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ABBIAMO
TRE CERVELLI: UNO in
TESTA e UNO in
PANCIA
(addominale)
ed UNO nel Cuore
Il
Cervello
(vedi
Encefalo) è una specie di interfaccia fisica
(organo) che permette la manifestazione della
CoScienza nell’organo mente, cosi come, una
radio od un televisore, permettono di
manifestare le onde elettromagnetiche sottoforma
di suoni ed immagini.
Ricordiamo che negli Usa, Il prof. Michael Gershon della Columbia
University di NY, ha scoperto nel 1998 che il
sistema nervoso enterico legato all’apparato
digerente ed in particolar modo all’intestino
(parola che significa dentro nella testa)
costituisce un cervello a sé stante con centinaia
di milioni di cellule nervose (più di quante ne
abbia il midollo spinale)
è autonomo ed indipendente dal cervello
che abbiamo nella testa; quello enterico comunica
ed interagisce con il cervello di sopra, ma agisce
anche autonomamente; quindi ogni stato di stress,
infiammazione alterazione della flora batterica,
interferiscono ed interagiscono con il cervello di
sotto, sottoponendolo a stress cronico; agire sull’intestino
in modo da riportarlo nei normali valori e
funzioni significa aiutare il cervello di sotto a
funzionare bene e quindi a fornire vitalità al
corpo intero. Il Cervello nei suoi “insiemi” (i vari
cervelli che soprassiedono ai sistemi: nervoso
centrale, periferico, sensoriale) è il computer
che l’Ente/Mente forma ed utilizza per poter
esistere e quindi manifestarsi; esso è l’organo
coordinatore del corpo fisico e quindi fa parte
dei “sensori” che l’Ente materializza per
potersi spostare nello spazio/tempo e per trarne
informazioni; Quello nella testa è suddivisibile anche in altre 3 parti: A) quello ancestrale, detto Diencefalo, posizionato pressappoco al centro del cranio nella sua parte più interna. B) quello detto Telencefalo. C) quello detto Proencefalo od anteriore o corteccia cerebrale (sostanza grigia). Il suo peso nella femmina è di circa 1.200 gr.; nel maschio raggiunge i 1.400 gr. Il nostro istinto è legato all’EnteroEncefalo
(Sistema Nervoso Enterico, nell’intestino); noi
“sentiamo” per mezzo di sensori con questo
Cervello di Sotto (EnteroEncefalo); tutti maschi e
femmine, avvertono il pericolo con il “ventre”;
le femmine si dice, ragionano con l’utero......;
i maschi con il pene...., ecc. Nel cervello superiore, i percorsi (sinapsi) neuronali crescono per la morte di cellule competitive, selettive; questi “sentieri” una volta definiti, rimangono. Sono comunque i Campi (CEI) centro mossi dall’Ego / IO SONO, l’Ente con la Sua Mente, e quindi anche dai Geni del DNA, quando essi “appaiono” nel fisico ad attivare i programmi di definizione dei percorsi dei neuroni, anche per la formazione e la definizione di quelli del linguaggio; uno dei meccanismi che si attivano nel cervello per mezzo dell’interazione degli eventi è l’efflusso di Calcio nei neuroni; gli effetti di intermodulazione del Campo (CEI) PsicoEnergoBioFisico sono sinergici con la totalità dell’organismo. Infine vi e' il cervello enterico, nel quale "vive" l'inconscio del soggetto, che colloquia con quello di sopra. Per riassumere, quindi l’Ente IO SONO /Ego/IO è la sintesi delle Considerazioni, Percezioni, Informazioni ed è lo Spirito, l’Essenza stessa dell’Essere. Egli è “AMOR”; questa parola che deriva dall’antico Fenicio ed è composta dalla parola radice: AOR (dalla quale è derivata la nostra parola ORO) e che significa “Luce” intesa come Informazione Energetica, nella quale si è introdotto il concetto della MEM (lettera M in antico Fenicio) che ha come significato: la funzione Matriciale ed il Moltiplicare. In antico Sanscrito la parola “Amar”
significa “immortalità”;
quindi il vero significato della parola “Amor”
è l’insieme di questi 2 significati:
Ecco come il
cervello si mantiene pulito - 19, Ago. 2012
Si è dimostrato che il
cervello dei topi con carenza di questi canali
accumula i rifiuti, tra cui la proteina
amiloide, l’accumulo è legato alla malattia di
Alzheimer. Gli animali ammalati eliminano il 70
per cento dei rifiuti più lentamente rispetto ai
topi in possesso dei normali canali.
I fisici ribaltano
un'ipotesi centenaria su come funzionano le
cellule cerebrali
– 06/08/2019
Nuovi tipi di
esperimenti rivelano che un neurone funziona
come unità di soglia indipendente multipla.
Estratto
Aspirina per combattere i
disturbi mentali, ovvero
Psichici
Le dimensioni del
cervello e l’intelligenza dipendono da 4
geni
- 18 Apr. 2012.
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La
proteina
immunitaria che regola anche le sinapsi
cerebrali – 03 Mar.2011
Neuroni
sintonizzati -
Cervello si comporta come una
Radio - USA 27 Set. 2010
Con queste erbe e/o
con sostanze es. minerali tossici (es. quelli
dei vaccini -alluminio, mercurio ecc.,
anche sottoforma di nanoparticelle, che creano
anche e non solo l'autismo....),
chimiche e/o psicofarmaci, oltre che con certe
erbe, che gli sciamani sanno utilizzare, e'
possibile "Disintonizzare" il cervello dalla
apposita e normale taratura autoregolata alla
nascita per cui esso diviene immediatamente
disponibile a riceve le altre frequenze
esistenti nell'universo di qualsiasi dimensione
esistente e presente. Il Cervello emana onde
elettromagnetiche: Le onde emanate dal cervello sono onde a
frequenza elettromagnetica molto bassa (VLF)
ed estremamente bassa (ELF), vedi rapporto
AirResearce sulle Bio-comunicazioni e Laboratorio
di Bio-Informazioni di Mosca. I neurologi e psicologi russi che per anni
hanno studiato questo tipo di “trasmissione”
biologica del cervello, essi
che per anni hanno considerato il cervello
e la mente umana poco più che un semplice
apparato elettrochimico, hanno dedotto che al
contrario esso è con la mente (percezione di sé)
ivi residente, un sistema molto più complesso ed
efficiente; in pratica hanno descritto ciò
affermando che:
“gli organismi ed i circuiti nervosi, cosi come tutte le altre componenti
degli organismi viventi presiedono a
funzioni protettive e di adattamento…….la
natura ha dotato tutta la materia vivente di
strutture nervose assai raffinate……..la
trasmissione elettromagnetica di informazioni
mentali a distanza, rappresenta una funzione
vitale del sistema nervoso; ciò porta ad un
concetto dedotto logicamente: il sistema nervoso
centrale degli esseri umani (cervello compreso) è
sede di strumenti assai sofisticati di
radiocomunicazioni biologiche, di una complessità
ed efficacia di gran lunga superiori a quelle dei
più recenti apparecchi per le radiocomunicazioni
oggi esistenti. Queste “nascoste” capacità sono in noi
presenti e latenti, basta saperle sviluppare per
utilizzarle per noi stessi e per il bene comune.
Il futuro dell’uomo è dia arrivare a
riutilizzare queste possibilità per comunicare
con la natura stessa………di qualsiasi
dimensione !
Il
cervello superiore (quello nel cranio) è anche diviso in centinaia
di aree, ciascuna delle quali governa e
controlla delle specifiche funzioni organiche e
di sistema del corpo
(organi e sistemi bersaglio) -
Prendendolo in considerazione da vicino, osserveremo che le sue cellule hanno una autonomia di ossigeno inferiore a tutte le altre; infatti, se occludiamo anche per brevissimo tempo il flusso di sangue al cervello, tramite una momentanea compressione della vena giugolare (D), avremo come risultato prima lo svenimento, poi la paralisi ed infine la morte. Quindi
più ossigeno e gli altri elementi vitali,
arrivano al cervello attraverso una buona
respirazione, maggiori potranno essere le
capacità intellettuali. Come puo' il cervello fisico elaborare le informazioni che riceve attraverso gli organi di senso e quelle che riceve dalla mente stessa che vive anche al suo interno ? Il
nostro organismo riceve stimoli, per mezzo degli
organi di senso,
pelle,
udito,
vista,
olfatto,
tatto, attraverso le
onde elettromagnetiche e
segnali chimici (E), piu' o meno "sottili"
che stimolano i sensori di quegli organi di senso;
il gusto riceve stimoli biochimici, che
nell'organismo vengono poi trasdotti, trasformati
in energia elettromagnetica che viene inviata al
cervello. Quindi
il cervello funziona con una base principalmente
elettromagnetica (oltre che per caduta, biochimica), che a sua volta trasforma queste
energie (EM) per mezzo della
Nevro-Glia in
radiofrequenza che contiene le informazioni
trasformate in forma
olografica, che
si traducono in sensazioni, percezioni,
emozioni, per l'IO
SONO - Ego/IO, cioe' per l'essere stesso,
il quale le memorizza (consciamente od
inconsciamente) nell'Atomo dell'Ego
- IO
SONO stesso, cioe' per l'Essere ed anche negli atomi che
compongono il DNA dei
cromosomi del cervello
stesso ed in quelli delle
cellule
del corpo se
necessario, e le "dona"- trasmette sempre anche al
suo centro, che e' il vortice centro mosso di un
micro
buco nero che si "affaccia", nel
Vuotoquantomeccanico...e quindi da e per l'INFINITO. Il
Cervello è quindi la macchina (hardware), il computer
(la radio ricetrasmittente) ed il corpo è l’automa-scafandro
che permette all’IO
SONO - Ego/IO di manifestarsi nel “cronotopo”,
lo spazio-tempo nel quale si trova
o si deve recare; è quindi la
Mente
(software) che “porge” (dopo le opportune
elaborazioni) all’Ego/IO-Coscienza-Essere, le
sensazioni e le percezioni. Questi dati vanno ad arricchire i “file”,
le memorie, la banca dati dell’IO SONO/Ego,
e quindi rappresentano le
informazioni e le esperienze dell’Essere (Co-scienza)
passando per quelle degli
Atomi,
e degli
Elettroni contenuti negli atomi dei Geni del
DNA
di tutte le
cellule
del corpo, fin nel nostro InConscio che "vive" nel
cervello di
sotto (enterico) e contemporaneamente
arriva fino nel
Vuotoquantomeccanico dell'Infinito.
Gia
nella
Bibbia e precisamente in
Esodo e
Levitico si
parla della famosa e leggendaria
Arca di Mosé.
IO SONO / Ego + Mente + Cervello sono 3 parti interdipendenti, correlate strettamente tanto da sembrare "Trino" (3 unità) od una sola cosa, ma comunque distinte, cosi come il “cervello fisico” quello nella testa, e’ composto da due parti (emisfero sx e dx) + il cervello di sotto (quello enterico, nell’intestino) ci permetto di essere Uno e Trino (3 unita’) nello stesso tempo/circuito.
Il
Cervello (superiore, quello nel cranio) è una
specie di interfaccia che permette la
manifestazione della CoScienza nell’organo
mente, cosi come, una radio od un televisore,
permettono di manifestare le onde
elettromagnetiche sottoforma di suoni ed immagini;
gli stati di pre-morte quindi dimostrano che la
mente/Coscienza sopravvive alla morte del
cervello.
Proprio
il minore apporto di ossigeno al cervello sembra
essere il responsabile della perdita di
“sintonizzazione” del cervello in questa realtà dimensionale, che man mano che
l’ossigeno diminuisce, permette al cervello di
sintonizzarsi su altre dimensioni esistenti nell’UniVerso,
questo per poter proiettare attraverso il
buco
nero interiore, nel tunnel dimensionale che
termina con un
buco bianco nella nuova dimensione
ove ci si deve recare alla morte con il
Trapasso. Prendendolo in considerazione da vicino, osserveremo che le sue
cellule
hanno una autonomia di ossigeno inferiore a tutte
le altre; infatti, se occludiamo anche per
brevissimo tempo il flusso di sangue al cervello,
tramite una momentanea compressione della vena giugolare, avremo come risultato prima lo
svenimento, poi la paralisi ed infine la morte.
Quindi più
ossigeno e gli altri elementi vitali, arrivano al
cervello attraverso una buona respirazione,
maggiori potranno essere le capacità
intellettuali. Per comprendere meglio, dobbiamo ricorrere
all’analogia (comunque impropria) con il
computer anche se dobbiamo ricordare che il
computer non funziona come il cervello: il
cervello è l’equivalente della parte fisica
elettronica del computer, la macchina. Da che cosa e’ composto il Cervello, da cellule nervose e da un tessuto a rete le cui maglie si trovano nelle cellule stesse; questo tessuto e’ detto Neuro-glia o Nevro-Glia (Nevroglia=Stroma, cioe’ impalcatura connettivale del tessuto nervoso, detto anche Glia).
Già nel 1906 il premio Nobel per la Neurologia, Ramon y Cajal, sostenne nei suoi studi, l’importanza della “NevroGlia” come primo anello fisio-psichico di interazione fra cervello e mente. La nevroglia è la base, del tessuto nervoso a struttura reticolare delle cellule nervose e costituisce l’impalcatura di sostegno della sostanza grigia e bianca dell’encefalo, midollo spinale e nervi periferici, anche con funzione fagocita e rigenerativa; essa rappresenta quindi il 90% del Sistema nervoso, l'altro 10% e' rappresentato dai neuroni.
Queste cellule che compongono la
nevro-glia nel
nostro corpo, sono quindi 10 volte più numerose dei neuroni e
costituiscono la metà del volume del sistema
nervoso centrale e periferico. Il Sistema nervoso nel suo insieme e' la parte dell'organismo che "dirige" la funzione e quindi anche la funzionalita' del "Sistema Immunitario" il quale a sua volta e' l'insieme di funzioni di vari sistemi ed organi, in primis il cervello di sotto, il sistema nervoso enterico=tubo digerente o sistema gastrointestinale.
Le cellule della
microglia, "giardiniere" del cervello -
09/03/2016
vedi:
Cervello-Cuore e CEM + Campo
energetico del Corpo
La
materia bianca del cervello
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Le citochine influenzano spesso la sintesi di
altre citochine e/o la loro attività. Le
Citochine possono operare in modo SINERGICO
e COOPERATIVO potenziansi a vicenda e
trasportando quindi l'informazione a qualsiasi
livello attraverso il sangue.
Quando esse vengono a veicolarsi nel plasma sanguigno informatizzano (informano) tutte le cellule del corpo, di cio' che sta avvenendo in esso; sono anche quindi le veicolatrici dello stato di irritazione, infiammazione, conseguente, stato che interviene SEMPRE quando una MNO si introduce nel sistema corpo.
Le
cellule della
Nevro-Glia “percepiscono” interagiscono,
assorbono, riflettono anche la radiazione
cromatica (intesa come Luce) che è sempre la
solita radiazione elettromagnetica nel campo
spettrale da 400 a 700
nanometri.
L'assorbimento
della luce è un caso particolare e
concettualmente abbastanza secondario della più
ampia interazione delle radiazioni EM con la
materia vivente. Le cellule intese come corpuscoli
in sospensione per lo più riflettono e disperdono
la luce, “scatter”.
I composti intra cellulari l'assorbono un poco, se sono cromogeni naturali (clorofilla, emoglobina, porfirine, ecc.) o artificiali (esempio: psoraleni: composti chimici ad azione fotosensibilizzante che tramite l'assorbimento dei raggi UV stimolano modifiche biologiche cellulari).
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Le normali strutture cellulari (esempio: proteine, DNA, ecc.) non assorbono molto la luce cromatica, ma sono molto sensibili alla radiazione della luce più energetica (ultravioletti).
L'acqua delle cellule assorbe per esempio l'infrarosso scaldandosi, in quel caso la radiazione non è più "cromatica". L’italiano, prof. Leonida Santamaria, Patologo generale in Pavia, era famoso per la sua ricerca sulla fototossicità.
Comunque
occorre ricordare che tutta la materia, corpo
umano compreso, è composta di atomi o campi
atomici, che vibrano secondo determinate lunghezze
d’onda. La malattia è una alterazione di queste
vibrazioni (frequenze); ne abbiamo dimostrazione
anche con le apparecchiature Bio
elettroniche di tutti i tipi.
Qualche
inciso: recenti studi nel laboratorio Europeo
di ricerca sulle particelle sub nucleari hanno
confermato che ogni particella sub nucleare è
influenzata dalle variazioni (cioè dalle
informazioni) lunari, terrestri e solari (le loro
varie fasi, alterazioni dei loro campi magnetici,
macchie solari, terremoti, quindi dai campi
elettromagnetici e di quelli più sottili, ecc.),
per cui abbiamo la dimostrazione che tutta la
materia vivente (anche i corpi umani) è interagente con qualsiasi altra materia a livello
sub atomico fino a quello Spirituale, il Pensiero.
Anche le più avanzate ricerche scientifiche in merito (vedi gli studi del Dr. Prof. C.F. Bucca di Firenze, Italia) confermano le nostre affermazioni. In quegli studi, si evidenzia come: “L’IO, la Mente ed il cervello possono presentare dei disturbi di comunicazione a vari livelli; questi disturbi potranno essere espressi da una somatizzazione, come una espressione di un processo finale di uno stress mentale sul piano fisico, da una malattia organico/mentale”.
La malattia è quindi SEMPRE di ordine Spiritual/Mental/Organica (Conflitto Spirituale + Stress) e quindi la guarigione deve seguire uno schema identico partendo dalla risoluzione dello stress/Conflitto e contemporaneamente agire con le Cure naturali sul fisico.
Il reticolo vescicolare presinaptico è stimolato dalle onde di Luce/informazione, emesse o ricevute trasformando i segnali in ordini e comandi precisi, quindi in azioni coerenti e coordinate a finalità definite.
Ogni desiderio od intenzione mentale, quindi anche ogni emozione, (consciamente od inconsciamente), attiva la corteccia cerebrale in certe precise regioni del cervello, ancor prima che vi appaia il movimento; ciò è stato rilevato sperimentalmente con certezza.
Quindi possiamo affermare con sicurezza che ogni pensiero, conscio od inconscio, proveniente dal “cielo del pensiero”, ancor prima di scendere in “terra” e divenire azione, movimento, attiva e viene rivelato dalla mente/organo energetico e diviene azione generando onde elettromagnetiche (radiofrequenza) e quindi movimento nei cervelli (superiore ed inferiore), agendo con ordini finalizzati, nell’organismo che è il recettore ed esecutore dei comandi Spirituali, dell’Ego/IO della persona stessa, ecco la discesa delle iDEE, (gli Dei=informazioni) nella “Terra” fisiologica.
Essendo la vita l’accumulo di esperienze quindi un continuo flusso di informazioni, possiamo definire il corpo degli esseri viventi come una “macchina biologica CibernEtica” atta a raccogliere, elaborare, memorizzare distribuire informazioni, con un “sistema” che parte dallo Spirito (la CoScienza) e finisce nella sua parte densa, il corpo fisiologico.
Queste ricerche permettono pure di appurare e comprendere lo stato ed il livello di consapevolezza della persona e come ella risponde agli stimoli informazionali con i quali entra in contatto.
Si determina anche lo stato del territorio, sociale, fisico, mentale/emozionale/affettivo, nel quali l’individuo vive e ciò permette di comprendere la Sua personale “visione del mondo”, che è partecipatoria alla realtà, ma non è sempre conforme alla stessa; come afferma anche lo scienziato e fisico inglese Hoyle: “l’ Universo esiste per essere osservato ed osservandolo lo si fa esistere”; ciò significa quindi che la nostra personale visione del mondo, può modificarne la struttura del suo divenire; anche la realtà è interdipendente dalla nostra particolare visione del mondo, così come la vediamo e la immaginiamo, ciò significa che noi siamo in grado di “captare” solo ciò per cui siamo stati condizionati/informati, dal nostro inconscio/conscio, cioe' da cio' che ci e' necessario per arrivare ad una evoluzione sempre piu' perfetta e consapevole !
vedi Sintesi
Tanto più acquisiamo consapevolezza e quindi informazione sulla realtà del reale, tanto maggiore sarà la nostra possibilità di acquisire risonanza con livelli migliori e quindi superiori; ciò significa che il nostro “destino” non è solo una questione di possibilità, ma bensì anche di scelte, consapevoli o meno.
Nei suoi studi il ricercatore italiano ing.Tedeschi ha potuto vedere, dopo attente osservazioni, che la mappa cerebrale riferita agli organi del corpo ricostruisce la “mappa fisiologica” non di un uomo adulto, ma bensì quella di un embrione di 12 settimane (3 mesi) !!! a quell’età infatti si costituiscono i vari livelli di distribuzione dell’inFormAzione nei vari sistemi organici di reflessologia, nei piedi, nell’iride degli occhi, nelle orecchie, nelle mani, nella pelle, ecc.
Il
Tedeschi, con le sue attente ricerche sulle
frequenze cerebrali emesse dai 2 emisferi del
cervello umano, ha anche permesso di comprendere
molto meglio i meccanismi che intercorrono fra
l'IO
SONO=Coscienza,
Ego/IO parte della
mente/organo, come
struttura indipendente di Luce/energia plasmica/mente
come organo e corpo fisico con cervello, organi e
sistemi; per mezzo di tecniche riflessogene e di
imposizioni delle mani, egli ha dimostrato come
tutti gli esseri viventi complessi sono anche dei
BioRisuonatori Universali, che
utilizzano dei “diapason”
che se opportunamente eccitati, consentono di far
risuonare i diapason/organi del corpo non
solo proprio, ma anche quelli di altre
persone.
Questo particolare fenomeno è chiamato BioRisonanza
del corpo.
La scansione di frequenze cerebrali che avviene, è correlata alla corretta attivazione delle frequenze/organo, per cui nell’istante i cui un tecnico di medicine naturali od un guaritore tratta un organo od una determinata parte del corpo, si vede nel suo quadro cerebrale l’attivazione in ampiezza dell’onda cerebrale della frequenza a cui corrisponde e dopo una frazione di secondo l’attivazione della stessa frequenza nel quadro del ricevente, un altro soggetto, che sta in posizione di rilassamento con occhi chiusi e senza l’appoggio diretto di mani del tecnico o terapeuta sul suo corpo e con entrambi in perfetto silenzio.
La
Mente/organo è l’equivalente del “programma
o sistema operativo” ovvero del
programma per poter ricevere ed elaborare i dati
(i Files) che si inseriscono nella memoria del “computer
biologico”; essa serve per far sopravvivere al
meglio l’Essere, nello Spazio/Tempo nel quale è
manifestato; essa si avvale del “dischetto-CD-Nastro”
che è un supporto fatto di materia allo stato di
Energia, il Campo Psico Elettro Magnetico
Informato (CEI) ed emana e riceve certi tipi
speciali di “radiofrequenze”
anche elettro magnetiche.
La
mente (vegetale, animale, umana), lo ricordiamo,
ha la stessa "qualità
" intrinseca degli oggetti che osserva e/o
entra in contatto e che ha desiderato e quindi
"creato",
si è evoluta con essi ed interagendo
dinamicamente con essi, è stata capace (per
intrinseche proprietà) di crearne
rappresentazioni olografiche/virtuali in se stessa;
piu' la mente ha piu' proprietà, maggiori sono le
sue possibilità; e' di tutta evidenza che la
mente di un vegetale ha la stessa
"qualità" di un animale od umano, ma
non, la stessa quantità e quindi le stesse
possibilità.
Di fatto nulla esiste in sé, tutto è
vibrazione ed informazione olografica,
quindi immaginaria (virtuale) della matrice
spazio/temporale, tutto è
mente/immagine, in una
Unica grande
mente
Universale
fin nel
VuotoQuantoMeccanico
dell'Infinito.
TUTTI
i nostri guai, le nostre malattie, ricordiamolo ancora una volta, sono generate dai Conflitti
Spirituali irrisolti (il che comprende anche una
immaginazione non sana, non tendente alla
perfezione), che determinano la rottura dei giusti
rapporti Psico/Termico/Nutrizionali, intossicando
quindi l’organismo o parte di esso.
Ciò significa che ogni
Conflitto
irrisolto
quindi, tende a scendere nel corpo
fisico ed a fissarsi nell’organo bersaglio
collegato all’archetipo conflittuale.
Se
avremo una mente/organo che tenderà a
sovreccitare ed irritare, creando Conflitti
Spirituali (vedi
Uomo
Psico elettronico) ed
infiammando,
eccitando oltre misura i neuroni del cervello; la
sovreccitazione nasce quando essi sono sottoposti
ad una attività non CONFORME ai desideri veri
dell’Ego/IO che sempre è alla ricerca di
Verità sempre più Perfette ed in linea con le
Leggi, gli scopi e le Finalità della
Manifestazione, se così è, avremo molti problemi
(Conflitti
Spirituali) e quindi di Salute; in questo
caso la mente attiva azioni inconsce per creare un
sangue tossico che infiamma le cellule…..con
meccanismi che partono dall’intestino….(disbiosi
+ malnutrizione, farmaci,
Vaccini,
ecc.).
Creare
immagini mentali in sintonia con le Leggi
Creative, renderle Azioni, fare all’Amore con la
persona amata, riflettere, imparare, conoscere,
meditare o pregare, ascoltare musica, auto
esaltarsi, raggiungere stati psichici emotivi di
grande gioia, partecipare con concentrazione a
riunioni nelle quali vi è grande comunione fra i
presenti, ecc., fa per esempio aumentare il tasso
di endorfine prodotte dalle cellule neuroniche e
rende il vostro sangue migliore.
Le sovra eccitazioni, le intossicazioni, le infiammazioni neuronali, generate dai Conflitti Spirituali, se rese croniche, prima o poi creeranno dei micro corto circuiti neuronali che altereranno le giuste informazioni che essi prima inviavano ai vari organi o sistemi corrispondenti alla loro attività psichica, di conseguenza anche l’aids o il cancro potranno comparire, se il supporto fisico risponderà a quelle nuove sollecitazioni anomale, perché i liquidi del corpo (il terreno) varieranno i loro giusti rapporti di pH e quindi quelli Termico/ Nutrizionali intossicando tutto l’organismo o parte di esso.
Alcune
funzioni del cervello superiore sono speculari, ad
esempio l’emisfero destro controlla i muscoli ed
i movimenti della parte sinistra del corpo; mentre
l’emisfero sinistro controlla quelli della parte
destra; anche gli stimoli quelli Tattili,
Acustici, Olfattivi, Gustativi, che provengono
dalla metà destra del corpo, vengono registrati
dall’emisfero di sinistra e viceversa, per poi
essere trasformati in Sensazioni Spirituali
(InFormAzioni); altre funzioni sono asimmetriche,
in quanto sono raggruppate soltanto in uno dei due
emisferi.
Nella maggior parte delle persone l’emisfero di
sinistra controlla le funzioni linguistiche in
quanto vi sono localizzati alcuni centri del
linguaggio i quali permettono di leggere, parlare,
scrivere e di comprendere il linguaggio degli
altri; questa asimmetria è così evidente che l’emisfero
sinistro è più “grosso” come volume a
livello della corteccia cerebrale dell’altro.
A
destra sono invece localizzate le funzioni che
permettono di riconoscere le immagini visive e di
essere coinvolti emotivamente quando si osserva
una immagine, un bel tramonto, un paesaggio o nell’ascoltare
una musica particolare.
Questo
emisfero, contribuisce a conferire il “tono”
all’emozione, le pause e le inflessioni nel
linguaggio; ciò è molto importante per dare una
impronta caratteriale specifica in quanto la
comunicazione non è affidata solo alle parole, ma
anche alle sensazioni emotive e di tono, le quali
sono cariche di informazioni istintive; ovviamente
a seconda del sesso a cui apparteniamo le zone di
utilizzazione degli emisferi cerebrali, variano.
Una piccolissima parte dell’architettura del
cervello, fatta di miliardi e miliardi di
connessioni che uniscono tra di loro le cellule
nervose, i neuroni, è di origine genetica (DNA);
la maggior parte di questa architettura invece,
viene a crearsi man mano che il tempo passa e le
informazioni arrivano dall’ambiente nel quale l’Essere
è manifestato.
Il cervello e la sua intricata rete di connessioni nervose, possono essere paragonati alla chioma di un albero (l’albero delle vite); di questa chioma sovrabbondante, l’ambiente “pota” alcuni rami mentre ne consolida altri, cioè le connessioni sinaptiche tra neuroni, sono più abbondanti di quelle richieste, nel corso del tempo e dello sviluppo, vengono stabilizzate solamente quelle connessioni che vengono “usate”.
Il
nostro cervello è un organo “plastico”, le
sinapsi nervose, aumentano o diminuiscono a
seconda degli stimoli bio elettrochimici che
pervengono ai neuroni; si è potuto vedere al
microscopio elettronico l’incremento di sinapsi,
ottenute con l’arrivo di nuovi stimoli
psico bio
elettrochimici; queste nuove sinapsi permettono
all’Ego/IO una migliore e più grande
possibilità di elaborare i dati ricevuti dall’ambiente.
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Un dogma da modificare -
Comunicazione tra cellule nervose anche senza
sinapsi
Gli interneuroni possono diffondere GABA nello
spazio extracellulare per comunicare con le
altre cellule cerebrali, anche in presenza di
livelli molto bassi del neurotrasmettitore.
I neuroni comunicano attraverso le sinapsi: è
quanto si legge qualunque manuale di biologia o
di neuroscienze. Ora questa nozione dovrà essere
modificata perché un gruppo di ricerca dell’Università
di Szeged, in Ungheria, ha scoperto che
alcuni neuroni per comunicare bypassano del
tutto la sinapsi, utilizzando l'emissione di
neurotrasmettitori nello spazio tra le cellule,
che investe i neuroni circostanti.
Il risultato, riferito
in un articolo apparso sulla rivista "Nature", è
venuto studiando gli interneuroni, comuni nella
corteccia cerebrale, una regione che riveste un
ruolo cruciale in molte funzioni cerebrali, tra
cui memoria, attenzione e linguaggio.
Precedenti studi hanno mostrato come gli
interneuroni possano inibire l’attivazione di
altre cellule nervose rilasciando il
neurotrasmettitore GABA (acido
gamma-aminobutirico), che tipicamente trasmette
i messaggi lungo le sinapsi.
Tuttavia, alcuni studi hanno mostrato che il
GABA può diffondere anche nello spazio
extracellulare, dove veicola il messaggio tra
neuroni non connessi tra loro da sinapsi. Gli
studiosi tuttavia ritenevano che per avere una
quantità sufficiente di GABA occorresse
l’attivazione di molti neuroni
contemporaneamente.
Per verificare questa ipotesi, i ricercatori
ungheresi hanno analizzato campioni di
interneuroni umani e murini, che possiedono
assoni molto ramificati e riccamente dotati di
siti da cui il GABA può essere rilasciato nello
spazio extracellulare.
I ricercatori hanno potuto riscontrare come solo
11 dei 50 siti di rilascio esaminati
corrispondessero a sinapsi. Ulteriori
sperimentazioni hanno poi confermato che un solo
interneurone, se stimolato, rilascia abbastanza
GABA da inibire l’attività dei neuroni
circostanti non connessi da sinapsi.
Si è scoperto inoltre che gli interneuroni
contengono recettori sensibili a livelli di GABA
molto bassi, il che fa ipotizzare che essi siano
“progettati” per comunicare tra loro così come
con altri tipi di cellule. Gli stessi recettori
sono sensibili anche ai neurosteroidi. (fc)
Tratto da: lescienze.espresso.repubblica.it
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Lo sviluppo del Sistema Nervoso è un
complicatissimo processo di interazioni tra l’Essere
e l’ambiente; nell’ambito di queste
interazioni, il cervello gioca un ruolo
essenziale.
Esso
non è un organo pronto per l’uso; tra il
cervello e gli organi che ricevono i suoi comandi
o che gli inviano degli stimoli bio
elettrochimici, si devono formare delle
connessioni specifiche, che vengono consolidate
dagli impulsi che percorrono i circuiti nervosi.
In esso i percorsi (sinapsi) neuronali crescono per la morte di cellule competitive, selettive; questi “sentieri” una volta definiti, rimangono. Sono comunque i Campi (CEI) centro mossi dall’IO SONO-Ego/IO, l’Ente con la Sua mEnte, e quindi anche dai Geni, quando essi “appaiono” nel fisico ad attivare i programmi di definizione dei percorsi dei neuroni, anche per la formazione e la definizione di quelli del linguaggio; uno dei meccanismi che si attivano nel cervello per mezzo dell’interazione degli eventi è per esempio l’efflusso di Calcio nei neuroni; gli effetti di inter modulazione del Campo (CEI) Psico Elettro Magnetico Informati sono sinergici con la totalità dell’organismo che e’ un corpo olografico cibernetico.
Non possiamo distinguere il Cervello di sopra, dal Sistema Nervoso Centrale, essi formano un unico ed inscindibile corpo e sistema chiamato l’Albero delle Vite; il Cervello di sotto (Sistema Nervoso Enterico, quello nell’intestino) comunica e dialoga con quello di sopra nel cranio, ma è come “separato” da esso, ma comunica ad ogni istante con quello di sopra; i cervelli arrivano attraverso la loro immensa rete nervosa fino alla pelle, cioè “collegano” l'IO SONO, il Sé, l'Ego/IO e l’Ambiente, cioè di tutto ciò che sta fra l’Essere ed i confini dell’Universo.
Altro
importante fatto che pochi hanno preso in
considerazione è che il cervello di sopra è
anche l’insieme dei cervelli di tutti gli organi
(eccetto l’intestino
ed il cuore che ne hanno anche uno proprio
in loco) e di tutti i sistemi esistenti nel corpo;
in parole povere significa che il cranio è la
sede ove esistono tutte le parti Mentali,
cerebrali dei vari organi o sistemi; ecco perché
vi sono i rigetti da parte del corpo all’introduzione
di organi estranei (vedi trapianti, sangue,
protesi, ecc.); la
Mente utilizza la parte del
cervello di quell’organo, che ha sede nel cranio
ed essa rifiuta sempre qualsiasi cosa che non
riconosce come Suo.
Sappiamo
anche che il cervello di sopra del
maschio
è diverso
da quello della
femmina; ad un
esame autopico, si è rilevata la fondamentale
differenza fra il maschio e la femmina; il nucleo
dimorfico sessuale e l’area preottica, due zone
del nostro cervello, presentano nel maschio un
numero di cellule più che doppio rispetto alle
femmine; questo non significa che il maschio “abbia
più cervello”, la quantità di cellule
in più gli è necessaria per svolgere certi
compiti totalmente diversi dalla femmina; quantità
non significa qualità.
Spesso si sente di dire che il cervello umano è
come un computer molto complesso; niente di più
stupido, perché esso non funziona affatto come un
grande computer; vediamone il perché: guardando
la sezione ingrandita di un cervello, sembra di
poterci scovare dei cablaggi, cioè i collegamenti
di fili fra le varie parti del computer, perché i
neuroni si collegano ad altri con una immensa rete
di connessioni; esso ha un’attività elettrica,
cioè emette elettricità che i nervi trasportano
dove serve; sembra dunque un insieme di
semiconduttori umido; in realtà se noi
ingrandiamo il cervello al microscopio
osservandone l’anatomia, riscontriamo anche ai
più forti ingrandimenti che esso assomiglia ad un
folto sottobosco, ad una giungla di liane più che
ad un computer.
Se dovessimo per ipotesi costruire un computer in quel modo, l’unica cosa che otterremmo sarebbe un “rumore di fondo”; inoltre seguendo l’anatomia umana non potremmo mai costruire 2 computer uguali, né metterci un programma; questa variabilità unica del cervello ha una precisa funzione dal punto di vista dell’Evoluzione Spirituale (accumulo dell'in-form-azione per se e per l'Universo nel quale siamo); essa segue una finalità (funzione) apparentemente entropica, ma in realtà Sintropica; cioè da un apparente disordine, l’ordine appare; in questo schema la variabilità, il “rumore di fondo” non è un incidente biologico ma una precisa base necessaria, come insegna la “teoria dei frattali e quella del caos”, per i successivi cambiamenti richiesti dall’essere al mutare dell’ambiente o delle sensazioni che egli ricerca.
Altra
differenza fra il cervello ed il computer è che
quest’ultimo è una macchina che funziona con
procedure logiche, ma benché la logica sia di uso
generale, dalla matematica alle decisioni più
importanti, essa non è la funzione suprema
attorno alla quale tutto gira; vi sono funzioni
più fondamentali della nostra logica, oppure
bisogna dire che occorre una nuova logica da
imparare e di livello superiore, una volta che le
nostre attuali informazioni si sono arricchite da
qualche cosa che non si è saputo precedentemente.
Un esempio ci conferma che i giudizi basati sulle
categorizzazioni, non sono logici; né la scienza
appare vincolata alla logica (oggi conosciuta),
né l’arte, la creatività, né l’evoluzione
stessa; invece il computer per funzionare bene ha
bisogno di procedure efficienti e logiche; quando
si dice per esempio che il computer ha risposto ad
una domanda postagli, in realtà è l’uomo che
risponde a Se stesso, in quanto le informazioni
inserite nel computer le abbiamo inserite noi
umani, esso le ha solo elaborate con una fervida
memoria per poterci dare la risposta che potremmo
darci se potessimo elaborare le stesse idee con il
suo procedimento e le sue capacità elaborative;
la macchina NON ha imparato nulla, né ha
inventate le regole, né le conosce, ciò
significa che non è il computer che gioca a
scacchi, come comunemente si dice.
Quale
è la primaria funzione del cervello, della
mente/organo e dell’EGO/IO
? ...è quella di saper e dover imparare; attraverso
gli organi di senso otteniamo delle percezioni,
delle sensazioni e con essi e la nostra capacità
mentale di elaborare i dati ricevuti, suddividiamo
il mondo in oggetti, movimento e classi, prima
ancora di possedere le parole per definirli; ecco
come sembra funzionare la materia pensante od
informata.
Ogni immagine, suono, sensazione tattile, odore,
gusto, ecc., modifica le connessioni bio
elettroniche e sinaptiche della mente/organo,
formando delle immagini con onde a bassa, media ed
alta frequenza, che vengono inconsapevolmente
confrontate con quelle fondamentali (archetipi)
già iscritte nel programma “genetico” degli
Elettroni/Positroni che vivono nei Geni dei
cromosomi del
DNA/RNA, esperienze che sono state
acquisite nel corso dell’infinità del passato.
Vi sono come abbiamo già detto (vedi Chi siamo noi ?) anche gli Elettroni “giovani” appena nati=apparsi in questa dimensione, che sono contenuti nel DNA delle cellule neuroniche, che devono completare anch’essi la loro evoluzione spirituale; essi, i nostri fratelli, utilizzano anche i corpi umani per conoscere sempre più; alcuni di Noi (esseri Umani) hanno un IO giovane e poco sapiente, perciò si reincarnano per accrescere il loro potenziale informazionale.
Per riassumere in sintesi tutti i meccanismi: l’IO
SONO-Ego/IO utilizza la
mente/organo ed essa utilizza i cervelli i quali
sono il cuore del sistema nervoso che fornisce le
energie, correnti elettriche e le informazioni
necessarie (dai sensori degli organi di senso) per
mettere in movimento le altre parti del corpo e
per attivare gli organi sensoriali e motori;
questi servono e sono attivati per ottenere le
informazioni che l’IO
SONO-Ego/IO necessita in quel
momento spazio/temporale e/o per lo spostamento
spaziale; quindi i dati raccolti vengono ordinati,
dal programma (software) mentale, organizzati,
sintetizzati e memorizzati nella
mEnte
dell'IO
SONO (nell’atomo
in formazione, specializzazione,
che ognuno di noi e’, e che diventa un "cluster"
-insieme coerente- di atomi alla
morte dell'involucro, il corpo fisico
terrestre ove esso si forma = il bruco che si
trasforma in farfalla...) ed in tutte le
cellule
(precisamente negli elettroni degli atomi
contenuti nei geni del
DNA) del corpo per trarne
Sensazioni, ConoScenza e quindi Godimento e Gioia
per l’IO
SONO-Ego/IO, cioè per l’Essere stesso e per
gli Elettroni che vivono nel
DNA, ma con Lui
(Essere) la stessa esperienza di Vita.
Per fare ciò occorre che il corpo di
ManiFestAzione dell’Essere sia vivo e SANO, in
moto, quindi in movimento; cioè che esso sia
energizzato, come ?
l’Energia vitale
Fondamentale (E), chiamata in Oriente “Prana”
ed in Occidente “Etere”, altrimenti chiamate Ynn
e Yang, Duale e contra - opposta in 2
Energie (E), una di natura Femminile e Fredda (E-)
ed in (E+) di natura Maschile e Calda, (Ynn e
Yang), che permea tutto la ManiFestAzione - vedi Cosmologia
-
quindi tutta l’Energia/Mater-ia è da Essa
inFormata ed essa si rivela, si ManiFesta, si
concretizza, si rende evidente e sensibile sotto
forma di materia/energia
più o meno densa nel
CAMPO
Energetico Universale.
Un
recente esperimento condotto da un neuro psicologo
Canadese M. Persinger, sembra dare una risposta
affermativa e quindi gettare nuova luce su questi
temi.
Egli
ha preso un certo numero di volontari “normali”
cioè non dediti a sensitività, medianità,
contattismo, ecc., che ha sottoposto ad un
esperimento di condizionamento del lobo temporale
(parte del cervello del cranio), utilizzando una
specie di elmetto in grado di rilevare con
appositi sensori l’attività Bio
elettronica della corteccia cerebrale
e di modificarla attraverso la produzione di un
campo elettromagnetico.
I volontari hanno riferito di avere visto luci,
sentito suoni e provato sensazioni che hanno
interpretato in termini di alterazione della loro
coscienza e che nascevano nel loro cervello; hanno
avuto la sensazione che qualcuno volesse entrare
in contatto con loro ed influenzarli, come se
fossero alla merce di entità sovrannaturali, di
forze o creature extraterrestri.
Secondo
il ricercatore Canadese ciò accade in quanto vi
sarebbe una caduta dei livelli di ossigeno della
corteccia cerebrale (fase tipica), così come avviene quando si
sta per perdere coscienza o negli stati
mentali della fase di pre-morte (stati di
chi si sente in punto di morte e poi si
riprende); per poter disintonizzare il cervello
dal Qui Ora, occorre che la quantita' di
ossigeno che vi arriva diminuisca.
UN'altro esperimento e' consistito ad immettere
un soggetto in una stanza (gabbia
di faraday), per isolarlo dal
campo elettromagnetico terrestre e
totalmente buia, e con uno speciale casco sulla
testa che poteva emettere, a comando, un campo
magnetico; il tutto con la registrazione visiva
e sonora dell'avvenimento ; il soggetto poteva
riferire le sue sensazioni ad ogni istante.
Ad un certo punto, dopo qualche tempo (decine di
minuti) di silenzio, l'operatore che stava in
un'altra stanza fuori dalla gabbia di faraday,
dava un'impulso al casco e questo emetteva un
certo campo elettromagnetico, solo a quel punto
il soggetto riferiva di sentire e percepire
delle presenze di esseri, attorno a lui,
che scomparivano quando il campo non era piu'
emesso dall'operatore, la cosa si e' ripetuta
piu' volte, confermando che il cervello e'
un'apparecchiatura biologica ricevente anche per
altre forme di vita che sono presenti in certi
campi elettromagnetici (dimensioni diverse dalle
nostre).
Questa
è la prova inconfutabile che il cervello è l’unica
e la più perfetta apparecchiatura bio elettronica
radio ricevente e trasmittente creata nella
Manifestazione dell’UniVerso Mentale per poter
comunicare con tutte le tendenti infinite
dimensioni di Ella.
Quando
si alterano le normali condizioni bio elettroniche
neuronali, e l'apporto di ossigeno varia, il cervello e quindi la Coscienza, può
“sintonizzarsi” e
rivelare TUTTA la Manifestazione, nelle sue varie
forme-frequenze.
Smettiamola
quindi di dare del “pazzo” a coloro che sono
in sintonia con altre parti dell’Universo, ma
aiutiamoli a ritornare o stare nel qui ora, nel
presente della nostra realtà, in modo che essi
possano vivere senza psico dipendenze da altre
zone o parti dell’Universo.
Se,
in questo
UniVerso così immenso che tende
...........all’InFinito spazio e tempo, con
miliardi di miliardi di miliardi di
galassie con
anche esse miliardi di miliardi di miliardi di
stelle che a loro volta contengono, miliardi e
miliardi di
pianeti, ci fossimo solo noi
terrestri, che spreco di spazio e di tempo vi
sarebbe..........
.....ciò NON ha nessun senso,
evidentemente così NON È !!,
quindi la Vita è
OVUNQUE !!!
vedi: Progetto Vita
Video
IMPORTANTE, sullo
"SFIDANTE", il parassita, satana l'avversario, il
diavolo, il guardiano della soglia...ecc.
cosa
e', dov'e' e chi e' ?
Cervello: risonanza 3D scova traumi nascosti in
fasci nervi
Ansa - ROMA, 08 Mar. 2012 - Con una nuova
tecnica e' possibile vedere i danni provocati al
cervello dai traumi (NdR: es. quelli dei
Vaccini)
con la stessa definizione con cui i
raggi X mostrano le ossa fratturate. A
mettere a punto la risonanza tridimensionale e'
stata l'universita' di Pittsburgh, che l'ha
descritta sul
Journal of Neurosurgery.
Le cellule cerebrali, spiegano gli autori
dell'articolo, comunicano attraverso un sistema
di fibre nervose che costituiscono la 'materia
bianca'.
I ricercatori hanno studiato una
risonanza magnetica tridimensionale ad alta
definizione che agisce insieme a un programma
informatico riuscendo a mappare i fasci
principali delle fibre, e ad evidenziare danni e
interruzioni: "Per la prima volta e' possibile
rendere visibili danni una volta nascosti -
spiega Walter Schneider, uno degli autori - se
non si puo' vedere o quantificare il danno e'
difficile trattarlo. Con questa tecnica possiamo
virtualmente sezionare i 40 tratti maggiori
delle fibre e quantificare quali e quante sono
danneggiate".
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Un ricercatore della Sissa (Scuola
Internazionale Superiore di Studi Avanzati) di
Trieste, insieme a colleghi americani, ha
illustrato sulla rivista 'Neuron' i meccanismi
della visione umana, uno dei processi cognitivi
piu' straordinari e affascinanti, ma tuttora
poco compreso. Italy, Trieste, 08 Mar. 2012- (Adnkronos)
Perche' riusciamo con apparente semplicita' a
identificare e riconoscere le lettere sullo
schermo del computer, una tazzina di caffe' sul
tavolo e una persona che esce dall'ascensore?
Alla base del riconoscimento visivo degli
oggetti c'e' un processo molto complesso.
Lo studio dei meccanismi neuronali che ci
consentono di interpretare le scene visive ed
estrarne informazioni, essenziali per interagire
con il mondo circostante e guidare le nostre
azioni motorie, e' una sfida aperta per le
neuroscienze cognitive, la psicofisica, la
neurofisiologia e la computer science.
Sulla rivista "Neuron"
Davide Zoccolan, che alla Sissa di Trieste
dirige il laboratorio di neuroscienze visive, ha
pubblicato insieme ai collaboratori americani
James Di Carlo (Mit,
Boston) e Nicole Rust (University
of Pennsylvania), un articolo che svela
molti meccanismi. ''Noi siamo in grado di
classificare e identificare gli oggetti,
indipendentemente dagli infiniti modi in cui
possono presentarsi davanti ai nostri occhi: per
la posizione, l'orientamento, la dimensione, il
contesto e le condizioni di illuminazione.
E riusciamo a farlo in poche centinaia di
millisecondi'', spiega Zoccolan, torinese, dal
2009 alla Sissa.
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Il cervello
usa due metodi distinti per distinguere il vero
dal falso - 08 luglio
2009 - Milano, Italy
By ANSA - La capacita' di distinguere il vero
dal falso coinvolge due distinti processi
mentali e sistemi cerebrali: lo dimostra uno
studio italiano.
Stabilire se una frase e' vera
si fonda soprattutto su un processo di recupero
di informazioni dalla memoria, mentre
determinare se essa e' falsa attiva processi
analoghi a quelli di ragionamento e soluzione di
problemi.
Vero e
falso, il cervello li distingue
- 25 Ago. 2009
Ci vogliono due aree diverse del cervello per
distinguere tra loro le cose vere da quelle
false. La scoperta è il frutto delle ricerche di
Nicola Canessa e Stefano Cappa, neurologi
dell’Università Vita-Salute San Raffaele di
Milano, pubblicate sulla rivista Cortex.
Gli scienziati hanno sottoposto un gruppo di
volontari alla risonanza magnetica funzionale,
per capire quale parte del cervello è coinvolta
nella comprensione delle affermazioni e degli
eventi veri, e quale invece ha il compito di
distinguere le cose false.
Per fare questo, alle persone coinvolte è stato
chiesto di leggere delle affermazioni
considerate universalmente vere (ad esempio «gli
aerei atterrano») e viceversa delle affermazioni
false, controllando in contemporanea l’attività
del loro cervello.
Si è allora visto che, quando la frase letta è
vera, nel cervello si attivano aree del lobo
parietale (vicine alla parte più in alto e
laterale del cranio) legate alla memoria; se
invece la frase letta è falsa, ad accendersi è
il lobo frontale destro (porzione che si trova
sopra l’occhio dello stesso lato), deputato al
ragionamento.
Quest’ultimo fatto, in
particolare, secondo gli esperti è dovuto alla
necessità di valutare e scoprire la
contraddizione contenuta nella frase falsa.
Tratto da: corriereuniv.it
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Nel cervello, come in un
videogame - 22 Dic. 2010
Non c’è niente di meglio di una passeggiata per
l’ippocampo per creare un po’ di intimità tra
due neuroscienziati.
La scenografia è creata da un ambiente virtuale
3D che si serve di un sistema pensato per i
Web-game (Java
Monkey), molto divertente da navigare.
Ma lo
scopo per cui è stato sviluppato questo ambiente
è decisamente serio: fare in modo che chi studia
il cervello condivida le fantastiche immagini
(di solito gelosamente custodite), ottenute con
le avanzate tecniche di neuroimaging.
In altre parole, l'obiettivo finale è che ogni
laboratorio metta i propri dati a disposizione
degli altri, in un unico grande catalogo:
Whole Brain Catalog.
Si tratta di un
database open source e open access, in cui poter
esplorare nel dettaglio, attraverso animazioni e
disegni al computer, il cervello di un topo.
Il progetto è di
Mark Ellisman, docente di neuroscienze e
bioingegneria all’Università della California di
San Diego, e ad oggi offre 3.595 contenuti, tra
immagini e video. Si scarica il programma ed è
come avere degli atlanti in tre dimensioni, in
cui poter zoomare dall’intero cervello del
roditore a un singolo neurone (ovvero, come
andare da un continente alla foglia di un albero
con Google Earth).
Il catalogo offre numerosi link alle banche dati
con cui è stato costruito: l’enciclopedico
Allen Brain Atlas, e il
Neuroscience Information Framework dei
National Institutes of Health. A parte questi
due pilastri, sono ancora pochi i laboratori che
hanno aperto i propri archivi. Tra questi c’è il
laboratorio di
Fred Gage del Salk Institute di La Jolla
(California), che ha fornito la simulazione in
2D della crescita di una cellula nervosa di un
topo adulto (trasformata in una dimostrazione 4D
dal team di Ellisman). L’ultimo acquisto
riguarda le immagini della retina e del nervo
ottico. Buona visione.
By Tiziana Moriconi -
Fonte:
Wired.it +
http://wholebraincatalog.org/index.shtm
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Dolore tuo, dolore mio
Nei soggetti con deficit congenito di percezione
del dolore, l'empatia per lo stato emotivo
altrui prende una strada neuronale differente,
che coinvolge la capacità cognitivo-emotiva
Secondo quanto
riportato sulla rivista “Neuron”,
gli schemi di attivazione delle aree cerebrali
coinvolte nel caso di dolore empatico,
evidenziati grazie alle tecniche di risonanza
magnetica funzionale (fMRI),
sono simili a quelli provati in prima persona,
ma con alcune sostanziali differenze.
È stato ipotizzato in passato che una persona
che non abbia mai provato una specifica emozione
dovrebbe avere difficoltà a empatizzare
direttamente con una che la stia provando
tramite un meccanismo di “rispecchiamento
emotivo” e dovrebbe per contro fare affidamento
su processi inferenziali di “cambiamento di
prospettiva”.
I ricercatori si
sono così basati su un campione di soggetti con
un deficit di questo tipo, caratterizzati da
insensibilità congenita al dolore (CIP), che
secondo precedenti studi tendono in effetti a
sottostimare il dolore degli altri.
"I soggetti CIP
rappresentano un’opportunità unica per
verificare questo modello di empatia per
stabilire in che modo la mancanza di una
rappresentazione mentale del proprio dolore
possa influenzare la percezione del dolore
altrui”, ha spiegato Nicolas Danziger del
Dipartimento di neurofisiologia clinica e Centro
del dolore dell'Ospedale
Pitié-Salpêtrière di Parigi, in Francia.
Sottoposti ad alcuni test in cui veniva loro
mostrata una serie di fotografie di visi con
espressioni di dolore, i volontari hanno
mostrato una diminuzione dell’attivazione fMRI
nelle regioni che sovrintendono alla visione, un
risultato indicativo di un ridotto disagio
emotivo alla vista del dolore altrui.
D’altra parte, nei
pazienti CIP, diversamente dal gruppo di
controllo, la capacità empatica è fortemente
predittiva dell’attivazione delle strutture
cerebrali coinvolte nei processi di inferenza
degli stati emotivi altrui.
I risultati, secondo i ricercatori, suggeriscono
che in assenza di una “risonanza emotiva”
plasmata da personali esperienze di dolore, i
pazienti CIP possono solo affidarsi alle loro
capacità empatiche di immaginazione del dolore,
e in particolare attraverso l'attivazione dei
processi cognitivo-emozionali. (fc)
Tratto da: lescienze.espresso.repubblica.it - sintesi
dell'articolo sulla rivista “Neuron”
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Cervello: arriva
microchip
che dialoga con neuroni cerebrali - 03 Set
2012
Padova, (Italy) - Un consorzio europeo di
scienziati italiani, israeliani e tedeschi
coordinato da Stefano Vassanelli, neurofisiologo
al Dipartimento di Scienze Biomediche dell'Universita'
degli Studi di Padova, ha sviluppato un
microchip di silicio impiantabile nel cervello e
capace di stabilire una comunicazione
bi-direzionale e ad alta risoluzione con in
neuroni cerebrali. La ricerca, condotta
nell'ambito del progetto CyberRat finanziato
dalla Comunita' Europea, si e' avvalsa di
avanzate tecnologie del silicio per creare dei
microchip a forma di ago direttamente
impiantabili nel cervello. Un rivestimento di
diossido di titanio di spessore nanometrico
ottenuto mediante speciali procedure di
deposizione ha conferito al chip alta
biocompatibilita'. Grazie a sensori e attuatori
di dimensioni micrometriche integrati nel chip,
e' stato possibile registrare l'attivita' di
grandi popolazioni di neuroni in varie regioni
cerebrali con una risoluzione di soli dieci
micrometri.
"Oltre a raggiungere per la prima
volta una risoluzione cosi' elevata - spiega il
professor Vassanelli - la tecnica ha consentito
di stabilire con i neuroni una comunicazione
bi-direzionale: da cervello a chip, registrando
l'attivita' neuronale, e da chip a cervello
stimolandola.
La nuova tecnologia sviluppata in CyberRat
rappresenta la base di partenza per lo sviluppo
di nuovi sofisticati strumenti sperimentali
utili a capire come le reti complesse che i
neuroni creano nel cervello interconnettendosi
sono in grado di elaborare le informazioni".
E' possibile cosi' intravedere in futuro
l'applicazione di questa tecnologia per la
creazione di neuroprotesi "intelligenti", capaci
di registrare l'attivita' cerebrale ad alta
risoluzione, elaborare delle risposte mediante
microelaboratori su chip e stimolare il cervello
in un circuito ibrido neuro-elettronico. Questo
approccio sara' di grande aiuto per la terapia
di malattie neurologiche, tra cui il Parkinson e
l'epilessia.
Tratto da: salute.agi.it
Commento NdR: quello che non dicono e’
che questa possibilita’ verra’ anche sfruttata
per
impiantare nel cervello di certi soggetti ed
a loro insaputa, il
chip in
modo da poterli controllare a distanza.….
QUI,
definiamo parola Anima
di ogni Essere Vivente
L’alimentazione ed i processi
Nutrizionali sono da tenere sotto
controllo se desideriamo essere efficienti ed
abili nella Vita;
Ecco le generali modalità per star bene:
La
Medicina Biologica o Naturale è la Scienza che
procede indagando sulle Vere cause che provocano
le malattie, cercando di risolverle nel miglior ed
unico modo possibile e cioè, ri-muovendo tutte le
cause ri-trovate, senza ricorrere ad interventi
cruenti o nocivi per gli stati fisiologici e
psichici generali, (che invece sono sempre
presenti negli “effetti collaterali”
utilizzando i farmaci allopatici moderni),
seguendo procedure che siano in sintonia con le
“Leggi Cosmiche” dalle quali tutti i complessi
biologici dipendono.
Si tratta dell’applicazione, attraverso
l’Educazione alla Salute, di procedimenti
fisici, psicologici, l’impiego di sostanze
naturali ed atossiche, atte a ripristinare le
“alterazioni” Psicofisiche e le intossicazioni
intervenute nello stato di malattia, in modo da
recuperare la Perfetta Salute, in quanto questa è
un patrimonio ed un diritto acquisito dalla
nascita, da parte di tutti gli esseri viventi ma e
sopra tutto dalla “forma Umana” e per
mantenerla tale occorre rispettare delle regole
fondamentali che si possono sintetizzare nel saper
controllare il corpo in modo che sia
mantenuto il più possibile con un
pH
fisiologico adatto (minimo
a pH 7,35).
La
forma Umana è stata progettata per funzionare con
un pH corporeo quasi neutro (leggermente alcalino)
e con potere ossido/riducente tendente al neutro e come tale deve essere
mantenuto per star bene e vivere il più possibile
nel benEssere.
Per
rimanere in quei limiti occorre che ci si alimenti
con diete idriche di acque le più pure possibili
(a basso tenore di minerali residui) e con cibi
integrali, biologici, con prevalenza di
verdura e
frutta crude, alle volte cotte, pochissime
proteine di tipo vegetale e rarissimamente di
quelle animali, preferendo carne di pesce piccolo
(niente molluschi, crostacei) ed alle volte di
piccoli animali terrestri; mai cibarsi di quelli
grandi nemmeno se sono ancora lattanti; praticando
ginnastiche o movimento all’aria aperta e con la
pelle in contatto con il sole e l’aria,
riposando adeguatamente, respirando bene e
profondamente, cercando di non crearsi degli
inutili conflitti spirituali oltre a quelli che la
vita stessa propone, arrivando a pensare in
positivo il più possibile in modo da digerire
bene anche tutte le asperità della vita.
vedi Cure
naturali
+ Protocollo
della Salute
Fare
all’Amore spesso e bene
con il proprio partner, Meditare, Riflettere,
pregare, ascoltare o fare musica melodiosa,
ballare con musiche rilassanti o gioiose, giocare
e passeggiare in mezzo alla Natura, sono medicine
gratuite che vanno utilizzate il più possibile
per mantenersi in Perfetta Salute.
Ecco descritte le semplici regole per star
bene e per poter far funzionare al meglio la
propria mente/organo, cervello ed avere anche una
buona memoria.
La memoria utilizza anche una “velocità
di elaborazione e di fissazione” dei dati
ricevuti, possiamo dire analogicamente in
linguaggio moderno, che una memoria può
funzionare come quella di un computer con un
“clock a 32 MHertz” altre ancora più veloci
nei “64, 120, 266, 300, bit” ecc.; più la
velocità sarà alta, più saranno veloci le
reazioni e le risposte all’ambiente interno ed
esterno al corpo.
Nel cervello i percorsi neuronali (sinapsi)
crescono per la morte di cellule competitive,
selettive; questi “sentieri” una volta
definiti, rimangono. Sono comunque i Campi
Informatici (CEI) centro mossi dall’IO
SONO-Ego/IO,
l’Ente con la Sua
Mente e quindi anche dai Geni
del
DNA, che “appaiono” nel fisico per
attivare i programmi di definizione dei percorsi
dei neuroni, anche per la formazione,
l’attivazione e perfezionamento del linguaggio;
uno dei meccanismi che si attivano nel cervello
per mezzo dell’interazione degli eventi è per
esempio l’efflusso di Calcio nei neuroni; gli
effetti di intermodulazione del Campo (CEI) Psico
Energo BioFisico
sono sinergici con la totalità
dell’organismo.
Per ottenere ciò, come abbiamo già detto,
occorre una alimentazione biologico integrale,
tendenzialmente a base di prodotti crudi
dell’orto frutta, in grande quantità e per la
nutrizione, l’utilizzo di
micro diete +
integratori multi microbici, alghe - vedi Protocollo
della Salute - a seconda dei casi, sono la
base su cui lavorare, ma occorre anche attenzione,
concentrazione, da prestare alle sollecitazioni di
ogni tipo e che il cervello sia il più
possibilmente allenato in modo che esso possa
creare (nei periodi di veglia) continue
connessioni sinaptiche atte a formare e
perfezionare il “programma Operativo”
dell’evoluzione Spirituale, che negli esseri
Viventi si chiama: schema della
Mente.
![]() |
Ricordiamo
che la
Mente/organo
è di fatto essa stessa un “organo
indipendente” una struttura ben definita nello
spazio/tempo, fatta di energia plasmica che
staziona e sopravvive “galleggiando”
all’interno dei cervelli, superiore
all’interno del Cranio ed in quello inferiore,
detto encefalo enterico che è nell’intestino e nel
"Cervello del Cuore"
(la Trinita' nell'Uomo).
Quest’organo plasmico, (radiofrequenza) la mente, deve essere inteso come una bolla di sapone di energia, formata da tendenti infinite bollicine interne, ognuna delle quali contiene al suo interno insiemi di fotoni i quali a loro volta sono formati da unioni di Info - Tachioni (monopoli Ante+ e monopoli Ante-); in parole povere la mente/organo è la parte esterna di una bolla di vortice centromosso di un Atomo, cioe’ un’insieme di gas fotonico con elettroni e positroni = in fase di formazione, che si alimenta per mezzo della Luce/Informazione e che produce a sua volta energia, Luce – Informazione, che viene “rivelata” (tradotta) dalla “nevroglia” e quindi dai neuroni i quali la trasformano in energia elettromagnetica e quindi in energia biochimica, fornendo quindi gli ordini bio elettro chimici ai vari sistemi ed organi del corpo per il loro movimento. Quindi il meccanismo e l’interazione fra Ego/IO, Luce (InFormAzione), Mente/organo (energia) e cervello-corpo è assolutamente dimostrabile in ogni situazione.
In sintesi vogliamo anche ricordare che la mente (vegetale, animale, umana), ha la stessa "qualità" intrinseca degli oggetti che osserva e che ha desiderato e quindi creato, si è evoluta con essi ed interagendo dinamicamente con essi, è stata capace (per intrinseche proprietà) di crearne rappresentazioni olografiche - virtuali in se stessa.
Di fatto nulla esiste in sé, tutto è vibrazione (movimento) ed informazione olografica immaginaria (virtuale) della matrice spazio/temporale, tutto è mente-immagine, in un insieme di menti che formano la grande mente Universale.
Seguendo la natura complessa della matrice mentale/energetico/materiale, che tende a suddividersi all’inFinito in ogni suo singolo frattale, in essa si sviluppano in questo modo aggregati informativi vibrazionali, olografici, detti oggetti, quali anche corpo fino al nostro organo/cervello, che, interagendo con gli altri aggregati, ne creano, come in un gioco di specchi, implicite rappresentazioni illusorie che nascono e muoiono secondo i tempo/spazi della mente.
In Essa il tutto è rappresentato all’inFinito in modo parziale ed oggettivo seguendo le linee guida del soggettivo mentale UniVersale.
Le ricerche del Tedeschi hanno dimostrato che i vari livelli di InFormAzione sono in relazione costante fra le varie e specifiche frequenze cerebrali con i vari organi fisici corrispondenti, ormai ben definiti e delineati del corpo umano. Per cui è possibile, determinare con molto anticipo sulla somatizzazione delle malattie fisiche, l’anomalia delle frequenze e quindi di ordine InFormAzionale o Spirituale che dir si voglia.
Quindi come perfetti BioRisuonatori, noi offriamo anche al mondo circostante il nostro stato di salute Spirituale/fisico ed i nostri ideali-traguardi, interagendo con quelli altrui.
Con queste premesse è facile comprendere come si possa facilmente “programmare” un essere vivente, anche standogli vicino ed informandolo solamente di dati che interessano il suo programmatore.
Una antica tecnica di de-programmazione e/o ri-programmazione della mente/organo di un soggetto, era quella dell’imposizione delle mani sulla testa del soggetto da deprogrammare, mettendolo preventivamente in stato di massimo rilassamento ed in ginocchio davanti al deprogrammatore; in genere funzionava abbastanza bene, ma si instaurava una psico dipendenza dal soggetto deprogrammatore.
Ancor oggi vi sono dei movimenti religiosi che utilizzano questa tecnica per rendere psico dipendenti i loro adepti.
Quindi si sconsiglia di imporre o di farsi imporre facilmente le mani sulla testa, in quanto possono essere influenzate le onde della mente/organo del soggetto al quale si impongono le mani, rendendolo molto facilmente deprogrammato, ma riprogrammato ad ubbidire al deprogrammatore e/o riprogrammatore.
Diffidate da coloro che vogliono imporvi le mani sulla testa, fate molta attenzione, probabilmente desiderano produrre in voi, psico dipendenza da loro.
Solamente
se siete “forti” con un
Ego/IO adulto,
divenuto un Noi al servizio della ManiFestAzione
dell’InFinito nel Finito, potete “giocare”
con loro, in quanto essi NON potranno fare nulla
su di voi.
Amrita =
Cristo = Olio sacro, secreto (segreto)
dalla
Pineale:
Occorre aggiungere alla giusta per una corretta
ulteriore definizione,.... anche il fatto che
bisogna sapere cosa significava e cosa signifca la parola "cristos
= unto", ma da che cosa ? ....dall'olio
sparso sul capo degli "unti" che era atto un
simbolico che illustrava agli iniziati che
l'illuminazione arriva solo quando la
ghiandola pineale secreta (da cui segreto)
una sostanza particolare oleosa che irrora e
nutre i neuroni cerebrali e quelli del corpo (la
famosa
Kundalini dell'oriente) e li fa
funzionare a frequenze vibratorie diverse da
quelle alle quali normalmente vibrano,
disintonizzando il
cervello dalla realta' del
QUI ed ora, per sintonizzarlo a seconda dei casi
anche su altre frequenze
dell'Universo
che permettono di "vedere" le altre
dimensioni parallele....questa e' l'illuminazione,
cioe' la conoscenza delle infinite possibilita'
che l'INFINITO
ha e che sono a disposizione di tutti purche' si
inizino all'illuminazione
!
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NEUROFISIOLOGIA - La memoria “cache” del
cervello
La memoria procedurale rimane impressa nella
chimica delle sinapsi. E il merito non è di
un’attività cellulare costante.
Uno studio su Science:
Quando guidiamo un’automobile o ci allacciamo le
scarpe memorizziamo una serie di gesti che
vengono richiamati in modo più veloce e
automatico ogni volta che compiamo nuovamente
quell’azione. È la cosiddetta
working memory o
memoria procedurale, il cui funzionamento
assomiglia a quello della memoria cache di un
computer che, per esempio, ci permette di aprire
più velocemente una pagina internet già
visitata.
Uno studio condotto
da Gianluigi Mongillo dell’istituto di ricerca
francese
Cnrs, e Omri Barak e Misha Tsodyks del
Weizmann Institute (Israele) sembrerebbe
smentire la convinzione diffusa che questo tipo
di memoria venga fissata grazie all’attività
continua di un certo numero di neuroni
specifici: al contrario, la memoria procedurale
sarebbe registrata a livello dei cambiamenti
chimici che restano nelle
cellule dopo il
passaggio dell’impulso nervoso nelle sinapsi (i
punti di contatto e comunicazione fra i
neuroni).
Il messaggio nervoso si trasmette da un neurone
all’altro attraverso la sinapsi: proprio in
questo punto, la cellula “a monte” (presinaptica)
rilascia nello spazio fra le due cellule una
quantità di molecole di
neurotrasmettitore (il
messaggero del segnale nervoso) che, venendo a
contatto con la membrana della cellula “a
valle”, induce in essa i cambiamenti
chimici necessari alla trasmissione del
messaggio. Ogni impulso comporta nella cellula
presinaptica una diminuzione della quantità di
neurotrasmettitore e un aumento della
concentrazione di ioni calcio.
Secondo
Mongillo e collaboratori, proprio queste
conseguenze chimiche dell’impulso renderebbero
le sinapsi più “forti” e già pronte per il
prossimo stimolo.
Le diverse configurazioni fra
i neuroni coinvolti nella cascata di impulsi
collegati a un’azione costituiscono la specifica
base della memoria pronta per essere
rapidamente riutilizzata per compiere un’azione
analoga.
Secondo gli autori, il vantaggio di
questo meccanismo è notevole soprattutto a
livello metabolico: si tratta infatti di un
sistema di memorizzazione di tipo “latente”, che
non richiede un’attività costante e dispendiosa
delle cellule, ma che viene attivato solo nel
momento in cui serve. (s.s.)
Tratto da:
galileonet.it
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La
RAM del cervello in ogni singolo neurone
- Fonte: “Nature
Neuroscience” - Gen. 2009
Uno studio ha identificato specifici segnali
che indicano la presenza di una
memoria
cellulare
e rivelano come il cervello conservi
temporaneamente le informazioni.
Singole
cellule nervose nelle regioni frontali
del cervello possono conservare una traccia
di memoria per circa un minuto o anche di
più, secondo una recente ricerca svolta
presso lo
UT Southwestern Medical Center.
Lo studio, disponibile online e pubblicato
sull’ultimo numero della rivista “Nature
Neuroscience”, è il primo a identificare
specifici segnali che indicano la presenza
di una memoria cellulare e che rivelano in
che modo il cervello è il grado di
conservare temporaneamente le informazioni.
“Le conclusioni dello studio potrebbero
avere importanti implicazioni per
comprendere i fenomeni di dipendenza, dei
disturbi del’attenzione e della perdita di
memoria correlata a un evento stressante”,
ha spiegato Don Cooper, docente di
psichiatria della UT Southwestern e autore
senior dello studio, che è stato condotto su
topi di laboratorio.
I ricordi permanenti sono immagazzinati in
modo permanente quando il glutammato attiva
i canali ionici sulle cellule nervose nel
cervello per riorganizzare e rafforzare nel
connessioni tra neuroni. Ma il processo
impiega minuti od ore per avviarsi e
concludersi, ed è quindi troppo lento per
conservare temporaneamente l’informazione
che si trasmette in modo rapido.
"Questo tipo di memoria – ha commentato
Cooper – è simile alla RAM di un computer,
la memoria che conserva temporaneamente i
dati e che consente di svolgere diverse
operazioni”.
I ricercatori hanno trovato che i rapidi
input che durano meno di un secondo
innescano un processo di memoria cellulare
in singole cellule che dura circa un minuto,
denominato trasmissione metabotropica del
glutammato. In particolare è stato
individuato uno specifico recettore
metabotropico per il glutammato chiamato
mGluR5 che, quando viene attivato, inizia
una cascata di segnalazione utilizzando il
calcio per conservare le tracce mnemoniche.
Questa trasmissione nella parte più evoluta
del cervello conserva l’informazione istante
per istante. (fc)Tratto da:
lescienze.espresso.repubblica.it
Commento NdR:
NON hanno ancora capito la memoria dei dati
raccolti e/o autogenerati, viene impressa,
quindi memorizzata, anche e soprattutto negli
atomi
contenuti nelle
molecole che compongono le
cellule neuroniche !
|
Il cervello che si autoripara
Sebbene l’abilità degli astrociti di produrre MT sia nota da decenni, si riteneva finora che il loro compito fosse quello di proteggere gli astrociti mentre questi ultimi cercano di riparare i danni agli altri neuroni
Un gruppo di ricercatori ha scoperto un modo nuovo e completamente inaspettato con cui il cervello argina i danni ai nervi: sono le cellule note come astrociti a rilasciare proteine di protezione dei neuroni vicini.
Gli astrociti rappresentano cellule di supporto con varie funzioni: uno dei loro ruoli è quello di "soccorrere" i nervi danneggiati durante un trauma cerebrale e di formare tessuto cicatriziale nell’area danneggiata.
Roger Chung e
colleghi del
Menzies Research Institute dell'Università
della Tasmania, in Australia, hanno
trovato un altro trucco per svolgere il loro
compito.
Dopo che è stato prodotto un danno
al tessuto, gli astrociti producono in
sovrappiù una proteina chiamata
metallotioneina (MT) e la secernono verso i
nervi circostanti; al MT è una proteina che
neutralizza radicali liberi e ioni metallici
e di conseguenza previene il danno cellulare
che tali molecole possono provocare.
Sebbene l’abilità degli astrociti di produrre MT sia nota da decenni, si riteneva finora che il loro compito fosse quello di proteggere gli astrociti: questi ultimi cercano invece di riparare i danni agli altri neuroni.
Chung e colleghi hanno dimostrato che l’MT era presente nel fluido esterno in seguito a un danno provocato a un cervello di ratto. Inoltre, con l’aiuto di una proteina MT fluorescente, hanno osservato che le MT prodotte dagli astrociti possono essere trasportate all’esterno della cellula e successivamente assorbite dai nervi circostanti, e che il livello di MT è correlato con la riuscita della riparazione dei neuroni.
Sebbene l’esatto ruolo fisiologico svolto dalle MT nel promuovere la riparazione debba ancora essere identificato, questo inatteso ruolo per la proteina potrebbe aprire la strada a nuove strategie terapeutiche per il trattamento dei traumi cranici. (fc)
Tratto da:
.kiwari.com
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Alimentazione e
Cervello:
riduzione 30%
calorie migliora
memoria del 20%
Diete a
basso
apporto di calorie e ricche di
acidi grassi insaturi (UFA) sarebbero
benefiche per le funzioni cognitive,
soprattutto durante l'invecchiamento.
Lo
dimostra una ricerca della University of
Munster, pubblicata in questi giorni su
Proceedings of the National Academy of
Sciences (A.V.
Witte et al., Caloric restriction improves
memory in elderly humans, PNAS, Jan. 2009).
I ricercatori
tedeschi hanno testato in un disegno
prospettico se gli effetti benefici di una
dieta povera di calorie, riscontrati
precedentemente in studi animali, potessero
essere indotti negli umani. Il campione,
composto da 50 soggetti anziani sani con
peso fra la norma e il sovrappeso (fra cui
29 femmine con età media 60,5 anni e BMI
medio di 28 kg/m2), è stato stratificato in
3 gruppi: uno a restrizione calorica
(riduzione del 30%), uno a incremento
calorico (aumento del 20%), uno di
controllo.
La memoria dei partecipanti allo studio è
stata esaminata in condizioni standard prima
e tre mesi dopo l'intervento.
Risultato: nel gruppo a restrizione calorica
le capacità di memoria verbale risultavano
aumentate del 20%. I livelli del fattore
neurotrofico cervello derivato non
risultavano cambiati. Negli altri due gruppi
non sono stati rilevati cambiamenti di
rilievo.
Gli Autori ritengono che "i meccanismi alla
base di questi miglioramenti possono
includere una più elevata plasticità
sinaptica e una maggiore stimolazione dei
circuiti neurofacilitatori del cervello in
ragione di una migliore sensibilità
insulinica e di una ridotta attività
infiammatoria".
Lo studio - concludono gli Autori - "può
essere di aiuto nella definizione di
strategie innovative di prevenzione
finalizzate a mantenere in efficienza le
funzioni cognitive durante
l'invecchiamento".
By
Marco Mozzoni -
Thursday, 29 January 2009
Tratto da: brainfactor.it
vedi:
I batteri
controllano la nostra mente
+
Il
Magnesio protegge dall'Ictus
Commento
NdR:
Sapevamo già che alcuni alimenti
contenenti fosforo sono un toccasana per il
cervello, in quanto mantengono attiva e
vigile la memoria e la concentrazione, ad
esempio il cacao, agisce sul cervello come
un eccitante.
Queste sostanze hanno il potere di nutrire
il cervello e di agire sull’umore, spesso
risollevandoci da periodi di depressione o
rendendoci più attenti in periodi di grande
stress
mentale.
Gli
Omega3, le
Vitamine B12 , l’Acido Folico delle
verdure verdi e dei cereali, la Vitamina E
che si trova nell’olio di oliva, le Vitamine
C e D (kiwi, agrumi, broccoli, cereali
integrali).
A questi aggiungete gli aminoacidi come
Tirosina e Colina, nelle mandorle; il
Magnesio e il Selenio nelle verdure, il
Triptofano e i Flavonoidi (banana, spinaci,
mirtilli, more). Insomma, per mantenere sano
il cervello occorre avere una alimentazione
ricca di un po’ tutti i cibi soprattutto
crudi.
Se siete convinti vegani, trovate il modo di
sostituire le proteine e le vitamine
mancanti con integratori -
microdiete -, perchè aver cura del corpo
va bene, ma se non avete cura del vostro
cervello è comunque inutile tutto il resto.
Le RICERCHE MOSTRANO un NESSO fra
MICROBIOMA
Intestinale (intestino)
e
CERVELLO - 09/01/2015
Chiamate collettivamente microbioma, le
migliaia di miliardi di microbi che abitano
il corpo umano vivono principalmente
nell’intestino, dove ci aiutano a digerire
il cibo, a sintetizzare le vitamine e a
difenderci dalle infezioni. Ora, recenti
ricerche sul microbioma hanno dimostrato che
la sua influenza si estende ben oltre l’intestino,
fino ad arrivare al cervello. Negli ultimi
10 anni, vari studi hanno collegato il
microbioma intestinale a una serie di
comportamenti complessi, come umori ed
emozioni, appetito e ansia.
Il microbioma intestinale sembra contribuire
al mantenimento della funzionalità
cerebrale, ma non solo: potrebbe anche
incidere sul rischio di disturbi
psichiatrici e neurologici, fra cui
ansia,
depressione e
autismo. Una delle modalità più
sorprendenti con cui il microbioma influisce
sul cervello è durante lo sviluppo.
“Esistono delle finestre evolutive critiche
in cui il cervello è più vulnerabile poiché
si sta preparando a rispondere al mondo
circostante”, spiega Tracy Baie, docente di
neuroscienze presso la facoltà di
veterinaria dell’Università della
Pennsylvania. “Così, se l’ecosistema
microbico della madre si modifica - per
esempio a causa di infezioni, stress o
diete - ciò cambierà il micro bioma
intestinale del neonato, e gli effetti
possono durare tutta la vita.”
Altri ricercatori stanno esplorando la
possibilità che il microbioma abbia un ruolo
nelle malattie neurodegenerative come
l’Alzheimer e il Parkinson.
Fonte: MedicalXpress.com :
http://tinyurl.com/kaa2j36
Commento NdR: ma cio’ puo’ accadere
anche e non solo per i
vaccini che il neonato subisce dai
due, tre mesi in avanti…infatti se una
madre ha delle
amalgami dentali in bocca (contengono
mercurio) il neonato potra’ subire delle
conseguenze anche gravi.
Anche il nostro
cervello convive con una colonia di batteri
- 14 Nov, 2018
Secondo i risultati preliminari di una
ricerca dell’Università dell’Alabama a
Birmingham, il nostro cervello potrebbe
ospitare batteri al suo interno. Ma è ancora
troppo presto per parlare di microbioma
cerebrale.
Sappiamo che miliardi di microrganismi,
soprattutto batteri, abitano nel nostro
intestino, svolgendo innumerevoli funzioni e
influenzando la nostra salute.
È da anni ormai che la ricerca scientifica è
sempre più affascinata dalle potenzialità
ancora non del tutto scoperte del
microbioma, concentrandosi sempre di più
su come questo possa influenzare la funzione
e il comportamento del
cervello.
Alcune ricerche, per esempio, hanno
suggerito che il
microbioma possa influenzare l’umore, il
comportamento e persino il rischio di
malattie neurodegenerative (anche se i dati
non sono solidi e l’associazione non è
ancora stata dimostrata).
Ma ora, alcuni risultati preliminari
sembrerebbero essere particolarmente
sorprendenti: questo mondo di
batteri potrebbe non essere l’unico, ma
trovarsi anche nel nostro cervello. I
risultati sono stati recentemente presentati
durante la conferenza annuale della Society
for Neuroscience a San Diego, da parte dei
ricercatori dell’Università dell’Alabama
a Birmingham.
AdChoicesNello
studio, il team di ricercatori guidato dal
neuroscienziato Rosalinda Roberts ha
esaminato i campioni di
cervello prelevati da 34 persone
decedute, di cui la metà era affetta da
schizofrenia, mentre l’altra metà era
considerata sana prima del decesso. “Abbiamo
effettuato analisi seriali delle sezioni per
l’identificazione e la quantificazione dei
batteri”, spiegano i ricercatori nel loro
abstract. “In tutti i casi i cervelli ne
contenevano in quantità variabile: i batteri
erano a forma di bastoncello e contenevano
una capsula, un nucleoide, ribosomi e
vacuoli”. Inoltre, dall’analisi è emerso che
la densità dei
batteri variava a seconda della regione
del cervello (più abbondanti, per esempio,
nell’ippocampo e nella corteccia
prefrontale).
Da dove arrivassero questi batteri ancora
non è stato chiarito. Per scansare la
possibilità che questi
microrganismi avessero invaso il cervello
umano solo dopo il decesso, per
contaminazioni o altre ragioni, i
ricercatori hanno analizzato il cervello di
un gruppo di topi, arrivando a risultati
molto simili: anche in questo caso, infatti,
le analisi hanno rivelato la presenza di un
“microbioma cerebrale” nei topi sani.
Sono sicuramente le prime fasi della ricerca
e servirà ancora molto lavoro per giungere a
una conclusione e affermare che esista
davvero un“microbioma cerebrale”. Ma se i
risultati futuri dimostreranno l’esistenza
di questi batteri all’interno del nostro
cervello e spiegheranno come possa
influenzarne le funzionalità, sarebbe
davvero un importante passo avanti nelle
neuroscienze.
“Ci sono ancora molte domande a cui dover
rispondere”, ha spiegato a Science, Teodor
Postolache psichiatra dell’Università del
Maryland di Baltimora, che non è stato
coinvolto nello studio. “Non sono molto
sorpreso che altre cose possano vivere nel
cervello, ma se fosse realmente così sarebbe
un fatto davvero rivoluzionario”.
By di Marta Musso - Tratto da: vired.it
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Scoperto
un fondamentale collegamento tra cervello e
sistema immunitario - 08/06/2015
Uno studio condotto da ricercatori della
University of Virginia School of Medicine,
negli USA, ha determinato, dopo meticolose
ricerche durate anni, che il cervello è
direttamente collegato al sistema
immunitario tramite vasi linfatici che si
pensava non esistessero. Si tratta di una
scoperta sensazionale che ribalta decenni di
insegnamenti e di teorie apprese da ogni
libro di medicina.
È sorprendente che proprio tali vasi
linfatici siano sfuggiti ad occhi attenti e
brillanti di migliaia di ricercatori e
medici dato che il sistema linfatico è stato
mappato in tutto il corpo in ogni singolo
dettaglio, ma il vero significato della
scoperta risiede negli effetti che questa
potrebbe avere sullo studio e sul
trattamento delle malattie neurologiche,
spaziando dall’autismo al morbo di Alzheimer
fino alla sclerosi multipla.
Una scoperta
sensazionale
Anziché porsi interrogativi quali: ‘Come si
studia la risposta immunitaria del cervello
?‘, ‘Perché pazienti con sclerosi multipla
presentano diversi attacchi al sistema
immunitario ?‘, ora possiamo avvicinarci
meccanicamente e realmente al problema
perché il cervello è, come ogni altro
tessuto, collegato al sistema immunitario
periferico attraverso i vasi linfatici
meningei – ha affermato
Jonathan Kipnis, professore del
Dipartimento UVA di Neuroscienze e direttore
presso il
Center for Brain Immunology and Glia
(BIG) dell’Università della Virginia.
Cambia completamente il modo in cui
percepiamo l’interazione neuro-immunitaria.
Abbiamo sempre percepito questo collegamento
tra sistema nervoso e sistema immunitario
come qualcosa di esoterico, che non potesse
essere studiato. Ma ora siamo in grado di
porre domande più meccanicistiche.
Noi crediamo che questi vasi
linfatici possano svolgere un ruolo
importante per ogni malattia neurologica con
una componente immune; sarebbe difficile
immaginare che questi vasi linfatici non
abbiano connessioni con malattie
neurologiche di natura immunologica!
Il risultato e
le nuove prospettive ‘molto ben nascoste’
Kevin Lee, presidente del Dipartimento
di Neuroscienze UVA, ha descritto la sua
reazione alla scoperta del team di Kipnis:
La prima volta che questi ragazzi mi hanno
mostrato il risultato di base, ho subito
detto una frase:’ Dovranno cambiare i libri
di testo. Non è mai esistito un sistema
linfatico per il sistema nervoso centrale. È
risultato molto chiaro fin dalla prima
particolare osservazione – e a partire da
quella, i ricercatori hanno svolto molti
studi per sostenere i risultati – che
cambierà radicalmente il modo di guardare il
rapporto tra sistema nervoso centrale con il
sistema immunitario.
La scoperta è
stata resa possibile grazie al lavoro svolto
da
Antoine Louveau, un borsista
post-dottorato nel laboratorio di Kipnis. I
vasi linfatici sono stati rilevati dopo che
Louveau ha sviluppato un metodo per
ricostruire le meningi di un topo in un
singolo vetrino in modo da poter essere
esaminato globalmente.
E’ stato abbastanza facile, in realtà. C’è
un trucco: abbiamo fissato le meningi nella
calotta cranica, in modo che il tessuto
rimanesse nella sua condizione fisiologica,
e quindi abbiamo sezionato l’area che ci
interessava. Se avessimo fatto il contrario,
non avrebbe funzionato.
Dopo aver notato che i modelli dei vasi
linfatici sul suo vetrino avevano la stessa
distribuzione di cellule come nel sistema
immunitario, li ha confrontati e avvisato
Kipnis. L’impossibile esisteva. Louveau
ricorda il momento dicendo:
Ho chiamato Jony (Kipnis) invitandolo a
guardare al microscopio e ho detto: “Penso
che abbiamo qualcosa”
Kipnis ha descritto questi vasi linfatici
come “molto ben nascosti” in quanto sono
riusciti a non essere notati per così tanto
tempo. Ha inoltre osservato che questi vasi,
dopo essere stati “fotografati” tramite
tecniche di imaging, seguono un importante
vaso sanguigno verso le cavità sinusali,
un’area molto difficile da visualizzare in
quanto si trova nelle ossa del viso ed è
connessa con le cavità nasali.
Quest’area è così vicina ai vasi sanguigni
che si perde facilmente di vista. – ha
aggiunto l’esperto – Se non sai cosa stai
cercando, la perdi.
Il lavoro di imaging, molto importante per
l’intero studio, è stato reso possibile
grazie alla collaborazione con
Tajie Harris, ricercatore, assistente
del professore di neuroscienze e membro
attivo del centro di BIG. Kipnis ha anche
elogiato le “fenomenali” capacità
chirurgiche di Igor Smirnov, un socio di
ricerca nel laboratorio Kipnis il cui lavoro
è stato fondamentale per il successo di
imaging dello studio.
Alzheimer,
autismo, sclerosi multipla e oltre
Ed ora l’ inaspettata identificazione dei
vasi linfatici solleva un enorme numero di
domande sia sul funzionamento del cervello
che alle malattie ad esso collegato che lo
affliggono, come ad esempio il morbo di
Alzheimer.
Nell’Alzheimer, si verificano accumuli di
grandi blocchi di proteine – ha detto Kipnis.
Riteniamo che tali blocchi si accumulino nel
cervello a causa del fatto che non vengono
rimossi in maniera efficace da questi vasi
sanguigni.
Egli ha osservato, inoltre, che questi vasi
cambiano aspetto all’aumentare dell’età
dell’individuo, dunque il ruolo che essi
giocano nella fase dell’invecchiamento
rappresenta un’altra strada da esplorare.
Altre malattie verso le quali bisogna
rivolgere l’attenzione, in luce dei
risultati ottenuti, sono l’autismo e la
sclerosi multipla. I risultati sono stati
pubblicati on line dalla prestigiosa rivista
Nature e appariranno in una prossima
edizione di stampa.
University of Virginia, Health System
Kipnis J et al.
Structural and functional features of
central nervous system lymphatic vessels.
Nature, Published Online June 1 2015.
doi: 10.1038/nature14432
Fonte: neuroscientistnews.com
Tratto da:
http://ingegneriabiomedica.org/news/neuroscience/limpossibile-esiste-scoperto-un-fondamentale-collegamento-tra-cervello-e-sistema-immunitario/
Commento:
Questa scoperta
evidenzia che l’ingegneria
biomedica ha trovato la correlazione
esistente tra il cervello ed il sistema
immunitario.
Si auspica che si possano comprovare anche
le correlazioni tra psiche-cervello-organi
scoperte (NdR: anche, perche la
medicina naturale lo insegna da migliaia
di anni) dal
dr. R.G. Hamer che chiariscono che
questo rapporto esiste per quasi tutte le
cosiddette malattie oncologiche e
oncoequivalenti.
Scrisse Bernardino del Boca: “2
aprile '69 - Uno sciamano italiano, che non
sapeva di esserlo, pubblicava su "Il Tesoro
delle Famiglie". giornale istruttivo
pittoresco del giugno 1875, questa notizia:
"Sabuco Donna Olivia di Nantes visse in
Alcaras, città della Spagna, sotto il regno
di Filippo II, cioè dopo la metà del secolo
decimosesto. Ella aveva sortito dalla natura
un ingegno superiore al suo sesso, e lo
mostrò in alcune opere da lei pubblicate. Il
P. Féijoo parla di lei in questo modo:
" Ciò che la rese più commendevole fu il suo nuovo sistema filosofico
e medico, in cui stabilisce per principio
contro tutti gli antichi, che non è il
sangue che nutre il nostro corpo, ma il
succo nervoso che dal cerebro si comunica a
tutti i nervi; ond'ella attribuisce ai vizi
di questo umore vitale quasi tutte le
infermità, L'Inghilterra subito ha
abbracciato con ardore questo sistema, che
la Spagna poco curante ha negligentato; ed
ora gli Spagnoli la ricevono dalle mani
degli stranieri. Sembra in tal guisa che
questa dotta femmina abbia preceduto Renato
Cartesio nell'opinione che stabilì nel
cerebro l'unica sede dell'animo ragionevole,
quantunque ella la estendesse a tutta la
sostanza, e non la chiude precisamente nella
ghiandola pineale. Questa donna si credeva
talmente sicura della verità delle sue
osservazioni che si esibiva a dimostrare in
presenza dei fisici e dei medici più dotti
della Spagna, che la fisica e la
medicina che si insegnano nelle
scuole erano
assolutamente errate."
Lo sciamano ha
intuito una verità che tuttora è ignorata.
L'uomo di oggi, più che mai, ignora di
ignorare. (BdB - Singapore-Milano-Kano - II
ed. 94 pag. 30):
“Quando i pionieri dello
spirito e della verità lasciano
la loro impronta nella cultura del loro
tempo, essa non può più essere cancellata ed
è essa che segna il sentiero che diverrà
presto la strada maestra per tutti. Il
compito di questi pionieri è soprattutto
quello di rompere le barriere della mente e
di far espandere la coscienza generale per
colmare il vuoto che esiste fra uomo e uomo”.
By
Paola Botta Beltramo
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Descritti
struttura e funzionamento della neuroglobina
La
prossima generazione di trattamenti contro
l'ictus
potrebbe essere basata su una proteina già
presente nel nostro cervello, la
neuroglobina. In un articolo pubblicato sul
numero di novembre di
The FASEB Journal un gruppo di
ricercatori dell’Università di Roma descrive
a fondo questa proteina che potrebbe avere
un ruolo chiave nello sviluppo di nuove
terapie che minimizzino i danni cerebrali e
migliorino il recupero dei pazienti. Secondo
i ricercatori, la proteina sarebbe coinvolta
nella risposta cerebrale a situazioni di
carenza di ossigeno e avrebbe un ruolo
protettivo sui neuroni.
Strutturalmente simile all’emoglobina
presente nel sangue e alla mioglobina dei
muscoli, la neuroglobina è presente nei
neuroni, con maggiore prevalenza proprio
nelle aree cerebrali che sono maggiormente a
rischio di stress fisiologici come gli
ictus. A differenza di emoglobina e
mioglobina, però, la funzione primaria della
neuroglobina non sarebbe il trasporto
dell’ossigeno: secondo gli autori la
neuroglobina sembra essere coinvolta in
primo luogo nel metabolismo dell’ossido di
azoto, e attraverso di esso esplicherebbe i
suoi effetti protettivi.
"La comprensione di come il nostro cervello
utilizzi una molecola simile all’emoglobina
che ha funzioni protettive e di recupero
della funzionalità – ha osservato il
direttore di Faseb Journal Gerald Weissmann
– costituisce un importante passo verso un
più concreto aiuto a chi è colpito da ictus
o problemi analoghi.”
Tratto da:
blog.libero.it
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Bloccare un
enzima per arginare i danni da
ictus -
22 settembre 2010
L'identificazione di NOX4 come enzima dotato
di un ruolo chiave nella morte dei neuroni
in seguito a un ictus apre le porte a una
promettente terapia contro questa malattia
L'inibizione dell'enzima NOX4, che ha un
ruolo centrale nella produzione cellulare di
perossido di idrogeno, può essere la chiave
per ridurre notevolmente i danni causati da
un ictus. E' questo il risultato di un
ricerca condotta presso le Università di
Maastricht e di Würzburg - di cui viene
riferito in
un articolo pubblicato su PLoS Biology
- nella quale è stata somministrata una
sostanza che inibisce quell'enzima
riscontrando che i danni cerebrali
conseguenti a un ictus risultavano
notevolmente ridotti anche quando la
somministrazione avveniva a distanza di ore
dall'evento.
Il perossido di idrogeno - la comune acqua
ossigenata - è una delle sostanze più attive
prodotte nel corso delle reazioni
infiammatorie soprattutto dai macrofagi per
"sterilizzare" il sito in cui avviene un
danno e per eliminare agenti patogeni e
cellule danneggiate.
Buona parte dei danni conseguenti a un ictus
non sono, com'è noto, dovuti all'evento in
sé ma all'eccesso di reazione
dell'organismo.
"L'ictus ischemico è la
seconda causa di morte al mondo. Attualmente
esiste una sola terapia approvata e la sua
efficacia è alquanto ridotta, senza contare
che può essere utilizzata solamente nel 10
per cento circa dei pazienti, mentre nel
restante 90 per cento è esclusa a causa
delle sue controindicazioni", spiega Christoph Kleinschnitz, uno dei coordinatori
della ricerca. "E' quindi urgente trovare
nuove terapie. Uno dei candidati a questo
ruolo è il meccanismo ossidativo, ma finora
i tentativi di utilizzare antiossidanti non
sono stati coronati da successo nei trial
clinici."
Questo studio prospetta una nuova strategia
per inibire la fonte del perossido di
idrogeno e bloccarne la produzione. "E'
importante il fatto che l'eliminazione del
gene NOX4 nel topo non appare dare luogo ad
anormalità e quindi non ci si dovrebbe
aspettare evidenti effetti collaterali
dall'uso di futuri farmaci che inibiscano
NOX4", ha aggiunto Harald Schmidt, il
secondo coordinatore della ricerca.
L'identificazione di NOX4 come enzima dotato
di un ruolo chiave nella morte dei neuroni
in seguito a un ictus lo candida allo
sviluppo di una promettente terapia contro
questa malattia. "La scoperta può avere
implicazioni anche per altre condizioni
patologiche in cui il perossido di idrogeno
o altre specie reattive dell'ossigeno
possono avere un ruolo di primo piano, ma in
cui gli antiossidanti o le vitamine non
hanno avuto successo. Inibire la fonte del
perossido di idrogeno e di altri radicali
liberi può rappresentare la soluzione a
lungo cercata per affrontare anche infarto,
tumori e malattie neurodegenerative come il
Parkinson o l'Alzheimer", ha concluso
Schmidt. (gg)
Tratto da:
lescienze.espresso.repubblica.it
Commento NdR: le normali reazioni
dell'organismo quando vi sono dei problemi,
NON e' la giusta via da percorrere;
meglio rimuovere
le cause che, anche in questo caso,
sono derivanti da sangue ricco di tossine
che con il tempo si depositano nella
microcircolazione
impedendo
il normale nutrimento e depurazione
delle
cellule e quindi dei
tessuti che
compongono, in questo caso, quello nervoso.
Ricordiamo che il sangue si forma e si
informa dalle ossa e dall'intestino.
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Ictus:
ipotermia protegge il cervello da danni -
7 Mar. 2012
AGI - Londra - I danni provocati al
cervello da un ictus sono spesso gravissimi.
Questo a causa della carenza di ossigeno
(ipossia) che manda in sofferenza le diverse
aree cerebrali. L'unico modo per evitare
questi danni e' intervenire immediatamente
sul coagulo di sangue che impedisce
l'apporto di sangue e di ossigeno al
cervello.
Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista
BioMed Central Experimental & Translational
Medicine dimostra che l'ipotermia
lieve (34 gradi centigradi) puo'
ridurre gli effetti collaterali durante le
prime 24 ore dopo il verificarsi di un
ictus, nonche' aumentare le possibilita' di
intervenire per mezzo dell'attivatore
tissutale del plasminogeno (tPA).
Quando un coagulo di sangue blocca il flusso
di plasma nel cervello (ictus ischemico) la
parte bisognosa di ossigeno inizia
rapidamente a morire.
Al fine di evitare danni significativi la
tPA deve essere prestata al paziente il piu'
presto possibile dopo l'insorgenza dei
sintomi, al massimo entro le prime quattro
ore e mezza.
Un team di ricercatori dell'Universita'
di Erlangen, guidati da Rainer Kollmar,
ha verificato se una condizione di lieve
ipotermia puo' rivelarsi utile nell'evitare
danni al cervello attraverso una serie di
esperimenti effettuati sui topi. I
ricercatori hanno scoperto che mentre
l'ipotermia ha ridotto la quantita' di
gonfiore dei
tessuti cerebrali danneggiati da un
ictus, la tPA (somministrata 90 minuti dopo
l'evento patologico) ne ha determinato un
aumento.
"In tutti i casi verificati - ha spiegato
Kollmar - l'ipotermia si e' mostrata in
grado di compensare gli effetti collaterali
di tPA". Preliminari studi clinici stanno
cominciando a mostrare che e' possibile
trattare i pazienti che hanno avuto un ictus
anche combinando ipotermia e tPA. "I nostri
risultati - ha concluso lo scienziato
tedesco - suggeriscono che l'ipotermia puo'
compensare gli effetti collaterali del tPA,
mentre solo ulteriori studi mostreranno se
e' anche in grado di aumentare la finestra
temporale per le opportunita' o meno di
intervento con tPA".
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Promemoria:
Quando affermiamo: il cervello sente, vede,
ecc., diciamo una cosa realmente IMPRECISA:
NON
e' il cervello che vede
!
il cervello e' SOLO l'interfaccia
fisiologica fra l'IO
SONO-'Ego/IO
(micro buco nero sul
Vuotoquantomeccanico ed e' totalmente
statico...ed
Infinito, quindi immortale), cioe'
l'Essere (e' Lui che VEDE) e la
mente
(mare sul quale galleggia l'Ente spirituale
= mente che pero' alle volte mentisce) gli
mette a disposizione le immagini da
visionare (immaginazione = dentro
l'immagine), che e' il programma operativo
(software) che fa funzionare il cervello che
e' l'organo fisico preposto ad attivarsi
quando gli si immette il "Programma-
Progetto Vita", insito nel
Vuotoquantomeccanico, cioe' nell'Infinito
Essere che tutti
Viventi
SONO.
TUTTO il corpo null'altro e' che
l'interfaccia fra l'Essere Spirituale e lo
spazio-tempo nel quale esso si
manifesta, per attivare, conoscere,
partecipare, vivere....ed e' lo spazio-tempo
che si muove, perche' l'osservatore e'
Statico, Immobile perche' infinitamente
Eterno !
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IDENTIFICATA la
CAUSA di 130 MALATTIE del CERVELLO ? -
04.01.2011
Un
gruppo di ricercatori del
Wellcome Trust Sanger Institute di Cambridge
e dell’Edinburgh
University sono stati in grado di
mappare le 1461 proteine che costituiscono
la densità postsinaptica
Un team di ricercatori inglesi ha annunciato
una scoperta che segna una svolta epocale
nella comprensione dei meccanismi
all'origine di numerose malattie del
cervello.
Gli scienziati sono infatti riusciti a
mappare le 1461 proteine che interagiscono
nella densità postsinaptica, una specifica
area delle sinapsi cerebrali da tempo
riconosciuta per il ruolo che ricopre in
diverse patologie.
Nel corso della sperimentazione sono stati
analizzati dei campioni cerebrali prelevati
nel corso di alcune operazioni chirurgiche:
“Abbiamo identificato 130 "malattie" del
cervello in cui sono coinvolte le densità postsinaptiche – spiega uno degli autori
dello studio, Seth Grant – Tra esse, ci sono
comuni patologie debilitanti come
l’Alzheimer, il Parkinson o altre malattie
neurodegenerative così come l’epilessia e
malattie dello sviluppo dei
bambini come
l’autismo
o le
difficoltà di apprendimento.
La nostra scoperta - ha precisato - mostra
che le densità postsinaptiche sono lo snodo
di un’ampia gamma di malattie che colpiscono
milioni di persone”.
Lo studio, apparso sulla rivista
Nature Neuroscience, lascia intravedere
importanti applicazioni terapeutiche.
“Piuttosto che puntare sui “soliti
sospetti”, disponiamo adesso di una lista
completa di più di 1000 sospetti”, afferma
Jeffrey L. Noebels, professore di
Neurologia, Neuroscienze e Genetica umana al
Baylor College of Medicine. “Dal momento che
in molte malattie è
coinvolto lo stesso gruppo di proteine,
ora possiamo essere in grado di sviluppare
nuovi trattamenti che possono essere
impiegati in più patologie – prosegue Grant.
Inoltre, "Possiamo ipotizzare altri modi per
sviluppare test diagnostici e per aiutare i
medici a classificare le patologie".
By Alessandro Veronesi -
Tratto da: Infosalute.info
Commento
NdR: ....ma quello che non dicono a chiare
lettere e' che, le proteine mancanti e/o
eccedenti e/o anomale, lo sono in quanto le
funzioni principali cellulari (una
delle quali e' proprio la produzione e la
specializzazione delle proteine) sono
alterate da vari cofattori, in primis i
VACCINI
(proteine
tossiche complesse a DNA),
metalli tossici,
micotossine,
virus,
batteri eterologhi e/o mutati ed infine
proteine eterologhe anche quelle introdotte
con
alimenti contaminati e/o
industrializzati e non biologici, generando
quelle malfunzioni
cellulari e
tissutali e quindi
organiche, che poi analizzando e
controllando le proteine, con appositi esami
di laboratorio, si ritrovano in forma
anomala, alterata o deficitaria.
Comunque ben vengano queste ricerche, perche'
corroborano tutto cio' che noi affermiamo da
decenni, cioe' che
sono soprattutto
i
vaccini
i
quali
sono la base per qualsiasi
malattia
anche
cerebrale,
anche perche' vengono propinati
fin da
bambini...
!
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Ictus,
scoperto il gene che segnala il rischio
Scoperta la variante genetica che rileva la
predisposizione all'ictus.
La notizia è stata pubblicata su "Nature
Genetics" ed è frutto del lavoro di
un gruppo internazionale di ricercatori
coordinati dalla
St. George University.
Il lavoro ha coinvolto scienziati europei,
australiani ed americani che hanno messo a
confronto il patrimonio genetico di circa 10
mila persone colpite dalla patologia con
quello di 40 mila soggetti sani. Importante
il contributo italiano con la partecipazione
allo studio della
Fondazione Istituto Neurologico Carlo Besta, guidato da Eugenio Parati.
L'incrocio dei dati ha consentito di
individuare un gene, denominato HDAC9, la
cui alterazione fa aumentare il rischio
d'ictus ischemico.
vedi:
Circolazione sanguigna
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Aneurismi e ictus: perché non
sono più tragedie senza ritorno
-
20/0372014
Si curano danni che si consideravano
intrattabili.
Diana è a un
concerto e viene colta da una crisi
epilettica. Quando si riprende, la sua vista
è doppia e il mal di testa diventa
rapidamente insopportabile.
Quando arriva al
pronto soccorso, la diagnosi lascia poche
speranze: aneurisma cerebrale di grandi
dimensioni, oltre i 25 millimetri.
Nonostante la giovane età - Diana ha solo 15
anni - le possibilità di recupero si
riducono al lumicino: la probabilità che la
sacca di sangue che si è formata nel
cervello scoppi con conseguenze drammatiche
è elevata.
Eppure oggi, a otto mesi da quel giorno drammatico, Diana (il nome è di fantasia) sta benissimo e ha ripreso la vita di tutti i giorni. Uno straordinario capovolgimento di prospettiva che ha un nome preciso:
“flow-diverter”, il nuovo dispositivo che sta rivoluzionando il trattamento degli aneurismi cerebrali.
A spiegarlo è Italo Linfante, direttore del dipartimento di Neurochirurgia Vascolare presso il “Baptist Cardiac and Vascular Institute” di Miami, in Florida, uno dei centri all'avanguardia del
settore e dove la ragazza è stata operata. “Quando si parla di aneurisma - spiega Linfante - ci si riferisce alla dilatazione di alcune arterie all'interno del cervello che, con il passare del tempo, possono espandersi fino alla rottura. In questi casi intervenire in modo tempestivo è fondamentale. Fino ad alcuni anni fa la tecnica base per trattare questi "eventi" prevedeva la craniotomia e il successivo posizionamento di una clip che, come una vera e propria pinza, isolava l'aneurisma”. Una tecnica chirurgica che ha lasciato lentamente spazio alla neurochirurgia endovascolare, un approccio che prevede l'utilizzo di microcateteri che dall'arteria femorale raggiungono direttamente la zona del cervello interessata dallo “shock”.
“Questa
metodica, che presenta eccellenti risultati,
consiste nel riempimento della sacca
aneurismatica attraverso la creazione di una
sfera, che è formata da spirali di platino.
Si tratta di un'impalcatura capace di
evitare la rottura e di promuovere il
riassorbimento del sangue”, sottolinea lo
specialista.
Ad oggi, però, alcuni casi come
quello di Diana risultano ancora difficili
da trattare. Difficoltà che potrebbero
essere superate proprio con il “flow-diverter”.
“E' un dispositivo - spiega Linfante - pensato già alla metà degli Anni 90, ma solo da poco arrivato nelle sale operatorie dopo un rigorosissimo iter di sperimentazione, iniziato dai modelli in vitro e conclusosi con i test sugli animali e nell'uomo”. Tecnicamente, è uno “stent”, che permette di canalizzare il sangue, escludendo così l'aneurisma. Una sorta di rete metallica inserita nell'arteria dove è presente il “problema”.
“La bellezza di questo campo del sapere - continua - è la rapidità con cui si cambia il modo di lavorare. Se prima ci concentravamo nel trattare la sacca aneurismatica, oggi, con il "flow-diverter"
l'attenzione si concentra sull'arteria. L'obiettivo ripristinare il corretto flusso sanguigno. Così facendo, il sangue presente nell'aneurisma si coagula e il problema viene eliminato”. Un dispositivo che permette di trattare aneurismi considerati fino a pochissimo tempo fa intrattabili come quello di Diana. Nel centro di Miami dove lavora Linfante quasi il 40% degli aneurismi viene ormai affrontato in questo modo.
Ma le novità non
finiscono qui. Grazie alle nuove tecnologie
endovascolari anche il trattamento degli
ictus - l'occlusione delle arterie cerebrali
- è cambiato radicalmente. L'approccio è del
tutto simile agli aneurismi. “Oggi -
prosegue - la tecnica più all'avanguardia è
quella dello "stent-retriver".
Il metodo
consiste nell'inserzione di una rete a
livello dell'arteria ostruita con
l'obiettivo di ricanalizzare e aprire il
vaso. In questi casi però, a differenza
dell'aneurisma, lo "stent" viene tolto e
sorprendentemente, nel momento della
rimozione, il dispositivo porta via con sé
anche il coagulo che ha causato l'ictus”.
Ma se da un lato le tecniche hanno fatto passi da gigante, lo stesso non si può dire per quanto riguarda l'organizzazione delle unità ospedaliere che devono trattare aneurismi e ictus. In Italia (e non
solo) la situazione è a macchia di leopardo e le “stroke unit” scarseggiano. “Per trattare bene questi "eventi" occorrono centri organizzati che operino 24 ore su 24. Non solo. Le risorse andrebbero concentrate in pochi centri e ben dislocati. Un esempio di efficienza - sottolinea Linfante - è Londra, divisa in 8 settori per garantire un punto di riferimento all'avanguardia ogni milione di persone. Più interventi fai e migliore è la qualità. Solo così si potrà veramente avere successo”.
La sfida -
conclude - “non sarà mai solo di natura
tecnica, ma anche di organizzazione
sanitaria”.
By Daniele Banfi – Tratto da:
lastampa.it
vedi anche qui altri particolari
sull'aneurisma cerebrale:
http://www.farmacoecura.it/malattie/aneurisma-cerebrale-sintomi-conseguenze-cause/
Disintossicare tutto l'organismo,
specialmente effettuare il
riordino della
flora batterica
intestinale e la
disintossicazione del
fegato !
Quando e come il cervello elimina le tossine,
quando vi riesce: durante il sonno...per cui,
meglio si dorme, meglio e piu' facilmente di
eliminano le tossine.
vedi:
Circolazione sanguigna
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Cancro
e
Pineale
- vedi:
BioElettronica
Dopo 25 anni di ricerche il dott.
Paolo Lissoni, oncologo della
divisione di Radioterapia
del San Gerardo è riuscito nel suo
intento. Infatti, il National cancer
institute di Washington, l'istituto
oncologico che divulga notizie
scientificamente attendibili, ha corroborato
la fondatezza dei suoi studi sulla ghiandola
pineale.
Lissoni parte dalla teoria di
Cartesio che a metà del '600 teorizzava il
ruolo della ghiandola pineale (alla base del
cranio) come collegamento tra il corpo e l'anima.
Infatti, Lissoni si
rifà agli antichi filosofi che parlavano di
unità della persona tra corpo e anima, dai
Magi a Platone, secondo cui la malattia era
il distacco dall'universale. Dall'ipotesi
filosofica, poi è passato a quella
scientifica: la ghiandola produce quattro
ormoni (fra cui la melatonina), in alcuni
casi utili come antitumorali.
Secondo Lissoni non
basta curare solo la parte fisica del
tumore, ma bisogna occuparsi anche della
psiche del paziente, perché la cura della
malattia non è semplicemente organica, ma
deriva anche da un malessere esistenziale. I
quattro ormoni vengono prodotti nelle
quattro diverse fasi della giornata,
seguendo il ritmo del sole. Le teorie del
medico monzese sono state a lungo derise, ma
il National
Cancer Institute di Washington le ha
riconosciute come valide. Lissoni è stato
chiamato dal National
cancer institute di Washington, il
tempio della scienza medica mondiale a cui
venerdì riferirà dell'uso dei 4 ormoni
prodotti dalla ghiandola pineale.
Nel frattempo, il tempio della ricerca
internazionale sta compiendo gli stessi
studi sugli animali, mentre a Monza Paolo
Lissoni ha già una casistica di 2500
pazienti in 25 anni (circa il 15% dei
pazienti del reparto).
Di conseguenza, il San Gerardo si ritrova ad
essere l'unico centro al mondo con una
tradizione di studio sulla ghiandola
pineale.
«Non ho mai voluto spaccare il mondo degli
oncologi come fece il professor Di Bella -
dichiara il dottor Lissoni - ma auspico
l'unione fra gli specialisti del settore,
l'unità delle terapie per rendere, per
esempio le chemioterapie sempre meglio
accettate ed efficaci».
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Intelligenza
Finalmente gli scienziati hanno capito cosa
rende un'animale più intelligente di
un'altro. Si è sempre affermato che era una
questione di quantità di cervello, ma poi si
è specificato che era il rapporto del peso
del cervello rispetto al corpo a "pesare".
E invece no !
Studiando varie specie di uccelli gli
scienziati hanno osservato che le specie col
cervello più lateralizzato, cioè coi 2
emisferi che lavorano indipendentemente,
sono anche le più intelligenti. Cioè
l'intelligenza dipende dalla
specializzazione delle funzioni
intellettive, un fatto che è rozzamente
osservabile dal grado di lateralizzazione
degli emisferi cerebrali. Questo
spiegherebbe fra l'altro la superiorità
tecnica del cervello maschile rispetto al
femminile.
Afferma il neuroscienziato cognitivo Giorgio
Vallortigara dell'università di Trento,
specialista per l'intelligenza dei polli:
"L'idea di un collegamento tra una forte
lateralizzazione e abilità cognitiva girava
nell'aria da molti anni, ma è stato fatto
poco lavoro sperimentale di comparazione con
gli animali. Questo studio fornisce un
affascinante conferma del legame tra
cognizione superiore e asimmetria del
cervello."
Tratto da:
http://sciencenow.sciencemag.org/cgi/content/full/2009/902/4
E per finire:
cosa e' l'olio sacro dei religiosi, il
cristos (parola greca) che indica un certo
tipo di olio secreto dal cervello fra i due
emisferi, nel cranio
Cosa sono gli psicobiotici ?
Sono probiotici che alterano la
Fino a qualche anno fa era difficile credere
che alterando i
batteri nell’intestino, si potesse
gestire meglio lo stress, migliorare
l’umore, e anche
curare ansia o depressione. Eppure ci sono
moltissime ricerche scientifiche pubblicate
da vari ricercatori in tutto il mondo che
riguardano la connessione
intestino-cervello e che stanno
dimostrando proprio questo.
Ora sappiamo che è possibile modificare i batteri
intestinali in modo da influenzare
positivamente l’umore e la funzione del
cervello. Uno dei principali modi è quello
di assumere gli psicobiotici.
Gli psicobiotici sono organismi vivi che, se
ingeriti in quantità adeguate, producono un
beneficio per la salute nei pazienti affetti
da malattie psichiatriche.[1] Questa
definizione, coniata nel 2013, è troppo
limitante se ci si basa sulla più recente
ricerca che dimostra che non c’è bisogno di
avere una depressione clinica, un disturbo
d’ansia, o qualche altro disturbo
psichiatrico affinché gli psicobiotici
influenzino positivamente il
cervello.[2] Chi soffre di stress cronico,
depressione, o di ansia ha il potenziale per
beneficiare di questa classe di probiotici.
Come gli psicobiotici agiscono sul
cervello
1. Uno dei modi per cui questi probiotici
“alterano la
mente” è attraverso la loro capacità di
produrre vari composti biologicamente
attivi, come i neurotrasmettitori. Diverse
molecole con funzioni neuroattive come
l’acido gamma-amminobutirrico (GABA), la
serotonina, le catecolamine e l’acetilcolina
possono essere prodotti dai batteri
intestinali.[3] Quando questi
neurotrasmettitori sono secreti all’interno
dell’intestino, possono attivare cellule
all’interno del rivestimento epiteliale che
a loro volta rilasciano molecole che
stimolano la funzionalità cerebrale e
influenzano il comportamento.
2. Una seconda modalità attraverso cui gli
psicobiotici agiscono sul cervello è
esercitando effetti sul sistema di risposta
allo stress del corpo, che coinvolge il
cervello e le ghiandole surrenali.[4] Questo
sistema, noto come asse
ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), diventa
disfunzionale in caso di stress cronico o
malattia. Quando si verifica una disfunzione
dell’asse HPA, la produzione ritmica di
cortisolo e di altri ormoni legati allo
stress diventa perturbata. Questo potrebbe
svolgere un ruolo centrale nel provocare
disturbi dell’umore e problemi cognitivi.[5]
3. Un terzo modo per cui gli psicobiotici
possono agire sul cervello è attraverso la
loro azioni anti-infiammatoria.[6]
I livelli cronicamente elevati di
infiammazione in tutto il corpo e nel
cervello sono ormai noti essere una delle
principali cause della depressione e di
altri disturbi dell’umore e cognitivi.
Questa infiammazione può derivare
dall’intestino, e alcuni psicobiotici
apportare i loro effetti benefici nel
cervello abbassando l’infiammazione.
Quali probiotici sono psicobiotici ?
La ricerca sta cominciando a identificare
quali probiotici abbiano effetti sul sistema
nervoso e quali siano questi effetti.
Negli studi effettuati in persone sane,
diversi psicobiotici hanno dimostrato di
migliorare l’umore e la funzione cognitiva e
di diminuire i sintomi di stress e ansia.
Alcuni psicobiotici hanno anche dimostrato
di curare la depressione, l’ansia, e altri
problemi di salute mentale e cognitivi nei
pazienti con disturbi psicologici e / o
altre condizioni mediche.
Psicobiotici per la
depressione e l’ansia
E’ stato effettuato uno studio clinico su
pazienti con disturbi depressivi maggiori,
in cui alcuni hanno assunto integratori
prebiotici, altri un placebo per otto
settimane.[7] L’integratore prebiotico era
costituito da Lactobacillus acidophilus,
Lactobacillus casei, Bifidobacterium bifidum (2
miliardi di CFU ciascuno). Dopo otto
settimane, i pazienti che hanno ricevuto il
probiotico avevano diminuito in modo
significativo i punteggi totali sulla Beck
Depression Inventory, un test ampiamente
utilizzato per misurare la gravità della
depressione, rispetto ai pazienti che
avevano assunto il placebo. Inoltre, avevano
una significativa diminuzione della
infiammazione sistemica come misurato dal
hs-CRP, i livelli di insulina erano
significativamente più bassi, si era ridotta
la resistenza all’insulina, e si era
verificato un significativo aumento di
glutatione, un antiossidante.
Altri psicobiotici hanno conseguenze
benefiche sull’umore e sui sintomi di ansia,
ma anche in persone senza questi disturbi.
In uno studio per analizzare i possibili
effetti su ansia, depressione, stress in
volontari sani, è stato utilizzato un
probiotico che contiene Lactobacillus
helveticus r0052 e Bifidobacterium longum
R0175 (Probio’Stick®), ed è stato
dimostrato che esso aveva alleviato lo
stress psicologico, in particolare la
depressione, la rabbia, l’ostilità, e
l’ansia quando assunto per 30 giorni.[8] I
ricercatori hanno concluso che L. helveticus
r0052 e B. longum R0175 hanno effetti
psicologici benefici nei soggetti sani.
Possono contribuire a rafforzare l’umore e
alleviare l’ansia nelle persone affette da
varie malattie croniche.
Lo stesso probiotico studiato sopra (Lactobacillus
casei ceppo Shirota) è stato utilizzato in
un altro studio controllato con placebo nei
pazienti con sindrome da stanchezza
cronica.[9] I pazienti sono stati divisi in
gruppi in cui uno ha ricevuto 24 miliardi di
unità formanti colonie di Lactobacillus
casei, ceppo Shirota e un altro un placebo
al giorno per due mesi. Le persone che
avevano assunto il probiotico avevano una
significativa diminuzione dei sintomi di
ansia. Molti psicobiotici supplementari
hanno dimostrato di poter curare la
depressione e l’ansia in studi su animali.
Il Lactobacillus plantarum, ceppo PS128, per
esempio, è noto per l’effetto di aumentare
la dopamina e la serotonina e di diminuire i
comportamenti di depressione nei topi.[10]
Nei topi depressi che sono stati sottoposti
a stress precoce, questo stesso psicobiotico
diminuisce il cortisolo, normalizza il
sistema di risposta allo stress (HPA), e
diminuisce la depressione.[11] Sia il Bifidobacterium
longum e sia il Bifidobacterium
breve riducono l’ansia e migliorano le
prestazioni nei test cognitivi nei
topi.[12] [13]
Psicobiotici per lo stress
E’ stato anche dimostrato che gli
psicobiotici aiutano le persone e gli
animali sottoposti a stress. Una bevanda di
latte fermentato (kefir) contenente il Lactobacillus
casei, ceppo Shirota, ha impedito un aumento
di cortisolo ed ha aumentato i livelli di
serotonina negli studenti di medicina
stressati.[14] Inoltre, la bevanda
probiotica ha diminuito i sintomi fisici
legati allo stress come dolore addominale e
sintomi del raffreddore.
Gli autori dello studio hanno concluso che
l’assunzione di Lactobacillus casei, ceppo
Shirota “può esercitare effetti benefici per
prevenire l’insorgenza di sintomi fisici nei
soggetti sani esposti a situazioni di
stress.”
Il Lactobacillus helveticus NS8 è stato
confrontato con l’SSRI (citalopram) nei
ratti con depressione, ansia e disfunzioni
cognitive a causa dello stress
cronico.[15] Il prebiotico ha funzionato
meglio del citalopram nel ridurre l’ansia
indotta da stress, depressione e disfunzioni
cognitive. Esso ha abbassato il cortisolo e
riportato i livelli di serotonina e di altri
neurotrasmettitori cerebrali alla
normalità.
Altri probiotici contenenti Lactobacillus
helveticus hanno anche dimostrato, in studi
condotti su animali, di poter ridurre la
depressione legata allo stress e all’ansia,
influenzando la serotonina, il cortisolo, e
altri composti neuroattivi.[16]
Ad esempio, il Lactobacillus helveticus
r0052 combinato con il Lactobacillus
rhamnosus R0011 ha normalizzato i
comportamenti simili all’ansia e le carenze
di apprendimento e di memoria nei ratti
immuno-deficienti con disfunzioni dell’asse
HPA.[17]
Alcuni prebiotici sono anche psicobiotici ?
I prebiotici possono anche agire come
importanti regolatori dell’umore e della
funzione del cervello. I prebiotici non sono
organismi vivi come i probiotici, ma sono
sostanze vegetali che stimolano la
proliferazione dei batteri positivi
intestinali.
In un recente studio è stato dimostrato che
essi riducono la secrezione dell’ormone
dello stress, il cortisolo, e migliorano
l’elaborazione emotiva in volontari sani. I
partecipanti hanno ricevuto uno dei due
prebiotici (frutto-oligosaccaridi, FOS, o
Bimuno-galactooligosaccharides, B-GOS) oppure
un placebo (maltodestrine) al giorno per tre
settimane. I livelli di cortisolo al mattino
erano significativamente più bassi dopo
l’assunzione B-GOS rispetto a chi aveva
assunto il placebo. I partecipanti che
avevano assunto B-GOS hanno anche mostrato
aumenti positivi sulla vigilanza e
attenzione, che è un’indicazione che il
prebiotico ha avuto effetti anti-ansia.
Nessun effetto è stato trovato dopo la
somministrazione di FOS.[18]
Le persone con l’intestino
irritabile spesso hanno l’ansia e / o
depressione, condizioni correlate
direttamente con la disbiosi e
con la diminuzione dell’attività intestinale
e della diversità microbica.[19] Uno studio
ha trovato che una miscela prebiotica
contenente galactooligosaccaride ha dato
benefici sull’ansia nella sindrome
dell’intestino irritabile.[20] Il
trattamento giornaliero con questa miscela
per 4 settimane ha ridotto i punteggi di
ansia e ha avuto un notevole impatto
positivo sulla qualità della vita.
Conclusione
Nel complesso, i risultati di questi studi
dimostrano che gli psicobiotici hanno il
potenziale di avere un impatto positivo
sulla funzionalità del cervello, sul
miglioramento dell’umore, sul trattamento
della depressione e dell’ansia, e aiutano a
gestire lo stress. I migliori psicobiotici
ed i relativi dosaggi devono ancora essere
determinati. In generale sono raccomandati
almeno 10 miliardi di CFU al giorno per la
maggior parte dei probiotici, tra cui gli
psicobiotici, ma possono anche essere utili
apporti superiori o inferiori. Basta fare
una prova per almeno un mese prima di
decidere se funzionano o meno.
La
chiave della salute è nel nostro intestino
e gli antichi di ogni tradizione lo sapevano
benissimo. Ippocrate, padre della medicina
moderna, ha detto 2400 anni fa: “Tutte
le malattie hanno origine nell’intestino“.
Commento NdR: anche e pur rispettando
gli autori dello studio, precisiamo: non e'
che un singolo batterio influisce sulla
psiche, ma e' l'insieme sinergico di
TUTTI i
batteri autoctoni della flora intestinale,
il microbioma, che permette al soggetto di
avere una
psiche / mente lucida ed attenta,
senza distrazioni dai malesseri causati
dalle alterazioni della flora foriera di
qualsiasi danni o
ammalamento.
Riferimenti
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novel class of psychotropic. Biol
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[2] Tillisch K et al. Consumption of
fermented milk product with probiotic
modulates brain activity. Gastroenterology.
2013 Jun;144(7):1394-401, 1401.e1-4.
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[19] Neuropsychiatr
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[20] Aliment
Pharmacol Ther. 2009 Mar 1;29(5):508-18.
Tratto da dionideam.it
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Sensazionale scoperta scientifica sul
cervello !
Gli scienziati hanno scoperto che il
cervello umano ospita strutture e forme che
contano fino a 11 dimensioni.
I neuroscienziati accolgono la scoperta
affermando: “Abbiamo trovato un mondo che
non avevamo mai immaginato”.
I metodi matematici di topologia algebrica
hanno aiutato i ricercatori a trovare
strutture e spazi geometrici
multidimensionali nelle reti cerebrali.
Secondo gli esperti, un nuovo studio ha
dimostrato che il cervello umano ospita
strutture e forme che hanno fino a 11
dimensioni.
Si stima che il cervello umano sia sede di
ben 86 miliardi di neuroni, con diverse
connessioni da ogni cellula cellulare in
ogni direzione possibile, formando una rete
cellulare super-vasta che SOMEHOW ci rende
capaci di pensiero e coscienza,
riferisce Science Alert.
Un gruppo
internazionale di scienziati riuniti attorno
al progetto Blue Brain ha ottenuto risultati
mai visti prima nel mondo delle
neuroscienze, secondo lo studio pubblicato
sulla rivista Frontiers in Computational
Neuroscience.
Questo team è riuscito a trovare strutture
nel cervello che presentano un universo
multidimensionale, scoprendo il primo
disegno geometrico delle connessioni neurali
e come rispondono agli stimoli.
Gli scienziati hanno fatto uso di tecniche
di modellazione computerizzata approfondite
per capire in che modo esattamente le
cellule cerebrali umane sono in grado di
organizzarsi per svolgere compiti complessi.
I ricercatori hanno utilizzato modelli
matematici di topologia algebrica, per
descrivere strutture e spazi geometrici
multidimensionali nelle reti
cerebrali. Nello studio, si denota che le
strutture si formano nello stesso momento in
cui sono intrecciate in una “unione” che
genera una precisa struttura geometrica.
Henry Markram,
neuroscienziato e direttore del
Blue Brain Project Losanna (CH)
afferma: “Abbiamo trovato un mondo che non
avevamo mai immaginato. Ci sono decine di
milioni di questi oggetti anche in una
piccola parte del cervello, fino a sette
dimensioni. In alcune reti abbiamo persino
trovato strutture con un massimo di 11
dimensioni“.
Come notato dagli esperti, ogni neurone
all’interno del nostro cervello è in grado
di interconnettersi con un vicino, in un
modo specifico per formare un oggetto con
connessioni complesse. È interessante notare
che più i neuroni si uniscono alla cricca,
più le dimensioni vengono quindi aggiunte
all’oggetto.
Usando la
topologia algebrica, gli scienziati
sono stati in grado di modellare la
struttura all’interno di un cervello
virtuale, generato con l’aiuto dei
computer. In seguito, gli scienziati hanno
condotto esperimenti sul tessuto cerebrale
reale per verificare i risultati.
Dopo che gli scienziati hanno aggiunto degli
stimoli nel tessuto cerebrale virtuale,
hanno scoperto che erano riunite cricche di
dimensioni progressivamente più
elevate. Hanno scoperto che tra queste
cricche c’erano buchi o cavità.
Ran Levi della
Aberdeen University, che ha lavorato al
giornale, ha dichiarato
a WIRED : “La comparsa di cavità ad alta
dimensione quando il cervello elabora le
informazioni significa che i neuroni della
rete reagiscono agli stimoli in modo
estremamente organizzato.”
“È come se il cervello reagisse a uno
stimolo costruendo e poi radendo al suolo
una torre di blocchi multidimensionali,
iniziando con barre (1D), poi tavole (2D),
poi cubi (3D) e quindi geometrie più
complesse con 4D, 5D, ecc. La progressione
dell’attività attraverso il cervello
assomiglia a un castello di sabbia
multidimensionale che si materializza dalla
sabbia e poi si disintegra“.
Mentre le forme tridimensionali hanno
altezza, larghezza e profondità, gli oggetti
scoperti dagli esperti nel nuovo studio non
esistono in più delle tre dimensioni nel
mondo reale, ma i matematici usati per
descriverli possono avere 5, 6 7 o fino a 11
dimensioni.
Il
professor Cees van Leeuwen, di KU
Leuven,
Belgio, ha detto a Wired :
“Al di fuori della fisica, gli spazi ad alta
dimensionalità sono spesso usati per
descrivere strutture dati complesse o
condizioni di sistemi, ad esempio lo stato
di un sistema dinamico nello spazio degli
stati. ” - “Lo spazio è semplicemente l’unione
di tutti i gradi di libertà del sistema, e
il suo stato descrive i valori che questi
gradi di libertà stanno effettivamente
assumendo”.
Tratto da:
https://www.wired.co.uk/article/neurons-multi-dimensional-network-brains
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