L'omeopatia
? Solo un placebo -
28/08/2005
Ricerca
svizzera pubblicata su Lancet, scontro sulla
medicina alternativa
L'editoriale di
Lancet, una delle più autorevoli
riviste mediche al mondo, ha un titolo che sembra
definitivo: "La fine dell'omeopatia".
Il
principe Carlo farà un salto sulla sedia, visto
che ha appena commissionato uno studio per
convincere il governo a investire di più nella
medicina alternativa. E con lui decine di milioni
fra medici e pazienti filo-omeopatici nel mondo
avranno una brutta sorpresa.
Lancet pubblica una ricerca dell'università di
Berna, secondo la quale una sperimentazione
incrociata dimostra che i farmaci omeopatici hanno
un'efficacia solo illusoria, pari a quella del
placebo, e cioè dell'acqua fresca.
Difficile
immaginare che i seguaci della medicina fondata
alla fine del '700 dal dottor
Samuel Hahnemann, a
questo punto, facciano ammenda e buttino nella
spazzatura tinture e preparati ultra-diluiti. Ma
certo quello inferto dal dottor Matthias Egger e
dai suoi colleghi è un duro colpo.
I ricercatori svizzeri hanno comparato i risultati
di 110 trattamenti omeopatici con altrettante
somministrazioni di farmaci convenzionali, in un
ampio spettro di situazioni, dalle affezioni
respiratorie alla chirurgia. Hanno scoperto che
l'omeopatia non ha effetti più rilevanti del
placebo.
Più in dettaglio, a Berna dicono che, mentre
nella sperimentazione su bassa scala (e quindi
qualitativamente inferiore) s'è accertata una
certa prevalenza degli effetti dell'omeopatia sul
placebo, su una scala più ampia c'è stato il
pareggio. Nessuna differenza fra prodotti
omeopatici e acqua fresca. I farmaci
convenzionali, invece, hanno vinto entrambe le
partite.
Insomma, secondo Egger e colleghi l'omeopatia
funziona solo se ci credi.
L'editoriale di "Lancet",
che si apriva con quel titolo sulla morte
dell'omeopatia, conclude in maniera più
salomonica: "Bisogna che i dottori siano
chiari e onesti con i loro pazienti sull'assenza
di benefici dell'omeopatia, e con se stessi sulla
debolezza della medicina moderna nel prendere atto
del bisogno di attenzione personalizzata da parte
di loro pazienti". Un giudizio che coglie le
debolezze scientifiche dell'omeopatia, ma anche la
ragione del suo successo.
In Gran Bretagna, per esempio, ci sono più di 47
mila praticanti dell'omeopatia, più dei medici
generici. Il 42 per cento dei medici generici
indirizza pazienti alle cure di un omeopata. In
Scozia l'86 per cento è in favore dell'omeopatia.
Tutto il settore della medicina alternativa è in
grande espansione: i britannici spendono
attualmente 130 milioni di sterline all'anno per
queste cure (dall'agopuntura, alle erbe, alla
riflessologia), ma si stima che questa spesa salirà
fino a 200 milioni nei prossimi quattro
anni.
Lo studio commissionato dal principe Carlo, che
gli ha attirato critiche violentissime dagli
ambienti scientifici, mira a dimostrare che la
medicina alternativa potrebbe far risparmiare 3,5
miliardi di sterline al servizio sanitario
pubblico.
La ricerca pubblicata da "Lancet",
verosimilmente, non chiuderà affatto l'eterna
discussione sui benefici dell'omeopatia. Va avanti
da circa 200 anni, da quando il tedesco dottor Hahnemann cominciò a sperimentare il principio
"similia similibus curantur", e cioè la
cura delle malattie utilizzando in altissima
diluzione le sostanze che ne erano all'origine.
Erano, bisogna ammettere, gli anni dei salassi,
delle purghe e delle sanguisughe.
Anche le sostanze che Hahnemann provò a diluire
erano a volte particolari: c'erano estratti di
"mustela phoetida" (ghiandola anale di
puzzola), "periplaneta americana"
(scarafaggio), e "pediculus capitis"
(pidocchio).
La diluizione elevatissima dei preparati
omeopatici fa sì che, spesso, non resti nel
preparato nemmeno una molecola del principio
originario. Ma gli omeopati credono che esista una
"memoria dell'acqua", in grado di
trattenere la capacità di produrre benefici.
E
sono decenni che intorno all'omeopatia si
accendono dispute scientifiche. E, per stare
all'Italia, si ricorda il processo intentato
contro Piero Angela da due associazioni di
omeopati, per una puntata di Superquark. Angela
ebbe la solidarietà di scienziati come Dulbecco,
Levi Montalcini, Sirchia. I giudici lo assolsero.
vedi:
Omeopatia
1
+
Omeopatia
ed Universtita' +
Omeopatia e "Cicap"
Come la mettiamo
con questo studio che conferma e dimostra le
controindicazioni dei prodotti anche omeopatici
?- 2019
E' Appena disponibile il primo studio frutto di
una complessa analisi retrospettiva delle
segnalazioni delle sospette reazioni avverse (RA)
a prodotti della medicina complementare ed
alternativa (CAM), come erbe, integratori,
prodotti omeopatici, ecc., utilizzati nella
popolazione pediatrica (0-18 anni) e ricevute
dal Sistema Italiano di Fitovigilanza che ha
sede presso l'ISS. Il lavoro è stato svolto in
collaborazione tra il CERFIT di Careggi,
l'Università di Firenze e lo stesso Istituto
Superiore di Sanità. Ogni singola segnalazione è
stata esaminata e sono stati raccolti i dati
relativi alle caratteristiche demografiche dei
pazienti, alla/e CAM sospetta/e, ai farmaci
tradizionali e patologie concomitanti, con lo
scopo di valutarne il ruolo come potenziali
fattori predittivi della serietà di RA.
In totale, sono state analizzate 206
segnalazioni in pazienti pediatrici, di cui 69
gravi. I pazienti sono stati trattati
prevalentemente con una sola CAM (n=193) ed il
39% delle segnalazioni è relativo a prodotti
contenenti da 2 a 5 diversi componenti. La
maggior parte delle RA riportate è correlata
all'uso di integratori alimentari (57.18%) e le
patologie principalmente coinvolte sono quelle a
carico della pelle e del tessuto sottocutaneo
(40.29%).
L'insorgenza di RA gravi è risultata maggiore
nei bambini esposti a farmaci omeopatici (ROR
3.13 [1.88-5.22]), a CAM in presenza di farmaci
concomitanti (ROR 1,77 [1.01-3.10]), a CAM
contenenti da 2 a 4 componenti (ROR 2.18
[1.13-4.22]), e a più di tre CAM concomitanti (ROR
7.81 [1.97-32.69]).
Questo studio è la
più ampia analisi di Fitovigilanza svolta in
Italia negli ultimi 15 anni, e permette di
fornire nuove informazioni sui fattori che
potrebbero aumentare il rischio di RA gravi
associate all'uso di CAM nei bambini, in
particolare i prodotti contenenti più di due
componenti e somministrati contemporaneamente ai
farmaci convenzionali. Ovviamente, sono
necessari ulteriori studi nella popolazione
pediatrica per studiare l'efficacia e la
sicurezza delle CAM, il loro potenziale effetto
in seguito ad un uso a lungo termine e anche le
possibili interazioni tra CAM e farmaci
concomitanti. Comunque, il presente lavoro
conferma che il Sistema Italiano di
Fitovigilanza rappresenta ad oggi la migliore
strategia per stimare e caratterizzare l'impatto
clinico delle RA relative alle CAM in pazienti
ambulatoriali, con l'obiettivo finale di
migliorarne l'appropriatezza d'uso nella
popolazione, specialmente nei bambini.
N. Lombardi, G.
Crescioli, A.Bettiol, F. Menniti-Ippolito,
V.Maggini, E. Gallo, A. Mugelli, A. Vannacci, F.
Firenzuoli. Safety of complementary and
alternative medicine in children. A 16-years
retrospective analysis of the Italian
Phytovigilance system database Phytomedicine.
doi.org/10.1016/j.phymed.2019.152856.
By Valentina Maggini - CERFIT, AOU Careggi -
Università degli Studi di Firenze
Una inutile crociata contro l'omeopatia fatta
con armi spuntate e poco rigore scientifico.
Ogni tanto gli scettici detrattori
dell'omeopatia si danno appuntamento per eventi
che definiscono "l'appuntamento nelle piazze per
suicidarsi omeopaticamente".
Risulta la ripetizione della campagna che lo
scorso anno era avvenuta in Inghilterra, si
legge su Query, rivista ufficiale del CICAP, il
Comitato Italiano per il Controllo delle
Affermazioni sul Paranormale, per protestare
contro una grossa catena di farmacie, la Boots,
che aveva deciso di iniziare a vendere i rimedi
omeopatici dopo anni di opposizione, al motto di
"Omeopatia, non c'è niente dentro", come
sostiene sempre Beatrice Mautino su Query.
Il modo per fare il punto sull'omeopatia, appare
piuttosto inusuale per persone che sostengono di
essere "un'organizzazione scientifica e
pedagogica che promuove un'indagine scientifica
e critica nei confronti del paranormale", e
sembra non abbia nulla a che fare con
l'informazione scientifica.
Piu` che informazione sembra una crociata contro
l'omeopatia. Al di là del fatto che si continua
a non capire cosa c'entri la medicina con il
paranormale ?
Leggendo cosa scrivono gli "investigatori del
mistero" come si definiscono gli adepti del
Cicap e la rivista Oggiscienza che si schiera al
loro fianco. Gli articoli che si trovano
risultano essere sempre ancorati al solito
ritornello ormai consumato del numero di
Avogadro, del rimedio di acqua fresca, della
mancanza di evidenze scientifiche della memoria
dell'acqua, dell'effetto placebo.
In fatto che ormai ci siano più di 10.000 lavori
scientifici su Med Line che trattano di
omeopatia, metanalisi e molti lavori clinici che
ne dimostrano l'efficacia, il fatto che ci siano
interessanti modelli interpretativi sul
meccanismo d'azione dell'omeopatia, che due
premi Nobel ne abbiano visto una plausibilità
(Montagnier recentemente e Josephson, nobel per
la fisica, nel 1997), pare non abbiano scalfito
minimamente la loro spessa corazza di
scetticismo e pregiudizio scientifico.
Ci saremmo aspettati una critica fatta da
medici, soggetti quindi con una preparazione
specifica, visto che di medicina e di malattie
si parla, invece gli autori di questi articoli
sono lontani dall'esperienza della malattia e
dalla sofferenza del paziente, in realta’ si
trovano soltanto chimici, biologi, psicologi.
Persone più abituate a relazionarsi con
statistiche, provette e topolini che non con le
malattie di esseri umani. I medici che impiegano
l'omeopatia vengono dipinti come "qualcuno che
osserva il cielo e si fa le sue teorie senza
darne prova scientifica",parole della psicologa
Federica Sgorbissa, direttore di Oggiscienza.
Non si fa minimamente cenno alle importanti
metanalisi favorevoli all'omeopatia pubblicate
qualche anno fa su Lancet e British Medical
Journal.
Non si fa cenno ai lavori di ricerca di base sui
modelli biofisici con calorimetro, conduzione
elettrica, non si fa cenno agli effetti con
modelli vegetali e animali che non possono
essere suscettibili di effetto placebo. Insomma
la presentazione risulta un insieme di vera
disinformazione scientifica e demagogico
sfruttamento di espedienti comunicativi.
Se si omettono le prove di efficacia si può
sostenere l'inutilità di qualsiasi cosa.
Molti
anni fa, il noto divulgatore scientifico Piero
Angela, (sconoscendo lo "sport Nazionale
Italiano" quello delle "supercritiche su tutto
di piu' ") fece una famigerata puntata dove
spiegava che,l'Omeopatia era "acqua fresca".
A ridosso di qualche
settimana, nell'edicola del mio amico mi
ritrovai con un periodico tra le mani e la
ripetizione di quanto detto, e da medico
Omeopata, scrissi all'editore di quella rivista
"Sorrisi e Canzoni", ma lo feci perche' sapevo
chi era il loro "capo: Silvio Berlusconi.
Fui sorpreso, quando
rispose celermente, dopo essersi accertato del
fatto che ero medico e perfino Omeopata,
spiegando che,non avrebbe potuto apporre
articoli qualora offensivi, dai toni aspri, o,
denigratori.
Io risposi velocemente, chirurgico: scrissi di
chiedere non tanto ad Angela che, di medicine
alternative non poteva capirne nulla, ma a chi,
dietro lui manovrava i fili di una trama, di
spiegare scientificamente, se si fosse potuto
parlare di "effetto placebo", con i bimbi in
tenera eta',e, ancora di piu' con animali,come
cani, gatti, cavalli, che nella mia esperienza
avevo curato e guarito, a meno che, il bimbo
piccolissimo abbia la condizione che sta
assumendo il miracolo, cosi' come il cane, il
gatto, il cavallo.
Ecco, continuavo che, se mi fosse stata data la
possibilita' di aprire un dibattito, invitando i
miei docenti, riconosciuti a livello
Internazionale, in modo da creare un virtuoso
meccanismo di informazione,obbiettivo ultimo del
giornalista.
Ero fiducioso che il momento era propizio,
accadde pero' che non ebbi mai alcuna risposta.
Ci scrivevamo via email, nel dubbio ripetetti a
distanza di giorni, tre invii diversi, mai
risposta, quindi asini e perfino maleducati.
Purtroppo "l'acqua
fresca" e' pericolosa, sopratutto per chi,
detiene il monopolio della farmacopea, con le
malattie create ad hoc. E questo e' una vecchia
storia che, forse i cittadini stanno iniziando a
capire.
Certo non ci saremmo potuti attendere che un
periodico di uno degli imbroglioni Italiani
famosi al Mondo potesse offrire i diversi punti
di vista in difesa dell'anello piu' debole: il
cittadino.
Sono tante le cose che il cittadino, in special
modo quello Italiano non sa sulle Medicine
cosiddette Alternative, ma che non sono affatto
alternative, semmai complementari, visto che
l'essere umano e' uno, indivisibile ed
unico.
Ad esempio quando si pensa all'Agopuntura, si
crede sia una faccenda millenaria tramandata da
millenni, e' vero solo in parte. L'agopuntura se
oggi e' quella che e', fu grazie al compagno
Cinese Mao Tze-Tung, con la sua bestiale
rivoluzione rossa: diceva che, il farmaco era
prodigioso ma aveva un costo talmente
improponibile che, non garantiva il pari accesso
alle classi subalterne.
Invece, l'agopuntura, era a costo zero, e, aveva
il prodigio di curare la stragrande maggioranza
della sofferenza umana, quindi, andava
approfondita, studiata e resa disponibile e
fruibile per tutti.
Mao non
avrebbe potuto immaginare,che, negli ultimi
venti anni, il Mondo avesse avuto un Turn Over,
cioe' una strabiliante e formirabile
rimodellazione di ambiti e considerazioni
acquisite, che, per un meccanismo di mercato,
oggi al contrario sono solo le classi cittadine
piu' abbienti e ricche, a potersi permettere le
"medicine alternative", dall'agopuntore e
dall'omeopata, la cosiddetta classe borghese
media (sempre piu' risicata in via di estinsione)
non puo' recarsi ne curarsi.
Dovremo abituarci ad articoli come questo qui
sotto, non avranno pace fintanto il loro
piu' dannoso "nemico" non verra' sconfitto,
sopratutto nella nostra memoria e nella mente.
Prima di lasciarvi all'articolo, per
onesta' di informazione, qui segnalo che, il
Vaticano pur legato attraverso movimento di
capitali sporchi, banche e capitali finanziari
reinvestiti in risorse produttive, e' uno dei
difensori delle Medicine Alternative
/Complementari, al Bambin Gesu di Roma,
l'opzione alternativa non e' mai sottratta
quando serve.
By dott.
G. Parisi (medico
- Pediatrics 2016. doi:
10.1542/peds.2015-4664
http://pediatrics.aappublications.org/content/early/2016/09/30/peds.2015-4664
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Il
PREMIO NOBEL per la MEDICINA
Luc Montagnier, CONFERMA i PRINCIPI
dell'OMEOPATIA !
La notizia è di quelle esplosive: il premio
Nobel Luc Montagnier (quello del virus dell'Aids)
ha condotto una ricerca che confermerebbe i
principi dell'omeopatia, in Italia ancora
denigrata dalla
medicina
allopatica.
Da ricerche condotte dal premio Nobel Luc
Montagnier è emersa la possibilità di
"trasferire per via quantistica" il segnale del
DNA e di rigenerarlo
grazie all'imprinting quantistico (quantum
imprinting) su acqua informata.
Se questi risultati saranno confermati da
ulteriori studi, la comunità scientifica
internazionale "dovrà rivedere l'intera
conoscenza della moderna chimica", ha detto il
chimico teorico Jeff Reimers, dell'Università
di Sydney, in Australia, in un articolo
pubblicato da 'NewScientist'.
E la comunità
medica allopatica,
schiava e serva di
Big Pharma..sarebbe
costretta a rivedere le proprie "resistenze"
sull'efficacia dell'omeopatia. Il
DNA può inviare un
segnale elettromagnetico di sè stesso a distanza
verso un fluido ricevente, che vale come
imprinting.
Gli enzimi scambierebbero l'imprinting
nell'acqua così informata per il vero
DNA, permettendo il processo della
generazione di un DNA reale. Secondo Giuseppe
Vitiello, fisico teorico dell'Università di
Salerno, il risultato è attendibile ed è da
escludersi la possibilità di contaminazione
negli esperimenti di Montagnier.
Vitiello è autore insieme a Emilio Del Giudice (IIB,
Neuss) e ad Alberto Tedeschi (WHITE HB, Milano)
dello studio dei meccanismi fisici che avvengono
nell'esperimento alla luce della emergenza di
fenomeni di coerenza nell'acqua
informata. Montagnier, tuttavia, sottolinea
che i particolari di questo lavoro sperimentale
non saranno resi pubblici fino alla
pubblicazione dello studio.
Fonte: Agi 20/01/2011
IOP Publishing “DNA waves and
water” - L. Montagnier, J. Aissa, E. Del Giudice,
C. Lavallee, A. Tedeschi and G. Vitello -
Journal of Physics: Conference Series 306
(2011) 012007 doi:
10.1088/1742-6596/306/1/012007
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Perfino in
Ghana è stata
riconosciuta l'efficacia dell'omeopatia,
tanto che il governo ha persino istituito un
Consiglio per la pratica della medicina
tradizionale presso il ministero della Salute.
E l'Italia è al palo.
Acquista sempre maggiore rilievo, in Ghana, la
pratica della medicina tradizionale e delle cure
alternative che negli ultimi anni sono riuscite
a recuperare parte del terreno perduto a
vantaggio della medicina convenzionale,
introdotta dagli europei.
Ne è un esempio l'inaugurazione nella città
costiera di Tema, vicino alla capitale, Accra,
di una Clinica omeopatica che pratica anche cure
erboristiche, strettamente legate alla
tradizione locale. Nella struttura si curano
pazienti e si organizzano corsi di
specializzazione omeopatico-erboristica. Hlortsi
Akokpo, responsabile del Consiglio per la
pratica della medicina tradizione, istituito al
ministero della Salute, ha assicurato in
un'intervista che il governo intende varare
misure che "siano in grado di regolare con
efficacia la pratica delle medicine alternative,
con l'obiettivo di fornire alla popolazione
l'opportunità di scegliere il metodo di cura più
efficace per ogni malattia, con minori costi e
maggiore efficacia".
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Alla faccia dei
vari Garattini, Piero Angela, Tullio Regge ed
altri loro compari...- 19/03/2010
L’OMS decreta
l'ingresso dell'Omeopatia nel gruppo delle
medicine tradizionali.
Con la pubblicazione del documento “Safety
issues in the preparation of homeopathic
medicines” l’Organizzazione Mondiale della
Sanità riconosce pari
dignità all’omeopatia rispetto agli
altri paradigmi medici.
E’ di questi giorni la
notizia dell’uscita dell’importante memorandum
dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità)
sull’omeopatia, che dovrebbe ottenere tra
l’altro l’effetto di porre fine al crescente
clima di ostilità nei confronti dell’omeopatia e
alle violente campagne stampa che, basandosi su
alcuni rari casi di uso improprio della stessa
per la cura delle malattie gravi, se ne sono
servite come pretesto per chiederne una aperta
condanna, peraltro in controtendenza rispetto al
crescente consumo di prodotti farmaceutici
omeopatici da parte dei pazienti.
Il documento OMS è incentrato sul tema della
sicurezza, quale primo dei requisiti che una
medicina deve possedere, ed imprime un forte
stimolo all’armonizzazione delle regole di
produzione per tutto il mercato internazionale,
nel rispetto delle autonomie dei singoli governi
nazionali. Si compone di tre parti in cui
vengono affrontate le problematiche relative
alle sfide poste dalla specificità dei prodotti
omeopatici alle usuali metodologie per il
controllo di qualità dei farmaci.
E’ raccomandata l’adesione alle Linee Guida per
la Good Manufacturing Practice (GMP), così come
l’attenzione all’identificazione, alla natura e
alla qualità dei materiali di origine e degli
eccipienti. Inoltre, una particolare
raccomandazione è rivolta alle autorità
regolatorie perché mettano in atto tutte quelle
normative che servono a garantire un prodotto
finale, sicuro, efficace e di alta qualità.
Etichettatura e packaging sono visti come uno
strumento fondamentale per consentire al
consumatore l’utilizzo dei prodotti in maniera
sicura. In questo senso vengono riportati gli
esempi di Stati Uniti, Canada, e Australia che
hanno elaborato normative che consentono al
consumatore di avere un foglietto illustrativo
che lo aiuti nell’utilizzo del prodotto
omeopatico.
Il VicePresidente A.I.O.T., Prof. Leonello
Milani, medico e VicePresidente dell'Accademia
Internazionale di Medicina Fisiologica di
Regolazione, ha commentato così la notizia:
“Questa pubblicazione era molto attesa e ritengo
che la serietà e il prestigio dell’OMS siano
tali da indurre il governo italiano ad
omologarsi alle sue indicazioni”.
Positivo è stato anche il commento di Alessandro
Pizzoccaro, Presidente di GUNA Spa, azienda
leader in Italia nella produzione e
distribuzione di farmaci omeopatici: “Il
documento dell’OMS è perfettamente in linea con
le richieste che abbiamo avanzato da tempo, e
cioè di consentire alla popolazione di
rivolgersi alla medicina omeopatica in totale
sicurezza e pienamente informata.
Da ormai 3 anni attendiamo invano che l'Italia
applichi la nuova Direttiva Europea sui Farmaci,
che stabilisce le regole anche per il settore
omeopatico.
La legislazione italiana,
unica in
Europa, non consente l’etichettatura dei
medicinali omeopatici, tantomeno permette di
aprire nuove linee di prodotto.
Una posizione assurda
che mette l’Italia a rischio di una procedura
d'infrazione UE”.
Il documento “Safety issues in the preparation
of omeopathic medicines” è consultabile
all’indirizzo:
http://apps.who.int/medicinedocs/documents/s16769e/s16769e.pdf
Tratto da: informasalus.it
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Idee in movimento su
omeopatia e nuovo fondamentalismo
Il motto dell'Abazia
di Montecassino "Succisa virescit", stroncata
torna a fiorire, è un pensiero che metteremmo
volentieri in apertura dell'articolo di Lionel
Milgrom, sulle critiche che vengono rivolte
all'omeopatia, comparso sull'ultimo numero di
JACM.
Milgrom parte dalla considerazione che
l'omeopatia, con una storia di più di 200 anni
e, oggi, con un seguito nel mondo di milioni di
pazienti, è continuamente attaccata come metodo
"non scientifico". Di più: molti zelanti
interpreti dei principi EBM promuovono
attivamente pressioni politiche affinché la
pratica dell'omeopatia venga interdetta.
Questa posizione non
è prospettata soltanto da autorevoli fonti
scientifiche. Sfortunatamente, anche la
letteratura più ordinariamente quotidiana
(recentemente Nick Cohen sul The Observer) non
esita a definire la pratica dell'omeopatia come
un esercizio medico potenzialmente letale. Nel
fare questo passo audace, i critici devono
tuttavia sorvolare sulle conclusioni della
Commissione Parlamentare Britannica che ha
accertato che nel 2006 almeno 2 milioni e
680.000 persone sono state danneggiate dai
trattamenti medici convenzionali. Evidentemente
l'omeopatia è non solo deliberatamente mal
interpretata, ma viene associata al creazionismo
e ad una visione religiosa del mondo.
Milgrom definisce nuovi fondamentalisti i
maggiori avversari dell'omeopatia in Inghilterra
(Ernst, Colquhoun, Baum, Tallis).
Essi,
sottolinea Milgrom, tendono a descriversi come
gli ultimi bastioni della ragione contro
l'abisso del pensiero irrazionale: la loro
rocciosa convinzione li porta a ignorare oppure
a condannare tutto ciò che contraddice il loro
convincimento.
La loro "raison d'etre" è di assicurare la
totale esclusione dal NHS di quella che
considerano una ciarlataneria: dietro di essi,
come una eminenza grigia, sembra scorgersi la
potente e globalizzata industria farmaceutica. A
noi pare che la facile china dello sberleffo,
l'assunzione fondamentalistica di qualche
aspetto problematico al fine di far esplodere
uno sghignazzo o una accusa di cretineria non
sia nuova nella storia della scienza. La
differenza rispetto al passato sta nel diffuso
accesso alla comunicazione di massa, che
amplifica le opinioni e le fa esplodere,
generando una foresta digitale di mediocrità.
Milgrom mette in luce un altro fattore decisivo
per la campagna anti-omeopatia dei
fondamentalisti della scienza, che si affianca
all'ignoranza sistematica e alla non
comprensione delle ultime ricerche scientifiche:
l'insinuazione. Ernst - ad esempio - ha
riportato recentemente che trial sull'omeopatia
effettuati da scienziati nazisti erano
devastatamente negativi. Sono critiche - notiamo
- che danno un po' le vertigini: si vede bene
come la rinuncia all'impalcatura teorica seria
produce, in questi detrattori a senso unico,
soltanto futili e non etiche considerazioni
critiche.
Il dilemma di come combattere il nuovo
fondamentalismo parte - secondo Milgrom - non
solo dalla ricerca di modelli esplicativi per il
metodo omeopatico. Ancora più importante è,
secondo l'autore, il raggiungimento di una unità
dei medici che si occupano di omeopatia. A
Milgrom il superamento delle divisioni tra le
varie pratiche nelle quali l'omeopatia si è
strutturata appare decisiva.
La disunione è un potente messaggio di non
professionalità che rende i nuovi
fondamentalisti più potenti. In chiusura
l'articolo elenca i quattro punti che sembrano
decisivi per l'integrazione dell'omeopatia nel
programma primario di cure sanitarie:
a) evidenza di un rapporto favorevole
costi-effectiveness;
b) produzione di un maggior
numero di esempi di terapia omeopatica attiva in
"real-life".
c) definita regolazione giuridica ed
istituzionale.
d) una buona capacità di governo clinico.
Insomma: "Succisa virescit".
By
Massimo Saruggia
Tratto da: JCAM, 2008, 14, (5), 589 - Per
leggere l'abstract: cliccare
qui
Dati su terapia omeopatica di asma ed eczema - L'omeopatia cura il 70% dei malati cronici di asma ed
eczema.
Un nuovo studio, condotto dall'ospedale pubblico
di Bristol, UK (Bristol Homeopatic Hospital) ha
rivelato che l'Omeopatia ha aiutato il 70% di
pazienti afflitti da malattie croniche quali
asma ed eczema.
Lo studio, durato 6 anni, è stato condotto su
6.500 pazienti. Nello studio, l'89% di pazienti
al di sotto dei 16 anni affetti da asma ha
riscontrato un netto miglioramento dovuto alle
cure omeopatiche, mentre nella stessa età di
riferimento il 68% di pazienti con eczema ha
trovato giovamento dai trattamenti omeopatici.
Solo alcuni mesi fa un altro studio, condotto da
ricercatori svizzeri, aveva invece concluso che
i trattamenti omeopatici non erano risultati
migliori di un trattamento placebo.
Fonte: News Todav Bristol / 23 novembre 2005CUBA PREVIENE EPIDEMIA di LEPTOSPIROSI,
RICORRENDO all'OMEOPATIA - Set. 2010
In convegno sull'omeopatia tenutosi di recente
all'Avana, Cuba, è stato portato all’attenzione
internazionale il fatto che nel 2007 e nel 2008
i ricercatori medici cubani usando l'omeopatia
hanno prevenuto con successo l'annuale epidemia
di leptospirosi presso una popolazione di cinque
milioni di abitanti in due regioni di Cuba.
Impiegando l'omeoprofilassi, l'equivalente
omeopatico di un vaccino, un nosode di
leptospirosi è stato preparato e somministrato
assieme a due essenze di fiori di Bach, allo
scopo di affrontare i tipici effetti mentali ed
emotivi della malattia.
Per oltre un mese sono state somministrate due
dosi a una popolazione di cinque milioni di
individui, portando l'incidenza dell'infezione a
poco meno di dieci soggetti, senza esiti
mortali.
In Precedenza il trattamento convenzionale della
popolazione tramite vaccino allopatico,
determinava comunque migliaia di infezioni
nonché alcune vittime, con un costo pari a 2
milioni di dollari. La soluzione omeopatica
ammonta ad appena il 10 per cento di suddetta
cifra, vale a dire 200.000 dollari. Fonte:
Nexus New Times
Il
Direttore del Lancet
attacca il Presidente
dell'Ordine dei Medici inglese perchè sostiene le
medicine complementari
- (23/11/2005)
Il
6 di ottobre viene pubblicato il rapporto
commissionato dal Principe Carlo sul ruolo delle
medicine complementari ed alternative nel sistema
sanitario inglese. Come già riportato dal British
Medical Journal, il rapporto sostiene che le
medicine complementari, e fra queste l'omeopatia,
possono determinare un significativo risparmio per
il sistema sanitario nazionale inglese (NHS). Il
rapporto rappresenta lo studio più completo,
organico ed autorevole fin qui eseguito per
studiare l'impatto delle medicine complementari
sulla sanità pubblica.
Il rapporto riceve immediatamente una valutazione
positiva da parte di esperti ed autorità
istituzionali tra i quali spicca il giudizio di
Sir Graeme Catto, presidente del General Medical
Council (l'equivalente dell'Ordine dei Medici
inglese) e vice-direttore del prestigioso King's
College della London University. Questa la sua
dichiarazione:
"Sono favorevole a questo Rapporto.
Indica una via concreta per affrontare il problema
(delle medicine complementari, ndt) e merita di
essere attentamente considerato come parte
integrante in un dibattito importante ed in
divenire. Ciò che più è interessante, i
trattamenti complementari vengono offerti insieme
con i trattamenti convenzionali nella pratica
medcina generale, nella medicina palliativa ed in
altre condizioni..."
Il giorno dopo la pubblicazione della news sul BMJ,
il direttore di Lancet, Richard Horton, sferra
nella sezione Rapid Response del BMJ un
violentissimo attacco personale al Principe Carlo
ed a Sir Graeme, (Presidente di TUTTI i medici
inglesi!!) intitolando la sua mail di risposta
alla news "Pandering to the Prince".
Cosa significa questo titolo? Dal vocabolario
Zanichelli, to pander: assecondare (debolezze e
vizi altrui).
In altre parole, per Horton sostenere i concetti
del rapporto è come assecondare una debolezza, un
vizio (sic!). Mentre il rapporto sostiene una
integrazione fra medicina complementare e
convenzionale in modo bilanciato (come è
facilmente verificabile leggendo la sintesi del
rapporto stesso), Horton sostiene che il rapporto
stesso vuole sostituire la medicina convenzionale
e che il rapporto stesso è "potenzialmente
pericoloso per la vita" ("the prince's
report is itself potentially life-threatening").
Come si vede, alla fine di agosto 2005 Lancet ha
attaccato violentemente l'omeopatia amplificando i
dati di uno studio senza nessuna validità
scientifica (lo studio di Egger et al.). Gli otto
studi su cui è basato il giudizio finale di tutto
il lavoro sono a tutt'oggi non noti (lo studio
riporta solo la bibliografia generale, ma NON
indica quali sono gli studi sui cui è stata fatta
l'analisi finale).
Lancet ha decretato la fine dell'omeopatia (che è
una branca medica), come se fosse Lancet ad avere
creato la medicina; nello stesso numero ha
attaccato in modo ancora più violento la
principale organizzazione mondiale della salute,l'OMS,
che sta preparando un rapporto con un giudizio
positivo sull'omeopatia. Com'era ovvio,
l'omeopatia va avanti, ed il BMJ pubblica una
importante news sul rapporto commissionato dal
principe Carlo; immediatamente l'editore di Lancet,
Horton, utilizza gli spazi offerti da una rivista
che vuole la discussione, come il BMJ. E lo fa con
una lettera denigratoria ed allarmistica che
ancora una volta attacca i medici clinici e le
loro rappresentanze istituzionali.
Quali conclusioni trarre ? Una conclusione emerge:
gli attacchi all'arma bianca contro l'omeopatia
sono ormai senza nessuna accettabile
argomentazione. Per trovare argomentazioni, si
deve a questo punto attaccare tutta la medicina ed
i pazienti. Questo è logico, in quanto
l'omeopatia ha sempre fatto parte della medicina
vera, quella che cura (e cura secondo principi
sperimentali e ripetibili).
I medici inglesi ormai l'hanno capito. Anche i
pazienti. E Lancet ? Esemplare è la conclusione
nel dibattito aperto sul BMJ dalla fondatrice di
un gruppo di giornali medici, Jay Ilangaratne:
"It is unfortunate that Horton has used a
BMJ-facility to outpour his emotions against two
individuals. Argubaly, being associated with a
medical journal which is owned by group with close
links to the arms industry, is a greater evil than
promoting homeopathy"
Traduzione: "E'
increscioso il fatto che Horton abbia usato una
opportunità offerta dal BMJ per sfogare le sue
emozioni contro due singole persone (Sir Graeme ed
il Principe Carlo, ndt). Evidentemente, il fatto
di essere associato ad una rivista medica
proprietà di un gruppo con stretti legami con
l'industria delle armi, è una influenza
nefasta molto maggiore del fatto di sostenere
l'omeopatia".
vedi
anche:
http://www.numedionline.it/apps/essay.php?id=3122
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Omeopatia: studi scientifici che ne provano
l'efficacia.
Lo International Advisory Committee, coordinato
dal Prof. L. Milani, ha selezionato 163 studi
clinici controllati sull'uomo che forniscono
valide ed inequivocabili prove sulla validazione
dell'effetto terapeutico dei farmaci omeopatici
(verum omeopatico) oltre a 102 pubblicazioni
sulla ricerca di base (in vitro, in vivo,
intravitam).
Dei 163 studi clinici sull'uomo, 120 (73%) sono
stati effettuati vs placebo e 43 (26,4%) vs il
farmaco allopatico corrispondente di
riferimento. Dei 120 lavori vs placebo, 91
(75,8%) hanno dimostrato superiorità del
medicinale omeopatico; dei 43 lavori vs
allopatico di riferimento, il 100% ha dimostrato
non inferiorità terapeutica (uguaglianza o
superiorità) del medicinale omeopatico.
Di questi ultimi 43 studi, ben 34 (79%) sono
stati pubblicati dal 2000 al 2005. L'International
Advisory Committee ha svolto un accurate e
selettivo lavoro di analisi sulla vasta
bibliografia esistente (più di 800
pubblicazioni) anche su prestigiose riviste
internazionali come Cancer, British Medical
Journal, Rheumatology, Thorax, British Journal
of Clinical Pharmacology, Annals of Internal
Medicine, etc., individuando ed includendo nella
pubblicazione solo lavori di qualità condotti
con criteri metodologici ed impianti
sperimentali sec. le Linee Guida attualmente
suggerite e accettate.
Vengono presentati 10 studi clinici, facilmente
consultabili, in cui sono indicati: metodologia
sperimentale, nazione, numero di pazienti
inclusi, criteri di inclusione e di esclusione,
patologia considerata, terapia, posologia,
durata dello studio, criteri di valutazione (outcome),
efficacia terapeutica, effetti collaterali,
tollerabilità, conclusioni degli Autori e
risultato finale. Illustrano i 10 studi, tabelle
e grafici come apparsi nelle pubblicazioni
originali.
Potete visionare la ricerca:
http://tinyurl.com/y8nts7
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Ottobre 2005
I veterinari che adoperano l’omeopatia sugli
animali, mettono in serio dubbio lo studio di Lancet, per il quale queste particolari cure altro
non sono che “effetto placebo”.
L’omeopatia viene utilizzata negli allevamenti
biologici perché “il
rimedio nella sua diluizione non resta nella
carne, così come nelle uova e nel latte,
evitando che i cibi che poi arrivano sui mercati
vengano contaminati da farmaci”, ci dice
un medico veterinario, dr Paolo Mizzoli, che da
anni la utilizza in quegli allevamenti (non intensivi).
Lo scopo dei veterinari che applicano i rimedi
omeopatici è quello di vedere riconoscere in
Italia questa particolare cura.
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Effetti
antitumorali dei medicinali omeopatici
Il meccanismo d'azione dell'omeopatia è
controverso, a causa delle alte diluizioni dei
farmaci impiegati. Sono state proposte diverse
teorie per comprendere il meccanismo d'azione,
ma nessuno è stato scientificamente verificato.
Con uno studio effettuato dal gruppo coordinato
da Shagun Arora gli sperimentatori si propongono
di indagare l'efficacia di alcuni farmaci
omeopatici selezionati su modelli tumorali in
vitro testando l'attività citotossica dei
medicinali omeopatici selezionati come tinture
madri (TM) e come diluizioni ultramolecolari
(30CH, 200CH, 1MK e 10MK) contro le linee
cellulari derivate da tumori di particolari
organi:
Salsapariglia su cellule di adenocarcinoma
renale umano e su una linea cellulare non
maligna del rene canino, Ruta graveolens su
carcinoma colon-rettale umano e Phytolacca
decandra sul carcinoma mammario umano.
Specifici metodi di valutazione sono stati usati
per monitorare la citotossicità, l'attività
anti-proliferativa e l'apoptosi.
I risultati mostrano che preparazioni di TM e
soluzioni ultra-diluite dei tre farmaci
omeopatici avevano effetti significativi nelle
azioni sulle rispettive linee cellulari
tumorali, producendo sia citotossicità, sia
diminuzione della proliferazione cellulare; gli
effetti sono stati maggiori con le TM, ma
presenti in tutti i casi e persistenti, anche se
in misura minore nei preparati molecolari ultra
diluiti mentre Salsapariglia non ha mostrato
effetti sulle cellule tumorali del rene canino.
Nelle colture trattate con medicinali omeopatici
erano evidenti alcune caratteristiche dell'apoptosi
tra cui il restringimento delle cellule, la
condensazione della cromatina e la
frammentazione del DNA. In conclusione dunque lo
studio ha fornito prove di laboratorio
preliminari sulla proprietà dei farmaci
omeopatici come agenti antitumorali, risultati
incoraggianti che invitano a intraprendere
ulteriori ricerche per esplorare le potenzialità
di azione dei medicinali omeopatici in questo
campo.
Fonte: Homeopathy, 2013, 102, (4), 274
By di Tiziana Di Giampietro - Per leggere l'abstract
, cliccare QUI
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I benefici dei pazienti oncologici in
trattamento integrato
In Italia, i dati che riguardano l'uso delle
terapie complementari (MC) tra i pazienti
affetti da tumore, sono confusi e
contraddittori: per chiarire il quadro oncologi,
internisti, psicologi ed epidemiologi toscani
hanno condotto uno studio, con lo scopo di
ricercare le caratteristiche demografiche e
psicologiche di pazienti oncologici italiani che
utilizzano le MC e il beneficio percepito dagli
utenti.
Più di ottocento pazienti provenienti da sei
dipartimenti oncologici italiani sono stati
intervistati sull'uso delle MC sulla base di due
questionari tesi ad indagare il distress
psicologico e sulla resilienza di tratto
chiamata senso di coerenza (SOC); i pazienti
arruolati nello studio presentavano differenti
siti di tumore primario e si trovavano in
differenti fasi della malattia e del processo di
cura.
Al momento dell'analisi il 37,9% dei pazienti
stava utilizzando una o più tipologie di MC:
dieta e integratori (27,5%), erbe (10,8%),
omeopatia (6,4%) e terapie mind-body (5,5%).
E' stato rilevato che il contesto italiano è
caratterizzato da un'alta percentuale di
pazienti che informano i loro medici sull'uso
delle MC (66,3%) e che ne sperimentano i
benefici (89,6%), mentre il 75,2% dei pazienti
aveva già usato MC in passato.
Un'analisi multivariata ha rivelato che le
pazienti donne giovani che in precedenza avevano
già usato MC in passato, apparivano più propense
a ricorrere nel presente all'uso di almeno una
tipologia di MC, con i predittori dell'uso che
variavano a seconda del tipo.
Tra i fattori psicologici, il SOC era
positivamente associato all'uso di MC sia nel
passato che nel presente.
La prevalenza globale di MC nei pazienti
oncologici italiani è alta ed è in accordo con
la media europea. In aggiunta ai fattori clinici
e sociodemografici, anche la resilienza di
tratto SOC risulta essere associata all'uso di
MC. In conclusione, il paziente oncologico
italiano che ricorre alla terapia oncologica
integrata (protocollo tradizionale coadiuvato
dalle medicine complementari e dalle discipline
bionaturali) risulta più aderente al trattamento
ed i tratti della sua personalità appaiono più
in equilibrio.
Fonte: J Pain Symp Management, 2014, 47, (1), 26
By Maria Chiara Dell'Amico - Per leggere l'abstract,
cliccare QUI
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Omeopatia e
febbre
Chikungunya
L'obiettivo di un lavoro dell'indiano Gyandas G.
Wadhwani è stato quello di osservare l'effetto
della terapia omeopatica nei casi di febbre
Chikungunya e negli effetti ad essa conseguenti,
l'artrite cronica, in un contesto di assistenza
sanitaria primaria.
La febbre Chikungunya (FC) è una malattia virale
trasmessa dal morso della zanzara Aedes aegypti
(che produce immunità permanente) caratterizzata
da ipertermia, eruzioni cutanee, reazioni
muscoloscheletriche e articolari importanti che
permangono per mesi. La terapia convenzionale è
sintomatica: farmaci anti infiammatori, riposo e
fluidi sono fondamentali.
In questo lavoro sono stati valutati 126
pazienti di un solo villaggio ai quali è stato
somministrato un solo rimedio omeopatico scelto
secondo la Materia Medica; per minimizzare
l'effetto di variabili di confusione, i pazienti
sono stati invitati di sospendere l'uso di
analgesici e antipiretici. Per le fasi acute
sono stati prescritti 4 granuli del rimedio
prescelto alla 30CH ogni ora, con allungamento
dei tempi in fase di miglioramento. Gli effetti
post FC sono stati invece trattati con rimedi
prescritti in dinamizzazione LM, inizialmente
tre somministrazioni/die, per passare a una/die
in miglioramento.
Dei 25 rimedi usati, i più prescritti sono stati
Bryonia alba, Rhus toxicodendron, Lycopodium,
Arsenicum iodatum, Ipecacuanha, Pulsatilla,
Belladonna, Gelsemium e Arsenicum album. Il
tempo medio di recupero è stato di sette giorni
e completo per l'85% in 60 pazienti, che sono
stati in grado di interrompere la
somministrazione di analgesici/antipiretici e
passare alla terapia omeopatica senza
difficoltà. Il miglioramento osservato è dovuto
alla terapia omeopatica ma, a fronte della
limitazione dello studio, andranno meglio
valutati i marcatori sierologici (anticorpi IgM)
qui non valutati per il basso livello
socio-economico dei pazienti inclusi, che non
potevano permettersi il test.
Fonte: Homeopathy, 2013, 102, (3), 193
ByTeresa De Monte - Per leggere l'abstract,
cliccare QUI
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Informazione biologica oltre il
numero di Avogadro ?
Si discute da tempo sulla reale presenza di
principio attivo all'interno dei rimedi
omeopatici ultralow e nessuna prova convincente
ha mai potuto dimostrare che, nei diversi
preparati ultra diluiti e dinamizzati, sia
presente qualcosa di diverso del solo solvente;
ne consegue che la critica maggiore deriva dal
fatto che non si comprende come e attraverso
cosa il rimedio possa agire.
L'opinione non dimostrata degli omeopati,
contraria all'evidenza scientifica in campo
chimico, biologico e farmacologico, è che
diluizioni maggiori della stessa sostanza non
provocherebbero una riduzione dell'effetto
farmacologico, bensì un suo ipotetico
potenziamento.
In una ricerca pubblicata sul Journal of
Analytical Methods in Chemistry condotta con
spettroscopia di emissione, spettroscopia UV-VIS
e con voltammetria ciclica, si è dimostrata la
presenza di principio attivo ancora
evidenziabile in diverse concentrazioni di
Digitalis purpurea in rimedi omeopatici con
concentrazione al di sopra del numero di
Avogadro.
In sintesi, sembrerebbero esserci prove di
prersistenza di principio attivo nei rimedi
omeopatici: seguendo questo filone di ricerca
potrebbe non essere più possibile sostenere,
come fatto fino ad ora anche da vari divulgatori
scientifici, che i preparati omeopatici posti in
vendita, sono composti unicamente da zucchero.
Il lavoro condotto da Anup Sharma e Bulbul
Purkait sembrerebbe dimostrare il contrario; più
in generale è auspicabile che, come accaduto per
la fisica newtoniana, una visione autentica
della scienza allarghi i modelli e non ignori
quanto le acquisizioni moderne mettono in
evidenza.
Fonte: JAMC, 2012
By Carlo Di Stanislao - Per leggere l'abstract,
cliccare QUI
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CLINICAL
CASE HISTORIES
- Homeopathy and respiratory allergies: a series
of 147 case
By P Colin
Allergies, especially respiratory allergies,
are one of the indications for which
homeopathic treatment is most frequently
sought. The progress of 147 cases of
respiratory allergy since in private
homeopathic practice is reported here.
Only
two cases of ear, nose and throat (ENT)
allergies out of a total of 105 showed no
improvement, no patients deteriorated. Two
cases with worsening and three without
improvement were noted out of 42 cases of
pulmonary allergies. The constitutional
homeopathic remedies varied, Lycopodium,
Pulsatilla and Sulphur were most
frequently prescribed for ENT allergies,
there was no predominantly prescribed remedy
in the pulmonary allergy group. T
hirty one
cases of respiratory allergies consulted
only once. The reasons for such a state have
been reviewed. If all these cases were
therapeutic failures, the success rate of
the homeopathic treatment is 87.6%.
An exploratory retrospective study of
people suffering from hypersensitivity
illnesses who attend medical or classical
homeopathic treatment
By L Launsø, CK Kimby, I Henningsen and V
Fønnebø
The
objective of this study is to describe
patients who had treatment for
hypersensitivity illnesses by general
practitioners (GPs) or classical homeopaths
(CHs) and the patients' self-reported
effectiveness of the treatment received. The
data stems from an exploratory retrospective
study amongst 88 Danish patients (response
rate 58%) suffering from hypersensitivity
illnesses, who chose treatment from one of
six GPs or one of 10 CHs who participated in
the project. The patients themselves
selected their treatment. The GPs or the CHs
considered that the patient's treatment was
complete or that the patient was in a
situation of current 'maintenance treatment'.
The patients' primary reason for consulting
the GP or the CH was that they were
suffering from hypersensitivity illnesses.
No significant difference was found between
the two groups of patients in relation to
age, education and duration of
hypersensitivity symptoms. The CH patients
were more likely to be employed in teaching,
research, health care or the social sector
compared to GP patients. The two groups of
patients were similar in respect of their
health at the start of the treatment, 57% of
the patients who consulted a CH experienced
an improvement of their state of health
compared to 24% of the GP patients. Both
groups of patients experienced an
improvement of their psychological health
after treatment. Logistic regression
analysis showed that the GP or CH was the
only significant effect variable.
The results are based on the patients'
retrospective, self-reported effectiveness
of the treatments.
Opinions and self-reported health status
of Italians seeking homeopathic treatment
By R Pomposelli, C Andreoni, G Costini, B
Dedor, I Mariani, M Castellini, GM Tomaioli
and E Tonini
The
use of homeopathy is increasing worldwide.
This multi-centre cross-sectional study aims
to describe the opinions and self-reported
health status of a sample of Italian people
seeking homeopathic care.
A self-administered questionnaire including
socio-demographic characteristics, knowledge
and opinions about homeopathy, personal
experience with homeopathy, and,
self-reported health status (SF-12), was
administered to a sample of people who had
sought homeopathy. Of a possible 1229
individuals invited to participate, 1223 did
so.
The majority of the participants were
female, young (mean age 42 years), well
educated (mean 13 years of education). The
reason for seeking care was for either
physical or emotional conditions. Most
participants had fair to good knowledge of
homeopathy, and the self-experienced effect
(subjective judgment on efficacy) was good
regardless of the type of health condition
reported.
The Physical Component Summary
(PCS-12) scores were similar to the general
Italian population, but the Mental Component
Summary (MCS-12) scores were lower in all
relevant strata examined. This study
provides information on the characteristics
of people seeking homeopathic care, in
particular the results of the SF-12
self-reported health status evaluation.
A Bayesian perspective on the reliability
of homeopathic repertories
By ALB Rutten, CF Stolper, RFG Lugten and
RWJM Barthels
An
interim assessment of likelihood ratio of
homeopathic symptoms shows that there are
serious flaws in Kent's repertory. The
system of expressing relationship between
symptoms and expected results from medicines
by typeface is unclear and unreliable.
Bayesian methods can improve this and expand
the possibilities of the repertory including
the possibility of interpreting the absence
of expected symptoms.
Evaluation of isopathic treatment of
Salmonella enteritidis in poultry
By A Berchieri, Jr., WCP Turco, JB Paiva,
GH Oliveira and EV Sterzo
Background - Salmonellosis is a common
problem worldwide in commercially reared
poultry. It is associated with human
Salmonellosis. No fully satisfactory method
of control is available. Method -
Nosodes to an antibiotic-resistant strain of
Salmonella enterica serovar Enteritidis
in D30 (30X) potency were prepared.
One day
old chicks (N=180) were divided into
four groups: two control and two different
preparations of the nosode. Treatments were
administered in drinking water for 10 days.
The birds were challenged by a broth culture
of the same Salmonella, by mouth, on
day 17. Cloacal swabs were taken twice
weekly for Salmonella enterica
serovar Enteritidis. Results - Birds
receiving active treatment were less likely
to grow the strain of Salmonella from
cloacal swabs compared to control.
Conclusion - Isopathy is low cost and
non-toxic. It may have a role to play in the
widespread problem of Salmonella in poultry.
Further research should be conducted.
Effects of Cina on root-knot
disease of mulberry
By SC Datta
Root-knot disease of mulberry is caused by
the nematode Meloidogyne incognita.
It has important economic implications for
sericulture. The homeopathic medicines,
Cina mother tincture (MT) and potentised
Cina 200C, prepared from the flowering
meristems of Artemisia nilagirica (Clarke)
Pamp, were applied by foliar spray on
mulberry (Morus alba L.) infected
with M. incognita juveniles(J2).
Pretreatment (ending 6 days before
inoculation) and post-treatment (starting 6
days after inoculation) schedules were
tested.
The two uninoculated control batches
were treated with the same procedure with
Cina MT and Cina 200C.
Both pre-
and post-treatment significantly reduced
nematode infection in terms of root gall
number and nematode population in root. All
the treated plants showed improved growth in
terms of fresh biomass of shoot and root,
length of shoot and root, number of leaves,
leaf surface area, root and leaf-protein
content.
Cina 200C is more effective
than Cina MT in all respects of
nematode control as well as growth of the
test plants. Pretreatments show slightly
better effects than the post-treatments. It
is interesting that inoculated and treated
plants not only are less affected by
nematodes but also have a better growth than
uninoculated untreated control.
Reiter's disease treated with Nux
vomica By R Gupta and RK Manchanda
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the case of a 35 year-old man suffering from
Reiter's disease. He did not respond to
Lycopodium or Nux vomica in
medium dilutions, but did respond to Nux
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