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da
Pag. 1
vedi:
LEGGE di GUARIGIONE
(Legge
di Hering
- Crisi di Eliminazione) +
Omeopatia
SPECIFICITA’ MEDICAMENTOSA
"Ogni medicamento produce effetti specifici nel
corpo umano e nessun'altra sostanza medicinale
puo' dare origine ad altri effetti che siano del
tutto simili a quelli" (dall'Organon):
Secondo questo postulato possiamo così affermare
che l'interesse del medico omeopatico non è la
diagnosi di
malattia,
bensì la diagnosi di "rimedio", cioè del
medicamento che nel sano provoca i disturbi "piu'
simili" a quelli presentati dal nostro paziente
in esame. In natura infatti non esiste una
sostanza che somministrata ad un paziente sano
produca effetti uguali ad un'altra. (patogenesi
del rimedio).
La DOSE INFINITESIMALE
La sostanza che si somministra all'organismo
deve "stimolare" la sua reazione è la miccia che
fa esplodere la bomba e come tale piu' che
elevata nel dosaggio deve essere "specifica" per
i disturbi del paziente. Diluizione e
dinamizzazione aumentano progressivamente
l'azione dei medicamenti. Qualunque sostanza o
medicamento agente sulla vitalita' è in grado di
determinare un'alterazione dell'equilibrio della
Forza Vitale e di conseguenza un cambiamento
dello stato di salute della persona.
Questo effetto è dovuto quasi esclusivamente
alla sostanza somministrata e viene chiamato
"Effetto primario", utilizzato dalla
medicina
allopatica.
Alla somministrazione di una sostanza la Forza
Vitale si oppone con carattere conservativo
sempre a favore della vita, questo grazie al
fatto che l'organismo umano appartiene alla
categoria dei "Sistemi
omeostatici"
caratterizzati da interscambi di informazioni
biologiche e da tutte quelle attivita' che
tendono a conservare costanti le varianti del
Sistema.
Chiamiamo quindi questo: "Effetto secondario",
utilizzato dalla Medicina omeopatica.
Considerato che l'azione curativa in medicina
omeopatica sfrutta la reazione dell'organismo,
la sostanza che si somministra ha esclusivamente
funzione di "stimolare" la reazione e come tale
piu' che elevata nel dosaggio deve essere
"specifica" per i disturbi del paziente.
Arrivati a questo punto, non abbiamo forse
chiarito l'interrogativo che piu' di tutti fa da
sfondo a un argomento così trattato e apprezzato
come appunto l'omeopatia.
In natura esistono infatti sostanze che, se
assunte da individui sani per un certo periodo
di tempo, sono in grado di produrre sintomi
tipici della sostanza stessa (intossicazione).
Sappiamo inoltre che ogni malattia è
caratterizzata da un quadro sintomatologico che
le è tipico. La ricerca dell'analogia tra i
sintomi della malattia di un paziente e quelli
provocati dalla somministrazione di una sostanza
naturale ad una persona sana (ottenuta tramite
sperimentazione detta prooving), è alla base
dell'operato del medico omeopatico "similia
similibus curantur".
Ci si chiede infatti cosa tale medicina
alternativa intenda per "malattia": per fornire
una risposta completa va anticipatamente
chiarito come l'omeopatia consideri l'entita'
"Uomo".
L'essere umano qui non è considerato un insieme
di organi ed apparati, ma un "Sistema biologico"
con un elevato grado di ordine che si mantiene
senza l'intervento di alcun agente ordinatore
esterno.
Condizione perche' tale ordine si mantenga è che
il Sistema biologico possa dissipare tutta
l'energia che produce attraverso i processi
metabolici o attraverso quelli che prende dal
mondo esterno (calore, cibo, emozioni,
sentimenti).
Produzione e cessazione di energia rappresentano
due meccanismi connessi.
Un ostacolo alla cessazione energetica
costituisce quindi la premessa alla malattia,
costringendo l'organismo vivente ad aprirsi
canali secondari esonerativi. Se ad esempio
"blocchiamo" con pomate un'eruzione cutanea,
l'organismo spostera' il tentativo di auto
depurarsi su un altro organo.
Possiamo allora considerare la malattia come un
mezzo attraverso il quale un organismo vivente
cerca di mantenere il suo ordine interno in
condizioni ambientali avverse al fine di
garantire la sopravvivenza del genere umano.
Alla propria dottrina basata sul principio dei
simili Hahnemann diede il nome di "Omeopatia" e
riservo' invece il nome di "Allopatia" alla
pratica medica secondo la quale per la cura di
una malattia devono essere usati quei farmaci
che hanno effetto contrario ai sintomi della
malattia in atto.
APPROCCIO al PAZIENTE in MEDICINA OMEOPATICA
La medicina ufficiale considera la malattia come
entita' a se' stante che interessa un organo, un
apparato o una funzione limitata nel tempo e
nello spazio (da cio' la suddivisione in
malattie acute, subacute e croniche).
La causa eziologica è quasi sempre ricercata
nell'ambiente esterno (virus, batteri,
pollini...).
La terapia è per la maggior parte codificata
secondo il tipo di malattia e come tale "in
serie" per tutti i pazienti (antinfiammatorio
per l'infiammazione, antibiotico per l'infezione
batterica...).
Le malattie di organo, visceri e funzioni
vengono poi suddivise in tante "specialita'",
dando origine così alla "medicina dell'uomo
disintegrato" dove, piu' che il malato, viene ad
essere curata la malattia.
Le principali indicazioni della medicina
allopatica diventano di conseguenza le malattie
acute e tra queste sopratutto quelle in cui la
componente "dolore" prevale.
L'omeopatia considera invece il sintomo non come
un messaggio da sopprimere, ma da interpretare
nel contesto del sistema uomo, crea il quadro di
una malattia "dinamica" tenendo conto sia della
parte fisica sia di quella psicologica
contemporaneamente (il corpo è sempre lo
specchio della mente).
Importanza fondamentale assume il concetto di "Terreno",
in base al quale nell'ammalarsi le cause esterne
rappresentano un "fattore scatenante" un
disturbo che è gia' dentro il paziente, la sua "suscettibilita'
ad ammalarsi" che rappresenta il disturbo da
curare prima ancora che questo si manifesti
organicamente.
Nella cura omeopatica ogni paziente è una "individualita'":
non esistera' quindi la cura per l'ulcera
duodenale del Sig. Y, ma la cura del Sig. Y con
la sua ulcera duodenale sicuramente diversa da
quella di un altro paziente che soffre della
stessa malattia. (Individualita' terapeutica).
Potremo così dire che in omeopatia esistono
malati e non malattie.
Omeopatia e
LANCET:
Articolo pubblicato in
Luglio 2005 contro l'Omeopatia,
da due studiosi Svizzeri
+
Omeopatia degli ibridi
+
Omeopatia degli ibridi (English)
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Non vietate l'omeopatia
- di Maria Novella De Luca - Giovedì 16 febbraio
2006
Stop ai farmaci dal 2008: oggi il verdetto della
Camera. Proteste dei pazienti che hanno scelto
le medicine alternative. "Rappresentiamo 11
milioni di persone"
Italy, Roma - E' l'ultimo appuntamento politico,
poi le regole cambieranno davvero, e per undici
milioni di italiani che si curano con
l'omeopatia la vita diventera' piu' difficile.
Oggi, infatti, la commissione Affari Sociali
della Camera discutera' e forse dara' il via al
recepimento della direttiva europea che
stabilisce nuove regole sulla produzione, sulla
sperimentazione e sulla vendita dei farmaci
omeopatici.
La direttiva europea, così denunciano le
associazioni e i comitati che riuniscono medici
e pazienti che utilizzano le "medicine non
convenzionali", è stata intesa dall'Italia in
modo "restrittivo", con la conseguenza,
affermano gli addetti ai lavori, che "dal 2008
sara' impossibile curarsi con l'omeopatia".
Dopo l'ultimo "consulto" di oggi in commissione
Affari Sociali, la direttiva sara' trasformata
in tempi brevi in decreto legge, e quindi in
legge. "Nel nostro paese - spiega Paolo Roberti,
presidente del comitato di coordinamento delle
medicine non convenzionali in Italia - è
accaduta la cosa peggiore.
Le norme comunitarie sono state interpretate
dall'AIFA, l'agenzia del farmaco, nel senso piu'
restrittivo possibile, a differenza di quanto è
accaduto in tutto il resto d'Europa, dove la
direttiva è stata utilizzata non per mettere al
bando l'omeopatia, ma per disciplinarla meglio.
Il risultato è che nel 2008, se la commissione
Affari Sociali non riuscira' a fare alcune
modifiche al testo, il 60% dei farmaci
omeopatici non sara' piu' reperibile in Italia e
undici milioni di pazienti resteranno senza
cure".
n pratica le nuove direttive impongono che per
essere messi in commercio, i rimedi omeopatici (cosi'
come i farmaci utilizzati per la
medicina
antroposofica e
ayurvedica)
vengano sottoposti agli stessi test di
sperimentazione dei
farmaci
(allopatici).
Si tratta pero', sostengono gli omeopati, di
modalita' di cura completamente diverse e
dunque non "testabili" con le stesse
procedure, che gia' nel passato hanno
definito i rimedi omeopatici inefficaci o
tutt'al piu' effetto
placebo.
"Nel silenzio e nel disinteresse generale sta
accadendo un fatto gravissimo - aggiunge Paolo
Roberti - che mina nel profondo la
liberta' di cura
e i cui risultati si vedranno fra due anni. In
Italia ci sono undici milioni di persone che
utilizzano l'omeopatia, come si puo' pensare di
ignorare la loro volonta', le loro scelte ?
Questa stessa direttiva in Francia e in Germania
è diventata la difesa delle medicine non
convenzionali, è possibile che invece nel nostro
paese le norme si debbano tradurre in una fuga
all'estero ?
Senza contare l'incongruita' di alcune scelte.
Nemmeno un anno fa questo governo ha firmato un
accordo con la Cina per creare in Italia una
specializzazione nella
medicina
tradizionale cinese.
Che fine faranno questi medici ? E con che cosa
cureranno i loro pazienti, visto che anche
questi farmaci sono considerati "non
convenzionali" dalla
medicina
ufficiale ?".
Quindi spettera' alla Camera decidere. Se non ci
saranno variazioni il decreto potrebbe essere
approvato in tempi brevi, nella corsa di fine
legislatura.
Fonte:
homeocity-news@homeocity.it
AamTerranuova aveva già intervistato in
proposito il fisico
Giuseppe Vitiello:
l'acqua
ha una memoria, è in grado di trattenere e
rilasciare informazioni. Il premio Nobel
Luc Montagnier lo ha ribadito recentemente
(2011) in Italia a Benevento.
"L'assenza di evidenza non è evidenza di
assenza": così
Luc Montagnier, Premio Nobel per la
Medicina, ha concluso la relazione all'Università
degli Studi del Sannio di Benevento, su una
nuova tecnologia (elettronica) per la
rilevazione di microrganismi nelle malattie
croniche.
Ospite per la prima volta a Benevento del
Dipartimento di Scienze per la Biologia, la
Geologia e l'Ambiente, Montagnier sta seguendo
nei laboratori di Benevento alcuni esperimenti
con la collaborazione scientifica del professore
Giuseppe Vitiello, la ricercatrice di Fisica
Paola Romano e il professore di Biologia
molecolare Vittorio Colantuoni.
Lo scienziato francese da qualche anno sta
sviluppando specifiche ricerche per dimostrare
come alcune sequenze di DNA
possono indurre
segnali elettromagnetici di bassa frequenza
in soluzioni acquose altamente diluite, le quali
mantengono "memoria" delle caratteristiche del
DNA stesso. E' il
principio su cui si basa l'omeopatia, che trova
in studi scientifici pubblicati un fondamento e
dimostrazioni sempre più evidenti.
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Il futuro dell'omeopatia -
di Sonia Tarantola
Schierarsi da una parte o dall'altra ? Omeopatia
o allopatia ?
Secondo Christian Boiron confine tra questi due
mondi è diventato permeabile e cio' che si cerca
è piu' la complementarieta' che l'opposizione.
L'omeopatia non è un "altra medicina": la
medicina è una sola.
Sono le parole di Christian Boiron, presidente e
direttore generale dell'azienda omeopatica
numero uno al mondo ma principalmente un uomo
che privilegia l'integrazione dell'omeopatia
all'interno della medicina in tutte le sue
dimensioni: scientifica, ospedaliera,
universitaria.
Nel libro "Il futuro dell'omeopatia" Boiron
descrive i suo percorso fatto di riflessioni,
speranze e dubbi sull'importanza attuale e
potenziale dell'omeopatia sempre piu' rivolta a
un concetto di medicina capace di mettersi in
discussione ed evolversi continuamente.
Si parte dal fondatore dell'omeopatia, Samuel
Hahnemann che nel 1796 scrisse il testo storico
dell'omeopatia e delineo' i principi terapeutici
efficaci, osservati migliaia di volte, diventati
cardini dell'omeopatia: la legge della
similitudine e le diluizioni infinitesimali. Da
allora lo scoglio da superare non cambia:
trovare la spiegazione razionale dell'efficacia
dei rimedi omeopatici.
Nel frattempo l'omeopatia progredisce grazie
alla sperimentazione, all'osservazione e alla
deduzione. In modo semplice e chiaro sul libro
si delineano alcuni punti fondamentali per
riflettere e capire il perchè esistano così
tante reticenze sull'uso dell'omeopatia a
partire dalla terminologia.
Perchè si parla di omeopatia come
medicina parallela o non convenzionale
?
"La medicina è una professione, una corporazione
che garantisce ai pazienti che vi fanno ricorso
una competenza e un'etica.
Le terapie sono innumerevoli, dalla piu'
semplice alla piu' sofisticata, dalla piu'
esoterica alla piu' scientifica. Anche i rimedi
sono innumerevoli. Il termine omeopatia designa
in realta' una determinata categoria di
medicinali, dotati di caratteristiche
specifiche. L'omeopatia è una terapia, il piu'
delle volte prescritta da medici o altri
operatori sanitari, e corrisponde a medicinali
codificati dalla normativa internazionale".
Perchè
medicina complementare
?
"Non è neppure una medicina complementare
poiche' non esistono terapie grandi e piccole,
tutto dipende dalle patologie prese in
considerazione".
E perchè
medicina alternativa
?
"L'omeopatia, non è alternativa alla medicina.
La vocazione del medicinale omeopatico non è
quella di essere un'alternativa a tutti gli
altri tipi di trattamento; merita il proprio
posto fra gli altri mezzi terapeutici, ma niente
di piu'".
Secondo Christian Boiron, il medico deve poter
utilizzare tutti i registi terapeutici. In
medicina non c'è posto per i settarismi, i
partiti presi, l'esclusivita'. Contano soltanto
il malato, l'esperienza del medico e la sua
competenza.
In realta' la medicina non è ne' classica, ne'
convenzionale, è la medicina caratterizzata da
molteplici sfaccettature, talvolta alle prese
con vere e proprie contraddizioni, costretta ad
affrontare numerose sfide. In conclusione ci
tiene a specificare la sua posizione di assoluta
apertura mentale verso il metodo scientifico e
le diverse pratiche:
"Sì, penso vi sia del vero nell'omeopatia,
così come nell'allopatia, nella fitoterapia,
nell'agopuntura, nello shiatsu, nello yoga,
nell'osteopatia... ma non credo nel carattere
assoluto di alcuno di questi sistemi. Allo
stesso modo ritengo che vi sia del vero negli
antibiotici,
nella chirurgia, nei
vaccini,
nella morfina, nell'aspirina...
Non so pero' se si possa sempre considerare
"guarito" un malato una volta eliminato il
dolore o qualsiasi altro sintomo. Sono convinto
che i meccanismi della salute siano estremamente
complessi e che riguardino la parte piu'
profonda dell'anima e del corpo psicofisiologico."
Coltivare un'apertura mentale che deve valere in
entrambe le direzioni, forse è questo il futuro
della medicina.
Tratto dal libro: Christian Boiron, Il futuro
dell'omeopatia, Tecniche Nuove
Fonte:
homeocity-news@homeocity.it
Commento
NdR: l'UNICA e Vera medicina e' quella
che fa guarire il
malato e gli indica come non
riammalarsi piu' !
vedi
Medicina naturale
Recente sentenza della Corte di Cassazione,
Italiana (legata a coloro che ostacolano
l'Omeopatia) che afferma che solo il medico puo'
esercitare e proporre i rimedi omeopatici, ma se
fino ad oggi la medicina ufficiale asserisce che
e' "acqua fresca"... cio' significa che se
consigliamo a chiunque (anche ai nostri figli)
un bicchiere di acqua fresca, siamo passibili di
condanna alla prigione.........FOLLIA di
"giudici" incapaci a Giudicare....
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Per fare l'Omeopata ci vuole la laurea in
medicina
- Italy, ROMA (6 settembre2006)
L'ha stabilito la Corte di cassazione (con la
sentenza numero 34.200) a proposito di una
condanna del tribunale di Modena a un "medico
non convenzionale", per esercizio abusivo della
professione. Il "dottore" senza laurea, dopo la
condanna, è stato assolto dalla Corte d'appello
di Bologna perche', secondo i suoi pazienti, non
effettuava atti riconducibili alla professione
medica.
La Cassazione ha revocato l'assoluzione e ha
ribadito che chi esercita l'attivita' medica
abusivamente, in qualsiasi forma, è punibile
secondo l'articolo 348 del codice penale. Non
sono stati considerati come attenuanti nemmeno
la consapevolezza dei pazienti circa il fatto
che l'omeopata non fosse laureato e la natura
“innocua” delle prescrizioni. Da piazza Cavour,
infatti, fanno sapere che l'omeopatia così come
la chiropratica, l'agopuntura, i massaggi
terapeutici, l'ipnosi curativa, la fitoterapia e
l'idrologia sono terapie non convenzionali
finalizzate sempre «alla diagnosi e alla cura
delle malattie dell'uomo», percio' sono di
esclusiva competenza dei medici.
Non si agitino, pero', estetiste, ottici e
dietisti. La Corte ha precisato, infatti, che
non c'è bisogno della laurea per effettuare la
depilazione con aghi elettrici, la misurazione
della vista, l'applicazione di lenti a contatto,
per rilevare la pressione arteriosa e fare
consulenze dietetiche o estetiche.
Tratto da:
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=8428&sez=HOME_INITALIA>Il
Efficacia dell'omeopatia
http://www.agoomeo.net/articolo.php?id=1
http://www.omeomed.net/sub_index/ricerca/20030930.pdf
- Omeopatia/Omotossicologia:
gli studi scientifici che ne provano l'efficacia
http://www.guna.it/AllLanguages/GunaEditore/SchedaProdotto.aspid_Product=11956&xid=40C059B48B8541AA97A423CC202BCF35
- L'omeopatia funziona, e potrebbe risolvere uno
dei problemi ambientali piu' gravi
http://eurosalus.lycos.it/0984524008_909.html
- Evidenze storiche e moderne dell'efficacia
dell'Omeopatia
http://www.dottorperuginibilli.it/index.php?option=com_content&task=view&id=89&Itemid=16
Per la Bibliografia,
visionare online ad esempio:
Pubmed
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Basta con le false notizie sull'omeopatia !
Il Corriere della Sera di mercoledì 28 novembre
dedica un articolo a firma Margherita De Bac dal
titolo: "L'Omeopatia è un placebo: effetti
collaterali inattesi. Nuova ricerca di Lancet. I
farmacologi: basta aiuti".
La SIOMI desidera precisare che non vi è nessuna
nuova ricerca sfavorevole all'omeopatia. I dati
cui si fa riferimento si riferiscono ad una
pubblicazione del 2005 che peraltro fu
ampiamente contestata in tutta Europa per
evidenti errori di metodo. Gli articoli apparsi
di recente su The Lancet rappresentano opinioni
personali, poco informate e preconcette degli
Autori. La SIOMI si interroga sul perche', a
fronte di tanto risalto mediatico ad alcune
opinioni che discreditano l'omeopatia, non
altrettanto spazio venga riservato per
diffondere le molteplici opinioni a favore sia
dei medici che dei molti milioni di pazienti
dell'omeopatia espresse dalla loro Associazione
nazionale (APO-Italia).
In merito alla affermazioni riguardanti la
presunta inefficacia della medicina omeopatica
la SIOMI desidera precisare quanto segue.
E' in progressivo aumento la letteratura
scientifica (facilmente reperibile sul
sito
SIOMI) che riconosce l'efficacia delle terapie
omeopatiche anche nelle malattie croniche e
nelle malattie gravi.
Sono sempre di piu' le riviste scientifiche che
ospitano lavori di ricerca sull'omeopatia. Tale
letteratura è anche reperibile in Italia, dal
settembre 2006, sulla Rivista a carattere
scientifico online "Omeopatia33" curata dalla
SIOMI e inviata a molte migliaia di medici e
farmacisti.
L'utilizzo delle medicine complementari e
tradizionali è tutelato anche dalla OMS.
L'Istituto Nazionale per la Salute americano (NHI)
ha aperto un settore dedicato alle medicine
complementari (NCCAM) e finanzia la ricerca
scientifica in queste discipline mediche.
Il mondo universitario internazionale si apre
all'Omeopatia. Ne è prova, un caso tra tanti, il
"Consortium
of Academic Health Centers for Integrative
medicine"
che riunisce 36 Universita' americane.
I recenti dati ISTAT, che riferirebbero di un
calo di richiesta di medicine complementari in
Italia (dati riferiti all'anno 2005) non sono
coerenti con i dati della indagine DOXA (ottobre
2004) che riferiscono, per contro, un aumento
della popolazione italiana in cura con
l'Omeopatia pari al 23,1% della popolazione. Non
solo: i dati ISTAT 2007 dimostrano chiaramente
che non vi è stata nessuna flessione di
richiesta di terapia omeopatica nei bambini,
evidenziando dunque come il calo sia
verosimilmente da attribuire ad un problema
economico dei cittadini che devono pagare di
tasca propria le cure del medico e le medicine
ed esso non sia, per certo, da imputarsi ad una
diminuzione di preferenza. D'altra parte è la
stessa indagine ISTAT ad ammettere che i
cittadini in cura con l'omeopatia si dichiarano
soddisfatti in una percentuale eccezionale,
superiore al 70%. La medicina convenzionale puo'
vantare altrettanto gradimento?
la Regione Toscana ha di recente emanato una
Legge (9/07) che riconosce come medicina
ufficiale l'omeopatia, l' agopuntura e la
fitoterapia. Sempre in Toscana, un'ampia
percentuale (58%) dei medici di medicina
generale e dei pediatri di Famiglia non solo
consigliano l'omeopatia ai loro assistiti ma ne
fanno un uso personale, in qualita' di pazienti,
superiore a quello della popolazione generale
toscana. (Osservatorio epidemiologico
dell'Agenzia Regionale di Sanita', anno 2003).
Sempre in Toscana l'Universita' di Firenze sta
svolgendo, con la consulenza della SIOMI,
ricerche tese a verificare il meccanismo
d'azione del medicinale omeopatico grazie anche
ad un finanziamento pubblico della Regione.
I medici classici che scelgono di avvalersi
anche dell'omeopatia per la cura dei loro
pazienti sono centinaia di migliaia nel mondo e
i cittadini che utilizzano questa medicina sono
almeno 300 milioni. Questi dati dimostrano
chiaramente sia che la medicina omeopatica è
efficace sia che la medicina classica da sola
non è sufficiente.
I meriti della medicina convenzionale sono
innegabili. Tuttavia oggi sono in progressivo
aumento le malattie croniche nei confronti delle
quali la terapia farmacologica convenzionale è
poco efficace in termini di guarigione e gravata
di effetti collaterali spesso insostenibili. In
molte malattie croniche (allergie, asma,
dermatiti, cefalee, malattie reumatiche,
infezioni ricorrenti dei bambini) l'omeopatia
rappresenta un valido strumento di cura capace
di diminuire il consumo di farmaci, migliorare
la qualita' della vita degli ammalati e
promuovere la guarigione.
Le iniziative finalizzate al discredito
dell'omeopatia, portate avanti a piu' riprese
con contenuti inesatti e manipolatori non
avranno alcuna influenza sulle scelte dei
cittadini che hanno sperimentato sulla loro
pelle l'efficacia dell'omeopatia e nemmeno
sull'opinione delle migliaia di medici che hanno
scelto di avvalersi di questa medicina perche'
ne verificano quotidianamente l'utilita'
terapeutica.
Fonte:
SIOMI,
Societa' Italiana di Omeopatia e Medicina
Integrata - Giovedì, 29 novembre 2007
By Simonetta Bernardini
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Un agguato alla
medicina complementare
- By Sen. Paolo Rossi
Sono rimasto piuttosto perplesso e indignato
circa l'articolo apparso nel «Corriere della
sera» odierno (28 nov. 2007) concernente
l'omeopatia e le polemiche suscitate
dall'intervento pubblicato nella prestigiosa
rivista «Lancet».
È chiaro con ogni evidenza che, facendosi scudo
di voce così autorevole, l'analisi giunga alle
conclusioni prima di dimostrarle, avvalendosi di
alcuni dati - come il presunto calo
nell'utilizzo delle medicine complementari in
Italia e i relativi tagli al settore in Gran
Bretagna - piu' per bisogno di rafforzare le
proprie tesi che non di entrare nel merito.
Non solo non si fa cenno a una prospettiva di
ampio respiro al livello europeo circa la
medicina complementare e omeopatica, la qual
cosa tramuterebbe di fatto diversi milioni di
Italiani alla stregua di semplici sprovveduti o
creduloni, ma l'attacco giunge con precisione
tale, rispetto ai tempi, da non poter non
ingenerare sospetto: proprio nel momento in cui,
anche per non esser ultimi in Europa, il
Parlamento sta vagliando provvedimenti atti a
riconoscere la dignita' delle medicine
complementari, e non per "sostituirsi" alla
medicina allopatica o alla chirurgia, ma per
quel che a essa pertinente nella sua area
specifica di intervento.
Per questo giudico l'articolo di oggi, almeno
nella forma in cui è stato divulgato, un
messaggio improprio e iniquo: cosa accadrebbe se
giudicassimo l'efficacia di alcuni prodotti
mettendola in relazione solo coi fondi elargiti
per la ricerca ?
Mi pare, in sintesi, una tesi frettolosa,
dettata da chi ha interesse a non perdere quote
di mercato: l'ultima contraddizione, in ordine
di tempo, di un Paese come l'Italia in cui si va
avanti col freno a mano tirato, e dove le
intenzioni di aprirsi a forme di liberismo e di
concorrenzialita' che possano incrementare
conoscenza e sviluppo inevitabilmente finiscono
per scontrarsi con la miopia di un'ottica
corporativistica sorretta da potentati
economici.
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Polemiche dopo due decessi dovuti alla
sospensione di cure ufficiali. Ma perche'
attaccare le non convenzionali ? Cosa dicono gli
addetti ai lavori ?
A Firenze una ragazza sedicenne diabetica muore
dopo aver interrotto l'insulina su "consiglio"
di una "naturopata": la "curatrice" americana
Marjorie Randholf che aveva sostituito la
terapia insulinica con un cocktail di vitamine è
ora indagata per omicidio volontario ed
esercizio abusivo della professione medica.
In Trentino un magistaro ha chiesto il rinvio a
giudizio di un medico ajurvedico per il caso del
bimbo di 6 anni, malato di fibrosi cistica,
morto nel 2006 in seguito alla sospensione delle
terapie tradizionali, sostituite da una cura
ajurvedica. I due fatti di cronaca in drammatica
successione hanno riacceso le polemiche sulle
cosiddette "medicine
alternative",
che sono state messe in un unico calderone
(agopuntura e omeopatia comprese), di credenze e
pratiche anti-scientifiche, di ritorno alla
"stregoneria"
e al "magico".
Il mondo della medicina complementare si è
immediatamente ribellato: durissimi comunicati
della Rete Toscana di
Medicina
Integrata (RTMI), di Omeoimprese,
l'associazione delle aziende produttrici di
medicinali omeopatici, sia contro i mass-media,
sia per chiedere una chiara legge sulle
complementari e sulla formazione degli
operatori.
Ma come possono tutelarsi i cittadini ? E gli
addetti ai lavori ?
Intanto sull'omeopatia e le altre terapie non
convenzionali si sono abbattuti per l'ennesima
volta scetticismo, sospetti e interrogativi. Con
un eccesso di disinformazione, perche', come
ormai da anni cercano di dire gli esperti che
hanno dato vita ad ambulatori pubblici in molte
Regioni, agopuntura, fitoterapia e omeopatia non
sono "alternative" ma rientrano nella medicina
integrata o, appunto, complementare.
Nel caso della sedicenne ricoverata al Meyer di
Firenze e poi deceduta, l'omeopatia, tirata in
ballo all'inizio, non c'entrava niente.
Christian Boiron presidente della omonima
azienda leader mondiale dei prodotti omeopatici,
ha sempre sottolineato che "l'omeopatia non è
una filosofia, non è una religione ma soltanto
un insieme di medicamenti specifici, definiti
dalla farmacopea internazionale. Medicinali che
il medico deve conoscere bene per poterli
utilizzare nel modo giusto e nei casi giusti".
caso della sedicenne ricoverata al Meyer di
Firenze e poi deceduta, l'omeopatia, tirata in
ballo all'inizio, non c'entrava niente.
Christian Boiron presidente della omonima
azienda leader mondiale dei prodotti omeopatici,
ha sempre sottolineato che "l'omeopatia non è
una filosofia, non è una religione ma soltanto
un insieme di medicamenti specifici, definiti
dalla farmacopea internazionale. Medicinali che
il medico deve conoscere bene per poterli
utilizzare nel modo giusto e nei casi giusti".
Questione di sicurezza
Le tre principali medicine non convenzionali cui
ricorrono, si calcola, 9 milioni di italiani,
sono diventate un'opzione terapeutica
accessibile. Sono 18 mila i medici, gli
odontoiatri e i veterinari che le impiegano. I
cittadini pero' chiedono garanzie di sicurezza e
di efficacia per evitare errori drammatici. È
possibile ? "Tragedie come queste sono frutto di
ambiguita' purtroppo mantenute dalle
istituzioni", dice Simonetta Bernardini,
pediatra ed endocrinologa, oltre che presidente
della Societa'
italiana di omeopatia e medicina integrata (Siomi).
"Manca una normativa nazionale che chiediamo da
anni, c'è confusione tra discipline bionaturali
esercitate da operatori non medici e medicine
complementari riconosciute quali "atto medico"
dalla Federazione nazionale degli Ordini dei
medici e degli odontoiatri, quindi praticate
esclusivamente da laureati in medicina e
chirurgia. Così l'omeopata deve conoscere sia la
medicina classica che quella omeopatica".
In oltre dieci anni gli ostacoli superati sono
stati davvero pochi: nel 1995 il rimedio
omeopatico è riconosciuto come medicinale che si
puo' vendere solo in farmacia; nel 2002 la
Fnomceo riconosce al medico la pratica delle
medicine non convenzionali (Mnc); nel 2006
il prodotto omeopatico è normato all'interno del
codice unico del farmaco, anche se non è
permesso alle aziende di riportare sulle
confezioni posologia e indicazioni terapeutiche;
nel 2007 la Toscana con la legge n. 9
regolamenta
le complementari, le inserisce nei Livelli
essenziali di assistenza: i cittadini possono
accedere ai servizi di agopuntura, omeopatia e
fitoterapia con un ticket di 19,60 euro.
By Mariapaola Salmi
Integrazione ?
Il processo di integrazione è in atto anche se
avanza lento nel nostro piu' che in altri paesi,
perche' il discredito lo rallenta. Questo
percorso è basato su un'offerta sanitaria che
integra medicina convenzionale e non. Un
obiettivo necessario nella prassi clinica che
presuppone interdisciplinarieta' e un rapporto
di cooperazione tra medico e paziente.
Le critiche all'omeopatia riguardano la carenza
di trial, ossia di studi sperimentali
sull'efficacia che pero' non vengono neppure
favoriti. Tuttavia non mancano nelle patologie
cronico-recidivanti.
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Il pediatra dott. Macrì
"Fortunatamente nella tragedia avvenuta a
Firenze non è rimasta coinvolta l'omeopatia,
anche se dai mass media è stata messa sotto
accusa tutta la medicina non convenzionale, a
differenza di quanto accade se a sbagliare è un
medico convenzionale: in questo caso non viene
messa all'indice un'intera categoria", afferma
Francesco Macrì, pediatra e omeopata all'Universita'
la Sapienza di Roma. "Ma quel che è avvenuto
deve far riflettere profondamente su due
urgenze", prosegue Macrì.
"La prima riguarda la preparazione del medico di
medicina complementare (attualmente si diventa
"esperto" dopo un semplice corso post-laurea,
ndr), che deve essere ben documentato sia sulle
possibilita' offerte da queste medicine sia sui
loro limiti.
La seconda, la necessita' di inserire negli
ospedali figure di riferimento con cui i medici
tradizionali possono confrontarsi. Il criterio
per decidere se attuare o meno un intervento non
convenzionale si basa non sulla gravita' della
patologia quanto sulla sua reale utilita' ed
efficacia nel trattare una specifica malattia.
Nel caso della povera ragazza Clara", dice Macrì,
"l'atteggiamento piu' logico sarebbe stato
proseguire con l'insulina, terapia salvavita che
nessun medico che esercita, in scienza e
coscienza, le non convenzionali si sognerebbe
mai di sospendere; la cura si poteva
accompagnare con un approccio complementare per
i disturbi collaterali. Questa è la giusta
strategia per tante altre malattie".
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L'OMS promuove l'Omeopatia tra le medicine
tradizionali - Martedì 08 Giugno 2010
E' di questi giorni la notizia dell'uscita del
memorandum dell'Organizzazione mondiale della
sanita'
(Oms) che decreta l'ingresso dell'omeopatia nel
gruppo delle medicine tradizionali e ne
raccomanda
l'integrazione nell'ambito delle cure primarie.
Con la pubblicazione del documento "Safety
issues in the preparation of homeopathic
medicines", l'Oms, dunque, riconosce pari
dignita' all'omeopatia rispetto agli altri
paradigmi medici, sgomberando il campo da
qualsiasi possibile ostilita' nei confronti
della stessa.
Il documento Oms e' infatti incentrato sul tema
della sicurezza, quale primo dei requisiti che
una medicina deve possedere, ed imprime un forte
stimolo all'armonizzazione delle regole di
produzione per tutto il mercato internazionale,
nel rispetto delle autonomie dei singoli governi
nazionali. Si compone di tre parti, in cui
vengono affrontate le problematiche relative
alle sfide poste dalla specificita' dei prodotti
omeopatici alle usuali metodologie per il
controllo di qualita' dei farmaci. E'
raccomandata l'adesione alle
Linee Guida per la Good Manufacturing Practice (GMP),
cosi' come l'attenzione all'identificazione,
alla natura e alla qualita' dei materiali di
origine e degli eccipienti.
Inoltre, una particolare raccomandazione e'
rivolta alle autorita' regolatorie, perche'
mettano in atto
tutte quelle normative che servono a garantire
un prodotto finale, sicuro, efficace e di alta
qualita'.
Etichettatura e packaging sono visti come uno
strumento fondamentale per consentire al
consumatore l'utilizzo dei prodotti in maniera
sicura. In questo senso vengono riportati gli
esempi di Stati Uniti, Canada, e
Australia che hanno elaborato normative che
consentono al consumatore di avere un foglietto
illustrativo che lo aiuti nell'utilizzo del
prodotto omeopatico.
Leonello Milani, vice presidente dell'Accademia
internazionale di medicina fisiologica di
regolazione e vice presidente Aiot, ha
commentato cosi' la notizia: "Questa
pubblicazione era molto attesa e ritengo che la
serieta' e il prestigio dell'Oms siano tali da
indurre il Governo italiano ad omologarsi alle
sue
indicazioni". Positivo e' stato anche il
commento di Alessandro Pizzoccaro, presidente di
Guna Spa, azienda
italiana che produce e distribuisce farmaci
omeopatici: "Il documento dell'Oms e'
perfettamente in linea con le richieste che
abbiamo avanzato da tempo - spiega - cioe' di
consentire alla popolazione di rivolgersi alla
medicina omeopatica in totale sicurezza e
pienamente informata. Da ormai 3 anni attendiamo
invano che l'Italia applichi la nuova Direttiva
Europea sui farmaci, che stabilisce le regole
anche per il settore
omeopatico. La legislazione italiana, unica in
Europa, non consente l'etichettatura dei
medicinali omeopatici, tanto meno permette di
aprire nuove linee di prodotto.
Una posizione assurda che mette l'Italia a
rischio di una procedura d'infrazione UE".
Sicurezza nella preparazione dei prodotti
omeopatici
"Safety issues in the preparation of homeopathic
medicines".
www.who.int/medicines/areas/traditional/prephomeopathic/en/index.html
Alcuni Studi Bibliografici
- K. Linde, N. Clausius, G. Ramirez, et al.,"Are
the Clinical Effects of Homeopathy Placebo
Effects?
A
Meta-analysis of Placebo-Controlled Trials."
Lancet, September 20,1997, 350:834-843.
Questa pubblicazione fa un'analisi su 186 studi
scientifici cheriguardano l'efficacia
dell'omeopatia. Di questi, 89 sono stati
condotti in modo scientificamente accettabile. I
risultati hanno mostrato che i pazienti che
assumevano medicine omeopatiche avevanol a
possibilità di sperimentare un effetto positivo
2,45 volte rispettoal placebo.
- J. Kleijnen, P. Knipschild, G. ter
Riet,"Clinical Trials of Homeopathy."
British Medical Journal, February 9,
1991, 302:316-323.
Questa è la meta-analisi di ricerche cliniche
più citata. Questa pubblicazione analizza i dati
di 107 studi sui rimedi omeopatici. Tra questi,
81 (il 77%) hanno mostrato effetti positivi. Tra
i 22 studi migliori, 15 hanno mostrato con
certezza efficacia.
I ricercatori concludono così: "Le prove
mostrate in questo lavoro probabilmente
sarebbero sufficienti per stabilire che
l'omeopatia è efficace per certe patologie"
Inoltre, "La quantità di prove positive fornite
dai migliori studi fu per noi una vera
sorpresa".
- C. N. Shealy, MD, R.P. Thomlinson, V.
Borgmeyer, "Osteoarthritic Pain: A Comparison of
Homeopathy and Acetaminophen."
American Journal of Pain Management,
1998;8:89-91 Studio in doppio cieco, con
protocollo ufficialmente approvato, per
documentare l'efficacia dei rimedi omeopatici
rispetto all'acetaminofene nel trattamento dei
dolori da osteoartrite di 65 pazienti.
I risultati dello studio hanno documentato un
miglioramento dei dolori nel gruppo trattato con
l'omeopatia (il beneficio fu del 55% nel gruppo
trattato con l'omeopatia e del 38% nel gruppo
acetaminofene). Tuttavia, la superiorità del
trattamento omeopatico rispetto a quello con
acetaminofene non raggiunse un significato
statisticamente valido. I ricercatori conclusero
che l'omeopatia nei dolori artrosici sembra
sicura e almeno efficace quanto l'acetaminofene,
ma priva degli effetti indesiderati sulla
funzione renale ed epatica della molecola
chimica. Molti dei pazienti hanno chiesto di
continuare con l'omeopatia.
- M. Weiser, W. Strosser, P. Klein, "Homeopathic
vs. Conventional Treatment of Vertigo: A
Randomized Double-Blind Controlled Clinical
Study." Archives of Otolaryngology-Head and Neck
Surgery, August, 1998, 124:879-885.
Questo studio coinvolse 119 pazienti con vari
tipi di vertigini. Metà dei pazienti fu trattata
con l'omeopatia (sotto forma di un complesso),
mentre l'altra metà con un farmaco convenzionale
(betaistina idrocloridrato). In termini di
efficacia, il farmaco omeopatico fu efficace
quanto il prodotto chimico, ma più sicuro.
- D. Reilly, M. Taylor, N. Beattie, et al., "Is
Evidence for Homoeopathy Reproducible?"
Lancet, December 10, 1994,344:1601-6.
Questo studio ha preso in considerazione
l'effetto immunoterapico dell'omeopatia nel caso
di allergie da inalanti, replicando con successo
due lavori simili pubblicati in precedenza. Nove
degli undici pazienti trattati con l'omeopatia
migliorarono, rispetto ai soli cinque dei
tredici pazienti trattati con il placebo. I
ricercatori conclusero che o le medicine
omeopatiche funzionano o c'è qualcosa che non
funziona negli studi scientifici controllati.
Questo tipo di studio è stato di recente
nuovamente replicato e sta per essere
pubblicato.
- J. Jacobs, L. Jimenez, S. Gloyd, "Treatment of
Acute Childhood Diarrhea with Homeopathic
Medicine: A Randomized Clinical Trial in
Nicaragua."
Pediatrics, May 1994, 93,5:719-25.
Questo è stato il primo studio riguardante
l'omeopatia ad essere pubblicato su di una
rivista medica americana ufficiale. Lo studio ha
preso in considerazione l'effetto di un rimedio
unitario ad alta diluizione rispetto a placebo
in 81 bambini, di età compresa tra i 6 mesi e i
5 anni, affetti da diarrea acuta. Il gruppo
trattato con l'omeopatia ebbe una riduzione
statisticamente significativa del 15% nella
durata degli attacchi. Inoltre i bambini si sono
disidratati di meno, la malnutrizione
post-diarrea è stata modesta e significativa è
stata la riduzione della morbilità.
- E. Ernst, T. Saradeth, and K.L. Resch,
"Complementary Treatment of Varicose Veins: A
Randomized
Placebo-controlled, Double-Blind Trial."
Phlebology, 1990, 5:157-163.
Questo studio, che ha coinvolto 61 pazienti
affetti da varici venose, ha mostrato che il
trattamento omeopatico migliorava il tempo di
perfusione venosa rispetto al placebo.
- P. Fisher, A. Greenwood, E.C. Huskisson, et
al., "Effect of Homoeopathic Treatment on
Fibrositis."
British Medical Journal, August 5, 1989,
299:365-66.
Questo studio in doppio cieco ha comparato
l'effetto del Rhus toxicodendron al placebo in
30 pazienti sofferenti di fibromiosite. Si è
visto che nei pazienti che assumevano il rimedio
omeopatico i punti dolenti si riducevano del 25%
rispetto al gruppo placebo.
- D. Reilly, M. Taylor, C. McSherry,"Is
Homeopathy a Placebo Response? Controlled Trial
of Homeopathic Potency with Pollen in Hayfever
as Model."
Lancet, October 18, 1986, 881-86.
Lo studio ha comparato un rimedio omeopatico di
polline ad alta diluizione col placebo in 144
pazienti con rinite allergica primaverile. I
parametri considerati sono stati la conta dei
pollini, l'aggravamento dei sintomi e il ricorso
agli antistaminici. In conclusione, si è visto
che i pazienti che assumevano l'omeopatia
mostravano un miglioramento dei sintomi
superiore rispetto a coloro che assumevano il
placebo e che la riduzione di sintomi si
traduceva in un minore ricorso agli
antistaminici. I risultati hanno confermato
studi precedenti e dimostrano che l'omeopatia
mostra effetti diversi da quelli del placebo.
- J. Lamont, "Homeopathic Treatment of Attention
Deficit Hyperactivity Disorder: A Controlled
Study."
British Homoeopathic Journal, October, 1997,
86:196-200.
Quarantatré bambini affetti da sindrome da
deificit attentivo sono stati assegnati a caso
al gruppo trattato con omeopatici e al gruppo
placebo. Poi, anche quelli del gruppo placebo
sono passati all'omeopatia. I risultati
mostrarono che i miglioramenti si manifestavano
sempre con l'omopatia, sia che questa venisse
assunta fin dall'inizio, sia nel caso fosse
stata assunta dopo il placebo.
- K.H. Friese, S. Kruse, H. Moeller, "Acute
Otitis Media in Children: A Comparison of
Conventional and Homeopathic Treatment."
Biomedical Therapy, 60,4,1997:113-116,
originally published in German in Hals-Nasen-Ohren
(Head, Nose, and Otolyngarology) August,
1996:462-66.
In questo studio è stata data la possibilità ai
genitori di scegliere tra cura omeopatica e
farmaci della medicina allopatica, somministrati
dal loro otorino. 103 bambini hanno seguito la
cura omeopatica, mentre 28 quella convenzionale.
I ricercatori hanno constatato che nel gruppo
trattato con l'omeopatia le ricadute erano del
40% per paziente, mentre tra i bambini che
assumevano l'antibiotico erano del 70%. Tra i
bambini curati con l'omeopatia che ebbero altre
otiti, il 29,3% ebbero un massimo di 3
ricorrenze, mentre tra quelli trattati con gli
antibiotici, il 43,5% ebbero un massimo di 6
ricadute.
- Vittorio Elia and Marcella Niccoli
"Thermodynamics of extremely diluted aqueous
solutions."
Annals of the New York Academy of Sciences, June
1999
E' stato realizzato uno studio approfondito di
termodinamica su soluzioni acquose ottenute
attraverso successive diluizioni centesimali
(dall'1% fino a meno di 1x10-5 mol kg-1) e
sucussioni. Si è voluto misurare il calore
prodotto miscelando varie concentrazioni di
acidi e basi con l'acqua bidistillata o con le
diluizioni estreme. Con le miscele estremamente
diluite si sono ottenuti nel 92% dei casi
reazioni esotermiche, rispetto alle soluzioni
non trattate omeopaticamente. Nello studio si
dimostra come la diluizione e la sucussione
(procedimenti tipici della preparazione dei
rimedi omeopatici) possano alterare
permanentemente le proprietà fisico-chimiche
dell'acqua. La natura di questo fenomeno rimane
sconosciuto, sebbene sia ampiamente indagato dal
punto di vista sperimentali.
- J. Dittmann and G. Harisch, "Characterization
of Differing Effects Caused by Homeopathically
Prepared and Conventional Dilutions Using
Cytochrome P450 2E1 and Other Enzymes as
Detection Systems."
The Journal of Alternative and Complementary
Medicine 1996 2:2,279-290.
L'obiettivo dello studio era quello di accertare
se vi fossero differenze negli effetti tra una
diluizione omeopatica (D) e una diluizione
convenzionale (V) di eguale concentrazione sulla
formazione di p-nitrocatecolo catalizzato dal
citocromo 2E1. Arsenicum album e Potassium
cyanatum (D) furono comparati con una eguale
diluizione di As203 e KNC (V). E' stata trovata
una differenza statisticamente significativa nei
riguardi dell'attività enzimatica. Queste
differenze potrebbero essere dovute al modo con
cui si preparano le sostanze in omeopatia:
diluizioni progressive e sucussioni intermedie.
- K. Linde, W.B. Jonas, D. Melchart, D., et al.,
"Critical Review and Meta-Analysis of Serial
Agitated Dilutions in
Experimental Toxicology," Human and Experimental
Toxicology, 1994, 13:481-92.
Questa meta-analisi di 105 studi di tossicologia
ha mostrato che le medicine omeopatiche
potrebbero essere utili nel trattamento
dell'esposizione a sostanze tossiche.
- P.C. Endler, W. Pongratz, G. Kastberg, et al.,
"The Effect of Highly Diluted Agitated Thyroxine
on the Climbing Activity of Frogs." Veterinary
and Human Toxicology, 1994, 36:56.
- P.C. Endler, W. Pongratz, R. van Wijk, et al.,
"Transmission of Hormone Information by
Non-molecular Means."
FASEB Journal, 1994, 8, Abs.2313.
Questi due studi hanno mostrato che una medicina
omeopatica può influenzare la crescita e lo
sviluppo dei girini di rana.
-
J. Benveniste, P.C. Endler and J. Schulte,
(eds.), "Further Biological Effects Induced by
Ultra High Dilutions:
Inhibition by a Magnetic Field." Ultra High
Dilution, Dordrecht: Kluwer Academic, 1994, 35.
- J. Benveniste, B. Arnoux, L. Hadji, "Highly
Dilute Antigen Increases Coronary Flow of
Isolated Hart from
Immunized Guinea-pigs."
FASEB Journal, 1992, 6: Abs. 1610.
Questi due studi hanno mostrato che certi campi
magnetici possono neutralizzare gli effetti
delle medicine omeopatiche.
- E. Davenas, B. Poitevin, and J. Benveniste,
"Effect on Mouse Peritoneal Macrophages of
Orally Administered Very High Dilutions of
Silica."
European Journal of Pharmacology, April, 1987,
135:313-319.
Questo studio ha mostrato che SILICEA 6CH e
SILICEA 10CH sono state capaci in modo
statisticamente significativo di aumentare le
risposte immuni di macrofagi di topo.
- Paolo Bellavite and Andrea Signorini,
Homeopathy: A Frontier in Medical Science.
Berkeley: North Atlantic,
1995.
E' la pubblicazione più importante tra quelle
che trattano la ricerca scientifica in
omeopatia. In alcuni eccellenti capitoli vengono
esposte le varie teorie che tentano di dare una
spiegazione al funzionamento delle diluizioni
omeopatiche, alla luce della biofisica, dei
frattali, del caos e della teoria della
complessità.
- P.C. Endler and J. Schulte (editors), Ultra
High Dilution: Physiology and Physics.
Dordrecht: Kluwer Academic, 1994.
Una raccolta di articoli sulla ricerca di base
sulle alte diluizioni.
Un secondo volume, intitolato Fundamental
Research Ultra High Dilutions and Homeopathy,
Dordrecht: Kluwer Academic, è stato pubblicato
nel 1998.
- Roeland van Wijk and Fred A.C.
Wiegant,Cultured Mammalian Cells in Homeopathy
Research: The Similia Principle in
Self-Recovery.
Utrecht: University of Utrecht, 1994.
Questo è un testo tecnico che riguarda studi
sugli effetti delle diluizioni omeopatiche sulle
cellule. E' una verifica del principio dei
simili.
- M. Doutremepuich (ed.), Ultra-Low Doses.
Washington, DC/London: Taylor and Francis, 1991.
Questa è un elenco di articoli sulle alte
diluizioni.
- Benefici economici delle terapie omeopatiche.
Costi e benefici delle terapie omeopatiche.
Caisse Nationale de l'Assurance Maladie des
Travailleurs Salaris, 1996.
E' uno studio su 130.000 prescrizioni che
conferma i benefici e i vantaggi economici del
metodo omeopatico. L'indagine ha anche mostrato
che i giorni di assenza per malattia dal lavoro
dei pazienti curati con l'omeopatia erano 3.5
volte inferiori (598 giorni/anno) rispetto ai
pazienti sottoposti a cure allopatiche (2.017
giorni/anno). Sebbene le medicine omeopatiche in
Francia rappresentino il 5% del totale
prescritto, incidono solo del 1.2% sulle spese
di rimborso dei farmaci, considerato il loro
basso costo (in Francia l'omeopatia è
rimborsabile dal servizio sanitario nazionale).
- Jacobs, J, Smith, N. "Charges, utilization,
and practice patterns from a pilot insurance
program covering alternative medical services."
American Public Health Association Conference,
New York City, November 18-21, 1996.
Questo è uno studio condotto a Seattle (USA) che
ha messo a confronto l'impiego e il costo di
alcune terapie alternative: omeopatia,
naturopatia e agopuntura. L'omeopatia è
risultata la meno costosa e, inoltre, i
pazienti che si rivolgevano a questa metodica
nel complesso facevano meno visite dal medico
omeopata rispetto a chi si rivolgeva agli altri
medici alternativi. (Tuttavia, questo studio non
ha fatto confronti con la medicina
convenzionale).
Vedere anche: , W.B. Jonas and J. Jacobs,
Healing with Homeopathy. New York: Warner, 1996.
- "Cost-effectiveness of homeopathic treatment
in a dental practice," British Homoeopathic
Journal.
January, 1993;82,1:22-28
Questo studio ha preso in considerazione il
lavoro di un dentista-omeopata e ha mostrato che
i suoi trattamenti erano superiori in termini di
rapporto costi e benefici rispetto ad un
dentista convenzionale.
- Swayne, J., W. Feldhaus. "The cost and
effectiveness of homeopathy."
British Homoeopathic
Journal July 1992;81,3:148-150.5H.
Questo studio ha mostrato che i medici che
praticano l'omeopatia fanno meno prescrizioni e
a costi inferiori rispetto ai loro colleghi
convenzionali.
- Gerhard, I, G. Reimers, C. Keller, and M.
Schmuck, "Weibliche fertiltitasstorungen.
Vergleich homoopathischer einzelmittel-mit
konventioneller hormontherapie." Therapeutikon.
1991;7:309-315.
Un piccolo studio sul trattamento omeopatico
nell'infertilità. Ha mostrato che le cure
omeopatiche, a parità di risultati, erano 30
volte meno costose rispetto alle cure
convenzionali.
- French Government Report: Social Security
Statistics.CNAM (National Inter-Regulations
System)
61, January 1991.
Studio statistico condotto dal governo francese
nel 1991, che ha mostrato come le cure
omeopatiche rimborsabili costino meno allo Stato
di quelle allopatiche. Si è anche visto che più
i medici omeopatici avevano esperienza e
maggiore era il risparmio.
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Department of Chemistry of the University “Federico II” of Naples, Via
Mezzocannone 4,
80134 Naples , Italy - E-mail
Elia@chemna.dichi.unina.it
An extensive thermodynamic study has been carried out on aqueous solutions
obtained through successive dilutions and succussions of 1% in weight of
some solutes up to extremely diluted solutions, (less than 1x10-5 mol kg-1)
obtained via several 1/100 successive dilution processes. The interaction of
acids or bases with the extremely diluted solutions has been studied
calorimetrically at 25°C.
Measurements have been performed of the heats of
mixing of acid or basic solutions, having different concentrations, with
bidistilled water or with the extremely diluted solutions. Despite the
extreme dilution of the solutions, an exothermic heat of mixing in excess
has been found, in about the 92% of the cases, with respect to the
corresponding heat of mixing with the untreated solvent. Here we show that
successive dilutions and succussions may alter permanently the
physical-chemical properties of the solvent water. The nature of the
phenomena here described still remains unexplained, but significant
experimental results are obtained.
A
thermodynamic study on aqueous solutions gives interesting information
about the behaviour of solutes and their interactions with the solvent.
The interaction of acids or bases with the extremely diluted solutions
have been studied calorimetrically at 25°C.The extremely diluted solution
is obtained starting from a solution at 1% in weight. After succussion,
that solution is named 1CH preceded by the name or formula of the solute.
The succussion process consists in vertical shakings of the solution by
means of a mechanical apparatus. In a simple succussion process, one
hundred vertical strokes in six seconds are given to the glass vessel
containing the solution. To prepare the successive dilution 1 g of this
solution is added to 99 g of water that again gets succussed, obtaining
the 2CH solution. The iteration of this process gives the extremely
diluted solutions studied. Measurements have been performed of the heats
of mixing of acid or basic solutions, having different concentrations,
with bidistilled water or with the extremely diluted solutions.
Procedures
for the calorimetric determination of the heat of dilution or mixing are
well developed (Ref.1). The experimental results are treated according to
the MacMillan-Mayer (Ref.2) approach, modified by Friedman and Krishnan (Ref.3). The enthalpies of mixing two solutions are given by the following
equations:
DHmix(J
kg-1) = hxx mfx(mfx- mix) + 2hxymfxmfy+ hyy mfy(mfy- miy) + higher terms
where
mfx, mfy, mix, miy are the molalities (mol kg-1) after and before the
mixing process, respectively, and hxx, hyy and hxy the enthalpy
interaction coefficients, are adjustable parameters. Their values fall in
the range 1x102-1x104 J kg mol-2. Consequently, when the concentration of
the solute y of an extremely diluted solution is of the order of 10-5 mol
kg-1 or less, while the concentration of the solute x is a finite
one:1x10-4-1x10-2 mol kg-1 the previous equation reduces to the sole
contribution of x. This actually happens on the third successive 1/100
dilution. Then, the extremely diluted solutions, as those described
before,
because of the practical absence of the solute, cannot produce any
contribution to the heat of mixing via the y component. For electrolyte
solutions, the powers of the molalities in the previous equation are
fractionary, but the conclusions stay absolutely the same.
By an extensive
study it was assessed that, using aqueous solutions of acids or bases as
reagent, it is possible to distinguish qualitatively the behaviour of pure
solvent from that of the extremely diluted solutions, whose chemical
composition is the same as that of the solvent used. The interaction
between acids or bases with the extremely diluted solutions has been
studied calorimetrically, determining the heats of mixing at 25° C by
means of a Thermal Activity Monitor (TAM) from Thermometric (Sweden).
The
heats of mixing with the solvent (bidistilled water) and those with the
extremely diluted solutions, were determined. Sodium hydroxide (NaOH) or
hydrochloric acid (HCl) aqueous solutions, at a concentration of 0.01 mol
kg-1, were used as reagent, while the concentrations of the extremely
diluted solutions were less than 1x10-5 mol kg-1. Despite the extreme
dilution of the solutions used, an excess exothermic heat of mixing has
been found in about the totality of the cases, with respect to the heat of
mixing of the same reagents with the solvent.
The excess heat of mixing,
namely the difference between the heat of mixing of the reagent (a
solution at finite concentration ) with the extremely diluted solutions
and the heat of mixing of the same reagent with the solvent, is of the
same order of magnitude or higher than the heat of mixing of the reagent
with the solvent. To explain this heat in excess we are forced to focus
our attention on the solvent and, in particular, on possible
chemical-physical changes induced by the procedure employed in
preparing the solutions.
The
excess heats of mixing of about three hundred experimental measurements,
using as reagent aqueous solutions of NaOH or HCl 0.01 mol kg-1, are
reported in columns 1-5 of Table 1, together with the heats of mixing of
the same reagent with the solvent. The reported heats in excess are
detectable for some weeks.
From this Table it clearly appears that a new
phenomenon occurs and, because of the absence of solute, it can be
inferred that the physical-chemical properties of the solvent must be
permanently altered by the procedure of successive dilutions (1/100) and
succussions, used to prepare the extremely diluted solutions.
Thus, we can
firmly state that it is now easly possible to measure a chemical-physical
property, the heat of mixing with acids or bases, characterizing this new
state of the water (Ref.4-6), using a commercial microcalorimeter.
To
confirm these very surprising findings, but otherwise “objective”
instrumental responses, and to get a deeper insight into this new
behaviour, a calorimetric titration procedure was adopted. The excess
heats of mixing, thus produced in about three hundred experimental
measurement, are reported in columns 6-13 of Table 1.
A “titration” of
the extremely diluted solutions implies the determination of the heat of
mixing in excess, with respect to the heat obtained with the reference
bidistilled water, when solutions of NaOH at different concentrations are
mixed with the samples under examination. About 60 titrations have been
performed with about 40 different samples. These titration curves
present two peculiar features (see Fig. 1). First, a plateau appears
at the highest concentrations of the titrant, and,
second, there’s a “break” point at a concentration of about
0.001 mol kg-1 of the reagent used (NaOH) in the final solution.
This latter feature and particulary the fact that it appears exactly at
the same concentration, is commom to all experiments (with different
samples of the extremely diluted solutions used). On the other hand, the
magnitude of the excess heat, characterizing the plateau, depends on the
nature of the solutions.
To
test the stability of these chemical-physical changes in water “structure”,
the extremely diluted solutions were further diluted (withouth the
succussion procedure) in different proportions (e.g. 1 : 1, 1 : 2,..) with
bidistilled water. These “simply diluted” solutions were
“titrated” with the NaOH solutions . The resulting curves are
characterized by plateaux which are proportional to the degree of the
“simple” dilution (i.e. for the proportions just cited as examples,
1/2, 1/3 of the plateaux obtained with the original samples of the
extremely diluted solutions), but showing the “break” points at the
same concentration of the reagent used (Fig. 1). This means that the
modifications in water “structure” induced by the preparation
procedure are stable with respect to a normal dilution process and that
the reagent interacts via a destroying mechanism, revealing a pH-dependent
phenomenon.
Fig.1 reports titration curves for a highly diluted
sample.
For the sake of comparison,
Fig. 2 shows typical calorimetric titration
curves for an acid-base reaction, obtained titrating two solutions of the
acid, whose concentrations are in the 1: 2 ratio. As it can be seen, two
different plateaux are reached and two different equivalent points are
identified, both in the 1 : 2 ratio, thus showing a sharp
difference,
either in the amount of heat, slope of the curves and equivalent point
positions, with respect to the behaviour of the extremely diluted
solutions for which each “titration” curve reaches its own plateau, at
the same “break” point.
It is very interesting to look at the heat of
mixing vs pH diagrams (see Fig. 3 ): they reveal an extraordinary
similarity with the normally reported ones for a two-state, pH induced
denaturation process of proteins.( Ref.7)
The
exact nature of the phenomena here described still remains unexplained,
but significant experimental results have been obtained. The mixing
process of acids or bases reveals a statistically significant
exothermic excess heat with respect to the same process carried on the
untreated solvent, bidistilled water, despite the physical absence of
solute molecules in the solution obtained after just a few
dilution/succussion procedures.
All that is not, at present, in agreement
with current theories concerning the properties of liquid water at room
temperature (Ref.8) and consequently, the need for new appropriate
theoretical studies urges.
A
hypothesis of disorder-order transition could be proposed, based on the
exothermic excess heat and its pH dependence, induced by the addition of
acid and/or basic reagents.
References
1 - Castronuovo,
G., V. Elia, & F. Velleca. 1997. Hydrophilic interactions determine
cooperativity of hydrophobic interactions and molecular recognition in
aqueous solutions of non electrolytes. The preferential configuration
model. Current Topics in Solution Chemistry, 2,125-142.
2 - MacMillan, W.G. & J.E. Mayer. 1945. The statistical thermodynamics of
multicomponent systems, J.Chem: Physs., 13, 276-305.
3 -
Friedman, H.L. & C.V. Krishnann. 1973. Studies of hydrophobic bonding
in aqueous alcohols: enthalpy measurements and model calculations.
J. Solution Chem., 2, 119-140.
4 - Davenas, E., et al. 1988. Human basophil degranulation triggered by
very dilute antiserum against IgE, Nature, 333, 816-818.
5 -
Lo, S.Y. 1996. Anomalous State of Ice, Modern Physics Letters B, 10,
909-919.
6 -
Lo, S.Y. et al. 1996. Physical Properties of Water with IE Structures,
Modern Phys. Letters B, 10, 921-930.
7 -
Privalov, P.L.1973. Stability of proteins. Small globular proteins,
Adv. Protein Chem , 33, 167-241.
8 - Franks, F., 1976. Water. A Comprehensive Treatise Plenum, New York.
Table
1. Excess heats of the mixing for extremely diluted solutions with
sodium hydroxide and hydrochloric acid solutions.
System
|
-Q
g
NaOH
5x10-3
me
|
N
d
|
-Q
g
HCl
5x10-3
me
|
N
d
|
-Q
g
NaOH
2.5x10-3
me
|
N
d
|
-Q
g
NaOH
1x10-3
me
|
N
d
|
-Q
g
NaOH
5x10-4
me
|
N
d
|
-Q
g
NaOH
2x10-4
me
|
N
d
|
H2O
bidista
|
2.1±0.1a
|
30
|
0.85±0.01a
|
30
|
1.7±0.1a
|
30
|
1.4±0.1a
|
30
|
1.0±0.1a
|
30
|
0.5±0.2a
|
30
|
H2O
1 CH b,c
|
0f-10
|
21
|
0.4-0.6
|
12
|
0
f -9.8
|
11
|
0
f -7.9
|
11
|
0
f -3.3
|
11
|
0
f -2.1
|
11
|
H2O
3 CH b,c
|
0
f -38
|
52
|
0
f -3.2
|
35
|
0
f -35
|
18
|
0
f -11
|
18
|
0
f -5.9
|
18
|
0
f -3.6
|
18
|
H2O
30 Hb,c
|
0.8-16
|
35
|
0
f -5.8
|
26
|
1.5-3.4
|
4
|
1.4-3.1
|
4
|
1.1-2.9
|
4
|
0.5-1.7
|
4
|
NaCl
3 CHc
|
0
f-17
|
31
|
0
f -3.3
|
19
|
1.3
|
1
|
1.3
|
1
|
1.2
|
1
|
0.8
|
1
|
NaCl
30 CH c
|
0
f -16
|
25
|
0
f -1.5
|
19
|
-
|
-
|
-
|
-
|
-
|
-
|
-
|
-
|
IAA
7 CH c
|
2.4-3.8
|
2
|
-
|
-
|
2-3.6
|
2
|
2-3.1
|
2
|
1.8-2.7
|
2
|
1-1.6
|
2
|
IAA
8 CH c
|
3.1-4.5
|
2
|
-
|
-
|
3-4
|
2
|
2.7-3.7
|
2
|
2.4-3.1
|
2
|
1.4-1.6
|
2
|
IAA
9 CH c
|
1.4-3.1
|
2
|
-
|
-
|
1.4-3
|
2
|
1.3-2.6
|
2
|
1-2.2
|
2
|
0.4-1.2
|
2
|
IAA
10 CH c
|
8.3-9.3
|
2
|
-
|
-
|
8-9
|
2
|
7.1-7.9
|
2
|
5.7-6.2
|
2
|
2.7-2.9
|
2
|
IAA
11 CH c
|
4.5-7.9
|
2
|
-
|
-
|
4.3-7.6
|
2
|
3.8-6.6
|
2
|
3.2-5.5
|
2
|
1.6-2.9
|
2
|
IAA
12 CH c
|
0
f -4.9
|
12
|
-
|
-
|
3.8-4.8
|
12
|
3.3-4.1
|
12
|
2.9-3.4
|
12
|
1.7-1.8
|
12
|
2,4-D
3 CH c
|
2.6
|
1
|
-
|
-
|
2.5
|
1
|
2.1
|
1
|
1.7
|
1
|
1
|
1
|
2,4-D
5 CH c
|
0
f
|
1
|
-
|
-
|
0
f
|
1
|
0
f
|
1
|
0
f
|
1
|
0
f
|
1
|
2,4-D
7 CH c
|
1.6
|
1
|
-
|
-
|
1.2
|
1
|
1.2
|
1
|
0.8
|
1
|
0.3
|
1
|
2,4-D
8 CH c
|
1.6
|
1
|
-
|
-
|
1.5
|
1
|
1.2
|
1
|
0.9
|
1
|
0.6
|
1
|
2,4-D
12CH c
|
0.5-2.6
|
6
|
-
|
-
|
0.2-2.4
|
6
|
0.2-2.4
|
6
|
0.2-1.8
|
6
|
0.2-1.1
|
6
|
GLP
4 CH c
|
0
f
|
1
|
-
|
-
|
0
f
|
1
|
0
f
|
1
|
0
f
|
1
|
0
f
|
1
|
GLP
5 CH c
|
0.6
|
1
|
-
|
-
|
0.6
|
1
|
0.4
|
1
|
0.3
|
1
|
0.1
|
1
|
GLP
6 CH c
|
0.3
|
1
|
-
|
-
|
0.3
|
1
|
0.2
|
1
|
0.1
|
1
|
0.1
|
1
|
GLP
7 CH c
|
0
f
|
1
|
-
|
-
|
0
f
|
1
|
0
f
|
1
|
0
f
|
1
|
0
f
|
1
|
GLP
8 CH c
|
0.4
|
1
|
-
|
-
|
0.4
|
1
|
0.4
|
1
|
0.3
|
1
|
0.1
|
1
|
GLP
9 CH c
|
1.1
|
1
|
-
|
-
|
1
|
1
|
1
|
1
|
0.8
|
1
|
0.4
|
1
|
GLP
10 CH c
|
4.9
|
1
|
-
|
-
|
4.6
|
1
|
4.2
|
1
|
3.4
|
1
|
1.8
|
1
|
GLP
11 CH c
|
3.5
|
1
|
-
|
-
|
3.3
|
1
|
3.1
|
1
|
2.5
|
1
|
1.2
|
1
|
GLP
12 CH c
|
0
f
|
1
|
-
|
-
|
0
f
|
1
|
0
f
|
1
|
0
f
|
1
|
0
f
|
1
|
Sodium
chloride: NaCl, Indole-3-acetic acid: IAA, 2,4 dichloro phenoxyacetic
acid: 2,4-D, N-(phosphonomethyl)-glycine: GLP. a Heats of dilution (mean ± SD) of sodium hydroxide solutions. b In these cases the
procedure of preparation starts with pure solvent. Succussion and dilution
is performed just as in the cases of 1% solutions.c Because of the
quantitative variability of the excess heats of mixing for these systems,
the range of values obtained is reported.d Number of experiments performed.
e Concentration (mol kg -1) of the reagent after the mixing process. In
these experiments the final concentration is half of the initial one.
f Percentage of experiments that give null excess: 8%. g Excess heats of
mixing (J / kg ) of the extremely diluted solution.
Table
2. Excess heats of mixing in the titration of the extremely diluted
solutions with sodium hydroxide.
mNaOH
a
|
-Q
b
IAAc
12 CH
|
-Q
b
IAAc
12 CH
diluted
1:1
|
-Q
b
IAAc
12 CH
diluted
1:2
|
2.10-4
|
1.1
|
0.5
|
0.2
|
5.10-4
|
2.7
|
1.3
|
0.55
|
1.10-3
|
3.5
|
1.6
|
0.6
|
2.5.10-3
|
4.1
|
2.0
|
0.85
|
5.10-3
|
4.1
|
1.9
|
0.85
|
a
Concentration (mol kg -1) of the reagent after the mixing process.
In these experiments the final concentration is half of the initial one. b
Excess heats of mixing (J / kg ) of the extremely diluted solution.
c Indole-3-acetic acid: IAA
Table
3. Excess heats of mixing in the titration of hydrochloric acid
with sodium hydroxide.
mNaOH
a
|
-Q
b
HCl
1. 10 -3 mol kg -1
|
-Q
b
HCl
2. 10 -3 mol kg -1
|
2.10-4
|
19.7
|
19.7
|
5.10-4
|
57
|
57
|
1.10-3
|
57
|
116.2
|
2.5.10-3
|
57
|
116.2
|
5.10-3
|
57
|
116.2
|
a
Concentration (mol kg -1) of the reagent after the mixing process.
In these experiments the final concentration is half of the initial one. b
Excess heats of mixing (J / kg ) of the extremely diluted solution.
Legends
Figure 1.
Calorimetric titration curves: Extremely diluted solutions of IAA 12CH (
) and its 1 : 1 ( ) and 1 : 2 (
) normally diluted solutions with bidistilled water.
Figure 2. An example
of calorimetric titration of at 2x10-3 ( )
mol kg -1 HCl solution and its 1 : 1( )
diluted solution with bidistilled water.
Figure
3.Calorimetric titrations curves: Extremely diluted solutions of IAA
12CH ( ) and its 1 : 1 ( )
and 1 : 2 (
) normally diluted solutions with bidistilled water, as a function
of the pH in the final solutions.
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