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GUIDA  alla  SALUTE con la Natura

"Medicina Alternativa"   per  CORPO  e   SPIRITO
"
Alternative Medicine"
  for  BODY  and SPIRIT
 

 
 


SALASSO TERAPEUTICO  
 

Sacrificazione e Salasso (antichissima tecnica)   
vedi:
Apparato CardiovascolarePorfiria

Sacrificazione e salasso purificano tramite l'uscita dell'impurità attraverso il sangue. Allo stesso modo può essere determinata tramite vomito, clistere, salivazione o comunque evacuazione delle sostanze tossiche accumulate.
Il Salasso e’ la sottrazione di una certa quantità di sangue dal circolo di un individuo, praticata a scopo terapeutico. Puo’ essere effettuato con una goccia di sangue fatta fuoriuscire dalle dita (polpastrello e/o punti laterali della base delle unghie e/o dai punti di agopuntura) oppure vicino a parti doloranti per arrivare, eliminando piu’ sangue con una incisione per esempio alla base della vena del piede sinistro (parte interna) sangue raccolto in una bacinella di acqua tiepida, nei casi di dolori alle gambe.
L'alternativa al salasso chirurgico erano e sono
le sanguisughe.
vedi: LARVE  di Mosca   +  Coppettazione e salasso

Un po' di Storia sulla Salasso terapia
(tratto da Wikipedia)
Il salasso è una delle più antiche pratiche mediche, essendo stato praticato in diversi popoli antichi, tra cui gli abitanti della Mesopotamia, gli Egizi, i Greci, i Maya, e gli Aztechi.
In Grecia, il salasso era in uso nel periodo di Ippocrate, che cita il salasso ma che in generale si affidava a tecniche dietetiche. Erasistrato, comunque, teorizzò che molte malattie fossero causate da pletore, cioè eccessi, nel sangue, e consigliò di trattare queste pletore inizialmente con l'esercizio, il sudore, la riduzione di alimentazione, e il vomito. Erofilo era a favore del salasso. Arcagato, uno dei primi medici greci a praticare a Roma, utilizzò ampiamente il salasso.
La popolarità del salasso in Grecia era rinforzata dalle idee di Galeno. C'erano due concetti chiave nel suo sistema di salasso.
Il primo era che il sangue era creato e poi consumato, non circolava e perciò poteva 'stagnare' alle estremità. Il secondo era che il bilancio umorale decideva tra malattia e salute, con i quattro umori che erano il sangue, la flemma, la bile nera, e la bile gialla, in parallelo ai quattro classici elementi greci aria, acqua, terra e fuoco.
Galeno credeva che il sangue fosse l'umore dominante, quello che avesse più bisogno di essere controllato. Al fine di bilanciare gli umori, un medico avrebbe rimosso il sangue in 'eccesso' (la pletora) dal paziente o gli avrebbe dato un emetico per indurre il vomito, o un diuretico per indurre la minzione.
Galeno creò un complesso metodo per calcolare quanto sangue dovesse essere rimosso a seconda dell'età e della costituzione fisica del paziente, nonché della stagione, del clima e del luogo. La febbre, l'apoplessia e la cefalea erano considerati sintomi della pletora. Il sangue da asportare era di una natura specifica determinata dalla malattia: poteva essere arterioso o venoso, e lontano o vicino all'area affetta del corpo. Egli collegava i diversi vasi sanguigni ai diversi organi, secondo il loro presunto scarico.
 Per esempio, si doveva attingere alla vena della mano destra per curare problemi al fegato, mentre alla vena nella mano sinistra per problemi alla milza. Più era grave la malattia, più sangue si doveva prelevare. Le malattie febbrili richiedevano salassi abbondanti.

Il Talmud raccomandava di praticare i salassi solo in uno specifico giorno della settimana o in specifici giorni del mese, e simili regole, sebbene meno codificate, si potevano trovare negli scritti cristiani che consigliavano i santi i cui giorni erano favorevoli al salasso.
Anche autori musulmani consigliavano il salasso, in particolare per le malattie febbrili.
La pratica probabilmente era stata tramandata loro dai Greci; quando le teorie islamiche divennero note nei paesi di lingua latina dell'Europa, il salasso si diffuse maggiormente. Insieme al cauterio, era centrale nella chirurgia araba; entrambi i testi chiave, il Kitāb al-Qānūn di Avicenna e, specialmente, l'al-Tasrīf li-man ʿajaza ʿan al-taʿlīf di Abulcasis (Abu al-Qasim Khalaf ibn al-Abbas al-Zahrawi), lo raccomandavano. Era noto anche nella medicina ayurvedica, descritta nel Susrata Samhita.

Il salasso nel secondo millennio
Anche dopo che il sistema umorale era caduto in disuso, la pratica venne continuata dai chirurghi e dai barbieri-chirurghi. Sebbene il salasso venisse spesso raccomandato dai medici, veniva applicato dai barbieri. Questa suddivisione del lavoro condusse alla distinzione tra medici e chirurghi.
Il palo a strisce bianche e rosse degli esercizi di barbiere, ancora oggi in uso in alcuni Paesi, deriva da questa pratica: il rosso rappresenta il sangue prelevato, il bianco rappresenta la pinza emostatica utilizzata, e il palo stesso rappresenta il bastone stretto nella mano del paziente per dilatare le vene.
Il salasso veniva usato per 'trattare' un'ampia gamma di malattie, divenendo un trattamento standard per quasi ogni disturbo, ed era praticato sia come profilassi che come terapia.
La pratica continuò per tutto il Medioevo ma cominciò a essere messa in questione nel XVI secolo, particolarmente nell'Europa settentrionale e nei Paesi Bassi. In Francia, i medici della corte e delle università suggerivano frequenti flebotomie. In Inghilterra, l'efficacia del salasso era molto dibattuta, è declinata nel corso del XVIII secolo, e ha avuto una breve ripresa nel XIX secolo come trattamento delle febbri tropicali.
Venivano impiegati numerosi metodi.
Il più comune era la flebotomia o venisezione (spesso definita "far respirare una vena"), in cui il sangue veniva estratto da una o più delle maggiori vene esterne, come quelle nell'avambraccio o nel collo. Nell'arteriotomia veniva punta un'arteria, sebbene solitamente solo alle tempie. Nella scarificazione venivano aggrediti i vasi "superficiali", spesso usando una siringa, un bisturi a molla, o una tazza di vetro che conteneva aria calda, producendo una depressione all'interno.
Lo scarificatore è uno strumento per il salasso usato primariamente nella medicina del XIX secolo. Si potevano usare anche le sanguisughe. Il prelievo di così tanto sangue da indurre una sincope (svenimento) era considerato benefico, e molte sessioni venivano concluse solamente quando il paziente cominciava a perdere i sensi.

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Per gli  Animali e’ una pratica ancora oggi utilizzata con notevoli risultati:
Gli allevatori, soprattutto quelli più anziani, riconoscono facilmente la malattia (la Muffata) e, prima ancora di chiamare il veterinario, agiscono tempestivamente intervenendo con la pratica del salasso (pratica che definiscono infallibile).
In poche parole si tratta di svuotare o pungere con un coltello o con la punta di un punteruolo quella che loro chiamano la vescicola o bolla, che si trova sotto la lingua (edema del laringe), dalle dimensioni di una noce o di una castagna.
Il salasso può essere praticato anche alla regione auricolare. Si ha subito una diminuzione dell’edema a partire dalla regione oculare e dell’intera faccia; dopo qualche ora l’animale incomincia a muovere la lingua per la scomparsa dell’edema e via via si ha un ripristino delle condizioni generali.
 

Per gli Umani:
Con un salasso si rimuovono dal circolo sanguigno, 350 o 400 ml di sangue. Il sangue contiene per il 40-45% una parte solida costituita dai globuli rossi (in grande maggioranza), dai globuli bianchi e dalle piastrine e una parte liquida (il plasma) che contiene proteine, grassi, oligoelementi, ecc, essenziali per la vita.
Togliere il sangue, se non c'è una chiara indicazione medica, vuol dire affaticare l'apparato cardiocircolatorio, indurre una anemia, depauperare l'organismo di elementi vitali. Viceversa, il salasso terapeutico può essere una terapia molto efficace nelle malattie da sovraccarico di ferro quali l'emocromatosi, dove il salasso terapeutico è terapia salvavita, la porfiria cutanea tarda, in cui la salassoterapia elimina le alterazioni cutanee (vesciche e bolle), così fastidiose e dolorose, nella policitemia vera, malattia tumorale caratterizzata da un eccesso di globuli rossi e infine saltuariamente nella bronchite cronica, condizione in cui i bassi livelli di ossigeno circolante stimolano la produzione di globuli rossi in quantità eccessive (policitemia secondaria).
Si attua anche nei casi di edema polmonare acuto da scompenso cardiocircolatorio, di crisi di ipertensione arteriosa, in soggetti affetti da policitemia vera.
Le indicazioni sono molteplici e condizionano l’entità del prelievo, che deve essere preventivamente valutato in relazione alle condizioni generali del malato (stato di nutrizione e di sanguificazione, costituzione somatica ecc.).
In tutte le popolazioni del mondo si pratica ancora oggi il salasso terapeutico.

Per sottrarre dal circolo ematico quantita' di sangue pari a 150 >400 cc ed in casi di urgenza (una crisi ipertensiva, un edema polmonare acuto, ecc.) e' necessario incidere la vena mediana della piega del gomito e praticare un vero e proprio salasso.

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Trattasi di una pratica empirica, molto diffusa, con buoni risultati, che arriva fin dall'antichita', ed oggi e' ancora presente in alcune parti d'Italia. E' una tecnica che in Italia possono praticare solo i medici.
La salassoterapia è una pratica empirica a cui la scienza medica ufficiale non sa dare delle precise spiegazioni, dato che comunque ha dei risultati molto positivi.  Come tutte le cose empiriche, spesso si fanno, si bada al risultato e non bisogna chiedersi tanti perché.
In ogni caso questa pratica terapeutica rispetta il principio di Ippocrate che e' la regola fondamentale della medicina: 
"primum non nocere", infatti questa metodica oltre non danneggiare, spesso risparmia l'assunzione di farmaci.
La metodica  consiste nel provocare una fuoriuscita di sangue da una vena (flebotomia) in prossimità del malleolo esterno della gamba affetta da  sciatica, tramite un taglio o alcune piccole incisure.  La quantità di sangue che esce può variare a secondo del tipo di incisione.
A dimostrazione della efficacia del metodo, in un passato non lontano l'azione di salasso veniva effettuato tramite le sanguisughe, facendole attaccare alla zona dolente e maggiormente al livello di caviglia.
Attualmente le sanguisughe stanno tornando di moda in alcuni ospedali per una serie di disturbi.
Se diamo uno sguardo alla storia, vediamo che ci sono tracce di questa metodica fin dai tempi più remoti. Fu importata dai medici greci dall'oriente e dai frati Francescani dall'estremo oriente nel medioevo.
Per secoli, il salasso nella sciatica, è rimasta una pratica terapeutica, in mano ai frati di vario ordine.
Nel corso dell'ultimo secolo anche la classe medica si è avvicinata a questa metodica e ci sono anche illustri medici che la praticano. 
Per quanto riguarda le possibili spiegazioni scientifiche sono state formulate varie ipotesi.
 Io stesso nel corso di una lezione, durante il corso di specializzazione nel 1981, chiesi a un docente  della scuola di specializzazione  di ortopedia a Roma, quali potessero essere le possibili basi scientifiche del trattamento con salasso nella sciatica. Mi diede due spiegazioni. Una, poiché la zona che si va ad incidere, è una sede che gli stessi agopuntori pungono per il trattamento della sciatica. L'altra che probabilmente con il salasso si va a decongestionare il plesso periradicolare del nervo (parole sue).
(NdR: Un'altra ancora, molto piu' sensata, e' che le infiammazioni latenti, misconosciute, croniche od acute, richiamano liquidi nei luoghi ove l'infiammazione si localizza
- ma che sempre nasce nell'intestino, per le disbiosi ed alterazione del pH digestivo -  e quindi scaricando i liquidi con questa tecnica, i tessuti eliminano anche parte dei processi infiammatori che generano anche l'aumento della pressione meccanica in loco, cioe' gonfiore. Cio' significa che un salasso, decongestiona e scarica il sangue e le tossine accumulate,  nelle cellule e tessuti in loco (cluster di minerali e tossine), che rendono  il sangue "marcio" e quindi anche denso, generando nella microcircolazione dei difetti di circolazione, alle volte anche micro ischemie, nei tessuti coinvolti, in qualsiasi parte del corpo ove l'infiammazione si puo' localizzare, al di fuori dall'intestino).
Indipendentemente dalle basi scientifiche, che giustificano il successo terapeutico, basta sapere che empiricamente il salasso nella sciatica da buoni risultati. In fin dei conti l'efficacia di una terapia si fonda anche su cose che scientificamente non riusciamo a spiegare e la fuoriuscita di sangue nel paziente evoca sempre la sensazione del  "male che si allontana da noi".
La salassoterapia non è  l'unica metodica, che fa ricorso alla fuoriuscita di sangue per trattare dolori muscolari o articolari e in particolare la sciatalgia.
Una particolare forma di agopuntura, associa alla infissione di aghi il salasso ed in uno studio randomizzato, si conclude che l'agopuntura nella sciatica è efficace soprattutto se associata alla salasso terapia.
Altra metodica, che fa ricorso alla fuoriuscita di sangue, per curare i dolori è la coppettazione (cupping therapy), e la si può fare con o senza fuoriuscita di sangue. 
By dott. C. Stramenga


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Salasso una pratica tornata di moda, terapia che piace alle dive (stars)
Questa tecnica e' stata importata dal medio oriente (specialmente i medici Greci la praticavano) e dall'estremo oriente, specialmente in Cina,  pratica in uso da ben oltre 5.000 anni, da frati francescani missionari del medio evo.
Da allora e' stata praticata con fasi alterne,  nel mondo occidentale fino al nostro periodo, ove con l'avvento della medicina farmacologica, fu spazzata via, derisa ed abolita dalla nuova classe "medica"....serva delle case farmaceutiche.
Fra i primi in Italia a riscoprire l'antica pratica e' stato l'olimpionico Mennea, per via della sciatica che l'affliggeva e riduceva le sue prestazioni atletiche, egli si decise di recarsi da padre Leonardo, frate in Fonte Colombo; i medici che l'avevano in cura ironizzavano, ma dovettero rimangiarsi tutta la loro stupida ironia, visto che il risultato fu la guarigione dalla sciatica dell'ex loro paziente.

Il medico chirurgo dott. Mario Pitoni (il medico ricercatore che ha messo a punto un semplice, poco costoso, test per sapere mesi prima se un soggetto avra' oppure no, un tumore - vedi Micro cristalli - Diagnosi precoce del Tumore ) - si e' voluto recare diversi anni fa in prima persona a vedere i risultati del salasso e dove veniva praticato, dal frate Leonardo.
Resosi conto della realta', dopo prove e riprove, ha iniziato a praticare pure lui l'antica tecnica del "salasso", riuscendo a guarire i suoi pazienti da diverse malattie dovute alle infiammazioni al nervo sciatico, poliartrite, cervicale ecc.; e' noto che le infiammazioni esercitano una congestione sanguigna venosa anche nelle zone interessate, quindi un salasso decongestiona e scarica il sangue e le tossine accumulate (cluster di minerali e tossine), che rendono  il sangue marcio e quindi denso.
Nel caso della sciatica, ernia del disco (il 10% dei pazienti evita l'intervento chirurgico),  si tratta di incidere un ramo della "vena safena inferiore".
La casistica di tutto rispetto accumulata dal dott. M. Pitoni ormai dimostra la validita' dell'antico metodo, il quale e' parte integrante della medicina naturale, la quale utilizza anche le sanguisughe, anche se il salasso diretto con taglio nelle parti adatte e' la migliore delle prassi decongestionanti.
Egli oggi dice: "curo con "fratello sangue" come ai tempi di s. Francesco".
Egli ha riabilitato un pratica vecchia di millenni, nella medicina e nella sanita'. Ha rimesso in piedi con poche sedute, migliaia di pazienti  con dolori lancinanti alle gambe, alla schiena, al collo, spesso con dolori insopportabili.
Egli utilizza una pompetta per creare un "ponfo" (del vuoto) nella zona ove verra' praticata l'incisione venosa di circa 2-3 millimetri con fuoriuscita di gocce di sangue in minima quantita' per la sciatica; il sangue "fermo" e' di provenienza infiammatoria.
 

Un medico che pratica in Italia, il salasso terapeutico (chirurgico), e' il dott. Mario Pitoni - ex Primario di Nefrologia Dialisi - Ospedale di Rieti - Patologo GeneraleProfessore a contratto di Nefrologia - Università Cattolica di Roma
Rec.: Via Massimo Rinaldi, 19 - tel. 0746.200.444 - RIETI

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