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Alternative Medicine"
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OMEOPATIA, Studi di LANCET: solo acqua fresca... 
STUDI sull'ACQUA

Sono passati più di 200 anni dalla codifica della medicina omeopatica, ma il modus operandi, prima della “Teoria degli IBRIDI”,
non era mai stato modificato; ora abbiamo quello che cercavamo QUI

La scienziata indiana Shagun Arora investigando sugli effetti di alcuni farmaci omeopatici, su colture in vitro di cellule cancerose,
ha trovato efficaci gli omeopatici nel distruggere le cellule del cancro
http://www.homeopathyjournal.net/article/S1475-4916%2813%2900041-6/abstract
https://www.thelivingspirits.net/globuli-omeopatici-testati-con-ultravioletto-risultati-diversi-dai-campioni-di-sola-acqua/
 

L'omeopatia ? Solo un placebo - 28/08/2005

Ricerca svizzera pubblicata su Lancet, scontro sulla medicina alternativa

L'editoriale di Lancet, una delle più autorevoli riviste mediche al mondo, ha un titolo che sembra definitivo: "La fine dell'omeopatia".
Il principe Carlo farà un salto sulla sedia, visto che ha appena commissionato uno studio per convincere il governo a investire di più nella medicina alternativa. E con lui decine di milioni fra medici e pazienti filo-omeopatici nel mondo avranno una brutta sorpresa.
Lancet pubblica una ricerca dell'università di Berna, secondo la quale una sperimentazione incrociata dimostra che i farmaci omeopatici hanno un'efficacia solo illusoria, pari a quella del placebo, e cioè dell'acqua fresca.
Difficile immaginare che i seguaci della medicina fondata alla fine del '700 dal dottor Samuel Hahnemann, a questo punto, facciano ammenda e buttino nella spazzatura tinture e preparati ultra-diluiti. Ma certo quello inferto dal dottor Matthias Egger e dai suoi colleghi è un duro colpo.
I ricercatori svizzeri hanno comparato i risultati di 110 trattamenti omeopatici con altrettante somministrazioni di farmaci convenzionali, in un ampio spettro di situazioni, dalle affezioni respiratorie alla chirurgia. Hanno scoperto che l'omeopatia non ha effetti più rilevanti del placebo. 
Più in dettaglio, a Berna dicono che, mentre nella sperimentazione su bassa scala (e quindi qualitativamente inferiore) s'è accertata una certa prevalenza degli effetti dell'omeopatia sul placebo, su una scala più ampia c'è stato il pareggio. Nessuna differenza fra prodotti omeopatici e acqua fresca. I farmaci convenzionali, invece, hanno vinto entrambe le partite.
Insomma, secondo Egger e colleghi l'omeopatia funziona solo se ci credi.
L'editoriale di "Lancet", che si apriva con quel titolo sulla morte dell'omeopatia, conclude in maniera più salomonica: "Bisogna che i dottori siano chiari e onesti con i loro pazienti sull'assenza di benefici dell'omeopatia, e con se stessi sulla debolezza della medicina moderna nel prendere atto del bisogno di attenzione personalizzata da parte di loro pazienti". Un giudizio che coglie le debolezze scientifiche dell'omeopatia, ma anche la ragione del suo successo.
In Gran Bretagna, per esempio, ci sono più di 47 mila praticanti dell'omeopatia, più dei medici generici. Il 42 per cento dei medici generici indirizza pazienti alle cure di un omeopata. In Scozia l'86 per cento è in favore dell'omeopatia.
Tutto il settore della medicina alternativa è in grande espansione: i britannici spendono attualmente 130 milioni di sterline all'anno per queste cure (dall'agopuntura, alle erbe, alla riflessologia), ma si stima che questa spesa salirà fino a 200 milioni nei prossimi quattro anni. 
Lo studio commissionato dal principe Carlo, che gli ha attirato critiche violentissime dagli ambienti scientifici, mira a dimostrare che la medicina alternativa potrebbe far risparmiare 3,5 miliardi di sterline al servizio sanitario pubblico.
La ricerca pubblicata da "Lancet", verosimilmente, non chiuderà affatto l'eterna discussione sui benefici dell'omeopatia. Va avanti da circa 200 anni, da quando il tedesco dottor Hahnemann cominciò a sperimentare il principio "similia similibus curantur", e cioè la cura delle malattie utilizzando in altissima diluzione le sostanze che ne erano all'origine. Erano, bisogna ammettere, gli anni dei salassi, delle purghe e delle sanguisughe. 
Anche le sostanze che Hahnemann provò a diluire erano a volte particolari: c'erano estratti di "mustela phoetida" (ghiandola anale di puzzola), "periplaneta americana" (scarafaggio), e "pediculus capitis" (pidocchio).
La diluizione elevatissima dei preparati omeopatici fa sì che, spesso, non resti nel preparato nemmeno una molecola del principio originario. Ma gli omeopati credono che esista una "memoria dell'acqua", in grado di trattenere la capacità di produrre benefici.
E sono decenni che intorno all'omeopatia si accendono dispute scientifiche. E, per stare all'Italia, si ricorda il processo intentato contro Piero Angela da due associazioni di omeopati, per una puntata di Superquark. Angela ebbe la solidarietà di scienziati come Dulbecco, Levi Montalcini, Sirchia. I giudici lo assolsero.
Fonte: La Repubblica
vedi:
Omeopatia 1 Omeopatia ed Universtita' + Omeopatia e "Cicap"

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Come la mettiamo con questo studio che conferma e dimostra le controindicazioni dei prodotti anche omeopatici ?- 2019
E' Appena disponibile il primo studio frutto di una complessa analisi retrospettiva delle segnalazioni delle sospette reazioni avverse (RA) a prodotti della medicina complementare ed alternativa (CAM), come erbe, integratori, prodotti omeopatici, ecc., utilizzati nella popolazione pediatrica (0-18 anni) e ricevute dal Sistema Italiano di Fitovigilanza che ha sede presso l'ISS. Il lavoro è stato svolto in collaborazione tra il CERFIT di Careggi, l'Università di Firenze e lo stesso Istituto Superiore di Sanità. Ogni singola segnalazione è stata esaminata e sono stati raccolti i dati relativi alle caratteristiche demografiche dei pazienti, alla/e CAM sospetta/e, ai farmaci tradizionali e patologie concomitanti, con lo scopo di valutarne il ruolo come potenziali fattori predittivi della serietà di RA.
In totale, sono state analizzate 206 segnalazioni in pazienti pediatrici, di cui 69 gravi. I pazienti sono stati trattati prevalentemente con una sola CAM (n=193) ed il 39% delle segnalazioni è relativo a prodotti contenenti da 2 a 5 diversi componenti. La maggior parte delle RA riportate è correlata all'uso di integratori alimentari (57.18%) e le patologie principalmente coinvolte sono quelle a carico della pelle e del tessuto sottocutaneo (40.29%).
L'insorgenza di RA gravi è risultata maggiore nei bambini esposti a farmaci omeopatici (ROR 3.13 [1.88-5.22]), a CAM in presenza di farmaci concomitanti (ROR 1,77 [1.01-3.10]), a CAM contenenti da 2 a 4 componenti (ROR 2.18 [1.13-4.22]), e a più di tre CAM concomitanti (ROR 7.81 [1.97-32.69]).

Questo studio è la più ampia analisi di Fitovigilanza svolta in Italia negli ultimi 15 anni, e permette di fornire nuove informazioni sui fattori che potrebbero aumentare il rischio di RA gravi associate all'uso di CAM nei bambini, in particolare i prodotti contenenti più di due componenti e somministrati contemporaneamente ai farmaci convenzionali. Ovviamente, sono necessari ulteriori studi nella popolazione pediatrica per studiare l'efficacia e la sicurezza delle CAM, il loro potenziale effetto in seguito ad un uso a lungo termine e anche le possibili interazioni tra CAM e farmaci concomitanti. Comunque, il presente lavoro conferma che il Sistema Italiano di Fitovigilanza rappresenta ad oggi la migliore strategia per stimare e caratterizzare l'impatto clinico delle RA relative alle CAM in pazienti ambulatoriali, con l'obiettivo finale di migliorarne l'appropriatezza d'uso nella popolazione, specialmente nei bambini.

N. Lombardi, G. Crescioli, A.Bettiol, F. Menniti-Ippolito, V.Maggini, E. Gallo, A. Mugelli, A. Vannacci, F. Firenzuoli. Safety of complementary and alternative medicine in children. A 16-years retrospective analysis of the Italian Phytovigilance system database Phytomedicine. doi.org/10.1016/j.phymed.2019.152856.
By Valentina Maggini - CERFIT, AOU Careggi - Università degli Studi di Firenze

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Una inutile crociata contro l'omeopatia fatta con armi spuntate e poco rigore scientifico.
Ogni tanto gli scettici detrattori dell'omeopatia si danno appuntamento per eventi che definiscono "l'appuntamento nelle piazze per suicidarsi omeopaticamente".
Risulta la ripetizione della campagna che lo scorso anno era avvenuta in Inghilterra, si legge su Query, rivista ufficiale del CICAP, il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale, per protestare contro una grossa catena di farmacie, la Boots, che aveva deciso di iniziare a vendere i rimedi omeopatici dopo anni di opposizione, al motto di "Omeopatia, non c'è niente dentro", come sostiene sempre Beatrice Mautino su Query.
Il modo per fare il punto sull'omeopatia, appare piuttosto inusuale per persone che sostengono di essere "un'organizzazione scientifica e pedagogica che promuove un'indagine scientifica e critica nei confronti del paranormale", e sembra non abbia nulla a che fare con l'informazione scientifica.
Piu` che informazione sembra una crociata contro l'omeopatia. Al di là del fatto che si continua a non capire cosa c'entri la medicina con il paranormale ?
Leggendo cosa scrivono gli "investigatori del mistero" come si definiscono gli adepti del Cicap e la rivista Oggiscienza che si schiera al loro fianco. Gli articoli che si trovano risultano essere sempre ancorati al solito ritornello ormai consumato del numero di Avogadro, del rimedio di acqua fresca, della mancanza di evidenze scientifiche della memoria dell'acqua, dell'effetto placebo.
In fatto che ormai ci siano più di 10.000 lavori scientifici su Med Line che trattano di omeopatia, metanalisi e molti lavori clinici che ne dimostrano l'efficacia, il fatto che ci siano interessanti modelli interpretativi sul meccanismo d'azione dell'omeopatia, che due premi Nobel ne abbiano visto una plausibilità (Montagnier recentemente e Josephson, nobel per la fisica, nel 1997), pare non abbiano scalfito minimamente la loro spessa corazza di scetticismo e pregiudizio scientifico.
Ci saremmo  aspettati una critica fatta da medici, soggetti quindi con una preparazione specifica, visto che di medicina e di malattie si parla, invece gli autori di questi articoli sono lontani dall'esperienza della malattia e dalla sofferenza del paziente, in realta’ si trovano soltanto chimici, biologi, psicologi.
Persone più abituate a relazionarsi con statistiche, provette e topolini che non con le malattie di esseri umani. I medici che impiegano l'omeopatia vengono dipinti come "qualcuno che osserva il cielo e si fa le sue teorie senza darne prova scientifica",parole della psicologa Federica Sgorbissa, direttore di Oggiscienza.
Non si fa minimamente cenno alle importanti metanalisi favorevoli all'omeopatia pubblicate qualche anno fa su Lancet e British Medical Journal.
Non si fa cenno ai lavori di ricerca di base sui modelli biofisici con calorimetro, conduzione elettrica, non si fa cenno agli effetti con modelli vegetali  e animali che non possono essere suscettibili di effetto placebo. Insomma la presentazione risulta un insieme di vera disinformazione scientifica e demagogico sfruttamento di espedienti comunicativi.
Se si omettono le prove di efficacia si può sostenere l'inutilità di qualsiasi cosa.


Replica alle dichiarazioni di Garattini (Istituto Negri - MI)

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OMEOPATIA = "ACQUA FRESCA" ?
Molti anni fa, il noto divulgatore scientifico Piero Angela, (sconoscendo lo "sport Nazionale Italiano" quello delle "supercritiche su tutto di piu' ")  fece una famigerata puntata dove spiegava che,l'Omeopatia era "acqua fresca".

A ridosso di qualche settimana, nell'edicola del mio amico mi ritrovai con un periodico tra le mani e la ripetizione di quanto detto, e da medico Omeopata, scrissi all'editore di quella rivista "Sorrisi e Canzoni", ma lo feci perche' sapevo chi era il loro "capo: Silvio Berlusconi.

Fui sorpreso, quando rispose celermente, dopo essersi accertato del fatto che ero medico e perfino Omeopata,  spiegando che,non avrebbe potuto apporre articoli qualora offensivi, dai toni aspri, o, denigratori.
Io risposi velocemente, chirurgico: scrissi di chiedere non tanto ad Angela che, di medicine alternative non poteva capirne nulla, ma a chi, dietro lui manovrava i fili di una trama, di spiegare scientificamente, se si fosse potuto parlare di "effetto placebo", con i bimbi in tenera eta',e, ancora di piu' con animali,come cani, gatti, cavalli, che nella mia esperienza avevo curato e guarito, a meno che, il bimbo piccolissimo abbia la condizione che sta assumendo il miracolo, cosi' come il cane, il gatto, il cavallo.
Ecco, continuavo che, se mi fosse stata data la possibilita' di aprire un dibattito, invitando i miei docenti, riconosciuti a livello Internazionale, in modo da creare un virtuoso meccanismo di informazione,obbiettivo ultimo del giornalista.
Ero fiducioso che  il momento era propizio, accadde pero' che non ebbi mai alcuna risposta.
Ci scrivevamo via email, nel dubbio ripetetti a distanza di giorni, tre invii diversi, mai risposta, quindi  asini e perfino maleducati.

Purtroppo "l'acqua fresca" e' pericolosa, sopratutto per chi, detiene il monopolio della farmacopea, con le malattie create ad hoc. E questo e' una vecchia storia che, forse i cittadini stanno iniziando a capire.
Certo non ci saremmo potuti attendere che un periodico di uno degli imbroglioni Italiani famosi al Mondo potesse offrire i diversi punti di vista in difesa dell'anello piu' debole: il cittadino.
Sono tante le cose che il cittadino, in special modo quello Italiano non sa sulle Medicine cosiddette Alternative, ma che non sono affatto alternative, semmai complementari, visto che l'essere umano e'  uno, indivisibile ed unico.
Ad esempio quando si pensa all'Agopuntura, si crede sia una faccenda millenaria tramandata da millenni, e' vero solo in parte. L'agopuntura se oggi e' quella che e', fu grazie al compagno Cinese Mao Tze-Tung, con la sua bestiale rivoluzione rossa: diceva che, il farmaco era prodigioso ma aveva un costo talmente improponibile che, non garantiva il pari accesso alle classi subalterne.
Invece, l'agopuntura, era a costo zero, e, aveva il prodigio di curare la stragrande maggioranza della sofferenza umana, quindi, andava approfondita, studiata e resa disponibile e fruibile per tutti.

Mao non avrebbe potuto immaginare,che, negli ultimi venti anni, il Mondo avesse avuto un Turn Over, cioe' una strabiliante e formirabile rimodellazione di ambiti  e considerazioni acquisite, che, per un meccanismo di mercato, oggi al contrario sono solo le classi cittadine piu' abbienti e ricche, a potersi permettere le "medicine alternative", dall'agopuntore e dall'omeopata, la cosiddetta classe borghese media (sempre piu' risicata in via di estinsione)  non puo' recarsi ne curarsi.
Dovremo abituarci ad articoli come questo qui sotto, non avranno pace fintanto il loro piu' dannoso "nemico" non verra' sconfitto, sopratutto nella nostra memoria e nella mente.
Prima di lasciarvi all'articolo,  per onesta' di informazione, qui segnalo che, il Vaticano pur legato attraverso movimento di capitali sporchi, banche  e capitali finanziari reinvestiti in risorse produttive, e' uno dei difensori delle Medicine Alternative /Complementari, al Bambin Gesu di Roma, l'opzione alternativa non e' mai sottratta quando serve.
By dott.
G. Parisi (medico

- Pediatrics 2016. doi: 10.1542/peds.2015-4664
http://pediatrics.aappublications.org/content/early/2016/09/30/peds.2015-4664


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Il  PREMIO NOBEL per la MEDICINA Luc Montagnier, CONFERMA i PRINCIPI dell'OMEOPATIA !
La notizia è di quelle esplosive: il premio Nobel Luc Montagnier (quello del virus dell'Aids) ha condotto una ricerca che confermerebbe i principi dell'omeopatia, in Italia ancora denigrata dalla medicina allopatica.
Da ricerche condotte dal premio Nobel Luc Montagnier è emersa la possibilità di "trasferire per via quantistica" il segnale del DNA e di rigenerarlo grazie all'imprinting quantistico (quantum imprinting) su acqua informata.
Se questi risultati saranno confermati da ulteriori studi, la comunità scientifica internazionale "dovrà rivedere l'intera conoscenza della moderna chimica", ha detto il chimico teorico Jeff Reimers, dell'Università di Sydney, in Australia, in un articolo pubblicato da 'NewScientist'.
E la comunità medica allopatica, schiava e serva di Big Pharma..sarebbe costretta a rivedere le proprie "resistenze" sull'efficacia dell'omeopatia. Il DNA può inviare un segnale elettromagnetico di sè stesso a distanza verso un fluido ricevente, che vale come imprinting.
Gli enzimi scambierebbero l'imprinting nell'acqua così informata per il vero DNA, permettendo il processo della generazione di un DNA reale. Secondo Giuseppe Vitiello, fisico teorico  dell'Università di Salerno, il risultato è attendibile ed è da escludersi la possibilità di contaminazione negli esperimenti di Montagnier.
Vitiello è autore insieme a Emilio Del Giudice (IIB, Neuss) e ad Alberto Tedeschi (WHITE HB, Milano) dello studio dei meccanismi fisici che avvengono nell'esperimento alla luce della emergenza di fenomeni di coerenza nell'acqua informata.  Montagnier, tuttavia, sottolinea che i particolari di questo lavoro sperimentale non saranno resi pubblici fino alla pubblicazione dello studio.
Fonte: Agi 20/01/2011

IOP Publishing “DNA waves and water” - L. Montagnier, J. Aissa, E. Del Giudice, C. Lavallee, A. Tedeschi and G. Vitello - Journal of Physics:  Conference Series 306 (2011) 012007 doi: 10.1088/1742-6596/306/1/012007

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Perfino in Ghana è stata riconosciuta l'efficacia dell'omeopatia, tanto che il governo ha persino istituito un Consiglio per la pratica della medicina tradizionale presso il ministero della Salute. E l'Italia è al palo.
Acquista sempre maggiore rilievo, in Ghana, la pratica della medicina tradizionale e delle cure alternative che negli ultimi anni sono riuscite a recuperare parte del terreno perduto a vantaggio della medicina convenzionale, introdotta dagli europei.
Ne è un esempio l'inaugurazione nella città costiera di Tema, vicino alla capitale, Accra, di una Clinica omeopatica che pratica anche cure erboristiche, strettamente legate alla tradizione locale. Nella struttura si curano pazienti e si organizzano corsi di specializzazione omeopatico-erboristica. Hlortsi Akokpo, responsabile del Consiglio per la pratica della medicina tradizione, istituito al ministero della Salute, ha assicurato in un'intervista che il governo intende varare misure che "siano in grado di regolare con efficacia la pratica delle medicine alternative, con l'obiettivo di fornire alla popolazione l'opportunità di scegliere il metodo di cura più efficace per ogni malattia, con minori costi e maggiore efficacia".

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Alla faccia dei vari Garattini, Piero Angela, Tullio Regge ed altri loro compari...- 19/03/2010
L’OMS decreta l'ingresso dell'Omeopatia nel gruppo delle medicine tradizionali.
Con la pubblicazione del documento “Safety issues in the preparation of homeopathic medicines” l’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce pari dignità all’omeopatia rispetto agli altri paradigmi medici
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E’ di questi giorni la notizia dell’uscita dell’importante memorandum dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) sull’omeopatia, che dovrebbe ottenere tra l’altro l’effetto di porre fine al crescente clima di ostilità nei confronti dell’omeopatia e alle violente campagne stampa che, basandosi su alcuni rari casi di uso improprio della stessa per la cura delle malattie gravi, se ne sono servite come pretesto per chiederne una aperta condanna, peraltro in controtendenza rispetto al crescente consumo di prodotti farmaceutici omeopatici da parte dei pazienti.
Il documento OMS è incentrato sul tema della sicurezza, quale primo dei requisiti che una medicina deve possedere, ed imprime un forte stimolo all’armonizzazione delle regole di produzione per tutto il mercato internazionale, nel rispetto delle autonomie dei singoli governi nazionali. Si compone di tre parti in cui vengono affrontate le problematiche relative alle sfide poste dalla specificità dei prodotti omeopatici alle usuali metodologie per il controllo di qualità dei farmaci.
E’ raccomandata l’adesione alle Linee Guida per la Good Manufacturing Practice (GMP), così come l’attenzione all’identificazione, alla natura e alla qualità dei materiali di origine e degli eccipienti. Inoltre, una particolare raccomandazione è rivolta alle autorità regolatorie perché mettano in atto tutte quelle normative che servono a garantire un prodotto finale, sicuro, efficace e di alta qualità. Etichettatura e packaging sono visti come uno strumento fondamentale per consentire al consumatore l’utilizzo dei prodotti in maniera sicura. In questo senso vengono riportati gli esempi di Stati Uniti, Canada, e Australia che hanno elaborato normative che consentono al consumatore di avere un foglietto illustrativo che lo aiuti nell’utilizzo del prodotto omeopatico.
Il VicePresidente A.I.O.T., Prof. Leonello Milani, medico e VicePresidente dell'Accademia Internazionale di Medicina Fisiologica di Regolazione, ha commentato così la notizia: “Questa pubblicazione era molto attesa e ritengo che la serietà e il prestigio dell’OMS siano tali da indurre il governo italiano ad omologarsi alle sue indicazioni”.
Positivo è stato anche il commento di Alessandro Pizzoccaro, Presidente di GUNA Spa, azienda leader in Italia nella produzione e distribuzione di farmaci omeopatici: “Il documento dell’OMS è perfettamente in linea con le richieste che abbiamo avanzato da tempo, e cioè di consentire alla popolazione di rivolgersi alla medicina omeopatica in totale sicurezza e pienamente informata.
Da ormai 3 anni attendiamo invano che l'Italia applichi la nuova Direttiva Europea sui Farmaci, che stabilisce le regole anche per il settore omeopatico.
La legislazione italiana, unica in Europa, non consente l’etichettatura dei medicinali omeopatici, tantomeno permette di aprire nuove linee di prodotto.
Una posizione assurda che mette l’Italia a rischio di una procedura d'infrazione UE”.

Il documento “Safety issues in the preparation of omeopathic medicines” è consultabile all’indirizzo:

http://apps.who.int/medicinedocs/documents/s16769e/s16769e.pdf
Tratto da: informasalus.it

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Idee in movimento su omeopatia e nuovo fondamentalismo
Il motto dell'Abazia di Montecassino "Succisa virescit", stroncata torna a fiorire, è un pensiero che metteremmo volentieri in apertura dell'articolo di Lionel Milgrom, sulle critiche che vengono rivolte all'omeopatia, comparso sull'ultimo numero di JACM.
Milgrom parte dalla considerazione che l'omeopatia, con una storia di più di 200 anni e, oggi, con un seguito nel mondo di milioni di pazienti, è continuamente attaccata come metodo "non scientifico". Di più: molti zelanti interpreti dei principi EBM promuovono attivamente pressioni politiche affinché la pratica dell'omeopatia venga interdetta.
Questa posizione non è prospettata soltanto da autorevoli fonti scientifiche. Sfortunatamente, anche la letteratura più ordinariamente quotidiana (recentemente Nick Cohen sul The Observer) non esita a definire la pratica dell'omeopatia come un esercizio medico potenzialmente letale. Nel fare questo passo audace, i critici devono tuttavia sorvolare sulle conclusioni della Commissione Parlamentare Britannica che ha accertato che nel 2006 almeno 2 milioni e 680.000 persone sono state danneggiate dai trattamenti medici convenzionali. Evidentemente l'omeopatia è non solo deliberatamente mal interpretata, ma viene associata al creazionismo e ad una visione religiosa del mondo.
Milgrom definisce nuovi fondamentalisti i maggiori avversari dell'omeopatia in Inghilterra (Ernst, Colquhoun, Baum, Tallis).
Essi, sottolinea Milgrom, tendono a descriversi come gli ultimi bastioni della ragione contro l'abisso del pensiero irrazionale: la loro rocciosa convinzione li porta a ignorare oppure a condannare tutto ciò che contraddice il loro convincimento.
La loro "raison d'etre" è di assicurare la totale esclusione dal NHS di quella che considerano una ciarlataneria: dietro di essi, come una eminenza grigia, sembra scorgersi la potente e globalizzata industria farmaceutica. A noi pare che la facile china dello sberleffo, l'assunzione fondamentalistica di qualche aspetto problematico al fine di far esplodere uno sghignazzo o una accusa di cretineria non sia nuova nella storia della scienza. La differenza rispetto al passato sta nel diffuso accesso alla comunicazione di massa, che amplifica le opinioni e le fa esplodere, generando una foresta digitale di mediocrità.
Milgrom mette in luce un altro fattore decisivo per la campagna anti-omeopatia dei fondamentalisti della scienza, che si affianca all'ignoranza sistematica e alla non comprensione delle ultime ricerche scientifiche: l'insinuazione. Ernst - ad esempio - ha riportato recentemente che trial sull'omeopatia effettuati da scienziati nazisti erano devastatamente negativi. Sono critiche - notiamo - che danno un po' le vertigini: si vede bene come la rinuncia all'impalcatura teorica seria produce, in questi detrattori a senso unico, soltanto futili e non etiche considerazioni critiche.
Il dilemma di come combattere il nuovo fondamentalismo parte - secondo Milgrom - non solo dalla ricerca di modelli esplicativi per il metodo omeopatico. Ancora più importante è, secondo l'autore, il raggiungimento di una unità dei medici che si occupano di omeopatia. A Milgrom il superamento delle divisioni tra le varie pratiche nelle quali l'omeopatia si è strutturata appare decisiva.
La disunione è un potente messaggio di non professionalità che rende i nuovi fondamentalisti più potenti. In chiusura l'articolo elenca i quattro punti che sembrano decisivi per l'integrazione dell'omeopatia nel programma primario di cure sanitarie:
a) evidenza di un rapporto favorevole costi-effectiveness;
b) produzione di un maggior numero di esempi di terapia omeopatica attiva in "real-life".
c) definita regolazione giuridica ed istituzionale.
d) una buona capacità di governo clinico. Insomma: "Succisa virescit".
By Massimo Saruggia
Tratto da: JCAM, 2008, 14, (5), 589 - Per leggere l'abstract: cliccare qui


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Dati su terapia omeopatica di asma ed eczema - L'omeopatia cura il 70% dei malati cronici di asma ed eczema.
Un nuovo studio, condotto dall'ospedale pubblico di Bristol, UK (Bristol  Homeopatic Hospital) ha rivelato che l'Omeopatia ha aiutato il 70% di pazienti afflitti da malattie croniche quali asma ed eczema.
Lo studio, durato 6 anni, è stato condotto su 6.500 pazienti. Nello studio, l'89% di pazienti al di sotto dei 16 anni affetti da asma ha riscontrato un netto miglioramento dovuto alle cure omeopatiche, mentre nella stessa età di riferimento il 68% di pazienti con eczema ha trovato giovamento dai trattamenti omeopatici.
Solo alcuni mesi fa un altro studio, condotto da ricercatori svizzeri, aveva invece concluso che i trattamenti omeopatici non erano risultati migliori di un trattamento placebo.
Fonte: News Todav Bristol / 23 novembre 2005
 

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CUBA PREVIENE EPIDEMIA di LEPTOSPIROSI, RICORRENDO all'OMEOPATIA - Set. 2010
In convegno sull'omeopatia tenutosi di recente all'Avana, Cuba, è stato portato all’attenzione internazionale il fatto che nel 2007 e nel 2008 i ricercatori medici cubani usando l'omeopatia hanno  prevenuto con successo l'annuale epidemia di leptospirosi presso una popolazione di cinque milioni  di abitanti in due regioni di Cuba.
Impiegando l'omeoprofilassi, l'equivalente omeopatico di un vaccino, un nosode di leptospirosi è stato preparato e somministrato assieme a due essenze di fiori di Bach, allo scopo di affrontare i tipici effetti mentali ed emotivi della malattia.
Per oltre un mese sono state somministrate due dosi a una popolazione di cinque milioni di individui, portando l'incidenza dell'infezione a poco meno di dieci soggetti, senza esiti mortali.
In Precedenza il trattamento convenzionale della popolazione tramite vaccino allopatico, determinava comunque migliaia di infezioni nonché alcune vittime, con un costo pari a 2 milioni di dollari. La soluzione omeopatica ammonta ad appena il 10 per cento di suddetta cifra, vale a dire 200.000 dollari.  Fonte: Nexus New Times

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Il Direttore del Lancet attacca il Presidente dell'Ordine dei Medici inglese perchè sostiene le medicine complementari - (23/11/2005)

Il 6 di ottobre viene pubblicato il rapporto commissionato dal Principe Carlo sul ruolo delle medicine complementari ed alternative nel sistema sanitario inglese. Come già riportato dal British Medical Journal, il rapporto sostiene che le medicine complementari, e fra queste l'omeopatia, possono determinare un significativo risparmio per il sistema sanitario nazionale inglese (NHS). Il rapporto rappresenta lo studio più completo, organico ed autorevole fin qui eseguito per studiare l'impatto delle medicine complementari sulla sanità pubblica.
Il rapporto riceve immediatamente una valutazione positiva da parte di esperti ed autorità istituzionali tra i quali spicca il giudizio di Sir Graeme Catto, presidente del General Medical Council (l'equivalente dell'Ordine dei Medici inglese) e vice-direttore del prestigioso King's College della London University. Questa la sua dichiarazione:
"Sono favorevole a questo Rapporto. Indica una via concreta per affrontare il problema (delle medicine complementari, ndt) e merita di essere attentamente considerato come parte integrante in un dibattito importante ed in divenire. Ciò che più è interessante, i trattamenti complementari vengono offerti insieme con i trattamenti convenzionali nella pratica medcina generale, nella medicina palliativa ed in altre condizioni..."

Il giorno dopo la pubblicazione della news sul BMJ, il direttore di Lancet, Richard Horton, sferra nella sezione Rapid Response del BMJ un violentissimo attacco personale al Principe Carlo ed a Sir Graeme, (Presidente di TUTTI i medici inglesi!!) intitolando la sua mail di risposta alla news "Pandering to the Prince". Cosa significa questo titolo? Dal vocabolario Zanichelli, to pander: assecondare (debolezze e vizi altrui).
In altre parole, per Horton sostenere i concetti del rapporto è come assecondare una debolezza, un vizio (sic!). Mentre il rapporto sostiene una integrazione fra medicina complementare e convenzionale in modo bilanciato (come è facilmente verificabile leggendo la sintesi del rapporto stesso), Horton sostiene che il rapporto stesso vuole sostituire la medicina convenzionale e che il rapporto stesso è "potenzialmente pericoloso per la vita" ("the prince's report is itself potentially life-threatening").
Come si vede, alla fine di agosto 2005 Lancet ha attaccato violentemente l'omeopatia amplificando i dati di uno studio senza nessuna validità scientifica (lo studio di Egger et al.). Gli otto studi su cui è basato il giudizio finale di tutto il lavoro sono a tutt'oggi non noti (lo studio riporta solo la bibliografia generale, ma NON indica quali sono gli studi sui cui è stata fatta l'analisi finale).
Lancet ha decretato la fine dell'omeopatia (che è una branca medica), come se fosse Lancet ad avere creato la medicina; nello stesso numero ha attaccato in modo ancora più violento la principale organizzazione mondiale della salute,l'OMS, che sta preparando un rapporto con un giudizio positivo sull'omeopatia. Com'era ovvio, l'omeopatia va avanti, ed il BMJ pubblica una importante news sul rapporto commissionato dal principe Carlo; immediatamente l'editore di Lancet, Horton, utilizza gli spazi offerti da una rivista che vuole la discussione, come il BMJ. E lo fa con una lettera denigratoria ed allarmistica che ancora una volta attacca i medici clinici e le loro rappresentanze istituzionali.
Quali conclusioni trarre ? Una conclusione emerge: gli attacchi all'arma bianca contro l'omeopatia sono ormai senza nessuna accettabile argomentazione. Per trovare argomentazioni, si deve a questo punto attaccare tutta la medicina ed i pazienti. Questo è logico, in quanto l'omeopatia ha sempre fatto parte della medicina vera, quella che cura (e cura secondo principi sperimentali e ripetibili).
I medici inglesi ormai l'hanno capito. Anche i pazienti. E Lancet ? Esemplare è la conclusione nel dibattito aperto sul BMJ dalla fondatrice di un gruppo di giornali medici, Jay Ilangaratne:
"It is unfortunate that Horton has used a BMJ-facility to outpour his emotions against two individuals. Argubaly, being associated with a medical journal which is owned by group with close links to the arms industry, is a greater evil than promoting homeopathy"

Traduzione: "E' increscioso il fatto che Horton abbia usato una opportunità offerta dal BMJ per sfogare le sue emozioni contro due singole persone (Sir Graeme ed il Principe Carlo, ndt). Evidentemente, il fatto di essere associato ad una rivista medica proprietà di un gruppo con stretti legami con l'industria delle armi, è una influenza nefasta molto maggiore del fatto di sostenere l'omeopatia".

http://www.fiamo.it/rassegna/51128.htm  -  vedi anche: http://www.numedionline.it/apps/essay.php?id=3122


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Omeopatia: studi scientifici che ne provano l'efficacia.
Lo International Advisory Committee, coordinato dal Prof. L. Milani, ha selezionato 163 studi clinici controllati sull'uomo che forniscono valide ed inequivocabili prove sulla validazione dell'effetto terapeutico dei farmaci omeopatici (verum omeopatico) oltre a 102 pubblicazioni sulla ricerca di base (in vitro, in vivo, intravitam).

Dei 163 studi clinici sull'uomo, 120 (73%) sono stati effettuati vs placebo e 43 (26,4%) vs il farmaco allopatico corrispondente di riferimento. Dei 120 lavori vs placebo, 91 (75,8%) hanno dimostrato superiorità del medicinale omeopatico; dei 43 lavori vs allopatico di riferimento, il 100% ha dimostrato non inferiorità terapeutica (uguaglianza o superiorità) del medicinale omeopatico.

Di questi ultimi 43 studi, ben 34 (79%) sono stati pubblicati dal 2000 al 2005. L'International Advisory Committee ha svolto un accurate e selettivo lavoro di analisi sulla vasta bibliografia esistente (più di 800 pubblicazioni) anche su prestigiose riviste internazionali come Cancer, British Medical Journal, Rheumatology, Thorax, British Journal of Clinical Pharmacology, Annals of Internal Medicine, etc., individuando ed includendo nella pubblicazione solo lavori di qualità condotti con criteri metodologici ed impianti sperimentali sec. le Linee Guida attualmente suggerite e accettate.

Vengono presentati 10 studi clinici, facilmente consultabili, in cui sono indicati: metodologia sperimentale, nazione, numero di pazienti inclusi, criteri di inclusione e di esclusione, patologia considerata, terapia, posologia, durata dello studio, criteri di valutazione (outcome), efficacia terapeutica, effetti collaterali, tollerabilità, conclusioni degli Autori e risultato finale. Illustrano i 10 studi, tabelle e grafici come apparsi nelle pubblicazioni originali.
Potete visionare la ricerca: http://tinyurl.com/y8nts7

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Ottobre 2005 
I veterinari che adoperano l’omeopatia sugli animali, mettono in serio dubbio lo studio di Lancet, per il quale queste particolari cure altro non sono che “effetto placebo”.
L’omeopatia viene utilizzata negli allevamenti biologici perché “il rimedio nella sua diluizione non resta nella carne, così come nelle uova e nel latte, evitando che i cibi che poi arrivano sui mercati vengano contaminati da farmaci”, ci dice un medico veterinario, dr Paolo Mizzoli, che da anni la utilizza in quegli allevamenti (non intensivi).
Lo scopo dei veterinari che applicano i rimedi omeopatici è quello di vedere riconoscere in Italia questa particolare cura.

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Effetti antitumorali dei medicinali omeopatici
Il meccanismo d'azione dell'omeopatia è controverso, a causa delle alte diluizioni dei farmaci impiegati. Sono state proposte diverse teorie per comprendere il meccanismo d'azione, ma nessuno è stato scientificamente verificato. Con uno studio effettuato dal gruppo coordinato da Shagun Arora gli sperimentatori si propongono di indagare l'efficacia di alcuni farmaci omeopatici selezionati su modelli tumorali in vitro testando l'attività citotossica dei medicinali omeopatici selezionati come tinture madri (TM) e come diluizioni ultramolecolari (30CH, 200CH, 1MK e 10MK) contro le linee cellulari derivate da tumori di particolari organi:
Salsapariglia su cellule di adenocarcinoma renale umano e su una linea cellulare non maligna del rene canino, Ruta graveolens su carcinoma colon-rettale umano e Phytolacca decandra sul carcinoma mammario umano.
Specifici metodi di valutazione sono stati usati per monitorare la citotossicità, l'attività anti-proliferativa e l'apoptosi.
I risultati mostrano che preparazioni di TM e soluzioni ultra-diluite dei tre farmaci omeopatici avevano effetti significativi nelle azioni sulle rispettive linee cellulari tumorali, producendo sia citotossicità, sia diminuzione della proliferazione cellulare; gli effetti sono stati maggiori con le TM, ma presenti in tutti i casi e persistenti, anche se in misura minore nei preparati molecolari ultra diluiti mentre Salsapariglia non ha mostrato effetti sulle cellule tumorali del rene canino.
Nelle colture trattate con medicinali omeopatici erano evidenti alcune caratteristiche dell'apoptosi tra cui il restringimento delle cellule, la condensazione della cromatina e la frammentazione del DNA. In conclusione dunque lo studio ha fornito prove di laboratorio preliminari sulla proprietà dei farmaci omeopatici come agenti antitumorali, risultati incoraggianti che invitano a intraprendere ulteriori ricerche per esplorare le potenzialità di azione dei medicinali omeopatici in questo campo.
Fonte: Homeopathy, 2013, 102, (4), 274  
By di Tiziana Di Giampietro - Per leggere l'abstract , cliccare QUI

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I benefici dei pazienti oncologici in trattamento integrato
In Italia, i dati che riguardano l'uso delle terapie complementari (MC) tra i pazienti affetti da tumore, sono confusi e contraddittori: per chiarire il quadro oncologi, internisti, psicologi ed epidemiologi toscani hanno condotto uno studio, con lo scopo di ricercare le caratteristiche demografiche e psicologiche di pazienti oncologici italiani che utilizzano le MC e il beneficio percepito dagli utenti.
Più di ottocento pazienti provenienti da sei dipartimenti oncologici italiani sono stati intervistati sull'uso delle MC sulla base di due questionari tesi ad indagare il distress psicologico e sulla resilienza di tratto chiamata senso di coerenza (SOC); i pazienti arruolati nello studio presentavano differenti siti di tumore primario e si trovavano in differenti fasi della malattia e del processo di cura.
Al momento dell'analisi il 37,9% dei pazienti stava utilizzando una o più tipologie di MC: dieta e integratori (27,5%), erbe (10,8%), omeopatia (6,4%) e terapie mind-body (5,5%).
E' stato rilevato che il contesto italiano è caratterizzato da un'alta percentuale di pazienti che informano i loro medici sull'uso delle MC (66,3%) e che ne sperimentano i benefici (89,6%), mentre il 75,2% dei pazienti aveva già usato MC in passato.
Un'analisi multivariata ha rivelato che le pazienti donne giovani che in precedenza avevano già usato MC in passato, apparivano più propense a ricorrere nel presente all'uso di almeno una tipologia di MC, con i predittori dell'uso che variavano a seconda del tipo.
Tra i fattori psicologici, il SOC era positivamente associato all'uso di MC sia nel passato che nel presente.
La prevalenza globale di MC nei pazienti oncologici italiani è alta ed è in accordo con la media europea. In aggiunta ai fattori clinici e sociodemografici, anche la resilienza di tratto SOC risulta essere associata all'uso di MC. In conclusione, il paziente oncologico italiano che ricorre alla terapia oncologica integrata (protocollo tradizionale coadiuvato dalle medicine complementari e dalle discipline bionaturali) risulta più aderente al trattamento ed i tratti della sua personalità appaiono più in equilibrio.
Fonte: J Pain Symp Management, 2014, 47, (1), 26
By Maria Chiara Dell'Amico - Per leggere l'abstract, cliccare QUI

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Omeopatia e febbre Chikungunya
L'obiettivo di un lavoro dell'indiano Gyandas G. Wadhwani è stato quello di osservare l'effetto della terapia omeopatica nei casi di febbre Chikungunya e negli effetti ad essa conseguenti, l'artrite cronica, in un contesto di assistenza sanitaria primaria.
La febbre Chikungunya (FC) è una malattia virale trasmessa dal morso della zanzara Aedes aegypti (che produce immunità permanente) caratterizzata da ipertermia, eruzioni cutanee, reazioni muscoloscheletriche e articolari importanti che permangono per mesi. La terapia convenzionale è sintomatica: farmaci anti infiammatori, riposo e fluidi sono fondamentali.
In questo lavoro sono stati valutati 126 pazienti di un solo villaggio ai quali è stato somministrato un solo rimedio omeopatico scelto secondo la Materia Medica; per minimizzare l'effetto di variabili di confusione, i pazienti sono stati invitati di sospendere l'uso di analgesici e antipiretici. Per le fasi acute sono stati prescritti 4 granuli del rimedio prescelto alla 30CH ogni ora, con allungamento dei tempi in fase di miglioramento. Gli effetti post FC sono stati invece trattati con rimedi prescritti in dinamizzazione LM, inizialmente tre somministrazioni/die, per passare a una/die in miglioramento. 
Dei 25 rimedi usati, i più prescritti sono stati Bryonia alba, Rhus toxicodendron, Lycopodium, Arsenicum iodatum, Ipecacuanha, Pulsatilla, Belladonna, Gelsemium e Arsenicum album. Il tempo medio di recupero è stato di sette giorni e completo per l'85% in 60 pazienti, che sono stati in grado di interrompere la somministrazione di analgesici/antipiretici e passare alla terapia omeopatica senza difficoltà. Il miglioramento osservato è dovuto alla terapia omeopatica ma, a fronte della limitazione dello studio, andranno meglio valutati i marcatori sierologici (anticorpi IgM) qui non valutati per il basso livello socio-economico dei pazienti inclusi, che non potevano permettersi il test.
Fonte: Homeopathy, 2013, 102, (3), 193
ByTeresa De Monte - Per leggere l'abstract, cliccare QUI

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Informazione biologica oltre il numero di Avogadro ?
Si discute da tempo sulla reale presenza di principio attivo all'interno dei rimedi omeopatici ultralow e nessuna prova convincente ha mai potuto dimostrare che, nei diversi preparati ultra diluiti e dinamizzati, sia presente qualcosa di diverso del solo solvente; ne consegue che la critica maggiore deriva dal fatto che non si comprende come e attraverso cosa il rimedio possa agire.
L'opinione non dimostrata degli omeopati, contraria all'evidenza scientifica in campo chimico, biologico e farmacologico, è che diluizioni maggiori della stessa sostanza non provocherebbero una riduzione dell'effetto farmacologico, bensì un suo ipotetico potenziamento.
In una ricerca pubblicata sul Journal of Analytical Methods in Chemistry condotta con spettroscopia di emissione, spettroscopia UV-VIS e con voltammetria ciclica, si è dimostrata la presenza di principio attivo ancora evidenziabile in diverse concentrazioni di Digitalis purpurea in rimedi omeopatici con concentrazione al di sopra del numero di Avogadro.
In sintesi, sembrerebbero esserci prove di prersistenza di principio attivo nei rimedi omeopatici: seguendo questo filone di ricerca potrebbe non essere più possibile sostenere, come fatto fino ad ora anche da vari divulgatori scientifici, che i preparati omeopatici posti in vendita, sono composti unicamente da zucchero.
Il lavoro condotto da Anup Sharma e Bulbul Purkait sembrerebbe dimostrare il contrario; più in generale è auspicabile che, come accaduto per la fisica newtoniana, una visione autentica della scienza allarghi i modelli e non ignori quanto le acquisizioni moderne mettono in evidenza.
Fonte: JAMC, 2012
By Carlo Di Stanislao - Per leggere l'abstract, cliccare QUI

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CLINICAL CASE HISTORIES  -  Homeopathy and respiratory allergies: a series of 147 case

By P Colin
Allergies, especially respiratory allergies, are one of the indications for which homeopathic treatment is most frequently sought. The progress of 147 cases of respiratory allergy since in private homeopathic practice is reported here.
Only two cases of ear, nose and throat (ENT) allergies out of a total of 105 showed no improvement, no patients deteriorated. Two cases with worsening and three without improvement were noted out of 42 cases of pulmonary allergies. The constitutional homeopathic remedies varied, Lycopodium, Pulsatilla and Sulphur were most frequently prescribed for ENT allergies, there was no predominantly prescribed remedy in the pulmonary allergy group. T
hirty one cases of respiratory allergies consulted only once. The reasons for such a state have been reviewed. If all these cases were therapeutic failures, the success rate of the homeopathic treatment is 87.6%.

An exploratory retrospective study of people suffering from hypersensitivity illnesses who attend medical or classical homeopathic treatment 

By L Launsø, CK Kimby, I Henningsen and V Fønnebø
The objective of this study is to describe patients who had treatment for hypersensitivity illnesses by general practitioners (GPs) or classical homeopaths (CHs) and the patients' self-reported effectiveness of the treatment received. The data stems from an exploratory retrospective study amongst 88 Danish patients (response rate 58%) suffering from hypersensitivity illnesses, who chose treatment from one of six GPs or one of 10 CHs who participated in the project. The patients themselves selected their treatment. The GPs or the CHs considered that the patient's treatment was complete or that the patient was in a situation of current 'maintenance treatment'.
The patients' primary reason for consulting the GP or the CH was that they were suffering from hypersensitivity illnesses. No significant difference was found between the two groups of patients in relation to age, education and duration of hypersensitivity symptoms. The CH patients were more likely to be employed in teaching, research, health care or the social sector compared to GP patients. The two groups of patients were similar in respect of their health at the start of the treatment, 57% of the patients who consulted a CH experienced an improvement of their state of health compared to 24% of the GP patients. Both groups of patients experienced an improvement of their psychological health after treatment. Logistic regression analysis showed that the GP or CH was the only significant effect variable.
The results are based on the patients' retrospective, self-reported effectiveness of the treatments.

Opinions and self-reported health status of Italians seeking homeopathic treatment

By R Pomposelli, C Andreoni, G Costini, B Dedor, I Mariani, M Castellini, GM Tomaioli and E Tonini
The use of homeopathy is increasing worldwide. This multi-centre cross-sectional study aims to describe the opinions and self-reported health status of a sample of Italian people seeking homeopathic care.
A self-administered questionnaire including socio-demographic characteristics, knowledge and opinions about homeopathy, personal experience with homeopathy, and, self-reported health status (SF-12), was administered to a sample of people who had sought homeopathy. Of a possible 1229 individuals invited to participate, 1223 did so.
The majority of the participants were female, young (mean age 42 years), well educated (mean 13 years of education). The reason for seeking care was for either physical or emotional conditions. Most participants had fair to good knowledge of homeopathy, and the self-experienced effect (subjective judgment on efficacy) was good regardless of the type of health condition reported.
The Physical Component Summary (PCS-12) scores were similar to the general Italian population, but the Mental Component Summary (MCS-12) scores were lower in all relevant strata examined. This study provides information on the characteristics of people seeking homeopathic care, in particular the results of the SF-12 self-reported health status evaluation.

A Bayesian perspective on the reliability of homeopathic repertories

By ALB Rutten, CF Stolper, RFG Lugten and RWJM Barthels
An interim assessment of likelihood ratio of homeopathic symptoms shows that there are serious flaws in Kent's repertory. The system of expressing relationship between symptoms and expected results from medicines by typeface is unclear and unreliable. Bayesian methods can improve this and expand the possibilities of the repertory including the possibility of interpreting the absence of expected symptoms.

Evaluation of isopathic treatment of Salmonella enteritidis in poultry

By A Berchieri, Jr., WCP Turco, JB Paiva, GH Oliveira and EV Sterzo
Background - Salmonellosis is a common problem worldwide in commercially reared poultry. It is associated with human Salmonellosis. No fully satisfactory method of control is available. Method - Nosodes to an antibiotic-resistant strain of Salmonella enterica serovar Enteritidis in D30 (30X) potency were prepared.
One day old chicks (N=180) were divided into four groups: two control and two different preparations of the nosode. Treatments were administered in drinking water for 10 days. The birds were challenged by a broth culture of the same Salmonella, by mouth, on day 17. Cloacal swabs were taken twice weekly for Salmonella enterica serovar Enteritidis. Results - Birds receiving active treatment were less likely to grow the strain of Salmonella from cloacal swabs compared to control. Conclusion - Isopathy is low cost and non-toxic. It may have a role to play in the widespread problem of Salmonella in poultry. Further research should be conducted.

Effects of Cina on root-knot disease of mulberry

By SC Datta
Root-knot disease of mulberry is caused by the nematode Meloidogyne incognita. It has important economic implications for sericulture. The homeopathic medicines, Cina mother tincture (MT) and potentised Cina 200C, prepared from the flowering meristems of Artemisia nilagirica (Clarke) Pamp, were applied by foliar spray on mulberry (Morus alba L.) infected with M. incognita juveniles(J2). Pretreatment (ending 6 days before inoculation) and post-treatment (starting 6 days after inoculation) schedules were tested.
The two uninoculated control batches were treated with the same procedure with Cina MT and Cina 200C.
Both pre- and post-treatment significantly reduced nematode infection in terms of root gall number and nematode population in root. All the treated plants showed improved growth in terms of fresh biomass of shoot and root, length of shoot and root, number of leaves, leaf surface area, root and leaf-protein content.
Cina 200C
is more effective than Cina MT in all respects of nematode control as well as growth of the test plants. Pretreatments show slightly better effects than the post-treatments. It is interesting that inoculated and treated plants not only are less affected by nematodes but also have a better growth than uninoculated untreated control.

Reiter's disease treated with Nux vomica
B
y R Gupta and RK Manchanda
We report the case of a 35 year-old man suffering from Reiter's disease. He did not respond to Lycopodium or Nux vomica in medium dilutions, but did respond to Nux vomica in very high potency.

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