POLMONI e Vie RESPIRATORIE
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POLMONI ed
Apparato RESPIRATORIO (sistema
respiratorio)
Polmone:
Organo pari dell’apparato
respiratorio, localizzato nel
torace. A livello del polmone si svolgono i
processi della
respirazione.
Nel
torace sono presenti due
polmoni, uno sul lato destro
e uno su quello sinistro.Ciascun
polmone è formato da
sezioni, chiamate lobi. I
polmoni hanno una
consistenza molle e sono
protetti dalla cassa
toracica. La funzione dei
polmoni è quella di
trasportare l’ossigeno
(abbreviato O2) all’interno
del corpo e di eliminare
l’anidride carbonica
(abbreviato CO2).
L’ossigeno è un gas che ci
fornisce energia, mentre
l’anidride carbonica è un
rifiuto tossico, un prodotto
“di scarto” dell’organismo.
I polmoni hanno
quindi la funzione
di trasportare ossigeno
attraverso il corpo e di
eliminare il diossido di
carbonio. L’ossigeno è un
gas che fornisce energia al
corpo umano, mentre il
diossido di carbonio è un
prodotto di scarto, ossia
uno “scarico”
dell’organismo.
L'apparato respiratorio e' insieme di
organi che permettono gli scambi gassosi tra
l’ambiente esterno e il sangue: l’assunzione,
dall’ambiente esterno, dell’ossigeno
necessario ai processi di combustione che
avvengono nell’organismo, fondamentali per
assicurare il fabbisogno energetico delle
cellule; l’eliminazione all’esterno dei prodotti
gassosi (soprattutto
anidride carbonica) che si formano nei
suddetti processi. L’apparato respiratorio è
composto dalle vie respiratorie superiori (naso,
bocca,
faringe), dalle vie respiratorie
inferiori (laringe,
trachea,
bronchi) e dai
polmoni.
Le vie respiratorie o aeree comprendono
il naso, la faringe, la laringe, la trachea, i
bronchi fino ai Polmoni.
Sono organi cavi percorsi dall’aria in
inspirazione e in
espirazione. Sono vie respiratorie
superiori le cavità nasali e paranasali, la
faringe; le vie respiratorie inferiori
comprendono invece la laringe, la trachea e i
bronchi (vedi:
apparato respiratorio).
Il
Naso è la porta di ingresso delle vie
respiratorie che portano l'aria anche ai
Polmoni. Le narici, che consentono all’aria di
entrare e uscire, sono provviste di peli che
servono per trattenere i corpi estranei di una
certa dimensione presenti nell'aria; il naso
quindi opera come filtro al momento
dell’inspirazione, impedendo alla particelle più
grandi di agenti inquinanti di raggiungere i
polmoni.
Le pareti
interne del naso sono umide, ricche di vasi
sanguigni e rivestite da cellule che producono
muco e cellule provviste di ciglia vibratili. Il
naso è una parte del corpo molto vascolarizzata,
cioè particolarmente ricca di vasi sanguigni: il
calore irradiato dai vasi presenti nelle pareti
del naso consente all'aria di raggiungere
rapidamente la temperatura del corpo.
L'aria
inspirata attraverso il naso viene perciò
filtrata, riscaldata e umidificata. Può così
raggiungere, una volta purificata, i polmoni.
vedi:
Pulizia del Naso +
Urino
terapia (qualche goccia della vs urina
nelle narici - 2-3 volte al di' - pulisce bene
il setto nasale e relative mucose e le
disinfiamma,
anche per:
CATARRO,
TOSSE
(anche Pertosse), OTITI, RAFFREDDORE
+
MAL di GOLA
Colpi di calore,
Sinusiti +
Polmonite
+
Intossicazioni
+
Disintossicazione +
Intestino
motore del corpo +
Idro Colon
Terapia +
Smettere
di Fumare
Il micoplasma come componente del
microbiota normale nella cavità orale umana
-
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/3880307/
Sindrome
infiammatoria chiamata "Asia" scatenata
dai
vaccini !
ASIA_Sindrome
infiammatoria-dai-vaccini-Riassunto.pdf
Tratto da: http://www.assis.it/wp-content/uploads/2014/12/ASIARiassunto.pdf
... ed è noto che... le
infiammazioni sono foriere di qualsiasi
tipo di sintomi, che i
medici impreparati
allopati chiamano erroneamente "malattie"..
Micosi Polmonari -
Che cosa sono?
Le cosiddette impropriamente
micosi
polmonari costituiscono l’ammalamento dei
tessuti polmonari e delle vie respiratorie nei e
dei polmoni ove si trovano da miceti (funghi che
colonizzano le parti infiammate ed intossicate
per tentare le riparazioni tissutali
necessarie), le cui manifestazioni cliniche
variano in funzione del micete presente nel
tessuto infiammato dalle tossine accumulate con
la respirazione di aria inquinata e della
diffusione della infiammazione all’interno
dell’apparato respiratorio.
Essa tende a manifestarsi più frequentemente in
soggetti con concomitanti altre infiammazioni o
situazioni cliniche caratterizzate da deficit
della risposta immunitaria dell’organismo e tra
queste:
-
AIDS:
immunodeficienza acquisita specie con i Vaccini
-
tumori con grave decadimento delle
condizioni generali immunitarie
- pazienti sottoposti a
chemioterapia/radioterapia,
per
qualche tumore o soggetti sottoposti a
trapianto d’organo o di midollo osseo.
Infiammazioni alle vie respiratorie dopo
vaccinazione
Ricordarsi
che le alterazioni degli enzimi,
della flora,
del pH
digestivo e della mucosa
intestinale influenzano la salute, non
soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in
qualsiasi parte dell'organismo.
Il
muco
Se una sostanza irritante giunge
effettivamente ai polmoni, viene bloccata da
un sottile strato di muco (detto anche
espettorato o flegma) che si trova
all’interno dei dotti respiratori. Vengono
secreti in media circa 85 grammi di muco
ogni giorno all’interno dei canali
respiratori. Questo muco viene “spazzato
via” verso la bocca da filamenti sottili
chiamati
cilia che si trovano nei canali
respiratori.
Peli
nella
Gola
Le cilia trasportano il muco dai polmoni
verso la gola e l’epiglottide. L’epiglottide
è una sorta di porta che si apre per
permettere al muco di essere deglutito. Ciò
avviene spontaneamente, senza che ci si
debba pensare. Espellere l’espettorato non è
“normale” e non avviene se un individuo non
soffre di bronchite cronica o non è in atto
un’infezione, come un raffreddore, polmonite
o un’esacerbazione della
broncopneumopatiacronica ostruttiva (BPCO).
La
tosse
Un altro meccanismo di protezione dei
polmoni è rappresentato dalla tosse. La
tosse, sebbene sia un evento comune, non è
una condizione normale ed è il risultato di
un’irritazione ai canali bronchiali. La
tosse permettere di espellere il muco dai
polmoni più rapidamente rispetto alle cilia.
I
broncospasmi (contrazione spastica della
muscolatura liscia dei bronchi, dovuta a
diverse cause, quali
asma,
allergie oppure infiammazioni ecc.). Si
ha sempre nel classico attacco d'asma.
L’ultimo dei mezzi più comuni, usati dai
polmoni per proteggersi, può causare dei
problemi. Le vie aeree nei polmoni sono
circondate da fasci di muscoli. Quando i
polmoni sono irritati, questi fasci di
muscoli possono tendersi, stringendo quindi
il canale respiratorio, mentre i polmoni
cercano di eliminare le sostanze irritanti.
Il rapido tendersi di questi muscoli viene
detto broncospasma. Alcuni polmoni sono
particolarmente sensibili alle sostanze
irritanti. I broncospasmi possono creare
gravi problemi ai soggetti affetti da BPCO e
sono spesso un grosso problema per i
pazienti affetti da asma, perché la
respirazione risulta più difficile
attraverso le vie aeree.
Nella respirazione vengono impiegati diversi
muscoli.
Il
diaframma
Il muscolo più grande ed efficace è il
diaframma. Il diaframma è un grosso muscolo
che si trova sotto ai polmoni e li separa
dagli organi sottostanti, come lo
stomaco,
l’intestino, il
fegato, ecc. Quando il
diaframma si abbassa o si appiattisce, le
costole si allargano verso l’esterno, i
polmoni si espandono e viene inspirata
l’aria.
Questo processo viene definito
inalazione o inspirazione. Quando il
diaframma si rilassa, l’aria esce dai
polmoni e questi tornano nella loro
posizione originaria. Questo processo viene
definito esalazione o espirazione. I
polmoni, come i palloncini, richiedono
energia per gonfiarsi, mentre non ne serve
per fare uscire l’aria.
Gli
altri muscoli
Gli altri muscoli coinvolti nella
respirazione si trovano tra le costole ed
alcuni muscoli che si estendono dal collo
alle costole superiori. Il diaframma, i
muscoli tra le costole e uno dei muscoli nel
collo, chiamato muscolo scaleno, vengono
usati in quasi ogni respiro. Se ci serve un
aiuto in più per espandere i polmoni,
“reclutiamo” altri muscoli del collo e delle
spalle.
Quando
i muscoli non lavorano
In alcune circostanze, ad esempio in caso di
enfisema, il diaframma viene abbassato e
quindi non funziona più correttamente.
Ciò
significa che gli altri muscoli sono
chiamati ad uno sforzo maggiore, poiché non
sono efficienti come il diaframma.
Quando
questo accade, i pazienti possono provare
una sensazione di affanno o fiato corto.
Come arriva l’aria
nel corpo ?
Per portare ossigeno al corpo, l’aria viene
inalata attraverso il naso, la bocca o
entrambi.
Il naso o la bocca ?
Il naso è la via preferenziale, poiché è un
filtro migliore rispetto alla bocca. Il naso
riduce infatti la quantità di sostanze
irritanti che arrivano ai polmoni e, allo
stesso tempo, riscalda e inumidisce l’aria
che respiriamo. Quando c’è bisogno di grandi
quantità d’aria, il naso non è il canale più
efficace per portare aria ai polmoni e
quindi si può ricorrere alla respirazione
per bocca. La respirazione per bocca è in
effetti quella più comune quando ci si
sottopone ad uno sforzo fisico.
Il viaggio giù per la
trachea
Dopo essere stata inalata dal naso o dalla
bocca, l’aria scende lungo la trachea. La
trachea è il condotto più vicino al collo.
Dietro alla trachea si trova l’esofago.
Quando respiriamo, l’aria scende lungo la
trachea mentre, quando mangiamo, il cibo
scende lungo l’esofago. Il tragitto percorso
da aria e cibo viene controllato
dall’epiglottide, una sorta di sbarramento
che impedisce al cibo di entrare nella
trachea. Talvolta, il cibo o i liquidi
entrano nella trachea, provocando
soffocamento e attacchi di tosse.
Percorso nei polmoni
La trachea si divide in un canale
respiratorio sinistro e uno destro, che
vengono chiamati bronchi. Il bronco sinistro
conduce al polmone sinistro, mentre il
bronco destro conduce al polmone destro.
Questi condotti respiratori si dividono
continuamente in canali più piccoli detti
bronchioli. I bronchioli terminano in
minuscole sacche d’aria dette alveoli.
La fine del viaggio
I bronchioli terminano in minuscole sacche
d’aria dette
alveoli. Gli alveoli, che
significano “grappolo d’uva”, sono in
effetti simili a grappoli d’uva attaccati a
minuscoli canali respiratori. Nei polmoni in
condizioni normali ci sono oltre 300 milioni
di alveoli.
Se gli alveoli venissero aperti
e distesi, coprirebbero una superficie pari
ad un doppio campo da tennis. Non tutti gli
alveoli vengono usati contemporaneamente,
quindi il polmone ha degli alveoli di
riserva in caso di danni provocati da
malattie, infezioni o interventi chirurgici.
Tratto in parte da:
http://www.it.european-lung-foundation.org
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Ecco l’adrenalina del
sistema immunitario
- 07/09/2017
Un team di ricercatori portoghesi ha scoperto come i neuroni
delle mucose possano stimolare specifiche cellule
immunitarie, rendendo così la risposta immunitaria molto
veloce e potente. Lo studio su Nature
Il nostro sistema immunitario è sempre (o quasi) pronto a
difenderci. Ma quanto rapidamente ?
A
svelarlo sulle pagine di Nature è stato il team di
ricercatori portoghesi del Champalimaud Center for the
Unknown and the Instituto de Medicina Molecular di Lisbona,
che ha appena osservato come i neuroni situati nei tessuti
delle mucose (come
intestino e vie respiratorie) possono
immediatamente individuare un’infezione nell’organismo,
producendo una sostanza che funziona come adrenalina per le
cellule immunitarie. Sotto l’effetto di questo segnale, le
cellule immunitarie diventano in brevissimo tempo capaci di
combattere l’infezione e di riparare i danni causati ai
tessuti circostanti.
Lo scorso anno lo stesso team di ricercatori, guidati da
Henrique Veiga-Fernandes, aveva pubblicato sempre su Nature
un dimostrazione del fatto che le cellule nervose
dell’intestino potessero stimolare un tipo di cellule
immunitarie chiamate Ilc3, ovvero una delle diverse
popolazioni di cellule linfoidi innate (Ilc), cellule
davvero molto speciali: non si trovano nel sangue, ma sono
presenti solo alcune zone dell’organismo, come appunto le
mucose.
In questo nuovo studio i ricercatori portoghesi si sono
concentrati su un altro tipo di cellule linfoidi innate: le
Ilc2. “Queste cellule sono normalmente abbondanti nei siti
di barriera, come l’intestino, i polmoni e la pelle,
fungendo come vere e proprie fortezze fisiche”, precisa
Veiga-Fernandes. E ora, il team è riuscito a dimostrare che
queste cellule immunitarie non sarebbero in grado di
proteggerci dalle infezioni senza stabilire un dialogo con i
neuroni residenti nelle mucose dell’organismo.
Questo tandem neuro-immunitario è stato scoperto osservando
delle microfotografie ad alta risoluzione dei polmoni e del
ventre di alcuni topi: le Ilc2 erano posizionate lungo gli
assoni di neuroni situati in queste mucose. “A questo punto
ci siamo chiesti se questi due distinti tessuti avrebbero
potuto comunicare reciprocamente”, continua Veiga-Fernandes.
Per capirlo, i ricercatori hanno analizzato l’intero
genoma di una serie di cellule immunitarie (Ilc1, Ilc2,
Ilc3, cellule T) cercando i geni che codificassero per le
molecole che agiscono come ricevitori di segnali neuronali.
Dalle analisi è emerso che solo le Ilc2 possedevano i
ricevitori (come un’antenna) per questi segnali nervosi. Più
precisamente, le Ilc2 hanno recettori per un messaggero
neuronale chiamato neuromedina U (Nmu). E poiché i neuroni
sono le uniche cellule che producono livelli abbondanti di
Nmu, è stato evidente che solo i neuroni avrebbero potuto
inviare questo segnale alle Ilc2.
Come
precisano i ricercatori, i risultati dello
studio forniscono due grandi novità. “La
prima è che i neuroni definiscono la
funzione delle cellule immunitarie”, precisa
l’autore. “Nessuno avrebbe potuto immaginare
che il sistema nervoso coordini, comandi e
controlli la risposta immunitaria in tutto
l’organismo”. La seconda novità, invece, è
che “questa è una delle reazioni immunitarie
più veloci e più potenti che abbiamo mai
visto”. Basti pensare, infatti, che lo
stimolo neuronale appena scoperto induce una
risposta immunitaria in pochi minuti, mentre
le vaccinazioni richiedono in genere diverse
settimane (NdR: e sono dannose al
sistema immunitario)
Dopo aver condotto alcuni esperimenti su un
gruppo di topi, servendosi del parassita
Nippostrongylus brasiliensis, il passo
successivo sarà quello di osservarlo anche
sugli esseri umani. “Forse, anche negli
esseri umani le Ilc2 hanno i recettori Nmu”,
conclude Veiga-Fernandes. “Ma siamo ancora
molto lontani dal capire come potremmo usare
in tutta sicurezza questa bomba
neuro-immunologica. C0’è quindi da fare
ancora molta strada”.
By Marta Musso - Tratto da: wired.it
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Nuova funzione
polmonare inaspettata scoperta: fare il
sangue - 27/03/2017
I nostri corpi continuano a detenere un
sacco di segreti, e gli scienziati hanno
appena scoperto una cosa ancora più
bizzarra:
i polmoni hanno un ruolo chiave nella
produzione di sangue.
Fino ad ora, questo compito è stato
attribuito esclusivamente al midollo osseo,
ma gli studi sui topi presso l'Università
della California di San Francisco (UCSF)
hanno scoperto che, sorprendentemente, la
maggior parte delle piastrine del corpo sono
prodotte nei polmoni, come un serbatoio di
backup di cellule staminali del sangue che
può intervenire quando quelle del midollo
osseo funzionamento a secco.
La scienza ha creduto a lungo che la maggior
parte delle cellule che compongono il sangue
risiedono nel midollo osseo, in cui un
processo chiamato ematopoiesi ci dà le
cellule ossigeno-portando rossi del sangue,
i globuli bianchi che combattono le
infezioni, e componenti come le piastrine,
il cui ruolo è per formare coaguli per
arrestare il sanguinamento.
I megacariociti - le cellule che producono
le piastrine - sono stati avvistati nel
tessuto polmonare prima, ma erano
generalmente pensato per vivere e lavorare
soprattutto nel midollo osseo.
Lo studio UCSF ha scoperto la nuova
funzione, mentre l'imaging nei polmoni dei
"topi" che vivono per studiare come le
piastrine circolanti attraverso i polmoni
sono stati interagendo con il sistema
immunitario. I "topi" in questione erano
stati ingegnerizzati in modo che le loro
piastrine brillavano verde, che ha
evidenziato un numero inaspettatamente
elevato di megacariociti negli organi.
"Quando abbiamo scoperto questa massiccia
popolazione di megacariociti che sembravano
vivere nel polmone, ci siamo resi conto che
dovevamo seguire questa", dice Emma
Lefrançais, co-primo autore dello studio.
A ben vedere, il team ha scoperto che i
megacariociti nei polmoni stavano
creando più di 10 milioni di piastrine
all'ora, che costituiscono più della metà
della quantità totale in un topo. Che la
popolazione sembra essere alimentato da un
gruppo di cellule progenitrici megacariociti
e cellule staminali del sangue che vivono
appena fuori dal sistema vascolare polmonare
principale.
Il team individuò queste cellule -
numerazione a circa un milione al polmone -
"Questa scoperta suggerisce sicuramente una
visione più sofisticata dei polmoni - che
non sono solo per la respirazione, ma anche
un partner chiave nella formazione di
aspetti cruciali del sangue", afferma Mark
R. Looney, MD, autore senior dello studio
. "Quello che abbiamo osservato qui nei topi
suggerisce fortemente il polmone può giocare
un ruolo chiave nella formazione del sangue
come pure negli esseri umani".
Mentre i polmoni possono apparire di fare
gran parte del lavoro, del midollo osseo è
la cava. In realtà, i due sembrano lavorare
insieme per rendere il sangue.
Per studiare come le cellule staminali del
sangue possono muoversi avanti e indietro
tra i polmoni e midollo osseo, i polmoni
squadra UCSF trapiantati da topi normali in
animali ingegnerizzati con megacariociti
fluorescenti, e non passò molto tempo prima
che le cellule incandescente cominciarono ad
apparire nel sistema vascolare del polmone
"normale".
Questo indica che, sebbene i megacariociti
possono apparire in numero maggiore nel
polmone, stanno ancora nati all'interno
delle ossa, prima di migrare.
"E 'affascinante che megacariociti viaggiare
tutta la strada dal midollo osseo per i
polmoni per la produzione di piastrine",
spiega Guadalupe Ortiz-Muñoz, co-primo
autore dello studio. "E 'possibile che il
polmone sia un bioreattore ideale per la
produzione di piastrine a causa della forza
meccanica del sangue, o forse a causa di
qualche segnalazione molecolare che ancora
non conosciamo."
Nella direzione opposta, i polmoni di topi
con le cellule progenitrici dei
megacariociti fluorescenti sono state
trapiantate in topi con bassa conta
piastrinica. Il team ha notato che delle
piastrine dell'animale conteggi rapidamente
tornato a livelli sani dopo la produzione di
un grande scoppio di piastrine
incandescente, il che suggerisce che il
basso numero aveva spinto le cellule
megacariociti impiantati per compensare.
Nel
terzo ed ultimo studio di trapianto, il team
ha voluto indagare come i megacariociti nei
polmoni potrebbero gestire il carico quando
quelle del midollo osseo non stavano tirando
il loro peso.
A tal fine, i ricercatori hanno impiantato
polmoni che avevano cellule taggati con
fluorescenza in topi ingegnerizzati in modo
che il loro midollo osseo non contiene
cellule staminali del sangue. Glowing
cellule dai polmoni trapiantati presto si
presentò nel midollo osseo, dove hanno
contribuito a produrre non solo le
piastrine, ma anche altre cellule del sangue
chiave come i neutrofili, cellule B e le
cellule T.
"A nostra conoscenza questa è la prima
descrizione dei progenitori del sangue
residenti nel polmone, e solleva un sacco di
domande con rilevanza clinica per i milioni
di persone che soffrono di trombocitopenia",
dice Looney. "Stiamo vedendo sempre più che
le cellule staminali che producono il sangue
non solo vivono in un luogo ma viaggiano
intorno attraverso il flusso sanguigno.
Forse 'studiare all'estero' in diversi
organi è una parte normale della formazione
di cellule staminali."
I risultati dovrebbero contribuire ad
informare i nuovi studi in trattamenti per
le malattie che colpiscono la produzione di
piastrine, e fornisce una migliore
comprensione del ruolo attivo cellule
staminali svolgono nel corpo. La ricerca
futura potrebbe applicarsi la scoperta per
il corpo umano, e esaminare come i polmoni e
il lavoro del midollo osseo insieme per
produrre sangue.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature,
e la produzione di piastrine può essere
visto nel video qui sotto.
Fonte: University
of California di San Francisco
PRONTO SOCCORSO
Soffocamento da corpo estraneo: formazione
per genitori ed Operatori Scolastici per la
refezione scolastica
Ogni anno in Italia sono quasi 300 i casi di
soffocamento all'anno, da corpo estraneo, negli under
14, e circa 50 le vittime (tra 0 e 4 anni è
la seconda causa di morte dopo gli incidenti
stradali): caramelle, pezzetti di carne,
uva, noci e monetine gli oggetti più
pericolosi, secondo la "classifica" diffusa
dagli esperti della Fimp (Federazione
italiana medici pediatri) riuniti a
Montecarlo per la "Scuola di disostruzione
del corpo estraneo e manovre di rianimazione
cardiopolmonare pediatrica di base".
Ma pochi genitori sanno come ci si deve
comportare in situazioni di emergenza.
Difatti per l'occasione sara' presentata la
Rete formativa nazionale per le manovre
salvavita' costituita da 100 istruttori
sanitari e laici attraverso la quale tutti
coloro che quotidianamente in tutta Italia
si occupano di bambini piccoli (genitori,
nonni, babysitter, insegnanti d'asilo e
scuola elementare, operatori Scolastici per
la Refezione a scuola, assistenti sociali,
bagnini e così via) impareranno come gestire
l'emergenza-soffocamento, attraverso corsi
di un'ora tenuti in scuole, asili nido, sedi
comunali.
Tali corsi, pur in un tempo contenuto,
saranno sufficienti ai docenti per far
conoscere il "decalogo per prevenire e
gestire l'inalazione di un corpo estraneo"
messo a punto dai pediatri della Fimp e far
apprendere pochi e semplici gesti che
possono salvare la vita di un bambino in un
grande numero di situazioni. "Per creare la
Rete, Fimp sta collaborando con la Società
italiana di medicina emergenza e urgenza
pediatrica (Simeup), che ha predisposto le
linee guida e che, assieme a Fimp, ha
redatto un percorso di accreditamento per i
formatori, con affiancamenti e
supervisioni", sottolinea Giuseppe Mele,
presidente Fimp.
"Vogliamo arrivare davvero a tutta la
popolazione, per esempio rivolgendoci a
genitori non vedenti e non udenti o di
bambini con disabilità, ma anche a genitori
extracomunitari".
In caso d'incidenti di questo tipo, la
prontezza d'intervento può essere vitale.
L'utilizzo delle tecniche che di seguito
descriviamo, hanno salvato numerose vite a
bambini ed adulti; quindi anche se
consideriamo la prevenzione molto
importante, lo é anche la reazione.
La prima cosa è di cercare di mantenere la
calma ed evitare il panico, intervenendo
tempestivamente, se siete in compagnia,
chiedete l'altra persona di chiamare il
pronto intervento al numero 118.
APPLICATE QUESTE MANOVRE SOLO SE il BAMBINO
NON FOSSE in GRADO di TOSSIRE, RESPIRARE o
EMETTERE SUONI, ALTRIMENTI ATTENDERE CHE
PROVINO da SOLI a LIBERARE L'OSTRUZIONE
ESISTENTE.
Le modalità
d'intervento sono diverse a seconda dell'età
del bambino che si trova in pericolo.
video sul Soffocamento da corpo
estraneo:
video per Manovra per il bambino fino
ad 1 anno di Vita:
Nei bambini più grandi:
il soccorritore si
metterà a sedere e porrà
il bambino a cavalcioni
delle proprie gambe a
pancia in giù e con la
testa e le braccia
penzoloni. Con la mano
darà dei colpi tra le
scapole nella parte alta
delle spalle.
Per gli Adulti
occorre effettuare la:
Manovra di Heimlich
video che la illustra:
vedi
anche:
DISINTOSSICAZIONE
+
Dottrina termica e Terapia del Freddo
+
Come nasce la
Malattia
IMPORTANTE
per Disinfiammare: Utilizzare
menta
piperita (pianta) concentrata, tipo
gli sciroppi di menta; essa e'
indispensabile per disinfiammare
TUTTE le vie
respiratorie e non solo
- posologia: un fondo di bicchiere d'acqua
di sciroppo, aggiungere acqua, quello che si
vuole e bere 3 volte al di lontano dai pasti
e/o nelle crisi.
Danni
dei Vaccini
ai Polmoni
Bibliografia
-
Chudwin DS, "Coinvolgimento dei polmoni in
vaccinia progressiva", West J Med, maggio
1981, 134(5):446-448
vedi:
Bibliografia
Danni dei vaccini +
Bibliografia danni
2 +
1.000 studi sui Danni dei Vaccini
Ricordarsi
che le alterazioni degli enzimi,
della flora,
del pH
digestivo e della mucosa
intestinale influenzano la salute, non
soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in
qualsiasi parte dell'organismo.
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PILLOLA
TELECAMERA nell'ESOFAGO per DIAGNOSI SOFT ai
POLMONI
- Milano, 07 Gen. 2009
- Gli pneumologi hanno una nuova arma per indagare lo stato di salute dei
polmoni. E' la pillola telecamera, vecchia
conoscenza dei gastroenterologi, che
attraverso l'esofago permette anche ai
camici banchi di esplorare il mediastino (lo
spazio della cavita' toracica fra i due
polmoni). Pionieri di una tecnica ancora
inedita in Italia sono i medici dell'Unita'
operativa di Pneumologia interventistica di
Forli'. Il centro di riferimento per le
malattie polmonari diretto da Venerino
Poletti ha aggiunto al suo patrimonio
tecnologico, che gia' annovera un ecografo
endobronchiale lineare donato dalla
Fondazione Cassa dei Risparmi di Forli', un
endoscopio hi-tech che permette di
effettuare diagnosi 'soft' risparmiando al
paziente interventi chirurgici a scopo
diagnostico come la mediastinoscopia.
Tratto da: Adnkronos/Adnkronos Salute
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Nuovo test rivela tumore ai
polmoni – AGI salute - Ottobre 2010
Il
tumore ai polmoni può essere individuato
precocemente con un test fatto con un
prelievo del
tessuto della guancia.
Lo affermano i ricercatori della
Northwestern University, che hanno
ideato un metodo che sfrutta la diversa
reazione delle cellule
alla luce.
Lo studio, pubblicato dalla rivista Cancer
Research, ha dimostrato che chi soffre della
patologia ha una irregolare distribuzione
della cromatina, una sostanza che serve alla
fabbricazione dei cromosomi, nelle cellule
interne delle guance, che può essere
rivelata osservando come un raggio di luce
viene riflesso dal campione.
Lo stesso metodo può essere usato su
campioni di pancreas
o di colon per
rivelare la presenza di
tumori.
"Questa scoperta è importante - hanno
spiegato gli autori - perchè prova che è
possibile realizzare un test capace di
rivelare il tumore precocemente e che può
essere utilizzato per gli
screening".
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Tumori al polmone, prima conferma del
legame diretto con l'inquinamento
- 15/07/2013
Su
Lancet l'esito della maxiricerca
condotta su 300mila persone di 9 paesi
europei, seguite per tredici anni di fila:
la presenza delle
polveri sottili tossiche nell'aria delle
città fa aumentare drammaticamente il
rischio di cancro polmonare, soprattutto per
quanto riguarda l'adenocarcinoma. Per
l'Italia sono stati monitorati cittadini di
Torino, Varese e Roma e la situazione è
risultata tra le peggiori d'Europa. - vedi:
Intossicazione
Roma (I) - Arriva la prima conferma della
stretta relazione fra inquinamento
atmosferico e tumori del polmone.
Il risultato si deve a una ricerca europea
pubblicata sulla rivista Lancet Oncology
alla quale partecipa anche l'Italia con un
gruppo di ricerca dell'Istituto nazionale
dei tumori di Milano, guidato da Vittorio
Krogh.
Il tumore del polmone rappresenta la prima
causa di morte nei Paesi industrializzati.
Solo in Italia nel 2010 si sono registrati
31.051 nuovi casi. La ricerca mostra che più
alta è la concentrazione di inquinanti
nell'aria maggiore è il rischio di
sviluppare un tumore al polmone. Inoltre
dalla misurazione delle polveri sottili,
l'Italia è risultata essere tra i paesi
europei più inquinati.
Svolto su oltre 300.000 persone residenti in
9 paesi europei, lo studio è il primo lavoro
sulla relazione tra inquinamento atmosferico
e tumori al polmone che interessa un numero
così elevato di persone, sottolinea
l'Istituto nazionale dei tumori, con un'area
geografica di tale estensione e un rigoroso
metodo per la misurazione dell'inquinamento.
E' stato misurato in particolare
l'inquinamento dovuto alle polveri sottili
tossiche presenti nell'aria (particolato
Pm 10 e
Pm 2,5) dovute in gran parte alle
emissioni di motori a scoppio, impianti di
riscaldamento, attività industriali.
Lo studio ha permesso di concludere che, per
ogni incremento di 10 microgrammi di Pm 10
per metro cubo presenti nell'aria, il
rischio di tumore al polmone aumenta di
circa il 22%. Tale percentuale sale al 51%
per una particolare tipologia di tumore,
l'adenocarcinoma, l'unico tumore che si
sviluppa in un significativo numero di non
fumatori. Inoltre si è visto che se
nell'arco del periodo di osservazione un
individuo non si è mai spostato dal luogo di
residenza iniziale, dove si è registrato
l'elevato tasso di inquinamento, il rischio
di tumore al polmone raddoppia e triplica
quello di adenocarcinoma.
Le attuali normative della Comunità europea
in vigore dal 2010 stabiliscono che il
particolato presente nell'aria deve
mantenersi al di sotto dei 40 microgrammi
per metro cubo per i Pm 10 e al di sotto dei
20 microgrammi per i Pm 2,5.
Questo studio, tuttavia, sottolinea
l'Istituto nazionale dei tumori, dimostra
che anche rimanendo al di sotto di questi
limiti, non si esclude del tutto il rischio
di tumore al polmone, essendo l'effetto
presente anche al di sotto di tali valori.
Il lavoro ha riguardato persone di età
compresa tra i 43 e i 73 anni, uomini e
donne provenienti da: Svezia, Norvegia,
Danimarca, Olanda, Regno Unito, Austria,
Spagna, Grecia e Italia. In Italia le città
interessate dal monitoraggio sono state
Torino, Roma, Varese. Le persone sono state
reclutate negli anni Novanta e sono state
osservate per un periodo di circa 13 anni
successivi al reclutamento, registrando per
ciascuno gli spostamenti dal luogo di
residenza iniziale. Del campione monitorato
hanno sviluppato un cancro al polmone 2.095
individui. (Ansa)
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Una
nuova tecnica
mininvasiva, per operare i tumori del
polmone
Con la
VATS o Chirurgia Toracica Video-Assistita
ci sono meno complicazioni, specie nei
pazienti più anziani. Esperti riuniti a
convegno all’Humanitas di Milano – Apr.
2012.
Riduzione del trauma, del sanguinamento, del
dolore, tempi di ospedalizzazione più
rapidi, così come quelli di recupero per il
paziente. Sono questi, in estrema sintesi, i
principali vantaggi della chirurgia
mininvasiva che da diversi anni sta ormai
sempre più sostituendo quella tradizionale,
"a cielo aperto", in moltissime operazioni.
Se questi vantaggi sono però universalmente
riconosciuti nella chirurgia addominale,
ginecologica, cardiochirurgica,
otorinolaringoiatrica, per esempio, non sono
altrettanto noti per quella toracica
polmonare, nonostante diversi studi
riportati dalla letteratura internazionale
evidenzino chiari benefici, soprattutto per
alcune categorie di pazienti come gli
anziani, con funzionalità respiratoria
compromessa.
La VATS, ovvero la Chirurgia Toracica
Video-Assistita, per il trattamento del
carcinoma polmonare (malattia per la quale
in Italia muoiono oltre 27mila persone ogni
anno), per esempio, viene praticata in
Italia in un numero molto limitato di
Centri, gli unici ad avere chirurghi
specificatamente formati.
I
VANTAGGI della VATS
La lobectomia per il trattamento del
carcinoma polmonare con tecnica VATS,
rispetto alla toracotomia tradizionale,
prevede l’utilizzo di strumenti
toracoscopici dedicati, inseriti attraverso
2-4 incisioni di accesso di piccole
dimensioni. «I principali vantaggi della
chirurgia toracica video-assistita per le
patologie oncologiche polmonari rispetto
alla tecnica tradizionale evidenziati dalla
letteratura scientifica riguardano
principalmente, grazie al minore trauma, un
minore tasso di complicazioni, soprattutto
nei pazienti anziani con significative
comorbidità (ovvero altre patologie che ne
complicano la situazione di salute generale,
ndr) e un miglioramento della sopravvivenza
a cinque anni, che è del 79 per cento nel
gruppo trattato con VATS rispetto al 75 per
cento di quello operato con toracotomia»
spiega Marco Alloisio, esperto della
metodica e responsabile della Chirurgia
toracica al Cancer Center dell’Istituto
Humanitas di Milano, dove nei giorni scorsi
si sono riuniti a congresso i maggiori
esperti di questa metodica.
Un altro fronte di ricerca riguarda poi la
possibilità, già suggerita dal trial, che i
pazienti sottoposti a una lobectomia in VATS,
possano avere una migliore tolleranza verso
la chemioterapia dopo l’intervento
chirurgico. "Fino a questo momento –
continua Alloisio – le indicazioni per la
VATS sono limitate ai primi stadi della
malattia oncologica polmonare, anche se
riteniamo che in un prossimo futuro possano
essere estese. Per questo motivo, ancora una
volta, assume una notevole importanza la
diagnosi precoce per poter intervenire sul
tumore quando è ancora di piccole
dimensioni".
By Vera Martinella - (Fondazione Veronesi) -
Tratto da: corriere.it
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Scoperti recettori per l'amaro nei polmoni
La scoperta apre le porte a nuovi possibili
trattamenti per l'asma, l'enfisema e le
bronchiti croniche
L'amaro? A quanto pare è il gusto prediletto
dai polmoni. Un gruppo di ricercatori della
University of Maryland School of Medicine a
Baltimora ha infatti scoperto che anche
i polmoni sono dotati di recettori per
l'amaro, la cui stimolazione determina il
rilassamento della muscolatura delle vie
aeree.
L'inaspettata scoperta è illustrata in
un articolo pubblicato on line su Nature
Medicine.
I recettori del gusto presenti nei polmoni
sono gli stessi di quelli della lingua, dove
però sono disposti in gruppi e mandano
segnali al cervello. Quelli dei polmoni non
sono invece raggruppati e non inviano
segnali al cervello, pur reagendo alle
sostanze amare.
La maggior parte delle sostanze tossiche di
origine vegetale è amara, sicché il primo
pensiero dei ricercatori è stato che i
recettori potessero svolgere una funzione
del tutto simile a quella dei recettori
della lingua, ossia di allarme per la
presenza di un potenziale veleno.
"Inizialmente pensavo che i recettori
polmonari per l'amaro determinassero una
risposta 'combatti o fuggi' agli inalanti
amari, provocando broncocostrizione e tosse
in modo da stimolare l'abbandono di un
ambiente tossico, ma abbiamo scoperto che le
cose non stanno così", ha spiegato Stephen
B. Liggett, che ha diretto lo studio.
"E' anzi risultato che i composti amari
operano in modo opposto a quanto pensato.
Tutti aprono le vie aeree più profondamente
di qualsiasi altro farmaco per il
trattamento dell'asma
o della
broncopneumopatia cronica ostruttiva."
La scoperta, osserva Liggett, apre le porte
a nuovi possibili trattamenti per l'asma,
l'enfisema e le bronchiti croniche, ma
avverte che alimentarsi con cibi o sostanze
amare non sarebbe di alcuna utilità, dato
che l'effetto dei composti amari si esplica
solo attraverso l'inalazione.
Un altro aspetto paradossale scoperto è
l'inaspettato ruolo del calcio quando
vengono attivati i recettori polmonari per
l'amaro.
Si è sempre presunto, osservano i
ricercatori, che l'aumento del calcio nella
muscolatura liscia ne provochi la
contrazione, ma abbiamo scoperto che i
composti amari aumentano il calcio ma
provocano il rilassamento della muscolatura
delle vie aeree, in un modo unico. A quanto
pare questi recettori per l'amaro sono
collegati a un particolare gruppo di canali
del calcio che agisce in senso opposto.
Ora i ricercatori sono curiosi di scoprire
perché siano presenti questi recettori nei
polmoni. (gg)
Tratto da. lescienze.espresso.repubblica.it
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Enfisema: diagnosticarlo in anticipo grazie
ad un marcatore
- 15 Mar. 2011
Grazie ad un recente studio, l’enfisema
polmonare potrà essere diagnosticato grazie
ad un marcatore. Infatti, la presenza di un
gruppo di microparticelle endoteliali nel
sangue sarebbe sufficiente per poter
diagnosticare in tempo questa patologia così
grave.
La presenza nella circolazione
sanguigna di queste cellule è un segnale
molto importante che hanno scoperto degli
studiosi statunitensi. Lo studio è stato
eseguito, appunto, dagli studiosi del
Weill Cornell Medical College di New York,
e pubblicato sulla rivista specializzata
American Journal of Respiratory and Critical
Care.
I ricercatori hanno condotto lo studio
basandosi, innanzitutto, su test clinici per
valutare la capacità respiratoria.
Gli esami
eseguiti sono stati la
spirometria e la
DLCO (ossia la capacità della membrana
alveolo-capillare di diffondere il monossido
di carbonio).
Dallo studio, condotto su fumatori
e non, gli studiosi hanno visto come i
livelli delle microparticelle endoteliali
siano collegati alla DLCO. Infatti nei casi
di enfisema polmonare sono presenti bassi
livelli di quest’ultimo e alte quantità di
cellule endoteliali.
Questi parametri sono stati riscontrati, in
particolar modo, nei
fumatori, con o senza esami
clinici positivi (cioè con spirometria e
DLCO normali). Questi parametri sono stati
confrontati con quelli dei non fumatori.
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