Cibo cotto, cibo
morto. La cottura distrugge le proprietà
curative dei cibi - 20/05/2010
La leucocitosi è un
fenomeno dovuto all’aumento di globuli bianchi
nel sangue: si verifica
in modo più evidente dopo ingestione
di carne, nella donna in gravidanza, nel
neonato, nella persona anziana, dopo stress
fisici ecc. ma diventa un fatto patologico a
causa di polmoniti, appendiciti, infezioni da
germi,
intossicazioni ecc.
I globuli bianchi, che
possono assorbire anche sostanze chimiche e
tossiche, contengono numerosi enzimi che hanno
lo scopo di difendere l’organismo fagocitando
corpi estranei o microbi penetrati nel sangue.
Quando l’organismo è chiamato a fronteggiare
un’infezione, cioè un’improvvisa invasione di
microbi patogeni, mobilita rapidamente i
macrociti che ingaggiano un’aspra battaglia
contro gli invasori: più l’organismo è in
pericolo maggiore è il ritmo di produzione per
sostituire i microfagi e macrofagi che muoiono
in battaglia, innescando in questo modo la
leucocitosi. ?
Esiste una diretta correlazione tra aumento di
globuli bianchi e stato di infezione di un
organismo, come esiste una diretta correlazione
tra ingestione di cibi cotti ed aumento dei
globuli bianchi.
La cottura dei cibi risulta essere la causa più
rilevante all’insorgere di malattie umane.
Che il cibo cotto sia un alimento morto viene
dimostrato dal fatto che un seme cotto non
germina più, un uovo di gallina fecondato se
cotto non darà mai un pulcino, una pianta
strappata con l’apparato radicale integro se
sottoposta a cottura non riattaccherà mai più. ?
Con la cottura le proteine subiscono un brusco
decadimento del loro valore biologico, tale
decadimento è particolarmente intenso in caso di
bollitura; se poi la cottura avviene mediante
arrostimento o tostatura le proteine si
denaturano e producono sostanze tossiche da
piroscissione alcune delle quali notoriamente
cancerogene, come il benzopirene. L
e carni alla griglia sono causa, ormai
accertata, di cancro. La stessa cosa si può dire
dei semi sottoposti a torrefazione (caffè,
cacao, pane abbrustolito ecc.): si formano dei
catrami di piroscissione nei quali sono state
individuate almeno una decina di sostanze
cancerogene (prof. R. Lautie, Vie et Action).
La digeribilità delle proteine diminuisce con la
cottura (eccetto per l’albume dell’uovo). Le
sostanze proteiche a 60° iniziano a flocculare e
poi coagulano del tutto divenendo inattaccabili
dai succhi gastrici.
Per quanto riguarda i carboidrati. Il dr.
Alberto Donzelli (nella rivista Girasole 1984
n.31) afferma: “Tutte le parti imbrunite cotte
al forno contengono sostanze mutageni.
In
merito alla digeribilità degli amidi cotti il
corpo umano è capace di fare la stessa cosa con
i propri enzimi (ptialina ecc.) senza ricorrere
alla cottura. Anche gli amidi crudi sono
digeribili.
Il cavolo crudo richiede 2 ore per essere
digerito, se cotto ne richiede 4.
La cottura
impedisce la digestione salivare e rende gli
amidi meno digeribili.
Il calore sui grassi causa ossidazione che porta
dapprima alla formazione di perossidi e di
idroperossidi e poi di acidi grassi a catena
corta. Inoltre la glicerina che si libera è un
composto altamente tossico. L’acido linoleico,
come il linolenico, preziosi per la sintesi dei
fosfolipidi, subiscono con il calore delle
modifiche strutturali che li rendono inattivi.
Il grasso cotto ritarda l’assorbimento di
calcio, magnesio, ferro e rallenta lo sviluppo
delle ossa.
Il noto igienista Dr. A. I. Mosseri dice: “Gli
alimenti cotti non sono adatti all’alimentazione
umana, essendo denaturati, devitaminizzati,
demineralizzati”.
E il prof. Byron Tyler aggiunge: “Gli alimenti
cotti sono alimenti morti. Il cibo cotto è la
più grande maledizione umana”.
Il medico di Losanna P. Kouchakoff ha
dimostrato, a conclusione di migliaia di
esperimenti condotti su molti soggetti e su se
stesso, che un alimento cotto provoca la
moltiplicazione quasi immediata dei globuli
bianchi che, come è noto, servono a difenderci
da corpi estranei e dannosi, soprattutto di
natura microbica, mentre l’alimento crudo non la
provoca mai.
Esiste, insomma, nel nostro organismo una sorta
di automatismo fisiologico in virtù del quale
l’alimento cotto è considerato come un
aggressore. Le nostre difese leucocitarie,
sollecitate diverse volte al giorno finiscono
inevitabilmente coll’indebolirsi e forse in
questo risiede la nostra grande vulnerabilità
alle infezioni.
Il nostro organismo è in grado di utilizzare
anche il cibo cotto ma è costretto a trasformare
un cibo morto in materia vivente con un
dispendio notevole di energie vitali
sottraendole all’economia delle nostre difese
immunitarie. ?
Oscar Montanari scrisse un libro in difesa del
crudismo dal titolo “Gli alimenti cotti
indeboliscono, ammalano, uccidono il corpo
umano”.
Il dr. Giuseppe Panegrossi, noto clinico
all’università La Sapienza di Roma, scrisse
anche lui un libro in difesa del crudismo “Il
crudismo nei confronti della scienza e della
civiltà”. ?
L’ingegnere francese Andrè Simoneton gravemente
ammalato e senza speranza di guarigione,
riacquistò la salute con il vegetarismo e si
dette a studiare la causa del potere guaritore
delle piante. Scoprì che le radiazioni emesse da
un organismo sano si aggirano intorno a 6500
Angstrom mentre in condizioni di malattia o di
cattiva alimentazione scendono sempre ad di
sotto di tale livello -
vedi:
l'energia segreta
delle piante
Gli alimenti che non si possono mangiare crudi
non erano destinati dalla natura a nutrirci. ?
L’uomo ha iniziato a cuocere il cibo (carne e
cereali) per estreme necessità di sopravvivenza
cercando di rendere appetibile cibi inadatti
alla sua natura di animale fruttariano ma,
purtroppo, come affermava Lucrezio “Il cibo
cotto è stata la causa dell’indebolimento della
razza umana e dell’accorciamento della vita”.
Infatti l’alimentazione cruda è la base prima
del benessere umano mentre il cibo cotto espone
l’uomo a tutte le malattie e ai pericoli della
morte precoce. ?
Quando gli uomini si nutrivano di cibi crudi
vivevano più a lungo ed erano più forti e più
resistenti alle fatiche.
A tal proposito è bene ricordare che gli atleti
greci, spartani e gli eserciti di Cesare si
nutrivano quasi esclusivamente di fichi,
nocciole, formaggio e gran turco.
Dopo aver mangiato cibo cotto i leucociti (che
influenzano la morfologia del sangue) aumentano
per mezzora, dopo 90 minuti ritornano nella
norma. Mediante cottura ordinaria, bollitura, si
verifica un aumento dei globuli bianchi; se i
cibi vengono cotti al alte temperature si
sviluppa iperleucocitosi. Questo non succede con
i cibi crudi: anche se si mangia carne cruda i
globuli bianchi non aumentano. Ma un alimento
cotto genera leucocitosi anche se assunto
freddo. ?
Vino, aceto e zucchero producono aumento di
globuli bianchi.
Esiste un limite (temperatura critica) entro cui
può essere portato a cottura un alimento senza
che questo sviluppo leucocitosi digestiva.
Queste temperature critiche variano da 87 a 97
gradi centigradi a seconda dell’alimento che si
cuoce. Si può evitare leucocitosi mangiando
prodotto cotto con quello crudo, nella
proporzione minima del 10% del primo e con la
necessità di masticarli insieme. Mangiare prima
l’uno e poi l’altro cibo non impedisce
leucocitosi. ?
La leucocitosi è un’alterazione delle cellule e
non un cambiamento dei componenti liquidi,
infatti il succo estratto dagli alimenti crudi e
poi cotto non determina leucocitosi. Però alcuni
batteri che si sviluppano per es. nello yogurt,
nel latte cagliato o nei formaggi possono
influenzare la reazione leucocitaria. ?
Gli alimenti che causano leucocitosi digestiva
subiscono con la cottura modifiche chimiche a
causa della mancanza di ossigeno. Infatti
agitando nell’aria per mezzora un cibo cotto
riprende le sue proprietà di cibo crudo. Esempio
lampante dimostra che per neutralizzare gli
effetti dannosi dello zucchero occorre
compensarlo con prodotti crudi. ?Seccare,
salare, affumicare fa perdere al cibo le
proprietà nutritive. ?Gli animali nutriti con
carne cotta vivono meno a lungo ed hanno minori
capacità di riproduzione inoltre tendono a
sviluppare maggiori malattie mentre
l’alimentazione cruda rende perfino più agevole
il parto degli animali.
Nei suoi esperimenti con le scimmie McCarrison
ha dimostrato che i cibi cotti producono
dissenteria: le scimmie perdono l’appetito,
contraggono anemia, malattie della pelle,
perdono peso corporeo e tutti gli organi vitali
cominciano ad atrofizzarsi.
LA COTTURA …
- distrugge il corredo vitaminico, specie delle
vitamine termolabili: enzimi, ormoni,
antiossidanti naturali: elementi che sono alla
base delle difese naturali dell’organismo;
- cambia ciò che era organico in inorganico
rendendolo inutilizzabile dall’organismo;
specialmente le vit. B e C solubili in acqua, si
dissolvono alla prima cottura;
- causa grande perdita di minerali solubili, dal
20 al 70%;
- la cottura a vapore produce una perdita dal 22
al 43%;
- produce acido urico che danneggia lo stomaco,
intestini, reni, fegato, polmoni, cuore causando
artrite, reumatismi, gotta, cancro.
Le verdure bollite e l’acqua gettata perdono
quasi tutti i minerali. Maggiore è l’acqua che
si usa per cuocere il cibo maggiore è il
quantitativo di nutrienti che va perso. ?
Il cavolo cotto perde il 62% delle proteine, il
72% del suo calcio, il 60 % di fosforo e il 67%
di ferro. La perdita di vit. C degli ortaggi è
del 45%; nei germogli di soia è del 70%. ?
Tutti i minerali organici si ossidano quando
vengono in contatto con l’ossigeno dell’aria e
tornano ad essere inorganici. Non c’è vita nella
sostanza inorganica. La sostanza inorganica non
è utilizzabile dall’organismo. Un cibo cotto è
un cibo ossidato. Quando la carne viene bollita
i fosfati organici si trasformano in inorganici.
?
Con il cibo cotto l’organismo non potendo trarre
tutto il nutrimento necessario sente il bisogno
di ingerire maggiori quantità di alimenti, con
ciò che ne consegue. Se ci si nutrisse di cibi
crudi ne basterebbe la metà del quantitativo che
ingeriamo da cotto. ?
Nel latte bollito, il complesso calcio-fosfato
utilizzabile per la crescita, viene mutato in
una forma che è quasi impossibile assimilare.
Più
a lungo vengono cotti i cibi, più alta è la
temperatura, maggiore è il danno. ?
Le parti più cotte di un cibo (per esempio la
crosta del pane) hanno meno valore nutritivo di
quelle meno cotte (la mollica). ?Il processo di
cottura è nemico non solo degli organi digestivi
ma dell’intero organismo umano. ?
I cibi cotti e poi conservati per il pasto
successivo perdono tutte o quasi tutte le loro
proprietà nutritive. I cibi essiccati (tostati
inscatolati ecc.) hanno pochissimo o quasi nullo
potere protettivo. ?
La perdita di acido folico è molto alta con la
cottura dei cibi: con la cottura a vapore si
perde il 10%; con quella a pressione il 20%; con
la bollitura il 50%. ?Il latte pastorizzato
perde le sue proprietà antiscorbutiche. Allo
stesso modo gli ortaggi e la frutta se
essiccati, conservati o inscatolati: perdono le
loro proprietà antiscorbutiche. ?
Meglio una forte e breve bollitura che una lunga
e lenta. ?
Non è vero che le cose cotte sono più
appetitose: sono, eventualmente, i condimenti
che le rendono tali, ma le spezie e gli aromi
sono spesso tossici. ?Molti cibi divengono
indigesti a causa del tipo di cottura o perché
vengono cucinati con l’aggiunta di altri
alimenti tra loro incompatibili (es. legumi e
grasso). ?
I cibi cotti (ritenuti pre-digeriti) non sono un
vantaggio in quanto impediscono la giusta
attività dei succhi gastrici. ?
Da ricordare che tra i tanti tristi primati
dell’uomo (come quello di essere il solo animale
che prende il latte di un altro animale anche
dopo lo svezzamento) è quello di cuocere e
mischiare i cibi che mangia.
Vi sono 700 mila forme di vita animale: nessuna
tranne l’uomo mangia cibo cotto. L’uomo è la
sola specie ad essere malata, oltre agli animali
domestici a cui viene dato cibo cotto.
Silvester Graham (1794-1851) (uno dei più
eminenti scienziati che per primo a parlato di
cure naturali, di igiene naturale, di
nutrizione) dichiara: “Se l’uomo si sostenesse
interamente con cibo crudo, la sua accurata
masticazione e il lento inghiottire e i suoi
pasti semplici servirebbero grandemente ad
impedire l’iper-alimentazione e a salvarlo dai
nocivi effetti di una delle cause più
distruttive della vita civile”. ?
Giustamente il movimento del cibo crudo si fa
risalire a Graham per il quale, come per Russell
Thacker Trall (1812-1877), Allcott, Densmore,
Page ed altri, la frutta cruda, le noci e gli
ortaggi rappresentano la migliore e la più alta
materia nutritiva per l’uomo. ?
Dice Adolph Just nel suo Ritorno alla Natura:
“Non c’erano forse uomini e donne belli migliaia
e migliaia di anni prima della scoperta del
fuoco ? Volete forse credere che la natura abbia
trascurato la salute dell’uomo fino a che
pillole, medicinali e cibi brevettati non
l’avessero salvato?
Il cuoco arrostisce, bolle, cuoce in umido,
aggiunge salse, intingoli, sostanze aromatiche e
poi mescola e mescola fino a che della sostanza
iniziale, totalmente contraffatta, non è più
possibile riconoscere il gusto, il colore,
l’aroma.
Un cibo che non esiste in natura: adatto ad un
popolo destinato ad non esistere. Camuffare la
morte, il sapore e il truce aspetto della salma
di un animale, con i colori e i sapori della
vita, questa in sintesi la professione del
cuoco.
Più uno chef è rinomato e famoso, più spavalde,
arroganti, avventurose e blasfeme saranno le sue
proposte e le sue modificazioni, le sue
macchinazioni infernali sul cibo, elaborate in
costante contraddizione con le esigenze
salutistiche di chi dovrà consumare le sue
taroccate opere d’arte culinaria.
Caratteristica peculiare e imprescindibile del
cuoco è quella di tenere in totale dispregio le
esigenze digestive-assimilative del suo cliente.
RIASSUMENDO:
-
il cibo crudo richiede masticazione: esercizio
essenziale per i denti;
- la necessaria masticazione assicura
un’insalivazione appropriata;
- il cibo crudo preserva i denti e lo stomaco
dai danni del cibo cotto;
- i cibi crudi posseggono le giuste proporzioni
tra sostanze nutritive e quelle di scarto;
- i cibi crudi tendono ad impedire dannose
combinazioni di alimenti;
- i cibi crudi posseggono vitamine, enzimi,
sali, acidi, carboidrati, proteine, e grassi in
forma organica, cioè altamente assimilabili;
- la necessità di masticare ci consente di
assaporare pienamente il sapore del cibo, questo
assicura l’appropriato adattamento ad esso dei
succhi gastrici;
- i cibi crudi non possono essere facilmente
adulterati così come oggi avviene per i cibi
inscatolati;
- il cibo crudo non fermenta rapidamente;
- la dieta cruda fa risparmiare energie, tempo e
lavoro.
Tratto da: informasalus.it
vedi:
Tracciabilita' dei Cibi
+
Crudismo
Ecco le risultanze di uno studio del WCRF - 2018
Si basano su uno studio svolto su oltre 50 milioni di persone.
Si tratta della più grande ricerca sul cancro mai condotta. In
totale, è stato diagnosticato il cancro a 3,5 milioni di esse.
L'analisi ha rilevato che esistono prove evidenti del fatto che
il consumo di carne rossa e quello di carni lavorate siano
entrambe cause del cancro del colon-retto.
Per questo motivo, la
WCRF esorta
tutti a limitare l'assunzione di carne rossa (manzo, vitello,
maiale, agnello, cervo e capra) e a consumare poco o per nulla
la carne lavorata (prosciutto, pancetta, salame e salsiccia).
Se si mangia carne rossa, la WCRF invita a limitare il consumo a
non più di tre porzioni alla settimana, circa 350-500g di peso
cotto.
“Non è necessario consumare carne rossa per mantenere uno stato
nutrizionale adeguato ... mangiare carne non è una parte
essenziale di una dieta sana”, si legge nello studio.
La ricerca è ancora più severa sul consumo di carne lavorata. In
questo caso, le prove a suo sfavore sono ancora più nette. I
dati mostrano che nessun livello di assunzione può essere
associato all'assenza di rischio. Anzi. Il rischio di cancro
aumenta mangiando anche le più piccole quantità di carne
lavorata.
Anche l'alcol è nella lista nera: è collegato ai tumori della
bocca, della faringe, della laringe, dell'esofago, del fegato,
del colon-retto e del seno.
“Anche piccole quantità di bevande alcoliche possono aumentare
il rischio di contrarre vari tumori”, si legge nello studio.
Come per la carne lavorata, la WCRF dice che non c'è quantità di
alcol, anche la più piccola, che non aumenti il rischio di avere
un tumore.
Cancro carne alcol
Le linee guida, inoltre, in dieci punti hanno
sottolineato il legame tra obesità e alcuni tipi
di cancro.
Tuttavia, la carne rossa, lavorata e l'alcol
erano direttamente collegati al cancro stesso,
non solo al peso in eccesso.
World cancer carne
Ecco i dieci punti
per ridurre il rischio di cancro:
1 - Mantenere un peso sano
2 - Fare attività fisica
3 - Avere una dieta ricca di cereali integrali,
verdure, frutta e legumi
4 - Limitare il consumo di cibo da "fast food" e
di altri alimenti trasformati ricchi di grassi,
amidi o zuccheri
5 - Limitare il consumo di carne rossa e
lavorata
6 - Limitare il consumo di bevande zuccherate
7 - Limitare il consumo di alcol
8 - Non usare integratori per la prevenzione del
cancro
9 - Per le madri: allattare il proprio bimbo
perché ciò aiuta le mamme a proteggersi dal
cancro al seno e previene il sovrappeso dei
bambini
10 - Dopo una diagnosi di cancro, continuare a
seguire i consigli sopra riportati perché c'è
una crescente evidenza che i fattori legati allo
stile di vita (come l'aumento della massa grassa
e bassi livelli di attività fisica) influenzano
le possibilità di sopravvivenza delle donne dopo
una diagnosi di cancro al seno e anche di altri
tumori.
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Fast food aumenta rischio depressione
- 01/04/2012
Gli appassionati di
hamburger e
patatine fritte sono a rischio depressione.
A lanciare l'allarme è un gruppo di ricercatori
spagnoli delle
Università di Las Palmas e di
Granada. Lo studio, pubblicato su "Public
Health Nutrition", rivela che il consumo dei
cibi da fast-food aumenta la possibilità di
cadere nella depressione fino al 51 per cento.
"E' bene limitare il consumo di questi
alimenti – ha commentato Almudena
Sanchez-Villegas, autorice principale dello
studio – perché possono incidere non solo sulla
salute fisica, aumentando il rischio di malattie
cardiovascolari, ma anche su quella mentale".
Sotto accusa non solo
hotdog e
cheeseburger, ma anche le merendine
confezionate. Cracker e merendine confezionate
possono sembrare soluzioni utili e veloci per
nutrire i bambini, ma la maggior parte di queste
piccole "leccornie" sono piene di ingredienti
artificiali, coloranti, conservanti e grassi
insaturi.
Tra i soggetti più a rischio, i single poichè
spesso sono anche fumatori, lavorano più di 45
ore alla settimana e dedicano poco tempo
all'attività fisica.
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Il
rapporto tra alimentazione e malattie degenerative è ormai evidente.
La
grave alterazione del rapporto uomo-natura non può non ripercuotersi
sull'alterazione dell'alimentazione dell'uomo moderno.
Le moderne tecniche
alimentari con l'indiscriminata manipolazione degli alimenti stanno
conducendo ad una degenerazione della specie.
Dalla
prima metà di questo secolo l'interesse della medicina nei confronti
dell'alimentazione è diminuito moltissimo poiché si credeva che tutti
sapessero già il necessario, per cui non era opportuno un insegnamento
approfondito nella scuola e nelle università.
Non
ci si rese conto che l'industria esercitava un controllo sempre maggiore
sulle scelte dei consumatori riuscendo a modificare non solo le abitudini
alimentari ma anche la stessa struttura chimica di alcuni alimenti. Ed
oggi, nella nostra epoca, assistiamo ad un aumento imponente delle
malattie croniche e degenerative.
Ma
cosa significa degenerativa ?
Il verbo degenerare significa "perdere alcune
qualità peculiari della propria specie" e malattie croniche
degenerative sono quelle affezioni a livello di organi o tessuti che
determinano lesioni biochimiche tali da pregiudicarne il normale
funzionamento. Dopo la seconda Guerra Mondiale tali malattie hanno subito
un'impressionante accelerazione. Queste malattie esistevano già nel
passato ed esistono anche in altre culture ma erano e sono assai più rare
anche in individui molto vecchi.
Ci
sono voluti più di trent'anni, prima che il rapporto tra salute e modo di
vivere fosse così evidente da essere notato e per constatare che il
nostro corpo non poteva adattarsi agevolmente alle alterazioni
nutrizionali che si sono man mano sviluppate. Il cibo stesso rappresenta un'importante modalità di
conoscenza e di equilibrio con la natura; è attraverso di esso che
l'essere umano si mette in relazione con l'ambiente che lo circonda e di
cui fa parte.
È
indubbio che la grave alterazione del rapporto uomo-natura non può non
ripercuotersi sull'alterazione dell'alimentazione dell'uomo moderno. Basta
dare un'occhiata al passato per constatare gli enormi cambiamenti
verificatisi in campo alimentare.
Mentre
nel 1800 in Europa si consumavano annualmente circa 300 chili di pane a
testa, nel 1965 il consumo era sceso a 95 chili mentre nello stesso lasso
di tempo il consumo di carne era salito da 13 chili pro capite a ben 75
chili.
Il consumo di prodotti preparati con farine raffinate e zuccheri è
notevolmente aumentato, nel tempo, rispetto a quello di carboidrati non
raffinati e integrali che ha subito un continuo calo.
L'alimentazione
a base amidacea si è, nel tempo, orientata verso un maggior consumo di
grassi e di proteine animali. Verso la fine dell'800 ed i primi del '900
sono praticamente spariti da buona parte dell'Europa i mulini ad acqua e
di lì a poco è cominciata l'azione inesorabile dei vari procedimenti di
raffinazione: mentre in passato si consumava il 90% del cereale integrale
e circa il 10% di farina raffinata, col tempo, la situazione si è del
tutto capovolta.
La
marcata riduzione del contenuto di fibre nella dieta ha generato
progressivamente alcuni problemi intestinali quali i diverticoli e le più
varie forme di colonpatia. Ma non solo! Ha determinato anche molte carenze
nutrizionali.
È importante ricordare che ogni chicco di cereale è formato da un
guscio, da un germe e da un corpo centrale; i primi due sono ricchi di
sostanze minerali e di oligoelementi importantissimi per la vita oltre che
di vitamine ed enzimi.
Nella
produzione della farina bianca il germe e gli strati esterni del seme
vengono separati dal corpo centrale perdendosi così la gran maggioranza
degli elementi vitali. Inoltre, meno di due secoli fa, non esisteva, sul
mercato, altro zucchero che quello di canna, di colore marrone, importato
dai tropici.
Con le guerre napoleoniche e a causa del blocco continentale,
l'Europa non poté più importare lo zucchero di canna e si incoraggiò la
produzione di zucchero estratto dalla barbabietola.
C'era, però, un
inconveniente; usando la medesima tecnica estrattiva, il prodotto ottenuto
risultava alquanto sgradevole. Fu necessario raffinarlo per ottenere il
prodotto che noi conosciamo, ma con questo processo vennero distrutte
tutte le sostanze minerali e le vitamine rendendolo, infine, un prodotto
morto anche se di sapore gradevole, composto da calorie cosiddette vuote.
Un
discorso simile può essere fatto anche per la raffinazione del sale
marino, per la spremitura industriale "a caldo" degli oli e per
altri alimenti che sono stati ampiamente distrutti o impoveriti delle loro
qualità organolettiche e nutrizionali.
Se
a ciò aggiungiamo i numerosissimi prodotti chimici impiegati
nell'agricoltura moderna come concimi, pesticidi, erbicidi che distruggono
l'humus e penetrano nel sottosuolo raggiungendo le falde freatiche
ed il grosso problema dell'inquinamento atmosferico e delle piogge acide
ci rendiamo conto che il nostro organismo è sempre più sottoposto ad un
impegno enzimatico ed immunologico gravoso per tentare di difendersi
dall'attacco di molte sostanze nocive che si annidano nella frutta,
nell'acqua, nelle bevande, nel latte, nella carne e nell'aria stessa che
respiriamo.
Si
ha, contemporaneamente, una diminuzione di quelli che sono fattori
protettivi come le vitamine e gli oligoelementi, conseguenze di
un'alimentazione profondamente alterata e largamente mediata
dall'industria.
Indubbiamente
il primo e più importante impatto che il cibo ha con noi è attraverso
l'apparato digerente.
L'ecosistema gastrointestinale può essere
considerato un microcosmo che riproduce all'interno degli esseri viventi i
fenomeni che avvengono in natura, all'esterno, ad opera di microrganismi
indispensabili alla catena alimentare che assicura il mantenimento della
vita sulla terra. L'intervento dei batteri è il fondamentale anello di
congiunzione che rende possibile la trasformazione dell'azoto inorganico
in azoto organico.
Gli
antichi medici ayurvedici dell'India vedevano nella digestione l'opera del
fuoco "Agni".
Se
l'Agni interiore è debole si determina l'Ama, l'immaturità, con
fermentazione e putrefazione, malattie endogene e squilibri nel corpo e
nell'anima. Agni viene indebolito dagli errori dietetici e dagli stati
psichici negativi come rabbia e tristezza:
"Quello
che non viene digerito, anche le impressioni psichiche, diventa
veleno",
diceva il grande medico ayurvedico Charaka (I sec.). I batteri, essendo
così vicini alla fonte della vita, sono così pieni di energia
riproduttiva da destare il nostro stupore. Essi rappresentano una forma di
vita altamente specializzata ad un livello di organizzazione non molto
complesso; per questo possiedono non soltanto questa enorme capacità
riproduttiva, ma anche la capacità di mutare, cioè di adattare forma ed
habitus a nuove condizioni di vita.
Il
processo digestivo può essere visto come una progressiva
smaterializzazione che, dalla materia solida porta ad un livello
essenzialmente energetico
trasformandosi gradatamente in ciascuno dei quattro elementi primordiali:
terra, acqua, aria e fuoco. Infatti, il cibo solido (terra) diventa chimo
(acqua), produce gas (aria) e calore (fuoco) muovendosi dal polo freddo a
quello caldo, dai processi coscienti dell'olfatto e del gusto a quelli
subconsci che si svolgono nello stomaco, nel fegato, nell'intestino.
Oggi
le conoscenze scientifiche ci portano a formulare il concetto di "Biocomplesso"che
consiste nella trasformazione e nel riutilizzo dei rifiuti organici ad
opera di batteri opportunamente selezionati e coltivati in speciali
fermentatori o biotrasformatori.
L'intestino degli esseri viventi può essere considerato una nicchia
speciale, un biocomplesso altamente specializzato per i batteri che lo
colonizzano. L'intestino umano, con i suoi 300mq di superficie è il
fronte immunitario più importante, sottoposto ad un costante stimolo
antigenico, quello degli alimenti ingeriti, contenendo circa l'80% delle
cellule immunitarie dell'organismo. Il sistema immunitario intestinale ha
la funzione di permettere l'assorbimento delle sostanze nutritizie senza
che queste scatenino reazioni immunitarie dannose, discriminando tra ciò
che è proprio al nostro organismo e ciò che gli è estraneo.
Per questo
motivo esso rappresenta uno speciale filtro che seleziona le sostanze
compatibili e quelle incompatibili.
L'efficacia
di questa funzione è garantita da una complessa e bilanciata flora
batterica
che funge da attivatore aspecifico del sistema immunitario intestinale.
L'eubiosi,
che è correlata all'età ed alla dieta del soggetto, consiste nella
presenza di una flora composta di microrganismi non patogeni per l'ospite
occupanti delle precise e consuete nicchie intestinali, in numero e
proporzioni reciproche stabili secondo parametri di normalità.
Sovvertimenti in numero, proporzioni, tipo di specie batteriche presenti
portano ad una disbiosi, selezionando ceppi potenzialmente patogeni. Il
reperto ripetuto di tali ceppi ha un valore predittivo per l'insorgenza di
infezioni endogene.
Il
sempre più frequente uso di antibiotici, sia per la terapia che per la
profilassi delle infezioni batteriche (diverticolosi, h. pylori ecc.)
induce importanti sovvertimenti dell'equilibrio delle popolazioni dei
microrganismi e della loro sensibilità agli antibiotici stessi. La
presenza delle abituali popolazioni batteriche nelle varie regioni del
corpo, contribuiscono a mantenere, quindi, l'equilibrio immunitario; le
superfici mucose intestinali, assieme a quelle di altri apparati,
costituiscono un sistema chiamato MALT (mucosal associated.lymphoid
tissue) che ha il compito di orchestrare, in stretta correlazione,
l'immunità dell'intero organismo.
Una
proliferazione incontrollata della flora potenzialmente patogena
o uno squilibrio di quella simbionte può portare all'insorgenza di
patologie anche a livello extraintestinale. Quando ciò accade, il
sovraccarico tossinico che ne consegue, può causare un'iperattivazione
della reazione immunitaria di tipo umorale o l'ipoattivazione della
funzione di filtro con conseguente passaggio di un'eccessiva quantità di
sostanze estranee.
Questo
comporta, in un primo momento, la comparsa di uno stato infiammatorio
localizzato a livello intestinale che, se perdura, l'infiammazione si può
diffondere in altre parti dell'organismo ponendo le basi di malattie
croniche a carico dei più vari organi e apparati. Inoltre, la riduzione della massa
fecale dovuta al ridotto consumo di fibre, rallentando il transito,
favorisce il ristagno con conseguente riassorbimento di sostanze tossiche.
Ad
esempio i bacteroidi convertono gli acidi biliari colico e desossicolico
in 3-metilcolantrene, noto cancerogeno.
In
una dieta, invece, ricca di fibre, prevalgono i lattobacilli che non
catabolizzano gli acidi biliari mentre una ricchezza di proteine animali
fa prevalere l'escherichia ed i clostridi. Inoltre, un abuso di grassi
insaturi idrogenati (margarine) e di grassi saturi (animali, latticini)
alterano la mucosa di rivestimento dell'intestino, rendendola estremamente
permeabile e facilitando il passaggio di microbi e tossine innescando la
reazione infiammatoria precedentemente descritta.
Con la brusca commutazione dell'ambiente chimico nel tessuto infiammato da
reazione acida ad alcalina (secondo la commutazione vegetativa di Hoff)
causata da numerosi farmaci anziché l'idrolisi, dominante in fase di
reazione acida, appare bruscamente la tendenza ad una rapida sintesi
proteica con la possibile formazione di cosiddetti "peptidi
selvaggi"di cui fanno parte endotossine batteriche, molecole chimiche
ecc.
Contro
queste sostanze l'organismo attiva anticorpi che però non attaccano solo
tali peptidi ma anche proteine omologhe dotate di notevole somiglianza
strutturale.
Tali
immuno-precipitati sono veicolati nel tessuto connettivo dal quale possono
rappresentare l'innesco di eventuali malattie da autoaggressione o
cronico-degenerative. Le malattie del benessere hanno man mano preso il
posto delle malattie da indigenza cronica, alle grandi epidemie
dell'antichità sono subentrate malattie sempre più difficili da curare
nonostante i mezzi sempre più sofisticati e costosi della medicina.
Le
moderne tecniche alimentari con l'indiscriminata manipolazione degli
alimenti (lasciamo da parte, per ora, le manipolazioni genetiche) come la
raffinazione,la pastorizzazione,la sterilizzazione coi raggi gamma
l'adulterazione e così via stanno creando una svalutazione della vita,
stanno imponendo una cultura della morte e stanno conducendo ad una
degenerazione della specie.
La
giusta strada da seguire la conosciamo tutti: un'alimentazione naturale,
integrale, biologica con adeguate quantità di frutta e verdura fresca e
di stagione, in definitiva un cibo vivo e vitale.
Siamo
arrivati, oggi, ad un aumento di vita media al quale non corrisponde,
purtroppo, un aumento di salute e di benessere. Spesso si afferma che il
progresso porta inevitabilmente con sé contraddizioni che, comunque,
possono essere superate nel cammino stesso della civiltà. Quello che
auspichiamo è un aumento di consapevolezza, una maggiore attenzione per
il proprio ambiente, per il cibo, per il prossimo, cercando di ricomporre
quella frattura che ci sta separando non solo dalla natura ma anche dalla
parte più profonda di noi stessi.
http://www.encanta.it/medicina_cibo.html
Commento
NdR: L’accumulo nell’organismo e quindi nel
sangue, di acido lattico velenoso
(ve ne sono di 2 tipi) è dovuto all’alimentazione che spesso manca di
nutrienti importanti quali: vitamine, minerali, enzimi.
Ricordiamo che le
alterazioni degli
enzimi, della
flora, del
pH digestivo e della
mucosa
intestinale influenzano la salute, non
soltanto a livello intestinale, ma anche a
distanza in qualsiasi parte dell'organismo.
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Mangiare crudo = Crudismo
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Combinazioni alimentari +
Molecole Buone =
Cibo adatto
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Consigli Alimentari
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Vegetarianesimo
+
Vegetariani 1 +
Vegetariani
2
+
Germogli