
storica delle “reazioni nucleari a debole
energia” ha condotto a possibili innovazioni
nell’ambito del controllo isotopico della
qualità, oltre ad evidenziare interessanti
applicazioni in ambito industriale ed
agricolo.
-
Il “modello
alpha-esteso” dell’atomo, individuato nel
corso dell’indagine bibliografica, si è
evidenziato come possibile collegamento tra
branche della scienza attualmente poco
comunicanti.
Tratto da:
http://blogs.san-lorenzo.com/zac/2006/02/ringraziamenti.html
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Le TRASMUTAZIONI BIOLOGICHE od a DEBOLE ENERGIA
Già molti anni fa, i fisici asserivano di essere vicini
alla scoperta definitiva dell'ultimo mattoncino della
materia, e preannunciavano l'imminente avvento della
fusione controllata per la produzione di energia
illimitata. "Fusione e fissione dei nuclei degli
elementi possono avvenire in natura solo nel nucleo
delle stelle, con temperature di milioni di gradi e
pressioni inimmaginabili, oppure in appositi grandi
macchinari concepiti dall'Uomo", e di conseguenza
essi chiedevano di intraprendere la costruzione di
acceleratori di particelle, sempre più potenti e
sofisticati, con investimenti da capogiro, per studiare
l'organizzazione della materia. Anche se allora - come
oggi ! - la fusione controllata "calda" era ancora
lontana dall'essere convenientemente realizzabile,
tuttavia c'era un'euforia generale per la continua
scoperta di nuove particelle e nuove prospettive.
In un clima del genere, praticamente nessuno nella
comunità scientifica intendeva concedere il seppur
minimo credito alla possibilità delle
trasmutazioni a debole energia,
che pure venivano segnalate da molti ricercatori, spesso
solo come anomalie sperimentali.
E Pons e Fleischmann, con il loro annuncio della fusione
fredda erano ancora lontani...
In quel periodo la rivista "Scienza e Vita" pubblicò un
articolo dal curioso titolo "Le galline con la bomba
in pancia".
Nel testo si portava all'attenzione del grosso pubblico
un notissimo esperimento dello scienziato francese Louis
Kervran, a proposito dello strano metabolismo delle
...galline! Kervran sosteneva che le galline (ma anche
altri esseri viventi) avessero un metabolismo capace di
trasmutare alcuni elementi in altri, e gli scienziati
ortodossi ne sostenevano l'assoluta impossibilità dovuta
alla terrificante quantità di energia altrimenti
necessaria, simile ad una bomba atomica: da cui il
titolo scherzoso dell'articolo.
Il pezzo suscitò un vespaio di polemiche destinato a
durare a lungo, e nonostante l'interesse comunque
mostrato dai lettori, scattò una sorta di censura
sull'argomento, basata anche sul discredito di chi se ne
occupava. Per molto tempo non se ne parlò quasi più,
tranne che in ristrette cerchie di fisici e biologi
eretici.
Sono passati circa venti anni, e attualmente la Fisica
sta cambiando il suo paradigma, ossia la sua stessa
impostazione filosofica, orientandosi sempre più verso
modelli teorici capaci di inglobare e spiegare anche
cose come lo spazio multidimensionale, la fusione
fredda, ecc., comprese le trasmutazioni a debole energia
di cui qui ci occupiamo. Vediamo di capire di cosa si
tratta.
Tutti sappiamo che i gusci delle normali uova degli
uccelli contengono molto Calcio.
Kervran isolò alcune galline ovaiole in un'area senza
alcuna fonte di Calcio, e le sottopose ad una dieta
senza contenuto di Calcio. Dopo alcuni giorni nei
quali le uova erano normali, queste iniziarono ad essere
prodotte senza guscio, molli, con la sola membrana.
Nell'area furono rovesciati dei sacchi contenenti pezzi
di mica (la mica comune, detta anche mica muscovite o
mica bianca, è un silicato di Potassio e Alluminio).
Ed ecco cosa accadde: le galline saltarono eccitate
sulla mica, beccandola, raspandola con le zampe e
rotolandoci sopra. Le uova del giorno dopo e di quelli
successivi furono deposte con un normalissimo guscio.
Quindi, le galline avevano trasformato qualche elemento
della mica, trasformandolo in Calcio !
Un esperimento simile, sempre con la stessa mica, fu
ripetuto con altri uccelli, per un periodo di 40 giorni,
durante i quali la somministrazione della mica venne
sospesa tre volte, ed ogni volta le uova tornarono ad
essere deposte molli.
Una possibile obiezione potrebbe essere che, nella
necessità di deporre uova, le galline attingano il
Calcio da tutte le loro riserve mobilizzabili, ossia
dalle loro stesse ossa. Ma se questo fosse vero,
perché vennero deposte uova molli senza la mica, e le
uova tornarono normali con la mica ?
Per non essere obbligati ad ammettere la trasmutazione
di qualche elemento in Calcio, si potrebbe ipotizzare
che la mica in qualche modo stimoli un meccanismo
metabolico tale che permetta di utilizzare il Calcio
delle ossa per produrre i gusci. L'unico modo per
rimuovere ogni dubbio sarebbe quello di somministrare la
mica alle galline, assieme ad una dieta priva di Calcio,
così a lungo che tutto il Calcio delle ossa venga
esaurito.
Se continuassero nonostante tutto a deporre uova col
guscio, si dovrebbe definitivamente ammettere che,
ebbene sì, le galline sono capaci di trasmutare un
elemento fra quelli disponibili, in Calcio ! ...in
ogni caso alcuni degli esperimenti sono stati portati
avanti anche per periodi piuttosto lunghi, con gli
stessi risultati.
La formula della mica muscovite è:
KAl2 [(OH,F)2 | AlSi3O10]
e quindi possiamo ipotizzare che la produzione di Calcio
possa derivare dalla trasmutazione biologica
del Potassio: |
K39 + H1 > Ca40 |
o del Silicio: |
Si28 + C12 > Ca40 |
oppure derivare da un più complesso "giro" di
trasmutazioni fra elementi diversi...
Gente, quello che ho descritto accade per davvero!
Un gran numero di chimici riferiscono nei loro studi che
gli organismi biologici trasformano normalmente
elementi chimici in altri, nel loro metabolismo.
Ma secondo le teorie classiche della fisica questo è
impossibile, perché energia e condizioni necessarie
per tali trasmutazioni sarebbero assolutamente
incompatibili con quelle disponibili negli organismi
viventi, punto e basta.
Qualcuno poco informato potrebbe lecitamente chiedersi a
questo punto chi sia questo Louis Kervran, che si
permette di trarre conclusioni blasfeme.
Si tratta di uno scienziatucolo da strapazzo, forse
illuso o truffaldino ?
E tutti gli altri scienziati che hanno fatto le stesse
osservazioni e hanno convalidato i lavori di Kervran,
sono attendibili ?
La risposta è che si tratta di ricercatori seri ed
attendibili, ed inoltre sono ormai moltissimi.
Louis Kervran, che è stato il più ardente ricercatore
della trasmutazione biologica, ha sempre svolto i suoi
rigorosissimi esperimenti all'Università di Parigi, e i
suoi lavori nel settore gli sono valsi addirittura una
candidatura al Nobel. Ma nonostante ciò, la scienza
accademica continua ad ignorare le trasmutazioni.
Kervran mise in luce parecchie reazioni, verificandole.
Ecco alcune importanti affermazioni, tratte dai suoi
lavori...
"Il fenomeno vitale non è di ordine chimico... Il
nucleo degli atomi degli elementi leggeri è abbastanza
diverso da quello che i fisici nucleari considerano come
modello medio, valendo questo solo per gli elementi
pesanti... La Natura muove particelle da un nucleo
all'altro - particelle come nuclei di Idrogeno e
Ossigeno e, in qualche caso, nuclei di Carbonio e Litio.
C'è così una trasmutazione... La trasmutazione biologica
è un fenomeno completamente diverso dalla fissioni o
fusioni atomiche della Fisica... esso svela una
proprietà della materia mai vista prima di questo
lavoro. "
E per chi conosce la chimica, ecco un elenco delle
reazioni (scritte in forma semplificata) che, ad oggi,
sono state osservate:
Na23 + H1 > Mg24
|
Na23 + O16 > K39
|
Na23 - O16 > Li7
|
Na23 > Li7 + O16
|
K39 + H1 > Ca40
|
Mg24 + Li7 > P31
|
Mg24 + O16 > Ca40
|
F19 + O16 > Cl35
|
C12 + Li7 > F19
|
Cl35 > C12 + Na23
|
Fe56 - H1 > Mn55
|
2 O16 - H1 > P31
|
O16 + O16 > S32
|
2 N14 > C12 + O16
|
N14 + Mg12 > K19
|
Si28 + C12 > Ca40
|
P31 + H1 <-> S32
|
|
tratto da Robert A. Nelson,
Biological Trasmutations,
con modifiche
In questa successiva tabella vediamo a colpo d'occhio le
più frequenti trasmutazioni biologiche:

Ricordiamo questo utile schema di trasformazioni, perchè
costituisce una guida generale.
Vedremo infatti qualche altra evidenza della
trasmutazione biologica in organismi diversi dalle
galline...
Il Calcio è un componente fondamentale dell'esoscheletro
(comunemente detto guscio) di molti crostacei, e delle
conchiglie dei molluschi.
Nella loro muta periodica, granchi e gamberi abbandonano
la loro vecchia corazza, per formarsene una nuova più
comoda. Durante la muta i granchi sono molli e "nudi",
del tutto vulnerabili, e perciò impossibilitati a
procurarsi il Calcio necessario predando altri esseri.
Per questo motivo il granchio si nasconde, e nel
brevissimo periodo di un paio di giorni riforma un nuovo
guscio. Ma l'acqua marina contiene troppo poco Calcio
(circa lo 0.042%) per giustificare una produzione così
rapida della corazza...
L'analisi chimica dell'intero corpo di un granchio
rivela che esso contiene Calcio sufficiente a produrre
solo il 3% del guscio, anche considerando il carbonato
di Calcio immagazzinato prima della muta nel suo sistema
epatico.
Il problema è che, anche nell'acqua completamente priva
di Calcio, granchi e affini possono ancora riformare il
loro guscio...
Kervran riporta che in un esperimento un gambero fu
messo in un contenitore con acqua marina dalla quale il
carbonato di Calcio era stato rimosso mediante
precipitazione, e che nonostante tutto il gambero
produsse il suo bravo guscio.
Sempre secondo Kervran, l'analisi chimica fatta su
animali che secernono i loro gusci - come i molluschi -
ha rivelato che il carbonato di Calcio si forma sul lato
esterno di una membrana, sebbene sul lato opposto della
membrana, dove le sostanze nutritive entrano, non ci sia
Calcio.
Kervran sostiene che normalmente i granchi trasformano
il Magnesio in Calcio, secondo la trasmutazione
Mg + O > Ca
ed in effetti l'acqua marina contiene un ammontare
sufficiente di Magnesio per formare un guscio.
Ci si può chiedere cosa accadrebbe se mettessimo un
gambero nell'acqua priva sia di Calcio che di Magnesio,
ma non ho informazioni al riguardo.
Nel 1975 i chimici Heroux e Pietro (Divisione di Scienze
Biologiche del CNR Canadese) condussero un meticoloso
esperimento con i topi. Misurarono l'ammontare di
Magnesio introdotto con cibo, acqua e perfino aria,
confrontandolo poi col Magnesio espulso in urina e feci,
in tre periodi di 69, 240 e 517 giorni.
Nel caso nel quale gli animaletti furono alimentati con
una dieta nella quale l'ammontare di Magnesio ingerito
era meno di quello espulso, ci si aspettava che il
Magnesio subisse un grave deficit molto prima del 517°
giorno. Dopo i 517 giorni i topini furono (purtroppo)
uccisi ed analizzati, aspettandosi di non trovare
praticamente più Magnesio nel corpo. Il metodo era
rigoroso e la strumentazione precisa (spettrometro di
massa), ma ogni topino conteneva mediamente 82 mg di
Magnesio... il conto non tornava, il Magnesio sarebbe
dovuto essere assai inferiore.
I due ricercatori verificarono allora l'accuratezza
delle loro determinazioni inviando i loro cadaverini a
due altri laboratori (alla Divisione di Chimica al CNR
del Canada e al Reparto di Chimica dell'Università di
McMaster), ma entrambi i laboratori ottennero
essenzialmente gli stessi risultati della prima
misurazione. Infine, furono usati altri metodi ancora
più raffinati, ma anche questi diedero risultati simili,
sconcertanti tanto per i ricercatori quanto per gli
analisti.
Heroux, O. and Peter, D. "Failure of balance
measurements to predict actual retention of magnesium
and calcium by rats as determined by direct carcass
analysis."
Journal of Nutrition, 1975, volume 105, pages 1157-1167
Per quanto riguarda i batteri, c'è una sufficiente
evidenza di molte anomalie sperimentali: come fa un
batterio a sintetizzare una proteina contenente un certo
elemento, se il terreno di coltura ne è privo ?
Il biochimico Komaki dell'Università di Mukogawa in
Giappone trovò che un gran varietà di microrganismi (per
esempio l'Aspergillus niger, usato nella
produzione di acido gallico e acido citrico, e il
Saccharomyces cerevisiae, il comune lievito del pane
e della birra) «creano» Potassio durante la loro
crescita.
Aggiungo che c'è chi avanza l'ipotesi secondo la quale
molti depositi minerali sarebbero dovuti non ai consueti
meccanismi geologici, bensì alla produzione metabolica
di masse batteriche sotterranee.
Komaki, H.: "Sur la formation de sels de potassium
par differentes familles de microorganismes dans un
milieu sans potassium." Revue de Pathologie Comparee,
Paris, September 1965
Komaki, H.: "Production de proteines par 29 souches
de microorganismes et augmentation du potassium en
milieu de culture sodique, sans potassium."
Revue de Pathologie Comparee, Paris, 1967
Ma solo granchi, gamberi, galline, topi e microrganismi
avrebbero questa possibilità ?
La risposta è senz'altro no: probabilmente tutti gli
esseri viventi, all'occorrenza, sono capaci di attivare
le reazioni a debole energia che portano alla
trasmutazione di alcuni elementi disponibili in altri
non disponibili ma indispensabili, e l'Uomo non fa
eccezione. Vediamo perchè...
Kervran descrive esperimenti fatti dai francesi nel 1959
in due località torride del deserto del Sahara, volendo
determinare il fabbisogno nutrizionale umano nelle
condizioni di estremo calore.
Nel primo esperimento si comparò la quantità di Magnesio
ingerito con quello espulso: ogni soggetto espulse
quotidianamente con feci, urina e sudore, in media 117.2
milligrammi in più rispetto a quello ingerito.
Considerando che il corpo umano ha una riserva di 5000
milligrammi di Magnesio, si può facilmente calcolare che
in circa 43 giorni le riserve si sarebbero dovute
esaurire:
5000/117.2 = 42.6
Eppure, l'esperimento fu protratto per 180 giorni, ed
ogni giorno ogni soggetto continuò ad espellere i suoi
bravi 117.2 mg di Magnesio !
Nel secondo esperimento, condotto in una località ancora
più arida, fu rilevato che ogni uomo espelleva
mediamente ogni giorno 256 mg di Magnesio in più
rispetto a quello ingerito: in tali condizioni il
Magnesio si sarebbe dovuto esaurire dopo soli 20 giorni,
ed invece l'esperimento durò ben 220 giorni.
Sembrerebbe inevitabile concludere che il corpo umano è
in grado in qualche modo di sintetizzare Magnesio...
...e pare che proprio questo processo ancora ignoto gli
conferisca una maggiore resistenza al clima torrido, a
patto che vi sia un maggiore apporto di Sodio, forse
secondo la reazione
Na23 + H1 > Mg24
Kervran, C. Louis. Biological Transmutation. New York:
Swan House Publishing Company, 1972
Ma l'Uomo sintetizza solo Magnesio? A questo punto,
una volta ammessa la possibilità delle trasmutazioni,
sembrerebbe logico di no, ed infatti ci sarebbero altri
indizi provenienti da direzioni diverse. Kervran ha
verificato la generazione di Calcio da Magnesio e da
Silicio, e la cosa potrebbe avere grande rilevanza, se
fosse universalmente riconosciuta. Per esempio, i
medici sanno che nelle fratture ossee e/o osteoporosi in
genere si somministra del Calcio, che è però di
difficile assorbimento, e spesso la decalcificazione
continua nonostante massicce somministrazioni di Calcio.
Ebbene, da sempre la fitoterapia insegna che nei casi
di fratture ossee e/o osteoporosi si deve somministrare
per via orale polvere di Equiseto (Equisetum arvense),
meglio se coadiuvato da Potassio e Magnesio, e la
decalcificazione cesserà. Detto fra noi, l'Equiseto è
ricco di Silicio... ...ed è probabile che la reazione
sia:
Si28 + C12 > Ca40
(Silicio + Carbonio = Calcio)
Ed anche questo è un bel mistero che è lì in tutta
evidenza e tuttora inspiegato: il Calcio delle ossa è
secreto da una membrana detta periostio; però,
se c'è Calcio dal lato verso l'osso, sull’altro lato non
se ne trova. Dunque il periostio secerne Calcio, ma da
dove lo prende? Se il lettore ricorda quanto già detto
per la membrana di crostacei e molluschi, noterà forse
una similitudine col periostio...
I più attenti avranno notato che non ho ancora parlato
delle trasmutazioni negli organismi vegetali superiori.
Forse nelle piante non è stato osservato il fenomeno?
Tutt'altro! Tanto è vero che su di esse si è
concentrata l'attenzione di diversi ricercatori, per
verificare le osservazioni di Kervran e altri.
Nel 1971, al Laboratorio della "Societe de Agriculteurs"
in Francia, Kervran condusse una serie molto accurata di
esperimenti, che dimostrarono senza ombra di dubbio che
durante la germinazione dei semi di avena si crea una
notevole quantità di elementi prima non presenti nei
semi o nel terreno di coltura.
La descrizione degli esperimenti e dei metodi adottati è
complessa e molto lunga, pertanto qui lasciamola agli
addetti ai lavori, che troveranno tutto in "Prove in
biologia delle trasmutazioni a debole energia".
Dalle sue numerosissime esperienze coi vegetali in
genere, Kervran si convinse che ciascun genere di pianta
può tramutare solamente determinati elementi, ma non
altri, con specifiche reazioni enzimatiche.
Qui diremo solo che, dopo germinazione di semi di avena
in ambiente controllato, analisi spettroscopica delle
ceneri, confronto col gruppo di controllo, ecc., fu
alfine evidenziata una notevolissima creazione di
Calcio.
L'estrema sofisticazione del metodo utilizzato e delle
misurazioni, assieme alle molteplici repliche di altri
autorevoli sperimentatori indipendenti, fanno
assolutamente escludere ipotesi di errori sperimentali o
inacuratezza delle analisi.
Per convincersi si leggano le opere di Kervran, ora
disponibili in italiano (vedi bibliografia alla fine).
Vi sono state naturalmente moltissime repliche positive
di questi esperimenti, ma alcune con una creazione di
Calcio inferiore alle attese, anche se comunque
inspiegabili. Perché ?
Attenti, qui, è un punto importante: Kervran nota che,
usando negli esperimenti acqua distillata al fine di
semplificare le analisi, si ha solo un piccolissimo
incremento del Calcio, attorno a solo qualche punto
percentuale.
Invece, usando acqua oligominerale (lui usò la
famosa acqua francese Volvic), l'incremento è quello
atteso, variabile fra il 50 e il 200 per cento o anche
più, a seconda delle condizioni sperimentali e del tempo
di coltura.
La grande differenza è spiegabile col fatto che, usando
un'acqua mineralizzata, la germinazione avviene in
condizioni più vicine a quelle naturali, mentre l'acqua
bi- o tridistillata conduce logicamente ad una grave
sofferenza del seme e del germoglio, con una conseguente
attività enzimatica assente o alterata (vedasi opera
citata, ed. italiana, pag 163).
Da quanto segue, viene il sospetto che anche i
ricercatori italiani non siano immuni dal pregiudizio
scientifico, il quale porta persino a distorcere
le sperimentazioni stesse, magari ispirate inizialmente
da sincero interesse...
Uno "strano" esperimento in Italia
Ho notizia che qui in Italia, presso
l'Istituto Tecnico Agrario "G. Cantoni" di
Treviglio (BG), si è tentato di replicare
una delle esperienze di Kervran, quella sui
semi di avena, per verificare l'aumento del
Calcio dopo la germinazione. L'esperimento
è stato effettuato dal Prof. Enrico Di Vito
in collaborazione con la Prof.ssa Carla
Candian, su proposta del Dr. Antonio Triassi,
dal 13 giugno al 5 luglio 1996. Il Prof.
Luigi Garlaschelli dell'Università di Pavia
ha svolto le funzioni di supervisore. I
risultati sembrano essere stati negativi,
secondo quanto riportato dal Prof.
Garlaschelli (che è anche membro del CICAP)
nella sua relazione (in inglese) alla pagina
Failed Replication
of the "Kervran Effect" , da cui
si evince però che, nonostante le
raccomandazioni di Kervran, più volte
ripetute nelle sue opere, si è voluto usare
acqua deionizzata e bidistillata. Ma anche
altre cose non sono andate come dovevano.
...ed ecco quanto mi ha cortesemente scritto
in due successive email proprio il Prof. Di
Vito, in data 3/7/2001, informandomi di
quanto segue:
"[...] Nel corso della prova si sono
verificati alcuni inconvenienti che, a mio
avviso, possono aver vanificato la prova
stessa. Avevo già suggerito, a suo tempo, di
ripetere l'esperienza eliminando gli
inconvenienti sopravvenuti, ma non è stato
ritenuto necessario. [...]
-
Per un difetto all’impianto di
distribuzione automatica dell’acqua,
alcune piastre rimasero completamente
secche e altre, invase dall’acqua, si
ricoprirono di muffe con il risultato
che circa il 50 % dei semi non germinò
(900 semi marciti o secchi su 1800);
-
I semi messi a germinare ed i semi
utilizzati per le analisi iniziali, pur
appartenendo alla stessa varietà e alla
medesima annata di produzione, non
provenivano dalla medesima partita;
-
La temperatura all’interno della camera
di germinazione, a causa di un’eccessiva
vicinanza della lampada di illuminazione
alla porta del germinatoio, superò per
alcuni giorni i 41 °C;
-
L’interruzione dell’energia elettrica,
per due notti di seguito e per diverse
ore, impedì il regolare funzionamento
della ventilazione e della lampada UV.
Sia io che la Prof.ssa Candian ritenemmo
gravi tali inconvenienti e proponemmo la
ripetizione della prova, ma il Prof.
Garlaschelli e il Dr Triassi li
considerarono ininfluenti."
Questo è quanto mi ha scritto il Prof. Di
Vito, al quale - assieme alla Prof.ssa
Candian - bisogna riconoscere onestà e
rigore, oltre che cortesia. Ma qual è la
posizione del Prof. Garlaschelli e del Dr.
Triassi? Questi - a detta del Prof. Di Vito
- avrebbero dichiarato ininfluenti la
marcescenza di ben il 50% dei semi! Una
percentuale così alta (una accettabile
sarebbe stata al massimo il 5%) già la dice
lunga sulle condizioni altamente sfavorevoli
nelle quali è stato condotto
l'esperimento... ma questa "rivelazione"
diviene illuminante quando si
apprende che - da quanto riportato nella
citata relazione on-line di Garlaschelli -
nella analisi si sono usati tutti i
semi, compresi quelli morti e ammuffiti!
Egregi Garlaschelli e Triassi, ma come si
fa a negare che questo possa aver gravemente
falsato i risultati?
E perchè si è usata acqua deionizzata e
bidistillata, cioè quanto di peggio per uno
sviluppo normale dei semi? Così il lettore
non tecnico legge il titolo della relazione
Fallita replica dell'"Effetto Kervran",
e magari sapendo che il Dr. Garlaschelli fa
parte del CICAP (il discusso comitato per la
verifica degli ...imbrogli !) può farsi una
idea errata del fenomeno. Altri,
malignamente, potrebbero pensare che forse
un membro del CICAP abbia pregiudizialmente
rovinato l'esperimento... L'impressione
personale è che si sia voluto liquidare un
argomento molto scomodo...
A causa di un mio errore che ha causato la
perdita dei dati, ho creduto di aver
aggiornato questa pagina il 7/7/2001 e così
ho comunicato agli interessati. In realtà il
contenuto di questo riquadro giallo è stato
pubblicato solo il 29/10/2001 e
successivamente aggiornato il 26/5/2002: me
ne scuso con loro e con i lettori. XmX |
Ecco dunque un occasione mancata per un esperimento
"serio", e chissà quando se ne farà un altro.
Non si creda che le trasmutazioni in biologia siano in
fondo solo una questione teorica o marginale, senza
risvolti pratici.
Le ricerche di Kervran portano, per esempio, ad
un’importantissima conclusione per l'agricoltura:
poiché le piante hanno la capacità di prodursi in
proprio alcuni degli elementi che gli necessitano, ne
deriva che le nostre attuali conoscenze applicate alla
agricoltura sono errate e dannose. Infatti, la
concimazione non deve affatto ripristinare gli elementi
che i raccolti asportano, ma solo quelli che saranno
trasmutati dalle piante! È ciò che Kervran chiama
sostituzione, mentre l’agronomia classica ha
provocato lo squilibrio dei suoli con la tecnica erronea
della restituzione.
Le piante cosiddette calcifughe (o silicicole)
come l'avena, creano Calcio (le calciofile fanno
altre trasmutazioni), e questo è un fatto confermato
indirettamente dal grave problema biochimico, mai
risolto, dei bilanci non nulli degli elementi
nei suoli in agricoltura: ma evidentemente ammettere le
trasmutazioni è un trauma insostenibile per la chimica e
la fisica classica... eppure le tabelle sulle analisi
dei suoli prima e dopo le colture sono in ogni
università, e la "orrenda realtà" può esser
vista da chiunque voglia vederla, anche dai semplici
studenti di agraria. Verrebbe quasi il sospetto che
l'industria dei fertilizzanti sia sempre riuscita, in
qualche modo, a scoraggiare e/o screditare le ricerche
sulle trasmutazioni nei suoli...
Ma, sempre in funzione del ruolo di "agente provocatore"
che mi è congeniale, vorrei proporre un semplice
esperimento terra-terra affinché gli scettici (quelli in
buona fede) possano convincersi della realtà delle
trasmutazioni ad energia debole... Vorrei dunque
"rilanciare" con una prova più semplice dell'infelice
esperimento prima citato, ma anche più "spettacolare",
che non mi risulta sia stata ancora effettuata in Italia
(se mi sbaglio, informatemi!).
Sperimentiamo assieme ?
Galline !
Propongo di replicare, a costo quasi zero,
l'esperimento delle galline ovaiole private
del Calcio, descritto a inizio pagina.
Questo solo per verificare la ripresa
della deposizione di uova complete di guscio
dopo la somministrazione di mica muscovite:
in caso di successo si ripeterebbe magari
il tutto in condizioni di maggiore
controllo, con le necessarie analisi
chimico-fisiche.
Gli studenti di qualche Istituto Agrario o
Dipartimento Universitario potrebbero
proporlo ai loro Professori ! Chi si fa
avanti ?
Il materiale occorrente è pochissimo:
IL NECESSARIO
-
una gabbia metallica
(sospesa da terra);
-
una gallina ovaiola
(nel periodo produttivo);
-
mica muscovite tritata, circa mezzo
chilo
(recuperabile dalle lastrine di supporto
per le resistenze di stufette elettriche
e ferri da stiro);
-
semi di avena, qualche chilo
(l'avena è molto povera di Calcio)
-
acqua oligominerale
(non gasata).
L'ESPERIENZA
-
Messa la gallina nella gabbia ben
pulita, si verifichi che produca
regolarmente uova (mediamente uno al
giorno) che verranno sempre subito tolte
per evitare che le becchi, e si inizi
l'alimentazione con sola avena e poca
acqua.
-
Dopo circa 4 o 5 giorni la gallina ha
esaurito il Calcio mobilizzabile: le
uova sono o no molle, senza guscio?
-
Si attenda ancora un giorno, poi si dia
la mica ben tritata, e si annoti il
comportamento della gallina (la mica non
è un nutriente, e non dovrebbe
interessarla): la mangia o no con
entusiasmo?
-
Dopo 18-24 ore si controllino le uova:
tornano o no ad avere il guscio?
-
Dopo qualche giorno di dieta a base di
avena, acqua e mica, interrompere
quest'ultima: dopo 18-24 ore le uova
tornano o no ad essere senza guscio?
IL SIGNIFICATO
Questo non è certo un esperimento rigoroso,
ma almeno è alla portata di chiunque, e
nella sua semplicità potrebbe mettere più di
una pulce nell'orecchio. Se le risposte
alle domande poste fossero solo sì, allora
si potrebbe sospettare che ...qualcuno non
ci ha detto tutto, o non ha capito molto
sinora: e vale la pena indagare!
Immaginatevi l'impatto sulla Biologia....
Dunque, se qualcuno se la sente mi informi,
ed io prometto che pubblicherò i risultati
qui sul sito, quali che siano. Scrivere a
XmX |
Bene. Cioè, male. Ho proposto questo esperimento due
anni fa. Da allora mi hanno scritto a tutt'oggi una
decina di persone, anche titolate, per assicurarmi di
avere la possibilità e l'intenzione di fare
l'esperimento su riportato, ma poi o non ne hanno fatto
più nulla ...o non me l'hanno voluto dire.
Troppo semplice? Poco serio? È lo stesso meccanismo
che porta chi vuol verificare le scoperte di Kervran a
scegliere le esperienze più critiche e complesse,
anziché cominciare con le uova delle umili galline?
Non lo so, forse semplicemente i tempi non sono ancora
maturi per uno stravolgimento simile dei canoni
consolidati.
Ma Kervran non vuol proprio farci dormire tranquilli, e
ci informa di un altro fenomeno interessantissimo:
in un capitolo di "Prove in biologia delle
trasmutazioni a debole energia" ci parla del fatto -
colossale se confermato - che nessuno si sia mai accorto
che nella frutta secca il rapporto tra gli elementi
cambia rispetto a quella fresca, e di molto, perché
nella essiccazione (ma solo in quella naturale, che
avviene lentamente!) si produrrebbero reazioni
enzimatiche che trasmuterebbero gli elementi di
partenza.
Kervran sostiene che questo è già sotto gli occhi di
tutti, in quanto le più note tabelle nutrizionali (ne
cita di francesi) presenterebbero già dei bilanci errati
senza che nessuno se ne sia mai accorto, e di fatto
conformi alle sue scoperte e analisi...
Osserviamo i valori degli elementi in questa tabella:
si riferiscono ai fichi, freschi e secchi, per 100
grammi. Non conosciamo la diminuzione in peso dovuta
alla essiccazione, ma non ci interessa.
È importante la variazione dei rapporti fra i vari
elementi, che infatti dopo l'essiccazione sono mutati...
Fichi
(analisi per 100 g) |
elemento |
naturale |
essiccato |
variazione |
Ca |
(Calcio) |
35 mg |
70 mg |
x 2 |
Fe |
(Ferro) |
0.37 mg |
0.88 mg |
x 2.38 |
Mg |
(Magnesio) |
17 mg |
29 mg |
x 1.7 |
P |
(Fosforo) |
14 mg |
29 mg |
x 2.1 |
K |
(Potassio) |
232 mg |
294 mg |
x 1.27 |
Na |
(Sodio) |
1 mg |
4 mg |
x 4 |
Zn |
(Zinco) |
0.15 mg |
0.24 mg |
x 1.6 |
Cu |
(Rame) |
0.070 mg |
0.124 mg |
x 1.77 |
Mn |
(Manganese) |
0.128 mg |
0.220 mg |
x 1.7 |
Se |
(Selenio) |
0.2 mcg |
0.2 mcg |
x 1 |
I valori della tabella per la frutta fresca e secca sono
tratti dal sito governativo:
http://www.nal.usda.gov/fnic/foodcomp/search/
e sono disponibili per ogni alimento.
Quanto al relativo esperimento, beh, se sinora non sono
riuscito a convincere qualcuno a fare il pur
semplicissimo esperimento delle galline, figuriamoci se
è il caso di proporre le complesse procedure e analisi
per verificare questa cosa della frutta... Ad ogni modo
voglio ancora essere fiducioso, perciò ecco cosa si
potrebbe fare, a mio modesto avviso:
Sperimentiamo assieme ?
Frutta secca !
Stavolta propongo di verificare se, come
sostiene Kervran, la percentuale relativa
degli elementi cambia davvero nella frutta
essiccata naturalmente. E anche questo
potrebbe essere un esperimento accessibile
agli studenti degli Istituti Agrari o dei
Dipartimenti Universitari, se vi è
l'attrezzatura necessaria.
Il materiale necessario occorrente è:
1 - attrezzatura per analisi quantitativa
di precisione (dell'ordine del decimo di
milligrammo per chilo, o 0.1 ppm);
2 - una decina di Kg di frutta a
coltivazione biologica non trattata
chimicamente in alcun modo, maturata al
punto giusto sulla pianta, senza
marcescenze, e di più tipi (particolarmente
adatti fichi, uva, mele, albicocche);
3 - essiccatoio naturale (all'ombra,
senza ventilazione forzata, ne'
riscaldamento, e senza parti metalliche a
contatto con la frutta).
L'ESPERIENZA
-
Si divida la frutta secondo la specie,
poi ogni tipo in due lotti eguali,
scartando ogni frutto con marcescenze o
attacchi di insetti.
-
Si disponga un lotto per tipo
sull'essiccatore, evitando il contatto
fra tipi diversi, e si attenda il tempo
necessario ad una lenta essiccazione in
ambiente con percentuale di umidità non
troppo inferiore al normale (non meno
del 45% circa) affinché vi sia tempo per
le eventuali reazioni enzimatiche.
-
Nel frattempo si effettuerà l'analisi
quantitativa sui lotti freschi.
-
Dopo un periodo di tempo sufficiente si
toglierà la frutta nell'essiccatore,
riponendola in ambiente normale per
qualche tempo (un paio di settimane
dorebbero bastare) in modo da far
eventualmente proseguire le reazioni
enzimatiche, come nella normale
conservazione domestica.
-
Si eseguano le analisi per la frutta
essiccata, e si confrontino i risultati:
fra i campioni freschi e quelli secchi,
si evidenziano differenze significative
nelle percentuali relative di uno o più
elementi?
IL SIGNIFICATO
Avendo disponibilità della strumentazione,
le uniche difficoltà sarebbero quelle di
trovare frutta davvero biologica
correttamente maturata sulla pianta, e poi
di... non perdere credibilità professionale
nel caso si intendesse rendere pubblici i
risultati (se positivi) in ambito
accademico! Inutile dire che un eventuale
successo potrebbe fare un bel rumore nel
settore della ricerca agro-alimentare,
quantomeno invalidando le attuali tabelle
nutrizionali...
Anche qui, se qualcuno vorrà sperimentare,
pubblicherò i risultati qui sul sito, quali
che siano. Scrivere a
XmX |
È tutto, o quasi. Mi piace concludere con qualche
spigolatura:
Nel 1946 Henri Spindler, Direttore del Laboratoire
Maritime de Dinard, in Francia, indagando sull'origine
dello Iodio nelle alghe marine, scoprì che la comune
alga Laminaria (quella che sembra lattuga) si
«fabbrica» tutto lo Iodio che le occorre, anche se viene
posta a crescere in un'acqua che non ne contiene.
Spindler, Henri: Bull. Lab. Maritime Dinard (15
Giugno 1948 e Dicembre 1946)
Il Prof. Perrault, dell'Università di Parigi, ha
scoperto che l'ormone aldosterone (secreto dalle
ghiandole surrenali e noto per la sua azione favorente
la ritenzione di acqua e di Sodio, ed escrezione del
Potassio), provoca una trasmutazione di Sodio in
Potassio, la qual cosa potrebbe in certi casi essere
fatale ad un paziente: incidenti cardiaci avvengono
quando il livello di Potassio nel sangue raggiunge circa
i 350 mg per litro.
Nel 1959 il Dr. Julien, dell'Università di Besancon, ha
provato che se le tinche (pesci d'acqua dolce) sono
messe in acqua contenente il 14% di NaCl (cloruro di
Sodio), la loro produzione di KCl (cloruro di Potassio)
aumenta del 36% entro 4 ore.
Julien: Annales Scientifiques de l'Universite de
Besancon, Series 2 (1959)
Infine, il Prof. Barranger:
Negli anni '50 Pierre Baranger, professore e il
direttore del Laboratorio di Chimica Organica all'Ecole
Polytechnique a Parigi, fece un gran numero di accurati
esperimenti di germinazione, indipendentemente da
Kervran, e concluse che le piante normalmente trasmutano
elementi.
Baranger disse:
"I miei risultati sembrano impossibili, ma sono
qui. Ho preso ogni precauzione. Ho ripetuto gli
esperimenti molte volte. Ho fatto migliaia di analisi
per anni. Ho fatto verificare i miei risultati da terze
parti che non sapevano su cosa stessi investigando. Ho
usato diversi metodi. Ho cambiato i miei esperimenti. Ma
non c'è via d'uscita. Dobbiamo rassegnarci all'evidenza:
le piante trasmutano gli elementi".
Michel, A. "Un savant francais bouleverse la scienza
atomique". Scienza Gareggiano, Parigi, 1959, pag. 82
Per saperne di più: siti
-
AQUARIUS - C. Lous Kervran:
breve descrizione delle opere
-
Biological Transmutations
-
Evidence that atoms behave
differently in biological systems than outside of them
Libri:
- Roberto Germano - Fusione fredda: moderna storia
d'inquisizione e d'alchimia - Collana Saggi Bibliopolis,
2000
- Kervran L. - Prove in biologia delle trasmutazioni a
debole energia - Associazione Culturale Aquarius (per
procurarselo vedi
bibliografia)
- Kervran L. - Prove in geologia e fisica delle
trasmutazioni a debole energia - Giannone
- Kervran L. - Trasmutazioni biologiche e fisica moderna
- coedizione fra Antonio Giannone Editore e Andromeda
(per procurarselo vedi
bibliografia)
- Kervran L. - Alla Scoperta delle trasmutazioni
biologiche - Edizioni Edagricole, Bologna, 1969
Lavori originali di Kervran...
- Kervran, C. Louis: Natural Non-Radioactive
Transmutations: A New Property of Matter; 1963,
Librairie Maloine, Paris
- Kervran, C. L.: Preuves Relatives a l'Existence de
Transmutations Biologiques; 1968, Libraire Maloine
- Kervran, C. Louis: Natural Non-Radioactive
Transmutations: A New Property of Matter; 1963,
Librairie Maloine, Paris
- Kervran, C. L.: Preuves Relatives a l'Existence de
Transmutations Biologiques; 1968, Libraire Maloine
- Kervran, C. L.: Transmutations Biologiques:
Metabolismes Aberrants de l'Azote, le Potassium et le
Magnesium; 1963, Libraire Maloine
- Kervran.
C. L.: Transmutations a Faible Energie; 1964, Libraire
Maloine
- Kervran, C. L.: Transmutations Naturelles,
Non-Radioctives; 1963, Libraire Maloine
- Kervran, C. L.: Biological Transmutations; 1972, Swan
Publ. Co., NY; Michel Abehsera, translator
- Kervran, C. L.: La Revue Generale des Sciences, Paris
(July 1960)
Nota importante:
questo scritto nasce da mie traduzioni e sintesi di
varia documentazione, sia libraria che su Internet ed ha
il solo scopo di divulgare l'argomento, senza pretesa di
rigore scientifico.
Tratto da: xmx.it
vedi anche:
Trasmutazioni
+
Trasmutazioni Biologiche
+ Trasmutazioni a Debole Energia
+
Fusione Fredda
+
Teoria dei Gradienti e delle Onde Portanti
http://www.xmx.it/trasmutazioni.htm
+
http://www.progettomeg.it/art_rampado.htm
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