SCOPERTO EFFETTO
BENEFICO DEI RADICALI LIBERI
- vedi:
Radicali Liberi - 2
Si è sempre parlato dei radicali liberi come di quelle
molecole responsabili dell'invecchiamento precoce e
dell'insorgenza di patologie degenerative e/o proliferative,
come il cancro.
Ma ora, grazie, ad una ricerca effettuata presso l'Istituto
di Scienze dell'Alimentazione del Consiglio Nazionale delle
Ricerche (Isa-Cnr),
pubblicata recentemente su Science, è stato scoperto che
questi composti hanno anche una funzione benefica nella
regolazione della normale espressione genica.
E' noto che il nostro
DNA, una molecola lunga circa due
metri, è contenuta nel nucleo di cellule grandi 5-7
milionesimi di millimetro. Per far restare il nostro codice
genetico all'interno di uno spazio così piccolo, ci pensano
delle proteine chiamate "istoni" che lo "impacchettano"
letteralmente per tenerlo dentro.
Tuttavia, sia nel processo di duplicazione cellulare, sia in
quello di trascrizione, il DNA
deve essere necessariamente "srotolato" per essere letto. Un
compito, quello dello rotolamento, svolto, anche questo,
dagli
istoni attraverso specifiche modifiche, essenzialmente,
acetilazione,
metilazione e
fosforilazione.
Questa benefica funzione è stata
riscontrata, in particolare, per i geni responsivi agli
ormoni estrogeni. "Nell'ambito di uno studio teso a
decifrare il ruolo svolto da specifiche modificazioni delle
code istoniche sull'espressione di geni regolati da
estrogeni e nel loro ruolo nello sviluppo e progressione del
carcinoma mammario - spiega Bruno Perillo dell'Isa-Cnr -
abbiamo scoperto che la de-metilazione di uno specifico
residuo dell'istone H3, indotta dalla stimolazione da
estradiolo, innesca uno stress ossidativo che in ultima
analisi rende il DNA accessibile e, quindi,
leggibile ai fattori di trascrizione e promuove di
conseguenza uno stato di "accensione genica".
Nello specifico l'acqua
ossigenata, uno dei radicali liberi più temuti, pur
svolgendo il suo ruolo mutageno, permette la normale
espressione genica in specifici siti del DNA.
Come ? I siti genici mutati vengono riconosciuti dagli
enzimi preposti alla riparazione del codice genetico , che
li rimuovono in quanto potenzialmente pericolosi.
Rimuovendoli creano nel Dna dei "buchi" che consentono lo "srotolamento"
della regione del codice che per essere trascritta deve
essere prima letta.
E' questo l'effetto benefico dei radicali liberi e dello
stress ossidativo che procurano. In conseguenza di ciò gli
enzimi di riparazione che intervengono non hanno solo
un ruolo di correzione degli errori e delle mutazioni
presenti nel patrimonio genetico, ma rappresentano anche
parte integrante dell'apparato di trascrizione dal
quale vengono espressi geni e nuove proteine.
In questo senso, dicono i ricercatori, gli enzimi di
riparazione potrebbero diventare il bersaglio di nuove
terapie molecolari.
By APCOM - Roma, 31 Gen. -
http://notizie.alice.it
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RADICALI LIBERI ed Interezza dell’Organismo
By Roger Taylor, PhD ©2005
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The Mu
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I
Radicali liberi che un tempo
si pensava non avessero altro ruolo se non quello di
uccidere i microbi, ora vengono ritenuti di importanza
cruciale nel generare l’energia luminosa necessaria ad
organizzare ed alimentare i processi chimici.
Nessuna delle consuete reazioni chimiche dispone di energia
sufficiente a generare luce; tale compito può essere assolto
solo dalle reazioni dei radicali liberi
Al giorno d'oggi sappiamo molto del mondo vivente: la miriade di
leggiadre forme di animali e piante e il modo in cui si
comportano ed interagiscono reciprocamente. D'altra parte,
tramite la loro dissezione, disponiamo anche di un compendio
di conoscenze di anatomia, fisiologia e biochimica - che ora
include anche le sequenze dei loro geni. Tuttavia fra questi
due approcci vi è un'enorme lacuna.
Non conosciamo l'essenza basilare della vita. Cosa
distingue, in termini fisici, lo stato vivente della materia
da quello non vivente ?
Ad ogni modo, da almeno 30 anni sono in atto grandi
cambiamenti. Invero si potrebbe affermare che hanno avuto
inizio nel 1944, con la pubblicazione del saliente libro di
Erwin Schrodinger “What is Life” ? (Che cos 'è la vita? ,
ndt).1 Schrodinger fu uno dei primi a
suggerire che ci si potesse accostare alle singolari
proprietà della vita tramite la fisica quantistica.
Anche se la biologia convenzionale non lo ha ancora
riconosciuto, attualmente disponiamo di un solido fondamento
per una reale biofisica olistica - che sta già conferendo
alla medicina olistica una vera e propria base scientifica e
ci consentirà sicuramente nuove intuizioni, estendendosi
anche all'ecologia ed al nostro rapporto con il mondo
vivente.
Radicali liberi e biologia quantistica
Un radicale libero è qualsiasi atomo o molecola mancante di una
delle proprie valenze, il che determina un elettrone spaiato
nell'involucro esterno. Nel tentativo di ripristinare la
coppia di elettroni, i radicali liberi reagiscono avidamente
con qualsiasi molecola circostante e così, in linea di
principio, provocano parecchi danni.
Di conseguenza,
secondo gran parte della letteratura medico-sanitaria
contemporanea, i radicali liberi hanno connotazioni
decisamente negative e vengono considerati la causa di molte
malattie, nonché principale fattore a monte
dell'invecchiamento.
Anche se gli esperimenti in vitro indicano che essi
possono certamente danneggiare molte molecole biologiche,
come vedremo attualmente
disponiamo di rilevanti riscontri a sostegno del ruolo dei radicali liberi
proprio negli elementi costitutivi della vita.
Tale concezione è stata energicamente argomentata dal professor
Vladimir Voeikov, docente di Biologia presso l'Università
Statale Lomonosov di Mosca, il quale proviene da una
consolidata ed insigne tradizione biologica russa,
ampiamente trascurata in Occidente.
Alcune delle prove più convincenti derivano dal
suo recente
lavoro sperimentale. Quanto scrivo in questa sede si basa
sulle sue pubblicazioni - in particolar modo su un articolo
dal titolo "Specie di ossigeno reattivo, acqua, fotoni e
vita".2
Nell'ampio contesto di questo illuminante articolo egli
propone una nuova concezione del modo in cui le molecole
cooperano olisticamente per formare un essere vivente,
nonché un inedito e credibile schema per l'origine della
vita. Ora siamo in grado di vedere come i radicali liberi
costituiscano una chiave per comprendere il mistero centrale
(ma raramente riconosciuto) della biochimica: il modo in cui
tutte le multiformi reazioni chimiche sono integrate in un
unitario essere vivente.
Tutti i processi biochimici sono
transazioni di energia, quindi dobbiamo in primo luogo
tenere presente che l'energia è racchiusa in unità
precisamente definite, denominate
quanti.
II
contenuto energetico (o "dimensione") di un quanto si misura
in
elettronvolt e dipende dalla frequenza; quindi un quanto
di luce è più grande di uno di infrarosso o microonda.
Una molecola che assorbe un quanto accumula l'energia come
una specie di stato energetico superiore. Nel caso dei
quanti dell'infrarosso, si tratta di una varietà di stati di
vibrazione molecolare.
Tuttavia un quanto di luce dispone di
energia sufficiente a sospingere un elettrone all'esterno
del suo stato fondamentale (o orbitale) stabile sino
ad un orbitale di energia superiore; quindi si dice che la
molecola si trova in uno stato di elettrone eccitato
(EES).
Tuttavia tutti questi stati di energia elevata sono
instabili e dopo un po' l'energia viene nuovamente
rilasciata come quanto dell'appropriata frequenza, quanto
che può quindi essere trasferito direttamente ad un'altra
molecola (dove può contribuire ad una reazione chimica)
oppure essere emesso come fotone o radiazione
elettromagnetica; il fotone può a sua volta essere assorbito
da un'altra molecola o disperso in forma di calore.
Come esaminato in vitro, le reazioni biochimiche
implicano per la maggior parte transazioni di quanti di
infrarosso piuttosto che di luce.
Questo è uno dei motivi per cui in Occidente l'importanza
della luce negli esseri viventi non è ancora generalmente
riconosciuta. La situazione è diversa in Russia, dove hanno
beneficiato del lavoro di
Alexander Gurvich - uno scienziato
che a tempo debito verrà reputato come uno dei principali
luminari della biologia a livello mondiale.
Negli anni '20 del Novecento egli scoprì che le cellule che
si dividono producono una radiazione di luce ultra-debole
(ora denominata
biofotoni) che potrebbe stimolare la
mitosi nelle cellule quiescenti.
Già allora Gurvich aveva ben chiaro che questa luce
costituiva un segnale che trasportava informazioni, scoperta
che andava a sostegno delle sue teorie di campo
sull'organizzazione biologica - teorie assai avanzate
rispetto alla loro epoca.
Da allora scienziati di molti paesi contribuiscono
all'elaborazione di quella che si potrebbe definire biologia
quantistica.
Anche se non è stato interamente dimostrato tanto da
soddisfare la scienza convenzionale, tutto questo lavoro
punta alla conclusione che un essere vivente è unificato da
una singola funzione di onda quantica, allo stesso modo in
cui lo sono un atomo o una molecola.
(Per ulteriori letture, vedere l'eccellente libro The
Rainbow
and thè Wornf1
del Dr. Mae-Wan Ho
- NdR, nel quale essa afferma:
"L'ingegneria
genetica è molto pericolosa.
Tanto che potrebbe portare alla fine dell'umanità e del
mondo, così come noi li conosciamo". E questo
pericolo immane, senza precedenti, non riguarda il modo come
viene usata ma è nella natura stessa di questa "cattiva
scienza" che si è alleata con il "grande business".
A formulare questo giudizio, il più drastico giudizio mai
espresso sulle biotecnologie e, forse su qualsiasi altra
tecnica prodotta dall'uomo, non è un rozzo militante
fondamentalista di qualche movimento estremista della deep
ecology, ma una fine scienziata britannica di origine
malese, Mae-Wan Ho. Un'esperta di biologia evolutiva, dotata
di buone letture e di una viva intelligenza critica. Che
l'ha portata spesso ad assumere posizioni minoritarie,
persino provocatorie, ma mai banali. La sua critica al
modello standard della biologia, il neodarwinismo, è, per
esempio rifiutata dalla maggior parte dei suoi colleghi. Ma
(quasi) mai in modo liquidatorio. Mae-Wan Ho sostiene tesi
ardite. Ma mai tesi insulse e mal argomentate. Per questo la
sua critica, anche quando è estrema, risulta stimolante).
Secondo questa concezione la
luce riveste un ruolo centrale e gli elettroni
eccitati, invece di essere confinati a
singoli atomi o molecole, vengono considerati in quanto delocalizzati e condivisi quantomeno in complessi molecolari
estesi e, probabilmente, nell'intero organismo. Per di più,
quando gli EES decadono, vengono rigenerati di continuo.
Quindi generalmente un organismo accumula molta luce.
Specie di ossigeno reattivo
In che modo viene generata questa luce ? È qui che entrano
in gioco i radicali liberi.
Il professor Voeikov evidenzia il punto critico che
nessuna
delle consuete reazioni chimiche dispone di energia
sufficiente a generare luce; tale compito
può essere assolto
solo dalle reazioni dei radicali liberi.
Tutti i radicali di rilevanza biologica derivano
dall'ossigeno. Fra questi, i principali sono il radicale
anione superossido O2 e il radicale ossidrile HO;
inoltre, vi è una riorganizzazione elettronica
dell'ossigeno molecolare, denominata ossigeno singlet
'O2 che, pur non essendo un radicale, presenta
una paragonabile attività estrema.
Nel loro complesso questi vengono ora definiti
specie di ossigeno reattivo
(ROS).
Analogamente importanti sono determinate molecole che
possono agevolmente scindersi per divenire ROS - nello
specifico, perossido di idrogeno ed ozono, generate da una
varietà di meccanismi enzimatici e non enzimatici che
inizialmente si riteneva fossero confinati alle cellule del
sistema immunitario - in particolare i
leucociti neutrofili.
Per questo motivo, si riteneva che l'unica funzione dei
radicali liberi fosse quella di uccidere i
microbi; ad ogni
modo, in seguito si scoprì che questi meccanismi (ve ne è
una lunga lista) si trovano ovunque nell'organismo.
L'organismo produce costantemente ingenti quantitativi
di ROS.
Invero un fatto degno di nota è che qualcosa come il 10-20
per cento di tutto l'ossigeno che respiriamo entra
attraverso questa via; oltre a questo, bisognerebbe tenere
in considerazione altri fatti. Così, il
cervello umano
utilizza circa il
20 per cento dell'ossigeno
che introduciamo e nondimeno ha relativamente pochi
mitocondri;
dato che i mitocondri sono noti per essere i siti in cui
l'ossigeno viene impiegato per generare la molecola
energetica ATP, la maggior parte dell'ossigeno utilizzato
dal cervello deve rappresentare un diverso tipo di percorso
metabolico.
Di ulteriore interesse le osservazioni di Erwin Bauer, altro
eminente biologo, risalenti al 1935; egli raccolse
dati relativi al consumo di ossigeno per esistenza media di
un rappresentante tipico di un'ampia gamma di specie
animali, suddivise in base al peso medio.
Questo indice, da lui denominato "costante di Rubner",
aumenta di varie migliaia di volte in una sequenza che inizia con i celenterati primitivi e
termina con i primati; in realtà, rimane l'unico parametro
quantitativo che definisce il progresso evolutivo. Notate in
particolare che per Homo Sapiens questo parametro è
almeno 10 volte maggiore rispetto agli altri primati.
Questa scoperta potrebbe suggerire che, dato che gli
organismi altamente sviluppati devono disporre di
sistemi di controllo più complessi,
avrebbero bisogno di accumulare più
luce nell'organismo
ed a tale scopo, necessiterebbero di più ossigeno per
generare le ROS.
I fatti appena menzionati
sono
difficilmente compatibili con l'attuale opinione prevalente,
secondo cui i radicali liberi sono nocivi errori del
metabolismo; il fatto che vengono prodotti in tali
quantitativi può significare soltanto che hanno
un'importante funzione e, anche se in linea di principio
possono arrecare danni, esistono numerosi mezzi tramite cui
questo viene completamente evitato in vivo.
Uno è quello secondo cui i radicali vengono prodotti
esattamente dove e quando sono necessari e vengono
utilizzati immediatamente, in modo che la concentrazione
nell'organismo in qualsiasi momento dato sia estremamente
ridotta. Poi vi è il fatto che i radicali sono in grado di
neutralizzarsi vicendevolmente, così tutti le ROS
inutilizzate reagiscono preferibilmente fra loro piuttosto
che danneggiare le macromolecole biologiche. Infine, una
difesa di supporto viene fornita da vari antiossidanti quali
le vitamine C ed E.
L'efficienza di tali meccanismi è riscontrabile nel fatto
che, nel contesto di alcuni metodi
di
ozonoterapia, un campione di sangue viene miscelalo
all'ozono e quindi reimmesso nell'organismo; questa quantità
di ozono, che con isolate proteine di sangue in soluzione
sarebbe devastante, non presenta alcun effetto avverso sul
sangue vivente.
Per iniziare a comprendere la principale funzione delle ROS.
dobbiamo sottolineare ancora una volta la misteriosa
perfezione dell'organizzazione biologica, compresa quella di
una singola cellula.
La caratteristica unitarietà di un organismo deve essere
stata presente sin dall'inizio: vale a dire, ben prima che
si evolvessero segnali molecolari quali
ormoni e
neurotrasmettitori.
Tale unitarietà non poteva essere conseguita dai soli
segnali molecolari, dato che questi richiedono tempo per
propagarsi ai loro recettori. Al contrario, essa sembrerebbe
richiedere una basilare rete di comunicazione essenzialmente
istantanea, che attualmente sta iniziando ad essere intesa
come campo di elettroni delocalizzati eccitati dall'energia
della luce - spesso definito come
campo fotonico.
Per di più, come sostenuto dal Dr. Mae-Wan Ho, affinche’
siano coerenti tutti i processi vitali devono anche restare
uniti in un unico complesso ordine ritmico, nel quale i
ritmi più veloci (e questi sono davvero veloci; il
trasferimento di energia risonante fra molecole richiede
all'incirca 10 alla-14 secondi) sono inseriti in quelli
progressivamente più lenti, quali onde cerebrali, battito
cardiaco e cicli ormonali, per arrivare infine a quello più
lento: il ciclo vitale.
Invero le oscillazioni ritmiche rappresentano il carattere
distintivo dell'organizzazione biologica, visto che indicano
i] comportamento collettivo delle
cellule che, isolate le
une dalle altre, si comporterebbero secondo uno schema
casuale.
Processi oscillatori auto-organizzanti con
biofotoni
Risulta che oscillazioni sostenute, indicanti auto-organizzazione,
sono state individuate in vari processi implicanti le ROS.
Studiando l'emissione di biofotoni da sangue isolato,
Voeikov e colleghi scoprirono dapprima che questa aumenta
considerevolmente in base alla stimolazione della produzione
di ROS con zymosan [un carboidrato ottenuto dalle pareti
cellulari del lievito].
Di notevole interesse fu la comparsa, in determinate
condizioni, di oscillazioni ben marcate. Il ruolo
regolatorio di questi biofotoni risultò evidente dagli
effetti derivati dal rifletterli nel sangue: la riflessione
determinò un aumento della bassa emissione di base; l'alta
emissione risultò ridotta. Anche in alcuni materiali non
viventi, ad esempio soluzioni di glicinaemetil-glioxal, si
verificarono generazione di ROS e rilascio di biofoloni;
anche in questi sistemi si osservò uno sviluppo di
oscillazioni.
Negli organismi viventi la luce che viene effettivamente irradiata forma soltanto una piccola
percentuale dell'energia luminosa totale prodotta;
la
maggior parte viene assorbita da altre molecole, nelle quali svolge una funzione di controllo, per innescare o
modulare reazioni biochimiche; il rilascio ritmico di questa
energia, in grado di coprire un'ampia gamma di frequenze -
che arrivano sino alla zona dei megahertz - è coerente con
il loro ruolo di segna passo dei processi metabolici. In
realtà Voeikov suggerisce che, piuttosto che l'ampiezza
della frequenza, il fattore informativo più importante per
la regolazione cellulare possa essere determinato dalle
modulazioni di frequenza. Tutti questi complessi schemi
temporali (che Mae-Wan ha
paragonato
ad una sinfonia) sono inoltre localizzati con precisione nello spazio. Quindi
abbiamo una profonda struttura spazio-temporale intensamente
dinamica in tutti i suoi aspetti, che forse si potrebbe
immaginare come una intelaiatura non materiale di musica
tridimensionale, in sintonia con la quale danzano i
materiali costitutivi della vita.
La scoperta che le ROS e i biofotoni possono essere prodotti cosi
agevolmente in semplici soluzioni acquee ha portato Voeikov
a proporre una rivoluzionaria alternativa alla concezione
dell'origine della vita più comunemente accettala; egli
attinge alle recenti dimostrazioni di dissociazione
dell'acqua in condizioni assai dolci, ottenuta semplicemente
tramite procedure quali agitazione meccanica, illuminazione
o scongelamento.
I prodotti di tale dissociazione
comprendono perossido di idrogeno e i radicali liberi H* e
HO* derivati dalla dissociazione non-ionica dell'acqua;
questi radicali possono quindi reagire con biossido di
carbonio e azoto per produrre aminoacidi ed altre complesse
molecole organiche. Perdi più, in presenza di semplici
catalizzatori quali l'ossido di ferro, il perossido di
idrogeno si scinde sino a rilasciare ossigeno.
In
questo modo diventa plausibile considerare uno scenario in
cui l'ossigeno ha inizialo a comparire sin dal principio,
non appena l'acqua ha fatto la sua comparsa sulla Terra; ad
ogni modo, in questo periodo avrebbero fatto la loro
comparsa anche ROS ed EES, che ben presto si sarebbero
auto-organizzate ed avrebbero sviluppalo strutture
spazio-temporali dotate della caratteristica stabilità
dinamica che potrebbe iniziare a meritare il nome di vita.
Radicati liberi a scopo terapeutico
Tutto questo non è privo di rilevanza medica. Da una parte vi è la
scoperta di Chizevsky risalente agli anni '20 del Novecento
(confermata dì recente), secondo cui animali la cui aria era
stata privata di ioni si ammalavano e morivano nel volgere
di alcuni giorni. Dall'altra vi è la lunga tradizione della
riuscita terapia con ozono e perossido di idrogeno.
Risulta che gli ioni negativi sono di fatto radicali anioni
superossidi e che un regolare apporto di ROS dall'ambiente è
necessario per far "scoccare" il meccanismo interno della
riduzione dell'ossigeno; in sua mancanza, le oscillazioni
del metabolismo delle ROS tendono a decadere, quindi, con
ROS insufficienti, le reazioni a catena dei radicali
proseguono senza un debito termine e vanno a danneggiare le
molecole biologiche
Il modo migliore di neutralizzare queste reazioni a catena è
quello di intensificare la produzione di ROS facendole
"scoccare" con ioni negativi, ozono o altre terapie con
ossigeno attivo.
Rigenerando l'energia luminosa dell'organismo, tali terapie mettono l'organismo stesso nelle condizioni di
affrontare al meglio qualsiasi processo patologico lo
minacci.
L'ozonoterapia ha una lunga tradizione e viene tuttora utilizzata
con grande successo, tuttavia è stata ampiamente ignorata
dalla medicina convenzionale - in parte perché la sua
modalità di azione era ignota e in parte perche’ non è
brevettabile. Ad ogni modo, l'ozono presenta lo svantaggio
di essere troppo reattivo per poter essere
inalato, quindi va somministrato pur via endovenosa o
tramite altri metodi che richiedono assistenza
professionale.
Vale dunque la pena di citare la recente e misconoscili la
terapia con l'energia dell'ossigeno
singlet sviluppala dal [compianto] Tony van der Valk.J
L'aria viene dapprima fatta gorgogliare attraverso acqua per
saturarla con vapore acqueo; quindi attraversa una
piastra di metallo rivestita di un composto
di ftalocianina fotosensibile sulla quale è puntalo un
LED che emette; luce rossa (634 nm).
Questo trasforma parto dell'ossigeno in ossigeno singlet.
Nel volgere di micro secondi, l'ossigeno singlet (che, in
virtù della sua intensa reattività, non potrebbe essere
respirato in quanto tale) rilascia la propria energia
alla molecola d'acqua, che quindi può essere respirala in
tutta sicurezza.
Attualmente il modo in cui l'acqua trasporta questa energia non è
noto con precisioni;tuttavia il trattamento è efficace
quasi quanto l'ozono terapia e, per di più, è talmente più
sicuro e conveniente che i pazienti lo possono facilmente
somministrare autonomamente.
Come scrive il professor Voeikov nella sua introduzione, ci stiamo
avvicinando ad un fondamentale punto di svolta della
biologia, quello in cui tale disciplina abbandona la sua
attuale base fondala sulla fisica e la chimica del
diciannovesimo secolo ed acquisisce un suo proprio
fondamento teoretico; in ultima analisi finirà per avere
quella capacità predittiva in rapporto all'evoluzione che
manca al darwinismo.
Spero che questo articolo Stimolerà l'interesse per queste
concezioni e, fornendo un modus operandi per le
terapie con ossigeno attivo, ne aumenterà la generale
accettazione da parte del settore medico.
Note
1. ScIirtSdinger, E., What is Life?, Cambridge
University Press, Cambridge, 1944.
2. Voeikov, V., "Rivista di Biologia", Biology Forum
94:193-214(2001).
3. Ho, Mae-Wan, The Rainbow and the Worm: The Physics of
Organisms, World Scientific Publishing, 1998, 2° ed.,
ISBN 981-02-3427-9.
4. Vedere il sito web di Tony van der Valk,
http://www.polyvalk.com
A proposito dell'Autore:
Roger Taylor, dopo una carriera dedicata alla ricerca in
immunologia fondamentale, ha trascorso 18 anni conducendo
ricerche (per lo più private) sulla base scientifica
dell'energia sottile.
Nel suo recente lavoro ha utilizzato il
sistema GDV IKirlian computerizzato) del Dr. Konstantin
Korotkov per dimostrare le risposte alla terapia con
ossigeno singlet e alla Terapia Ormus foro bianco).
I suoi articoli sono stati pubblicati per
la maggior parte sulla rivista Caduceus, della quale
è direttore scientifico.
Il presente articolo è stato pubblicato per la prima volta
su The Network Review (nr. 87, primavera 2005, pp.
18-20), rivista di The Scientific and Medical Network.
Per ulteriori informazioni, visitate
http://www.scimednel.org
Tratto da: Nexus n° 39
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