RENI e
SINTOMI, ("MALATTIE")
vedi anche:
Vie Urinarie
- vedi:
Coliche Renali
+
Danni dei Vaccini
ai Reni
(Studio e bibliografia)
E' ancora "silenziosa", ma ha gia' le dimensioni di
un'epidemia, la diffusione delle malattie renali in Europa.
Ne e' colpita infatti una persona su dieci, a causa
soprattutto di malattie
cardiovascolari, obesita'
e diabete e, se
all'inizio non si annunciano con sintomi facilmente
riconoscibili, presto diventano invalidanti, costringendo
alla
emodialisi e poi al
trapianto.
vedi:
Elettrosmog +
Le radiografie fanno male anche e soprattutto a color che
son in dialisi.
E' il quadro presentato a Stoccolma al congresso
dell'Associazione europea per le malattie renali.
Bastano due esami,
la misurazione
della
Creatina nel
sangue ed il controllo delle
urine (*), per conoscere se i
reni funzionano bene o meno.
Test che costano
poco piu' di 3 euri, ma che possono indicare e segnalare
qualcosa che non va.
Successivamente una volta che i test indicano che qualcosa
non va, e' opportuno fare anche una ecografia.
(*)
Analisi
delle urine: Le urine sono un importante test per
una diagnosi non solo a carico della funzionalita' renale,
ma anche per vari disordini del cuore,
del fegato o del
metabolismo.
Le
analisi delle urine
sono di due ordini:
esame macroscopico o di routine
+
caratteri generali +
componenti patologici +
esame microscopico del sedimento e urinocultura
Le
coliche renali
sono semplicemente delle reazioni del corpo per poter
eliminare
infiammazioni,
intossicazioni
(calcificazioni, renella, sangue raggrumato, ecc.) formatisi nei
tessuti del sistema renale-urinario.
La renella ed i calcoli sono intossicazioni, autogenerate, che debbono essere eliminate in modo naturale
(vedi qui sotto: le tecniche per farlo) e se il corpo non
riesce, si deve intervenire in certi casi con la
disintegrazione attraverso ultrasuoni od in altri casi una
vera e propria asportazione chirurgica.
Ecco le terapie naturali per le disfunzioni renali e vie
urinarie:
CILIEGIO
(Prunus Cerasus L.) Peduncoli
Proprieta' principali: Contiene Vitamine A (0,40mg x100gr)
B, C, minerali: ferro, fosforo, calcio, cloro, zolfo, sodio,
magnesio, potassio; oligoelementi: zinco, rame, manganese,
cobalto, levulosio (zucchero per i diabetici).
Ottimo disintossicante, rimineralizzante, energetico
muscolare e nervino, antinfettivo, aiuta le reazioni
naturali di difesa, diuretico rinfrescante, sedativo
nervino, lassativo, antireumatico, regolatore epatico e
gastrico; combatte le infiammazioni delle vie urinarie e la
fermentazione dell’acido urico nel sangue.
Utile nelle cistiti, nefriti, calcoli renali e vescicali;
per i gottosi, gli artritici, arteriosclerotici.
Per pulire reni e vie renali:
Tisana di gambi di ciliege: in 1 litro di acqua + una
manciata di gambi secchi di ciliegia; far bollire l'acqua e
d inserire i gambi, lasciare in infusione 10 minuti, passare
e bere durante il giorno per almeno 30 giorni.
Infuso: 12 grammi
di Centinodio (Centimorbia) in una tazza. Versare 250 grammi
di acqua bollente, coprire e lasciare in infusione per 20
minuti. Colare e bere 100 grammi la mattina e 100 la sera.
Per aumentare l'efficacia, preparare l'infuso con meta'
acqua e meta' vino.
Decotto: 25 grammi di radice di
Ononide spinosa fatta bollire in 500 grammi
d'acqua per 25 minuti. Coprire e lasciare in infusione altri
20 minuti, colate - bere due tazze al giorno.
AGLIO
(vedi cura dell'aglio)
CIPOLLA
(Allium Cepa L.) Bulbi. Assomiglia all’aglio ma
la sua azione medicinale e' meno intensa
Contiene: Sodio, potassio, zolfo, ferro, iodio, silice,
vitamine: A,B,C.
Proprieta': Stimolante, diuretico potente elimina i cloruri
e l’urea, antireumatica, antiscorbutica, antisettica ed
antiinfettiva, espettorante, secretorio, antisclerosi,
antitrombosi, digestiva, riequilibrante endocrino,
ipoglicemica, vermifuga. Nell’uso esterno serve per:
allontanare le zanzare, antalgica.
Utile in: astenie, oligurie, idropisia, cloruremia,
artritismo, asma, prostatismo, litiasi biliare, diarree,
affezioni urinarie e respiratorie, squilibri endocrini,
diabete, linfatismo favorisce la formazione dei globuli
rossi, previene la formazione dei trombi, antibatterico,
ipoglicemizzante, anti parassiti.
Stimola la secrezione biliare e' un buon diuretico, aiuta
nell’eliminazione dei calcoli ed accentua la diminuzione del
colesterolo, agendo marcatamente sul fegato.
Cura per i reni a base di cipolla, puo' essere
effettuata con questo preparato a base di vino di cipolle:
in una bottiglia da 1 lt. si mettono 100/150 gr. di cipolle
sbucciate, si aggiunge 100 gr. di miele, si ricopre con del
bon vino bianco biologico. Macerare per 15 giorni e
filtrare; bere da 1 a 2 bicchieri al dì.
ORTICA
(Urtica dioitica L.) Pianta
Migliore degli spinaci e' un ottimo depuratore del sangue,
disintossica il fegato, utile per i diabetici, diuretica
favorisce l’eliminazione degli acidi urici, stimola la
secrezione pancreatica, utile nella gotta, nei reumatismi,
artrite e nella renella.
Ortica reale, Galeopsis Dubia Leers, indicata nella cura
dei catarri
bronchiali (25gr. in 1 lt. di acqua, 1-2 tazze al
di) decongestiona i bronchi ed allevia la tosse.
Azione anti anemica lieve ed ipoglicemizzante.
Fortifica la crescita e l’organismo. Tonico nei
convalescenti, vecchi e negli anemici. Utile in tutte le
affezioni cutanee.
SAMBUCO
(Sambucus Nigra L., Ebulus) Famiglia Caprifogliacee,
Fiori
Il primo e' un grosso arbusto o un piccolo albero
molto diffuso nelle siepi e lungo i fossi ai lati delle
strade. Si riconosce piu' facilmente in tarda primavera
(maggio - giugno) quando fiorisce con grosse infiorescenze
bianche a corimbi, gradevolmente profumati. In
agosto-settembre maturano i piccoli frutti neri, lucenti,
disposti, come il fiore, ad ombrella.
Il sambuco ebbio e' invece una pianta erbacea, a stelo
singolo, alta circa un metro, mai isolata ma sempre in
gruppi piu' o meno numerosi. I fiori, di aspetto simile a
quelli del sambuco nero, hanno un odore di mandorle amare;
le bacche sono simili.
Entrambe le piante, ma maggiormente l’ebbio, hanno
proprieta' lassative; in elevata quantita' possono causare
una diarrea severa e dolori addominali.
Utile in: Nevralgie del trigemino, provoca abbondante
sudorazione, affezioni dell’apparato respiratorio anche da
raffreddamento, stipsi perché lassativo, diuretico,
antinevralgico, antireumatico.
UVA URSINA
(Arctostaphylos Uva Ursi Spreng.) Foglie
Ottimo per tutte affezioni delle vie urinarie, reni,
prostata, incontinenza e ritenzione di urine.
Il principio attivo: l'arbutina,
idrolizzata a livello intestinale, tramite enzimi, con
immediata liberazione di idrochinone che viene eliminato
dalle vie urinarie dopo glucuro e sulfoconiugazione;
flavonoidi; triterpeni, monotropeoside (iridoide), piceoside
(idrossiacetofenone), tannini gallici (15-20%).
L'Uva Ursina può essere considerata un antisettico urinario,
da utilizzare ogni qualvolta vi sia un'infiammazione
o infezione a livello delle
vie urinarie, in quanto è in
grado di determinare un'azione antisettica, calmante lo
stimolo continuo della minzione e del dolore.
Utile in caso di: cistite acuta, cistite cronica, uretrite,
colobacillosi. In ambito geriatrico: l'ipertrofia
prostatica con componente infiammatoria ed infettiva e le
cistiti da catetere.
Altri Consigli per la
CISTITE
I
citrati sono un rimedio per le Cistiti senza
batteriuria, mentre per i casi di cistite con presenza di
batteri, è prevista una cura con
aglio, uva
ursina, ed
idraste (conosciuta anche col nome di Sigillo
d’oro) combinate in vario modo.
Nella quasi totalità di infezioni alla vescica si trova il
batterio Escherichia Coli, in tal caso sono consigliati
Aglio (allium sativum), Idraste (tintura [1:5] 4-6 ml ovvero
1 - 1,5 cucchiaini), e Uva ursina (tintura [1:5[] 4-6 ml
ovvero 1 - 1,5 cucchiaini), nel caso invece che
nell'infezione sia presente Klebsiella Pneumoniae, o
Proteus mirabilis, o ancora Staphylococcus saprophyticus
sono indicati Aglio e Idrastee infine per lo Pseudomonas
aeruginosa solo idraste.
E’ importante sostenere il sistema
immunitario perché la cistite è un’infiammazione
ed il nostro organismo produce leucociti per contrastare le
tossine e le infiammazioni, che trovano difficoltà ad essere
eliminate, sono combattuti dalla parete vescicole che ha
proprietà antimicrobiche, così come il secreto prostatico
maschile, motivo per cui le cistiti sono molto più
ricorrenti negli uomini che nelle donne.
In uno studio il 73% dei pazienti su 44 donne e 16 uomini, a
cui sono stati somministrati 500 ml di SUCCO di
MIRTILLO ROSSO al
giorno ha mostrato benefici e il 61% di loro ha visto la
ricomparsa dell’infezione cessandone l’assunzione, pur
essendo non di largo utilizzo conviene prenderlo in
considerazione; importante notare come devono essere assunti
succhi di mirtillo allungati al limite con succo di uva,
mela o di mirtillo nero, dato che in commercio molti succhi
di mirtillo rosso contengono zucchero che ha un effetto
deteriore sul sistema immunitario, quindi forse sarebbe
meglio assumer frutti di mirtillo rossi freschi oppure
assumere estratti in pillole di mirtillo rosso. E’ stato
visto che il succo di mirtillo rosso è in grado di impedire
all’Escherichia Coli di aderire alle pareti di vescica ed
uretra e quindi è particolarmente indicato nelle Cistite
nelle quali si trova tale batterio.
E’ inoltre consigliato mangiare molta cipolla, ridurre le
calorie, evitare zuccheri semplici e carboidrati raffinati
(quindi meglio assumere pasta e pane integrali, ed è meglio
diluire i succhi di frutta e bere almeno 2 litri/die di
acqua), ed evitare bevande gassate, caffè ed alcol.
Le donne che abbiano una storia di infezioni urinarie
dovrebbero lavare genitali e uretra con l'infuso di idraste
(2 cucchiaini per tazza) prima e dopo il rapporto sessuale e
se questo non fosse abbastanza efficace con iodio povidone.
E’ poi consigliata l'assunzione di olio di legno di sandalo
al dosaggio di 1-2 gocce.
Integratori alimentari consigliati
· Vitamina C: 500 mg ogni 2 ore
· Bioflavonoidi: 1000 mg/die
· Vitamina A: 25 000 UI/die
· Beta-carotene: 200 000 UI/die
· Zinco: 30 mg/die (evidentemente lo zinco è utile per i
problemi sessuali non solo maschili)
· Colina: 1000 mg/die
Come ultimo suggerimento è infine consigliato di
alcalinizzare le
urine, (meglio l’utilizzo della dieta
Crudista)
ed è l'unico trattamento possibile alternativo per le
cistiti senza batteriuria cioè senza rilevamento di batteri
nelle urine, questo si riesce a farlo con i CITRATI
specialmente quelli di sodio e potassio, ed è
consigliato poi a chi abbia cistite con batteri in quanto è
dimostrato che l'uva ursina e l'idraste agiscono meglio in
ambiente alcalino.
Per la CISTITE INTERSTIZIALE è consigliata invece la
CENTELLA ASIATICA, è dimostrato che migliora
l'integrità del
tessuto connettivale interstiziale e promuove la
guarigione delle ulcere vescicali.
Il dosaggio della tintura madre [1:5] (TM) che è reperibile
in erboristeria è di 10-20 ml /die
Le altre applicazioni di questa pianta detta anche "miseria
indiana" sono:
- lebbra (risposta terapeutica paragonabile a quella del
farmaco DAPSONE, che è quello usato di norma per tale
malattia)
- ferite chirurgiche come interventi di otorinolaringoiatria
- ulcere cutanee dovute a insufficienza venosa e arteriosa
lesioni traumatiche della pelle
- gangrena
- trapianti di cute
- lesioni da schistosomiasi
- lesioni perineali prodotte durante il parto
Le infezioni della vescica sono talvolta collegate ai funghi
come la Candida nelle donne
la CISTITE può avvenire da
infiammazioni presenti
nell'intestino e/o nella vagina e può dipendere, così anche
come per l'uomo da un'ostruzione uretrale da trauma o da
calcolosi, dalla gravidanza o da pratiche
omosessuali
maschili, ma molto più frequentemente da anomalie
strutturali del rene.
Si ricorda l’importanza di assumere capsule di
Probiotici.
- Il rimedio naturale più
utilizzato è l’Uva
ursina, potente antibatterico delle vie urinarie,
sia come estratto secco in capsule, sia in gocce.
La cistite è spesso recidivante ed in questi casi sulla
parete della vescica si possono formare cicatrici dove può
insediarsi una successiva infezione. E' indicato bere un
infuso o prendere 50 gocce di Uva ursina in un bicchiere
d’acqua tutte le sere e la mattina a digiuno. Per
rafforzarne l’effetto si consiglia di aggiungere nell’acqua
un cucchiaino di bicarbonato
di sodio.
- l’Equiseto
che ha proprietà antibatteriche, antisettiche e
rimineralizzanti.
- il macerato glicerico di mirtillo
rosso è indicato nelle cistiti recidivanti per le
sue proprietà antibatteriche: assumere 50 gocce un quarto
d’ora prima di pranzo e cena.
- Un altro ottimo prodotto ci viene dall'Australia: il tea
tree oil. Lo si può trovare sotto forma di olio essenziale
(pochissime gocce e sempre diluito) o di opercoli da
assumere a digiuno.
- La Pilosella (hieracium pilosella) con il suo contenuto di
idrossicumarine è un ottimo rimedio, ed inoltre la pianta
possiede anche attività diuretica e attiva i processi
riparativi della mucosa vescicale.
- Per stimolare le difese
immunitarie si possono usare piante come l'echinacea
e l'eleuterococco.
- E' anche utile l'utilizzo di
probiotici per il
ripristino dell'omeostasi intestinale, valutando anche l'uso
di probiotici
specifici per l'apparato uro-genitale.
Promemoria:
La cistite è un’infiammazione della parte vescicale. È
caratterizzata da un bisogno frequente di emettere piccole
quantità di urina che al momento della minzione provocano
bruciore.
Con gli essenziali, ci sono diverse soluzioni che posso
aiutare a risolvere il problema, ad esempio usando la
melaleuca, l’origano e il limone con una modalità semplice
per noi donne.
In molti casi la cistite è segno di collera dovuta al fatto
di non essere stati ascoltati o rispettati nei nostri
bisogni o rispettati nei nostri spazi.
Sostanzialmente è vista come un’invasione di territorio
inteso come spazio, o dei nostri oggetti od a livello
psicologico.
Il non essere rispettato nel nostro essere, in quello che
siamo, crea rabbia.
Se avete la cistite, prima di prendere farmaci o altro,
chiedetevi “perché mi è venuta la cistite ?”. Fate caso da
quando sono iniziati i problemi/sintomi. Magari può
coincidere con un qualcosa che vi ha invaso o mancato di
rispetto, parlatene e sfogatevi, nel senso buono, con
qualcuno.
L'utilità dei parassiti
"facinorosi"
Il
Cordyceps sinensis è un fungo di crudeltà insospettata,
un parassita che riesce a prendere il controllo dei suoi
ospiti di usarli a suo vantaggio!
Ma la natura è ben fatta, e vedrete che questo carnefice
spietato può anche rendere un grande servizio per la salute
umana .
Il Cordyceps cresce negli altopiani del Tibet, alta circa
3.500 metri. Per sopravvivere attacca principalmente le
formiche, ragni, farfalle e altre larve. Ma si può chiedere
già una domanda: i funghi non possono muoversi, così, come è
questo fatto che sembra che si spostino ? cio' che fanno è
affascinante.
Il Cordyceps quando "reperisce" una formica che gli passa
sopra rilasciale sue spore (cellule in grado di riprodursi
senza fecondazione) che penetrano il corpo dell'insetto.
Le spore si sviluppano nel suo corpo, consumando la formica
all' interno senza attaccare gli organi vitali (per ora
...). fin quando prende il controllo del suo cervello.
Il fungo sarà in grado gradualmente di prendere il controllo
della formica progredendo verso il suo cervello. La formica
inizia a comportarsi disorientata, come se fosse
"deprogrammata" e gradualmente sta per diventare la
"creatura del fungo".
Quando la mutazione è completata, la formica inizia a
salire, contro la sua volontà, lungo un albero. Una volta in
alto, pianta le sue mandibole in una foglia o un ramo, poi
muore.
Lei ha alcun interesse a fungo: attraverso di essa, al
Cordyceps basta trovare il luogo favorevole per le spore in
modo che possano diffondersi nel modo più efficace
utilizzando anche il vento.
Presto, uno stelo comincia a crescere sulla parte posteriore
della testa della formica morta. Si tratta di un nuovo
fungo; un paio di settimane più tardi esplode diffondendo le
sue spore letali atte a trovare altre vittime (formiche) da
colonizzare ...
Il significato nascosto della natura
Tutto questo è affascinante, ma si dirà: e allora?
Ma questa non è la fine del ciclo. Il Cordyceps, a sua
volta, rivela un valore che supera ampiamente tutto cio'. E
questa volta, per il bene degli uomini.
I pastori degli altopiani tibetani sono stati i primi ad
aver notato che da più di mille anni, questo fungo non era
estraneo alla salute dei loro greggi, spinte nel mezzo
dell'erba da pascolo, dai loro yak.
Da allora, numerose
pubblicazioni hanno analizzato gli effetti terapeutici del
fungo, compresa la sua capacità di mantenere o migliorare la
funzione renale in caso di insufficienza cronica.
Nei pazienti, i nefroni non garantiscono correttamente il
loro ruolo di filtraggio del sangue e delle urine in
formazione; i rifiuti tossici e minerali poi accumulano, il
che può richiedere fino alla dialisi (utilizzando una
macchina per lavare il sangue invece dei reni) od un
trapianto.
Ed è qui che Cordyceps, per così dire, rende all'uomo quello
che ha inserito alla formica ...
Il giornale "benessere Alternativo", pubblicato nel Luglio
2015 spiega e descrive gli effetti benefici del Cordyceps
sulla salute del rene e delle vie urinarie di conseguenza ,
da una sintesi di 22 studi su oltre 1700 pazienti:
- Il fungo ha ridotto i livelli di creatinina nel sangue.
Questa sostanza è un prodotto di scarto organici dei
muscoli, rilasciato nel flusso sanguigno e trasportati ai
reni che di solito procedono allo smaltimento.
- Il Cordyceps aiuta anche a ridurre la quantità di proteine
presenti nelle urine (albumina), un altro indicatore di
disfunzione renale. Prendendo il fungo ha contribuito a
combattere l'anemia, sintomo sperimentato da molti pazienti
con insufficienza renale, aumentando la quantità di
emoglobina nel sangue.
- Cordyceps riduce anche lo sviluppo della fibrosi renale di
lesioni che portano alla distruzione dell'architettura
dell'organo.
È per questo che tra maggio e
giugno di ogni anno, nel Tibet i maschi lasciano i loro
villaggi e andare alla raccolta di questi preziosi funghi.
Perché è un fungo aro, perché ci vogliono sei anni per
completare la sua crescita, Cordyceps è anche componenti di
uno dei farmaci più costosi al mondo.
Nel 2012, il prezzo ha raggiunto 000 $ 140 per kg, 4 volte
il prezzo dell'oro !
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Reni: le
patologie trattate con la
dieta
vegetariana - 24 Dicembre 2010
Le patologie ai reni, secondo un recente studio americano,
troverebbero nella dieta vegetariana un trattamento
efficace.
La scoperta è partita dal
fosforo, ossia dato che i pazienti affetti da
malattie renali hanno la necessità di limitare l’assunzione
di questa sostanza. Infatti livelli di fosforo elevati
sono tossici per queste persone,
cio' avviene in quanto le cellule
dei
tessuti renali sono state sottoposte a
stress
fisiologico per vari cofattori:
alimentazione inadatta,
Vaccini,
farmaci, acque
inquinate ecc.
Lo studio è stato condotto da un gruppo di ricercatori dell’Indiana
University, e pubblicato su
Clinical Journal of the American Society of Nephrology.
La ricerca ha analizzato due stili alimentari, effettuando
analisi del sangue.
I risultati di questi esami hanno evidenziato che
un’alimentazione a base di cereali, (NdR:
specialmente riso e mais) dona un apporto di fosforo
inferiore, introducendo, invece i fitati che impegnano e
fanno lavorare di meno il
metabolismo si ha una diminuzione del rischio di
patologie renali. Perché livelli alti di fosforo sono
dannosi per i reni ?
I cereali integrali sembrano offrire molti benefici per la
salute, ma non è consigliabile esagerare nel consumo,
specialmente se crudi, come nel caso della crusca non
raffinata. Questo perché la fibra, di solito rimossa durante
la macinazione, contiene una sostanza detta fitato.
È dimostrato che i fitati riducono l'utilizzo e
l'assorbimento da parte del corpo di numerosi minerali tra
cui il calcio, fosforo e lo zinco. Gli enzimi contenuti nel
lievito (usato per fare il pane) distruggono la maggior
parte dei fitati, così come accade anche attraverso i metodi
di lavorazione degli alimenti che richiedono calore, come la
lavorazione dei cereali da colazione a base di crusca. Per
la maggior parte delle persone, la quantità di fitati
presenti nella propria alimentazione non causa problemi,
mentre coloro che assumono grandissime quantità di cereali
integrali potrebbero avere bisogno di un integratore di
minerali.
Chi soffre di malattie renali, purtroppo, non riesce ad
eliminare ed a metabolizzare alcuni elementi.
Tra questi elementi c’è appunto il fosforo.
Tra le complicanze causate da questa sostanza si parla di
malattie cardiovascolari, con un aumento, importante, della
mortalità.
Lo studio eseguito dall’Indiana University è molto
importante per prevenire le complicanze e cercare di guarire
la malattia e' possibile
grazie ad
un’alimentazione controllata e sana.
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INCONTINENZA URINARIA
L'incontinenza e' l'incapacita' di
trattenere materiale solido o liquido da parte degli
sfinteri dell’organismo dovuta all'alterazione dei
meccanismi nervosi che permettono il controllo volontario
dell'apertura e della chiusura degli sfinteri.
e' un
disturbo che colpisce una percentuale compresa tra il 10 e
il 30% dei soggetti con piu' di 65 anni che vivono
autonomamente e il 50% di quelli ospiti di case di cura e di
altri ricoveri per anziani.
E’ una situazione molto piu' diffusa di quello che si
pensi e cio' e' dovuto al fatto che molto spesso specie le
donne, hanno difficolta' spinte dal pudore a rivolgersi dal
medico per risolvere questo problema, che presenta un vasto
ventaglio di opportunita' terapeutiche.
E’ una situazione clinica che non influenza la durata della
vita, ma molto sulla qualita' di vita, condizionando i
rapporti sociali e lavorativi e con ripercussioni
psicologiche togliendo molto spesso la gioia e la felicita'
di una serata con amici, di una passeggiata o di una corsa
nel parco o semplicemente di fare la spesa tranquillamente.
Le strategie di cura contro l'incontinenza
urinaria femminile, con l'omeopatia
Il problema dell'incontinenza urinaria, cioe' della perdita
involontaria di urina, colpisce prevalentemente il sesso
femminile e la sua incidenza aumenta con l'aumentare dell'eta'.
Esistono varie modalita' con cui l'incontinenza urinaria si
manifesta: l'incontinenza da stress, per esempio, consiste
nella perdita di urina in conseguenza di aumenti della
pressione addominale, quindi con i colpi di tosse oppure gli
starnuti, mentre l'incontinenza da urgenza e' legata a
perdite che si verificano a seguito di uno stimolo
impellente alla minzione.
Opportuni esami, quali l'esame
delle urine e l'urinocoltura,
permetteranno di escludere eventuali infezioni, mentre
un'ecografia consentira' di verificare l'eventuale presenza
di patologie organiche.
Tra i rimedi importanti per affrontare il disturbo con
l'omeopatia, si segnala Gelsemium, che oltre ad essere un
rimedio dell'enuresi notturna, e' indicato quando
l'incontinenza si manifesta durante gli attacchi di mal di
testa.
Pulsatilla e' utile quando la perdita di urine avviene
durante gli attacchi di tosse, come per Causticum, e durante
la convalescenza dopo malattie infettive, per esempio le
malattie esantematiche.
Anche Psorinum puo' essere usato in casi di perdita del
controllo della vescica in corso di convalescenza dopo
malattie acute e in seguito a comparsa improvvisa di
dermatiti o dopo la soppressione di un eczema cutaneo.
Bryonia si usa invece in caso di incontinenza, in
particolare nelle donne anziane, che si verifica con il
movimento: durante una camminata, o facendo i lavori
domestici. Il problema termina interrompendo queste
attivita', dunque stando quieti, immobili.
Anche Ferrum metallicum e' un rimedio prescritto in caso di
perdite urinarie correlate al movimento e all'attivita'
fisica, soprattutto nei bambini troppo concentrati nel gioco
che stanno facendo.
La particolarita' di Hyoscyamus e' di essere indicato quando
la perdita si verifica sentendo scorrere l'acqua oppure
durante uno stato di alterazione psicologica, come una crisi
di rabbia violenta o un pianto a dirotto.
By
Elio Rossi
Tratto da:
http://www.repubblica.it/supplementi/salute/2008/04/10/benessereterapienonconvenzionali/046alt57546.html
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Quando i reni producono bruciori e
irritazioni
In
presenza di problemi di funzionalità renale alcuni rimedi
omeopatici possono, in modo complementare ai trattamenti
convenzionali, contribuire a stimolare ed equilibrare le
funzioni di questi organi.
Apis mellifica, cioè il veleno dell'ape, è stato,
prima dell'avvento degli antibiotici, il principale rimedio
omeopatico delle nefriti post-streptococciche, quando per
esempio, dopo una scarlattina, si riscontrava la presenza di
sangue e proteine nelle urine, insieme a ritenzione urinaria
e gonfiore alle estremità.
Questo rimedio è indicato anche nelle infiammazioni delle
vie urinarie, in caso di cistite e uretrite, accompagnate da
dolori pungenti, urine scarse e torbide, con l'ultima goccia
della minzione che lascia un senso di irritazione e di
bruciore sui tessuti della mucosa.
Helonias dioica è indicato quando il sintomo
caratteristico è la costante sensazione di bruciore a
livello delle logge renali.
Sono presenti ematuria e proteinuria, con desiderio di
urinare spesso e bruciore anche alla minzione. Le urine sono
abbondanti e chiare.
Berberis è un rimedio tipico dei calcoli. Si usa
quando ci sono dolori pungenti a livello lombare che
scendono verso la vescica o, viceversa, dalla vescica
risalgono lungo il decorso degli ureteri, peggiorano con la
pressione sulle parti dolenti e con il movimento.
I disturbi sono prevalentemente localizzati a sinistra, le
urine sono torbide e presentano un sedimento rossastro (come
polvere di mattone).
Anche in Terebenthina sono presenti dolori brucianti
che dalla zona renale si estendono alla vescica, con
costante desiderio di urinare anche se solo poche gocce; le
urine hanno un caratteristico odore dolciastro di violetta.
Spesso i problemi renali insorgono dopo malattie infettive
acute.
By Elio Rossi - Tratto da: larepubblica.it
vedi:
CALCOLI RENALI (Calcolosi - Nefrolitiasi)
+
CALCOLI dell'Apparato
urinario
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CISTITE
Bisogno continuo di fare pipì, forti bruciori, brividi,
pancia gonfia, presenza di sangue nelle urine: sono i
classici sintomi della cistite, un’infiammazione
delle vie urinarie tipicamente femminile e particolarmente
fastidiosa.
Il motivo per cui colpisce molto più le donne che gli uomini
è anatomico: la cistite è generalmente provocata dall’alterazione
della flora batterica; i batteri mutati (nocivi)
passano dall’intestino all’uretra e da lì riescono a
risalire fino alla vescica, colonizzandola. Nelle donne
l’uretra è molto più corta che negli uomini, quindi lo è
anche la “strada” da percorrere per arrivare in alto: ecco
perché le signore sono più soggette a infiammazioni di
questo tipo.
Per sconfiggere la cistite bisogna agire su due fronti:
cacciare i batteri mutati (nocivi) dalla vescica e
ripristinare l’equilibrio
della flora batterica nell’intestino.
Il primo punto può essere risolto con la classica terapia
antibiotica. Più
sicuro e naturale è invece un approccio a base di
uva ursina e
mirtillo rosso:
l’uva ursina è un disinfettante delle vie urinarie, il
mirtillo normalizza il
pH. Una terapia di questo tipo può essere
ripetuta ciclicamente in modo da prevenire la comparsa delle
cistiti ricorrenti. Per il secondo punto, ovvero il
ripristino della flora intestinale, è sufficiente una bella
dose di
enzimi e
fermenti lattici
vivi per almeno 30 giorni.
Ma più che curarla, la cistite, sarebbe opportuno
prevenirla. Basta seguire alcune elementari regole di
“educazione intima”...
1 - Fare sempre pipì prima di un rapporto sessuale. Dopo il
rapporto, infatti, c’è una momentanea distorsione delle
pareti dell’uretra, per cui una parte dell’urina può
rientrare trascinando con sé i batteri
2 - Bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno:
diluisce l’urina e diminuisce il rischio di avere ancora
un’infiammazione
3 - Non trattenere mai la pipì per molto tempo per non
creare eccessive concentrazioni di batteri
4 - Non indossare indumenti troppo stretti: facilitano una
scarsa aerazione e un pericoloso contatto tra uretra e
genitali
5 - Non abusare delle lavande intime; per l’igiene
quotidiana, utilizzare detergenti non aggressivi e a pH
acido, quello naturale della pelle, facendo attenzione a
lavarsi sempre dal davanti al dietro, mai viceversa, per non
contaminare i genitali con i germi dell’intestino
6 - Evitare il più possibile gli assorbenti interni, perché
favoriscono le infezioni batteriche
7 - Cercare di mantenere una certa regolarità intestinale,
affidandosi ai tradizionali rimedi antistitichezza: attività
fisica, dieta ricca di
frutta,
verdura e fibre.
Tratto da: farmasalute.it (con alcune modifiche del
Redattore di questa pagina)
CISTITE:
La cistite è una fastidiosa
infiammazione (flogosi) della mucosa
vescicale. Colpisce prevalentemente il sesso femminile e
spesso si accompagna ad un bisogno continuo e doloroso di
urinare. La cistite insorge talvolta senza sintomi o cause
evidenti, altre volte è secondaria a pratiche
anticoncezionali o a rapporti sessuali.
L'infezione è causata da batteri (e/o funghi) che popolano
l'ultimo tratto dell'intestino,
fra cui in prima linea il colibacillo, o da altri. Tali
germi possono raggiungere la vescica dall'esterno, passando
attraverso l'uretra, o dall'interno, per propagazioni da
organi vicini, o ancora per via ematica.
Come rappresentato in figura
l'uretra femminile è più breve di quella maschile. Tale
caratteristica, associata all'assenza dell'effetto
battericida delle secrezioni prostastiche e ad altre
peculiarità anatomiche sfavorevoli, come il sito d'apertura
più facilmente contaminabile dai microrganismi fecali,
aumenta la suscettibilità femminile alla cistite.
Si calcola che una percentuale di donne compresa tra il 10
ed il 20% soffrirà, almeno una volta nel corso della sua
vita, di un'infezione del tratto urinario. L'incidenza della
cistite aumenta notevolmente con l'avanzare dell'età, si
stima infatti che circa il 20-50% delle donne over 60 soffra
di tale disturbo. La causa va ricercata in alcuni problemi
legati alla menopausa, come la carenza estrogenica e le
dislocazioni degli organi pelvici.
Nell'uomo, senza anomalie
anatomiche alle vie urinarie, la cistite si associa spesso a
prostatite batterica. Anche per il sesso maschile
l'incidenza di cistiti, soprattutto quelle dovute a fenomeni
ostruttivi, aumenta nell'età avanzata.
Il processo
infiammatorio a
carico della vescica può essere acuto, subacuto e cronico.
L'infezione può infatti risolversi dopo un solo episodio,
oppure, specie quando viene trascurata, ripresentarsi e
cronicizzare. In questi casi il processo infettivo può
estendersi pericolosamente alle vie genitali o alle alte vie
urinarie.
Sintomi - Sul piano clinico la
cistite è caratterizzata dai seguenti sintomi irritativi:
- pollachiuria: aumento transitorio o permanente del numero
di minzioni durante le 24 ore;
- disuria: difficoltà nell'urinare saltuaria o continua, la
minzione può essere lenta e poco copiosa; tutto ciò richiede
uno sforzo eccessivo, i muscoli appaiono contratti ed il
getto può risultare modificato nel volume o nella forma
(deviato, tortuoso ecc. o arrestarsi improvvisamente e
involontariamente;
- bruciore o dolore durante la minzione, talvolta
accompagnato da brividi e freddo;
- tenesmo vescicale: spasmo doloroso seguito dall'urgente
bisogno di urinare;
- urine torbide, a volte maleodoranti;
- talvolta è presente anche
ematuria o piuria, termini utilizzati per indicare,
rispettivamente, la presenza di sangue e pus nelle urine.
In genere la cistite acuta e non
complicata non causa
febbre, quando la temperatura sale notevolmente è
possibile che l'infezione si sia propagata alle alte vie
urinarie.
La fenomenologia della cistite cronica è simile a quella
della cistite acuta ma caratterizzata da sintomi più lievi.
Cause di insorgenza della
cistite
La vescica ha una notevole resistenza alle infezioni ed in
condizioni normali l'urina
che contiene è sterile. Esistono tuttavia particolari
condizioni che rendonono l'organismo più suscettibile
all'attacco batterico. Questi microrganismi possono
raggiungere la vescica per via ascendente (risalita lungo
l'uretra dopo emissione con le feci), discendente (discesa
dal rene) o ematica.
La cistite può quindi manifestarsi per la presenza di
numerose condizioni predisponenti:
-
debilitazione del sistema immunitario in seguito a
terapia antibiotica,
alimentazione irregolare o stress eccessivo
- affaticamento fisico o mentale
- scarsa o eccessiva igiene
intima
- utilizzo di assorbenti interni
- uso del diaframma e di creme
spermicide che diminuiscono il
pH vaginale
favorendo la contaminazione batterica
- pantaloni o biancheria intima
eccessivamente aderente
- malattie sessualmente
trasmissibili come la gonorrea o blenorrea
- agenti chimici tossici
- malformazioni dell'apparato
urinario
-
rapporti sessuali
- utilizzo del catetere
- stenosi o restringimenti
uretrali
- presenza di corpi estranei o
patologici nella vescica (calcoli
o tumori)
- diverticoli
-
ipertrofia prostatica
-
diabete: la presenza di glucosio nelle urine
(glicosuria) favorisce la crescita batterica.
Tratto da:
my-personaltrainer.it
Commento NdR: l'articolista si e' dimenticato di dire
che l' alterazione degli Enzimi
e della Flora batterica
intestinale permette la proliferazione della
Candida Albicans che e'
una delle principali cause di questo sintomo alla cui
base vi e' un'alterazione del
Terreno anche
spirituale-emozionale - vedi
Vari Terreni
+
Infiammazione
Ricordarsi
che le alterazioni degli enzimi,
della flora,
del
pH
digestivo e della
mucosa
intestinale influenzano la salute, non
soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in
qualsiasi parte dell'organismo.
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Cistite, quell’emozione che
non puoi più trattenere.
Quel fastidio in fondo alla pancia, una sensazione
persistente di indisposizione, e poi quel bruciore; un
malessere interno che “spinge”, che “pesa”, che non ci fa
sentire “a posto”. Sono sintomi frequenti, che affliggono
soprattutto le donne, spesso ma non necessariamente solo
manifestazioni della cistite, un’infiammazione
della vescica urinaria.
Queste sintomatologie costituiscono l’opportunità per il
corpo di esprimere fisicamente il nostro bisogno emozionale
di risolvere e di liberarci di stantie situazioni che non
possono più essere “tenute dentro”, accantonate e mai
risolte, seppur a caro prezzo perché in contrasto con la
nostra “impalcatura razionale”, con quanto abbiamo costruito
con fatica, e con quanto “ormai abbiamo sopportato fino ad
ora”.
Il punto è che “aver sopportato” non è una buona ragione per
continuare a sopportare, anche se ci si affeziona sempre al
tempo trascorso, anche quando questo significa dolore.
"Ad ogni azione corrisponde
una reazione uguale e contraria", e c’è allora da
chiedersi quale sia l’atto a cui stiamo reagendo, e chi
l’abbia posto in essere. La cistite, come qualsiasi
problematica fisica, denuncia le nostre emozioni più
recondite, tradisce il nostro vero stato d’animo,
inscenandolo teatralmente in modo netto e sintomatico,
cosicché non si possa più “fare finta di nulla”, poiché le
nostre condizioni fisiche ci impongono un cambiamento
forzato balzando sulla scena da protagoniste e prendendosi
forzosamente quell’attenzione che era stata loro negata.
Eppure, nonostante siamo ormai
proiettati verso il terzo millennio, viviamo nei confronti
del nostro corpo il disagio di chi ascolta qualcuno che gli
parla in una lingua sconosciuta; assistendo così ad una
“involuzione” delle nostre capacità.
Il progressivo allontanarci dalla nostra natura, dal corpo,
da noi stessi, ha reso il linguaggio del corpo
incomprensibile ed ostile. Il risultato è che
paradossalmente non sappiamo più in che direzione andare,
nemmeno quando si tratta di andare incontro a noi stessi.
Ecco allora qualche indicazione utile per districarci in
questo complicato rompicapo; la prima cosa da osservare è il
“luogo”, il teatro dell’“indisposizione”, che ci aiuta a
circoscrivere la zona di interesse.
In questo caso ci riferiamo all’apparato
genitale (generalmente femminile, più raramente,
maschile) che simbolicamente rappresenta il cuore della vita
privata (individuale e di coppia) della persona.
La collocazione dell’infiammazione,
ciò che chiameremmo beffardamente “il posto indisposto” dà
un segnale forte e chiaro, diverso a seconda che sia un uomo
o una donna a contrarre l’infiammazione.
La sintomatologia ricorre
specialmente in donne la cui relazione con il partner è
diventata schiacciante, svilente.
Nella mia esperienza ho visto cronicizzare queste
sintomatologie specialmente in donne che percepiscono il
compagno come un’autorità prevaricatrice e che nutrono un
complesso di inferiorità latente nei suoi confronti; donne
che non si sentono valorizzate né rispettate, che sentono di
contare (e di essere gratificate) solo quando “si piegano”
al volere del marito/compagno e che, anche se ostentano una
formale libertà, nascondono (anche a se stesse) un senso di
sottomissione.
Quando l’uomo è vissuto in questo modo, si finisce
inesorabilmente col covare dentro un senso di colpa, di poco
rispetto verso se stesse, di insoddisfazione generale, ma
anche di timore nei confronti del cambiamento ed un grande
senso di vergogna che si manifesta qualora cali il
“paravento” della superficiale solidità dietro la quale si
riparano le certezze della donna.
L’identificarsi con la volontà maschile ed il sentirsi
sicura solo quando questo avviene, (e gratificata quando ciò
viene riconosciuto dal compagno), ha una forte eco in
termini “intimi” e finisce per “schiacciare” l’identità
femminile, per “pesare” ed incrinare profondamente
l’autostima della donna e delle sue manifestazioni
archetipiche inconsce.
Ed ecco allora che qualcosa dentro “brucia” ma è così
profondo, intimo e radicato, che non ce ne si può liberare
fintanto che non lo si ammette a se stesse. L’infiammazione
ha il colore del fuoco, il rosso, che però non è visibile
all’esterno, voce di un dramma che la donna vive tutto
dentro, di un contrasto che si sviluppa all’interno e che
fuori si estrinseca solo con una manifestazione superficiale
che è ben poca cosa rispetto al dolore ed al “disagio” che
comporta l’infiammazione
(il frequente stimolo di urinare).
Ciò che brucia è dentro, così come dentro si sviluppano
tutte queste dinamiche che non devono essere viste, notate,
percepite dagli altri. La donna “nasconde” al resto del
mondo la sua inadeguatezza, senza riuscire ad identificare
con certezza da dove viene. Un certa predisposizione a
questa somatizzazione, si può notare nelle donne che hanno
ricevuto un’educazione di impostazione fortemente
conservativa e cattolica, perché particolarmente sensibili
alle potenziali conseguenze negative che potrebbero
comportare i cambiamenti nel loro modo di essere qualora si
rendessero consapevoli di tali dinamiche, non riuscendo
perciò più a sopportarle.
Quando la donna smette di “subire” si fa infatti
immediatamente strada lo spauracchio del fallimento e
dell’abbandono. Soprattutto in questi casi in cui la persona
finisce con l’identificarsi totalmente con l’altro, e quindi
in cui l”altro” è percepito come una certezza (o meglio,
come l’unica certezza) i disagi percepiti in conseguenza
delle paure di abbandono, si fanno particolarmente gravi,
oltre a sommarsi ad un senso di profonda incertezza legata
ad una prospettiva di cambiamento, che viene associata ad
un’ipotesi separazione/divorzio.
Questo avviene perché la donna cova in sé la tragica
consapevolezza che è proprio il suo essere sottomessa e
quindi quel suo nutrire l’aspetto egoico maschile che fa si
che il compagno la accetti. Il sentimento fa da corollario,
non è il cuore della relazione. L’uomo è innamorato di come
la donna lo rispecchia, di come è con lui.
Ecco perché la donna rifiuta e rifugge razionalmente questi
impulsi emotivi, eppure li vive, perciò questi non possono
che manifestarsi sotto una forma paradossalmente più
“tollerabile” dalla persona ovvero fisicamente, sfociando in
uno scarico doloroso che non si può più trattenere.
Piuttosto che affrontare razionalmente queste eventuali
dinamiche, la donna “si sottomette” e, come molti altri
mammiferi, che sottomettendosi urinano, cronicizza questa
manifestazione ad effetto punitivo e catartico rafforzato
ulteriormente dal dolore, simbolo dell’espiazione fisica dei
propri “pensieri peccaminosi” in senso cattolico (quali la
eventuale ribellione nei confronti del partner che potrebbe
avere conseguenze importanti sugli equilibri della coppia, o
la stessa ammissione della rottura e della insostenibilità
del rapporto) ed dall’infiammazione,
che mette in scena il contrasto, la lotta tra ciò che è
giusto socialmente e ciò che invece ci si sente,, lotta che,
come è analogicamente intuitivo, genera attrito e calore.
Come dicevamo, tutto il corpo è
uno schermo dove vengono proiettate le tematiche inconsce,
tanti film caratterizzati dal vissuto, dal represso ed
dall’immaginario simbolico ed archetipico individuale e
collettivo. La vagina e la vescica non fanno eccezione. Come
abbiamo visto, la donna sconta il mancato rispetto di sé e
si comprende perciò come questo tipo di problematica si
manifesti ogni qual volta questo accada; non solo quando si
è schiacciate dal confronto con un uomo egocentrico e
forzatamente protagonista, ma anche quando
l’auto-imposizione di una vita frenetica, che lascia senza
tempo, la mette paradossalmente, nuovamente in secondo
piano.
Che succede quando le cose da
fare prendono il sopravvento ? Che ciò che si fa assume
improvvisamente più importanza di ciò che si è. La donna si
schiera in prima linea, si espone a responsabilità
“stimolanti, continue, urgenti, però anche fastidiose,
irritanti, brucianti, inevitabili” descrizione che mi sono
sentita fare spesso e che ovviamente del tutto casualmente…
coincide perfettamente con la descrizione dei sintomi della
cistite !
E’ come se la donna si trovasse a somatizzare uno stato di
“di squilibrio emozionale e frenesia lavorativa, di
eccitazione perenne”, di intima esaltazione (repressa
volontariamente) per svariati motivi.
Tali motivi possono essere di origine sociale (colleghi
potenzialmente invidiosi, problemi familiari, dinamiche
sociali e relazionali) e personali (non ci vuole fermarsi ad
assaporare i successi per ragioni latenti autopunitive,
celate sotto il paravento della “modestia” o perché ci si
trova inseriti in un meccanismo tale per cui si è
continuamente, perversamente proiettati verso il
raggiungimento del “prossimo obbiettivo” e concedersi di
godere del gradino appena salito pare un moto di superbia
completamente ingiustificato, perché percepito come “dovuto,
scontato”, in una parola “il minimo”.
La donna, dopo aver lottato
molto, si trova “finalmente” a “rompere il fiato”, a correre
con meno sforzo e con più disinvoltura; cominciando i
successi personali, si apre la porta dell’autorealizzazione,
l’emozione è forte, bruciante, ma viene spesso vissuta “in
solitaria”, non verbalizzata. Si tende ancora una volta a
trascurare se stesse, in nome di successi sempre più grandi
agendo sempre meno “per il proprio piacere” quanto più per
un’astratta idea di piacere che poi, a ben pensarci,
coincide con il piacere di altri (e non necessariamente con
il nostro). Il corpo non è più il fine, l’oggetto
dell’attenzione (che è spostata invece fuori di sé) ma viene
vissuto come un mero strumento, un “lasciapassare”.
Proprio come l’auto di una persona importante, il corpo deve
essere esteticamente bello, lucido e pulito, poco importa se
sotto i rivestimenti ricercati si celano buchi e cuciture,
basta che non si veda. La donna, correndo, non prende
consapevolezza delle continue emozioni, anche positive, e
difficilmente le condivide (creando perciò tutti i
presupposti per la somatizzazione), la quale non a caso si
tradurrà in uno “sfogo”, in un “pianto intimo”, nel pianto
di chi non viene ascoltato. Il continuo scarico, ben si
contestualizza nel frenetico stile di vita di queste donne e
l’atto dell’urinare, analogicamente ci riporta al
comportamento di altri mammiferi che urinano se molto
emozionati/impauriti, si accompagnano al bruciore.
La donna è infervorata, ha il fuoco dentro: la passione
l’entusiasmo, eppure nella corsa ha dimenticato se stessa e
la cistite la costringe a rallentare, a prestare attenzione
a quella parte di sé che trascura.
Ecco la chiave evolutiva
intrinseca celata dalla cistite e da sintomatologie annesse;
essa costituisce un’occasione costruttiva per dar voce alla
parte di noi che abbiamo per mille ragioni trascurato e
represso, a quel fuoco che cova e poco importa che questo
sia o meno condiviso dalla “ragione”; di fatto esiste ed in
quanto esistente, ha un peso, un significato, un’importanza
ed un’identità; ovvero ha tutte le caratteristiche per
poterci “bloccare costringendoci “con le cattive” a guardare
di nuovo a noi stesse, a rispostare il baricentro su di noi.
Ci ricorda che siamo fragili e non invincibili.
La “morale” da non dimenticare è che possiamo fare tanto
solo se stiamo bene, e basta un “piccolo, fastidioso
disturbo” per rovinare la corsa. Ecco che allora emerge con
chiarezza un assioma tanto semplice quanto importante “la
salute intesa come benessere, ovvero come amore verso noi
stessi) non solo viene prima di tutto, ma ne è la base (del
tutto !)” ed è immediato ed intuitivo che senza questo,
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